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10 Febbraio: la partecipazione corale dell'Italia e del mondo Giorno ...

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2 DIFESA ADRIATICA Aprile 2008fatti e commenticontinua dal<strong>la</strong> prima pagina<strong>10</strong> <strong>Febbraio</strong>:<strong>la</strong> <strong>partecipazione</strong> <strong>corale</strong><strong>del</strong>l’Italia e <strong>del</strong> <strong>mondo</strong>Credo che questo sia un disegno alto che da dignità al presente e cipermette di sperare ancora in una giustizia che travalica – anche se li comprende– i problemi di indennizzi e beni abbandonati.• • •Con il <strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> Ricordo, il nostro impegno è diventato importante. Laforza implosiva che ha caratterizzato l’attività <strong>del</strong>le nostre associazioni pertanto tempo, esce allo scoperto e si proietta verso nuovi, finalmente credibili,scenari. Tutto questo è reso possibile proprio dal<strong>la</strong> <strong>partecipazione</strong> <strong>corale</strong><strong>del</strong>l’Italia a questa manifestazione.I primi anni, si voleva dare una centralità al <strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> Ricordo,focalizzando su una città le presenze più qualificate, le cerimonie più importanti.Poi è successo un qualcosa di inaspettato, profondo, per certi versiappagante. L’Italia intera ha risposto, ha scelto di essere al fianco degli Esuliin questo momento.Perché?Quando c’è stato l’esodo dall’Istria, Fiume e Dalmazia – i 350.000 italianisono stati destinati in quasi 130 campi profughi sparsi in tutta Italia. Unintero popolo s’è trovato ad interagire con le realtà locali, a volte palesando<strong>la</strong> propria provenienza, altre volte ce<strong>la</strong>ndo quel<strong>la</strong> che per molti era consideratanon una vergogna ma comunque una situazione scomoda visto l’atteggiamento<strong>del</strong><strong>la</strong> politica italiana nei loro confronti. Gli esuli, comunque, sisono fatti conoscere, entrando nei pori <strong>del</strong><strong>la</strong> società civile, <strong>la</strong>sciando il segno.Consideriamo <strong>la</strong> risposta <strong>corale</strong> un omaggio allo spessore di questepersone che hanno portato in Italia e nel <strong>mondo</strong> i principi di una societàevoluta, dedita al <strong>la</strong>voro, legata al<strong>la</strong> sua Chiesa ed ai valori di una lungastoria di contatti col <strong>mondo</strong> circostante.• • •A Trieste, capitale morale <strong>del</strong>l’esodo, le manifestazioni sono quasi ovvie,meno in località come Venezia o Bologna dove gli esuli sono stati oggetto dicontestazione e rifiuto. Ebbene, l’anno scorso, proprio con <strong>la</strong> targa appostaal<strong>la</strong> stazione di Bologna, siamo riusciti ad aprire un capitolo importante nelnostro rapporto con l’opinione pubblica. Quest’anno nel<strong>la</strong> regione emilioromagno<strong>la</strong>quasi tutte le città si sono attivate per ricordare in vari modi.Dalle scuole sono arrivate richieste di materiale didattico, di testi sul<strong>la</strong> storia<strong>del</strong>l’esodo e <strong>del</strong>le Foibe, di filmati. Crediamo che questa sia <strong>la</strong> strada dapercorrere. Certo non mancano le contraddizioni. C’è chi vuole approfittaredi questo momento per far passare tesi negazioniste. La speranza è che <strong>la</strong>pubblica opinione riesca a distinguere i fatti dalle opinioni di parte. La storianon è fatta di certezze, di bianco o nero, per cui l’invito a tutti è di rifletteresu quanto sentono dire da chi non ama <strong>la</strong> causa di questo popolo sparso esoprattutto di informarsi: negli ultimi anni è stato scritto molto, da storici seri,che non sono depositari <strong>del</strong><strong>la</strong> verità ma certo si avvicinano molto.In Slovenia e Croazia i giornali danno notizia <strong>del</strong> <strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> Ricordospesso con toni negativi, quasi che il <strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> Ricordo fosse una ricorrenzacontro qualcuno e così non è. Gli esuli vogliono che si parli <strong>del</strong><strong>la</strong> lorostoria non per muovere <strong>del</strong>le accuse ma per un giusto riconoscimento difatti che hanno colpito un popolo in un’Europa che oggi si è finalmenteaperta senza riserve a queste riflessioni. E poi ci sono, nel resto <strong>del</strong> <strong>mondo</strong>, icomitati giuliano-dalmati che hanno saputo trasformare questa giornata inun momento di grande riconoscimento da parte <strong>del</strong><strong>la</strong> comunità nel<strong>la</strong> qualesono inseriti. Personalmente è una sensazione di grande soddisfazione.Ora ci vuole un’altra legge che sancisca finalmente l’equo e definitivoindennizzo degli esuli. Ci vuole un accordo con Slovenia e Croazia per <strong>la</strong>restituzione di quei beni ancora in libera disponibilità. Certo le polemiche diquesti giorni ci fanno segnare il passo ma aiutano a mettere a fuoco i nodiancora irrisolti sui quali dobbiamo <strong>la</strong>vorare ed insistere affinché “le verità” –perché tali sono –, al<strong>la</strong> fine, abbiano <strong>la</strong> meglio su tutti i condizionamenti <strong>del</strong>passato.Renzo CodarinPresidente <strong>del</strong><strong>la</strong> Federazione<strong>del</strong>le Associazioni degli Esulicontinua dal<strong>la</strong> prima pagina<strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> Ricordoi messaggi pervenuti all’ANVGDRiportiamo alcuni stralci dei messaggi pervenuti all’ANVGDin occasione <strong>del</strong>le celebrazioni <strong>del</strong> <strong>10</strong> <strong>Febbraio</strong>il Par<strong>la</strong>mento e le riforme istituzionali, on. Vannino Chiti,ha scritto: «l’edificazione <strong>del</strong> Monumento è un atto di rispettodovuto nei confronti <strong>del</strong>le migliaia di vittime di quelleterribili persecuzioni troppo a lungo taciute. Rappresenta<strong>la</strong> fine <strong>del</strong><strong>la</strong> “congiura <strong>del</strong> silenzio” e l’impegno di tuttiaffinché orrori <strong>del</strong> genere non si ripetano. Desidero augurare[...] agli esuli [...] di poter riportare a nuova vita il lorostraordinario tessuto economico, sociale, culturale [...] nell’ambitodi [...] quell’Europa nel<strong>la</strong> quale l’italianità è una<strong>del</strong>le componenti essenziali»Il ministro per i Diritti e le Pari Opportunità, BarbaraPol<strong>la</strong>strini: «L’istituzione <strong>del</strong> <strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> Ricordo è stato unatto di civiltà necessario nel quale tutto il Paese si riconosce.E si unisce nell’eguale condanna di quei fatti atrocicome una <strong>del</strong>le pagine più nere <strong>del</strong><strong>la</strong> nostra storia. […]Credo però che <strong>la</strong> Memoria, il Ricordo, non possano esaurirsinel<strong>la</strong> so<strong>la</strong> rievocazione dei lutti e <strong>del</strong>le tragedie. Essihanno un senso solo se diventano l’anima di un riscattopossibile. […] Ricordare dunque non è solo un atto dovuto.È rinnovare il cammino verso l’affermazione piena <strong>del</strong><strong>la</strong>dignità <strong>del</strong><strong>la</strong> persona umana, guidando al tempo stessoognuno all’approdo al<strong>la</strong> parte migliore di sé […]».Il viceministro degli Affari Esteri, Franco Danieli: «Mi ègradito farVi giungere il mio sincero apprezzamento perl’attività che <strong>la</strong> Vostra Associazione svolge con serietà eimpegno per rappresentare i nostri connazionali fuggiti daIstria, Fiume e Dalmazia al termine <strong>del</strong> secondo conflittomondiale. Più in generale mi preme esprimere <strong>la</strong> mia piùsentita vicinanza a tutti coloro che si adoperano per tenerviva e diffondere <strong>la</strong> memoria <strong>del</strong> sacrificio di tutte le vittime<strong>del</strong>le foibe e <strong>del</strong>l’esodo. […] Quegli accadimenti rappresentanouno dei momenti più bui <strong>del</strong><strong>la</strong> storia recente europea.Ritengo che un’adeguata cultura <strong>del</strong><strong>la</strong> conoscenza e<strong>del</strong><strong>la</strong> storia sia indispensabile anche per evitare il ripetersidi simili atrocità e che l’impegno di ciascun singolo e <strong>del</strong>leistituzioni sia necessario per assicurare il rispetto <strong>del</strong><strong>la</strong> dignitàumana e <strong>del</strong><strong>la</strong> vita in qualsiasi circostanza […]»Il sottosegretario di Stato all’Interno, Ettore Rosato: «Facciopervenire alle Autorità, alle associazioni e soprattuttoagli Esuli presenti, un pensiero di profonda <strong>partecipazione</strong>all’evento che oggi si celebra con giusta solennità. […] IlMonumento che da questo giorno in poi rimarrà a fermoricordo <strong>del</strong>le Vittime <strong>del</strong>le Foibe rappresenta in modo appenaadeguato il sentimento di pietà dovuto agli Innocentiche, nelle cavità <strong>del</strong><strong>la</strong> terra giuliano-dalmata, precipitaronoincontro al loro precoce e iniquo destino. […] Dunque,ogniqualvolta <strong>la</strong> nostra Repubblica, in armonia con Regionied Enti locali, <strong>del</strong>ibera e compie un dovuto risarcimentomorale nei confronti dei propri figli, è giusto rallegrarsi».Il sen. Francesco Cossiga, dal canto suo, ha voluto esprimere<strong>la</strong> sua «affettuosa vicinanza» ai congiunti degliinfoibati. «Al riguardo – ha soggiunto – mi piace ricordareche da Presidente <strong>del</strong><strong>la</strong> Repubblica fui il primo a rendereomaggio ai martiri trucidati nelle foibe, a Basovizza. Nel<strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> Ricordo desidero inoltre aderire alle iniziativeopportunamente indette da codesta Associazione per conservaree ravvivare <strong>la</strong> memoria dei tragici eventi che causaronol’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati,ai quali va il commosso pensiero di tutti gli italiani».Il presidente <strong>del</strong><strong>la</strong> Regione Lazio, Piero Marrazzo, hacitato le parole <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong><strong>la</strong> Repubblica, GiorgioNapolitano, che ha definito «tardivo» il ricordo <strong>del</strong>le sofferenzee <strong>del</strong><strong>la</strong> tragedia vissuta dal<strong>la</strong> comunità giulianodalmata;ha quindi aggiunto che <strong>la</strong> memoria «non può piùessere oggetto di una politica di parte. Non c’è dittaturache possa essere giustificata perché l’altra faccia di quelledittature sono le persone morte».Marrazzo ha sottolineato, tra i problemi ancora irrisoltiper gli Esuli, quello <strong>del</strong>l’indicazione dei luoghi di nascita,che nel<strong>la</strong> loro burocratica ingiustizia offendono <strong>la</strong> loro coscienzadi italiani. Ha voluto quindi sottolineare il doloredegli istriani, dei giuliano-dalmati, ma anche <strong>del</strong>le comunitàebraiche «perché il bene alberga dove ci sono dei custodie dei difensori <strong>del</strong> bene e il dolore può essere condivisoma resta di chi ha sofferto, mentre <strong>la</strong> memoria deveessere comune e non può rimanere chiusa nell’alveo <strong>del</strong><strong>la</strong>famiglia». Ha quindi concluso: «Se non ci fossero stati gliesuli a fuggire da quelle terre oggi noi non avremmo questamemoria. Lo sa chi è entrato in quelle famiglie: chi haascoltato il loro ricordo e ha sentito palpitare le ultime oredei caduti. Alle istituzioni spetta il compito di guidare etenere unita <strong>la</strong> comunità e quel monumento che abbiamoinaugurato, oltre ad unirci, deve farci ricordare e riconoscerequei morti come martiri <strong>del</strong><strong>la</strong> nostra identità di Paeseforte, vivo e solidale».Dai vertici militariIl Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong><strong>la</strong> Marina, ammiraglio disquadra Paolo La Rosa: «In questa occasione desidero esprimere<strong>la</strong> vicinanza e <strong>la</strong> solidarietà di tutta <strong>la</strong> Marina militaree mia personale. La “memoria” alimenta i valori fondanti<strong>del</strong><strong>la</strong> nostra società e costituisce incommensurabile tesoroda tramandare alle future generazioni.Nel <strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> Ricordo, le immagini <strong>del</strong><strong>la</strong> tragedia vissutadagli italiani vittime <strong>del</strong>le foibe e <strong>del</strong>l’esodo dalle loroterre, saranno rese ancor più vivide grazie al monumentoad essi dedicato. […]Desidero esprimere all’Associazione l’apprezzamentodi tutta <strong>la</strong> Marina Militare per l’alto impegno profuso nelconservare e rinnovare il ricordo di quei tragici eventi entratia far parte <strong>del</strong> patrimonio storico <strong>del</strong><strong>la</strong> nostra nazione».Il Comandante Generale <strong>del</strong><strong>la</strong> Guardia di Finanza, generaledi Corpo d’Armata Cosimo D’Arrigo: «Desidero esprimerea nome mio e <strong>del</strong><strong>la</strong> Guardia di Finanza i sensi <strong>del</strong><strong>la</strong>più viva ammirazione per l’impegno costante profuso daivolontari <strong>del</strong>l’Associazione nazionale Venezia Giulia eDalmazia affinché rimanga viva <strong>la</strong> memoria dei tanti italianiche, all’indomani <strong>del</strong> secondo conflitto mondiale, subironovessazioni e sofferenze, fino all’orrenda morte nellefoibe. Nell’inchinarmi simbolicamente dinanzi al Monumentoalle Vittime <strong>del</strong>le Foibe istriane, rivolgo un commossopensiero alle tante vittime innocenti di allora e <strong>la</strong> vicinanzaai familiari di quanti furono barbaramente assassinatio costretti a <strong>la</strong>sciare le proprie case, i propri paesi e leproprie città.E ritengo doveroso ricordare, oggi, l’altissimo contributodi sangue offerto dal<strong>la</strong> Guardia di Finanza in quel buioperiodo <strong>del</strong><strong>la</strong> storia nazionale ed onorare <strong>la</strong> memoria deitanti Finanzieri cui fu riservato l’atroce destino <strong>del</strong>le foibe,colpevoli solo di essere italiani, di servire l’Italia, soventedopo aver coraggiosamente difeso <strong>la</strong> locale popo<strong>la</strong>zioneda razzie, vendette e sopraffazioni d’ogni sorta […].Red.«Una tragedia<strong>del</strong> passatoper comprenderel’avvenire»Un convegnoa Pescaracon Gasparrie RanieriMaurizio Gasparri (AN), ex ministro <strong>del</strong>le Comunicazioni,e Umberto Ranieri, esponente <strong>del</strong> PDe presidente <strong>del</strong>l’attuale Commissione Esteri <strong>del</strong><strong>la</strong>Camera, s’incontrano il 29 febbraio a Pescara in unconvegno sul tema «Una tragedia <strong>del</strong> passato percomprendere l’avvenire».Il convegno, promosso dal<strong>la</strong> Provincia di Pescarain col<strong>la</strong>borazione con il Comitato ANVGD, si inseriscenel quadro <strong>del</strong>le celebrazioni <strong>del</strong> <strong>Giorno</strong> <strong>del</strong>Ricordo <strong>del</strong>le Foibe e <strong>del</strong>l’Esodo degli italianidall’Istria, Fiume e Dalmazia e si è proposto dimettere a fronte <strong>la</strong> tragedia <strong>del</strong> confine orientaleitaliano al<strong>la</strong> fine <strong>del</strong><strong>la</strong> seconda guerra mondiale,con le attuali tensioni interetniche ed interreligiosein varie parti <strong>del</strong> <strong>mondo</strong>, ma soprattutto nei Balcanioccidentali, dove <strong>la</strong> UE e <strong>la</strong> comunità internazionaledevono affrontare <strong>la</strong> crisi <strong>del</strong> Kosovo.L’incontro introdotto dal presidente <strong>del</strong><strong>la</strong> ProvinciaGiuseppe De Dominicis e moderato dal presidenteANVGD Lucio Toth, si è tenuto nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> deiMarmi <strong>del</strong> Pa<strong>la</strong>zzo <strong>del</strong><strong>la</strong> Provincia di Pescara. L’iniziativava a colmare <strong>la</strong> necessità di mantenere vivol’interesse ed il dibattito sulle tematiche riguardantiil confine orientale anche dopo <strong>la</strong> data <strong>del</strong> <strong>10</strong> <strong>Febbraio</strong>.E continua, idealmente, le tesi <strong>del</strong> confrontoavviato a Venezia con il convegno <strong>del</strong> 1° dicembre.In quell’occasione, Lucio Toth aveva affermatotra l’altro: «Tutti devono capire l’importanza <strong>del</strong><strong>la</strong>riscoperta di questa adriaticità, da Otranto alleMarche e agli Abruzzi ma anche gli albanesi, i greci,i montenegrini e perché no, anche gli sloveni edi croati.Ed in contesti simili non dobbiamo <strong>la</strong>sciare chead esempio le nostre associazioni diventino di stamporeducistico bensì dobbiamo dar vita a dinamismiche permettano di portar avanti <strong>la</strong> nostra arte,<strong>la</strong> cultura, <strong>la</strong> religiosità, che sono il nostro patrimoniopiù grande. Dobbiamo raffrontarci con <strong>la</strong>globalizzazione e con il <strong>mondo</strong> che cambia in continuazione.Una volta <strong>la</strong> Casa rossa era il confine diGorizia, oggi quel confine non esiste più, esiste unacittà piena di vita con un cuore che pulsa molto dipiù di quanto faccia quello <strong>del</strong><strong>la</strong> Gorizia nostra.Sono cose su cui meditare perché esistono paesi<strong>del</strong>l’area ex Jugos<strong>la</strong>va che per certi aspetti sonopiù avanzati di noi, <strong>la</strong> Slovenia sul<strong>la</strong> sco<strong>la</strong>rizzazionead esempio; gli atavici ormai pregiudizi che permolti anni ci siamo portati dietro come esuli abbiamoil dovere di aggiornarli, perché o cerchiamo intutti i modi possibili di salvaguardare questa nostradimensione culturale oppure <strong>la</strong> storia ci passeràsopra come un rullo compressore».www.arcipe<strong>la</strong>goadriatico.it

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