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Mag. 2010 - Area Studenti - Collegio Universitario Don Nicola Mazza

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Nadir / <strong>Mag</strong>. <strong>2010</strong> 5Il papa è molto deciso – chirurgicamente – neltrattamento di questo malessere. Sono cinque leprincipali: la penitenza, la trasparenza, la collaborazionecon i tribunali civili, l’incontro con le vittime. Ieri non hoparlato delle misure, perché erano già state prese, dunquequinto, anzi prima di tutte la severità nel perseguire lagiustizia. Vanno allontanati immediatamente dai bambini,e quando passa in giudicato, o confessa va ridotto allostato laicale. Prima, se una si pentiva, continuava adessere tollerato e veniva spostato. Ora sì è capito che nonsi può più far così, perché sono recidivi.Voltiamo pagina. Si sta concludendo il processo dibeatificazione di Pio XII: I: crede che questo potràraffreddare il rapporto di amicizia instaurato con gliebrei e conquistato con così tanta fatica?No, dovrebbe provocare delle polemiche, ci sarà unafiammata di polemiche che poi verranno superate. Ilmaggio scorso il papa è andato in Terra Santa e ha avutouna bellissima accoglienza; il febbraio scorso è andatoalla sinagoga di Roma ed è andato molto bene. Io credoche l’avvicinamento con gli ebrei continua.Che atteggiamento ha assunto Benedetto XVI VI difronte al programma di riforma della Chiesa,intrapreso con il Concilio vaticano II?I?C’è una situazione di freno delle riforme, o sospensione,che però non è nuova, ma era già iniziata con Paolo VI,riformatore nella prima parte del suo pontificato, mentrenegli ultimi dieci anni frena le riforme avviate perché hal’impressione che dividessero la chiesa. Analogamente sicomportò anche Giovanni Paolo II, e su questa stessalinea Benedetto XVI. Non se ne fanno altre, ma non sirimangiano quelle già attuate.Sta cambiando la sensibilità della Chiesa nei confrontidei grandi temi etici, quali l’aborto e le staminali, e neiconfronti di quei costumi civili, un tempo ostracizzati,come il divorzio e le relazioni non eterosessuali?Cambia la prassi pastorale, è più attenta, e c’è maggioretolleranza, con l’invito a divorziati risposati e alle donneche praticano l’aborto, a partecipare ugualmente alla vitadella Chiesa Ma non c’è mutamento delle regole, qualil’esclusione dai sacramenti e la scomunica per l’aborto, eil respingimento dei matrimoni omosessuali.Pasolini, in molti suoi saggi, coglieva un aspettoimportante di quello che è stato il processo didisaffezione della società italiana nei confronti dellareligione e della chiesa. Riteneva, cioè, che l’alleanzacon il sistema occidentale capitalista, avvertito comeunico argine al comunismo, starebbe alla base dellasecolarizzazione e della banalizzazione del sacro checaratterizzano la società contemporanea.Questa è una lettura di un intellettuale marxista, ma oggiè ben chiaro che non è così. L’opposizione delle chiesecristiane alle guerre del golfo, al combattere il terrorismocon la guerra al capitalismo senza freni è del tuttoevidente. Non sono omologate all’Occidente. Doveva perforza scegliere l’Occidente, perché il mondo comunista ladistruggeva, la metteva alla sbarra. Però la scelta dellachiesa dell’occidente non è stata la scelta per ilcapitalismo, lo si è interpretato così per un po’ di tempo,ma poi si è visto che non è così. La chiesa èterzomondiale, è per l’accoglienza degli immigrati.L’anno prossimo il <strong>Collegio</strong> organizzerà un ciclo diconferenze dedicato alle nuove possibilità offerte dainew media. Come sta evolvendo la figura delgiornalista?Caoticamente. Chi lavora nei media tradizionali (cartastampata, agenzie di stampa, radio e televisione) hasempre meno spazio per un ruolo personalizzato: andiamoverso un appiattimento delle individualità e verso unaprogressiva scomparsa delle firme a favore del lavoro disquadra al comando di un capo. Chi invece si avventuranella rete, ha più spazio che mai. Un esempio concreto:una firma del Corriere della Sera conta meno di venti oquaranta anni addietro, è meno visibile, è più rara. Maogni giornalista del Corriere può avere un suo blog edialogare liberamente con un suo pubblico accanto allavoro di testata sempre meno libero.Il baricentro del “fare informazione” si sposteràinevitabilmente dalla carta stampata al web (blog,versione di giornali on-line, video-giornalismo ecc.).Quali prospettive intravede per il futuro?Buone: sono ottimista sulle potenzialità della prateriainesplorata del Web. Una nuova frontiera più creativa,forse, di ogni altra che abbia meritato fino a oggi questonome. Vi saranno più attori, più protagonisti, più storie. Manon tutto andrà a sangue, ci saranno anche nuovemiserie. Fino a ieri la miseria era la povertà diinformazione, domani sarà la sovrabbondanzaincontrollabile.Parallelamente, stiamo assistendo a un processo diteatralizzazione degli eventi, e di spettacolarizzazionedelle informazione, offerte in confezioni colorate alconsumo collettivo. Condivide questa analisi? Riesce acogliere un antidoto, o segnali in controtendenza?La spettacolarizzazione, come la competizione ai finipubblicitari che la motiva, sarà sempre più forte. L’antidotoè nella pluralità delle emittenze e delle fruizioni, che purecrescerà a dismisura.Visto che anche in <strong>Collegio</strong> ci improvvisiamo“giornalisti”, , può indicare alcuni consigli utili per farerealmente informazione?Uno solo: coltivare la mondialità, praticare le lingue,tenere d’occhio il vasto mondo, evitando come la pestegiornali e blog concentrati sul cortile di casa.

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