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Il nipote di Ayrton proverà una Honda F.1. Quindici anni ... - Italiaracing

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MAGAZINEn.1210 novembre 2008IrrompeSenna<strong>Il</strong> <strong>nipote</strong> <strong>di</strong> <strong>Ayrton</strong>proverà <strong>una</strong> <strong>Honda</strong> <strong>F.1.</strong>Quin<strong>di</strong>ci <strong>anni</strong> dopo Imola,il Brasile e il mondotrattengono il fiato


Formula 1 - L’arrivo <strong>di</strong> Bruno SennaCamminandoverso l’<strong>Honda</strong>2Bruno Senna la prossima settimana guideràper la prima volta <strong>una</strong> monoposto <strong>di</strong> F.1moderna. Facciamo questa precisazione perchéil vice campione della GP2 ha avutolapossibilità <strong>di</strong> salire su alcune vecchie vetturedel mon<strong>di</strong>ale come la Lotus che appartenneallo zio <strong>Ayrton</strong>. Dal 17 al 19 novembre,Senna realizzerà il suo sogno sul circuito <strong>di</strong>Barcellona, e quello <strong>di</strong> milioni e milioni <strong>di</strong> fansche mai hanno accettato <strong>di</strong> non vedere piùquel nome in <strong>una</strong> classifica del mon<strong>di</strong>ale F.1,salendo sulla <strong>Honda</strong> RA108. Un passo, quellodel 25enne Bruno verso il circus, che arrivadopo un percorso neanche tanto lungo:due <strong>anni</strong> <strong>di</strong> F.3 inglese e due <strong>di</strong> GP2. Un passovoluto e promosso da Bernie Ecclestone.Ma non spingiamo troppo sull’acceleratoreperché per ora si tratta solamente <strong>di</strong> un test.Senna si ritroverà anche a <strong>di</strong>sputare <strong>una</strong> specie<strong>di</strong> shoot-out con il connazionale Lucas DiGrassi, che però vanta già <strong>una</strong> bella esperienzacon le monoposto <strong>di</strong> F.1 essendo iltester della Renault. Sarà un confronto moltointeressante. L’operazione Senna-<strong>Honda</strong>è decisamente affascinante. Per la Casagiapponese si tratta <strong>di</strong> <strong>una</strong> mossa <strong>di</strong> marketing<strong>di</strong> grande respiro, anche se deve batterela concorrenza della Toro Rosso che pareabbia offerto <strong>di</strong> ingaggiarlo al posto <strong>di</strong> SébastienBourdais. Proprio con <strong>Ayrton</strong> Senna,fratello della madre <strong>di</strong> Bruno, la <strong>Honda</strong> havissuto i momenti più esaltanti in <strong>F.1.</strong> Nel1987, il rapporto iniziò quando la <strong>Honda</strong> fornìi propri motori alla Lotus rimpiazzando laRenault. E nel team creato da Colin Chapmanc’era proprio Senna. Che poi passò allaMcLaren, anch’essa <strong>Honda</strong>, vincendo i titolidel 1988-1990-1991. Ora tocca a Bruno. Untalento meno cristallino <strong>di</strong> <strong>Ayrton</strong>, ma un ottimopilota che rispetto ai suoi giovani colleghiha un “buco nero” <strong>di</strong> 10 <strong>anni</strong>, quando glifu impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> proseguire con il karting all’età<strong>di</strong> 11 <strong>anni</strong>, dopo quel terribile 1 maggio1994. Senna ha ripreso in mano un volante,seriamente, nel 2004 correndo nella F.3inglese dopo qualche esperienza con laF.BMW. <strong>Il</strong> resto è storia recente.Massimo Costa


Formula 1 - L’arrivo <strong>di</strong> Bruno SennaAnni: 25Nazionalità: brasilianaCittà <strong>di</strong> nascita: San PaoloHobbies: ascoltare musica,navigare su internet,videogame, boxe, fare il DjCibo preferito: le lasagnealla melanzana <strong>di</strong> mammaTeam: iSport InternationalDallara GP2Macchina:CARRIERAGare: 112Vittorie: 13Po<strong>di</strong>: 30Pole: 9NEL 2008IN GP2 SeriesGare: 20Vittorie: 2Po<strong>di</strong>: 6Pole: 3IN GP2 Asia SeriesGare:9Vittorie: 0Po<strong>di</strong>: 2Pole: 04


• A procurargli il primo testimportante, su un FormulaBMW nel 2004, è statoGerhard Berger, grandeamico <strong>di</strong> zio <strong>Ayrton</strong>, checonvinse mamma Viviane afarlo correre.« Se pensate che io sia bravo,aspettate <strong>di</strong> vedere mio <strong>nipote</strong> Bruno »<strong>Ayrton</strong> Senna, 1993• <strong>Il</strong> suo manager è la sorella,Bianca.• Nel 2004, nel decennaledella morte dello zio, a Imolagli è stata consegnata <strong>una</strong>replica della Lotus 98Tguidata da <strong>Ayrton</strong> nel 1986• Anche il padre <strong>di</strong> Bruno,Bruno senior, è mortoguidando: nel 1995 in unincidente stradale in sellaad <strong>una</strong> Ducati. Da allora e perquasi <strong>di</strong>eci <strong>anni</strong> Bruno juniornon ha potuto correre.• Bruno ha già vintoa Montecarlo, il circuitoche segnò la nascitadel mito <strong>di</strong> Senna: il 23maggio scorso in GP2“Rivedere cognomi celebri comePiquet, Rosberg e Senna sulla griglia<strong>di</strong> un Gran Premio <strong>di</strong> Formula 1sarebbe qualcosa <strong>di</strong> incre<strong>di</strong>bile,ma per questo ci sarà tempo.Con Nelsinho siamo amici,ogni tanto ci sentiamo. Con suo padreinvece non ho rapporti, così comenon ho mai conosciuto Rosberg”Bruno Senna, 2006• <strong>Il</strong> suo sogno: “Vorrei essereil collaudatore della McLaren,per fare esperienza”.5


6Formula 1 - Mercato piloti


Ora o mai più. Nella stazione<strong>di</strong> Padova, dove GiorgioPantano vive, sta pertransitare l’ultimo trenoche porta <strong>di</strong>rettamentenel paddock della <strong>F.1.</strong> Riusciràa salirci? Queste oresono decisive per il futuroagonistico del campioneGP2 2008. Gli è stato promessoche se avesse vintoil titolo un posto per lui,nel mon<strong>di</strong>ale che già avevafrequentato nel 2004con la Jordan, ci sarebbestato. Pantano ci ha credutoe fino in fondo ha fattoil suo dovere. Da duemesi sta aspettando, maintanto molti team hannodefinito gli schieramentiper il 2009. Al momentoattuale, sono libere lemonoposto della <strong>Honda</strong> edella Toro Rosso mentre viè un po’ <strong>di</strong> confusione incasa Force In<strong>di</strong>a. Ma è laToro Rosso la squadra cheha maggiori credenzialitàper ospitare Pantano nelprossimo campionato.Sebastian Vettel passeràalla Red Bull mentre laposizione <strong>di</strong> SebastienBourdais è decisamenteincerta. Gerhard Berger,<strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> Toro Rosso,proverà Takuma Sato eprobabilmente ancheSebastien Buemi, quest’ultimoda sempre pilotaRed Bull. Quin<strong>di</strong> sono duei se<strong>di</strong>li da riempire. In <strong>Honda</strong>è tutto in stand by.Rubens Barrichello e JensonButton sono tenutisulla graticola e intantoRoss Brawn valuterà BrunoSenna e Lucas Di Grassi.Force In<strong>di</strong>a aveva confermatoGiancarlo Fisichellae Adrian Sutil, mal’accordo con la McLarene la Mercedes potrebbemo<strong>di</strong>ficare ra<strong>di</strong>calmentela situazione. Fisichellaha un contratto per il2009, ma Force In<strong>di</strong>a loaveva anche con Ferrari.Pagherà la penale e via,avanti i motori Mercedesquin<strong>di</strong> anche i suoi pilotinon possono stare tranquilli.E’ infatti spuntatocon forza il nome <strong>di</strong> PaulDi Resta, l’inglese cheaveva vinto la F.3 EuroSeries, ma era stato <strong>di</strong>rottatonel DTM da NorbertHaug. Di Resta scalpita,vuole tornare sulle monopostoed ha <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong>possedere un grandetalento avendo ottenuto il2° posto nel DTM con laMercedes. La promozionein F.1 sarebbe logica per ilcugino <strong>di</strong> Dario Franchitti.E si parla anche <strong>di</strong> PedroDe La Rosa, tester McLaren,cui verrebbe dato ilpremio <strong>di</strong> rientrare nelmon<strong>di</strong>ale come pilota ufficiale<strong>di</strong> Force In<strong>di</strong>a. Per ilresto, tutto è deciso. Ferraritiene Massa e Raikkonen,McLaren Hamilton eKovalainen, Renault Alonsoe Piquet, BMW Kubicae Heidfeld, Toyota Trulli eGlock, Williams Rosberg eNakajima. Red Bull haconfermato Webber e avràVettel al posto del ritiratoCoulthard.Massimo CostaL’ultimaoccasione7


Formula 1 - Force In<strong>di</strong>aLa rivoluzio<strong>di</strong> MallyaVijay Mallyaa colloquiocon Withmarshdella McLaren.A destra,Fisichellaosservadubbioso....8


neVijay Mallya quando arriva l’inverno…si scalda. Più o menodo<strong>di</strong>ci mesi orsono, fece scalporeil suo ingresso in F.1, il suoentusiasmo, i suoi annuncianche troppo ottimistici, ilsostenere che il suo team rappresentaval’intera In<strong>di</strong>a. Poi,durante la stagione, le promessenon sono state mantenute.La monoposto nuova non si èvista, Giancarlo Fisichella eAdrian Sutil hanno sempreoccupato le ultime file e soltantocircostanze particolari (pistabagnata, strategie <strong>di</strong>verse) hannopermesso ai due piloti dellaForce In<strong>di</strong>a <strong>di</strong> mettersi in luce.Come a Monaco quando Sutilera quarto a pochi giri dal traguardoprima <strong>di</strong> essere tamponatoda Kimi Raikkonen, ocome a Monza e San Paoloquando Fisichella era in zonapunti e duellava apertamentecon i colleghi dei top team. Maper il resto, Force In<strong>di</strong>a non hafatto meglio <strong>di</strong> quando la exJordan era finita nelle mani delrusso-canadese Alex Shneidere si chiamava Midland o quandovenne poi acquisita dagliolandesi della Spyker. Non sipuò <strong>di</strong>re che il motore Ferrariclienti non fosse competitivo,basta guardare quanto combinatodalla Toro Rosso che haad<strong>di</strong>rittura vinto il GP d’Italia.Mallya ha dunque capito che inF.1 è meglio parlare poco edagire con maggiore concretezza.Ha fatto un bagno <strong>di</strong> umiltà<strong>di</strong>chiarando che questo chesta affrontando è il businesspiù complicato e <strong>di</strong>fficile dellasua vita. È allora partita la rivoluzionein<strong>di</strong>ana. Mallya hamandato a casa Colin Kolles,team manager che si era ritrovatoin squadra ed era presentedai tempi della Midland, e il<strong>di</strong>rettore tecnico Mike Gascoy-ne. Ha deciso <strong>di</strong> sospendere lacollaborazione con la Ferrari,chiudendo il contratto in esserecon un anno <strong>di</strong> anticipo epagando pure la penale. Mallyaha capito che <strong>una</strong> piccolarealtà come la sua non puòsopravvivere se non ci si legaa <strong>una</strong> struttura forte e potente.Se Toro Rosso è cresciutacosì tanto perché figlia dellaRed Bull dalla quale attingetecnologie, Force In<strong>di</strong>a dovevafare altrettanto. Trovare un partnervero. Mallya lo ha in<strong>di</strong>viduatonella McLaren. La notiziaera emersa lo scorso settembree finalmente è stataufficializzata lunedì 10 novembre.La nuova monopostoVJM02 sarà spinta dai motoriMercedes, che per la primavolta fornirà i propri propulsoriad un’altra squadra che nonsia la McLaren. <strong>Il</strong> team <strong>di</strong> RonDennis invece, darà alla ForceIn<strong>di</strong>a il gruppo cambio e ilsistema idraulico, sviluppandoinoltre il Kers. <strong>Il</strong> team <strong>di</strong>Mallya potrà anche <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong>tutte le opportunità concessedal centro aero<strong>di</strong>namico dellaMcLaren. Tutto questo potrebbecomportare anche un cambiodei piloti, come scritto nelleprecedenti pagine de<strong>di</strong>cateal “mercato”.Massimo Costa9


<strong>Il</strong> tema - Le paure BMWOrizzonteperdutoNel mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> Formula 1 2008 la BMW-Sauber ha centratotutti gli obiettivi che si era posta alla vigilia <strong>di</strong> campionato.Ha colto la sua prima vittoria nella massima formula,raccogliendo un bottino <strong>di</strong> punti superiore alla stagione2007 che l’hanno confermata terza forza del mon<strong>di</strong>alecostruttori. Eppure nel dopocorsa <strong>di</strong> Interlagos nel box svizzero-tedescoi volti erano scuri, a partire da quello <strong>di</strong> RobertKubica fino a quello <strong>di</strong> Mario Theissen. <strong>Il</strong> polacco si è vistoscippare in extremis la terza posizione in campionato daKimi Raikkonen, ed anche il compagno <strong>di</strong> squadra Nick Heidfeldha ceduto la quinta piazza nella classifica finale a FernandoAlonso. La beffa maggiore è però quella <strong>di</strong> Kubica, ei motivi che hanno portato il polacco all’impossibilità <strong>di</strong>segue a pag 1010


Mario Theissenguarda lontano:forse per cercarela via maestrache porti al salto<strong>di</strong> qualitàil team BMWda lui <strong>di</strong>retto11


<strong>Il</strong> tema - Le paure BMWÈ perplessoRobert Kubica...E chi non losarebbe al suoposto. Dopo <strong>una</strong>vvio <strong>di</strong> stagioneentusiasmanteil pilota polaccoha dovutoingoiare più <strong>di</strong> unboccone amaro,e spessoper colpa<strong>di</strong> strategieincomprensibilidel team12


<strong>di</strong>fendere un piazzamento comunque<strong>di</strong> grande prestigio, sono molti.Su tutti c’è sicuramente il calo prestazionaledella monoposto, che hainiziato la stagione con un potenzialevelocistico in grado <strong>di</strong> puntare allapole position già a Melbourne, perpoi centrare la performance velocisticaassoluta nel Gran Premio delBahrain. E nel primo terzo <strong>di</strong> campionato,mentre Ferrari e McLaren sisono alternati sul fronte degliexploit, la BMW e soprattutto Kubica,non hanno sbagliato nulla, arrivandoad essere pronti a cogliere<strong>una</strong> clamorosa doppietta in Canada,dove grazie alla vittoria, il polacco siè portato in vetta alla classifica <strong>di</strong>campionato.Ci si aspettava che sulle ali dell’entusiasmoil team facesse quadratointorno a Robert, e soprattutto checontinuasse a portare avanti un programma<strong>di</strong> sviluppo per ridurre l’ultimo‘gap’ prestazionale che li separavada Ferrari e McLaren, ed inveceè accaduto l’opposto. I due topteamhanno preso il volo, con lasquadra tedesca <strong>di</strong>retta tecnicamenteda Willy Rampf che ogni qualvoltaha introdotto un aggiornamentotecnico, è sembrata fare un passoin<strong>di</strong>etro. La prova è arrivata dall’incapacità,gara dopo gara, nonsolo <strong>di</strong> puntare alle performanceassolute <strong>di</strong> inizio anno, ma anche <strong>di</strong>reggere sempre più spesso il passo<strong>di</strong> Toyota, Toro Rosso e soprattuttoRenault. La debacle è arrivata <strong>una</strong>volta lasciata l’Europa, con le ultimequattro corse che hanno visto Kubicaraccogliere 11 punti, contro i 33<strong>di</strong> Alonso, i 20 <strong>di</strong> Hamilton e Massa,i 18 <strong>di</strong> Raikkonen e anche i 12<strong>di</strong> Vettel. Per dare un’idea della flessione,Kubica nelle ultime due gareha occupato le posizioni più bassedella griglia <strong>di</strong> partenza da quandoè in Formula 1, alle prese con croniciproblemi <strong>di</strong> trazione che non glihanno consentito <strong>di</strong> entrate nellatop-ten in qualifica. E non è andatameglio ad Heidfeld, che nelle ultimequattro gare non è andato oltre unmagro bottino <strong>di</strong> 7 punti. Ma non èstato solo un calo tecnico a determinarela resa finale <strong>di</strong> Kubica. Ciha messo del suo anche <strong>una</strong> strategia<strong>di</strong> squadra che spesso è sembrataimpacciata davanti alla necessità<strong>di</strong> prendere decisioni in tempibrevi. Nel caso <strong>di</strong> Robert era giàaccaduto a Melbourne, poi a Silverstone,ed infine a Singapore. Occasioniche hanno saputo prendere alvolo team come <strong>Honda</strong> o Williams,e sfuggite alla squadra tedesca. E<strong>di</strong>nfine la ciliegina <strong>di</strong> Shanghai, doveil team quasi derise chi fece notareche forse sarebbe stato utile loscambio <strong>di</strong> posizioni tra Heidfeld eKubica, visto che il polacco era ancorain piena corsa per la terza piazzafinale.<strong>Il</strong> destino ha voluto che quin<strong>di</strong>ci giornidopo, proprio quel punto avrebbeconsentito a Robert <strong>di</strong> centrarel’obiettivo, a conferma che in Formula1 ogni singola lunghezza, come<strong>di</strong>mostra anche lo stesso Hamilton,può essere determinante. Guardandoa posteriori la stagione del teamtedesco, sembra quasi che gli uomini<strong>di</strong>retti da Mario Theissen abbianoavuto paura <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare gran<strong>di</strong>. C’èchi sostiene che <strong>una</strong> volta raggiuntol’obiettivo stagionale abbiano tiratoi remi in barca, ma è <strong>di</strong>fficile credereche un team così grande estrutturato scenda in pista per fareil compitino. <strong>Il</strong> 2009 sarà un annodeterminante per la squadra svizzero-tedesca,e le voci <strong>di</strong>cono che ilteam sia già ad un buon livello <strong>di</strong> sviluppodel sistema Kers. Tecnicamentec’è tutto per portare la BMW-Sauber a lottare per il prossimomon<strong>di</strong>ale, ma manca ancora un passaggio,che a qualcuno potrà sembrareesclusivamente <strong>di</strong> colore. AdInterlagos, sulla griglia <strong>di</strong> partenza imeccanici della Toro Rosso hannosalutato Sebastian Vettel con <strong>una</strong>maglietta celebrativa: "Seb, ci haimesso le ali!”. Due ore dopo, nel boxFerrari i ragazzi <strong>di</strong> Maranello abbracciavanoe ringraziavano Felipe Massa.Sguar<strong>di</strong> sinceri, non certo uncomportamento <strong>di</strong> circostanza. <strong>Il</strong>gruppo lo si vede soprattutto quandole cose non vanno per il verso giusto,e la Ferrari 2008 ha <strong>di</strong>mostrato<strong>di</strong> essere unita. La BMW, vista dall’esterno,su questo fronte sembramancare. E ci piace credere che <strong>di</strong>etroun risultato ci sia anche un teamche rema tutto insieme nella stessa<strong>di</strong>rezione, e sotto questo aspettol’italianità <strong>di</strong> Ferrari e Toro Rossoanche nel mon<strong>di</strong>ale è un riferimentoper tutti. Perché in <strong>una</strong> Formula 1dove le gare si guardano sul monitordel gps, ci sono dei momentidove un sorriso e <strong>una</strong> pacca sullespalle non sono un optional.Roberto Chinchero13


L’intervista - Timo GlockL’atTIMOfataleSono dovuti uscire dal circuitoInterlagos <strong>di</strong> San Paolo <strong>di</strong>nascosto. Con tanto <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>edel corpo al seguito. Gli uominiToyota non erano ben visti lascorsa settimana in Brasile. Gliultras <strong>di</strong> Felipe Massa non volevanoinfatti sentire ragioni <strong>di</strong>quello che era accaduto realmentein pista, con la TF108 <strong>di</strong>Timo Glock superata all’ultimacurva da Lewis Hamilton, <strong>una</strong>manovra che ha tolto il campionatodel mondo a Massa consegnandoloall’inglese della McLaren.Anche in Italia qualcuno hasollevato qualche dubbio sul rallentamento<strong>di</strong> Glock. Ecco allorache il pilota tedesco ha volutochiarire punto per punto quelche è accaduto.- Glock, come è stato guidaresotto la pioggia con gomme daasciutto?“Non era male fino all'ultimogiro, quando la pioggia ha iniziatoa cadere pesantemente e tuttoè <strong>di</strong>ventato impossibile. Era<strong>di</strong>fficilissimo tenere la macchinain pista perché l’asfalto era<strong>di</strong>venuto molto bagnato e la vetturaera inguidabile in quellecon<strong>di</strong>zioni. Scivolavo da <strong>una</strong>parte all'altra, mancava completamentegrip”.- Non te la stavi prendendo unpo' comoda?“Assolutamente no! Era l'esattoopposto. L'ultimo giro <strong>di</strong>Interlagos è stato uno dei più<strong>di</strong>fficili che ho affrontato in Formula1 perché non c'era un minimo<strong>di</strong> grip, ed era quasi impossibiletenere la macchina inpista con le gomme da asciutto.Stavo spingendo veramentetanto per mantenere il quartoposto, e guardando i tempi sivede come all'ultimo giro fossipiù veloce del mio compagnoJarno Trulli, l'unico altro pilotache non si era fermato per montarele rain”.- Quella <strong>di</strong> restare con gommeda asciutto è stata la scelta corretta?“Non c'è il minimo dubbio ariguardo. Eravamo settimi primache iniziasse a piovere, e probabilmenteavremmo concluso inquella posizione se la pista fosserimasta asciutta. Inveceabbiamo chiuso sesti, cosa checonferma la bontà della sceltastrategica”.Hai realizzato l'importanza cheaveva la lotta con Hamiltonall'ultimo giro?“Onestamente stavo semplicementecorrendo per Toyota, eper la mia posizione, ovverofacendo la cosa corretta. Nonsapevo nemmeno che Hamiltonfosse <strong>di</strong>rettamente <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> me.<strong>Il</strong> team mi aveva detto che Vettelmi stava venendo a prendere,ed ero concentratissimo neltenere in pista la vettura. Nonmi sono nemmeno reso contoche era stato Lewis a passarmifino alla fine della corsa. Sonostato superato da tre o quattromacchine nell'ultimo giro, e nonera facile tenere conto <strong>di</strong> tuttoquello che stava succedendo”.Alla fine della tua prima stagionein Toyota, com'è il bilanciodell'anno?“È stato un anno molto positivoper me. All'inizio della stagionemi ero prefissato l'obiettivo <strong>di</strong>accumulare 20 punti. Alla fineho chiuso a quota 25 e con unpo<strong>di</strong>o a Budapest, e ne sonodavvero felice. Le prime garesono state complicate perchemi dovevo adattare ad <strong>una</strong> nuovavettura e ad un nuovo team,ma abbiamo lavorato tutti moltoduramente, compiendo ottimiprogressi. Chiudere al quartoposto in Canada è stato ungrande incoraggiamento pernoi, anche se il vero punto <strong>di</strong>svolta è stato Hockenheim,dove ero realmente competitivosino alla rottura avvenuta ingara. Da lì in avanti ho iniziatoa lottare nelle parti alte dellaclassifica praticamente in ognigara, ed abbiamo conquistatoun sacco <strong>di</strong> punti. Ma questo èsolo il primo passo; il prossimoanno voglio ottenere molto <strong>di</strong>più. Stiamo già lavorando perfare un ulteriore salto <strong>di</strong> qualità”.14


“Onestamente stavosemplicemente correndoper Toyota, e per la miaposizione, ovvero facendola cosa corretta. Nonsapevo nemmeno cheHamilton fosse <strong>di</strong>rettamente<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> me”15


Mon<strong>di</strong>ale Rally - Allarme sicurezzaTroppe leggerezzepotevano costar care a Pivato...<strong>Il</strong> peggio è passato: l’emorragia che avevafatto temere il peggio è stata tamponata e<strong>di</strong> qui a pochi giorni Patrick Pivato potràessere affidato alle cure dei me<strong>di</strong>ci dell’ospedale<strong>di</strong> Lione che con <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> intereventichirurgici ridurranno le numerosefratture da lui subite nel “busso” violentissimodella Focus che <strong>di</strong>videva con FrançoisDuval contro un palo <strong>di</strong> cemento. Poi verràil tempo della rieducazione e per il copilotafrancese non sarà <strong>una</strong> passeggiata. Civorrà tempo, ma potrà vivere <strong>una</strong> vita normale.Insomma: ci ha messo <strong>una</strong> pezza.“Ma cosa sarebbe successo se l’incidentefosse avvenuto in <strong>una</strong> <strong>di</strong> quelle provenelle quali, per il fango, l’ambulanza nonsarebbe riuscita ad intervenire?”, si chiedeil generosissimo Denis Giraudet. Ladomanda del “naviga” che nel Paese delSol Levante non ha esitato ad abbandonareil suo pilota alla partenza <strong>di</strong> quella dannataprova speciale resta senza risposta.Non è l’unica, putroppo. Neppure chi sichiede come sia possibile che l’ospedalenel quale Pivato è stato trasportato in tempibrevi, non avesse <strong>una</strong> sufficiente dotazione<strong>di</strong> plasma compatibile ottiene <strong>una</strong>spiegazione esau<strong>di</strong>ente. I fedearali se lacavano con <strong>una</strong> “non spiegazione”, osservandoche in Giappone praticamente nonesiste quel gruppo sanguigno. Sarà anchevero e vien da sperare che lo abbianoscoperto dopo: se così non fosse,<strong>una</strong> denuncia per tentato omici<strong>di</strong>o colposoci starebbe tutta. Ma resta la responsabilità<strong>di</strong> chi dovrebbe vigilare sull’efficenzadelle strutture ospedaliere delle zoneche ospitano <strong>una</strong> gara. A cominciare dalme<strong>di</strong>co a libro paga della FederazioneInternazionale.Un’altra considerazione si impone e riguardala mancanza <strong>di</strong> <strong>una</strong> clinica mobile tipoquella messa su dal dottor Costa per ilmotomon<strong>di</strong>ale. La serie iridata non è riuscitain trenta e passa <strong>anni</strong> a darsi nientedel genere. In compenso abbondano ormaile motor-home multipiano e da qualchetempo è comparsa anche la “Energy Station”,rumoroso punto d’incontro peraddetti ai lavori voluto dallo sponsor RedBull. Bello, forse. Ma inutile.g. ran.... e Duval era prontoa mollare tuttoTornato in Belgio soltanto dopo che i sanitarigiapponesi lo avevano rassicuratosulle con<strong>di</strong>zioni del suo navigatore, FrançosDuval ha spiegato il suo stato d’animonei giorni successivi all’incidente:“Quando i me<strong>di</strong>ci mi hanno detto chePatrick aveva solo il 50 per cento <strong>di</strong> possibilità<strong>di</strong> salvarsi, mi è crollato il mondoaddosso... Poi, nelle lunghe ore trascorseal suo capezzale, avevo preso la decisioneche se fosse morto avrei buttatotutto: caschi, coppe, quaderni dellenote... Ma ora sono più sereno, anche semi chiedo come posso fare a tornare ingara senza <strong>di</strong> lui al mio fianco...”.16


5 DOMANDEPER CAPIREParentiserpenti1 - In Giappone, Sébastien Loeb ha fatto ilragioniere. Ma perché ci teneva tanto achiudere il mon<strong>di</strong>ale prima dell’appuntamentonel Galles?Per due vali<strong>di</strong>ssimi motivi. Perché non hamai fatto mistero <strong>di</strong> considerare la gara nelRegno Unito <strong>una</strong> roulette russa o quantomeno<strong>una</strong> lotteria dove ci vuole meno <strong>di</strong>niente a perdere tutto. Ma anche perchéquello che chiuderà la stagione è ormail’unico rally classico che manca alla sua fantasticacollezione <strong>di</strong> vittorie. Insomma, neiboschi fra Swansea e Car<strong>di</strong>ff vuole poter correresenza pensare ad altro che a vincere.4 - Nel suo programma imme<strong>di</strong>ato, oltre alRallye du Var che <strong>di</strong>sputerà con <strong>una</strong> C2Super 1600 insieme a sua moglie Séverine,c’è un test con la Red Bull F.1 e un altrocon la Peugeot 908. Tanti impegni al <strong>di</strong> fuoridel mon<strong>di</strong>ale non rischiano <strong>di</strong> farlo arrivarestanco al Wales Rally?Possibile, ma non probabile. Pilotare autoda corsa è la cosa che gli piace <strong>di</strong> più e“assaggiare” auto poco o tanto <strong>di</strong>verse daquelle che ha pilota finora lo stimola tantissimo.Insomma: più che scaricarlo, questeesperienze dovrebbero caricarlo ulteriormente.2 - Con cinque titoli mon<strong>di</strong>ali in tasca èentrato nella leggenda dei rally. Non è chela cosa gli toglierà stimoli e lo convinceràa non aspettare la fine della prossima stagione,quando scadrà il suo contratto conla Citroen per farsi da parte?Assolutamente no. Piuttosto, il quinto iridelo stimola a cercare <strong>di</strong> arrivare a quota setteper eguagliare Michael Schumacher.Difatti ha già informato Olivier Quesnel <strong>di</strong>essere <strong>di</strong>spostissimo a prolungare almeno<strong>di</strong> un altro anno il legame con la Casa dellaDoppia Spiga Rovesciata.3 - Ma non si stanca proprio mai <strong>di</strong> vincere?Si stancherà, prima o poi. Ora però ha ancoravoglia <strong>di</strong> aggiunge altri successi ai tantigià ottenuti e, soprattutto, <strong>di</strong>mostra con ifatti <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertirsi ancora parecchio a battersisulle strade del mon<strong>di</strong>ale. E poi si sa:anche in Alsazia l’appetito vien mangiando...5 - Nell’ultima tappa del Rally del Giappone,Jari-Matti Latvala s’è avvicinato a MikkoHirvonen più <strong>di</strong> quanto fosse lecito aspettarsi.Fra i due for<strong>di</strong>sti è forse nata <strong>una</strong> rivalitàche potrebbe rendere la vita ancor più<strong>di</strong>fficile a Malcolm Wilson?<strong>Il</strong> padre-padrone della M-Sport minimizza ericorda che da sempre, e per sempre, i piloti<strong>di</strong> talento cercano il confronto con il compagno<strong>di</strong> squadra. Vero, ma è anche vero cheil meno giovane dei due ha mostrato <strong>di</strong> nongra<strong>di</strong>re troppo <strong>di</strong> essere attaccato proprio achi, per logica più che per contratto, avrebbesolo dovuto coprirgli le spalle. E allora cista che la rivalità fin qui latente fra i duefinlandesi esploda in tempi brevi. Non c’ècomunque da farne un dramma: l’ex-pilota<strong>di</strong>ventato impren<strong>di</strong>tore sa come gestire duegalletti e l’ha già <strong>di</strong>mostrato in passato.a cura <strong>di</strong> Guido Rancati17


Indycar - <strong>Il</strong> primo passo verso il futuroTagliato il18


traguardoÈ finita con la festa <strong>di</strong> Surfers Para<strong>di</strong>seil primo anno della rinata IndyCar. Unastagione <strong>di</strong> boom rispetto al recente passato,ma arrivata, da ogni punto <strong>di</strong> vista,tremendamente tar<strong>di</strong>. Tra gran<strong>di</strong> speranze,che dovranno essere ben governate,e compromessi <strong>di</strong> impatto comunquenullo rispetto rispetto ai d<strong>anni</strong> <strong>di</strong> 10 stagioni<strong>di</strong> guerra, è impossibile scinderel'analisi sui risultati del 2008 IndyCarsenza espandere il ragionamento al principalebeneficiario tra i due litiganti. Unmondo Nascar che, iniziata un'irresistibilecrescita in termini <strong>di</strong> popolarità, rappresentaora, pur con molti foschi presagiall'orizzonte, l'unica categoria in grado<strong>di</strong> proporsi come leader in<strong>di</strong>scusso.Dal punto <strong>di</strong> vista del pubblico, per lanuova Formula Indy il problema saràandare a riprendere i tifosi che, dati allamano, sono emigrati in massa, rendendole gare a ruote scoperte <strong>una</strong> nicchiaal confronto dei numeri multimilionarigenerati dalle stock-car. Sarà <strong>una</strong> battaglia,da giocarsi sul vero cuore dell'americada corsa "old style". L'america dei50.000$ <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to me<strong>di</strong>o annuale, controgli oltre 90.000$ <strong>di</strong> coloro che seguonole gare a ruote scoperte. E quella cheriempie gli autodromi in numeri da cinquezeri, regala alle televisioni ratingrecord e che è propensa a spendere ipropri risparmi solo in un ambiente chesente essere vicino, segue la Nascar.Occorrerà capire che i 9,5 milioni <strong>di</strong> telespettatoria gara della Sprint Cup nonsono arrivati dal nulla, ma sono stati conquistatioffrendo esattamente quello cheveniva richiesto. Gare serratissime e<strong>di</strong>mpreve<strong>di</strong>bili, con continui sorpassi, toccate,sportellate, con piloti carismatici ingrado anche <strong>di</strong> regalare qualche eccesseguea pag2019


20so, <strong>di</strong> tanto in tanto. A prova <strong>di</strong> tutto ciò, il fatto che ilperiodo <strong>di</strong> grazia Nascar arrivi nel momento in cui i pilotipiù vincenti siano anche i più impopolari <strong>di</strong> sempre.<strong>Il</strong> primo ostacolo, la delusione degli ex fan Champ Car,è stato superato. I fan delle ruote scoperte all'europeahanno ritrovato il loro mondo, aiutati anche da un calendariocon molti tracciati stradali. Ma non è abbastanza.Occorre tenere unite tutte le sfumature <strong>di</strong> un pubblicoeterogeneo e selettivo, stuzzicandolo con quelloche agli avversari manca. A questo scopo, si ba<strong>di</strong> bene,offrire un unico campionato ed un unico vero campionenon è un risultato, ma un prerequisito. E da qui inavanti occorre costruire. Nonostante i numeri rimanganofrazionali rispetto alle ruote coperte, l'attenzione vaperò rivolta ad un'altra componente fondamentale <strong>di</strong>qualunque campionato, non necessariamente legata adoppio filo con l'au<strong>di</strong>ence. Gli investitori. Che, in particolarein questi momenti <strong>di</strong> crisi, sono attenti ai gran<strong>di</strong>numeri quanto al rapporto qualità-prezzo da offrireai propri stakeholders. Budget bassi, qualità altainsomma. La qualità <strong>di</strong> un campionato che ha vistoanche ventotto vetture al via, più della metà delle qualicondotte da professionisti non-paganti in costante lotta,e costi relativamente abbordabili. Così, mentre nellaSprint Cup si raggiungono costi nell'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> <strong>di</strong>versecentinaia <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> dollari, l'IndyCar Series puòoffrire macchine più veloci e tecnologicamente avanzate,eventi mozzafiato e campioni finalmente riconoscibilicome leader nel loro settore per un quinto o un decimodel costo. Ma soprattutto, può offrire dei segni positiviche, in un mondo che ha nei trimestrali e semestrali<strong>di</strong> crescita il proprio mantra, in un consiglio <strong>di</strong> amministrazionepossono fare la <strong>di</strong>fferenza.L'imperativo per il 2009 è quello <strong>di</strong> mantenere un parcopartenti numeroso e <strong>di</strong> alta qualità. Anche in questocaso, i budget vengono in aiuto. <strong>Il</strong> primo a capirel'antifona è stato Stanton Barrett, al quale <strong>una</strong> stagionecompleta con il team Beck costerà probabilmentemeno che le poche apparizioni Nascar degli ultimi <strong>anni</strong>.I piloti sono la chiave <strong>di</strong> volta della categoria che devemantenere il professionismo per migliori, ma anche rendersiappetibile a chi, magari in arrivo dalle categorieeuropee, può contare su un ottimo talento e buonerisorse alle spalle. Anche in questo caso però, senzavendere l'anima yankee, per non rischiare <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventareun "corpo estraneo". Mantenendo Indy, e lo "stile Indy",come punto fondante, centrale ed insostituibile. A chiuderel'analisi, buoni riscontri sono arrivati anche dall'IndyLights. Una categoria <strong>di</strong> accesso che ha saputocatalizzare le buone caratteristiche del campionatomaggiore. Una bella lotta, un campione riuscito a conquistareun se<strong>di</strong>le nella categoria maggiore, ed <strong>una</strong>nuova lady in grado <strong>di</strong> combattere per il successo.Anche nel settore delle serie minori non si deve smettere<strong>di</strong> crescere. Per entrare nel cuore delle personeservirà ancora <strong>una</strong> volta guardare ai cugini, provandoa far proprio il concetto vincente <strong>di</strong> "your local racetrack".Portare Indy vicino alle persone, sfruttandomagari il potenziale delle categorie USAC e cercando<strong>di</strong> creare un'imme<strong>di</strong>ata riconoscibilità tra quello che c'è<strong>di</strong>etro casa e ciò che si vede in TV. Un obiettivo possibile,vista l'evoluzione della serie Silver Crown nelle ultimestagioni, ma da continuare a perseguire per il futuro.Indycar - <strong>Il</strong> primo passo verso il futuroMarco Cortesi


A1 Grand Prix a Chengdu - Gara 122Carroll subito in fuga davanti a DoornbosL’Irlanda non tratta con nessuno"Dovevo limitarmi a mantenere la concentrazione alta e a non commettereerrori", ha detto Adam Carroll dopo aver tagliato il traguardoin prima posizione sul nuovo circuito permanente <strong>di</strong> Chengdu (cherispecchia gli standard europei con ampie vie <strong>di</strong> fuga e pista moltolarga), al termine della gara sprint. L'irlandese, partito dalla pole, hamantenuto fede alle proprie promesse ed ha vinto in tranquillità. Peril team "verde" è il secondo successo in A1. Carroll alla prima curvaha respinto l'attacco <strong>di</strong> Robert Doornbos del team Olanda, che hatentato <strong>di</strong> sorprenderlo. Ma già al termine del 1° giro, il vantaggio dell'Irlandasull'Olanda era <strong>di</strong> 0"918. Carroll ha così controllato la garasprint per tutti i 18 giri. Secondo posto per Doornbos. L'olandese,reduce dalla Champ Car e in questo periodo portacolori del Milan inSuperleague, si è adattato con facilità alla Ferrari A1 salendo subitosul po<strong>di</strong>o. La corsa è vissuta sul duello tra Danny Watts della GranBretagna e Neel Jani del team Svizzera. <strong>Il</strong> campione della A1 GrandPrix 2007/2008 ha provato <strong>di</strong>verse volte a superare Watts, ma l'inglese,al debutto in gara nella serie, ha chiuso sempre la porta conquistandoil terzo gra<strong>di</strong>no del po<strong>di</strong>o. Dietro a loro, Adrian Zaugg (SudAfrica) ha intascato il quinto posto davanti al sempre bravo Filipe Albuquerque(Portogallo) e al rookie Chris Van der Drift (Nuova Zelanda).Ho Pin Tung, che <strong>di</strong>fende i colori della Cina, si è girato al 1° giro, èripartito ma solo per concludere <strong>di</strong>ciassettesimo. Problemi elettricihanno fermato la corsa <strong>di</strong> Felipe Guimaraes del Brasile. EdoardoPiscopo del team Italia ha <strong>di</strong>sputato la sua gara concludendo in 14esimaposizione alle spalle <strong>di</strong> Fairuz Fauzy e davanti a Marco Andretti.Massimo Costa


L'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> arrivo <strong>di</strong> gara 1,domenica 9 novembre 20081 - Irlanda - Adam Carroll - 18 giri 22'58"4702 - Olanda - Robert Doornbos - 2"0373 - Gran Bretagna - Danny Watts - 14"3614 - Svizzera - Neel Jani - 14"6195 - Sud Africa - Adrian Zaugg - 20"1086 - Portogallo - Filipe Albuquerque - 20"4757 - Nuova Zelanda - Chris Van der Drift - 27"2248 - Francia - Nicolas Prost - 27"9239 - Monaco - Clivio Piccione - 30"37810 - In<strong>di</strong>a - Narain Karthikeyan - 32"26811 - Australia - John Martin - 33"19812 - Libano - Daniel Morad - 34"29313 - Malesia - Fairuz Fauzy - 34"65514 - Italia - Edoardo Piscopo - 36"54115 - Stati Uniti - Marco Andretti - 38"10216 - Messico - David Garza - 42"51117 - Cina - Ho Pin Tung - 49"61118 - Indonesia - Satrio Hermanto - 1'04"12819 - Corea - Jin Woo Hwang - 1'06"171Giro più veloce: Adam Carroll 1'16"084Ritirato14° giro - Brasile - Felipe GuimaraesTutte le novità piloti-teamNel campionato A1 sono approdati, dopo non aver presenziato alla prima prova<strong>di</strong> Zandvoort, Gran Bretagna, In<strong>di</strong>a e Messico. Sempre assente però la Germania.<strong>Il</strong> team inglese si è affidato a Watts, la squadra in<strong>di</strong>ana prosegue con Karthikeyan,mentre il Messico ha scelto Garza. Nel team USA ha debuttato MarcoAndretti, che ha preso il posto <strong>di</strong> Kimball. La squadra americana è infatti <strong>di</strong>rettadal team Andretti/Green, lo stesso che milita in Indycar. La Francia ha promossoa pilota ufficiale Nicolas Prost in luogo <strong>di</strong> Loic Duval. La Nuova Zelanda si èaffidata a Van der Drift, campione F.Master e con un piede già in GP2. <strong>Il</strong> biondokiwi ha sostituito Bamber. Cambio <strong>di</strong> pilota anche per il team Olanda che nel corsodel campionato alternerà Bleekemolen con Doornbos. Quest’ultimo nel 2008ha corso nella Champ Car e sta partecipando alla Superleague con il Milan edora eccolo in A1 GP. Ed entro breve sarà in USA per un test Indycar.Massimo CostaEdoardo Piscopo - Team Italia23


A1 Grand Prix a Chengdu - Gara 2Albuquerquefa grande il PortogalloFilipe Albuquerque è uno dei migliori talenti espressinegli ultimi <strong>anni</strong>. Un piede pesante purtroppo scaricatodalla Red Bull con <strong>una</strong> eccessiva fretta. Albuquerquesi è quin<strong>di</strong> dovuto arrangiare trovando sistemazionenella A1 Grand Prix con il team Portogallo.Protagonista nel precedente campionato, Albuquerquea Zandvoort aveva sbattuto, ma in Cina si è rifattocon gli interessi. Sesto in gara 1, nella corsa lungail portoghese è stato magico. Grazie anche allaperfetta strategia del team, l'ex campione europeo <strong>di</strong>F.Renault ha conquistato il primo posto non venendoscalfito dalla pressione esercitata alle sue spalle daun mastino come Adam Carroll. Albuquerque, subitosecondo alle spalle del poleman Danny Watts dopoessere partito col terzo tempo, ha ritardato il primopit-stop <strong>di</strong> due giri rispetto a Watts e quando è tornatoin pista si è trovato davanti al portacolori del teamGran Bretagna e a Carroll. <strong>Il</strong> portoghese ha quin<strong>di</strong>tenuto a <strong>di</strong>stanza Watts finché non è giunto il momentodella seconda sosta, anch'essa obbligatoria. Albuquerquee gli uomini del suo team sono stati perfettie la Ferrari verderosso è rimasta al comando. Wattsperò ha perso tempo permettendo a Carroll <strong>di</strong> portarsiin seconda posizione. <strong>Il</strong> vincitore <strong>di</strong> gara 1 dal 29°al 51° e ultimo giro è rimasto sempre a pochi metrida Albuquerque. Una vera spina nel fianco, ma sultortuoso circuito <strong>di</strong> Chengdu era praticamente impossibilebattere oggi il portoghese. Watts, <strong>di</strong>stante, si èaccontentato del terzo posto precedendo Neel Janidel team Svizzera. Quinto, ancora più staccato, FairuzFauzy. <strong>Il</strong> malese ha <strong>di</strong>sputato <strong>una</strong> gran gara ingaggiandoun furioso duello con l'australiano John Martin,sesto all'arrivo. Buon settimo Clivio Piccione delteam Monaco che ha controllato Marco Andretti, allasua prima uscita in un campionato non targato USA.Niente da fare per il team Italia. Edoardo Piscopo èrimasto intrappolato nella parte finale del gruppo viaggiandoin quin<strong>di</strong>cesima posizione. Dopo il secondopit-stop però, è transitato <strong>di</strong>ciassettesimo, ritirandosisubito per un problema ad <strong>una</strong> ruota posteriore sinistra.Rabbia per Robert Doornbos, rimasto fermo almomento del via e ripartito ultimissimo. Nei giri iniziali,un contatto tra David Garza e Satrio Hermanto hamandato in testacoda entrambi. Felipe Guimaraes siè ritirato al 14° giro per surriscaldamento del motoredopo avere curiosamente raccolto un pezzo <strong>di</strong> unostriscione attaccatosi al musetto. Nicolas Prost hacommesso un goffo errore nel tentativo <strong>di</strong> superareMartin all'esterno della prima curva a 11 giri dal traguardo,manovra che un giro prima era perfettamenteriuscita a Fauzy. <strong>Il</strong> volto del team manager franceseera tutto un programma quando ha visto Prostinsabbiarsi e il sesto posto volatilizzarsi assieme alprimo posto in classifica, ora della Malesia.Massimo Costa24


L'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> arrivo <strong>di</strong> gara 2,domenica 9 novembre 20081 - Portogallo - Filipe Albuquerque51 giri 1.11'23"1792 - Irlanda - Adam Carroll - 0"5713 - Gran Bretagna - Danny Watts - 4"8024 - Svizzara - Neel Jani - 7"1575 - Malesia - Fairuz Fauzy - 13"3026 - Australia - John Martin - 15"5447 - Monaco - Clivio Piccione - 16"2368 - USA - Marco Andretti - 16"6909 - Sudafrica - Adrian Zaugg - 18"03010 - In<strong>di</strong>a - Narain Karthikeyan - 18"75911 - Nuova Zelanda - Chris van der Drift - 19"67512 - Cina - Ho-Pin Tung - 20"12613 - Libano - Daniel Morad - 22"58014 - Indonesia - Satrio Hermanto - 31"28515 - Messico - David Garza - 1 giro16 - Olanda - Robert Doornbos - 1 giro17 - Corea - Jin-Woo Hwang - 1 giroGiro più veloce: Robert Doornbos 1'15"212RitiratiFrancia - Nicolas ProstItalia - Edoardo PiscopoBrasile - Felipe Guimarães<strong>Il</strong> campionato1.Malesia 28; 2.Irlanda, Francia 23; 4.Nuova Zelanda,Olanda 20; 6.Portogallo 18; 7.Svizzera 17; 8.GranBretagna 16; 9.Australia 13; 10.Sud Africa, Monaco 9.25


World Series Renault - Test a Le CastelletTempesta evSi parla tanto nei paddock, avolte anche troppo. Così, rimbalzandotra <strong>una</strong> categoria el’altra emergeva <strong>una</strong> certapreoccupazione per il futurodella World Series Renault.Una categoria il cui listinoprezzi è salito a cifre importanti(800mila euro), schiacciatadalla GP2 in quanto avisibilità televisiva e dunquenon conosciuta come meriterebbenonostante la semprenotevole affluenza <strong>di</strong> pubbliconei weekend delle gare.La scorsa settimana, la WSRha organizzato i primi testcollettivi post stagione2008, ben tre giorni sul circuito<strong>di</strong> Le Castellet. Sitemeva <strong>una</strong> bassa affluenza,invece si è registrato un ottimointeresse con piloti provenientidalla F.3 europea e<strong>di</strong>nglese ai quali si sonoaggiunti i migliori giovaniemersi nei vari campionatidella F.Renault, cui la Casafrancese ha regalato un turno<strong>di</strong> prove. Solo un team nonha fatto girare le propriemonoposto: Interwetten. Forseper la poca scaltrezza <strong>di</strong>chi la gestisce. Tra gli invitatida Renault si sono vistinumerosi giovanotti provenientidalla Eurocup, dalWEC, dal NEC, dalla serie italiana,inglese, asiatica. Unbel gruppetto che si è potutomettere in gioco con <strong>una</strong>monoposto <strong>di</strong> 500 cavalli,almeno 300 in più <strong>di</strong> quelliche abitualmente hanno alleloro spalle. Tra questi, a sorpresoAntonio Felix Da Costa,giovanissimo portoghese cheha avuto finale <strong>di</strong> 2008 ingrande crescita nel NEC enella Eurocup. Un giovane datenere d’occhio per la prossimastagione, che lo vedrànuovamente impegnato nellaF.Renault 2.0 col team Motopark.Bene si è comportato ilcampione del WEC DanielRicciardo mentre è apparsomolto rapido e consistenteanche Riki Christodoulou,quinto nella F.Renault brit<strong>anni</strong>ca.L’inglese ha colto l’occasioneper girare per duegiornate con Comtec e Fortec,dove poi è stato sostituitodal cugino Adam Christodoulou,che invece il campionato2008 lo ha vinto.Tra i piloti esperti, il più velocein assoluto è risultatoCharles Pic che ha realizzatoil tempo <strong>di</strong> 1’15”998 nell’ultimissimoturno, il sesto. <strong>Il</strong>francese ha utilizzato la Dallaradel Tech 1, la squadracon la quale ha <strong>di</strong>sputato lastagione 2008 vincendo lagara <strong>di</strong> Montecarlo e risultandoil miglior rookie assolutodel campionato. Pic, 18<strong>anni</strong>, ha anche provato conottimi risultati la GP2. InTech 1 assicurano che il bion<strong>di</strong>no,figliastro dell’ex pilotaF.1 Eric Bernard, rimarrà conloro ma intanto continua aprovare anche in GP2… Picha battuto Miguel Molina,apparso molto in forma e alvolante delle Dallara deiteam KTR e Epsilon. E propriocon la squadra basca,Molina è risultato velocissimolasciando intendere chenel 2009 sarà lui l’uomo dabattere. <strong>Il</strong> ragazzo catalanoinfatti è intenzionato a rimanerein World Series, da capirese ripeterà l’anno con Premao passerà ad Epsilon. Terzoposto per l’inglese JamesWalker, che si è <strong>di</strong>viso traComtec e P1. Anche Walkerfarà parte della WSR delprossimo anno ed è il maggiorecan<strong>di</strong>dato a prendere ilposto <strong>di</strong> Van der Garde (campionein carica) in P1 Motorsport.segue a pag 2626


migliori tempidei tre giorni <strong>di</strong> testitataI1 - Charles Pic - Tech1 - 1:15.998 - 6a sessione2 - Miguel Molina - Epsilon - 1:16.071 - 63 - James Walker - P1 - 1:16.100 - 54 - Roberto Merhi - Epsilon - 1:16.127 - 65 - Dani Clos - Epsilon - 1:16.150 - 26 - Marco Barba - Draco - 1:16.188 - 27 - Greg Mansell - Ultimate/Signature - 1:16.325 - 58 - Alexandre Marsoin - Comtec - 1:16.450 - 59 - Jaime Alguersuari - Tech1 - 1:16.562 - 610 - Max Chilton - Comtec - 1:16.586 - 311 - Oliver Turvey - Carlin - 1:16.659 - 612 - Miguel Molina - KTR - 1:16.680 - 213 - Walter Grubmuller - P1 - 1:16.783 - 614 - Renger Van der Zande - Prema - 1:16.870 - 615 - Daniel Ricciardo - Carlin - 1:16.912 - 216 - James Walker - Ultimate/Signature - 1:16.933 - 317 - Harald Schlegelmilch - Comtec - 1:16.956 - 518 - Riki Christodoulou - Comtec - 1:16.958 - 219 - Alexandre Marsoin - Tech 1 - 1:16.990 - 220 - Adam Christodoulou - Fortec - 1:17.101 - 621 - Clau<strong>di</strong>o Cantelli - Pons - 1:17.135 - 322 - Clau<strong>di</strong>o Cantelli - Prema - 1:17.161 - 523 - Dean Smith - Fortec - 1:17.180 - 224 - Anton Nebilitskyi - Comtec - 1:17.186 - 325 - Esteban Guerrieri - Ultimate/Signature - 1:17.274 - 226 - Omar Leal - Draco - 1:17.304 - 527 - Jake Rosenzweig - Fortec - 1:17.308 - 528 - Jaime Alguersuari - Carlin - 1:17.312 - 329 - Riki Christodoulou - Fortec - 1:17.315 - 330 - Anton Nebilitskyi - Pons - 1:17.392 - 531 - Pasquale Di Sabatino - RC - 1:17.414 - 632 - Joanne Joakinen - Draco - 1:17.435 - 633 - Siso Cunill - KTR - 1:17.461 - 534 - Antonio Da Costa - P1 - 1:17.617 - 135 - Rodolfo Gonzalez - Ultimate/Signature - 1:17.671 - 636 - Alexandre Marsoin - Prema - 1:17.801 - 337 - Pal Varhaug - Prema - 1:17.876 - 238 - Albert Costa - Tech 1 - 1:18.016 - 139 - Nelson Panciatici - Tech 1 - 1:18.067 - 340 - Adriano Buzaid - Fortec - 1:18.119 - 341 - Tristan Vautier - Draco - 1:18.276 - 142 - Federico Leo - Pons - 1:18.401 - 543 - Sten Pentus - KTR - 1:18.439 - 244 - Anton Nebilitskyi - Tech 1 - 1:18.451 - 245 - Jesse Krohn - Pons - 1:18.471 - 146 - Christopher Zanella - Comtec - 1:18.533 - 147 - Rodolfo Gonzalez - Prema - 1:18.621 - 348 - Cesar Ramos - Ultimate/Signature - 1:19.577 - 149 - Geoffrey Kwong - RC - 1:19.696 - 550 - Michael Rossi - RC - 1:20.236 - 151 - Jakub Knoll - RC - 1:20.914 - 352 - Geoffrey Kwong - KTR - 1:24.732 - 127


Charles Pic - Tech1 1:15.998World Series Renault - Test a Le Castellet28Un gran lavoro nei tre giorni loha svolto il 17enne RobertoMerhi con la Dallara della Epsilone quarto assoluto. Lo spagnoloè indeciso sul da farsi: oF.3 o World Series. Sempre conEpsilon, tornata ai livelli abituali<strong>di</strong> competitività (in WSR c’èpoco da fare, i piloti fanno la <strong>di</strong>fferenza),si è <strong>di</strong>stinto Dani Clos.Anche lui, reduce da due <strong>di</strong>fficiliannate in F.3 Euro Series, stavalutando <strong>di</strong> correre in WSR maè attirato dalla GP2. Primoteam italiano nella classifica èil Draco con Marco Barba buonsesto. E’ piaciuto l’approccio <strong>di</strong>Greg Mansell, figlio <strong>di</strong> Nigel (ilcampione F.1 del 1992 è semprestato presente in corsia boxcon tanto <strong>di</strong> cronometro inmano). L’inglese, in arrivo dallaF.Atlantic, ha provato per Ultimate/Signaturee non hanascosto che è intenzionato acorrere con questo team nel2009. Nei top ten, AlexandreMarsoin (Comtec), il campioneinglese F.3 Jaime Alguersuari(Tech 1) al debutto assolutocon questa monoposto, poi <strong>una</strong>ltro ragazzo molto interessante:Max Chilton, schierato daComtec. <strong>Il</strong> primo dei piloti provatida Prema è risultato RengerVan der Zande, l’olandeseche con la squadra <strong>di</strong> Rosin dadue stagioni corre nella F.3europea. Anch’egli è atteso alsalto in WSR, ma il 5 <strong>di</strong>cembresarà a Dubai col team Ardenper partecipare alla secondaprova della GP2 Asia. Solo duegli italiani in pista, a <strong>di</strong>mostrazioneulteriore della scarsaconoscenza del motorsport deinostri piloti: Pasquale Di Sabatino,che ha voglia <strong>di</strong> rivincita eha provato per la RC Motorsport,e Federico Leo, che haavuto il giusto approccio ad <strong>una</strong>monoposto veloce e <strong>di</strong>fficile.Massimo CostaClau<strong>di</strong>o Cantelli - Prema - 1:17.161


Greg Mansell - Ultimate/Signature - 1:16.325Jaime Alguersuari - Carlin - 1:17.312Roberto Merhi - Epsilon - 1:16.12729


F.3 Euro Series - Iscrizioni recordÈ qui laLe Borse crollano, l’economiava a rotoli, i piloti non trovanoil budget per correre, i teamfaticano a completare glischieramenti. Tutti <strong>di</strong>scorsireali, veri. Ma c’è un mondo aparte, nel motorsport, che nonsembra toccato dai venti dellacrisi. E’ la F.3 Euro Series.La scorsa settimana dovevaessere <strong>di</strong>ramato l’elenco dellesquadre iscritte al campionato2009, che non accetteràpiù <strong>di</strong> trentadue vetture. Magli organizzatori della DMSBsono in <strong>di</strong>fficoltà. Sul tavoloinfatti, si sono ritrovati <strong>una</strong>richiesta per un totale <strong>di</strong> cinquantamonoposto. Di queste,si sa che due sono già saltate,ne rimangono dunque quarantotto.Considerando cheme<strong>di</strong>amente ogni squadrachiede <strong>di</strong> entrare nel campionatocon due monoposto,significa che vi sono otto nuovestrutture che intendonocorrere nella F.3 europea. Unacosa è certa: la priorità spettaa chi ha sempre creduto nellacategoria e a chi vi ha partecipatonegli ultimi <strong>anni</strong>. Chiè dentro è dentro insomma. Legomitate le faranno chi vuoleentrare a far parte <strong>di</strong> questopiatto ricco. Questa stagione,alcuni team hanno presentatoanche quattro monoposto,come Manor, ART, Signature eRC. Alcune hanno perso pezzi30


festa!nel corso dei mesi, altre rinuncerannoa continuare a portarenel paddock quattro Dallara.Questo consentirà <strong>di</strong> avereuno spazio per qualche newentry, ma a conti fatti, i posti<strong>di</strong>sponibili non dovrebberoessere più <strong>di</strong> tre o quattro vettureper le se<strong>di</strong>ci richieste. Traqueste, spicca l’italianaOmbra <strong>di</strong> Massimo Pollini mentre,per rimanere in ambito tricolore,sicure <strong>di</strong> essere dellapartita sono Prema e RCMotorsport. Rimane il duellotra i motoristi Mercedes e Volkswagen,la Toyota ha datoforfait <strong>una</strong> volta che ha capitoche l’impegno sarebbe statodecisamente oneroso.Alcuni dei teamche hanno inviato la domandaEpsilon BaraziMotoparkUltimateOmbraTMEI team sicuri<strong>di</strong> correre nel 2009ARTMuckeManorPremaRC MotorsportSignatureCarlinSG FormulaHBR31


F.3 a Macao - L’analisiconta più32


Dove la poledella vittoriaAd un primo approccio, è decisamentesingolare capire come possa un circuitocitta<strong>di</strong>no asiatico, ad un’ora <strong>di</strong> aliscafoda Hong Kong, essere stato il crocevia <strong>di</strong>tante carriere <strong>di</strong> giovani piloti che hannopoi scritto un’importante fetta della storiadell’automobilismo sportivo. Perché ilGran Premio <strong>di</strong> Macao è l’evento pereccellenza per i piloti che militano nellecategorie propedeutiche? I motivi sono<strong>di</strong>versi. Primo: il circuito è un tracciatounico al mondo, con un rettilineo lunghissimo,inframezzato da due curve velocitra cui la nota Mandarin, da fare in pieno.Poi, la grande frenata della Lisboa,dove inizia il tratto citta<strong>di</strong>no, quasi trechilometri <strong>di</strong> budello tra saliscen<strong>di</strong> estaccate che fanno sembrare Montecarloun’autostrada. E per <strong>di</strong> più i piloti devonoguidare senza poter contare sul caricoaero<strong>di</strong>namico, che viene sacrificato afavore della velocità <strong>di</strong> punta sul dritto.Secondo: a Macao non si bluffa. Non sipossono ovviamente fare test, ed è bennoto alla vigilia chi conosce o no il tracciato.segue a pag34PhotoPellegriniNovembre 2004. Sulla prima curvadel circuito citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Macao si avventanotre piloti sconosciuti al grande pubblico:Lewis Hamilton, Robert Kubica e Nico Rosberg33


F.3 a Macao - L’analisi34Nell’era delle carriere programmate,e <strong>di</strong> piloti che si inventanoproprio <strong>di</strong> tutto per esseresempre in pista, Macao è <strong>una</strong>stupenda eccezione <strong>di</strong> chiarezza.Terzo: la trasferta asiatica ètra<strong>di</strong>zionalmente l’evento conclusivodella stagione mon<strong>di</strong>aledella Formula 3. È un’ultimachance per mettersi in mostra,perché la gara è sempre in unperiodo <strong>di</strong> pieno ‘mercato piloti’per la stagione successiva. Aquesto si deve la presenza inpista <strong>di</strong> tantissimi manager, edanche team-principal <strong>di</strong> struttureanche non impegnate <strong>di</strong>rettamentenel weekend <strong>di</strong> gara.E poi c’è la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> <strong>una</strong> pistache non perdona. I margini chepossono <strong>di</strong>fferenziare due pilotisu un tracciato tra<strong>di</strong>zionale, allaTilke per intenderci, a Macao sitriplicano. I tre decimi <strong>di</strong>ventanoun secondo, e chi ne ha <strong>di</strong> menopaga un prezzo enorme. Per questomotivo, tra gli addetti ai lavori,sul circuito “Guia” a tenerebanco sono soprattutto le qualificazioni.La storia del Gran Premioasiatico è zeppa <strong>di</strong> successifrutto <strong>di</strong> weekend dominati,ma anche <strong>di</strong> vittorie fortunose,dovute ad errori degli avversariche hanno messo in con<strong>di</strong>zionii passisti (si fa per <strong>di</strong>re) <strong>di</strong> approfittaredelle situazioni. Accaddenel 2002 a Tristan Gommendy,l’anno dopo a Nicolas Lapierre,e nel 2005 a Lucas Di Grassi.Vincitori si, ma mattatori no.Per chi deve investire su un pilota,l’elemento fondamentale è laperformance, l’attitu<strong>di</strong>ne. Poi cipuò stare un contatto <strong>di</strong> garache mette fine anticipatamenteal weekend, ma la sostanzaresta. La qualifica sotto questoaspetto non mente, è <strong>una</strong> sfidatra il pilota e il cronometro chepassa attraverso quel sottilemargine che determina il sfiorareun muro, cosa in<strong>di</strong>spensabileper emergere, e finirci contro. Elo è anche per i tecnici che lavoranosulle monoposto, che vedononella performance Macaensela verifica più prestigiosa delloro operato. Andando a ritroso,nel 2005 Loic Duval salì aMacao sulla monoposto dell’ASMutilizzata da Lewis Hamiltonnel vittorioso campionatoeuropeo, e stupì tutti in qualificacon un tempo ritenuto impossibile.Cosa che gli valse <strong>una</strong>chiamata dal Giappone dove iniziòla sua avventura in FormulaNippon. L’anno prima si celebròla sfida interna nelle fila dellaManor Motorsport, con il ‘dreamteam’ Kubica-Hamilton, per l’occasionecompagni <strong>di</strong> squadra. <strong>Il</strong>polacco svettò proprio davanti aLewis, e cancellò in un giornol’annata storta nella serie europeanel team Mucke. Paolo Montin,rimasto l’ultimo italiano apartire in pole position nel GranPremio asiatico, svettò nel2002, guadagnandosi la stimadel team Tom’s. Bjorn Wirdheim,poleman nel 2001 vinse poi laF.3000, mentre nel 2000 NarainKarthikeyan sancì l’ingresso <strong>di</strong>un pilota in<strong>di</strong>ano nel gotha dell’automobilismoche poi lo portòfino alla <strong>F.1.</strong> E poi ancoraFabio Carbone nel 2003, perconcludere con le pole del pilotaToyota Kamui Kobayashi nel2006 e <strong>di</strong> Oliver Jarvis nel 2007,poi entrato nel DTM come pilotaufficiale. Da primato fu anchela performance <strong>di</strong> Nick Heidfeldnel 1996, che ottenne <strong>una</strong> clamorosapole position da esor<strong>di</strong>ente.La gara del tedesco nonfu poi fort<strong>una</strong>ta, ma dopo quelweekend per Nick arrivò la chiamatadella McLaren, che lo supportòper cinque <strong>anni</strong> fino allaFormula 1. La storia è zeppa <strong>di</strong>episo<strong>di</strong> ed aneddoti che meriterebberoun libro. Tutti <strong>di</strong>versi, matutti uniti dalla conferma che aMacao impressionare conta <strong>di</strong>gran lunga più <strong>di</strong> <strong>una</strong> vittoria <strong>di</strong>fort<strong>una</strong>.Jarvis, poleman 2007Roberto ChincheroI poleman <strong>di</strong> Macaodal 2000 al 20072000 – Narain Karthikeyan2001 – Bjorn Wirdheim2002 – Paolo Montin2003 – Fabio Carbone2004 – Robert Kubica2005 – Loic Duval2006 – Kamui Kobayashi2007 – Oliver Jarvis


Kobayashi, poleman 2006Matsuura-Montin-Gommendy35


F.Renault italiana - La curiosità2008 Pal VarhaugNorvegiaPassa lo straniero36Nove <strong>anni</strong>, nove campioni, novenazioni <strong>di</strong>verse. La F.Renault2000 italiana tra i suoi tantimeriti vanta anche questo singolarerecord. Dal 2000 al2008 la categoria tricolore nonha mai annoverato un vincitoredel suo Paese, fatto anche questodecisamente anomalo, maha portato al successo ragazziprovenienti da ogni continente.Europa, Sud America, Asia, perfinoOceania. Manca soltantol’Africa, ma c’è mancato veramentepoco, nel 2006, quandoAdrian Zaugg, sudafricano, haperso all’ultima gara il confrontocon lo spagnolo Dani Clos. <strong>Il</strong>dato, unico nel suo genere, deinove campioni provenienti da<strong>di</strong>verse nazioni, conferma <strong>una</strong>volta <strong>di</strong> più l’importanza dellaF.Renault italiana che ha semprecercato <strong>di</strong> proporre calendariaccattivanti capaci <strong>di</strong> attrarrepiloti da ogni dove. Una categoriache qualche anno è risultataanche più competitiva dellaserie europea. A sostegno dell’ottimolavoro sempre svoltodagli organizzatori della FastLane, va riportato che altri campionatinazionali sono letteralmentespariti. La serie franceseè sparita lo scorso annovenendo inglobata nella nuovaWest European Cup, quellatedesca non c’è più già da qualchestagione al pari dei campionatidel Benelux. Tutti ritrovatisisotto le insegne del NorthEuropean Cup. Sopravvive il BritishF.Renault, per ovvi motivitra l’altro, godendo della“immunità” <strong>di</strong> isola. <strong>Il</strong> 2009sarà il decimo per la serie italiana,un traguardo tutto dafesteggiare. Magari, e sarebbeora (!), incoronando un pilotadelle nostre parti.2007 Mika MakiFinlan<strong>di</strong>a


2000 Felipe Massa - Brasile2001 Ryan Briscoe - Australia2002 Josè Maria Lopez - Argentina2003 Franck Perera - Francia2004 Pastor Maldonado - Venezuela2005 Kamui Kobayashi - Giappone2006 Dani Clos - Spagna37


<strong>Il</strong> personaggio - Daniel RicciardoChiamateloDanieleHa la carnagione scura, anzi, leggermenteabbronzata amerebbe <strong>di</strong>re il Presidente delConsiglio Silvio Berlusconi. Ha i capelli nerineri e ricci, <strong>una</strong> mamma calabrese e unpadre siciliano. Un nome che fa Daniel, uncognome tipicamente italiano quale Ricciardo.Una simpatia innata, un sorriso semprestampato sul suo volto. Tratti tipicamentelatini. Eppure sul suo pennone sventola laban<strong>di</strong>era australiana. Come è possibile?Questo ragazzo, che si è messo in testa <strong>di</strong>fare il mestiere (senza confini) del pilota, eche gli sta riuscendo pure piuttosto bene,arriva dalla lontana Perth dove i suoi genitorisi sono trasferiti prima ancora che luinascesse. Ricciardo ha il passaporto italiano,vive da ormai tre <strong>anni</strong> nella penisoladove ha un appartamento a Viareggio, vicinoalla sede della Formula Me<strong>di</strong>cine <strong>di</strong> RiccardoCeccarelli, e in Australia praticamentenon ci torna mai. Laggiù non hanno credutotroppo in lui. La Federazione nazionalenon lo segue, il team della A1 Grand Prixlo ha snobbato. Poco male, in Europa,Daniel ha trovato la fiducia dellaRed Bull che gli ha finanziato il2008 nella F.Renault, e lui ha ripagatoHelmut Marko vincendo ilcampionato West European Cupe giocandosi fino all’ultimo giro iltitolo continentale, poi finito a ValtteriBottas. In Ricciardo ha credutoanche il manager Marco Zecchi,ex Ferrari e che già ha gestitopiloti come Gi<strong>anni</strong> Morbidelli eRobert Doornbos. Questi è statobravissimo a scovarlo nellaF.BMW asiatica, lo ha portato inItalia nel 2007 per <strong>di</strong>sputare laF.Renault tricolore con la RPMotorsport e sapendo come muoversinell’ambiente è riuscito ainserirlo nella solita selezioneRed Bull <strong>di</strong> fine anno. <strong>Il</strong> resto loha fatto il pilota, meritandosi latuta blu. <strong>Il</strong> sempre più italiano Ricciardonel 2009 potrebbe correrenella F.3 inglese, seguendo il percorsogià compiuto nel 2008 daJaime Alguersuari e Brendon Hartley,piloti Red Bull che dal Renaultsono stati spostati appunto allacategoria cadetta brit<strong>anni</strong>ca. Maintanto, l’italo-australiano la scorsasettimana ha potuto assaggiarela monoposto della WorldSeries Renault, quella del teamCarlin, <strong>di</strong>mostrando <strong>di</strong> saperselacavare egregiamente tanto che haconcluso la prima giornata con il quarto tempoassoluto. Ricciardo è un pilota <strong>di</strong> qualità.Combattivo quando serve, riflessivoquando necessita. La sua guida appare moltofluida, non arrembante, e per questo siè anche subito trovato a suo agio con la Dallaradella WSR, dove occore molta pulizia.Segnatevi questo nome, Ricciardo. Potrà<strong>di</strong>ventare il… Giov<strong>anni</strong> Alesi del 2000.Massimo Costa38


mamma calabresepapà siciliano39


2000 Light Winter Trophy a Adria - Gare 1 e 2<strong>Il</strong> nome nuovo è ScuncioMartin Scuncio è il dominatore del Winter Trophyad Adria del Formula 2000 Light vincendo.<strong>Il</strong> pilota cileno, protagonista del campionatoF.3 della sua nazione, ha ottenuto due vittorie.Al volante della monoposto del teamCO2 Motorsport <strong>di</strong> Ezio Cosmai, ha concluso<strong>una</strong> prima gara avvincente e combattuta chegli ha cosegnato il successo solo a pochi giridal termine, dopo aver duellato coi suoi compagni<strong>di</strong> squadra. Allo spegnersi dei semaforiThiemo Storz mantiene agevolmente la primaposizione, mentre alle sue spalle è lotta traMauro Brozzi e Scuncio, che infila il pilota dellaBellspeed alla seconda curva. Non restainerme Brozzi, che nel rettilineo dopo la terzastaccata, con la sua Dallara <strong>di</strong> Formula 3 infilala monoposto <strong>di</strong> CO2 portandosi nuovamentein seconda posizione. Alle loro spalle, al terminedel primo giro, Fabrizio Comi risalito inquarta posizione con la monoposto del teamAlan precede Ludwig Ghi<strong>di</strong>, Giov<strong>anni</strong> Venturini,Alberto Bassi e Pierluigi Veronesi, tutti a bordodelle Tatuus <strong>di</strong> Ezio Cosmai. Nella secondatornata Scuncio infila definitivamente Brozziper il secondo posto, mentre alle loro spalleun contatto tra Ghi<strong>di</strong> e Comi, pone fine allagara <strong>di</strong> entrambi. Nella parte finale del giro inoltre,Brozzi commette un errore finendo in testacoda.Colpo <strong>di</strong> scena alla <strong>di</strong>ciottesima tornataquando Storz, che accusa problemi al cambio,si vede superato all'esterno della prima curvada Scuncio, e nel tratto centrale anche il giovaneVenturini, alla sua prima gara, ottiene ilsecondo posto. Bisogna però sottolineare labuona prestazione del pilota tedesco, che peroltre cinque giri ha resisitito in con<strong>di</strong>zionimenomate ai più agguerriti compagni in senoalla CO2 Motorspot. Termina la gara con unquintetto d'archi del team CO2 Motorsport,che ha piazzato davanti a tutti il full compostoda Scuncio, Venturini, Storz, Bassi e Veronesi.Primo cambio <strong>di</strong> 'colore' con la sesta piazzadella TJ Emme <strong>di</strong> Luca Pizzico, famoso pilotavirtuale alla sua seconda gara nel Formula2000 Light, dopo l'appuntamento <strong>di</strong> Imola.In gara 2, non si schiera per la seconda mancheFabrizio Comi, con la monoposto Alan danneggiataa causa del contatto precedente conGhi<strong>di</strong>. Nel prestart Thiemo Storz spegne ilmotore, con conseguente secondo giro <strong>di</strong> formazione.Al via effettivo della gara, LudwighGhi<strong>di</strong>, poleman della corsa, viene infilato daScuncio, che conquista così la leadership chenon verrà più messa in <strong>di</strong>scussione. Al terminedel primo passaggio, in terza posizione siinstalla Giov<strong>anni</strong> Venturini, seguito da MauroBrozzi, con la prima Dallara F3, seguito da PierluigiVeronesi, Domenico Ferlito e ChristpheVernet. Al secondo giro Ferlito supera Veronesiportandosi in quinta posizione, mentredavanti Scuncio ha preso un po' <strong>di</strong> margine suGhi<strong>di</strong>, incalzato da Venturini. Nel corso dell'ottavatornata Venturini supera Ghi<strong>di</strong> per laseconda posizione. Da qui in poi la gara vedràsolo, nella parte centrale, un leggero recupero<strong>di</strong> Storz, partito dai box, già decimo. Brozzisupera, al <strong>di</strong>ciassettesimo passaggio, Ghi<strong>di</strong>per il terzo posto assoluto, portandosi a ridosso<strong>di</strong> Venturini per cercare <strong>di</strong> agguantare lapiazza d'onore. <strong>Il</strong> giovane pilota del CO2 Motorsport,vistosi incalzato, abbassa il suo ritmo erecupera decimi importanti su Scuncio. All'ultimogiro, i tre piloti sono racchiusi in un secondo,con Brozzi che alla Cavanella Po tenta l'attaccoai due davanti, ma arrivando lungo devedesistere, conquistando un'onorevole terzaposizione. Con Ludwig Ghi<strong>di</strong> che mantiene laquarta posizione dagli attacchi <strong>di</strong> Vernet, sitransita sotto la ban<strong>di</strong>era a scacchi con AlbertoBassi al sesto posto, Domenico Ferlito, PierluigiVeronesi, Luca Pizzico e Thiemo Storz achiudere la top ten. Proprio Pizzico <strong>di</strong>mostragrande carattere tenendo <strong>di</strong>etro un arrembanteStorz, che non riesce nei giri finali a superareil virtual driver, ormai sempre più a suoagio con le vetture reali.Antonio CaruccioL'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> arrivo <strong>di</strong> gara 1,domenica 9 novembre 20081 - Martin Scuncio - CO2 - 21 giri in 26'35"4292 - Giov<strong>anni</strong> Venturini - CO2 - 0"4143 - Thiemo Storz - CO2 - 3"6514 - Alberto Bassi - CO2 - 4"1085 - Pierlugi Veronesi - CO2 - 7"5486 - Luca Pizzico - Tj Emme - 24"9697 - Domenico Ferlito - Tomcat - 27"0618 - Christophe Vernet - AP - 37"1109 - Luca Spiga - Emmegi - 50"67610 - Marco Spiga - Emmegi - 1'02"96311 - Andrea Leoni - Alan - 1'03"14912 - Luigi Folloni - Bellspeed - a 1 giro *Ritirati2 giri - Ludwig Ghi<strong>di</strong> - CO22 giri - Mauro Brozzi - Bellspeed *1 giro - Fabrizio Comi - Alan *1 giro - Gilles Pagani - Alan *Giro Veloce: Marin Scuncio 1'14"992* In<strong>di</strong>ca le monoposto <strong>di</strong> F.3L'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> arrivo <strong>di</strong> gara 2,domenica 9 novembre 20081 - Martin Scuncio - CO2 - 20 giri in 25'16"7872 - Giov<strong>anni</strong> Venturini - CO2 - 1"0463 - Mauro Brozzi - Bellspeed - 1"289 *4 - Ludwig Ghi<strong>di</strong> - CO2 - 4"3615 - Christophe Vernet - AP - 9"4826 - Alberto Bassi - CO2 - 10"2187 - Domenico Ferlito - Tomcat - 10"6068 - Pierlugi Veronesi - CO2 - 13"8189 - Luca Pizzico - Tj Emme - 21"85010 - Thiemo Storz - CO2 - 23"07811 - Andrea Leoni - Alan - 41"91912 - Gilles Pagani - Alan - 42"276 *13 - Luca Spiga - Emmegi - 53"34114 - Marco Spiga - Emmegi - 53"40915 - Luigi Folloni - Bellspeed - a 1 giro *Non Partito1 giro - Fabrizio Comi - Alan *Giro Veloce: Mauro Brozzi 1'14"528 ** In<strong>di</strong>ca le monoposto <strong>di</strong> F.3<strong>Il</strong> Trofeo Invernale1. Scuncio 66 punti; 2. Venturini 56; 3. Bassi 40; 4.Storz 37; 5. Veronesi & Vernet 34; 7. Ferlito 32; 8.Pizzico 30; 9. Ghi<strong>di</strong> 29; 10. Brozzi 28; 11. L. Spiga &Leoni 16; 13. M. Spiga 12; 14. Folloni 7; 15. Pagani6; 16. Comi 1.40


GT giapponese al FujiTreluyer-Motoyamacampioni bagnatiDoppio successo in casa Nissan nelfinale <strong>di</strong> stagione SuperGT al Fuji. Afar coppia con il successo in pista <strong>di</strong>Tsugio Matsuda e Nelson Philippe èarrivato il titolo, conquistato al termine<strong>di</strong> un campionato tutto nel segnodelle nuovissime GT-R, da Benoit Treluyere Satoshi Motoyama (sopra). PerMatsuda e Philippe, la mossa vincenteè arrivata prima del via, quandoKazuyoshi Hoshino, boss <strong>di</strong> casaImpul, ha deciso <strong>di</strong> montare gommeslick nonostante un breve rovescioavesse convinto a puntare sulle rain iprincipali rivali. Con la fine dell'acquazzone,Matsuda ha iniziato adaumentare il proprio vantaggio, assestandoil colpo del knock-out quandotutti si sono visti costretti a passareagli pneumatici da asciutto. Nonostanteun nuovo acquazzone, Philippeha completato l'opera in tranquillità,centrando un settimo successorecord per la casa <strong>di</strong> Yokohama. Acompletare il po<strong>di</strong>o, due equipaggiLexus: Tachikawa e Lyons hanno conclusoal secondo posto dopo un recuperonel finale, nel <strong>di</strong>sperato tentativo<strong>di</strong> contendere la vittoria in campionato,seguiti dai compagni <strong>di</strong> marcaLexus Daisuke Ito e Bjorn Wirdheim.Altre quattro Lexus SC430 hannooccupato le posizioni dalla quintaall'ottava, <strong>di</strong>etro la NSX <strong>di</strong> Duval edHiranaka.Marco CortesiL'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> arrivo,domenica 9 novembre 20081 - Matsuda-Philippe (Nissan GT-R) - Impul66 giri 1.57'09.6242 - Tachikawa-Lyons (Lexus SC430) - Cerumo – 12.2703 - Ito-Wirdheim (Lexus SC430) - LeMans - 13.9274 - Duval-Hiranka (<strong>Honda</strong> NSX) - Nakajima - 41.1775 - Takagi-Couto (Lexus SC430) - Sard - 42.9156 - Dumbreck-Kataoka (Lexus SC430) - Kraft - 58.8917 - Wakisaka-Lotterer (Lexus SC430) - Tom's - 01'47.0618 - Tsuchiya-Ishiura (Lexus SC430) - Tsuchiya - 1Lap9 - Motoyama-Treluyer (Nissan GT-R) - Nismo - 1Lap10 - Kaneishi-Kaneishi (<strong>Honda</strong> NSX) - Real - 1Lap11 - Krumm-Yanagida (Nissan GT-R) - Nismo - 1Lap12 - Firman-Izawa (<strong>Honda</strong> NSX) - Team Aguri - 1Lap13 - Quintarelli-Yokomizo (Nissan GT-R) - Hasemi – 2 giri14 - Michigami-Kogure (<strong>Honda</strong> NSX) - Dome – 2 giri15 - De Oliveira-Ara (Nissan GT-R) - Kondo – 20 giriRitiratiIde-Hosokawa - 17 giri<strong>Il</strong> campionato finale1.Motoyama-Treluyer 76; 2.Tachikawa-Lyons 72; 3.Wakisaka-Lotterer63; 4.Philippe-Matsuda 61; 5.Michigami-Kogure60; 6.Krumm-Yanagida 57; 7.Firman-Izawa 49; 8.Dumbreck-Kataoka45; 9.Duval-Hiranaka 43; 10.Ide-Hosokawa41; 11.Quintarelli-Yokomizo, Wirdheim 39; 13.De Oliveira-Ara 34; 14.Tsuchiya-Ishiura 23; 15.Ito 21.41


Nascar a PhoenixJohnsonad un passo dal titolo42E' quasi fatta per Jimmie Johnson: grazie alsuccesso conquistato a Phoenix, Arizona, untrentaseiesimo posto sarà sufficiente adHomestead per festeggiare il terzo titolo consecutivo.Dopo un inizio convincente <strong>di</strong> KurtBusch, estremamente competitivo grazie agliaggiornati motori Dodge montati dal team Penske,Johnson è passato in testa per la primavolta al giro 81, dopo che <strong>una</strong> ban<strong>di</strong>era rossaper pioggia (in pieno deserto, sich...) avevabloccato i suoi tentativi precedenti. NeutralizzatoMcMurray (sopra), balzato davanti graziead un velocissimo pit-stop a due terzi <strong>di</strong> corsa,il campione in carica ha controllato negliultimi giri un prepotente ritorno <strong>di</strong> Busch, centrandola settima vittoria dell'anno. Dietro aMcMurray, riuscito a chiudere in terza piazza,Carl Edwards ha recuperare fino al quartoposto dopo un inizio <strong>di</strong>fficile, pur senza dar maila sensazione <strong>di</strong> poter competere con i primi.A completare la top-5 è stato Denny Hamlin,davanti a Dale Earnhardt Jr, Kevin Harvick eKyle Busch. Numerosi gli incidenti, che hannoquasi sempre visto coinvolti gli ex delle ruotescoperte. Dopo l'errore <strong>di</strong> Hornish, che avavacoinvolto anche Elliott Sadler nelle prime fasi,ed il violento botto <strong>di</strong> Vickers, tra<strong>di</strong>to da <strong>una</strong>gomma, si è arrivati anche all'esposizione dellaban<strong>di</strong>era rossa al giro 269. Ad innescare lacarambola, <strong>una</strong> toccata <strong>di</strong> Montoya ai d<strong>anni</strong> <strong>di</strong>Mears, con il risultato <strong>di</strong> far finire Scott Speedletteralmente sotto a David Gilliland nel tentativo<strong>di</strong> superae indenne il blocco.Un'altro pile-up è avvenuto sul traguardo, aseguito <strong>di</strong> <strong>una</strong> sportellata rifilata da Kensethad Allmen<strong>di</strong>nger (i due erano finiti in testacoda,insieme a Tony Stewart, pochi giri prima).Coinvolto, stavolta incolpevolmente, Montoya,insieme a Schrader, Robby Gordon e Bill Elliott.Allmen<strong>di</strong>nger e Montoya hanno poi concluso,nonostante i guai in pista, in se<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>ciassettesima posizione. Top-20 sono arrivateanche per Marcos Ambrose, Bobby Labontee Dave BlaneyMarco Cortesi


L'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> arrivo,domenica 9 novembre 20081 - Jimmie Johnson (Chevy) - Hendrick - 3132 - Kurt Busch (Dodge) - Penske - 3133 - Jamie McMurray (Ford) - Roush - 3134 - Carl Edwards (Ford) - Roush - 3135 - Denny Hamlin (Toyota) - Gibbs - 3136 - Dale Earnhardt Jr. (Chevy) - Hendrick - 3137 - Kevin Harvick (Chevy) - Childress - 3138 - Kyle Busch (Toyota) - Gibbs - 3139 - Jeff Burton (Chevy) - Childress - 31310 - David Ragan (Ford) - Roush - 31311 - Greg Biffle (Ford) - Roush - 31312 - Clint Bowyer (Chevy) - Childress - 31313 - Kasey Kahne (Dodge) - Evernham - 31314 - Mark Martin (Chevy) - DEI - 31315 - Matt Kenseth (Ford) - Roush - 31316 - A.J. Allmen<strong>di</strong>nger (Dodge) - Evernham - 31317 - Juan Montoya (Dodge) - Ganassi - 31318 - Marcos Ambrose (Toyota) - Waltrip - 31319 - Bobby Labonte (Dodge) - Petty - 31220 - Dave Blaney (Toyota) - Davis - 31221 - Travis Kvapil (Ford) - Yates - 31222 - Tony Stewart (Toyota) - Gibbs - 31223 - Regan Smith - ( - Chevy) - DEI - 31224 - Michael Waltrip (Toyota) - Waltrip - 31125 - David Reutimann (Toyota) - Waltrip - 31126 - Paul Menard (Chevy) - DEI - 31127 - Ken Schrader (Toyota) - HOF - 31128 - Robby Gordon (Dodge) - Gordon - 31129 - Bill Elliott (Ford) - Wood - 31130 - Elliott Sadler (Dodge) - Evernham - 31031 - Reed Sorenson (Dodge) - Ganassi - 30932 - Sterling Marlin (Chevy) - Phoenix - 30933 - Sam Hornish Jr. - ( - Dodge) - Penske - 30834 - Ryan Newman (Dodge) - Penske - 30235 - David Gilliland (Ford) - Yates - 29836 - Casey Mears (Chevy) - Hendrick - 27837 - Johnny Sauter (Chevy) - Haas - 27438 - Scott Riggs (Chevy) - Haas - 27139 - Kyle Petty (Dodge) - Petty - 27040 - Scott Speed (Toyota) - Red Bull - 26941 - Jeff Gordon (Chevy) - Hendrick - 26642 - Brian Vickers (Toyota) - Red Bull - 2943 - Martin Truex Jr. (Chevy) - DEI - 27<strong>Il</strong> Campionato1. Jimmie Johnson 6561; 2. Carl Edwards 6420; 3. GregBiffle 6358; 4. Jeff Burton 6292; 5. Kevin Harvick 6233;6. Clint Bowyer 6226; 7. Jeff Gordon 6151; 8. Matt Kenseth6091; 9. Denny Hamlin 6090; 10. Dale EarnhardtJr. 6087; 11. Kyle Busch 6080; 12. Tony Stewart 6059.DEI e Ganassi al centro del mercato pilotiNonostante le numerose cartuccesparate nelle scorsesettimane, è ancora attivo ilmercato in Sprint Cup. Atenere banco però, comeaccaduto nel2007, sono lesquadre. Sembraessere abuon punto latrattativa per<strong>una</strong> fusione tra iteam Ganassi (adestra) e DEI,che farebbenascere <strong>una</strong> formazionea quattro punte capitanatain pista proprio daChip Ganassi. Da sciogliereil nodo Martin Truex Jr, chenon ha ancora rinnovato ilproprio contratto. Entrato inprecedenza in trattativa conDEI, anche il team Petty è allaricerca <strong>di</strong> un partner per laprossima stagione, chevedrebbe anche lapartenza <strong>di</strong> KylePetty. Costretto ad"emigrare" dallavolontà della squadra<strong>di</strong> famiglia <strong>di</strong>schierare a tempopieno il giovaneChad McCumbee,Petty potrebbe <strong>di</strong>viderela Ford Fusiondei Wood Brothers con BillElliott. Dubbi ci sono anche incasa Penske e Gibbs: KurtBusch, in precedenza prontoad andarsene causa mancanza<strong>di</strong> competitività, potrebbeessere convinto a restare dalleritrovate prestazioni delleDodge Charger del Capitano,mentre il team <strong>di</strong> proprietàdel guru NFL sta valutando sedare a Joey Logano un'altrastagione nell'ombra, per evitare<strong>di</strong> "bruciarlo" troppo prestocome sostituto <strong>di</strong> TonyStewart.43


La novità - Renault MéganePiacerebbea... Batman44


V6 3.5 24V360 CavalliLo scorso 4 novembre, ha giratosulla pista <strong>di</strong> Le Castellet conalla guida Kurt Mollekens, chesi alterna tra un ruolo <strong>di</strong> pilotasempre più saltuario (ma maledettamenteveloce) e quello <strong>di</strong>team manager della KTR impegnatanella World SeriesRenault. La bellissima e nuovissimaMegane che darà vita alTrophy europeo nel 2009 continuaa percorrere chilometri suchilometri e questa volta lo hafatto davanti alle squadre che lautilizzeranno tra pochi mesi. ALe Castellet infatti, hanno giratole vecchie Mégane, prossimealla pensione, con almeno <strong>una</strong>trentina <strong>di</strong> piloti, parecchi voltinuovi. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>stacco tra la Méganeche ha gareggiato dal 2005 al2008 e quella che ne prenderàil posto è netto. La carrozzeria èinfatti ispirata da quella che sichiama la Nouvelle MéganeCoupé, spinta da un motore NissanV6 3.5 24 valvole <strong>di</strong> 360cavalli. Una vera bestia. Ognipiccolo particolare, soprattuttodal punto <strong>di</strong> vista aero<strong>di</strong>namico(il coefficiente <strong>di</strong> penetrazione èmigliorato del 20 per cento), èestremamente curato e ad <strong>una</strong>prima vista, la vettura franceseè decisamente aggressiva,accattivante. Le marce sonoazionate tramite le paletteposte <strong>di</strong>etro al volante, le portieresi aprono come sulla macchina<strong>di</strong> Batman… scorrendo versol’alto. Le performance sonoparagonabili a quelle <strong>di</strong> <strong>una</strong> vetturaGT3. La commercializzazionedella nuova Megane avverràa fine anno e sarà dotata <strong>di</strong> unkit per l’adattamento. La mo<strong>di</strong>ficadel telaio sarà effettuatapresso l’Alpine.45


Superstars - L’Au<strong>di</strong> guarda al CITEProvocazioneGiovedì 7 novembre ad Adria è scesa in pistacon Gi<strong>anni</strong> Morbidelli un'Au<strong>di</strong> RS4 in versionealleggerita rispetto a quella del CampionatoItaliano Superstars, ma anche più lightnel propulsore: il V8 è stato infatti portatoa quattro litri me<strong>di</strong>ante accorciamento dellacorsa della versione <strong>di</strong> serie (4.200cc). <strong>Il</strong>perché lo ha spiegato Emilio Radaelli: "Stiamoancora aspettando che gli organizzatoridella Superstars ci facciano sapere se saràpossibile prendere parte nel 2009 alla loroserie con <strong>una</strong> vettura basata sulla piattaformaA5. Nel frattempo abbiamo avuto segnali<strong>di</strong> interesse concreto provenienti dal mercatodel CITE. Alcuni piloti ed un team datempo attivo nelle gare Turismo credonoinfatti che la RS4 in versione CITE abbia unpotenziale ed abbiamo aperto <strong>una</strong> trattativaper vendere <strong>una</strong> o più vetture. Essendosiconcluso da tempo il Superstars, abbiamoavuto la possibilità <strong>di</strong> alleggerire la vetturamontando nuovi elementi della carrozzeriain carbonio come porta lato-pilota e cofanoposteriore anche se siamo scesi solo a1310 kg e non al peso minimo. Inoltre abbiamoportato il motore entro i limiti dei quattrolitri previsto dal regolamento e siamo46


RS4venuti ad Adria per capire cosa può valerela RS4 in questo nuovo contesto. E pensoche, visti i primi riscontri, la vettura abbia unpotenziale intressante anche in questa categoria".Morbidelli, che per la prima volta usavale gomme Dunlop previste nella categoria,si è detto colpito dall'ottimo passo dellanuova versione, ha percorso un centinaio<strong>di</strong> chilometri ottenendo come miglior tempo1'19"1, un tempo da paragonarsi alla poleposition della gara CITE <strong>di</strong> settembre in cuiil poleman Nicola Bianchet (BMW M3 E46)aveva ottenuto 1'19"353. La squadra haanche paragonato la RS4 "quattro litri" allaRS4 in versione Superstars, su cui Morbidelliha ottenuto 1'20"1 con l'auto portataal peso minimo <strong>di</strong> categoria. Nella qualificadella gara Superstars Morbidelli aveva ottenutola pole con 1'20"817, ma in quellaoccasione la sua RS4 era appesantita daoltre un quintale <strong>di</strong> zavorra dovuta ai risultatiottenuti in campionato. Morbidelli haanche testato la mattina un nuovo muso aelevata deportanza sulla RS4 Superstars,che potrebbe essere impiegato nella prossimastagione nell'<strong>una</strong> o nell'altra categoria,o in entrambe.47


L’intervista - Giacomo Piccini<strong>Il</strong> babyLambovuolecrescereA Vallelunga hai coronato con iltitolo <strong>una</strong> annata fantastica nelCampionato Italiano GT3,affrontato per il terzo anno consecutivocon la Lamborghini.Metabolizzato il successo,come commenteresti questastagione?”Sapevamo <strong>di</strong> essere competitivie che la vettura andava forte,ormai ho <strong>una</strong> grande esperienzasu questa macchina correndovida tre <strong>anni</strong>. Abbiamoiniziato con qualche incertezzaperchè nella prima gara <strong>di</strong> Monzail mio compagno MatteoGrassotto ha purtroppo sbattutonelle prove libere, nell'impattoè rimasto danneggiato il telaiodella vettura e abbiamo dovutosaltare le due corse brianzole.Ci siamo ripresi al Mugello,ma a Magione abbiamo riportatola rottura del motore e dellasospensione. Le prime garesono state quin<strong>di</strong> un po' soffertea causa <strong>di</strong> problemi <strong>di</strong> affidabilità,in<strong>di</strong>pendenti dalla squadra,e da un errore <strong>di</strong> Matteo.Però siamo sempre stati veloci,pur non ottenendo alcunpunto. Dopo Valencia, abbiamosaltato un'altra gara per un problemaalla centralina dove nonabbiamo preso il via della corsa.Poi il nostro riscatto, ottenendoun primo ed un secondoposto al Mugello, con la secondaparte della stagione in crescendo.Mi sono trovato a mioagio con Grassotto, pilota veloce,oltre che un ragazzo eccezionale;è stata <strong>una</strong> bella stagioneper tutti e due, anche perchèsiamo stati coa<strong>di</strong>uvati da<strong>una</strong> squadra che ha svolto unottimo lavoro, a cui va sicuramenteun ringraziamento, nellapersona del suo responsabile,Clau<strong>di</strong>o Rossetto, <strong>di</strong>ventato nelcorso degli <strong>anni</strong> un amico, piuttostoche un ottimo team manger”.- Come ti sei trovato al volante<strong>di</strong> questa Lamborghini?”È <strong>una</strong> vettura che conoscobenissimo, è come se mi fossecucita addosso e l'ho sviluppatainsieme alla mia squadra.<strong>Il</strong> secondo posto delMugello è stato importanteperchè ci ha dato l'opportunità<strong>di</strong> confrontarci con piloti espertiquali Matteo Malucelli e MarcelloZani, che sono però riuscitia vincere la prima manchegrazie alla mancanza <strong>di</strong> penalitàin quanto esor<strong>di</strong>enti nelround toscano, mentre noidovevamo scontare trentasecon<strong>di</strong>. In gara 2 invece, siamoriusciti a vincere pur conuno svantaggio <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>cisecon<strong>di</strong>. Questo è stato unmomento fondamentale dellastagione in cui ci siamo battuticontro <strong>una</strong> vettura molto performantecome la Aston Martinguidata da due piloti <strong>di</strong> in<strong>di</strong>scussepotenzialità. Nell'ultimoround <strong>di</strong> campionato a Vallelungaè stato bello lottarecon mio fratello Andrea, venutoad aiutarmi per la conquistadel titolo. Mi sono <strong>di</strong>vertitomolto, constatando che lamacchina è molto competitiva,soprattutto in qualifica, <strong>di</strong>mostrandosial livello delle GT2.Correre il campionato italianoper il terzo anno forse è un po'limitativo, ma questa è stata ladecisione della squadra, a cuimi sono volentieri rimesso”.- Un sodalizio con Mik Corseche dura dal tuo esor<strong>di</strong>o conle ruote coperte... quanto contal’affinità e la fiducia trateam e piloti in <strong>una</strong> categoriacome il GT in cui non c’è solola componente umana, ma unvero e proprio lavoro <strong>di</strong> squadra?”Secondo me molto, perchècon la mia squadra mi sono trovatobenissimo; ho inoltre trovatodei compagni con cui hoavuto un ottimo feeling, daLuciano Linossi il primo anno,molto più esperto <strong>di</strong> me allamia prima esperienza con leruote coperte, a Giov<strong>anni</strong> Bertonlo scorso anno, con cui hostretto un'amicizia che va al <strong>di</strong>là del paddock. Ovviamente èpiù recente, ma non menointenso, il legame tra me eMatteo, con cui ho corso e vintonel 2008. Dà sod<strong>di</strong>sfazioneaver vinto tre <strong>di</strong>fferenti titolicon compagni <strong>di</strong>versi, mantendoperò costante la squadra <strong>di</strong>uomini intorno a me, a cui vaun pensiero speciale per l'ottimolavoro svolto in ogni con<strong>di</strong>zionepermettendomi <strong>di</strong> mette-48


e in luce al meglio le miepotenzialità, e parte <strong>di</strong> questosuccesso va certamente de<strong>di</strong>catoa loro”.- Tornando sul tuo passaggioin GT, hai come tutti i pilotiaffrontato delle stagioni informula, ma a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong>molti, sei stato uno dei primiad adattarsi nel 2006 allaGallardo.”Sento spesso altri colleghiche non ritengono le Gran Turismoauto da corsa se paragonatead <strong>una</strong> monoposto… manon sono d’accordo. Semplicemente,richiedono <strong>di</strong>versi stili<strong>di</strong> guida. Se in curva un formulatende a scivolare lungo latraiettoria, il GT invece interrompela curva, portandoti arealizzarla in più tempi, perchèè <strong>una</strong> macchina molto più fisicache va dominata a causadell'enorme potenza che sviluppa.Non tutti i piloti che vannoforte in monoposto riesconoad essere competitivi anchecon le ruote coperte. Personalmentemi piacciono entrambigli stili, versatilità che mi haaiutato nel trovarmi a mio agioin ogni con<strong>di</strong>zione.- Per tornare alla tua stagione2008, dovendo scegliere ilmiglior momento, qualesegnaleresti?”L'ultima gara perché è statal'apoteosi, la macchina andavabenissimo e mi ha permesso <strong>di</strong>raccogliere un risultato eccazionale,coa<strong>di</strong>uvato anche dall'arrivo<strong>di</strong> mio fratello”.- <strong>Il</strong> peggiore invece?”Magione. Perchè mentre eroin testa mi si è rotta la sospensione,fatto che mi ha costrettoa sbattere contro il muro, ilmio primo vero incidente in GT.Non più fort<strong>una</strong>to fui in gara 2,dove ho dovuto registrare larottura del propulsore”.- Nella tua vita sportiva non cisono soltanto vetture GT. Haiprovato insieme a tuo fratelloAndrea la Lucchini del teamRacing Box <strong>di</strong> classe LMP2.Com’è andato questo test?”Direi che il test è andatobene. Abbiamo girato in buonitempi, pur avendo percorsopoche tornate sono riuscito adadattarmi in fretta alla vettura.La macchina mi è piaciuta moltoperchè, rispetto ad <strong>una</strong> GranTurismo, è molto più simile daguidare a un formula, essendomolto veloce in curva, oltre chemontare freni in carbonio puòvantare minor peso ed <strong>una</strong>maggior stabilità nei cambi <strong>di</strong><strong>di</strong>rezione”.- Quali probablità ci saranno <strong>di</strong>vederti al via della LMS 2009?”C'è anche un'ipotesi LMS perla prossima stagione, sicuramenteinteressantissima”.- Sempre con la Lamborghini inquesta stagione hai partecipatoal GT Open con la stessamacchina e team, cogliendoanche un successo a Spa.Cosa si prova ad essere unodei piloti più versatili del panoramamotoristico nazionale enon solo?”È <strong>una</strong> bella sod<strong>di</strong>sfazioneanche perchè sono arrivato aSpa dopo un evento con la MikCorse a Vallelunga. Sono arrivatoin Belgio quando tutti avevanogià affrontato il primo turno<strong>di</strong> prove libere, e saltato inmacchina per la seconda sessioneho segnato il miglior tempo.Poi, ho ottenuto la poleposition seguita dalla vittorianella prima manche. Spa è lamia pista preferita e credo sisia visto dai risultati”.- Attese, progetti ed aspettiveper la prossima stagione?Cosa c’è nel futuro <strong>di</strong> GiacomoPiccini?“Spero <strong>di</strong> poter continuare conMik Corse. C'è un progettomolto interessante con la LamborghiniGT2, anche se stiamoancora valutando tutte le opzioni.Potremmo anche portareavanti in parallelo il campionatoLe Mans Series, viste lepoche date della categoriaendurance. È arrivato ilmomento <strong>di</strong> crescere, mi sentoun po' stretto nel GT Italianoe credo sia arrivato ilmomento <strong>di</strong> fare nuove esperienze”.Antonio Caruccio49


Ruote nelCarlo AbarthL’uomoche sussurravaai motoriCarlo Abarth in posa con alcune delle sue fort<strong>una</strong>te “creature”Un uomo sdraiato sulla pistascruta attentamente l’orizzonte,mentre regge in <strong>una</strong> manoun cronometro. Al passaggio<strong>di</strong> <strong>una</strong> vettura prototipo, fermale lancette e abbozza un sorrisonel vedere il tempo segnato.Lo scenario è il mitico anello<strong>di</strong> alta velocità dell’Autodromo<strong>di</strong> Monza, l’epoca è la finedegli <strong>anni</strong> ’50, l’uomo è CarloAbarth. Un mito che ha scrittopagine storiche dell’automobilismomon<strong>di</strong>ale. Definito daalcuni come “l’uomo che sussurravaai motori”, ha animatoi sogni <strong>di</strong> tantissimi appassionati,che ancor oggi dannovita a raduni in tutto il mondosotto il segno del leggendario“scorpione”. <strong>Il</strong> simbolo sceltoda Abarth in quanto suo segnozo<strong>di</strong>acale e che ha semprecontrad<strong>di</strong>stinto i suoi prodotti.La storia dell’impren<strong>di</strong>toremeranese ha inizio esattamenteun secolo fa, il 14novembre del 1898. Sebbenesia nato a Vienna, Abarth è daconsiderarsi alto atesino a tuttigli effetti. Le notizie circa lasua famiglia, risalgono allaseconda metà dell’ottocento,quando il nonno omonimoKarl, gestisce un servizio taxi50


temposua grande passione per imotori. Inizia come meccanicoin un’officina che collaboravacon la facoltà <strong>di</strong> ingegneria <strong>di</strong>Vienna per le meccaniche <strong>di</strong>precisione. Lavora anche allaDegan, dove si producono itelai delle motociclette e proprioqui conosce Josef Opawsky,campione delle due ruote,che lo introduce nella scuderiadella Motor Thun.con carrozze trainate da cavallinel tratto che va da Meranoal Passo <strong>di</strong> Resia, in Alto A<strong>di</strong>ge.Un’attività che si combinaanche con quella <strong>di</strong> albergatore,macellaio e pure produttore<strong>di</strong> salumi. Uno dei suoi figli,anch’esso <strong>di</strong> nome Karl, emigranella vicina Austria, doveabbraccia la carriera militare,<strong>di</strong>ventando ufficiale dell’esercitoaustriaco. Qui si sposa e<strong>di</strong>venta padre per l’appuntodel nostro Carlo, ma <strong>una</strong> voltalasciata la vita <strong>di</strong> caserma, tornaa Merano con tutta la famiglia.Un ritorno temporaneo, inquanto a seguito del <strong>di</strong>vorziodei coniugi Abarth, ancora giovanissimo,si ritrova a Viennaaccanto alla madre, insiemealla sorella minore Anna. Nellacapitale austriaca, hacomunque modo <strong>di</strong> coltivare laNella storica fabbrica <strong>di</strong> motociclette,Abarth lavora alle revisionidei veicoli e collaudanuove soluzioni. E’ così che hamodo <strong>di</strong> progettare il suo primotelaio in collaborazionecon la Degan. Nel frattempo,si cimenta anche come pilotavincendo alcune gare europee.Memorabile la sfida lanciataall’Orient Express, a bordo<strong>di</strong> un sidecar da lui stessoprogettato. Una competizioneche lo vede prevalere sui1.370 chilometri del tratto traVienna ed Ostenda. Un’affermazionea cui la stampa da unnotevole risalto. L’annessionedell’Austria alla Germania <strong>di</strong>Hitler del 1938, induce Abartha trasferirsi dapprima a Trieste,poi a Lubiana. Qui, durantel’occupazione italiana nel’43, gli viene concesso unlascia passare per poter raggiungerel’Alto A<strong>di</strong>ge. Tornatonella sua terra d’origine, trovalavoro presso <strong>una</strong> azienda produttrice<strong>di</strong> trattori, ma ècostretto a vivere in clandestinità.Terminato il secondo conflittomon<strong>di</strong>ale, l’attività <strong>di</strong>Abarth decolla: si concentranella ven<strong>di</strong>ta delle biciclette,nella produzione <strong>di</strong> motori,nonché <strong>di</strong> accessori. Un passoimportante lo compie nel1946, quando il celebrecostruttore <strong>di</strong> auto Fer<strong>di</strong>nandPorsche, gli conferisce l’incarico<strong>di</strong> curare gli interessi dellaCasa tedesca in Italia, segue a pag 6251


Ruote nelsoprattutto per quanto riguardale nuove soluzioni meccaniche.E’ il prelu<strong>di</strong>o alla svoltanell’ambito delle quattro ruote.Convinto dall’amico TazioNuvolari, Abarth accetta il ruolo<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore sportivo dellaCisitalia (Consorzio ItalianoSportivo Italia), la casa torineseimpegnata nelle competizioniautomobilistiche a livelloeuropeo. Purtroppo l’avventuranon ha fort<strong>una</strong>, complice un fallimentoche travolge la Cisitaliastessa. Abarth però, nondemorde e nel 1949 fonda aTorino la Abarth & C., la cui attivitàspazia dalla produzione <strong>di</strong>autovetture, ai kit per le autosportive.La memoria corre subito allefamose marmitte: un prodotto<strong>di</strong> grande successo, che oltread incrementare leggermentele prestazioni, rendeva il rombodei motori più gradevole. Alpunto da <strong>di</strong>venire <strong>una</strong> vera epropria icona del marchio delloscorpione. Una nuova svoltaarriva con la nascita della Fiat600, un’automobile alla portatadelle famiglie italiane, che inbreve tempo invade l’interapenisola. Abarth coglie imme<strong>di</strong>atamentel’occasione percreare <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> elaborazioni,destinate a dominare la scenaper ben 15 <strong>anni</strong>. Una mossache consente all’impren<strong>di</strong>toremeranese <strong>di</strong> passare dallastrada alla pista. Nel febbraiodel ’58 la “Nuova 500 Fiat”,ribattezzata poi Fiat 500Abarth, si <strong>di</strong>stingue per le prestazioni<strong>di</strong> alto livello sfoderatesull’anello <strong>di</strong> alta velocitàdell’Autodromo <strong>di</strong> Monza. Guidatada <strong>di</strong>versi piloti, tra cuiManfre<strong>di</strong>ni, Zagato e Mario Poltronieri,<strong>di</strong>venuto poi la voceRai per i motori, la 500 Abarthdotata <strong>di</strong> un motore <strong>di</strong> 26 cavallia 5.000 giri al minuto, toccai 120 km/h. E per un’intera settimanagira senza mai fermarsi,alla me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 108 km orari.Un’impresa che sale alla ribaltadella cronaca e che fa della500 un vero e proprio fenomenomotoristico. Un’impresache fa scoccare l’i<strong>di</strong>llio tra laFiat e Abarth, il quale si vedeproporre un contratto alquantoproficuo. La proposta prevedeinfatti un premio in denaro perogni vittoria o record stabilitoin ogni parte del mondo, conovviamente <strong>una</strong> Fiat Abarth.Una forma <strong>di</strong> finanziamentoottimale per la Abarth & C. checomincia così ad allargare ipropri orizzonti. Da qualchetempo, è infatti allo stu<strong>di</strong>o unprototipo da record, la cui progettazionevede coinvolti <strong>di</strong>segnatorie carrozzieri del calibro<strong>di</strong> Bertone, Zagato e Pinifarina.A quest’ultimo viene affidato ilprogetto <strong>di</strong> <strong>una</strong> monoposto <strong>di</strong>747 cmc, con <strong>una</strong> potenza <strong>di</strong>75 cavalli a 7.300 giri al minutoe capace <strong>di</strong> sprigionare <strong>una</strong>potenza <strong>di</strong> circa 215 km/h.E’ la Fiat Abarth 750 che il 22settembre 1960, con al volanteUmberto Maglioli, stabiliscesulla sopraelevata <strong>di</strong> Monzaquattro nuovi record mon<strong>di</strong>aliad <strong>una</strong> velocità me<strong>di</strong>a compresatra i 212 e i 214 km/h. Neigiorni seguenti, vengono stabilitiben altri otto primati con lanuova Fiat Abarth 1000. E’Mario Poltronieri su <strong>una</strong> Fiat Abarth 500 Record52


tempol’apoteosi. Dal 1956 al 1971,le Abarth non conoscerannorivali e parteciperanno ad oltre7.300 competizioni. Blasonatianche i piloti che negli <strong>anni</strong>hanno legato il loro nome alloscorpione: parliamo <strong>di</strong> Nuvolari,Scagliarini, Taruffi, Poltronieri,Hermann, Scetti e Merzario.Ma con i primi <strong>anni</strong> ’70, si profilaun nuovo futuro per l’azienda<strong>di</strong> Corso Marche. Dati icospicui investimenti profusi,la Fiat rileva l’intero complesso<strong>di</strong> Abarth, pur mantenendonela denominazione originale.Un prototipo Abarth in azione sulla sopraelevata <strong>di</strong> MonzaIn realtà l’obiettivo <strong>di</strong> casaAgnelli, è quello <strong>di</strong> utilizzarel’esperienza della struttura <strong>di</strong>Abarth per la preparazione dellevetture da rally. <strong>Il</strong> programmasu cui il grande costruttoretorinese, ha deciso <strong>di</strong> concentrarei propri sforzi. I frutti nontardano a venire e nel 1972 fala sua comparsa la Fiat 124Spider e poi la 131 Abarth, chedetterà legge nel 1980 in Italiacon Adartico Vudafieri. Verso lafine degli <strong>anni</strong> ’70, nella storicasede Abarth si Due Abarth 850 TC in garatrasferisceARCHIVIO UFFICIO STAMPA ACI MILANOanche la squadra corse HF dellaLancia e successivamente,nel 1978, l’intera struttura vieneassorbita dalle attività sportiveFiat in un unico organismo.<strong>Il</strong> 30 settembre del 1981, invecesi conclude anche l’avventuradella Abarth & C. incorporatadalla Fiat Auto Spa. E CarloAbarth? Ritiratosi a vita privata,Abarth trascorre il resto deisuoi giorni nella nativa Viennafino al 23 ottobre del 1979.Data in cui si spegnerà a causa<strong>di</strong> un male incurabile, all’età<strong>di</strong> 71 <strong>anni</strong>. Ma il suo cognomeè tuttora sotto i riflettori. Con ilritorno alle competizioni nel2003, le Punto Abarth RallySuper 1600 si affermano nelcampionato tricolore, per farepoi il bis nel 2006. E semprenello stesso anno, si registraanche il successo a livelloeuropeo nell’IRC (IntercontinentalRally Challenge) dellaGrande Punto Abarth Super2000 condotta da GiandomenicoBasso.a cura <strong>di</strong> Carlo BaffiUna Berlinetta 204A alla 17a e<strong>di</strong>zione della Mille Miglia del 195053


Su stradaToroscatenato54


<strong>Il</strong> commentoLamborghini Gallardo LP 560-43”7 da 0 a 100 km/h-17% <strong>di</strong> emissioniNel recinto delle supersportive, quelle che le ve<strong>di</strong> eal primo colpo d’occhio capisci da dove vengono, c’èsicuramente la Lamborghini che con la nuova GallardoLP 560-4 rinnova il modello <strong>di</strong> maggior successodella sua storia con sapienti ritocchi alla carrozzeriae un V10 che ora ha 560 cavalli ancora più taurini,eppure più puliti e meno assetati. A Sant’Agata Bolognesehanno deciso che il bianco perlato è il loro coloree non hanno torto. Così bassa e tagliente, con leprese d’aria nere e i cerchi da 19” bruniti, fa ancorapiù paura. Nuovi anche i gruppi ottici. Davanti i LED<strong>di</strong>segnano <strong>una</strong> stella a tre punte, <strong>di</strong>etro ce ne sono 3per faro. Belle, ma mai abbastanza dal <strong>di</strong>strarci dalV10 in mostra sotto il cofano trasparente e le duecoppie <strong>di</strong> scarichi gran<strong>di</strong> come le bocche <strong>di</strong> un obice.La scocca è tutta d’alluminio, come mamma Au<strong>di</strong> insegna,e anche il motore V10 viene dalla Germania, Ècresciuto nella cilindrata fino a 5,2 litri e ora ha l’iniezione<strong>di</strong>retta che gli fa raggiungere 560 CV a 8000giri e 540 Nm a 6500 giri, ma gli permette <strong>di</strong> avereconsumi ed emissioni inferiori del 17%. Merito vaanche all’alleggerimento <strong>di</strong> 20 Kg che ha portato lavettura a pesare a secco 1410 kg per un rapportopeso/potenza <strong>di</strong> 2,51 kg/CV che assicura sulla cartaun’accelerazione da 0 a 100 km/h in 3,7 secon<strong>di</strong>.segue a pag 6055


Su stradaGUARDIEE LADRILa Gallardo è anche...177.000 euro325 km/h


Lamborghini Gallardo LP 560-4V10 da560 CV57


Su strada58Mo<strong>di</strong>ficate anche le geometrie delle sospensioni e dello sterzo;rivista l’aero<strong>di</strong>namica, con un nuovo scivolo estrattore che, insiemeallo spoiler posteriore che si solleva oltre 120 km/h, assicuraun carico aero<strong>di</strong>namico migliorato del 31%, quello che ci vuoleper un bolide da 325 km/h. E <strong>una</strong> “Lambo”, ma si entra… normalmente.L’abitacolo è italiano nel gusto e nelle scritte sugli strumenti,ma anche per gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> olio, acqua e batteria al centro.Di tedesco ci sono il climatizzatore bizona e il navigatore, note<strong>di</strong> efficienza che si apprezzano accanto agli interruttori a cursorein metallo protetti da <strong>una</strong> griglia per evitare azionamenti indesideratie alla generale cura con la quale tutto è realizzato e accoppiato.Ci se<strong>di</strong>amo, anzi ci sdraiamo. In mano non abbiamo <strong>una</strong>rivista, ma il volante <strong>di</strong> <strong>una</strong> Lamborghini.Giriamo la chiave e il V10 si avvia. Ha <strong>una</strong> voce profonda, ma sembrache canti a bocca chiusa. Merito della valvola allo scarico chesi apre solo quando si spinge. Sfiorando appena l’acceleratore emettendo il cambio in automatico, la LP560-4 sembra la berlinache la Lamborghini vorrebbe fare, tanto è elastico e morbido ilsuo motore. Certo, passati i 4500 giri, la voce si schiarisce e icavalli si sentono, ma se volete cambiare ritmo, meglio premereil pulsante Sport sul tunnel centrale. <strong>Il</strong> Toro che camminava fermandosiogni tanto a strisciare minaccioso la zampa ora cominciaa correre. Premete il pulsante Corsa ed è come se vedessesventolare il drappo rosso. <strong>Il</strong> V10 ora urla rabbioso tirando cornatea 8000 giri/min fino a limitatore mentre il cambio robotizzato,notevolmente migliorato, spara dentro i rapporti come stoccate.<strong>Il</strong> resto a <strong>di</strong>re il vero, è sportivo, ma non estremo. Lo sterzo anzinon sente quasi le irregolarità dell’asfalto e i freni carboceramici,un po’ molli al pedale quanto instancabili, fanno sollevare conla loro potenza la coda facendola ondeggiare. Eppure con questaGallardo si va fortissimo con poco sforzo, anche grazie alla trazioneintegrale che ti fa schiacciare senza paura l’acceleratore fuorida ogni curva con l’ESP <strong>di</strong>sinserito. La Gallardo LP560-4 è velocissima,potente, emozionante allo sguardo e al volante, ma sicapisce che può dare <strong>di</strong> più, con <strong>una</strong> versione Superleggera, peresempio…Nicola Desiderio


Lamborghini Gallardo LP 560-4SchedatecnicaCoupé 2 porte, 2 posti; motore centrale longitu<strong>di</strong>nale;monoscocca in alluminio; lunghezza 4.345 mm,larghezza 1.900 mm, altezza 1.165 mm, passo 2.560 mm;peso 1450 kg; bagagliaio 110 litri, serbatoio 90 litri.Motore V10 a benzina, cilindrata 5.204 cc; <strong>di</strong>stribuzione bialbero intesta per bancata, 4 valvole per cilindro; iniezione <strong>di</strong>retta;potenza massima 560 CV (412 kW) a 8000 giri/min; coppia massima540 Nm a 6500 giri/min; cambio sequenziale a 6 rapporticon frizione bi<strong>di</strong>sco; trazione integrale con giunto centrale viscosoe <strong>di</strong>fferenziale posteriore autobloccante (45%).Sospensioni in<strong>di</strong>pendenti a doppi bracci trasversali sovrapposti;sterzo a cremagliera con servoassistenza idraulica; freni a <strong>di</strong>scoautoventilanti con <strong>di</strong>schi carboceramici forati con ABS, ASR,ABD ed ESP.Prestazioni velocità massima 325 km/h; accelerazioneda 0 a 100 km/h in 3,7 secon<strong>di</strong> e da 0 a 200 km/h in11,8 secon<strong>di</strong>; consumi 14 litri/100 km;emissioni 327 g/km <strong>di</strong> CO2.Prezzo: 177.400 euro, chiavi inmano.Ci viaggia anche la Polizia StradaleLa Gallardo LP 560-4 è da un meseanche la più veloce, potente e spettacolarevettura della Polizia succedendoa se stessa, ovvero alla precedenteGallardo che in due esemplariha percorso rispettivamente140mila dal 2004 e 100mila km dal2005. In servizio presso il CompartimentoPolizia Stradale Lazio,anche la nuova è dotata del sistemaProvida per il controllo della velocitàe delle targhe attraverso collegamentotelematico con la centrale,del frigo box per il trasporto degliorgani e del defibrillatore.L’avversariaLa carta d’identità della Lambo è moltosimile a quella della Ferrari F430,l’avversaria che viene costruita a 35km <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza. A <strong>di</strong>fferenza del Toro,la Rossa ha un V8 <strong>di</strong> 4,3 litri che girafino a 8700 giri e ha 490 CV, inoltreha la trazione solo posteriore con <strong>di</strong>fferenzialee ammortizzatori guidatidall’elettronica. La F430 rimanein<strong>di</strong>etro sia in velocità (315 km/hcontro 325 km/h) sia in accelerazioneda 0 a 100 km/h (4 secon<strong>di</strong> contro3,7), ma costa anche un po’ meno(172.400 euro contro 177.400). Èvero che c’è anche la Scuderia da510 CV e più leggera <strong>di</strong> 160 kg, maè altrettanto vero che la prossimaGallardo Superleggera promette <strong>di</strong>ristabilire le <strong>di</strong>stanze…Come si accendeLa Gallardo LP 560-4 è tanto estrema nell’aspetto quantotra<strong>di</strong>zionale nella procedura <strong>di</strong> avviamento. Basta infattiinfilare la chiave a destra del piantone e girare, non primaperò aver tirato entrambe le leve <strong>di</strong>etro al volante permette il cambio e.gear in folle. Si tira poi quella <strong>di</strong> destraper inserire la prima e sfiorare l’acceleratore per innestarela frizione e far muove la vettura. Si può procedere conil cambio in automatico o in modalità sequenziale condue livelli <strong>di</strong> sportività: Sport, per andare a passo svelto,o Corsa, per essere Toro scatenato.59


Su stradaCura<strong>di</strong>magrantealla bavarese60Tetto, portiere, cofano motore e fiancatesono in alluminio: così si contiene il peso,si aumenta la tenuta <strong>di</strong> strada e soprattuttosi consuma e inquina meno. Tutti i motorisono nuovi, in alluminio e anche questoaiuta a risparmiare peso. Lo schema dellesospensioni è stato completamente rivistoper ottimizzare la <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> guida e,soprattutto, il comfort: è la prima berlinaBMW con asse anteriore a bracci trasversalisovrapposti; asse posteriore conl’esclusivo Integral V naturalmente inmateriale leggero. La quinta generazionedella BMW Serie 7 si presenta ricca <strong>di</strong> alluminiocome mai nel passato e con un’interpretazionecompletamente nuova dellostile esterno, un ritorno nell’abitacolo alpassato con la plancia orientata verso chiguida e la leva del cambio al centro deltunnel, equipaggiamenti <strong>di</strong> lusso comeinserti in legno sulle portiere che fungonoanche come maniglie <strong>di</strong> appiglio oltre allafunzione ornamentale. Proposta con tremotori, due benzina (740i, 750i) e un <strong>di</strong>esel(730d), può avere passo corto o lungaa seconda delle esigenze <strong>di</strong> chi la vive: più<strong>di</strong>etro o davanti, in poche parole se si usacon l’autista o si invece non si intendecedere a nessuno il posto <strong>di</strong> guida. I motoritutti nuovi sono un V8 da 407 CV consovralimentazione Twin Turbo ed iniezione<strong>di</strong>retta <strong>di</strong> benzina (High Precision Injection);un motore sei cilindri in linea a prestazioniottimizzate con Twin Turbo e HighPrecision Injection (240 kW/326 CV), unnuovo motore 3 litri <strong>di</strong>esel sei cilindri inlinea con sovralimentazione turbo ed iniezioneCommon-Rail della terza generazione(180 kW/245 CV). Tutti i motori hannocilindrate contenute in rapporto alla potenzaerogata e anche questo è un importantesegnale <strong>di</strong> quanto la tecnologia permetta:il V8 della 750i ha le stesse prestazioni<strong>di</strong> un do<strong>di</strong>ci cilindri 5 litri; il sei in lineadella 740i spinge più del vecchio V8 4,4litri… Tutte le nuove Serie 7 sono per ilmomento a trazione posteriore e cambioautomatico a sei rapporti. Successivamentedebutteranno le versioni a trazioneintegrale e anche questa è <strong>una</strong> bella novitàper le ammiraglie bavaresi che mai nellegenerazioni precedenti avevano lasciatospazio a questa offerta. Aperta la portieraoltre alla forma della plancia non piùpiatta ma a onda, colpisce l’attenzione ilgrande schermo da 10,2 pollici con graficaad alta risoluzione, menu a strutturaottimizzata, nuovo iDrive Controller per laselezione e il controllo delle funzioni attraversodei movimenti <strong>di</strong> rotazione, <strong>di</strong> pressionee <strong>di</strong> inclinazione, tasti <strong>di</strong> selezione<strong>di</strong>retta dei vari punti del menu e, per la primavolta, dei tasti preferiti a programmazionelibera per un comando ancora piùintuitivo. Anteprima mon<strong>di</strong>ale è il ConnectedDrive,come optional, che permettel’accesso illimitato a Internet tramite loschermo dell’automobile. Sempre da unpunto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> innovazioni si segnala lapossibilità <strong>di</strong> avere come optional il retrotrenosterzante che anch’esso incrementaulteriormente l’agilità; la regolazionedella velocità con funzione Stop & Go;l’LDW (Lane Departure Warning) avviso <strong>di</strong>cambio corsia con funzione lettura limiti <strong>di</strong>velocità; l’Head-Up-Display, l’assistentefari abbaglianti; il BMW Night Vision per laprima volta con riconoscimento <strong>di</strong> persone;il Side View, la videocamera <strong>di</strong> retromarcia.I prezzi partono da 76.600 europer la 730d e arrivano a 95.800 per la750i. Ovvio che con allestimenti particolarmentericchi i prezzi salgono ma altrettantodeve essere ovvio che questa berlinacosta perché come tecnologia, piacere<strong>di</strong> guida…è avanti almeno cinque <strong>anni</strong>rispetto a tutte le automobili oggi in ven<strong>di</strong>ta.Non per niente, come tra<strong>di</strong>zione insegnada oltre trent’<strong>anni</strong>, BMW presenta suogni nuova generazione della Serie 7 innovazioniche poi solo nel tempo andrannoanche su tutti gli altri modelli della Casabavarese come la 5, la 3…la 1 e che poisi troveranno anche su vetture della concorrenza.Marco MarelliMeccanicaEccellenza assoluta per motori, sospensioni,cambio, telaio e freni. BMW ha oggii migliori motori sia come potenza siacome ren<strong>di</strong>mento. E’ prima anche nellacostruzione con <strong>di</strong>versi materiali in basealla loro posizione per abbassare il baricentroe quin<strong>di</strong> premiare la <strong>di</strong>namica. Lesospensioni sono un capolavoro: bastanotare come gira in curva questa berlinada cinque metri. Insomma è il massimo.EconomiaDue sono i punti negativi <strong>di</strong> questa ammiraglia:il prezzo e la svalutazione. Del primonon si può <strong>di</strong>re molto sapendo cosac’è e il costo <strong>di</strong> tutto ciò; del secondo c’èpoco <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>scutere: tutte le ammiragliesi svalutano tanto, troppo dopo pochi<strong>anni</strong>. BMW non fa eccezione e quin<strong>di</strong>anche questa Serie 7 perderà valore rapidamente,più <strong>di</strong> <strong>una</strong> X5 e anche <strong>di</strong> <strong>una</strong>X6. Forse per questo nel settore delleautomobili <strong>di</strong> lusso molti automobilistidalle berline sono passati ai SUV.


BMW Serie 7SchdatecnicaCarrozzeria: berlina quattro porte trevolumi. Dimensioni: lunghezza 5212 mm;larghezza 1902 mm; altezza 1478 mm.Capacità serbatoio 82 litri. Peso 1895 kg.Volume del bagagliaio 500 litri.Meccanica: motore anteriore longitu<strong>di</strong>nale otto cilindri twin turboa iniezione <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> benzina 4,3 litri, 407 cavalli, 600 Nm<strong>di</strong> coppia. Cambio automatico a sei rapporti con convertitore.Prestazioni: velocità massima autolimitata a 250 km/h; accelerazione0-100 km/h 5,2 secon<strong>di</strong>; consumo combinato 11,4 litri ogni100 chilometri; emissioni <strong>di</strong> CO2 266 g/km.Prezzo: 95.800 euro chiavi in mano.ZoomEsternoNon è <strong>una</strong> rivoluzione. Leggermentepiù bassa, apparepiù slanciata e con proporzionipiù equilibrate. I gruppiottici più presenti la rendonoimportante ma anche moltoelegante. È <strong>una</strong> grandeammiraglia elegante e sportivanella più pura tra<strong>di</strong>zionedel marchio bavarese.InternoLe idee espresse nella generazionepronta al pensionamentosono state buttate alleortiche: la plancia tornaorientata verso il guidatore,la leva del cambio dal piantonedello sterzo ritrovaposto sul tunnel: tutto è perfetto,da vedere, da utilizzare.<strong>Il</strong> computer <strong>di</strong> bordo, il clima,la ra<strong>di</strong>o, il navigatore…sonotutti <strong>di</strong> imme<strong>di</strong>atoutilizzo. Buoni i materiali ecurate le cromie: tatto eocchio vengono ben sod<strong>di</strong>sfatti.C’è più spazio <strong>di</strong>etro..61


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