<strong>ed</strong> Ovest, dove il più ridotto apporto energetico solare può essere considerato in termini positivi inragione del minor surriscaldamento delle celle.A valle di queste sintetiche considerazioni, si rivela utile il confronto tra la modellizzazione dellafacciata proposta in funzione della vulnerabilità al degrado, e la individuazione, sulla stessafacciata, delle zone maggiormente adatte alla localizzazione fotovoltaica che, come noto,corrispondono alla fascia di coronamento e alla fascia m<strong>ed</strong>iana, con l’esclusione della zonabasamentale, non solo per inefficienza energetica ma soprattutto per problemi di sicurezza esalvaguardia <strong>dei</strong> componenti, e la collocazione sui cantonali da valutare caso per caso.Fig. 2 – Le patologiePrime indicazioni metodologiche per l’analisi della configurazione delle facciate <strong>ed</strong>ilizie.L’integrazione di nuovi componenti in complessi <strong>ed</strong>ilizi esistenti pone, tra gli altri problemi, quellodella compatibilità tra le <strong>caratteri</strong>stiche architettoniche dell’<strong>ed</strong>ificio e le <strong>caratteri</strong>stiche geometriche,dimensionali e configurative <strong>dei</strong> nuovi componenti da installare. A questo riguardo èparticolarmente significativo il controllo, in fase di progetto, delle modificazioni di aspetto indott<strong>ed</strong>all’applicazione di elementi tecnici e/o impiantistici sull’involucro architettonico.L'involucro è, infatti, il luogo privilegiato di manifestazione delle relazioni tra i fattori materico<strong>costruttivi</strong> e quelli estetico simbolici dell’architettura e costituisce il principale catalizzatore dellerelazioni ambientali tra <strong>ed</strong>ificio <strong>ed</strong> intorno. Inoltre esso materializza gran parte delle memorie <strong>ed</strong>elle aspettative che <strong>caratteri</strong>zzano la dimensione fruitiva e l’identificazione degli abitanti conl’ambiente costruito.6
In quest’ottica diventa allora determinante, nell’operare le scelte di progetto connesse conl’addizione di nuovi subsistemi tecnici all’involucro, considerare non solo il suo essere "oggetto"ossia sistema tecnologico più o meno adatto a connettersi funzionalmente con nuovi componenti maanche il suo essere "immagine" e quindi veicolo linguistico dotato di geometrie, forme econfigurazioni.I <strong>caratteri</strong> dell’involucro determinati dall’articolazione tipo-morfologica delle facciate e dellecoperture nonché dalle <strong>caratteri</strong>stiche percettive delle loro superfici (colore, grana texture), vannoanalizzati per poter definire il grado di propensione all’integrabilità formale e tecnologica <strong>dei</strong> nuovicomponenti alle tipologie architettoniche preesistenti; e la modificazione di aspetto conseguente alloro inserimento nell’involucro.Alcune delimitazioni del campo d’indagine sono state definite in funzione di un più agevolecontrollo dell’insieme <strong>dei</strong> possibili casi di studio e delle svariate possibili configurazioni daanalizzaree.In primo luogo va chiarito che la lettura delle <strong>caratteri</strong>stiche morfologiche dell’involucro va riferitaallo stato di fatto così come appare al momento del sopralluogo; si tiene conto, quindi, di tutte leeventuali modificazioni e superfetazioni indotte dagli abitanti senza far riferimento allaconfigurazione originaria dell’<strong>ed</strong>ificio. 7La lettura dell’involucro viene fatta considerando le singole facciate come risulterebbero dalle loroproiezioni verticali (rappresentazione in prospetto); in dipendenza di ciò la copertura inclinata vieneconsiderata nella sua proiezione sul piano verticale come elemento della facciata, mentre lacopertura piana non viene presa in considerazione.Tale astrazione si rende necessaria per ridurre la complessità derivante da un’analisi che dovessetenere conto dell’altezza del punto di vista dell’osservatore e della sua distanza dall’oggettoosservato. 8Metodologia di lettura <strong>dei</strong> <strong>caratteri</strong> configurativi dell’involucroA partire dalla ricognizione condotta sulla letteratura disponibile sull’argomento, utilizzando laconsolidata metodologia di analisi sistemica adottata nel settore della tecnologia dell’architetturaper la scomposizione dell’<strong>ed</strong>ificio, si è proc<strong>ed</strong>uto alla definizione di classi di unità morfologiche(C.U.M.) che comprendono a loro volta unità morfologiche (U.M.). 9D’altro canto l’uso della classificazione su base morfologica fa parte di un metodo molto diffusonell’attività scientifica. Classificare infatti: ”significa riconoscere i tratti comuni a più oggetti (trattiche poi si assumono come costanti tipologiche) e raccogliere successivamente gli oggetti in classi o7 Le aggiunte e le cosiddette superfetazioni operate dagli abitanti che, quasi sempre rispondono a precise esigenzeabitative, non sempre devono essere considerate come negative alterazioni dell’assetto originario dell’<strong>ed</strong>ificio, anzi,alcune recenti teorie riferite alla progettazione partecipata, tendono a rivalutare e considerare anche gli interventi dimodificazione operati dagli abitanti. “In particolare, le operazioni di riqualificazione devono tendere alla costruzion<strong>ed</strong>i un'immagine abitativa spesso assente nell'ambito dell'<strong>ed</strong>ilizia pubblica e di più sottili articolazioni spaziali dentrol'alloggio e con lo spazio circostante. A questo riorientamento progettuale non è probabilmente estraneo anche ilrapporto diretto tra progettista e utenza”. Cfr. Bottero B., Nuovi scenari di riqualificazione dell’<strong>ed</strong>ilizia residenziale, in:Amirante I., Rinaldi S. (a cura di), “Strategie di riqualificazione dell’abitare: addizione, ristrutturazione, demolizione”,E.S.I., Napoli 2002.8 L’analisi proposta è condotta alla scala <strong>ed</strong>ilizia. Altri parametri e fattori di analisi e valutazione vanno assunti quando sivoglia “salire di scala”, difatti in quel caso le considerazioni sono relative alle modificazioni percettive che si possonoindurre a scala paesaggistica, per le quali si potrà dare corso a letture opportunamente orientate.9 Particolarmente interessanti sono risultati tra gli altri: Boaga G. (a cura di), L’involucro architettonico, op.cit. e Dell’AquilaA. C., Selva F., Degli Espositi V. e Bartoli B., L’organizzazione dell’involucro nella valutazione qualitativa, in “Atti del 2°Congresso Nazionale del CNR gruppo Produzione Edilizia”, Vol. I, Ancona 1987. Inoltre, un’interessanteclassificazione del sistema <strong>ed</strong>ilizio, rivolta al tema del comportamento energetico dell’<strong>ed</strong>ificio, è contenuta in AA. VV.,La connessione spazio/energia, Tipolitografia Capponi, Firenze 1980.7