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Lettura dei caratteri tecnico costruttivi ed architettonici dell'involucro ...

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SECONDA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA Corso di Laurea in Architettura U.E: a.a. 2004/05LABORTORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA IV A/B/CModulo diProgettazione Esecutiva dell’architetturaprof. arch. SERGIO RINALDI<strong>Lettura</strong> <strong>dei</strong> <strong>caratteri</strong> <strong>tecnico</strong> <strong>costruttivi</strong> <strong>ed</strong> <strong>architettonici</strong>dell’involucro <strong>ed</strong>ilizio1


Protezione dalle azioni esterne, durabilità e conservazione in efficienza, aspetto e significativitàespressiva; sono alcuni <strong>dei</strong> requisiti di progetto dell’involucro architettonico che condizionano <strong>ed</strong>eterminano le scelte di materiali e soluzioni costruttive da cui possono scaturire esiti appropriati oincongrui dal punto di vista architettonico e tecnologico.L’intervento di riprogettazione dell’involucro <strong>ed</strong>ilizio esistente, rivolto all’integrazione di nuovicomponenti costituisce un problema ad elevata complessità a causa del sistema di vincoli e inrelazione alle condizioni di maggiore o minore attitudine alla trasformazione offerte dall’<strong>ed</strong>iliziaesistente 1 .Peraltro una delle opportunità che maggiormente determinano l’appropriatezza di un interventosull’involucro esistente è l’introduzione di valore aggiunto prestazionale e architettonico checonsenta di attuare un vero intervento di riqualificazione che, in accordo con il significatodell’etimo, aggiunga o ripristini qualità nell’<strong>ed</strong>ificio.Per raggiungere tale obiettivo occorre una lettura <strong>ed</strong> un’interpretazione attenta <strong>dei</strong> <strong>caratteri</strong>dell’involucro, sia dal punto di vista materico costruttivo cha da quello geometrico configurativo, inmodo che risulti compatibile con entrambi gli aspetti l’aggiunta <strong>dei</strong> nuovi componenti.In tal senso, l’articolazione del presente capitolo affronta dapprima l’analisi delle condizioni diconservazione dell’involucro fornendo contributi per la diagnostica del degrado superficiale;successivamente produce prime indicazioni metodologiche per l’analisi della configurazione dellefacciate <strong>ed</strong>ilizie.Analisi delle inadeguatezze e del degrado dell’involucroNel definire le strategie d’intervento per la riqualificazione dell’involucro <strong>ed</strong>ilizio la scelta dellesoluzioni tecniche da adottare deriva anche dall’individuazione delle inadeguatezze e delle carenzeprestazionali <strong>ed</strong> è strettamente connessa con i materiali e le tecnologie costruttive esistenti e, inmodo particolare, con le dinamiche secondo cui si manifestano e prev<strong>ed</strong>ibilmente evolvono iprocessi di degrado.Per questo motivo, l'iter conoscitivo che conduce alla analisi delle carenze e alla valutazione dellequalità ancora presenti, deve articolarsi in modo da realizzare un quadro complessivo dell'<strong>ed</strong>ificioche sovrappone, articola e sintetizza le relazioni tra i sistemi: ambientale, costruttivo, funzionale, emorfologico.Pertanto si ritiene utile la definizione di un metodo di analisi del degrado dell’involucro che,individui patologie <strong>ed</strong> inadeguatezze e a partire dell’analisi delle condizioni di aggressivitàambientale e dall’individuazione <strong>dei</strong> “punti critici” dell’involucro, definiti in relazione a tipologiecostruttive e materiali impiegati, possa fornire indicazioni utili per garantire l’efficienza nel tempodegli interventi di manutenzione e/o riqualificazione.In sintesi s’individua una doppia chiave di interpretazione del degrado dell’involucro: da un latocome segnale di vulnerabilità della facciata da contrastare con l’introduzione di nuovi componenti1 Infatti “gli interventi trasformativi degli involucri <strong>architettonici</strong> esistenti, che già presentano di per sè non pochiostacoli, nella fattispecie manifestano elementi di complessità particolari perché, non consentendo l'adozione di criteriprogettuali o tecnologici univoci richi<strong>ed</strong>ono, caso per caso, un esame preliminare (dello status e deIle potenzialità reali)che sia finalizzato a delineare il percorso appropriato da seguire per raggiungere gli obiettivi fissati, in rapporto aifattori <strong>ed</strong>ilizi che <strong>caratteri</strong>zzano ciascun involucro”. Cfr. Boaga G. (a cura di) L’involucro architettonico, Masson<strong>ed</strong>itoriale ESA, Roma 1994.2


che aumentano le difese dell’involucro; dall’altro come modello previsionale che consente diprevenire condizioni di rischio per la durabilità.Il riferimento preferenziale all’osservazione diretta, senza ricorso ad indagini strumentali, ègiustificato dalla necessità di raccogliere dati sintetici, ma qualitativamente significativi, connessi auna campagna di indagine sp<strong>ed</strong>itiva estesa ad un parco <strong>ed</strong>ilizio quantitativamente rilevante.Peraltro,”nella maggior parte <strong>dei</strong> casi le proc<strong>ed</strong>ure di ispezione non richi<strong>ed</strong>ono necessariamentel’impiego di strumentazioni sofisticate; mentre ciò che è invece sempre utile, anche ai fini di unacorretta diagnosi e di una accettabile attendibilità <strong>dei</strong> dati, è la presenza di uno strumento che"guidi" l'operatore addetto ai controlli nelle fasi di rilevamento, di valutazione delle condizioni e diregistrazione delle eventuali anomalie riscontrate. Ciò al fine di consentire un controllo rapido,semplice e, soprattutto, non soggetto ai rischi di una registrazione di dati disomogenei nella formao troppo "soggettivi" nei criteri di valutazione” 2 .Tale premessa giustifica la formalizzazione di una guida metodologico-operativa per la raccoltadelle informazioni raccolte sul campo e per la loro interpretazione e sistematizzazione.Metodologia operativa per l’analisi del degradoIl degrado <strong>dei</strong> materiali delle facciate <strong>ed</strong>ilizie è strettamente connesso alle azioni climatiche,all'esposizione solare, all'orientamento del manufatto rispetto ai punti cardinali, alle azioni delvento.Inoltre la presenza sempre maggiore di sostanze inquinanti nell'atmosfera, provenienti soprattuttodal traffico automobilistico, ha provocato negli ultimi decenni un'accelerazione improvvisa deldegrado delle facciate soprattutto in corrispondenza di zone ad alto traffico automobilistico.Pertanto, la metodologia operativa di analisi adottata è articolata in un protocollo basato su: raccoltadocumentale, rilievo a vista e interpretazione del dato finalizzata alla formulazione di primeindicazioni diagnostiche che consentano di individuare orientamenti terapeutici.Per la comprensione e la interpretazione della correlazione tra effetti e cause di degrado, vieneproposta un’indagine articolata in sch<strong>ed</strong>e contenenti dati, di facile lettura e comprensione, checonsentono la valutazione delle alterazioni visibili, presenti sulle facciate degli <strong>ed</strong>ifici oggettod’indagine, in rapporto alle interazioni tra agenti naturali, contesto d’uso, materiali e sistemi<strong>costruttivi</strong>.L’attuazione del protocollo analitico comporta un approccio specialistico, per la elaborazione dellagriglia informativa di supporto e per la valutazione delle informazioni desunte dal sopralluogo, econsente un approccio sp<strong>ed</strong>itivo per la fase di rilievo delle fenomenologie che può essere gestita daun rilevatore non specialista addestrato per l’occasione.La fase istruttoria condotta al livello dell’intero <strong>ed</strong>ificio raccoglie informazioni di carattere generaleriguardanti le <strong>caratteri</strong>stiche conformative, geometriche e tecniche del fabbricato oltre alleindicazioni sul contesto urbano ad esso imm<strong>ed</strong>iatamente adiacente.Ulteriore utile dato conoscitivo è rappresentato dalla storia tecnica dell'<strong>ed</strong>ificio, dalla quale sipossono desumere attendibili correlazioni tra effetti e cause. La storia tecnica dell'<strong>ed</strong>ificio forniscequindi un insieme di notizie utili per poter formulare le prime ipotesi diagnostiche. Tali notizieriguardano interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, prec<strong>ed</strong>entemente effettuati,eventuali cambi delle destinazioni d'uso e comunque notizie sulle vicende tecniche intervenut<strong>ed</strong>urante il ciclo di esistenza dell'<strong>ed</strong>ificio. 32 Cfr. R. Di Giulio: “Manuale di manutenzione <strong>ed</strong>ilizia” Maggioli, Rimini, 1999. Pag. 15.3 Nella sch<strong>ed</strong>a di inquadramento generale proposta sono poi documentati gli strumenti di informazione tecnicadisponibili (rilevi, capitolati e relazioni <strong>tecnico</strong>-descrittive, eventuali dati sulle <strong>caratteri</strong>stiche <strong>dei</strong> materiali impiegati.) ei dati gestionali relativi all’<strong>ed</strong>ificio (regime di proprietà degli immobili, interventi manutentivi effettuati eventuali3


L'individuazione delle condizioni relative al contesto ambientale in cui è inserito l'<strong>ed</strong>ificio, indagatee descritte nella sperimentazione condotta all’interno del corso integrato di ProgettazioneAmbientale e Tecnologie per l’igiene <strong>ed</strong>ilizia <strong>ed</strong> ambientale.Di grande importanza, ai fini del rapporto tra involucro e degrado, la configurazione architettonicache può favorire o contrastare l’insorgere <strong>ed</strong> il degenerare <strong>dei</strong> fenomeni alterativi.Le condizioni del terreno di impianto riguardano il regime di pendenza che può essere favorevole osfavorevole al ristagno d'acqua alla base del fabbricato e alla presenza di flussi sotterranei di acquaderivanti da falde o da perdite di canalizzazioni interrate. 4In definitiva la conoscenza <strong>dei</strong> dati relativi alle <strong>caratteri</strong>stiche del sovrasistema, consente di dare unpeso qualitativo agli agenti esterni di sollecitazione e di valutare, in prima istanza, l’appropriatezzadelle soluzioni costruttive adottate in fase di realizzazione dell’<strong>ed</strong>ificio per definire poi eventualiinterventi di riprogettazione di sistemi e componenti dell’involucro.L’oggetto dell’osservazione e dell’analisi più approfondita è, naturalmente, la facciata dell’<strong>ed</strong>ificioche viene studiata a partire dai fenomeni visibili di degrado che vengono classificati, localizzati equantificati. La fase di sopralluogo, principale momento di conoscenza e di prima interpretazione, èbasata sull’"analisi a vista" condotta tramite acquisizione fotografica (generale e di dettaglio) erilevamento diretto. 5La fase successiva è finalizzata all’interpretazione e classificazione <strong>dei</strong> fenomeni e consiste nel dareun nome alle manifestazioni visibili di degrado (fig.1). Questa operazione è resa possibile dalbagaglio esperienziale dell’operatore e può essere utilmente supportata dal confronto con abachi <strong>ed</strong>atlanti di fenomenologie di degrado relative ai vari materiali <strong>ed</strong>ilizi. Essa rappresenta il tramite perl’accesso <strong>ed</strong> il confronto con la letteratura specialistica che, utilizzando lessici normalizzati,consente di porre a confronto effetti osservati con sistemi di cause agenti. In questa fase èfondamentale la lettura del sistema tecnologico-costruttivo, <strong>ed</strong> in particolare della stratificazion<strong>ed</strong>elle pareti perimetrali di cui occorre conoscere materiali e <strong>caratteri</strong>stiche costruttive.La restituzione grafica, che organizza, in forma iconica, le risultanze dell’analisi a vista, si basa surappresentazioni simboliche <strong>dei</strong> fenomeni, raggruppati per classi di effetti, riportate sui prospettidiscretizzati da una griglia di riferimento la cui maglia corrisponde, nella realtà, a cm 50x50. Glieffetti sono poi correlati alle possibili cause agenti, distinguendo tra processi di alterazione dellesuperfici che coinvolgono prevalentemente l'aspetto <strong>dei</strong> materiali, modificando le <strong>caratteri</strong>stichemorfologiche degli strati più esterni, e i processi di degradazione con decorso degenerativo.Accanto alla rappresentazione in prospetto, per meglio evidenziare la eziologia e la dinamica dellecorrelazioni effetto-causa, sono evidenziati anche i profili verticali, disegnati in corrispondenza ditutte le variazioni significative del corrugamento della facciata, che consentono la verificadell’incidenza dell’azione combinata di pioggia e vento. Dopo aver raccolto le informazioni relativealle <strong>caratteri</strong>stiche del sistema osservato, ha inizio una complessa fase di interpretazione e dicorrelazione tra i dati il cui obiettivo è l'individuazione della causa principale e delle eventualiconcause secondarie che hanno determinato le fenomenologie osservate. 6documentazioni di danni e contenziosi). Tale sch<strong>ed</strong>a in modalità testuale contiene dati alfanumerici e viene compilata“a tavolino” utilizzando le informazioni desunte da consultazione di archivi e interviste agli utenti <strong>ed</strong> amministratori.4 Questa classe di cause può determinare effetti di grande rilevanza e conseguenze notevoli sul benessere abitativo, inquanto comprende tutti i casi di degrado da umidità di risalita.5 Le foto vanno scattate impostando, il più possibile, il corpo macchina parallelamente alla superficie da riprendere, adistanze opportune, in maniera tale che la riproduzione possa sostituire in parte il disegno.6 A questo riguardo, ciascun esperto ha un consolidato bagaglio di esperienza che gli suggerisce il metodo operativo e iltipo di d<strong>ed</strong>uzioni necessarie per associare gli effetti alle cause; una proposta di sistematizzazione delle fasi diragionamento, elaborata in funzione della pr<strong>ed</strong>iagnosi di fenomeni di umidità è descritta in: “Percorsi di conoscenzadel costruito” (a cura di) S.Rinaldi, BE.MA. Milano 1996.4


Fig. 1 – Il degrado fisico matericoLa sch<strong>ed</strong>atura di dettaglio delle patologie ha una duplice finalità; in senso generale è utile per laformazione di un atlante di casi dal quale desumere le ricorrenze e le correlazioni tra tipologiecostruttive, materiali e degrado; nello specifico <strong>dei</strong> singoli casi è finalizzata alla valutazione dellagravità <strong>dei</strong> fenomeni <strong>ed</strong> alla definizione delle strategie d’intervento appropriate e compatibili. (Fig.2)Le situazioni di degrado vengono esaminate in riferimento ad aree specifiche della facciataconsiderate a “rischio” sia per collocazione (cantonali, coronamento, fascia basamentale) che percondizioni costruttive e d’interfaccia tra materiali diversi (attacco chiusura perimetrale-struttura,aree adiacenti ad impiantistica di adduzione e scarico o ad elementi ancorati alla parete).La fase di valutazione della gravità e del prev<strong>ed</strong>ibile decorso delle patologie rilevate, a partir<strong>ed</strong>all’individuazione delle cause, si basa sulla descrizione delle condizioni contestuali e/otecnologiche che ne hanno favorito manifestazione e decorso.Infine la definizione <strong>dei</strong> principi a cui far riferimento, per il ripristino degli elementi degradati o perla riprogettazione del sistema tecnologico interessato dalla patologia, viene formulata tenendoinnanzitutto conto del ruolo che essi svolgono all'interno dell'organismo costruttivo e dellaintegrazione e/o sostituzione degli stessi con elementi fotovoltaici.Le strategie d’intervento devono essere definite in funzione di tre obiettivi: il primo è relativo allacompatibilità tra tecnologia di intervento e manufatto esistente; il secondo riguarda la durabilità emanutenibilità <strong>dei</strong> sistemi, il terzo, più specifico, attiene all’efficienza produttiva <strong>dei</strong> pannellifotovoltaici.In relazione all'entità del degrado <strong>ed</strong> ai fattori che lo hanno provocato, si individuano due diversecategorie d’intervento: la manutenzione e la riqualificazione. Trascurando, in questa s<strong>ed</strong>e gli aspettimanutentivi degli involucri non fotovoltaici, occorrerà mettere a punto strategie d’intervento checon l’ausilio <strong>dei</strong> nuovi componenti, migliorino le prestazioni dell’involucro sia come sistema diprotezione e termoregolazione degli spazi interni che come fattore attivo di produzione energetica.Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, è opportuno ricordare che la collocazione inverticale <strong>dei</strong> pannelli, sebbene non ottimale, può essere accettabile soprattutto nelle esposizioni Est5


<strong>ed</strong> Ovest, dove il più ridotto apporto energetico solare può essere considerato in termini positivi inragione del minor surriscaldamento delle celle.A valle di queste sintetiche considerazioni, si rivela utile il confronto tra la modellizzazione dellafacciata proposta in funzione della vulnerabilità al degrado, e la individuazione, sulla stessafacciata, delle zone maggiormente adatte alla localizzazione fotovoltaica che, come noto,corrispondono alla fascia di coronamento e alla fascia m<strong>ed</strong>iana, con l’esclusione della zonabasamentale, non solo per inefficienza energetica ma soprattutto per problemi di sicurezza esalvaguardia <strong>dei</strong> componenti, e la collocazione sui cantonali da valutare caso per caso.Fig. 2 – Le patologiePrime indicazioni metodologiche per l’analisi della configurazione delle facciate <strong>ed</strong>ilizie.L’integrazione di nuovi componenti in complessi <strong>ed</strong>ilizi esistenti pone, tra gli altri problemi, quellodella compatibilità tra le <strong>caratteri</strong>stiche architettoniche dell’<strong>ed</strong>ificio e le <strong>caratteri</strong>stiche geometriche,dimensionali e configurative <strong>dei</strong> nuovi componenti da installare. A questo riguardo èparticolarmente significativo il controllo, in fase di progetto, delle modificazioni di aspetto indott<strong>ed</strong>all’applicazione di elementi tecnici e/o impiantistici sull’involucro architettonico.L'involucro è, infatti, il luogo privilegiato di manifestazione delle relazioni tra i fattori materico<strong>costruttivi</strong> e quelli estetico simbolici dell’architettura e costituisce il principale catalizzatore dellerelazioni ambientali tra <strong>ed</strong>ificio <strong>ed</strong> intorno. Inoltre esso materializza gran parte delle memorie <strong>ed</strong>elle aspettative che <strong>caratteri</strong>zzano la dimensione fruitiva e l’identificazione degli abitanti conl’ambiente costruito.6


In quest’ottica diventa allora determinante, nell’operare le scelte di progetto connesse conl’addizione di nuovi subsistemi tecnici all’involucro, considerare non solo il suo essere "oggetto"ossia sistema tecnologico più o meno adatto a connettersi funzionalmente con nuovi componenti maanche il suo essere "immagine" e quindi veicolo linguistico dotato di geometrie, forme econfigurazioni.I <strong>caratteri</strong> dell’involucro determinati dall’articolazione tipo-morfologica delle facciate e dellecoperture nonché dalle <strong>caratteri</strong>stiche percettive delle loro superfici (colore, grana texture), vannoanalizzati per poter definire il grado di propensione all’integrabilità formale e tecnologica <strong>dei</strong> nuovicomponenti alle tipologie architettoniche preesistenti; e la modificazione di aspetto conseguente alloro inserimento nell’involucro.Alcune delimitazioni del campo d’indagine sono state definite in funzione di un più agevolecontrollo dell’insieme <strong>dei</strong> possibili casi di studio e delle svariate possibili configurazioni daanalizzaree.In primo luogo va chiarito che la lettura delle <strong>caratteri</strong>stiche morfologiche dell’involucro va riferitaallo stato di fatto così come appare al momento del sopralluogo; si tiene conto, quindi, di tutte leeventuali modificazioni e superfetazioni indotte dagli abitanti senza far riferimento allaconfigurazione originaria dell’<strong>ed</strong>ificio. 7La lettura dell’involucro viene fatta considerando le singole facciate come risulterebbero dalle loroproiezioni verticali (rappresentazione in prospetto); in dipendenza di ciò la copertura inclinata vieneconsiderata nella sua proiezione sul piano verticale come elemento della facciata, mentre lacopertura piana non viene presa in considerazione.Tale astrazione si rende necessaria per ridurre la complessità derivante da un’analisi che dovessetenere conto dell’altezza del punto di vista dell’osservatore e della sua distanza dall’oggettoosservato. 8Metodologia di lettura <strong>dei</strong> <strong>caratteri</strong> configurativi dell’involucroA partire dalla ricognizione condotta sulla letteratura disponibile sull’argomento, utilizzando laconsolidata metodologia di analisi sistemica adottata nel settore della tecnologia dell’architetturaper la scomposizione dell’<strong>ed</strong>ificio, si è proc<strong>ed</strong>uto alla definizione di classi di unità morfologiche(C.U.M.) che comprendono a loro volta unità morfologiche (U.M.). 9D’altro canto l’uso della classificazione su base morfologica fa parte di un metodo molto diffusonell’attività scientifica. Classificare infatti: ”significa riconoscere i tratti comuni a più oggetti (trattiche poi si assumono come costanti tipologiche) e raccogliere successivamente gli oggetti in classi o7 Le aggiunte e le cosiddette superfetazioni operate dagli abitanti che, quasi sempre rispondono a precise esigenzeabitative, non sempre devono essere considerate come negative alterazioni dell’assetto originario dell’<strong>ed</strong>ificio, anzi,alcune recenti teorie riferite alla progettazione partecipata, tendono a rivalutare e considerare anche gli interventi dimodificazione operati dagli abitanti. “In particolare, le operazioni di riqualificazione devono tendere alla costruzion<strong>ed</strong>i un'immagine abitativa spesso assente nell'ambito dell'<strong>ed</strong>ilizia pubblica e di più sottili articolazioni spaziali dentrol'alloggio e con lo spazio circostante. A questo riorientamento progettuale non è probabilmente estraneo anche ilrapporto diretto tra progettista e utenza”. Cfr. Bottero B., Nuovi scenari di riqualificazione dell’<strong>ed</strong>ilizia residenziale, in:Amirante I., Rinaldi S. (a cura di), “Strategie di riqualificazione dell’abitare: addizione, ristrutturazione, demolizione”,E.S.I., Napoli 2002.8 L’analisi proposta è condotta alla scala <strong>ed</strong>ilizia. Altri parametri e fattori di analisi e valutazione vanno assunti quando sivoglia “salire di scala”, difatti in quel caso le considerazioni sono relative alle modificazioni percettive che si possonoindurre a scala paesaggistica, per le quali si potrà dare corso a letture opportunamente orientate.9 Particolarmente interessanti sono risultati tra gli altri: Boaga G. (a cura di), L’involucro architettonico, op.cit. e Dell’AquilaA. C., Selva F., Degli Espositi V. e Bartoli B., L’organizzazione dell’involucro nella valutazione qualitativa, in “Atti del 2°Congresso Nazionale del CNR gruppo Produzione Edilizia”, Vol. I, Ancona 1987. Inoltre, un’interessanteclassificazione del sistema <strong>ed</strong>ilizio, rivolta al tema del comportamento energetico dell’<strong>ed</strong>ificio, è contenuta in AA. VV.,La connessione spazio/energia, Tipolitografia Capponi, Firenze 1980.7


categorie, riconoscibili appunto m<strong>ed</strong>iante quei tratti. A loro volta una o più classi costituiscono untipo che si presenta come entità compiuta, in funzione dell’obbiettivo di studio fissato”. 10In questa prospettiva la classificazione proposta serve a ridurre la grande complessità dell’insiemefenomenologico considerato.Vengono osservati, pertanto, alcuni aspetti specifici e perciò limitati; che assumono valore solo infunzione dell’ipotesi conoscitiva da cui deriva la classificazione.(Fig. 3)Fasi: 1) Definizione della tipologia; 2) Individuazione delle aree omogenee; 3) Individuazione delle C.U.M. di ciascuna area; 4) Definizione delle U.M. relative alle C.U.M.La tipologia configurativa della facciata è composita perchè <strong>caratteri</strong>zzata dalla compresenza di diverse C.U.M. Si individuano tre diverse aree delimitate da: area A, cantonale e lesena orrispondente allaparete di delimitazione della gabbia scale; area B, pareti corpo scala, area C parete corpo scala mezzeria corpo centrale. Nell’area A si individuano due C.U.M. di cui la classe superficie rappresenta il90% dell’area e la classe massa che ne rappresenta il 10%. Si individuano le seguenti U.M.: a) opaca con prevalenza <strong>dei</strong> pieni sui vuoti (superficie); b) parapetto (massa). Nelle aree B e C si individuasolo la C.U.M. superficie rispettivamente con l’U.M.: a) opaca con prevalenza <strong>dei</strong> vuoti e b) opaca con prevalenza <strong>dei</strong> pieni.La tipologia configurativa della facciata è composita perchè <strong>caratteri</strong>zzata dalla compresenza di diverse C.U.M. Siindividuano due diverse aree delimitate da: area A – cantonale sx e aggetto area adiacente; area B, aggetto areaadiacente e cantonale dx. Nell’area A si individua una sola C.U.M. (superficie) costituita dll’U.M. opaca. Nell’areaB si individua la C.U.M. superficie con l’U.M. opaca con prevalenza <strong>dei</strong> pieni.Fig. 3 – L’analisi morfologicaLe definizioni relative alle C.U.M. sono:SUPERFICIE: comprende le unità morfologiche che qualificano e definiscono gli elementi dichiusura dell’involucro, la sua <strong>caratteri</strong>zzazione è riferita al rapporto pieni-vuoti con una gradualitàdi condizioni che vanno dalla parete priva di aperture alla parete totalmente vetrata. 11MASSA: comprende le unità morfologiche che qualificano e definiscono elementi costruttivo<strong>architettonici</strong>che aggettano dal piano verticale della facciata con forme geometriche mono, bi otridimensionali. 12CAVITA’: comprende le unità morfologiche che qualificano e definiscono elementi spazialiincassati rispetto al piano della facciata. 1310 Cfr. Carbonara P., Architettura pratica, Utet, Torino 1989. Vol. V pag. 789.11 Le U.M. ad essa relative sono: Opaca uniforme, Opaca con prevalenza di pieni su vuoti, Opaca con equivalenza dipieni e vuoti, Opaca con prevalenza <strong>dei</strong> vuoti, Vetrata.12 Le U.M. ad essa relative sono riferite ad elementi a prevalente andamento monodimensionale-lineare (cornicioni,pensiline, ecc.) bidimensionale-superficiale (parapetti, ringhiere, ecc.) tridimensionale-volumetrico (bow-window,verande, ecc.).8


La lettura <strong>dei</strong> <strong>caratteri</strong> morfologici dell’involucro dà luogo sia a valutazioni qualitative chequantitative finalizzate alla attribuzione di giudizi di valore relativi alla propensione all’integrazionefotovoltaica, dal punto di vista della configurazione architettonica.La prima valutazione di tipo qualitativo si applica all’intera facciata nel suo insieme e definisce latipologia configurativa che può essere: COMPOSITA o OMOGENEA. 14Nel caso di tipologia composita si proc<strong>ed</strong>e alla valutazione della scomponibilità della facciata; ossiasi verifica se s’individuano AREE che sono delimitate da linee d’intersezione di piani contigui dellafacciata. Di ciascuna delle AREE, eventualmente presenti, s’individuano le C.U.M. delle quali sicalcola il peso quantitativo in termini di percentuale dell’area in esame.L’ulteriore definizione delle U.M. consente l’effettiva attribuzione di un giudizio di valore relativoalla propensione all’integrabilità morfologica. 15Esplicitazione del percorso analiticoPer meglio chiarire il metodo di analisi proposto si descrivono, con un esempio applicativo, l<strong>ed</strong>iverse fasi della lettura <strong>dei</strong> <strong>caratteri</strong> configurativi di un caso campione, costitutito dal QuartiereIACP di Via S. Nicola a Caserta. (fig. 4)Si tratta di <strong>ed</strong>ifici realizzati nei primi anni cinquanta a circa cinquecento metri dalla Reggia, in zonasemicentrale. L’ins<strong>ed</strong>iamento è <strong>caratteri</strong>zzato da <strong>ed</strong>ifici di tre o quattro piani, in muratura portante,con tipologia a ballatoio o in linea variamente orientati.Le facciate, intonacate e attintate in colori chiari con un rivestimento basamentale di cm 100 inpietra a spacco, sono improntate a grande semplicità, presentano lesene in corrispondenzadell’innesto tra muri partimentali e parete d’involucro e coronamento con cornicione continuoaggettante. Le bucature, prive di cornici, sono in massima parte finestre con due verticali di balconiin aggetto dotati di parapetto pieno murario. Le condizioni generali di conservazione sono, nellageneralità <strong>dei</strong> casi, cattive.L’<strong>ed</strong>ificio preso in esame è <strong>caratteri</strong>zzato da un’asse di simmetria, perciò la lettura è condotta sumetà facciata. 16 (fig. 5)La tipologia configurativa è Composita perchè <strong>caratteri</strong>zzata dalla compresenza di diverse C.U.M.Si individuano tre diverse aree delimitate da: area A, cantonale e lesena orrispondente alla parete didelimitazione della gabbia scale; area B, pareti corpo scala, area C parete corpo scala mezzeriacorpo centrale.Nell’area A si individuano due C.U.M. di cui la classe superficie rappresenta il 90% dell’area e laclasse massa che ne rappresenta il 10%. Si individuano le seguenti U.M.: a) opaca con prevalenza<strong>dei</strong> pieni sui vuoti (superficie); b) parapetto (massa).Nelle aree B e C si individua solo la C.U.M. superficie rispettivamente con l’U.M.: a) opaca conprevalenza <strong>dei</strong> vuoti e b) opaca con prevalenza <strong>dei</strong> pieni.13 Le U.M. ad essa relative sono: Incassata con prevalenza <strong>dei</strong> pieni sui vuoti, Incassata con equivalenza <strong>dei</strong> pieni e vuoti,Incassata vetrata, Portico (non riferito alla parte basamentale).14 La tipologia composita si ha quando sono compresenti almeno due diverse C.U.M. In caso contrario la tipologia èomogenea. E’ appena il caso di rilevare che la tipologia composita, ancorché la più diffusa, rappresenta la condizionein cui l’inserimento di moduli fotovoltaici in facciata va attentamente correlato funzionalmente e formalmente conl’esistente.15 Es. Per la C.U.M. SUPERFICIE vengono assegnati i seguenti ordinali (dalla massima alla minima propensione) Opacauniforme (I), Vetrata (II), Opaca con prevalenza di pieni su vuoti (III), Opaca con equivalenza di pieni e vuoti (IV),Opaca con prevalenza <strong>dei</strong> vuoti (V).16 Come si è gia esplicitato, viene trascurata la zona basamentale e, nel caso specifico, la copertura che è piana.9


Fig. 4Fig. 5La tipologia configurativa della facciata è composita perchè <strong>caratteri</strong>zzata dallacompresenza di diverse C.U.M. Si individuano tre diverse aree delimitate da:area A, cantonale e lesena orrispondente alla parete di delimitazione della gabbiascale;area B, pareti corpo scala,area C parete corpo scala mezzeria corpo centrale.Nell’area A si individuano due C.U.M. di cui la classe superficie rappresenta il 90%dell’area e la classe massa che ne rappresenta il 10%. Si individuano le seguentiU.M.: a) opaca con prevalenza <strong>dei</strong> pieni sui vuoti (superficie); b) parapetto (massa).Nelle aree B e C si individua solo la C.U.M. superficie rispettivamente con l’U.M.: a)opaca con prevalenza <strong>dei</strong> vuoti e b) opaca con prevalenza <strong>dei</strong> pieni.10

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