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Bollettino Parrocchiale di Ascona - Parrocchia di Ascona

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e contro le cattive inclinazioni, alasciarci guarire da Cristo, a progre<strong>di</strong>renella vita dello Spirito. Ricevendopiù frequentemente, attraversoquesto sacramento, il dono dellamisericor<strong>di</strong>a del Padre, siamo spintiad essere misericor<strong>di</strong>osi come lui:«Chi riconosce i propri peccati e li condanna,è già d’accordo con Dio. Diocondanna i tuoi peccati; e se anche tu licondanni, ti unisci a Dio. L’uomo e ilpeccatore sono due cose <strong>di</strong>stinte: l’uomoè opera <strong>di</strong> Dio, il peccatore è opera tua, ouomo. Distruggi ciò che tu hai fatto, affinchéDio salvi ciò che egli ha fatto.Quando comincia a <strong>di</strong>spiacerti ciò chehai fatto, allora cominciano le tue operebuone, perché condanni le tue opere cattive.Le opere buone cominciano col riconoscimentodelle opere cattive. Operila verità, e così vieni alla Luce» (CCC1458).La sod<strong>di</strong>sfazioneMolti peccati recano offesa al prossimo.Bisogna fare il possibile perriparare (ad esempio restituire coserubate, ristabilire la reputazione <strong>di</strong>chi è stato calunniato, risanare le ferite).La semplice giustizia lo esige.Ma, in più, il peccato ferisce e indebolisceil peccatore stesso, come anchele sue relazionicon Dio e con ilprossimo. L’assoluzionetoglie il peccato,ma non portarime<strong>di</strong>o a tutti i <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>niche il peccatoha causato.Risollevato dalpeccato, il peccatore deve ancora recuperarela piena salute spirituale.Deve dunque fare qualcosa <strong>di</strong> piùper riparare le proprie colpe: deve“sod<strong>di</strong>sfare” in maniera adeguata o“espiare” i suoi peccati. Questa sod<strong>di</strong>sfazionesi chiama anche “penitenza”(CCC 1459).La penitenza che il confessore imponedeve tener conto della situazionepersonale del penitente ecercare il suo bene spirituale. Essadeve corrispondere, per quantopossibile, alla gravità e alla naturadei peccati commessi. Può consisterenella preghiera, in un’offerta,nelle opere <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a, nelservizio del prossimo, in privazionivolontarie, in sacrifici, e soprattuttonella paziente accettazionedella croce che dobbiamo portare.Tali penitenze ci aiutano a configurarcia Cristo che, solo, ha espiatoper i nostri peccati una volta pertutte. Esse ci permettono <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventarei coere<strong>di</strong> <strong>di</strong> Cristo risorto, dalmomento che “partecipiamo allesue sofferenze”:«Ma questa sod<strong>di</strong>sfazione, che compiamoper i nostri peccati, non è talmente nostrada non esistere per mezzo <strong>di</strong> Gesù Cristo:noi, infatti, che non possiamo nullada noi stessi, col suo aiuto possiamo tuttoin lui che ci dà la forza [Cf Fil 4,13].Quin<strong>di</strong> l’uomo non ha <strong>di</strong> che gloriarsi;ma ogni nostro vanto è riposto in Cristoin cui … offriamo sod<strong>di</strong>sfazione, facendo“opere degne della conversione” (Lc 3,8),che da lui traggono il loro valore, da luisono offerte al Padre e grazie a lui sonoaccettate dal Padre”» (CCC 1460).9

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