ubrika.pika.si 12 <strong>Konrad</strong> <strong>ottobre</strong> 2011Salve, come stai?Benvenuti al secondo appuntamento con rubriKa.piKa.si (rubrica punto si).Nell’articolo di settembre si è parlato del suffisso–ica presente nelle parole lipica (leggi lipizza, tiglietto)e kavica (leggi cavizza, caffettino). Ricordobrevemente che il suffisso –ica viene usato percreare i diminutivi e i vezzeggiativi dei sostantivi digenere femminile.Facciamo un ultimo esempio con il suffisso –ica. Iltermine streha significa tetto. L’accento cade sulla e.In sloveno esistono vari tipi di accento. Tanto per fare un esempio la vocale epuò essere lunga e chiusa (é) , lunga e aperta (ê) oppure breve e aperta (è).La e di streha è lunga e chiusa: stréha. Negli esempi successivi l’accento nonverrà tuttavia approfondito. Ci limiteremo a sottolineare la lettera che portal’accento (streha). Per chi si avvicina allo studio dello sloveno un’ulterioredifficoltà consiste nel fatto che l’accento di solito non viene segnalato.Torniamo alla nostra streha (tetto). Per pronunciare correttamente questaparola occorre aggiungere che l’ h slovena non è mai muta, ma viene pronunciatacon un suono molto aspirato. Alla parola streha posso aggiungerel’ormai noto suffisso –ica e creare così la parola strešica (leggi strescizza).Il primo significato di questa parola è piccolo tetto, tettuccio, un tettuccioche potrebbe stare per esempio sopra una porta d’ingresso. Immaginiamoora di disegnare una casetta con un tettuccio (strešica), di rovesciare lanostra strešica e di collocarla sulla lettera s. Otteniamo così la š. Con iltermine strešica (leggi strescizza) si designa quindi anche il simbolo graficoche si trova su tre lettere slovene. In italiano viene chiamato pipa o pipetta.Vediamo ora come si pronunciano queste lettere.La prima che ho citato è la š. Il suono della š è presente anche in italianonella parola sci. La š corrisponde quindi alla sc italiana. Scuola in sloveno sidice šola e si legge sciola.La seconda lettera slovena che porta la strešica è la č. La lettera č sipronuncia come la c di ciliegia. Cioccolato in sloveno si dice čokolada e silegge ciocolada.L’ultima lettera slovena che porta la pipetta è la ž. Essa non trova in italianoun suono corrispondente. Il suono della ž è presente nella lingua francesenel termine gigolo. Palla in sloveno si dice žoga e si legge quindi come la gdi gigolo.Nell'articolo di settembre Tigli, tiglietti e caffè abbiamo visto come si invita insloveno qualcuno a bere un caffè. Vediamo ora come si saluta in slovenoun amico. Il saluto informale è živio (leggi žiujo, ž di gigolo, j come Jesolo) ecorrisponde all'italiano salve, ciao.Dopo il saluto segue di solito il come stai:Živio (leggi žiujo), kako si? (leggi caco si – la k si legge come la c di cane)La domanda kako si? significa come stai, letteralmente come sei. Kakosignifica come, si equivale al verbo sei. Questa domanda ricorda moltol'inglese how are you? Anche in inglese infatti per chiedere come stai si usail verbo essere.Fate bene attenzione all'accento di kako. Durante la mia esperienzad'insegnamento ho notato che i corsisti di madrelingua italiana tendono amettere l'accento sulla prima a di kako: invece di pronunciare kako diconokako. Questo è forse dovuto al fatto che in italiano la parola come portal'accento sulla prima sillaba. Viene quindi spontaneo porre anche in slovenol'accento sulla prima sillaba pronunciando kako. Ma se dico kako si? stoformulando la domanda in croato.La somiglianza tra le due lingue è in questo caso eclatante: basta spostarel'accento e si passa dallo sloveno kako si? al croato kako si? Entrambe leespressioni significano come stai.Lo sloveno e il croato appartengono al gruppo delle lingue slave meridionali.Allo stesso gruppo linguistico appartengono anche il serbo, il macedonee il bulgaro. Tutte queste lingue slave hanno un avo comune: esse derivanoinfatti da un'antica lingua chiamata protoslavo. Di questo avo si sono persele tracce. Si sa che è esistito perché le lingue slave presentano molteaffinità. Il protoslavo è una lingua di cui non si ha alcuna testimonianzascritta. Essa veniva parlatadai popoli slavi presumibilmentefino al V, inizioVI secolo dopo Cristo. Ilprotoslavo è stato ricostruitograzie alla linguistica comparata.Detto in altri termini:studiando le corrispondenzefra le lingue slave modernei linguisti sono riusciti aricostruire abbastanza verosimilmenteil protoslavo.Nonostante le somiglianzetra lo sloveno e il croato di cui si parlava poco fa, vorrei specificare che sitratta pur sempre di due lingue, ognuna delle quali segue le proprie regolegrammaticali. Non basta quindi spostare l'accento per imparare il croato.Torniamo all'incontro con il nostro amico sloveno che chiameremo Borut.Živio (leggi žiujo, ž di gigolo, j di Jesolo ), kako si?,Borut risponde: Dobro. In ti?Questa risposta significa bene (dobro) e tu (in ti)?Per semplificare il più possibile apporterò una sola variante al dialogo. Borutpotrebbe infatti rispondere alla nostra domanda in svariati modi. Citiamonealcuni:Živio (leggi žiujo), kako si?Borut: V redu (leggi uredu). In ti?V è una preposizione. Essa corrisponde all'italiano in. Per non complicaretroppo diremo che la preposizione v viene pronunciata come una u.La risposta v redu (leggi uredu) significa letteralmente in ordine. In italianopotremmo tradurre con tutto a posto.Passiamo ora alla seconda variante:Živio (leggi žiujo), kako si?Borut: Odlično. In ti?Odlično è un avverbio che significa ottimamente, magnificamente. Ricordiamociche la č va pronunciata come la c di cena.Vediamo ora la terza variante:Živio (leggi žiujo), kako si?Borut: Gre. In ti? (la g è sempre gutturale, come la g nella parola gufo)In questo caso Borut risponde con un verbo. Si tratta del verbo andareconiugato alla terza persona singolare. Gre significa va. Confrontando lerisposte dobro (bene), v redu (leggi uredu, in ordine), odlično (ottimamente)con gre (va) è chiaro che da quest'ultima risposta non traspare alcunapositività. Nella battuta gre si cela uno stato d'animo neutrale: non va nébene, né male.Ma se incontrassimo il nostro amico Borut in uno stato di malessere, lui alladomanda kako si? risponderebbe slabo (leggi sslabo, la s viene letta comese fosse doppia). Slabo è un avverbio che significa male. La pronunciacorretta esige l'accento sulla o finale. Nella parlata slovena del Carso edi Trieste sentirete l'accento spostato sulla a, sentirete quindi slabo (leggisslabo).Per concludere questa seconda lezione di sloveno aggiungerò un'ultimaversione del dialogo, in cui rispondiamo a Borut. Salutiamolo quindi perl'ultima volta e chiediamogli come sta:Živio (leggi žiujo), kako si?Borut: Hvala, dobro. In ti?Tudi dobro.Hvala significa grazie, la parola va pronunciata con l' h aspirata, la v va inquesto caso pronunciata come v perché segiuta da vocale. Nella parlataslovena locale che comprende Trieste e il Carso, si tende a pronunciare laparola hvala con la u. Sentirete quindi la forma non corretta huala.La risposta che ho scelto per completare il dialogo è tudi dobro. Tudisignifica anche, dobro – ormai lo sappiamo – significa bene.Qui finisce il nostro secondo approfondimento della lingua e cultura slovena.Vi chiediamo cortesemente di inviare le vostre osservazioni, critiche esuggerimenti al seguente indirizzo mail: slovenosipercheno@libero.itTanja Seganti
le farfalle e le cavallette 13 <strong>Konrad</strong> <strong>ottobre</strong> 2011Sabbie ferrose e tartarugheMolti mari, tra cui il Mediterraneo, stanno morendo.In Italia, tra il 14 e il 19 giugno scorso, il WWF ha organizzato la settimanadedicata alle tartarughe marine. Ogni anno sulle coste del Mediterraneone muoiono oltre 40.000 esemplari per l’inquinamento, per la distruzionedell’habitat naturale, per le grandi opere antropiche, per la pesca a strascico(le tartarughe muoiono annegate) e per la pesca a palangrese con fili lunghichilometri e con migliaia di esche, adoperati per la cattura del pesce spada,che nascondono ganci dai quali l’animale non può liberarsi. In Europa moltitipi di tartarughe sono ormai estinte. La tartaruga marina è un animalepreistorico che abita il pianeta da milioni di anni.La tartaruga deve oggi affrontare un’altra lotta: l’uomo, suo nemico, hascoperto sulle coste del Pacifico l’esistenza di sabbie ricche di materialeferroso.In nuova Zelanda, nella provincia di Taranaki, nel lontano 1841 si è parlatoper la prima volta di queste sabbie come di una base per la produzionedi ferro e per 40 anni molti scienziati, studiosi e industriali hanno cercatoun processo per adoperare queste sabbie, contenenti anche titanio, alloscopo di produrre il ferro a costi sostenibili. Nel 1881, nella regione diOnehunga, venne utilizzato il sistema di riduzione diretta inventato daun industriale del New Jersey (USA). Dopo un breve interessamento diHenry Bessemer, la società di Onehunga, che attraversava un periodo dicrisi economica, venne assorbita dalla Banca della Nuova Zelanda. Perstudiare il sistema di estrarre industrialmente il ferro da queste sabbiesono stati consultati scienziati della Germania, della Norvegia, della GranBretagna e degli USA, che hanno risolto i problemi tecnici nel 1972,ma non l’opposizione delle popolazioni autoctone maori che, per la lorocultura, consideravano i coloni europei predatori dei loro diritti sulla costae sul mare di Taranaki. La questione è stata risolta con un accordo, inrealtà non molto rispettato, nel 2005. È da considerare comunque chela produzione di ferro della Nuova Zelanda non riusciva a raggiungere il10% della produzione australiana. Di conseguenza il gigante australianoBroken Hill Proprietary BHP ha assorbito la proprietà neozelandese.L’istmo centroamericano ha una curiosa conformazione: si trova tra dueoceani ed è una zona con più di 40 vulcani, tra i quali diversi particolarmenteattivi. In America Centrale, sulla costa del Pacifico le sabbie sononere e ricche di ferro. Le spiagge del Pacifico hanno zone dove le tartarughesono protette e ogni 3-4 anni, come per un miracolo della natura,ritornano a deporre le uova sulle stesse spiagge dove erano nate (100uova ognuna), riattraversando migliaia di chilometri senza mai perderel’orientamento.La Cina ha bisogno di ferro per la produzione dell’acciaio. Una societàcino-australiana è venuta a conoscenza che in America Centrale, sulla costadel Pacifico, si trova in forma di sabbia ferrosa il 12% dei giacimenti diferro di tutto il mondo. I costi d’estrazione sono inferiori a quelli della NuovaZelanda e nella sabbia si trova pure titanio: un’eventuale fonte addizionaledi guadagno.La società cino-australiana è riuscita ad avere tre licenze per esplorarele spiagge maggiormente ricche di ferro. Dopo l’esplorazione dovrà peròessere fatta una valutazione dell’impatto ambientale e dovranno essereproposte eventuali mitigazioni e bonifiche.Nella lavorazione delle sabbie si adopera il vanadio, che è un metallopesante molto inquinante e dannoso per la salute.Il processo comprende:– l’escavazione della sabbia fino a 10-20 o 50 metri di profondità– il trasporto della sabbia a una prima unità di concentrazione del prodotto– il prodotto concentrato viene depositato all’aperto formando piccolecolline artificiali– il prodotto concentrato passa poi a una seconda unità di macinazione eseparazione magnetica per formare un altro deposito di prodotto all’apertoin colline artificiali– il trasporto fino alle grandi navi da carico e il carico alla rinfusa per iltrasporto fino in Cina.Il tutto significa un enorme impatto ambientale. Non è noto quali siano leproposte di mitigazione dell’impatto ambientale e le proposte per la ricollocazionedella sabbia estratta a processata.Óscar García Murga