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1 - VOICA ONLUS

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Marzo2009Volume 7 · Numero 1Sono ormai passati più di tre mesi dal giorno della mia partenza prematura da Aru, D.R. Congo, quando ho dovutolasciare la missione per ricevere cure mediche negli Stati Uniti. Ancora oggi continuo ad analizzare l'esperienza vissutadurante i 14 mesi di missione passati nel cuore dell'Africa, in questo piccolo paese circondato da verdeggianti colline,punteggiato da capanne con i tetti di paglia. Aru era un mondo così diverso dal mio in Colorado, ancor oggi mi stupiscoche entrambi possano coesistere nello stesso tempo. Che cosa ho imparatovivendo in quest'altro mondo?La lezione che ho imparato può essere riassunta abbastanza bene, nel ritornellodi una canzone scritta da Richard Mullins:Noi non siamo così forti come pensiamo di essere.Siamo fragili.Siamo fatti in modo meraviglioso ma siamo anche pieni di paure.Forgiati nel fuoco delle passioni umane,Soffocati dal fumo di una furia egoista.E con questi nostri inferni e paradisi così poco separati da noiDobbiamo essere così tremendamente piccoli, e non così forti come pensiamo di essere.Una delle mie preghiere durante la missione era quella di stare in un luogo dove avrei potuto essere più vulnerabile difronte a Dio, e perciò più aperta alla sua volontà nella mia vita. Io ho ottenuto molto più di ciò che ho chiesto! Ad Aru, misono sentita tremendamente vulnerabile: fisicamente, emotivamente, spiritualmente e socialmente. Io volevo essereforte, auto-sufficiente, efficiente, indipendente? Era sconfortante scoprire, che nonostante tutti i miei sforzi, non potevoessere me stessa da sola, non potevo servire gli altri da sola, e non potevo sopravvivere senza la provvidenza di Dio.Naturalmente, non solamente ad Aru io ho avuto bisogno di Dio e degli altri, ma è lì che Dio mi ha toccato e mi ha insegnatoquesta lezione di umiltà, tra gli altri, per sperimentare la sua grazia costante. Io sono grata per aver avuto la possibilitàdi servire come volontaria <strong>VOICA</strong> e continuerò a pregare per il coraggio e la grazia dei volontari che stanno servendoad Aru e in tutte le altre missioni Canossiane sparse per il mondo.Patricia PipkinFin da piccolo ho sempre sognato l’Africa, questo enorme continente imbevuto di sangue e di miseria. Ho semprepensato di provare un’esperienza missionaria per dare una mano a chi non ha mai avuto il privilegio di vivere unavita dignitosa.12Certo è facile dire “poverini” stando a casa con la pancia piena e i piedi caldi. Così l’anno scorso dopo la scomparsadi mia madre, ho sentito il forte sentimento della partenza.E’ stato il <strong>VOICA</strong> a bussare alla mia porta dopo tante richieste, ricordo ancora la voce di Sister Pat che mi diceva:(cont. a pg 13)

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