L'individuazione delle condizioni relative al contesto ambientale in cui è inserito l'<strong>ed</strong>ificio, indagatee descritte nella sperimentazione condotta all’interno del corso integrato di ProgettazioneAmbientale e Tecnologie per l’igiene <strong>ed</strong>ilizia <strong>ed</strong> ambientale.Di grande importanza, ai fini del rapporto tra involucro e degrado, la configurazione architettonicache può favorire o contrastare l’insorgere <strong>ed</strong> il degenerare <strong>dei</strong> fenomeni alterativi.Le condizioni del terreno di impianto riguardano il regime di pendenza che può essere favorevole osfavorevole al ristagno d'acqua alla base del fabbricato e alla presenza di flussi sotterranei di acquaderivanti da falde o da perdite di canalizzazioni interrate. 4In definitiva la conoscenza <strong>dei</strong> dati relativi alle <strong>caratteri</strong>stiche del sovrasistema, consente di dare unpeso qualitativo agli agenti esterni di sollecitazione e di valutare, in prima istanza, l’appropriatezzadelle soluzioni costruttive adottate in fase di realizzazione dell’<strong>ed</strong>ificio per definire poi eventualiinterventi di riprogettazione di sistemi e componenti dell’involucro.L’oggetto dell’osservazione e dell’analisi più approfondita è, naturalmente, la facciata dell’<strong>ed</strong>ificioche viene studiata a partire dai fenomeni visibili di degrado che vengono classificati, localizzati equantificati. La fase di sopralluogo, principale momento di conoscenza e di prima interpretazione, èbasata sull’"analisi a vista" condotta tramite acquisizione fotografica (generale e di dettaglio) erilevamento diretto. 5La fase successiva è finalizzata all’interpretazione e classificazione <strong>dei</strong> fenomeni e consiste nel dareun nome alle manifestazioni visibili di degrado (fig.1). Questa operazione è resa possibile dalbagaglio esperienziale dell’operatore e può essere utilmente supportata dal confronto con abachi <strong>ed</strong>atlanti di fenomenologie di degrado relative ai vari materiali <strong>ed</strong>ilizi. Essa rappresenta il tramite perl’accesso <strong>ed</strong> il confronto con la letteratura specialistica che, utilizzando lessici normalizzati,consente di porre a confronto effetti osservati con sistemi di cause agenti. In questa fase èfondamentale la lettura del sistema tecnologico-costruttivo, <strong>ed</strong> in particolare della stratificazion<strong>ed</strong>elle pareti perimetrali di cui occorre conoscere materiali e <strong>caratteri</strong>stiche costruttive.La restituzione grafica, che organizza, in forma iconica, le risultanze dell’analisi a vista, si basa surappresentazioni simboliche <strong>dei</strong> fenomeni, raggruppati per classi di effetti, riportate sui prospettidiscretizzati da una griglia di riferimento la cui maglia corrisponde, nella realtà, a cm 50x50. Glieffetti sono poi correlati alle possibili cause agenti, distinguendo tra processi di alterazione dellesuperfici che coinvolgono prevalentemente l'aspetto <strong>dei</strong> materiali, modificando le <strong>caratteri</strong>stichemorfologiche degli strati più esterni, e i processi di degradazione con decorso degenerativo.Accanto alla rappresentazione in prospetto, per meglio evidenziare la eziologia e la dinamica dellecorrelazioni effetto-causa, sono evidenziati anche i profili verticali, disegnati in corrispondenza ditutte le variazioni significative del corrugamento della facciata, che consentono la verificadell’incidenza dell’azione combinata di pioggia e vento. Dopo aver raccolto le informazioni relativealle <strong>caratteri</strong>stiche del sistema osservato, ha inizio una complessa fase di interpretazione e dicorrelazione tra i dati il cui obiettivo è l'individuazione della causa principale e delle eventualiconcause secondarie che hanno determinato le fenomenologie osservate. 6documentazioni di danni e contenziosi). Tale sch<strong>ed</strong>a in modalità testuale contiene dati alfanumerici e viene compilata“a tavolino” utilizzando le informazioni desunte da consultazione di archivi e interviste agli utenti <strong>ed</strong> amministratori.4 Questa classe di cause può determinare effetti di grande rilevanza e conseguenze notevoli sul benessere abitativo, inquanto comprende tutti i casi di degrado da umidità di risalita.5 Le foto vanno scattate impostando, il più possibile, il corpo macchina parallelamente alla superficie da riprendere, adistanze opportune, in maniera tale che la riproduzione possa sostituire in parte il disegno.6 A questo riguardo, ciascun esperto ha un consolidato bagaglio di esperienza che gli suggerisce il metodo operativo e iltipo di d<strong>ed</strong>uzioni necessarie per associare gli effetti alle cause; una proposta di sistematizzazione delle fasi diragionamento, elaborata in funzione della pr<strong>ed</strong>iagnosi di fenomeni di umidità è descritta in: “Percorsi di conoscenzadel costruito” (a cura di) S.Rinaldi, BE.MA. Milano 1996.4
Fig. 1 – Il degrado fisico matericoLa sch<strong>ed</strong>atura di dettaglio delle patologie ha una duplice finalità; in senso generale è utile per laformazione di un atlante di casi dal quale desumere le ricorrenze e le correlazioni tra tipologiecostruttive, materiali e degrado; nello specifico <strong>dei</strong> singoli casi è finalizzata alla valutazione dellagravità <strong>dei</strong> fenomeni <strong>ed</strong> alla definizione delle strategie d’intervento appropriate e compatibili. (Fig.2)Le situazioni di degrado vengono esaminate in riferimento ad aree specifiche della facciataconsiderate a “rischio” sia per collocazione (cantonali, coronamento, fascia basamentale) che percondizioni costruttive e d’interfaccia tra materiali diversi (attacco chiusura perimetrale-struttura,aree adiacenti ad impiantistica di adduzione e scarico o ad elementi ancorati alla parete).La fase di valutazione della gravità e del prev<strong>ed</strong>ibile decorso delle patologie rilevate, a partir<strong>ed</strong>all’individuazione delle cause, si basa sulla descrizione delle condizioni contestuali e/otecnologiche che ne hanno favorito manifestazione e decorso.Infine la definizione <strong>dei</strong> principi a cui far riferimento, per il ripristino degli elementi degradati o perla riprogettazione del sistema tecnologico interessato dalla patologia, viene formulata tenendoinnanzitutto conto del ruolo che essi svolgono all'interno dell'organismo costruttivo e dellaintegrazione e/o sostituzione degli stessi con elementi fotovoltaici.Le strategie d’intervento devono essere definite in funzione di tre obiettivi: il primo è relativo allacompatibilità tra tecnologia di intervento e manufatto esistente; il secondo riguarda la durabilità emanutenibilità <strong>dei</strong> sistemi, il terzo, più specifico, attiene all’efficienza produttiva <strong>dei</strong> pannellifotovoltaici.In relazione all'entità del degrado <strong>ed</strong> ai fattori che lo hanno provocato, si individuano due diversecategorie d’intervento: la manutenzione e la riqualificazione. Trascurando, in questa s<strong>ed</strong>e gli aspettimanutentivi degli involucri non fotovoltaici, occorrerà mettere a punto strategie d’intervento checon l’ausilio <strong>dei</strong> nuovi componenti, migliorino le prestazioni dell’involucro sia come sistema diprotezione e termoregolazione degli spazi interni che come fattore attivo di produzione energetica.Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, è opportuno ricordare che la collocazione inverticale <strong>dei</strong> pannelli, sebbene non ottimale, può essere accettabile soprattutto nelle esposizioni Est5