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Studi vetrallesi 07 - Davide Ghaleb Editore

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TESI DI LAUREAGEOGRAFIA DELLA PRODUZIONE: L’ESEMPIO DELL’ALTO LAZIO TARDOMEDIEVALEFrancesca ZagariTesi di laurea in Archeologia e topografia che era l'iter lavorativo per queste fibre e anche tentativi di incrementare la presenzamedievale della Facoltà di Lettere e dell'atteggiamento protezionistico adottato di vetrerie nell'alto Lazio, zona ritenutaFilisofia dell’Università di Roma "La dai vari Comuni per assicurare evidentemente poco sfruttata per questoSapienza",(relatore Prof. Letizia Ermini l'approvvigionamento (soprattutto di lino) tipo di attività.Pani, correlatore prof. Elisabetta De al mercato cittadino e a garantire, poi, una La datazione al tardo Medioevo di granMinicis). quantità sufficiente per le esportazioni. La parte dei manufatti vitrei rinvenuti e laloro rilevanza economica e commerciale è persistenza dell'importazione di vasella-Il fine della ricerca è stato quello di testimoniata dalle consistenti esportazioni me, nonché di tipologie, dall'esternoricavare dati utili alla ricostruzione del di lino viterbese a Perugia (seconda metà sembrano attestare la mancanza di unapanorama socio-economico del Viterbese, del XIV secolo) e a Siena (metà del XV produzione vetraria più antica, sebbeneattraverso l'esame delle fonti scritte e delle secolo), oltre ai modesti quantitativi che esistano manufatti di pregio, come letestimonianze archeologiche, relative a diversi singoli, o piccole società, portava- vetrate artistiche per il duomo di Orvieto,diversi tipi di produzione. Il maggior no alla dogana romana di Sant'Eustachio, opera di maestranze viterbesi.numero di fonti utili ha fatto volgere riservata alle merci di terra (XIV e XV Ultima, tra le attività prese in esame, è lal'attenzione verso la seconda parte del secolo). fusione delle campane, produzioneMedioevo. La lavorazione di canapa e Le vasche -attribuite, in gran parte, al inizialmente gestita da maestranzelino, insieme alle attività legate al casta- Medioevo- sono le uniche attestazioni prevalentemente straniere: a partire dalgno, rientrano nell'ambito delle produzioni archeologiche di questo tipo di attività XIII secolo, e per il secolo successivo, itipiche della zona, mentre, nell'edilizia, produttiva. E’ probabile che abbiano avuto Pisani sembrano aver avuto il monopolionella produzione vetraria e nell'attività un uso diversificato nell'ambito delle della realizzazione di campane nelcampanaria, sembrano aver avuto un certo attività agricole, forse anche per la Viterbese. Tra di essi, figura la ben notapeso la manodopera, le influenze tecnico- macerazione del lino. Le piccole vasche, famiglia dei Pisano (con campane perartistiche e le materie prime esterne. scavate in blocchi di pietra locale (Canepi- chiese di Tarquinia) e un Bencivenne,Alla luce dei dati raccolti sulle attività na), erano forse relative ad un'attività anch'esso pisano, che lavora per la chiesaproduttive e sulla commercializzazione ridotta, mentre un tipo di produzione più viterbese di S. Sisto.dei loro prodotti, si è quindi tentato di rilevante richiedeva veri e propri comples- Le sporadiche campane realizzate daipotizzare la natura, la tipologia e la vastità si di grandi fosse scavate nella roccia fonditori altolaziali (XIV-XV secolo) edella rete commerciale che ha interessato (Bullicame) - o, in parte, in muratura l'esistenza di una consistente realtà1il Viterbese nel tardo Medioevo . Pur (Castro) - e dotate di canalette. produttiva locale in età molto più avanzatatrattandosi di una prima sintesi, suscettibi- Sicuramente più facile da verificare è (XVIII e XIX secolo) sembrerebberole a futuri aggiornamenti e relativa l'opera di quelli che le fonti indicano come attestare che l'attività fusoria dell'altosolamente ad alcune attività produttive, le "muratori lombardi", la cui presenza nel Lazio abbia avuto un'accelerazione grazierelazioni commerciali sembrano fare Viterbese è attestata a partire dalla seconda all'esempio di quelle pisane che erano trariferimento a tre differenti contesti metà del XV secolo. Nel Viterbese, le più valenti del tempo.geografici: lo stesso alto Lazio, l'Italia realizzarono opere civili e religiose, In relazione al materiale esaminato, lacentrale e aree più lontane. impianti produttivi e militari. regione pare dotata di un rapportoLe relazioni commerciali di livello locale Il ritrovamento di contenitori vitrei, bilanciato tra importazioni e esportazioni,hanno per oggetto le castagne (insieme ad morfologicamente molto semplici e con un "hinterland commerciale" chealtri generi alimentari facilmente deperibi- spesso con delle imperfezioni, insieme a includeva, soprattutto, l'Italia centrale. Leli) e il legno di castagno (soprattutto per la scorie di questo tipo di lavorazione, attesta eccezioni riguardano, per quantità, larealizzazione delle botti). Ad aree del l'esistenza di una produzione vetraria produzione di fibre tessili e, per qualità,centro Italia, quindi prossime ma distinte altolaziale per i secoli XIV-XVII, citata l'occasione di usufruire di manodoperadal Viterbese, sono invece indirizzate anche in fonti documentarie. Si tratta, altamente specializzata, grazie, forse, almaterie prime (canapa, lino e materiale soprattutto, di vasellame da mensa, con ruolo di mediazione svolto da Roma. Nellitico da costruzione), prodotti finiti tipologie tipiche del centro Italia, Nella Medioevo, cominciano inoltre a delinearsi(tessuti di canapa e lino, macine lapidee) e seconda metà del XIV secolo, si ha quelle caratteristiche produttive chemaestranze (per la realizzazione di vetrate l'affermazione della soffiatura entro lasceranno un'inequivocabile impronta nelartistiche) dell'alto Lazio. Dalla stessa area stampi che conferisce alla produzione panorama economico moderno e contemprovengonoinvece vasellame, manodope- un'impronta "semi-industriale". poraneo del Viterbese.ra e influenze stilistiche relative alla Le fonti documentarie, recentementeproduzione vetraria, oltre ai fonditori delle individuate, testimoniano la presenza dicampane. Rapporti con contesti geografi- vetrerie altolaziali, spesso gestite da Notecamente più lontani sono attestati per forestieri, come nel caso di un vetrario diquanto riguarda la massiccia presenza di Piegaro, vicino a Perugia. Inoltre,1F. Zagari, La campana rinvenuta a Caninomanodopera lombarda per l'edilizia e, l'impressione di limitata espansione della (VT). Un’ipotesi di diversa datazione, “Arch.probabilmente, per l'importazione di produzione vetraria nell'alto Lazio Soc. Rom. St. Patria”, 117 (1994), pp. 113-vasellame vitreo di pregio (dall'Italia potrebbe essere confermata da un rogito 117; Id., Geografia della produzione:meridionale o addirittura dall'Oriente). Gli viterbese (del 1646), nel quale vi è la l’esempio dell’alto Lazio tardomedievale,statuti altolaziali di XIII e XIV secolo menzione della vendita di vasellame “Arch. Soc. Rom. St. Patria”, 121 (1998),annoverano, tra le attività tradizionali, la vitreo di uso comune da parte di un pp 55-81.produzione di canapa e lino. Grazie a talifonti, è possibile avere un'idea di quellomercante veneto che esercitava a Perugia.All'inizio del XVII secolo, si registrano22STUDI VETRALLESI

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