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10 Febbraio: la partecipazione corale dell'Italia e del mondo Giorno ...

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6 DIFESA ADRIATICA Aprile 2008continua dal<strong>la</strong> prima paginaLe storie attraversano tutto il NovecentoLa casa di Calle San ZorziImminente in libreriail primo romanzo di Lucio Toth ambientato a ZaraIl terzo periodo è collocato all’inizio degli anni Settanta, al tempo <strong>del</strong><strong>la</strong>prima crisi <strong>del</strong> regime comunista iugos<strong>la</strong>vo, sullo sfondo <strong>del</strong><strong>la</strong> contestazione<strong>del</strong> ’68 e <strong>del</strong><strong>la</strong> guerra in Vietnam. Il quarto racconta le vicende di quel<strong>la</strong> che icroati chiamano «guerra patriottica», cioè <strong>del</strong> conflitto interetnico <strong>del</strong> 1991-1992.I personaggi e gli eventi sono inventati ma tutti, evidentemente, nasconodal<strong>la</strong> memoria autobiografica <strong>del</strong>l’autore. Poiché non sono alberi, ma uomini edonne, le loro storie si snodano nei diversi luoghi dove le vicende personali ecollettive li hanno portati: dal<strong>la</strong> Fiume <strong>del</strong> 1919 al<strong>la</strong> Venezia dei campi-profughi;dall’Appenino ligure durante <strong>la</strong> guerra partigiana al<strong>la</strong> Mi<strong>la</strong>no <strong>del</strong> secondodopoguerra; dal<strong>la</strong> Parigi degli anni Settanta agli altipiani <strong>del</strong><strong>la</strong> Lika sul frontecroato-bosniaco <strong>del</strong> 1992.Ma come in una spirale simbolica il destino dei personaggi passa sempreper <strong>la</strong> città natale, si incrocia nelle sue strade, tra quelle quattro mura, <strong>la</strong> Casa diCalle San Zorzi, che dà il titolo al<strong>la</strong> narrazione.red.Buenos Aires, gli Esuli in Argentinaper il <strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> RicordoÈ il sesto anno consecutivo, ancor prima <strong>del</strong>l’istituzione <strong>del</strong><strong>la</strong> Legge 92/2004, che ci riuniamo per onorare i nostri Esuli ed Emigrati giuliano-dalmati,deceduti per differenti motivi, in Italia, ed all’estero. Molti dei nostri Esuli, nonostanteil priodo estivo, hanno preferito rimandare le vacanze per accorrere adassistere al<strong>la</strong> commemorazione <strong>del</strong> <strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> Ricordo già fatto carne in tuttinoi.La commemorazione si è svolta nel<strong>la</strong> Chiesa Mater Misericordiae di BuenosAires, <strong>la</strong> prima chiesa italiana <strong>del</strong><strong>la</strong> metropoli. L’alta temperatura estiva si è fattasentire, ma i nostri Esuli non si sono scoraggiati, accorrendo numerosi. Nessunoè mancato, anzi, fra tanti volti, si sono riviste persone che da anni erano assentidagli incontri giuliani. Tanti abbracci, tanti capelli imbianchiti dal tempo, epure tante assenze!… La legge <strong>del</strong><strong>la</strong> vita.Un’imponente striscione era stato steso all’entrata <strong>del</strong> Tempio, e vi si leggeva:«Esuli ed Emigrati Giuliano-Dalmati di Buenos Aires. <strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> Ricordo <strong>10</strong>febbraio 1947- 2008».All’inizio <strong>del</strong> rito, aperta <strong>la</strong> porta principale, alle prime note <strong>del</strong>l’Ave Mariaotto esuli, disposti come alfieri, hanno fatto il loro ingresso portando ognuno,orgogliosamente, le nostre care insegne. App<strong>la</strong>udite, entrano insieme le bandiere<strong>del</strong>l’Argentina e <strong>del</strong>l’Italia, quest’ultima con un nastro nero in segno dilutto per il dolore che gli Esuli portano in sé da tanti anni. Seguono poi, una aduna, le bandiere di Zara, Fiume, Istria, Trieste, Gorizia e <strong>del</strong><strong>la</strong> Regione FriuliVenezia Giulia.Il sacerdote, don Sante Cervellin di Venezia, attendeva davanti all’altare perbenedire le bandiere inviate recentemente dall’Associazione Giuliani nel Mondodi Trieste. Lampeggiano i f<strong>la</strong>sh <strong>del</strong>le macchine fotografiche, si desidera mantenerevivo questo momento, anche sia in un pezzetto di cartone. Ha inizio <strong>la</strong>cerimonia religiosa, il sacerdote si rivolge agli Esuli con parole di comprensionee rispetto. Nel momento <strong>del</strong> raccoglimento, s’ode lo squillo chiaro e forte di unatromba che intona magistralmente il tema <strong>del</strong> Silenzio degli autori Rosso eBrezza. Impossibile frenare tanta emozione!Annamaria Marincovich ha dato quindi lettura di una riflessione«[...] C’era una volta… forse cosí qualcuno dei nostri figli vorrà raccontare ailoro nipoti, <strong>la</strong> storia degli Esuli Giuliani. [...] Poi, venne <strong>la</strong> bufera, durò molti anniportandosi via le cose piú belle: membri <strong>del</strong><strong>la</strong> famiglia, case, <strong>la</strong> tranquillità. Cittàe paesi si spopo<strong>la</strong>rono come petali di un fiore strappati dal vento. Dove furono?Di qua e di là <strong>del</strong> <strong>mondo</strong>. Poco per volta i petali invecchiarono, sentendo <strong>la</strong>nostalgia <strong>del</strong><strong>la</strong> Corol<strong>la</strong> Madre persa, irraggiungibile [...].Così fu <strong>la</strong> vita di questa gente giuliana che, benché soli e in esilio, sepperoamare <strong>la</strong> loro Terra e rispettar<strong>la</strong> fino all’ultimo momento. Coloro che ancoravivono, ormai anziani, cercano di stendere <strong>la</strong> mano per stringere un’altra manogiuliana, ed in quel<strong>la</strong> stretta poco valgono le parole, ed i ricordi quasi comuniriaffiorano [...]».La cerimonia si è conclusa con il Va’ pensiero accompagnato dall’organo edal<strong>la</strong> tromba . Tra i presenti il sig. Lopresti, presidente <strong>del</strong><strong>la</strong> “Società Italiana” diSan Martìn (provincia di Buenos Aires), il sig. Granzotto, vice presidente <strong>del</strong>“Circolo Ricreativo <strong>del</strong><strong>la</strong> Trevisana”, <strong>la</strong> sig.a Vol<strong>la</strong>rich, in rappresentanza <strong>del</strong>“Club Italiano di José C Paz”. Hadato <strong>la</strong> sua adesione il “CircoloGiuliano di Córdoba”. Un ringraziamentopartico<strong>la</strong>re al<strong>la</strong> sig.aBrunel<strong>la</strong> Cadìn, per aver portato inastrini con il nostro Tricolore,donatole dal consigliere <strong>del</strong><strong>la</strong> RegioneFriuli Venezia Giulia, dott.Adriano Ritossa.Annamaria MarincovichLivio GiuricinGruppo Esuli ed Emigratigiuliano-dalmati,Buenos AiresBuenos Aires, due immaginidei convenuti nel<strong>la</strong> ChiesaMater Misericordiaeper <strong>la</strong> celebrazione<strong>del</strong> <strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> RicordoFedesuli: « libertà di avviare un grande progettodi salvaguardia <strong>del</strong><strong>la</strong> nostra realtà »Intervista a Renzo Codarin in margine al <strong>10</strong> <strong>Febbraio</strong>Il <strong>Giorno</strong><strong>del</strong> Ricordoin UruguayNel<strong>la</strong> gremita Chiesa <strong>del</strong><strong>la</strong> MissioneCattolica Italiana a Montevideo,durante <strong>la</strong> S.Messa il Parrocodon Antonio Bagnara (veneto)ed il Presidente <strong>del</strong> Circolo Giuliano<strong>del</strong>l’Uruguay, ing.GianfrancoPremuda (esule fiumano) hannocommemorato il <strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> Ricordo<strong>del</strong>l’Esodo dall’Istria, Fiume eZara, elevando una prece in memoria<strong>del</strong>le Vittime <strong>del</strong>le Foibe edegli Esuli deceduti lontano dal<strong>la</strong>loro Terra perduta.Ha aderito al<strong>la</strong> celebrazione <strong>la</strong>locale Associazione NazionaleCombattenti e Reduci Italiani(ANCRI) con il suo presidenteCav.Giovanni Costanzelli, con <strong>la</strong>Bandiera a mezz’asta.Furio PercovichSessant’anni di silenzio, poi unamanifestazione che diventa, per legge,momento di riflessione di un’interanazione sull’Esodo e le Foibe, nonsenza perplessità, aspettative, speranzee <strong>del</strong>usioni.Un <strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> Ricordo in evoluzione?Lo chiediamo al Presidente<strong>del</strong><strong>la</strong> Federazione degli Esuli, RenzoCodarin.«Direi proprio di sì. Penso ai primianni, in cui volevamo dare unacentralità al<strong>la</strong> manifestazione, focalizzandosu una città le presenze piùqualificate, le cerimonie più importanti.Poi è successo un qualcosa di inaspettato,profondo, per certi versi appagante.L’Italia intera ha risposto, hascelto di essere al nostro fianco in questomomento».Quale spiegazione avete dato aquesto fenomeno?«Quando c’è stato l’esodo dallenostre terre – Istria, Fiume e Dalmazia– i 350.000 italiani sono stati destinatiin quasi 130 campi profughi sparsi intutta Italia. Qualche anno fa abbiamorealizzato una cartina geografica coni nomi di tutti i centri e non c’è unangolo d’Italia che rimanga scoperto.È un popolo intero che s’è trovato adinteragire con le realtà locali, a voltepalesando <strong>la</strong> propria provenienza, altrevolte ce<strong>la</strong>ndo quel<strong>la</strong> che per moltiera considerata non una vergogna macomunque una situazione scomodavisto l’atteggiamento <strong>del</strong><strong>la</strong> politica italiananei nostri confronti. Gli esuli,comunque, si sono fatti conoscere,entrando nei pori <strong>del</strong><strong>la</strong> società civile,<strong>la</strong>sciando il segno. Considero <strong>la</strong> risposta<strong>corale</strong> un omaggio allo spessore diqueste persone che hanno portato inItalia e nel <strong>mondo</strong> i princìpi di unasocietà evoluta, dedita al <strong>la</strong>voro, legataal<strong>la</strong> sua Chiesa ed ai valori di unalunga storia di contatti col <strong>mondo</strong> circostante».Questa spontaneità non ha dappertuttoil medesimo impatto sull’opinionepubblica…«È vero, a Trieste, capitale morale<strong>del</strong>l’esodo, le manifestazioni sonoquasi ovvie, meno in località comeVenezia o Bologna dove gli esuli sonostati oggetto di contestazione e rifiuto.Ebbene, l’anno scorso, proprio con <strong>la</strong>targa apposta al<strong>la</strong> stazione di Bologna,siamo riusciti ad aprire un capitoloimportante nel nostro rapporto conl’opinione pubblica. Quest’anno nel<strong>la</strong>regione emilio-romagno<strong>la</strong> quasi tuttele città si sono attivate per ricordarein vari modi. Dalle scuole sono arrivaterichieste di materiale didattico, ditesti sul<strong>la</strong> storia <strong>del</strong>l’esodo e <strong>del</strong>leFoibe, di filmati. Crediamo che questasia <strong>la</strong> strada da percorrere. Certo nonmancano le contraddizioni. C’è chivuole approfittare di questo momentoper far passare tesi negazioniste. Il mioaugurio è che <strong>la</strong> pubblica opinione riescaa distinguere i fatti dalle opinionidi parte. Sappiamo che <strong>la</strong> storia non èfatta di certezze, di bianco o nero, percui invito tutti a riflettere su quantosentono dire da chi non ama <strong>la</strong> nostracausa e soprattutto di informarsi: negliultimi anni è stato scritto molto, da storiciseri, che non sono depositari <strong>del</strong><strong>la</strong>verità ma certo si avvicinano molto».Che risultato siete riusciti ad ottenerecon le scuole?«È un processo lungo e difficile maci stiamo <strong>la</strong>vorando, impegnando gliuomini di buona volontà negli incontricon i ragazzi, preparando materiali– libri, mostre e Dvd – per le scuole,confidando nel<strong>la</strong> sensibilità degli insegnanti.Viviamo in democrazia, lecose non si possono imporre, cerchiamoallora di far arrivare giuste indicazioni».[...]E all’estero, che cosa succede inquesta occasione?«Ci sono due diversi momenti dilettura. In Slovenia e Croazia i giornaline danno notizia spesso con toni negativi,quasi che il <strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> Ricordofosse una ricorrenza contro qualcunoe così non è. Noi vogliamo che si parli<strong>del</strong><strong>la</strong> nostra storia non per muovere<strong>del</strong>le accuse ma per un giusto riconoscimentodi fatti che hanno colpito unpopolo in un’Europa che si è finalmenteaperta senza riserve a queste riflessioni.Dall’altra parte abbiamo nel resto<strong>del</strong> <strong>mondo</strong> i comitati giulianodalmatiche hanno saputo trasformarequesta giornata in un momento digrande riconoscimento da parte <strong>del</strong><strong>la</strong>comunità nel<strong>la</strong> quale sono inseriti.Personalmente è una sensazione digrande soddisfazione».Un voto bipartisan ha permesso didare concretezza al<strong>la</strong> memoria, checosa si può fare per le richieste degliEsuli in attesa di soluzione da sessant’anni?«Ci vuole un’altra legge che sanciscafinalmente l’equo e definitivo indennizzodegli esuli. Ci vuole un accordocon Slovenia e Croazia per <strong>la</strong>restituzione di quei beni ancora in liberadisponibilità. Abbiamo bisognoche questo succeda quanto prima, checi venga tolta questa pal<strong>la</strong> al piede chenon ci permette di correre incontro alnostro futuro. E noi abbiamo bisognodi poter immaginare come e dove saranno<strong>la</strong> nostra cultura, <strong>la</strong> testimonianza<strong>del</strong><strong>la</strong> nostra civiltà tra decenni, dobbiamoavere <strong>la</strong> libertà di avviare ungrande progetto di salvaguardia <strong>del</strong><strong>la</strong>nostra realtà con le genti di queste terreovunque esse siano. Gli Stati devonodecidere di renderci liberi dal far<strong>del</strong>loche <strong>la</strong> guerra ha caricato sullenostre spalle».Le divisioni all’interno <strong>del</strong> <strong>mondo</strong>degli esuli non aiutano questo processo…«È vero strategie, metodologie, linguaggioci differenziano ma le metesono le stesse. Quando ci si trova aitavoli di <strong>la</strong>voro con il Governo nonc’è divergenza sulle richieste, tutti vogliamole medesime cose, quelle disempre, per le quali si sono battuti inostri predecessori in momenti in cuiil dialogo con le istituzioni era anchepiù difficile e gravoso. A loro, in modopartico<strong>la</strong>re, va il nostro pensiero nel<strong>Giorno</strong> <strong>del</strong> Ricordo che non hannoconosciuto e che sarebbe stato di grandeconso<strong>la</strong>zione e conforto».Rosanna Turcinovich Giuricin(l’intervista integralesu www.arcipe<strong>la</strong>goadriatico.it)Dall’Australia il RicordoCanberra. Alcuni convenutial<strong>la</strong> cerimonia religiosain memoria degli Infoibatie degli Esuli defunti.Il signore con <strong>la</strong> bandieradi Iso<strong>la</strong> d’Istria è Livio Chicco,che ci ha inviatoqueste fotografieAnche in Australia,nel<strong>la</strong> città di Canberra, gli Esuligiuliano-dalmati colà residentihanno voluto commemorareil <strong>10</strong> <strong>Febbraio</strong>, stretti al<strong>la</strong> caramemoria dei luoghi natali.Il presidente <strong>del</strong>l’AssociazioneGiuliani di Canberra deponeuna corona al Monumentodedicato a tutti i Caduti italianiin guerra e paceche <strong>la</strong> comunità italianaha eretto nel 2004

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