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Capitale intellettuale e amministrazioni pubbliche - Cultura in Cifre

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aprile 2006M I P AConsorzio per lo sviluppodelle metodologie e delle <strong>in</strong>novazion<strong>in</strong>elle <strong>pubbliche</strong> <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>Capitale</strong><strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> e<strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>pubbliche</strong>Riferimenti metodologici e studidi caso per la gestionee la valorizzazione


<strong>Capitale</strong><strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> e<strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>pubbliche</strong>Riferimenti metodologici e studidi caso per la gestionee la valorizzazione


<strong>Capitale</strong><strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> e<strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>pubbliche</strong>Riferimenti metodologici e studidi caso per la gestionee la valorizzazioneAprile 2006MIPAConsorzio per lo sviluppodelle metodologie e delle <strong>in</strong>novazion<strong>in</strong>elle <strong>pubbliche</strong> <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>Via Arenula, 16 – 00186 RomaSito: www.consorziomipa.itTel: 06 68192687Fax: 06 6871006e-mail: mipa@consorziomipa.itProgetto grafico:Sofia BarlettaStampa digitale e allestimento:Paolo LucantoniIstituto nazionale di statisticaServizio produzione editorialeVia Tuscolana 1788 - RomaISBN: 884581313-4Copie 400


IndicePrefazione 7di Alberto Zuliani3Premessa 9di Sauro Angeletti1 La def<strong>in</strong>izione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> 15di Sauro Angeletti1.1 Aziende e <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> nell'era della conoscenza 151.2 Una prima def<strong>in</strong>izione di conoscenza 191.3 Una def<strong>in</strong>izione operativa 221.4 Una def<strong>in</strong>izione gestionale 262 Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> 31di Sauro Angeletti2.1 Il "ciclo di gestione" del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> 312.2 L'<strong>in</strong>dividuazione delle risorse costitutive 362.2.1 L'<strong>in</strong>quadramento strategico-funzionale della conoscenza 362.2.2 Conoscenza operativa e capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> 382.3 La determ<strong>in</strong>azione delle dotazioni di conoscenza 412.3.1 Indicatori di stock per la misurazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> 412.3.2 Verso una nuova contabilità gestionale 462.4 L'analisi dei flussi di conoscenza 492.4.1 Alla ricerca di un nesso causale tra le diversecomponenti di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> 49


2.4.2 Flussi di conoscenza e flussi di valore 522.5 L'<strong>in</strong>dividuazione delle priorità di <strong>in</strong>vestimento 562.5.1 Alcune condizioni prelim<strong>in</strong>ari 562.5.2 Transazioni e mercati di conoscenza 593 L'ICT e il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> 63di Massimo Ruffolo43.1 Modelli organizzativi e soluzioni <strong>in</strong>formatiche per la gestionedella conoscenza 633.1.1 Il modello SECI 653.1.2 I modelli di <strong>in</strong>terazione sociale 683.2 Il "ciclo di vita" della conoscenza 703.3 Soluzioni ICT per la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> 753.3.1 Una classificazione 753.3.2 Il trattamento della conoscenza tacita e implicita 793.3.3 Il trattamento della conoscenza <strong>in</strong> formatosemi o non-strutturato 833.3.4 Il trattamento della conoscenza <strong>in</strong> formato strutturato 883.3.5 L'<strong>in</strong>frastruttura di base 913.3.6 Tecnologie per l'estrazione e l'<strong>in</strong>tegrazione 923.3.7 Tecnologie per la rappresentazione 953.3.8 Applicazioni complesse 984 La gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> 103di Sauro Angeletti e Giuseppe Abbat<strong>in</strong>o4.1 Il lavoro sulla conoscenza delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> 1034.2 L’<strong>in</strong>frastruttura tecnologica e tecnico-organizzativa.Il knowledge management system di Cantieri 1104.2.1 F<strong>in</strong>alità e obiettivi 1104.2.2 Caratteristiche del sistema progettato 1124.3 La gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> a supporto dellariorganizzazione. I progetti di conoscenza dell'Agenziadel demanio 1164.3.1 F<strong>in</strong>alità e obiettivi 1164.3.2 Caratteristiche delle soluzioni implementate 1184.4 Gli strumenti socio-tecnici per la gestione del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>. Le applicazioni di Tav 1244.4.1 F<strong>in</strong>alità e obiettivi 124


4.4.2 Caratteristiche del sistema implementato 1264.5 La misurazione e la valutazione del patrimonio di conoscenze.Il bilancio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> della Camera di commercio di Roma 1314.5.1 F<strong>in</strong>alità e obiettivi 1314.5.2 Caratteristiche del sistema di report<strong>in</strong>g progettato 134Appendice. Esperienze, strumenti e applicazioniaziendali di gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> 145di Giuseppe Abbat<strong>in</strong>o1 Presentazione 1452 "La medic<strong>in</strong>a è la conoscenza". Il knowledge network<strong>in</strong>g di Novartis 1472.1 L'azienda 1472.2 Gli obiettivi della gestione della conoscenza 1472.3 Le <strong>in</strong>iziative e le applicazioni progettate e realizzate 1493 "La conoscenza è niente senza controllo". Soluzionidi knowledge management a supporto della progettazionee della realizzazione degli pneumatici Pirelli 1523.1 L'azienda 1523.2 Gli obiettivi della gestione della conoscenza 1533.3 Le <strong>in</strong>iziative e le applicazioni progettate e realizzate 1543.3.1 Il progetto P-race 1543.3.2 Il progetto P-truck 1594 "Un altro bilancio è possibile". Il bilancio del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> di Eptaconsors 1614.1 L'azienda 1614.2 Gli obiettivi della gestione della conoscenza 1624.3 Le <strong>in</strong>iziative e le applicazioni progettate e realizzate 1625


Prefazionedi Alberto ZulianiLe modificazioni strutturali, organizzative e operative determ<strong>in</strong>ate dall'affermarsidi un'economia basata sulla conoscenza, che impegnano leaziende tese a conseguire guadagni di competitività, <strong>in</strong>teressano necessariamenteanche le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>. Queste ultime presentano,<strong>in</strong>fatti, caratteristiche del tutto analoghe a quelle che, nelle imprese,sollecitano l'adozione di tecniche e strumenti di knowledge management:la grande dimensione, l'elevata articolazione della strutturaorganizzativa, la connotazione produttiva multibus<strong>in</strong>ess, la complessitàstrategica e tecnica dei processi produttivi.Per questo motivo sta crescendo, anche nella pubblica amm<strong>in</strong>istrazione,la consapevolezza che la valorizzazione dei propri "luoghi di conoscenza"(le competenze, spesso esclusive, del personale dipendente, idatabase, i sistemi proprietari, le procedure amm<strong>in</strong>istrative, eccetera) siafondamentale per sostenere i processi decisionali e gestionali e per produrrel'estensione, la diversificazione e il miglioramento della qualitàdell'offerta di servizi. Emerge sempre più forte, di conseguenza, nelleorganizzazioni <strong>pubbliche</strong>, l'esigenza di collaudare strumenti e implementarepratiche di knowledge management, <strong>in</strong>tese come <strong>in</strong>siemi coord<strong>in</strong>atidi risorse e processi di conoscenza <strong>in</strong> grado di garantire l'alimentazione,l'adeguamento e il r<strong>in</strong>novamento degli stock di risorse <strong>in</strong>tellettuali,attraverso meccanismi di apprendimento e di condivisione (knowledgeshar<strong>in</strong>g) a livello <strong>in</strong>tra e <strong>in</strong>ter-organizzativo.Tuttavia, questa consapevolezza e questa avvertita esigenza stentanoancora a tradursi <strong>in</strong> un orientamento strategico, f<strong>in</strong>alizzato alla pienavalorizzazione del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>.Sono ancora poche le esperienze di mappatura, analisi egestione delle risorse che ne fanno parte, sia per l'assenza di unmodello concettuale di riferimento endogeno sia per la lentezza conla quale paradigmi teorici sviluppati <strong>in</strong> ambito privato sono acquisiti e7


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE8adeguati all'<strong>in</strong>terno delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>.Attraverso questo volume, il Consorzio per lo sviluppo delle metodologiee delle <strong>in</strong>novazioni nelle <strong>pubbliche</strong> <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> vuole contribuirea colmare la lacuna lamentata, fornendo elementi per def<strong>in</strong>ire unquadro concettuale e metodologico all'<strong>in</strong>terno del quale sia possibileanzitutto valutare l'estensione e la varietà del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>pubblico e <strong>in</strong>dividuare le relazioni tra le componenti umana, organizzativae relazionale, qu<strong>in</strong>di cogliere le opportunità di <strong>in</strong>tegrazione e divalorizzazione. Questo processo di chiarificazione è prelim<strong>in</strong>are allaprogettazione e realizzazione di <strong>in</strong>terventi organizzativi e tecnico-<strong>in</strong>formaticiorientati alla gestione della conoscenza; consente, <strong>in</strong>oltre, disistematizzare le esperienze r<strong>in</strong>venute, tutte pionieristiche e talora occasionali.Complessivamente, i contributi che vengono presentati mostrano,<strong>in</strong> modo chiaro, come strumenti e <strong>in</strong>terventi f<strong>in</strong>alizzati a promuoverel'<strong>in</strong>novazione nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> devono poter contaresu modalità strutturate e <strong>in</strong>tegrate di gestione delle risorse <strong>in</strong>tellettualiche esse abbiano a disposizione: know-how del personale (capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano), conoscenza codificata <strong>in</strong> procedure, database esistemi <strong>in</strong>formativi (capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> organizzativo), reti di relazionitra le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> e tra queste e gli utenti e i portatori di <strong>in</strong>teresse(capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> relazionale).Il Consorzio Mipa <strong>in</strong>terpreta così, ancora una volta, la sua vocazioneistituzionale, orientata alla predisposizione di strumenti e <strong>in</strong>terventi<strong>in</strong>novativi.


Premessadi Sauro AngelettiLe <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> alle prese con la conoscenza9È, questa, l'era dell'economia della conoscenza. Le risorse <strong>in</strong>tellettuali,spesso <strong>in</strong>tangibili, rivestono un ruolo decisivo <strong>in</strong> tutti i processi di produzionee di creazione del valore e <strong>in</strong> tutte le diverse dimensioni dellagestione aziendale. Si moltiplicano le <strong>in</strong>iziative di knowledge management,attività variamente strutturate e vertenti su diverse risorse legatealla conoscenza, accomunate, tuttavia, dall'identico obiettivo di gestiree valorizzare ciò che l'azienda conosce o potrebbe conoscere, di promuoverela convergenza fra diversi tipi di conoscenza posseduta o"accessibile". Cresce la schiera dei knowledge workers (letteralmente, ilavoratori che svolgono attività operativo-gestionali sono caratterizzate,<strong>in</strong> prevalenza, dall'impiego di risorse <strong>in</strong>tellettuali), anche per il proliferaredi ruoli organizzativi e figure professionali preposte al lavoro sullaconoscenza (chief knowledge officers, <strong>in</strong>tellectual capital directors,knowledge managers, eccetera).Per tutti questi motivi (ma l'elenco è del tutto prelim<strong>in</strong>are), il dibattitosulla conoscenza, il riconoscimento dell'importanza della sua analisi percomprendere le possibilità della sua gestione e governare le implicazion<strong>in</strong>ella realizzazione del risultato economico, oltre ad essere di strettaattualità, ha raggiunto un livello di consolidamento tale da poter esserecondensato <strong>in</strong> "nuovi" paradigmi teorici.Un modello di analisi e di rappresentazione della conoscenza aziendalegià affermato, ancorché di recente concettualizzazione, è quello del"capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>". È, questo, un modello teorico che propone epromuove una tassonomia orig<strong>in</strong>ale della conoscenza aziendale, r<strong>in</strong>venendonei pr<strong>in</strong>cipali elementi costitutivi nelle competenze e nelle abilitàdel personale che opera <strong>in</strong> azienda (capitale umano), nel materiale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> codificato <strong>in</strong> procedure, banche dati, brevetti, eccetera


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE10(capitale strutturale o, meglio, organizzativo), <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, nelle conoscenzeveicolate dalle <strong>in</strong>terazioni e dalle relazioni che l'azienda e i suoi operatori<strong>in</strong>trattengono con una vasta platea di <strong>in</strong>terlocutori esterni (capitaleclienti o, più propriamente, capitale relazionale).Alla concettualizzazione del paradigma di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,un modello di orig<strong>in</strong>e prettamente pragmatica messo a punto neipaesi scand<strong>in</strong>avi e <strong>in</strong> quelli statunitensi a partire dalla metà degli anni '90del secolo scorso, si deve, <strong>in</strong> particolare, una concezione "allargata"della conoscenza aziendale, risorsa produttiva "non convenzionale" dall'estensione<strong>in</strong>tra-organizzativa e meta-aziendale. Inquadrato <strong>in</strong> questaprospettiva, lo studio della conoscenza reperibile e disponibile <strong>in</strong> aziendanon si esaurisce nell'apprezzamento quali-quantitativo delle dotazionidelle sue componenti (stock), ma si concentra, <strong>in</strong> particolare, nell'esamedelle d<strong>in</strong>amiche (flussi) relative alle modalità e ai processi di generazionee di impiego e, conseguentemente, sugli obiettivi e le caratteristichedelle politiche di gestione.Dal punto di vista operativo, il paradigma di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>offre, alle aziende "costrette" a competere sulla base della conoscenza, unutile quadro teorico-metodologico di riferimento <strong>in</strong> grado di guidarle allaricerca dei luoghi (aziendali ed extra-aziendali) <strong>in</strong> cui risiedono componentidel proprio capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>. Esso costituisce, nel contempo, unachiave esplicativa per l'<strong>in</strong>terpretazione delle condizioni di <strong>in</strong>terdipendenzae dei nessi causali tra i diversi flussi di conoscenza, l'identificazione dellef<strong>in</strong>alità e degli strumenti di misurazione e di valutazione quali-quantitativadelle diverse componenti del loro patrimonio <strong>in</strong>tangibile.Altrettanto rilevante, tuttavia, è il valore aggiunto che possono trarre dall'applicazionedel modello le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, organizzazion<strong>in</strong>elle quali le sollecitazioni all'adozione di strumenti di gestione dellaconoscenza presentano una m<strong>in</strong>ore <strong>in</strong>tensità, le esperienze applicativesono promosse e realizzate, <strong>in</strong> molti casi, senza una compiuta consapevolezzacirca il ruolo, l'estensione e la composizione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>pubblico e le specificità strutturali e funzionali delle risorse <strong>in</strong> parola.Il paradigma di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, <strong>in</strong>fatti, presenta unavalidità generale e una duttilità <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e alle possibilità analitico-ricognitivee applicative tale da consentirne l'impiego <strong>in</strong> tutte le tipologie di organizzazioni,siano esse <strong>pubbliche</strong> o private, for profit e non profit.L'estensione dei pr<strong>in</strong>cipi e delle assunzioni tipiche del paradigma di analisidel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> al caso delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> deve,tuttavia, necessariamente tener conto delle peculiarità di queste ultime, lequali si manifestano nella forma di specificità organizzative, tecnico-produttivee "culturali": si pensi, ad esempio, alla missione istituzionale, alloro operare <strong>in</strong> contesti tradizionalmente non competitivi, alle modalitàdi reclutamento e di gestione del personale, alle fonti di f<strong>in</strong>anziamento e


Premessaalle forme di approvvigionamento di risorse, eccetera. A questi e altri elementisi deve, <strong>in</strong>fatti, una sorta di "peculiarità pubblica" che determ<strong>in</strong>a e<strong>in</strong>forma, tra le altre cose, le connotazioni, le possibilità applicative e lemodalità gestionali delle risorse <strong>pubbliche</strong> di conoscenza.Ciononostante, il paradigma <strong>in</strong> parola conserva <strong>in</strong>tatta, nella sua applicazionealle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, la sua valenza esplicativa, l'attitud<strong>in</strong>ea fornire una rappresentazione "arricchita" delle risorse patrimoniali<strong>pubbliche</strong> ottenuta attraverso il disvelamento di quelle <strong>in</strong>tangibilidi estrazione <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> e un r<strong>in</strong>novato apprezzamento di risorsetradizionali, umane e fisiche, riconosciute quali "contenitori" e "luoghi"di conoscenza. Si tratta, <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i, di uno strumento utile, <strong>in</strong>nanzitutto, per accrescere la consapevolezza delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>ealla rilevanza strategica e operativo-gestionale della conoscenza neiprocessi istituzionali e <strong>in</strong> quelli operativi, necessaria per la progettazionee la predisposizione di <strong>in</strong>iziative f<strong>in</strong>alizzate, strutturate e strutturalidi gestione di componenti di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.Da questo punto di vista non si può <strong>in</strong>fatti non constatare come le<strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> si stiano cimentando solo ultimamente nellarealizzazione di "progetti conoscenza", con significativo ritardo rispettoa quanto sperimentato nelle aziende: <strong>in</strong> assenza di stimoli "tradizionali",discendenti cioè da esigenze competitive, la gestione della conoscenzae del sapere nelle (e delle) <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> si configura, <strong>in</strong> prevalenza,come il sottoprodotto di <strong>in</strong>iziative specifiche di particolariambiti gestionali (personale, sistemi <strong>in</strong>formativi e <strong>in</strong>formatici) o l'effetto<strong>in</strong>dotto di provvedimenti tipici della riforma amm<strong>in</strong>istrativa.Per quanto attiene a quest'ultimo aspetto, la revisione dell'organizzazionee del funzionamento delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> promossa nel nostropaese nell'ultimo decennio del secolo scorso ha <strong>in</strong>dubbiamente <strong>in</strong>ciso<strong>in</strong> maniera significativa (ancorché spesso <strong>in</strong>consapevole) sulla dotazione(consistenza, composizione, estensione, valorizzazione) del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> pubblico, <strong>in</strong> particolare, attraverso:1. il consolidamento, l'<strong>in</strong>novazione e la razionalizzazione del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> organizzativo, realizzato mediante <strong>in</strong>terventi di semplificazioneprocedurale, revisioni delle modalità di archiviazione e digestione delle <strong>in</strong>formazioni, <strong>in</strong>tegrazione di database e archiviamm<strong>in</strong>istrativi, eccetera;2. la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano, compiuta attraversomodificazioni quali-quantitative delle dotazioni, ricorrendo <strong>in</strong>maniera più consistente, sistematica e diffusa alla leva della formazionequale modalità per l'arricchimento e la diversificazione delpatrimonio delle conoscenze e delle competenze, eccetera;3. la promozione di capitale relazionale, affidata ad <strong>in</strong>vestimenti nellatrasparenza e nella comunicazione dell'azione amm<strong>in</strong>istrativa e rea-11


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE12lizzata attraverso nuovi canali (telematici) di <strong>in</strong>terazione con l'utenza,<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i di customer satisfaction, eccetera.Si tratta, tuttavia, di effetti che, pur rilevanti, hanno prodotto effetti"secondari" per l'impatto sul complessivo capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> pubblico,<strong>in</strong> quanto promossi <strong>in</strong> assenza di una esplicita consapevolezza ef<strong>in</strong>alizzazione <strong>in</strong> sede di progettazione e di promozione. Così, il bilanciodel lavoro sulla conoscenza delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> risulta,allo stato attuale, sostanzialmente esiguo, fatto di <strong>in</strong>terventi caratterizzati,soprattutto, da:a) un'estensione <strong>in</strong> prevalenza <strong>in</strong>tra-organizzativa, quale conseguenzadella f<strong>in</strong>alizzazione alla creazione di (maggior) valore per l'utenzaattraverso l'aumento dell'efficienza di specifici processi produttividi s<strong>in</strong>gole <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> o partizioni organizzative;b) una scarsa "profondità", determ<strong>in</strong>ata da un'attenzione riservata <strong>in</strong>maniera predom<strong>in</strong>ante, da un lato, alla conoscenza esplicita (codificata,suscettibile di riduzione <strong>in</strong> forme oggettivate) e, dall'altro, allaconoscenza posseduta, piuttosto che ai processi di generazione ealle possibilità di sviluppo;c) un basso livello di <strong>in</strong>tegrazione, cui si deve la creazione di poches<strong>in</strong>ergie e l'esiguità della possibilità di realizzare significativi "effettileva".Pur con queste lacune, la riforma amm<strong>in</strong>istrativa ha comunque gettatole basi per la promozione di <strong>in</strong>iziative strutturali vertenti sulle pr<strong>in</strong>cipalicomponenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>: le <strong>in</strong>novazioni nella gestione delpersonale, non più solo amm<strong>in</strong>istrato, consentono, con la (ri)scopertadella centralità degli operatori pubblici e delle competenze <strong>in</strong>carnate, disostenere l'<strong>in</strong>novazione a partire dal capitale umano. La razionalizzazionedelle procedure e dei procedimenti amm<strong>in</strong>istrativi, <strong>in</strong>formatizzatie "<strong>in</strong>formazionati" (arricchiti di contenuti <strong>in</strong>formativi) ha rappresentatola necessaria premessa per la valorizzazione dei flussi di conoscenzalegati ai processi operativi. La proclamazione della "vocazione funzionale"delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> ha consentito la (ri)scopertadelle relazioni con l'utenza e, più <strong>in</strong> generale, la valorizzazione dellerelazioni con tutti i "portatori di <strong>in</strong>teresse" quale requisito di base perl'efficienza e l'efficacia dell'azione amm<strong>in</strong>istrativa.Ma la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> è anche una questione di tecnicalità.Richiede, accanto alle "dichiarazioni di <strong>in</strong>tento", alla fissazione diobiettivi strategici e alla promozione di (pur necessarie) condizioni dicontesto, la progettazione di <strong>in</strong>iziative dedicate, l'ideazione e la realizzazionedi strumenti tecnico-organizzativi e di applicazioni <strong>in</strong>formatiche,la previsione di presidi organizzativi, eccetera, per l'"amm<strong>in</strong>istrazione"e lo sviluppo sia di s<strong>in</strong>gole componenti sia della compag<strong>in</strong>epatrimoniale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> complessivamente <strong>in</strong>tesa.


PremessaDa questo punto di vista, le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> hanno "moltoda imparare", mutuando filosofie, schemi logici, soluzioni applicativeed esperienze già realizzate dalle aziende. Ma la gestione della conoscenzadelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> non può risolversi nel soloapprovvigionamento esterno, attraverso la mera trasposizione di altruirealizzazioni: le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> sono chiamate a elaborare un personalepercorso <strong>in</strong> cui le risposte da dare ai problemi gestionali seguano,e non precedano, scelte strategiche circa la valenza funzionale da assegnarealle risorse <strong>in</strong>tellettuali, gli obiettivi delle politiche di gestione, isoggetti responsabili della promozione e della realizzazione delle <strong>in</strong>iziativedi <strong>in</strong>vestimento, l'identificazione delle fonti, la determ<strong>in</strong>azione dellecomponenti (umane, organizzative e relazionali) su cui prioritariamentepuntare e le relazioni causali tra queste, eccetera.In questa prospettiva, è necessario che le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>sfrutt<strong>in</strong>o le potenzialità del paradigma teorico del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>non solo per la loro valenza analitico-ricognitiva, ma soprattutto per larilevanza gestionale delle sue "prescrizioni": non solo, qu<strong>in</strong>di, per guidaree supportare la "mappatura" delle componenti costitutive la compag<strong>in</strong>epatrimoniale, ma per sostenere la progettazione e l'implementazionedi specifici strumenti manageriali e soluzioni tecnico-organizzative(processi e progetti di conoscenza, applicazioni <strong>in</strong>formatiche <strong>in</strong>tra-organizzativee <strong>in</strong>ter-amm<strong>in</strong>istrative, eccetera) coerenti con la valenza funzionaleda assegnare alla conoscenza costitutiva il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.Non si tratta, evidentemente, di "forzare" il paradigma teorico propostoma, più semplicemente, di privilegiare, nella sua applicazione al casodelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, alcune specifiche capacità (e velleità)esplicative, attenuando la sua prevalente <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione alla misurazione.La perdurante predom<strong>in</strong>anza di tecniche di apprezzamento e metodologiedi valutazione di estrazione economico-f<strong>in</strong>anziaria documentacome il modello di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> sia nato e si affermicon un orientamento prevalente alla determ<strong>in</strong>azione quantitativa delledotazioni aziendali di conoscenza e del loro concorso, nel processo dicreazione del valore, alla determ<strong>in</strong>azione del risultato economico complessivo.È, questa, evidentemente, una propensione esplicativa difficilmenteestendibile alle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, non tanto per ostacolitecnico operativi, quanto dal punto di vista "concettuale", per l'accezionee la rilevanza del tutto peculiare assunta <strong>in</strong> queste organizzazionidalla produzione di valore per il cliente (valore pubblico).Permane e resta valido, al contrario, costituendo anzi l'apporto orig<strong>in</strong>aledell'applicazione del modello di analisi <strong>in</strong> parola alle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>pubbliche</strong>, l'<strong>in</strong>quadramento funzionale della conoscenza, con l'obiettivo(sotteso) di apprezzare il contributo da questa arrecato alla realizzazionedella missione istituzionale e all'efficace attuazione dei processi operati-13


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE14vi e gestionali. In questa prospettiva, il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>pubbliche</strong> risulta connotato, tra i tanti, da due pr<strong>in</strong>cipali attributi:la strumentalità rispetto ai processi di riforma e di <strong>in</strong>novazione istituzionalee amm<strong>in</strong>istrativa; il supporto alle politiche di comunicazionef<strong>in</strong>alizzate a sostenere un processo di ulteriore accreditamento fondatosull'<strong>in</strong>cremento delle <strong>in</strong>iziative volte ad accrescere la trasparenza delleattività e la rendicontazione dei risultati e dell'impiego delle risorse.Della conoscenza aziendale si dà, nella prospettiva di analisi del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, una def<strong>in</strong>izione chiaramente f<strong>in</strong>alizzata quanto all'impiego(la creazione di valore per i clienti), che guida l'<strong>in</strong>dividuazionedelle componenti considerate (o da considerare) rilevanti e la conseguentedef<strong>in</strong>izione delle politiche di gestione f<strong>in</strong>alizzate al loro sviluppo.La conoscenza aziendale costitutiva "capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>" è, <strong>in</strong> questaprospettiva, conoscenza "ad alto valore aggiunto", non materiale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> "operativo", impiegato e utile per lo svolgimento dei soliprocessi di lavoro ord<strong>in</strong>ari, ma conoscenza per eccellere e competere.Trasferite al caso delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, queste considerazioniconservano <strong>in</strong>dubbiamente tutta la loro validità: il capitale pubblico diconoscenza è, essenzialmente, "capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> di <strong>in</strong>novazione", strumentaleal sostegno e funzionale all'accelerazione del processo di riformaamm<strong>in</strong>istrativa e istituzionale <strong>in</strong> atto. Non può essere circoscritto, qu<strong>in</strong>di,alle "sole" componenti <strong>in</strong>tellettuali di estrazione organizzativa, neppurenel caso <strong>in</strong> cui di queste si dia una def<strong>in</strong>izione assai estensiva, considerandolecomprensive di qualsiasi risorsa o <strong>in</strong>vestimento <strong>in</strong> nuovi sistemi produttivie nella formazione del personale, nello sviluppo di nuovi prodotti,nella re<strong>in</strong>gegnerizzazione dei processi e dei flussi operativi, eccetera, <strong>in</strong>grado di generare valore per il futuro attraverso l'accrescimento e l'arricchimentodel capitale di conoscenza e di quello f<strong>in</strong>anziario.Il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i,deve essere <strong>in</strong>teso come un più generale complesso di risorse di conoscenzadi diversa orig<strong>in</strong>e (<strong>in</strong>tra-organizzativa e <strong>in</strong>ter-amm<strong>in</strong>istrativa) edestrazione (umana, organizzativa e relazionale) nel quale rientrano apieno titolo le politiche di valorizzazione del personale pubblico e diriallocazione funzionale f<strong>in</strong>alizzate ad accrescerne e a sfruttarne ilpotenziale e non s<strong>in</strong>goli <strong>in</strong>terventi (ancorché strutturati) di formazionerivolti all'acquisizione di specifiche competenze; lo sviluppo uniformedi una cultura organizzativa orientata a facilitare (e promuovere) la diffusionedella conoscenza e non l'<strong>in</strong>troduzione di s<strong>in</strong>goli fattori abilitantidi carattere locale e/o cont<strong>in</strong>gente; le relazioni istituzionali consideratea livello di sistema, tra le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> e con tutti isoggetti portatori di <strong>in</strong>teresse e non <strong>in</strong>terazioni limitate a specifiche esegmentate categorie di utenti delle prestazioni <strong>pubbliche</strong>.


1La def<strong>in</strong>izionedel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>di Sauro Angeletti1.1 Aziende e <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> nell'era dellaconoscenza15La conoscenza, da sempre, riveste un ruolo decisivo <strong>in</strong> tutti i processiaziendali. Qualifica le attività di pianificazione e di programmazione,costituendo la base <strong>in</strong>formativa necessaria per la def<strong>in</strong>izione e la realizzazionedelle strategie aziendali. Sostanzia le dotazioni patrimoniali sottoformadi competenze del personale, know-how codificato o <strong>in</strong>corporatonei processi operativi, <strong>in</strong>formazioni e sapere conservato <strong>in</strong> archivi,database e nelle relazioni <strong>in</strong>trattenute con gli <strong>in</strong>terlocutori istituzionali econ le altre aziende che operano nell'ambiente di riferimento.Caratterizza i risultati aziendali, configurandosi sia come prodottoprovvisto di un'autonoma fisionomia (nella forma, cioè, dei cosiddetti"prodotti del sapere") da cedere ai clienti, sia come connotazione deiservizi (contenuti, elementi comunicativi e relazionali connessi all'erogazionee alla fruizione).L'attenzione alla conoscenza aziendale, alle risorse, spesso <strong>in</strong>tangibili,che la <strong>in</strong>carnano e alle strutture che la <strong>in</strong>corporano non è, qu<strong>in</strong>di, unanovità recente. Essa, tuttavia, si impone, oggi, come obbligata, visto chela capacità di <strong>in</strong>novazione e il vantaggio competitivo delle aziende sifondano sempre più sulla disponibilità di risorse <strong>in</strong>tellettuali "proprietarie",le funzioni aziendali sono caratterizzate da un'alta (e crescente)<strong>in</strong>tensità di <strong>in</strong>formazioni e di conoscenza e le attività ad alto valoreaggiunto sono quelle svolte o affidate a "lavoratori della conoscenza".È, questa, l'era dell'economia della conoscenza, la cui caratteristica predom<strong>in</strong>anterisiede nella sovrabbondanza delle <strong>in</strong>formazioni. In tutti icontesti operativi e gli ambiti produttivi, le aziende che eccellono presentanosempre più i tratti di organizzazioni <strong>in</strong>formation <strong>in</strong>tensive, distrutture, cioè, attrezzate sul piano tecnico, organizzativo e professionaleper la gestione di volumi di <strong>in</strong>formazioni imparagonabilmente più


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE16ampi rispetto al passato, oltretutto <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua, progressiva estensione.Cresce, di conseguenza, la centralità strategica dei sistemi <strong>in</strong>formativiaziendali, degli <strong>in</strong>siemi ord<strong>in</strong>ati di elementi che rilevano, elaborano,scambiano e archiviano dati con lo scopo di produrre e di distribuire le<strong>in</strong>formazioni nel momento e nel "luogo" adatto e alle persone che <strong>in</strong>azienda ne hanno bisogno, utilizzando a tale scopo la tecnologia piùadeguata 1 .L'economia della conoscenza, qu<strong>in</strong>di, è il portato dell'era dell'<strong>in</strong>formazione,ma non un'economia fondata sulla sola <strong>in</strong>formazione. È l'economia<strong>in</strong> cui risorse immateriali, quali il sapere e la comunicazione,hanno progressivamente eroso la centralità strategica e operativa diquelle fisiche e del lavoro nei processi di produzione, assurgendo apr<strong>in</strong>cipali fattori critici di successo, determ<strong>in</strong>anti delle modalità (e delleopportunità) competitive e del risultato economico.In questo contesto, il patrimonio di conoscenze delle aziende, fatto di<strong>in</strong>formazioni e sapere, ha perso la tradizionale "separatezza" determ<strong>in</strong>atadall'esclusiva residenza nei sistemi <strong>in</strong>formativi aziendali. Si configurasempre meno come il risultato di processi "tradizionali" di (mera)rilevazione ed elaborazione di <strong>in</strong>formazioni, costituendo, grazie anchealla comb<strong>in</strong>azione, spesso <strong>in</strong>dissolubile, con le altre risorse aziendali,parte <strong>in</strong>tegrante di un patrimonio ben più esteso e variegato, risultantedalla commistione di ist<strong>in</strong>ti, idee, sensazioni, regole e procedure cheguidano le azioni e le decisioni degli operatori aziendali 2 .L'analisi delle aziende che operano (con successo) nell'economia dellaconoscenza realizzando i maggiori profitti mostra come <strong>in</strong>formazioni esapere siano (diventate) ciò che queste comprano, producono e vendono.Le risorse <strong>in</strong>tellettuali costituiscono, <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i, non solo fattoriproduttivi dalla rilevanza crescente, ma i più significativi <strong>in</strong>put produttivi,impiegati, oltre che nelle forme "tradizionali" del supporto deiprocessi decisionali e ai f<strong>in</strong>i della documentazione delle transazioni, <strong>in</strong>un numero crescente di processi operativo-gestionali sempre più <strong>in</strong>sostituzione di beni tangibili. Rappresentano, <strong>in</strong> secondo luogo, la parteprevalente, sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i quantitativi sia qualitativi, degli output dei processiaziendali.L'affermazione di una produzione "smaterializzata", fatta sempre più diconoscenze e di <strong>in</strong>formazioni, costr<strong>in</strong>ge le aziende, con la progressivaconvergenza tra "beni" e "servizi", a ridef<strong>in</strong>ire ciò che <strong>in</strong>tendono per"produzione" e per "prodotto" e a rimodulare, di conseguenza, le politichedi gestione delle risorse. Ma implicazioni rilevanti si registrano1 La def<strong>in</strong>izione di sistema <strong>in</strong>formativo è tratta da E. BORGONOVI, Pr<strong>in</strong>cipi e sistemi aziendali perle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, Egea, Milano 2000.2 Così <strong>in</strong> E. BORGONOVI, Pr<strong>in</strong>cipi e sistemi aziendali per le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, cit.


1. La def<strong>in</strong>izione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>anche sul piano delle strategie e del disegno organizzativo: per prosperarenella nuova economia della conoscenza, impiegando e facendofruttare al meglio le risorse <strong>in</strong>tellettuali, le aziende devono escogitare,sperimentare e adottare nuovi modelli di analisi strategica, nuove tecnichedi gestione, nuovi paradigmi e nuove soluzioni organizzative.In particolare, l'affermazione dell'economia della conoscenza e dei mercatidelle risorse che la <strong>in</strong>carnano certifica il (diverso) ruolo strategicoassegnato alle risorse <strong>in</strong>tellettuali, non "solo" strumenti per decidere eper accrescere la produttività, ma leva di <strong>in</strong>novazione, asset aziendaleche rende possibile la creazione di nuovi processi, nuovi prodotti enuove reti di relazioni <strong>in</strong> un circolo virtuoso che si autoalimenta.Conseguentemente, l'azienda cessa di vedersi semplicemente come una"macch<strong>in</strong>a deputata all'elaborazione delle <strong>in</strong>formazioni" 3 ; subentra, conla consapevolezza della centralità della conoscenza, la necessità di adottare,a livello operativo, organizzativo e gestionale, nuovi processi estrumenti di governo "calibrati" sulle caratteristiche dist<strong>in</strong>tive dellerisorse considerate, sostanzialmente difformi da quelli dedicati all'<strong>in</strong>formazione.Ciò, dal momento che i processi di conoscenza non presuppongono"semplicemente" attività di "cattura" e di elaborazione didati, ma una vera e propria nuova (o r<strong>in</strong>novata) capacità aziendale dicreare risorse <strong>in</strong>tellettuali, di diffonderle al suo <strong>in</strong>terno e di tradurle <strong>in</strong>prodotti e servizi, spesso con modalità mai sperimentate.Così, mentre i processi di <strong>in</strong>formazione si configurano come cicli di trasformazionecaratterizzati dall'impiego di dati elementari, f<strong>in</strong>alizzati allacreazione di output <strong>in</strong>formativi <strong>in</strong> grado di accrescere l'utilità per ildest<strong>in</strong>atario <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di possibilità di utilizzo e razionalità dell'attivitàdecisionale, i processi di conoscenza mostrano una significatività legata,pr<strong>in</strong>cipalmente, ai risultati. La loro f<strong>in</strong>alità è di generare uno stato di"sapere" connesso a determ<strong>in</strong>ati oggetti relativi alla gestione aziendale,tale da consentire agli operatori la possibilità di <strong>in</strong>terpretare le diversesituazioni, di studiare e formulare soluzioni e di agire di conseguenza 4 .173 I. NONAKA e H. TAKEUCHI, The knowledge creat<strong>in</strong>g company, Guer<strong>in</strong>i e Associati, Milano, 1997.Gli autori considerano tale concezione dell'azienda l'assunto centrale del management occidentale,da Taylor a Simon, <strong>in</strong> cui il dualismo cartesiano tra soggetto e oggetto, tra soggetto conoscentee oggetto conosciuto ha dato orig<strong>in</strong>e ad una visione dell'organizzazione <strong>in</strong>tesa come "meccanismodi elaborazione di <strong>in</strong>formazioni" provenienti dal contesto esterno al f<strong>in</strong>e di adattare se stessaal mutare delle circostanze. Questa concezione, tuttavia, presenta (almeno) un limite fondamentale:quello di non riuscire a spiegare l'<strong>in</strong>novazione, la quale non co<strong>in</strong>cide semplicemente con un processodi elaborazione delle <strong>in</strong>formazioni esterne, diretto a risolvere i problemi correnti e a favorireun adattamento ad un contesto <strong>in</strong> via di modificazione. L'azienda che cambia crea realmente(traendole dal proprio <strong>in</strong>terno) nuove conoscenze e <strong>in</strong>formazioni allo scopo di ridef<strong>in</strong>ire i problemie le soluzioni.4 Per <strong>in</strong>formazioni di dettaglio relative ai tratti dist<strong>in</strong>tivi dei processi di <strong>in</strong>formazione e di conoscenzasi r<strong>in</strong>via a A. QUAGLI, Introduzione allo studio della conoscenza <strong>in</strong> economia aziendale, Milano,Giuffré, 1995 e T.H. DAVENPORT e L. PRUSAK, Il sapere al lavoro, Etas, Milano, 2002.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE18Il fenomeno della rilevanza emergente e della centralità strategica dellaconoscenza non può certo dirsi estraneo alle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>.Anche per questa tipologia di organizzazioni, <strong>in</strong>fatti, la necessità digovernare consapevolmente il complesso comb<strong>in</strong>arsi dei processi diapprendimento, accumulazione e condivisione di conoscenza si ponecon particolare urgenza <strong>in</strong> una fase, quale quella attuale, <strong>in</strong> cui le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>pubbliche</strong> registrano una sempre più accentuata modificazionedelle proprie funzioni nello scenario socio-economico, caratterizzatadal progressivo spostamento dell'asse della produzione dall'<strong>in</strong>terventodiretto (erogazione di beni e apprestamento di servizi) alle attivitàdi <strong>in</strong>dirizzo, normazione, regolazione e governance.Tuttavia, mentre nelle aziende il tema della gestione della conoscenza èda tempo al centro della "questione manageriale", quanto meno perché<strong>in</strong>dotto da esigenze e necessità competitive, non altrettanto può dirsiper le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>. Se <strong>in</strong>fatti aumenta, nell'enunciazionedegli obiettivi della riforma e nelle esperienze di <strong>in</strong>novazione, il riferimentoalle risorse <strong>in</strong>tellettuali (competenze del personale, know-how,relazioni con utenti e partner istituzionali e privati, eccetera), perdura ladifficoltà delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> a maturare una specifica consapevolezzariguardo all'estensione e al ruolo del proprio patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,anche a causa dell'<strong>in</strong>disponibilità di modelli (metodologici e tecnicoorganizzativi)di riferimento per la progettazione e la promozione di<strong>in</strong>iziative di gestione e di sviluppo delle risorse di conoscenza.In altri term<strong>in</strong>i, la necessità di una gestione strategica della conoscenzae di un orientamento rivolto alla massimizzazione del suo impiego <strong>in</strong>tutte le funzioni, economiche e istituzionali, non è ancora completamenteavvertita nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, cosicché le politiche<strong>in</strong>erenti le risorse <strong>in</strong>tellettuali rischiano di essere, da un lato, limitate allasola valorizzazione delle basi <strong>in</strong>formative, dall'altro, circoscritte a quellesole <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> che presentano tratti strutturali e produttivi piùvic<strong>in</strong>i a quelli tipici delle "imprese della conoscenza" (università, entipubblici di ricerca, eccetera).Al contrario, la disponibilità e l'accessibilità di conoscenze adeguate aifabbisogni decisionali, operativi e gestionali e di quelle necessarie per lapiena soddisfazione dell'utenza e degli altri portatori di <strong>in</strong>teresse si ponecome un fattore critico di successo per tutte le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>, <strong>in</strong> particolareai f<strong>in</strong>i della promozione e della realizzazione dei processi di riformaamm<strong>in</strong>istrativa e istituzionale <strong>in</strong> atto. Ciò è di immediata evidenzanella declaratoria degli obiettivi della riforma, laddove si riconosce che lepiù importanti risorse da "spendere" per la promozione del cambiamentonella (e della) pubblica amm<strong>in</strong>istrazione non sono (tanto o solo) quellef<strong>in</strong>anziarie e tecnologiche, ma soprattutto le risorse legate alla conoscenza,a partire da quelle espresse dalla professionalità degli operatori


1. La def<strong>in</strong>izione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>pubblici, riconosciuti quale asset strategico delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> 5 .Tuttavia, poiché l'<strong>in</strong>novazione riguarda, spesso contemporaneamente,profili diversi (normativi, organizzativi, gestionali, operativi), la capacitàdelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> di assecondare e promuovere il cambiamentoè fortemente condizionata dalle opportunità e dalle possibilità di accederea patrimoni di conoscenze esterni, pubblici o privati, le qualidipendono dall'estensione dei "portafogli di collaborazioni" che le<strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> riescono ad attivare e governare.Ne consegue che la gestione della conoscenza nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>pubbliche</strong> richiede l'<strong>in</strong>tegrazione e il coord<strong>in</strong>amento di patrimoni dirisorse <strong>in</strong>tellettuali differenti ed eterogenei e la promozione di politiche,<strong>in</strong>terventi e strumenti su tre piani diversi:1. <strong>in</strong>tra-organizzativo, ai f<strong>in</strong>i della (ri)comb<strong>in</strong>azione, dell'<strong>in</strong>tegrazionee della valorizzazione delle risorse <strong>in</strong>tellettuali detenute da ciascunaamm<strong>in</strong>istrazione;2. <strong>in</strong>ter-amm<strong>in</strong>istrativo, con l'obiettivo di promuovere e aderire atransazioni e flussi di conoscenza tra i soggetti del sistema pubblico;3. "meta-amm<strong>in</strong>istrativo", al f<strong>in</strong>e di prendere parte ad <strong>in</strong>terazioni erelazioni di conoscenza con utenti, operatori economici e altri soggettiportatori di <strong>in</strong>teresse (stakeholder).191.2 Una prima def<strong>in</strong>izione di conoscenzaLa necessità per le aziende di gestire, sviluppare e "mettere a frutto" lerisorse <strong>in</strong>tangibili legate alla conoscenza, spesso <strong>in</strong>dotta da vicissitud<strong>in</strong>icompetitive ma sempre più frutto di una propria consapevolezza, siscontra, almeno all'<strong>in</strong>izio, con difficoltà di identificarne componenti edelementi costitutivi. Ciò, <strong>in</strong>nanzi tutto, per la prevalente natura immaterialedelle risorse considerate, la scarsa <strong>in</strong>telligibilità e, <strong>in</strong> molti casi,<strong>in</strong>estricabilità rispetto ad altre risorse patrimoniali.La conoscenza, attributo che qualifica oggi ogni elemento e attore del5 Su questo punto si veda PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, DIPARTI-MENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA, Proposte per il cambiamento nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>,Soveria Mannelli, Rubbett<strong>in</strong>o, 2002.Le l<strong>in</strong>ee di <strong>in</strong>tervento <strong>in</strong>dividuate dal Dipartimento della funzione pubblica ai f<strong>in</strong>i di sostenere lacapacità delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> di adattarsi costantemente ai mutamenti del contesto cui si rivolgonosono ricondotte a tre pr<strong>in</strong>cipali aree prioritarie: lo sviluppo del patrimonio umano qualecondizione per la creazione di professionalità autonome e capaci di anticipare le esigenze di cambiamento;l'<strong>in</strong>cremento del know-how attraverso l'ampliamento, la valorizzazione e la condivisionedelle conoscenze e competenze necessarie per supportare processi di <strong>in</strong>novazione; la promozionee la creazione di condizioni di contesto favorevoli per facilitare le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> nelle attivitàdi progettazione, attuazione e sostegno degli <strong>in</strong>terventi di cambiamento organizzativo emiglioramento operativo.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE20sistema economico (i lavoratori, i processi, le aziende, eccetera), ècomunque un oggetto difficilmente def<strong>in</strong>ibile e, per ciò stesso, generico,un term<strong>in</strong>e che fa riferimento tanto a "prodotti" quanto a processi,che evoca e allude a risorse (assai) diverse, contenute entro i perimetriorganizzativi delle aziende (e qu<strong>in</strong>di rientranti sotto il loro diretto controllo)ma anche esterne, "collettive", patrimonio congiunto di soggettimolteplici.Alle difficoltà def<strong>in</strong>itorie <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seche ai tratti strutturali delle risorseconsiderate se ne devono aggiungere, peraltro, ulteriori, da ascrivere allacontiguità del term<strong>in</strong>e "conoscenza" rispetto ad altri (<strong>in</strong>formazione,sapere, comunicazione, eccetera) che rappresentano <strong>in</strong> parte suoi elementicostitutivi, <strong>in</strong> parte suoi prodotti, <strong>in</strong> parte forme e modalità dellasua diffusione.Considerata <strong>in</strong> una prospettiva tipicamente aziendale, la conoscenzapuò essere def<strong>in</strong>ita, <strong>in</strong> prima approssimazione, come la comb<strong>in</strong>azionefluida di esperienze, valori, <strong>in</strong>formazioni contestuali e competenze specialistiche<strong>in</strong> grado di fornire un quadro di riferimento (per l'azienda eper gli operatori) per la valutazione e l'assimilazione di nuova esperienzae nuove <strong>in</strong>formazioni 6 . Così <strong>in</strong>tesa, la conoscenza aziendale rappresentauna componente orig<strong>in</strong>aria della più generale "cultura aziendale",la quale, connotata di elementi eterogenei di carattere <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> emateriale coord<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> un tutto unitario e durevole nel tempo e sottopostia cont<strong>in</strong>ue trasformazioni quali quantitative, può essere consideratauna risorsa patrimoniale a tutti gli effetti 7 .Come si vede, la def<strong>in</strong>izione di conoscenza tipica dell'economia aziendalepone l'accento, tra gli altri, su elementi funzionali e strutturali. Perquanto attiene ai primi, spicca la strumentalità della conoscenza rispettoalla creazione di risorse <strong>in</strong>tellettuali nuove e ulteriori attraverso processidi (ri)comb<strong>in</strong>azione d<strong>in</strong>amici (fluidi). Riguardo alle connotazionistrutturali, non si può non constatare il carattere prevalentementeimmateriale (<strong>in</strong>tangibile) delle risorse che la costituiscono e dei prodottiche la <strong>in</strong>carnano, tali da renderli difficilmente misurabili.Da un punto di vista meramente strutturale, ovvero con riferimento alprofilo della "consistenza", le risorse che <strong>in</strong>carnano e <strong>in</strong>corporano ele-6 La def<strong>in</strong>izione di conoscenza è tratta da T.H. DAVENPORT e L. PRUSAK, Il sapere al lavoro, cit.7 G. CATTURI, L'azienda universale, Cedam, Padova, 2003.La cultura aziendale può essere def<strong>in</strong>ita, <strong>in</strong> prima approssimazione, come il complesso delle conoscenze,delle credenze, delle fantasie, delle convenzioni, delle norme, delle sanzioni, dei simboli,dei valori che presidiano i differenti modi di comportamento e, qu<strong>in</strong>di, le fattispecie degli scambitra <strong>in</strong>dividui e tra di essi con l'ambiente. Così <strong>in</strong>tesa, la nozione di cultura non solo è prossima aquella di conoscenza, ma ha <strong>in</strong> quest'ultima una sua componente rilevante: comprende, accanto alpatrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> delle conoscenze maturate dagli <strong>in</strong>dividui e dalle organizzazioni per imitazione,per addestramento o per apprendimento, anche i prodotti da essa fabbricati.


1. La def<strong>in</strong>izione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>menti di conoscenza costituiscono il "patrimonio aziendale delle risorse<strong>in</strong>tangibili", def<strong>in</strong>ito tradizionalmente <strong>in</strong> maniera residuale, cometutto ciò che è sprovvisto dei tratti della tangibilità e della consistenzafisica 8 . L'espressione è usata <strong>in</strong> un'accezione onnicomprensiva, per<strong>in</strong>cludere sia le "risorse immateriali" sia le "attività immateriali" legatealla conoscenza, componenti che, nonostante la comune radice <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,andrebbero, a rigore, tenute dist<strong>in</strong>te.Infatti, mentre il term<strong>in</strong>e "risorse immateriali" <strong>in</strong>dica risorse connotateda caratteristiche contestuali tali da consentirne la trasferibilità solo conl'ambito organizzativo che le ha prodotte (l'azienda), le attività (o beni)immateriali quali marchi, brevetti, know-how di processo, organizzazionidi vendita, eccetera, sono, <strong>in</strong> quanto diritti, più facilmente alienabili(anche se le conoscenze e le relazioni che sottendono possono nongodere della medesima proprietà o, quanto meno, non sono "estraibili"dal contesto che le ha prodotte con la stessa facilità). La dist<strong>in</strong>zione,peraltro, non è puramente nom<strong>in</strong>alistica. Mostra, <strong>in</strong>fatti, come le risorsee le attività immateriali concorrano <strong>in</strong> misura diversa alla creazionedel valore, <strong>in</strong> relazione e <strong>in</strong> funzione del loro diverso radicamento nelsistema aziendale: sono le risorse, più che i beni, a doversi considerarecome il materiale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> nel quale r<strong>in</strong>venire, nell'era dell'economiadella conoscenza, la fonte ultima del vantaggio competitivo e, qu<strong>in</strong>di, lacausale della creazione del valore.Il riferimento alla consistenza fisica, di per sé <strong>in</strong>soddisfacente <strong>in</strong> quanto<strong>in</strong>capace di fornirne una rappresentazione "positiva", dettagliata senon esaustiva delle risorse <strong>in</strong>tellettuali, diventa "lacuna" <strong>in</strong> un'era, qualequella attuale, <strong>in</strong> cui queste ultime sono "tirate <strong>in</strong> ballo" come variabileesplicativa della differenza, spesso notevole, tra il valore di mercato e ilvalore contabile delle aziende. Si impone così, essenzialmente sotto lapressione di esigenze di misurazione, la necessità di una def<strong>in</strong>izione(più) puntuale e di una rappresentazione d'<strong>in</strong>sieme della conoscenzaaziendale come "categoria" autonoma, la quale si scontra, tuttavia, conla mancanza, tanto <strong>in</strong> letteratura quanto nei pr<strong>in</strong>cipi contabili generali,218 Sulla def<strong>in</strong>izione di patrimonio aziendale quale <strong>in</strong>sieme di risorse sostanziato di conoscenze siveda, <strong>in</strong> particolare, G. CATTURI, L'azienda universale, cit.Quanto alla composizione, il patrimonio aziendale consta di diversi <strong>in</strong>siemi o "pacchetti" di risorse,riconducibili, secondo l'autore, a tre specifici aggregati o sub sistemi patrimoniali:a) il patrimonio delle conoscenze (o delle risorse umane), cioè delle competenze o delle abilitàpossedute dai componenti la comunità aziendale;b) il patrimonio dei valori storici (o delle risorse materiali), <strong>in</strong>teso come <strong>in</strong>sieme coord<strong>in</strong>ato di strumentiche consentono agli operatori aziendali la realizzazione dei processi di creazione del valoreattivati (patrimonio strutturale o strumentale) e il complesso delle risorse di attivazione, provenientidalle diverse comunità aziendali operanti nel medesimo ambiente socio-economico;c) il patrimonio naturale, <strong>in</strong>teso come l'aggregato delle risorse naturali diffuse nell'ambiente e perlo più liberamente disponibili.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE22di una def<strong>in</strong>izione stabile, condivisa ed esaustiva delle risorse <strong>in</strong>tellettualiaziendali.Si consideri, ad esempio, la seguente def<strong>in</strong>izione di risorse "<strong>in</strong>tangibili":beni identificabili, non monetari, senza consistenza fisica, controllatida un'impresa per essere usati nella produzione o nell'offerta dibeni o servizi, per essere affittati a terzi, o per scopi amm<strong>in</strong>istrativi,risultanti da decisioni o fatti passati, dai quali ci si attende benefici economicifuturi 9 . Si tratta, come si vede, di una def<strong>in</strong>izione sostanzialmenterestrittiva: una risorsa immateriale legata alla conoscenza, peressere considerata <strong>in</strong>tangible asset, dovrebbe <strong>in</strong>fatti soddisfare la totalitàdei requisiti richiamati; ciò significa, ad esempio, che non potrebberoessere ricondotte a questa categoria concettuale risorse <strong>in</strong>tellettualitipiche dell'economia della conoscenza quali la formazione delpersonale e gli <strong>in</strong>vestimenti <strong>in</strong> attività pubblicitarie e promozionali,visto che gli effetti che questi potranno dispiegare sono, per def<strong>in</strong>izione,difficilmente identificabili <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i quantitativi e temporali.Il carattere restrittivo della def<strong>in</strong>izione risponde, evidentemente,all'esigenza "pragmatica" di considerare le risorse <strong>in</strong> parola all'<strong>in</strong>ternodei pr<strong>in</strong>cipi contabili tradizionali e di ricondurle nell'ambito dellelogiche di analisi classiche, di tipo aziendale. Rilevante, comunque, èil riferimento alla dimensione del controllo <strong>in</strong> luogo di quella dellaproprietà; quest'ultima consente, <strong>in</strong>fatti, il superamento di una tipizzazioneparziale delle risorse <strong>in</strong>tangibili di estrazione <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> <strong>in</strong>cui troverebbero spazio le sole manifestazioni di conoscenza protetteda diritti legali (marchi, brevetti e altri diritti di proprietà), rendendopossibile l'<strong>in</strong>clusione di determ<strong>in</strong>anti del vantaggio competitivoe del livello di prestazione quali le competenze, le abilità e ilknow-how del personale che opera nell'azienda, le reti e le relazionidi bus<strong>in</strong>ess, eccetera.1.3 Una def<strong>in</strong>izione operativaNell'era dell'economia della conoscenza è diventato comune dire che ilpatrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> di un'azienda è dato dall'<strong>in</strong>sieme delle competenzee del talento degli operatori, delle componenti "oggettivate" diconoscenza, <strong>in</strong>corporate cioè <strong>in</strong> supporti fisici e provviste, <strong>in</strong> alcunicasi, del carattere di commerciabilità (proprietà <strong>in</strong>tellettuali, metodologie,applicazioni software, documenti e altri prodotti e "manufatti" dellaconoscenza) e delle <strong>in</strong>formazioni veicolate e scambiate attraverso rapporticommerciali e, più <strong>in</strong> generale, relazioni con clienti e fornitori,partner strategici e <strong>in</strong>terlocutori istituzionali.9 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARD COMMITTEE, Intangible assets, Ias 38,London 1996.


1. La def<strong>in</strong>izione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>Tale complesso di risorse basate sulla conoscenza, <strong>in</strong> gran parte<strong>in</strong>tangibili, è ricompreso nella def<strong>in</strong>izione onnicomprensiva di "capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>". L'espressione identifica, al tempo stesso, una def<strong>in</strong>izioneprelim<strong>in</strong>are di conoscenza aziendale e un modello di analisi diorig<strong>in</strong>e prettamente pragmatica messo a punto, nelle sue <strong>in</strong>tuizioniorig<strong>in</strong>arie, dall'<strong>in</strong>izio degli anni '90 con l'obiettivo di fornire una tassonomiaesaustiva delle risorse <strong>in</strong>tangibili legate alla conoscenza 10 .Inparticolare, il paradigma di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> si proponecome chiave esplicativa e modello per l'identificazione e la rappresentazionedelle macrocomponenti e dei "luoghi" (sia aziendali che extraaziendali)della conoscenza, suscettibili di ulteriori specificazioni <strong>in</strong>relazione alle caratteristiche delle organizzazioni considerate, allanatura delle attività da queste svolte e alle specifiche scelte strategicogestionaliadottate con riferimento a questa tipologia di risorse(Figura 1.1) 11 .Il modello di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> muove dall'assunto che ilvalore dell'azienda dipenda da due fattori: il capitale f<strong>in</strong>anziario e il capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>. Quest'ultimo, qu<strong>in</strong>di, è suscettibile di una prelim<strong>in</strong>aredef<strong>in</strong>izione "negativa" (residuale): <strong>in</strong>dividua l'<strong>in</strong>sieme delle risorse<strong>in</strong>tangibili responsabili della differenza tra il valore di mercato e il valorecontabile dell'azienda (differenza che ne costituisce, qu<strong>in</strong>di, anche ilsuo valore).Nella specificazione degli elementi costituitivi il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,la tassonomia proposta, facendo propria la tradizionale impostazione"soggettiva" dell'analisi della conoscenza tipica dell'economiaaziendale, enuclea due prelim<strong>in</strong>ari macrocategorie: il capitale diconoscenza <strong>in</strong>carnato dagli operatori aziendali (capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>umano) e, per differenza, quello variamente configurato, <strong>in</strong>corporato<strong>in</strong> strutture fisiche, supporti o funzioni aziendali (capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>strutturale).2310 Per <strong>in</strong>formazioni di dettaglio circa la genesi del paradigma di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> siveda, tra i tanti, T.A. STEWART, Il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, Milano, Ponte alle Grazie, 1999 e, dello stessoautore, La ricchezza del sapere, Milano, Ponte alle Grazie, 2002; L. EDVINSSON e M.S. MALO-NE, Intellectual capital: the proven way to establish your company's real value by measur<strong>in</strong>g its hidden bra<strong>in</strong>power,HarperBus<strong>in</strong>ess, New York, 1999; J. ROOS et al, Intellectual capital. Navigat<strong>in</strong>g the new bus<strong>in</strong>esslandscape, Macmillan Press Ldt., London, 1997.11 La tassonomia generale del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> qui esemplificata è desunta dall'ormai classicomodello di visualizzazione delle risorse <strong>in</strong>tangibili legate alla conoscenza, noto come “value scheme”,predisposto da Skandia ASF (società assicurativa scand<strong>in</strong>ava del gruppo Skandia).Per <strong>in</strong>formazioni di dettaglio relative ai suoi tratti dist<strong>in</strong>tivi si vedano, <strong>in</strong> particolare, i report sul capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> predisposti dalla citata società scand<strong>in</strong>ava: SKANDIA, Visualiz<strong>in</strong>g <strong>in</strong>tellectual capital<strong>in</strong> Skandia, Supplement to Skandia's Annual Report, 1994; SKANDIA, Renewal & Development,Supplement to Skandia's Interim Report, 1995; SKANDIA, Human capital <strong>in</strong> transformation. Intellectualcapital prototype report, 1998, tutti reperibili sul sito web della società (www.skandia.com).


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEIl capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano è il capitale costituito dalla conoscenzadelle persone; consta del comb<strong>in</strong>ato delle competenze, delle capacità,delle abilità e della propensione all'<strong>in</strong>novazione degli operatoriaziendali così come determ<strong>in</strong>ato dalla cultura, dalla filosofia e daivalori dell'azienda stessa.Più nel dettaglio, gli elementi costitutivi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umanopossono essere r<strong>in</strong>venuti nell'abilità (competenza), nel comportamento(atteggiamento) e nell'<strong>in</strong>gegno (abilità <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>) delle persone 12 .La competenza (la parte hard del capitale umano) esprime, nella tipicaprospettiva knowledge based, ciò che l'azienda può fare grazie al suopersonale. Essa trae orig<strong>in</strong>e dalla conoscenza generalmente collegata allivello di istruzione e dalle abilità (skill), ovvero dalla parte pratica dellaconoscenza, quella che può essere <strong>in</strong>segnata, appresa e acquisitamediante l'esperienza.L'atteggiamento costituisce la parte soft del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umanoed esprime l'attitud<strong>in</strong>e, la propensione e la volontà delle persone di utilizzarele abilità e le conoscenze di cui dispongono a vantaggio dell'azienda.Essa pertanto dipende, pr<strong>in</strong>cipalmente, dalla motivazione (adesioneal raggiungimento degli obiettivi generali dell'azienda), dal comportamentoe dalle aspirazioni degli operatori aziendali.L'agilità <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> (<strong>in</strong>gegno) riguarda l'attitud<strong>in</strong>e e l'abilità delle per-Figura 1.1 - La tassonomia del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>pMARKET VALUEFINANCIAL CAPITALINTELLECTUAL CAPITALHuman capitalStructural capitalBase valueCustomer capitalOrganizational capitalPotential valueCustomer baseProcess capital24Relationship valueCustomer relationshipCultureCustomer potentialInnovation capitalIl it l i t ll tt l è il it l tit it d ll d ll12 J. ROOS et al., Intellectual capital. Navigat<strong>in</strong>g the new bus<strong>in</strong>ess landscape, cit.


1. La def<strong>in</strong>izione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>sone di trasferire le conoscenze da un contesto a un altro, di "legarle<strong>in</strong>sieme" cogliendone i fattori comuni, di accrescere la conoscenzaattraverso l'<strong>in</strong>novazione e la capacità di adattamento. L'agilità <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>rappresenta, <strong>in</strong> questa accezione, la pr<strong>in</strong>cipale fonte di diversificazionedelle aziende, generabile attraverso l'<strong>in</strong>novazione, l'imitazionee, più <strong>in</strong> generale, la capacità di trasformare un'idea <strong>in</strong> un prodotto o<strong>in</strong> un servizio.Il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> strutturale, def<strong>in</strong>ito <strong>in</strong> negativo rispetto a quelloumano, consta di una varietà eterogenea di risorse, <strong>in</strong> gran partetangibili e codificate, legate alla conoscenza: applicazioni hardware esoftware, database, strutture organizzative, marchi, brevetti e qualsiasialtro elemento connotato di conoscenza che può essere utilizzato asupporto della produttività delle risorse umane. Una tipizzazione ditale varietà è possibile, <strong>in</strong> prima battuta, <strong>in</strong> relazione all'estensionedelle s<strong>in</strong>gole componenti costitutive rispetto ai conf<strong>in</strong>i aziendali; così,il paradigma di analisi proposto perviene all'enucleazione di duedist<strong>in</strong>te categorie fatte di risorse <strong>in</strong>tellettuali che presentano una (prevalente)valenza esterna e <strong>in</strong>terna.La componente "esterna" del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> strutturale (nella tassonomiaproposta, "capitale clienti") consta dell'<strong>in</strong>sieme delle relazioniche l'azienda <strong>in</strong>trattiene, <strong>in</strong> quanto "cellula del tessuto economico", coni soggetti con i quali <strong>in</strong>teragisce e, più <strong>in</strong> generale, con tutti i soggetticon i quali <strong>in</strong>terloquisce per lo svolgimento della sua attività produttiva(<strong>in</strong> particolare clienti e fornitori).La configurazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> "esterno" attorno alle relazionicon i clienti, tuttavia, rischia di essere, al tempo stesso, fuorviantee riduttiva. L'analisi della conoscenza <strong>in</strong> una prospettiva meta-aziendalerende evidente, <strong>in</strong>fatti, come essa attenga ad un complesso più generaledi relazioni <strong>in</strong>staurate con il mercato e l'ambiente <strong>in</strong> senso ampio econ una pluralità differenziata di <strong>in</strong>terlocutori, fatta di istituzioni <strong>pubbliche</strong>,attori della comunità locale quali associazioni rappresentative di<strong>in</strong>teressi organizzati, università, eccetera. Così, poiché molteplici ed eterogeneesono le relazioni potenzialmente generatrici e apportatrici diconoscenza, sembra più appropriato (oltre che più corretto) parlare diquesta componente di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di "capitale relazionale".La componente "<strong>in</strong>terna" del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> strutturale, il capitaleorganizzativo, <strong>in</strong>dividua il complesso delle risorse e degli <strong>in</strong>vestimentidell'azienda <strong>in</strong> sistemi, tecniche e modalità operative che accelerano ilflusso e la condivisione di conoscenze all'<strong>in</strong>terno dell'azienda stessa.Anche <strong>in</strong> questo caso, la possibilità di una sua più puntuale def<strong>in</strong>izioneè subord<strong>in</strong>ata all'ulteriore scomposizione f<strong>in</strong>alizzata all'identificazionedegli elementi costitutivi e delle modalità di generazione e sviluppo.25


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEIl modello Skandia, ad esempio, propone una tripartizione del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> organizzativo basata sulla dist<strong>in</strong>zione tra elementi di conoscenza<strong>in</strong>corporati nelle procedure operative e nei flussi di lavoro, neiprocessi di <strong>in</strong>novazione e nella cultura aziendale. È, questa, l'area dellaconoscenza esplicita e <strong>in</strong> prevalenza codificata delle risorse <strong>in</strong>tellettuali,che assumono consistenza fisica e tangibile, tale da consentirne pers<strong>in</strong>ola commerciabilità (marchi, brevetti, eccetera), facilitarne il trasferimento,la diffusione, la socializzazione e l'estensione tramite l'utilizzoe l'applicazione corrente e concreta (procedure, database, sistemi <strong>in</strong>formativi,eccetera).261.4 Una def<strong>in</strong>izione gestionaleLa r<strong>in</strong>novata (e generalizzata) attenzione riservata al tema della conoscenzaposseduta o accessibile alle aziende, pur promossa dal paradigmateorico del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> con una diversa consapevolezzarispetto al passato, non costituisce una prospettiva di analisi del tuttonuova, se non altro nella misura <strong>in</strong> cui mutua e fa propria, accentuandolaed estendendola, l'enfasi sulle risorse patrimoniali tipica della prospettivaresource-based 13 . Con quest'ultimo paradigma teorico condivide,<strong>in</strong>fatti, tra gli altri aspetti, la nozione estensiva di asset cui si deve, <strong>in</strong>particolare, una rappresentazione della natura e delle potenzialità dell'aziendafondata non tanto sulle attività svolte e sui clienti serviti (ovverosu "ciò che l'azienda fa"), quanto su quello che essa - e, <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea dimassima, solo essa - "è <strong>in</strong> grado di fare".Numerosi e chiaramente riconoscibili sono, tuttavia, gli elementi didiscont<strong>in</strong>uità nella rappresentazione e nell'analisi della conoscenzaaziendale promossi dal modello teorico del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>; il piùrilevante risiede <strong>in</strong>dubbiamente nella sua capacità di fornire, con unatassonomia (più) esaustiva della conoscenza, un supporto "operativo"per la messa a punto di strategie e obiettivi di gestione dell'<strong>in</strong>tero noverodelle risorse patrimoniali aziendali basate o espressione di conoscenza.Nello specifico, l'attitud<strong>in</strong>e analitico-ricognitiva del modelloteorico rende evidente, <strong>in</strong>nanzi tutto, come la conoscenza presenti trattidel tutto orig<strong>in</strong>ali, <strong>in</strong> alcuni casi sostanzialmente difformi da quelli di13 Per una descrizione prelim<strong>in</strong>are dei tratti dist<strong>in</strong>tivi delle prospettive teoriche resource e knowledge-basede del loro contributo offerto per l'analisi della conoscenza aziendale si veda, tra glialtri, R.M. GRANT, L'analisi strategica per le decisioni aziendali, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna, 1999.S<strong>in</strong>tetizzando, l'elemento qualificante della prospettiva resource-based risiede nella dimostrazionedi come il vantaggio competitivo dipenda pr<strong>in</strong>cipalmente dalle risorse che un'azienda ha a suadisposizione. Analogamente, la prospettiva knowledge-based riconosce nelle risorse <strong>in</strong>tangibililegate alla conoscenza i fattori produttivi che, prestandosi ad essere impiegati <strong>in</strong> maniera difformenei diversi contesti operativi, consentono scelte strategiche e diversificazioni produttive alla basedel vantaggio competitivo.


1. La def<strong>in</strong>izione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>altri fattori produttivi, mostrandosi come risorsa:a) eterogenea quanto ai suoi elementi costituitivi, ma anche <strong>in</strong> relazionealle fonti di generazione e alle forme <strong>in</strong> cui si concretizza;b) <strong>in</strong> divenire quanto alle modalità di manifestazione delle componenti,ai processi di generazione, comb<strong>in</strong>azione e impiego;c) immessa e <strong>in</strong>serita <strong>in</strong> tutti i processi aziendali, ma non per questorientrante, comunque, nel possesso (e spesso neppure nel controllo)dell'azienda;d) pervasiva, caratterizzante, cioè, tutte le diverse funzioni aziendali(estensione <strong>in</strong>tra-organizzativa) e, al tempo stesso, travalicante ilperimetro organizzativo aziendale, sia per le modalità di approvvigionamentosia per le forme di trasferimento e di condivisione(estensione meta-aziendale).Ma il paradigma di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> si fonda e si fa promotoredi una def<strong>in</strong>izione del patrimonio aziendale delle risorse<strong>in</strong>tangibili di conoscenza non solo <strong>in</strong> relazione ai loro requisiti strutturalie di contenuto; a questi aggiunge, <strong>in</strong>fatti, come prem<strong>in</strong>ente unaconnotazione funzionale, che conduce alla def<strong>in</strong>izione del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> come l'<strong>in</strong>sieme delle sole risorse di conoscenza crucialiper la competitività, l'<strong>in</strong>novazione e il vantaggio competitivo. Ne consegueche le strategie, le politiche e gli <strong>in</strong>terventi di gestione dellaconoscenza da promuovere devono mirare non solo a sfruttare ledotazioni patrimoniali disponibili <strong>in</strong> un determ<strong>in</strong>ato momento (stockdi conoscenza), ma ad accrescerne la composizione, la varietà, la consistenzaal f<strong>in</strong>e di potenziarne e preservarne il valore. Ed è <strong>in</strong> relazionea questa connotazione funzionale che si profilano i pr<strong>in</strong>cipali elementidi complessità gestionale del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> connessi, <strong>in</strong>prima approssimazione, ai requisiti della proprietà, dell'estensione edella trasferibilità della conoscenza.Il primo degli elementi di complessità evocati si manifesta nella formadel trade off tra la responsabilità della gestione e quella della proprietàdelle risorse costitutive il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>. È, questo, il problemadella gestione di un "patrimonio collettivo", fatto di risorse che rientranosolo <strong>in</strong> parte nel controllo diretto delle aziende cui si riferiscono(risorse <strong>in</strong>tellettuali codificate costituenti il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> organizzativo),accessibile e disponibile solo <strong>in</strong>direttamente, per il tramitedegli effettivi titolari (gli operatori aziendali, ad esempio, nel caso delcapitale umano), <strong>in</strong> alcuni casi addirittura esterni (clienti, fornitori, partner,eccetera, nel caso del capitale relazionale).A questo proposito occorre ribadire che, mentre la qualificazione dellaconoscenza quale asset o capitale evoca, immediatamente e <strong>in</strong>evitabilmente,il concetto di proprietà, nella realtà gestionale, quando si parladi risorse di conoscenza ci si riferisce ad "oggetti" (contenuti e conte-27


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE28nitori <strong>in</strong>tellettuali) solo <strong>in</strong> parte realmente posseduti (o controllati) dachi se ne avvale: alcune componenti e <strong>in</strong>tere categorie rilevanti e significativamentenumerose di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, <strong>in</strong>fatti, sono semplicemente"condivise" o, più <strong>in</strong> generale, suscettibili di essere mobilitatesolo con la collaborazione degli altri soggetti che ne sono "contestatari".Così, ad esempio, l'<strong>in</strong>sieme delle conoscenze, delle competenze edel know-how tacito, non codificato, è di "proprietà" esclusiva dellepersone; l'azienda se ne potrà avvalere solo per il loro tramite, trattenendoli<strong>in</strong> azienda, sostenendo il loro sviluppo professionale e prefigurandoadeguati percorsi di carriera, <strong>in</strong>centivando modalità e processi dicondivisione e di socializzazione, costruendo e implementando strumentisocio-tecnici di <strong>in</strong>terazione, eccetera.La constatazione, di per sé ovvia, non rileva qui solo dal punto di vistameramente teorico, ma per le implicazioni gestionali relative ai profilidella promozione e dell'<strong>in</strong>centivazione della "produttività" del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, dello sviluppo e della sua diffusione <strong>in</strong>terna mediante <strong>in</strong>iziativedi condivisione e di diffusione supportate da specifiche politichedel personale (il reclutamento, la formazione professionale, il turn-over,eccetera), <strong>in</strong>vestimenti organizzativi e <strong>in</strong>frastrutturali (reti <strong>in</strong>tranet,comunità di pratica, eccetera).Allo stesso modo, il complesso delle conoscenze tipicamente <strong>in</strong>sitenelle relazioni <strong>in</strong>staurate mediante rapporti di fornitura e di venditasono da considerarsi "proprietà congiunta" dell'azienda e, rispettivamente,dei fornitori di beni e servizi strumentali alla produzione e deidest<strong>in</strong>atari della cessione dei prodotti e dei servizi realizzati. Le <strong>in</strong>iziativedi gestione e valorizzazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> relazionale risultanoancora più complesse, presupponendo la promozione da parte diun soggetto (l'azienda) <strong>in</strong> un contesto <strong>in</strong> cui risulta ancora meno chiarochi siano i proprietari di tali risorse e quali siano le <strong>in</strong>tenzioni (strategiee politiche di conoscenza) di questi ultimi.Ma è la stessa composizione variegata ed eterogenea del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>a rendere complesse le <strong>in</strong>iziative di gestione, richiedendo, tra lealtre cose, un delicato e difficile bilanciamento tra generalità e specificitàdelle politiche di gestione, tra esigenze generali di sviluppo uniformee <strong>in</strong>tegrato delle diverse componenti e le peculiarità cont<strong>in</strong>genti o riferitea s<strong>in</strong>gole risorse.Il paradigma di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> <strong>in</strong>duce, con la sua visione"allargata", un approccio gestionale necessariamente sistemico, daestendere, cioè, a tutte le componenti <strong>in</strong>tellettuali (onnicomprensivo),ma, al tempo stesso e contestualmente, differenziato, tale da tenerconto, per ciascuna forma e manifestazione della conoscenza (umana,organizzativa e relazionale), delle connotazioni particolari e generali,dell'impatto sulle s<strong>in</strong>gole componenti e sulla consistenza complessiva


1. La def<strong>in</strong>izione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, sulle specifiche funzioni aziendali e sull'<strong>in</strong>teraazienda, eccetera. L'estensione e la pervasività della conoscenza, lavarietà dei processi della sua generazione e delle modalità del suo impiego,eccetera, richiedono, <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i, strategie e politiche <strong>in</strong> grado diesplicare e gestire, tra le altre, le relazioni tra conoscenza <strong>in</strong>dividuale econoscenza organizzativa, tra le sue forme oggettivate e quelle <strong>in</strong>tangibili,tra le componenti "<strong>in</strong>terne" rientranti nella titolarità aziendale equelle esterne, che travalicano i conf<strong>in</strong>i organizzativi, eccetera.Più <strong>in</strong> generale, le politiche aziendali vertenti sulle risorse che esprimonoil capitale di conoscenza non possono che riferirsi a oggetti specifici edessere, qu<strong>in</strong>di, differenziate <strong>in</strong> relazione alla natura e alle caratteristichedelle sue diverse manifestazioni, alle esigenze operative e applicative, allepossibilità (e opportunità) di trasferimento, estensione, sviluppo e di evoluzione.Allo stesso tempo, tuttavia, esse devono essere provviste deirequisiti dell'unitarietà e dell'<strong>in</strong>tegrazione, dovendosi riferire all'<strong>in</strong>terosistema delle risorse aziendali, fisiche, f<strong>in</strong>anziarie e, appunto, <strong>in</strong>tellettuali:ciò, <strong>in</strong> particolare, dato il grado di <strong>in</strong>terdipendenza delle risorse <strong>in</strong>tangibili,ma anche <strong>in</strong> ragione della loro correlazione con le altre risorseche partecipano ai processi di produzione.Da questo punto di vista, appare evidente come il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>non possa essere considerato, alla stregua di altre componenti patrimoniali,come una risorsa "statica", <strong>in</strong>tesa come stock di fattori ed elementiproduttivi da consumare attraverso l'immissione nei processi di produzione,bensì come processo, "fattore" d<strong>in</strong>amico, fabbisogno espressodai processi aziendali. Questa connotazione costituisce, <strong>in</strong>dubbiamente,un ulteriore tratto di complessità nella def<strong>in</strong>izione delle politiche digestione, le quali devono così essere f<strong>in</strong>alizzate non solo ad apprezzaree valutare, ai f<strong>in</strong>i dello sfruttamento, le dotazioni patrimoniali di conoscenza,ma, più <strong>in</strong> generale, a sostenere uno stato di "tensione conoscitiva"(dell'azienda e dei suoi operatori) verso specifici oggetti di conoscenza(focus<strong>in</strong>g effort).29


2Il managementdel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>di Sauro Angeletti2.1 Il “ciclo di gestione” del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>Nell'era dell'economia della conoscenza, il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> costituisceil patrimonio delle risorse, <strong>in</strong> prevalenza <strong>in</strong>tangibili, riconosciutequali determ<strong>in</strong>anti orig<strong>in</strong>arie (e orig<strong>in</strong>ali) del vantaggio competitivo.Tale evidenza deve necessariamente <strong>in</strong>formare gli obiettivi delle <strong>in</strong>iziativedi gestione f<strong>in</strong>alizzate, dal punto di vista "operativo", a collegare lerisorse <strong>in</strong>tellettuali alle performance aziendali e, riguardo alla dimensioneanalitico-ricognitiva, alla determ<strong>in</strong>azione della quota di risultato economicoascrivibile alle risorse <strong>in</strong> parola.Due sono, qu<strong>in</strong>di, i pr<strong>in</strong>cipali focus delle politiche di gestione del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale: l'<strong>in</strong>quadramento strategico delle politiche edelle <strong>in</strong>iziative di gestione; le misurazioni f<strong>in</strong>alizzate a determ<strong>in</strong>are ledotazioni <strong>in</strong>tellettuali patrimoniali e, <strong>in</strong> relazione al "fabbisogno diconoscenza", a def<strong>in</strong>ire e mettere a punto <strong>in</strong>terventi di approvvigionamento,diffusione, valorizzazione e sviluppo delle risorse <strong>in</strong>tellettualiumane, organizzative e relazionali (Figura 2.1).31Figura 2.1 - Focus, leve e strumenti di gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> (IC) 1ICStrategiaMisurazioniSviluppodella conoscenzaLeve del sapereAccount<strong>in</strong>gdelle risorse umaneScorecardLearn<strong>in</strong>g organizationManagement conversazionaleInnovazioneKnowledge managementCompetenze coreAsset <strong>in</strong>visibiliBilanciateF<strong>in</strong>anziarie1 La figura è tratta da J. ROOS et al., Intellectual capital. Navigat<strong>in</strong>g the new bus<strong>in</strong>ess landscape, cit.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE32In questa prospettiva, un ideale "ciclo di gestione" del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>aziendale deve prevedere 2 :1. la def<strong>in</strong>izione delle strategie di conoscenza, a partire da una chiarificazionecirca il ruolo delle risorse <strong>in</strong>tellettuali nell'azienda, nellesue diverse partizioni organizzative e nelle sue specifiche funzioni,anche attraverso valutazioni comparative basate sull'analisi delledeterm<strong>in</strong>azioni dei concorrenti;2. la ricognizione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale (tassonomia eportafoglio delle risorse di conoscenza), identificando il sapere chel'azienda "possiede" e quello che usa, <strong>in</strong>dividuando chi lo detiene,chi ne è responsabile, eccetera. L'attività ricognitiva tipica di questafase del ciclo di gestione deve riguardare tutte le componenti dellaconoscenza aziendale, considerate <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di <strong>in</strong>put, di procedimentie di output; essa, tuttavia, non si esaurisce <strong>in</strong> un mero censimento,ma deve essere <strong>in</strong> grado di render conto delle implicazionisugli attori organizzativi (chi è remunerato, per quale conoscenza,chi paga - e quanto - la conoscenza detenuta e chi controlla quellache crea il maggior valore);3. la stima del costo e del valore delle s<strong>in</strong>gole componenti <strong>in</strong>tellettualie del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> nel suo complesso, al f<strong>in</strong>e di def<strong>in</strong>ire edecidere le politiche di gestione ritenute più appropriate e/o convenienti(vendita, r<strong>in</strong>uncia, preservazione, sviluppo). L'apprezzamentodelle componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> è realizzato, per quantopossibile, procedendo all'abb<strong>in</strong>amento dei ricavi conseguiti ai s<strong>in</strong>goliasset di conoscenza che li hanno determ<strong>in</strong>ati (competenze, capacità,marchi, proprietà <strong>in</strong>tellettuali, procedimenti e altre risorse<strong>in</strong>tangibili che creano valore per l'azienda);4. <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, la def<strong>in</strong>izione, sulla base della ricognizione dello "stato dellaconoscenza aziendale", di decisioni di <strong>in</strong>vestimento <strong>in</strong> relazione aglieventuali divari da colmare per sfruttare il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> o"vuoti di conoscenza" da riempire per poter essere all'altezza deipropri concorrenti. L'obiettivo di questa attività del ciclo di gestione,<strong>in</strong> particolare, è sviluppare una strategia di accrescimento e valorizzazionedegli asset costitutivi il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale alf<strong>in</strong>e di "farli fruttare" e di <strong>in</strong>crementare l'efficienza del lavoro e deilavoratori della conoscenza.Il risultato delle attività di gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, articolatenelle fasi sopra esemplificate, risiede nella (ri)def<strong>in</strong>izione di un nuovoportafoglio di conoscenza, il quale costituisce il presupposto per la ripetizionedel "ciclo di gestione" ad <strong>in</strong>f<strong>in</strong>itum.2 Il "ciclo di gestione" del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> è tratto, con adattamenti, da T.A. STEWART, Il capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, cit.


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>L'articolazione della gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, secondo il percorsometodologico e il processo operativo descritto, tuttavia, è propriadi una fase di consapevolezza e di maturità, di uno stadio, cioè, <strong>in</strong> cui leaziende hanno chiaro sia il ruolo esercitato e da assegnare alla conoscenza,sia la sua eterogenea composizione (dove cercarla) e le multiformimanifestazioni (concretizzazione nelle forme del capitale umano,organizzativo e relazionale, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di "processo" e di "prodotto",eccetera). Solo a partire da questa consapevolezza, <strong>in</strong>fatti, è possibileattivare un processo razionale di gestione della conoscenza aziendale, lapromozione, cioè, di una "gestione strategica" del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,<strong>in</strong>tesa come complesso di <strong>in</strong>iziative e <strong>in</strong>terventi sulla conoscenza consapevoli,programmati e strutturati, <strong>in</strong>tegrati rispetto alle strategieaziendali vertenti su altre risorse, delle quali divengono parte <strong>in</strong>tegrantee non più appendice occasionale.La concettualizzazione unitaria della conoscenza aziendale, come emergentedalle assunzioni del paradigma teorico del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> edalle esperienze applicative delle aziende che per prime si sono cimentate<strong>in</strong> progetti pionieristici di gestione, mostra, <strong>in</strong> realtà, un percorsodel tutto opposto. I processi e i progetti di conoscenza pensati e sviluppati,<strong>in</strong>fatti, non muovono dalla prelim<strong>in</strong>are def<strong>in</strong>izione di strategiedi conoscenza, ma dall'accertamento, realizzato mediante <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i e <strong>in</strong>iziativepilota di misurazione, della disponibilità quali-quantitativa dirisorse <strong>in</strong>tellettuali; la def<strong>in</strong>izione di strategie volte alla determ<strong>in</strong>azionedell'<strong>in</strong>tensità della conoscenza aziendale e delle politiche di <strong>in</strong>vestimentosono successive, basate sui risultati delle attività analitico-ricognitivecondotte.Più nel dettaglio, le <strong>in</strong>iziative di gestione della conoscenza aziendale,promosse a partire dall'adozione del paradigma del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,perseguono due pr<strong>in</strong>cipali e prioritari obiettivi f<strong>in</strong>alizzati alla mappaturae alla misurazione del patrimonio delle conoscenze aziendali.I progetti di ricognizione degli elementi costitutivi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>(progetti di knowledge mapp<strong>in</strong>g) mirano a identificare e rappresentare(tutte) le conoscenze presenti e disponibili <strong>in</strong> azienda, anche alf<strong>in</strong>e di procedere all'<strong>in</strong>dividuazione e alla localizzazione dei soggetti(<strong>in</strong>terni o esterni all'azienda) che ne sono titolari e delle <strong>in</strong>frastruttureche le <strong>in</strong>corporano. Si tratta, di norma, di progetti strumentali allo sviluppoe all'aff<strong>in</strong>amento di processi di analisi strategica e/o relativi allamappatura delle competenze del personale, alla def<strong>in</strong>izione delle politichedi sviluppo della conoscenza; tale categoria, tuttavia, <strong>in</strong>clude moltospesso anche <strong>in</strong>iziative funzionali a esigenze più prettamente operative,f<strong>in</strong>alizzate, ad esempio, al miglioramento delle conoscenze degli operatorie dei processi produttivi.I progetti di misurazione della conoscenza, sviluppati con l'obiettivo di33


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE34pervenire alla determ<strong>in</strong>azione quali-quantitativa del valore delle s<strong>in</strong>golecomponenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> (e qu<strong>in</strong>di di quello complessivo), sirisolvono nella progettazione e nella determ<strong>in</strong>azione di misure, <strong>in</strong>dici e<strong>in</strong>dicatori quali-quantitativi, <strong>in</strong> grado di "emancipare" le decisionimanageriali da una dipendenza pressoché esclusiva dalle misure di naturaf<strong>in</strong>anziaria, da una base <strong>in</strong>formativa che non consente un adeguato(ed esaustivo) apprezzamento dei processi di generazione del valoreriferiti alle risorse <strong>in</strong>tangibili legate alla conoscenza.Un sistema di determ<strong>in</strong>azioni di stock del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, tuttavia,non è di per sé sufficiente, <strong>in</strong> quanto <strong>in</strong>capace di fare emergere le condizionidi reciproca dipendenza tra le diverse categorie (umana, organizzativae relazionale) e le componenti costitutive. Il valore del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,<strong>in</strong>fatti, non può trovare spiegazione nel solo dimensionamentodelle s<strong>in</strong>gole risorse, né può essere determ<strong>in</strong>ato come mera sommatoriadella stima del valore aggiunto arrecato da ciascuna di esse: scaturisce dall'<strong>in</strong>tersezionee dalle condizioni di <strong>in</strong>terdipendenza delle varie risorse<strong>in</strong>tellettuali, dalla reciproca complementarietà dei processi di estensione edi (ri)codificazione che ne permettono la valorizzazione e lo sviluppo.È evidente, allora, che il tema centrale della gestione e della misurazionedel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> riguarda le d<strong>in</strong>amiche relative alla sua generazionee al suo sviluppo, le quali devono essere promosse e governate attraversola progettazione di processi e <strong>in</strong>iziative appositamente dedicate(progetti di knowledge management), f<strong>in</strong>alizzate ad ampliare la dotazionedelle s<strong>in</strong>gole componenti di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> e la loro estensionecomplessiva attraverso <strong>in</strong>terventi dall'impatto <strong>in</strong>tra-organizzativo (progettidi condivisione centrati sulla codificazione e sull'impiego) e dallavalenza esterna (realizzazione di transazioni di conoscenza e di compravenditadi "prodotti del sapere").Da un punto di vista prettamente operativo, le azioni e gli <strong>in</strong>terventi digenerazione, sviluppo e valorizzazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> prevedonola progettazione e l'implementazione di progetti di conoscenzacaratterizzati, nelle configurazioni e nelle f<strong>in</strong>alità, da connotazioni strutturalie funzionali diverse. Tuttavia, se si guarda all'esperienza delleaziende che per prime si sono cimentate o di quelle che hanno raggiuntoi risultati più significativi, si tratta di progetti generalmente (eprioritariamente) f<strong>in</strong>alizzati: alla creazione di reti aziendali per la comunicazionee la condivisione delle <strong>in</strong>formazioni; alla costituzione di"ripostigli del sapere" e di "depositi dei dati"; all'implementazione distrumenti per il supporto delle decisioni; alla promozione di comunitàdi pratica di lavoratori della conoscenza. Volendone tentare una prelim<strong>in</strong>aretipizzazione, si tratta di <strong>in</strong>iziative riconducibili a due tipologiefondamentali, f<strong>in</strong>alizzate alla "patrimonializzazione" della conoscenza eal miglioramento delle condizioni di contesto che consentono la pro-


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>mozione e lo sviluppo del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.Il primo raggruppamento comprende progetti di conoscenza che perseguonol'obiettivo di raccogliere e codificare materiale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> prodottonella realizzazione di precedenti esperienze (progetti di lessons learned).L'<strong>in</strong>tento è consentire e promuovere (per quanto possibile) la diffusione<strong>in</strong>terna e l'estensione (mediante applicazione) della conoscenza ad altri contestiproduttivi, diversi da quelli <strong>in</strong> cui le esperienze stesse sono maturate.La seconda tipologia <strong>in</strong>clude progetti di improv<strong>in</strong>g knowledge environment,def<strong>in</strong>iti e sviluppati al f<strong>in</strong>e di migliorare le condizioni di contestoche favoriscono la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>: sono tali, ad esempio,gli strumenti e le <strong>in</strong>iziative volte all'<strong>in</strong>centivazione del personale allacondivisione e al trasferimento delle conoscenze, i progetti di sviluppodella comunicazione <strong>in</strong>terna ed esterna all'azienda, eccetera.Sebbene le tipologie di progetti prefigurate perseguano f<strong>in</strong>alità diverse,la loro promozione dipende, oltre che dalle strategie complessive nellequali si <strong>in</strong>quadrano, dalla fase del ciclo di gestione della conoscenza chele aziende promotrici stanno attraversando e dalle connotazioni <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>sechedei processi aziendali su cui <strong>in</strong>tervengono. Così, ad esempio, perquanto attiene al primo aspetto, i progetti di lesson learned, <strong>in</strong> quantocentrati su "oggetti di conoscenza", sono tipici della fase di codificazionee strumentali all'attuazione di politiche di trasferimento su basevolontaria, sviluppate dai soggetti che operano all'<strong>in</strong>terno dell'azienda.I progetti f<strong>in</strong>alizzati al miglioramento delle condizioni di contesto, alcontrario, non richiedono una prelim<strong>in</strong>are rappresentazione delle conoscenzecome presupposto per il loro trasferimento, facendo <strong>in</strong>vece affidamentosu processi di diffusione centrati sull'<strong>in</strong>terazione personaletipica delle fasi di impiego della conoscenza.La scelta circa le tipologie di progetti di conoscenza che è più opportunopromuovere dipende, <strong>in</strong> secondo luogo, dalla differente natura dei processiaziendali, analizzati <strong>in</strong> relazione al livello di <strong>in</strong>terdipendenza e al grado dicomplessità. In questo caso, i progetti di conoscenza varati <strong>in</strong> corrispondenzadi processi produttivi aziendali con un basso livello di <strong>in</strong>terdipendenzae di complessità sono, essenzialmente, progetti di codificazione, f<strong>in</strong>alizzati,ad esempio, alla redazione di manuali di procedure; all'aumentare dellivello di <strong>in</strong>terdipendenza essi assumono, di norma, la forma di progetti disviluppo di best practices. Nel caso di processi aziendali connotati da attivitàad alta complessità, <strong>in</strong>vece, i progetti di gestione della conoscenza siconfigurano come progetti di formazione o di <strong>in</strong>centivazione <strong>in</strong>dividuale(nel caso di attività caratterizzate da un basso livello di <strong>in</strong>terdipendenza),ovvero come progetti di arricchimento delle comunicazioni 3 .353 Per approfondimenti circa le correlazioni tra progetti di conoscenza e processi aziendali si leggaA. QUAGLI, Knowledge management, cit.


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>ti generalmente utilizzato, <strong>in</strong> economia aziendale, per identificare sistemidi <strong>in</strong>formazioni apprese e distribuite <strong>in</strong> azienda secondo diverse modalitàe correlate tra loro da nessi funzionali tali da consentire agli operatoridi <strong>in</strong>terpretare le diverse situazioni ambientali e <strong>in</strong>terne <strong>in</strong> modo adeguatoalle condizioni di economicità della comb<strong>in</strong>azione produttiva e diorientare, conseguentemente, i propri giudizi di convenienza.Il paradigma di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> mutua e rafforza questaprospettiva. Il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> altro non è, <strong>in</strong> prima approssimazione,che il patrimonio di conoscenze costituito dall'<strong>in</strong>sieme unipermanentedel sapere che cresce e si accumula attorno ai compiti delle persone esi consolida <strong>in</strong> un complesso di strumenti che arricchiscono il patrimonioaziendale aggiungendovi fatti, dati, <strong>in</strong>formazioni resi disponibili aglioperatori aziendali nel momento <strong>in</strong> cui essi ne hanno bisogno. Del resto,l'enfasi sulle connotazioni funzionali della conoscenza e del sapere nonpuò che essere (necessariamente) accresciuta dall'affermazione dell'economiadella conoscenza, la quale, appunto, è un'economia, riguarda isoldi: non gestire elementi patrimoniali che <strong>in</strong>carnano ed esprimonorisorse <strong>in</strong>tellettuali significa qu<strong>in</strong>di, oggi, "non essere attenti agli affari".Una tale concezione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale promuove e <strong>in</strong>coraggianecessariamente una gestione f<strong>in</strong>alizzata alla creazione, all'accrescimentoe allo sfruttamento delle potenzialità di un patrimonio che deveessere estratto e "messo a valore". Ciò, se non altro, perché il patrimonio<strong>in</strong> questione consta di risorse <strong>in</strong> relazione alle quali l'azienda non solosostiene (comunque) dei costi, spesso rilevanti, per il solo fatto di dispornee a presc<strong>in</strong>dere dall'impiego, ma realizza (o ha realizzato) <strong>in</strong>vestimenti significativisottoforma, ad esempio, dell'acquisizione di specifiche competenzee della formazione del personale, della costruzione di <strong>in</strong>frastrutture tecnicheche supportano lo svolgimento delle attività, della def<strong>in</strong>izione di processie di procedure che regolano, da un lato, l'acquisizione delle risorse ediscipl<strong>in</strong>ano, dall'altro, la vendita dei prodotti o l'erogazione dei servizi.Ed è questa "pressione economica" che, quand'anche l'azienda operi <strong>in</strong>assenza di un chiaro e consapevole orientamento strategico <strong>in</strong>erente lagestione della conoscenza, consente di ricomporre il nesso causale trastrategie e politiche di gestione e di impiego del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>. Ilriconoscimento del carattere strumentale e della valenza funzionaledella conoscenza costitutiva il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> modifica il "tradizionale"rapporto tra strategia e conoscenza. Le manifestazioni e lecomponenti della conoscenza aziendale non fungono più solo (e genericamente)da supporto per la formulazione delle strategie e, più <strong>in</strong>generale, dei processi decisionali aziendali, ma divengono lo specificooggetto di determ<strong>in</strong>azioni strategiche e di politiche le quali non solopresentano "pari dignità" rispetto alle politiche relative alle altre risorsee dimensioni della gestione, ma f<strong>in</strong>iscono per <strong>in</strong>formarle.37


Teun HocksUntitled, 1988


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>valore per il cliente e la conquista (o il rafforzamento) del vantaggio competitivo.Anzi: queste componenti della conoscenza aziendale, se valorizzateoltre le specifiche esigenze e le potenzialità operative espresse, rappresentano,più che elementi patrimoniali sui quali operare ulteriori <strong>in</strong>vestimenti,costi che le aziende devono abbattere.Più <strong>in</strong> generale, sia che si tratti di sostenere la creazione (<strong>in</strong>terna) o l'acquisizioneall'esterno di conoscenza, di favorirne la condivisione e la diffusionemediante l'apprendimento, di porre <strong>in</strong> essere <strong>in</strong>terventi di codificazionee di oggettivazione, eccetera, è necessario che l'azienda si assicuriche tutte le <strong>in</strong>iziative promosse, per rappresentare autentici <strong>in</strong>vestimenti,vertano sul "vero" capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, su risorse cioè, che, per illoro contributo all'<strong>in</strong>nalzamento della soddisfazione dei clienti, costituisconoasset critici nel processo di creazione del valore. Senza questa (prelim<strong>in</strong>are)operazione di accertamento, che deve guidare l'attività analiticoricognitivaf<strong>in</strong>alizzata all'identificazione delle risorse di conoscenza possedute,l'azienda rischia di dar vita a processi e progetti di gestione diestrazione meramente operativa, utili (anzi, <strong>in</strong> molti casi, risolutivi) per larealizzazione di specifiche attività produttive, difficilmente <strong>in</strong> grado diconcorrere, tuttavia, allo sviluppo del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> nell'accezionequi proposta, <strong>in</strong>teso cioè come fattore di competitività, risorsa strategicaper l'<strong>in</strong>novazione e la differenziazione.Ma bisogna pure evitare, nell'attività di def<strong>in</strong>izione e mappatura del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, un diverso, opposto rischio: quello di una ricognizione"miope" la quale, tutta tesa a scovare risorse <strong>in</strong>tellettuali che "fanno la differenza"dal punto di vista del risultato economico, trascuri quelle, altrettantorisolutive, relative ai processi organizzativi, alle strutture di supporto,alle modalità di generazione di nuova conoscenza, eccetera, a tuttequelle caratteristiche e connotazioni delle risorse, delle funzioni e deiprocessi organizzativi aziendali, magari di supporto, che rendono possibiliproprio quei prodotti e quei risultati economici di eccellenza.In questo senso, allora, la collocazione del paradigma di analisi del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> nella prospettiva teorica resource-based (o delle competenzestrategiche) non ne determ<strong>in</strong>a la sua riduzione alla nozione dicore competence, al solo <strong>in</strong>sieme <strong>in</strong>estricabile di capacità, attitud<strong>in</strong>i etecnologie tipiche dei processi di produzione alla base della creazionedel valore per i clienti. Non è detto, <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i, che le risorse <strong>in</strong>tellettualicostitutive il capitale aziendale risiedano nelle (sole) competenzecentrali, ovvero si riferiscano unicamente ai processi di produzione:il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano, ad esempio, deve essere ricercato nell'<strong>in</strong>siemedelle conoscenze e delle competenze detenute dall'<strong>in</strong>tera popolazioneaziendale, a presc<strong>in</strong>dere dal loro impiego <strong>in</strong> funzioni di staff o dil<strong>in</strong>e. Allo stesso modo, il capitale strutturale risiede, oltre che nell'<strong>in</strong>frastrutturatecnico-operativa, <strong>in</strong> quella organizzativa, nelle reti di relazio-39


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE40ni relative alle funzioni di supporto, eccetera.Da un punto di vista operativo, l'identificazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>aziendale deve essere promossa a partire dalla rilevazione degli <strong>in</strong>teressie delle aspettative dei clienti. Ciò, dal momento che il capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> consta, nell'accezione funzionale, di risorse provviste dicaratteristiche e connotazioni che, <strong>in</strong>globate nei processi di produzionee nei prodotti, forniscono al cliente un bene o un servizio al contempounico e prezioso. Si tratta, <strong>in</strong> prima approssimazione, di risorse <strong>in</strong>tellettualiconnotate dall'attitud<strong>in</strong>e a generare politiche di differenziazione diprodotto e di processo durature e sostenibili, provviste, generalmente,del carattere di unicità, cui è di norma associata la def<strong>in</strong>izione di strategiedi tutela e <strong>in</strong>terventi e strumenti per la loro difendibilità.Il "riferimento esterno", l'allusione ai clienti, costituisce il criterio-guida perl'identificazione di tutti gli elementi costitutivi il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale,a presc<strong>in</strong>dere dalla loro estrazione. Se tale connotazione è immediatamenteevidente nel caso del capitale relazionale, essa tuttavia vale anche perquello umano e organizzativo, def<strong>in</strong>iti, rispettivamente, come l'<strong>in</strong>sieme diattitud<strong>in</strong>i del personale e delle componenti strutturali provviste di valoreaggiunto <strong>in</strong> quanto <strong>in</strong> grado di "fornire soluzioni per i clienti".L'<strong>in</strong>quadramento strategico, la valenza funzionale e il riferimento esternosono, qu<strong>in</strong>di, i pr<strong>in</strong>cipali criteri-guida da osservare <strong>in</strong> sede di rilevazione e"catalogazione" (mappatura) selettiva del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale. Aquesto proposito, un utile quadro concettuale di riferimento per l'identificazionedelle reali componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> prevede la classificazionedelle risorse di conoscenza <strong>in</strong> tre diverse categorie 5 :a) le "capacità merce", ovvero le abilità, le conoscenze, le competenze, glistrumenti applicativi che non sono specifici di un particolare settoreproduttivo, di pronto reperimento, contraddist<strong>in</strong>te, <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea di massima,dal riconoscimento di un medesimo valore da parte di aziende diverse;b) le "capacità con effetto leva", le risorse e le competenze, cioè, che, purnon essendo specifiche di una particolare azienda, sono per questa piùimportanti che per altre (ad esempio, tutte le competenze tecniche ditipo <strong>in</strong>formatico, legale, applicativo per le aziende deputate alla produzionee alla erogazione di specifici prodotti/servizi);c) le "capacità esclusive", ovvero le basi di conoscenza e di competenzaattorno alle quali un'azienda costruisce le sue attività, spesso codificatee protette nella forma di brevetti, diritti d'autore e altri tipi di proprietà<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, ma anche, più semplicemente, competenze ed expertise.5 T.A. STEWART, Il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, cit.Il modello è proposto per la classificazione delle capacità relative al capitale umano, ma è suscettibiledi generalizzazione anche ai f<strong>in</strong>i della mappatura di altre componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,<strong>in</strong>corporate <strong>in</strong> supporti fisici (capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> strutturale) o reti di relazioni con i clienti e ifornitori (capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> relazionale).


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>2.3 La determ<strong>in</strong>azione delle dotazioni di conoscenza2.3.1 Indicatori di stock per la misurazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>La mappatura degli elementi costitutivi il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendaletrova un suo tipico corollario (quando non è direttamente f<strong>in</strong>alizzata atale obiettivo) nella misurazione della loro consistenza e nella determ<strong>in</strong>azionedel loro valore. L'apprezzamento quali-quantitativo degli asset<strong>in</strong>tellettuali è f<strong>in</strong>alizzato, <strong>in</strong> una prospettiva em<strong>in</strong>entemente competitiva,alla determ<strong>in</strong>azione del contributo arrecato all'implementazione ealla realizzazione delle strategie aziendali attraverso la quantificazionedella quota di risultato economico ascrivibile alle risorse <strong>in</strong> parola. Lamisurazione delle componenti umane, organizzative e relazionali delcapitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i, costituisce un'attività necessariaper la chiarificazione della sequenza causale risorse <strong>in</strong>tellettuali fattoricritici di successo risultati aziendali.Se si considerano le f<strong>in</strong>alità dell'attività di misurazione come proposte dalparadigma di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, occorre osservare come né leesigenze <strong>in</strong>formative dalle quali muove, né le soluzioni operative da questoproposte sono completamente nuove. Il modello di analisi <strong>in</strong> parola,<strong>in</strong>fatti, mostra chiaramente, tra le altre, l'<strong>in</strong>fluenza del sistema di misurazionebilanciato (Balanced Scorecard) messo a punto da Kaplan e Norton,caratterizzato dall'affiancamento delle tradizionali misure f<strong>in</strong>anziarie con<strong>in</strong>dicatori e valutazioni di natura non f<strong>in</strong>anziaria relative alle prospettiverelazionali (o del cliente), <strong>in</strong>terne (dei processi di bus<strong>in</strong>ess), dell'apprendimentoe dello sviluppo del know-how <strong>in</strong> un'ottica di crescita 6 .Ciò su cui pone l'accento la prospettiva di analisi considerata, tuttavia,sono le implicazioni manageriali delle misurazioni. Per i ruoli dirigenziali<strong>in</strong>vestiti della responsabilità della gestione e della valorizzazione delcapitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> e delle determ<strong>in</strong>anti (<strong>in</strong>tangibili) della creazione delvalore si pone, <strong>in</strong>nanzi tutto, il problema di ricercare nuovi strumentiper la misurazione delle risorse <strong>in</strong>tellettuali, <strong>in</strong> grado di determ<strong>in</strong>are,con l'apprezzamento della loro consistenza, il "ritorno" degli specifici<strong>in</strong>vestimenti realizzati e, più <strong>in</strong> generale, il contributo arrecato alla generazionedel risultato (economico) f<strong>in</strong>ale.Inserita <strong>in</strong> questa prospettiva, l'identificazione degli elementi costitutiviil capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> non risponde solo ad esigenze ricognitive, purerilevanti per sviluppare (e accrescere) il grado di consapevolezza dell'aziendacirca il ruolo esercitato dalla conoscenza e il patrimonio di risorse<strong>in</strong>tellettuali posseduto o direttamente accessibile, ma (soprattutto) a416 Per <strong>in</strong>dicazioni di dettaglio si veda R. KAPLAN e D.P. NORTON, Balanced scorecard. Tradurre lastrategia <strong>in</strong> azione, Isedi, Tor<strong>in</strong>o, 2000.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE42necessità gestionali. Per questo motivo, il sistema di <strong>in</strong>dicatori per lamisurazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, <strong>in</strong> quanto sistema articolato ecomposito di misurazioni f<strong>in</strong>alizzato a stimare la consistenza dellediverse risorse di conoscenza, ma anche le relative correlazioni e le condizionidi (<strong>in</strong>ter)dipendenza, costituisce parte <strong>in</strong>tegrante di qualsiasi tassonomiadel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.Nella pratica, la misurazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> presenta più d'unelemento di complessità, discendente, prima di tutto (e ovviamente), dallanatura delle risorse considerate, <strong>in</strong> prevalenza <strong>in</strong>tangibili, e dalla varietàtipologica di quelle costitutive il patrimonio aziendale. La complessità el'eterogeneità dei tratti strutturali e funzionali delle diverse componentidel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> richiedono, per il loro apprezzamento, sistemi dimisurazione sofisticati e differenziati, aggiuntivi rispetto a quelli tradizionalidi estrazione f<strong>in</strong>anziaria, fondati non solo su misure s<strong>in</strong>gole, ma suuna pluralità di rilevazioni e su una varietà di <strong>in</strong>dicatori tale da contemplare,accanto a <strong>in</strong>formazioni espressive dei risultati del passato (tipicamente,di natura f<strong>in</strong>anziaria), <strong>in</strong>dicazioni previsionali relative alle determ<strong>in</strong>antidei risultati aziendali e dei fattori critici di successo.Collegato a questo tratto, espressione di una difficoltà em<strong>in</strong>entementetecnica, vi è un secondo elemento di complessità, att<strong>in</strong>ente al profilofunzionale, al trade off tra gli obiettivi del sistema di misurazione e irisultati espressi dai misuratori <strong>in</strong>dividuati, tra l'oggettività richiesta avalutazioni che si propongono come criteri-guida per l'orientamentodelle decisioni di <strong>in</strong>vestimento e il carattere di soggettività delle misuree delle modalità di calcolo.Il dimensionamento quali-quantitativo delle risorse di conoscenzacostitutive il patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale e di quelle di cui sarebbenecessario disporre, risponde sostanzialmente all'esigenza di soddisfareil fabbisogno <strong>in</strong>formativo del management per supportare le decisionistrategiche <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e alla loro valorizzazione e al loro utilizzo.L'obiettivo della misurazione, tuttavia, non è solo quello di "conoscereciò di cui si dispone ai f<strong>in</strong>i dell'utilizzo", ma anche di valutare e teneresotto controllo le opportunità di sviluppo e di differenziazione delles<strong>in</strong>gole componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, le modalità (e le possibilità)di sfruttamento da parte dell'azienda e dei suoi operatori, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, irisultati delle <strong>in</strong>iziative <strong>in</strong>traprese per il mantenimento e il consolidamentodei livelli quali-quantitativi delle risorse <strong>in</strong> parola. Di qui lanecessità di un sistema di <strong>in</strong>dicatori composito e articolato, capace dirappresentare e di cogliere molteplici e differenziati profili di analisi edi gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> quali l'efficienza dell'impiego, lepossibilità di crescita e di r<strong>in</strong>novamento.Di seguito si propone, a titolo esemplificativo, la mappa di <strong>in</strong>dicatoriper la misurazione delle diverse componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>messa a punto da K.E. Sveiby (Figura 2.2) 7 . Il modello proposto <strong>in</strong>dividuaun sistema di misurazione che <strong>in</strong>tende porre l'attenzione su dueaspetti fondamentali della gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>: le determ<strong>in</strong>azionidi stock e di flusso. Alle prime è correlato il profilo dell'efficienzanella generazione, nell'impiego e nella misurazione del contributoarrecato dalla conoscenza alla creazione del risultato f<strong>in</strong>ale (prospettivadella performance).Figura 2.2 - Sistema di <strong>in</strong>dicatori per la misurazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>MARKET VALUETANGIBLE NET BOOK VALUEINDICATORSINTANGIBLE ASSETS43GrowthRenewalEfficiencyStability/RiskExternalstructure<strong>in</strong>dicatorsInternalstructure<strong>in</strong>dicatorsIndividuals’competence<strong>in</strong>dicatorsGrowthRenewalEfficiencyStability/RiskGrowthRenewalEfficiencyStability/RiskGrowthRenewalEfficiencyStability/RiskLe determ<strong>in</strong>azioni di flusso, cui è associato il profilo della valorizzazioneprospettica e dello sviluppo, tengono conto, <strong>in</strong>vece, delle <strong>in</strong>terazionid<strong>in</strong>amiche tra le diverse componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> all'<strong>in</strong>ternodi una stessa categoria, tra elementi appartenenti a categoriediverse e con le altre risorse fisiche e f<strong>in</strong>anziarie impiegate nei diversiprocessi e nelle differenti funzioni aziendali.La costruzione di un sistema di <strong>in</strong>dicatori e la possibilità di una suaeffettiva implementazione dipende, <strong>in</strong>nanzi tutto, dalle caratteristichedell'organizzazione considerata e, qu<strong>in</strong>di, dalle connotazioni delle risorsecostitutive il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale. La composizione e lavarietà tipologica (e qu<strong>in</strong>di l'esaustività) del set di <strong>in</strong>dicatori risente dellepotenzialità offerte dai sistemi <strong>in</strong>formativi aziendali e delle modalità di7 Per approfondimenti si veda, <strong>in</strong> particolare, K.E. SVEIBY, Measur<strong>in</strong>g <strong>in</strong>tangibles and <strong>in</strong>tellectual capital.An emerg<strong>in</strong>g first standard, cit.; K.E. SVEIBY, Methods for measur<strong>in</strong>g <strong>in</strong>tangible assets, cit.Ai f<strong>in</strong>i della presente trattazione, le categorie proposte da Sveiby, <strong>in</strong>dividuals' competence, <strong>in</strong>ternal structureed external structure, possono essere <strong>in</strong>tese, rispettivamente, come capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano,organizzativo e relazionale, secondo la tipica rappresentazione che ne dà il modello Skandia.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE44rilevazione delle <strong>in</strong>formazioni, <strong>in</strong> particolare di quelle funzionali allacomprensione del contesto <strong>in</strong> cui opera l'azienda (l'ambiente, i competitorie, più <strong>in</strong> generale gli stakeholder).Quanto alla valenza <strong>in</strong>formativa degli <strong>in</strong>dicatori e delle valutazioni, quest'ultimadipende dalla possibilità tecnico-metodologica di <strong>in</strong>dividuare,escogitare e mettere a punto misure il più possibile "oggettive", di naturaf<strong>in</strong>anziaria e non, quantitative e qualitative, suscettibili di una determ<strong>in</strong>azioneperiodica, al f<strong>in</strong>e di poter costruire "serie storiche" per analisicomparative che consentano di apprezzare le d<strong>in</strong>amiche e le evoluzion<strong>in</strong>elle dotazioni e nei flussi nel tempo.Nelle esperienze applicative, ormai numerose, il sistema di misurazionedel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> prevede un numero assai differente e tipologicamentevario di <strong>in</strong>dicatori, i quali esprimono, a seconda delle caratteristichee del livello di complessità della specifica risorsa <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> cuisi riferiscono, misure, stime e/o "semplici" l<strong>in</strong>ee di tendenza. Il "vero"scopo delle determ<strong>in</strong>azioni, <strong>in</strong>fatti, non è la certezza e la precisione <strong>in</strong>term<strong>in</strong>i quantitativi di tutte le <strong>in</strong>formazioni raccolte, che essendo <strong>in</strong>parte derivate da survey <strong>in</strong>terne e esterne riflettono le percezioni dellepersone co<strong>in</strong>volte, bensì la maggiore e più consapevole comprensionedelle d<strong>in</strong>amiche che caratterizzano le correlazioni tra i pr<strong>in</strong>cipali drivernella creazione del valore 8 .Ma la concettualizzazione della conoscenza quale risorsa aziendale unitaria,come proposto dal paradigma di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,mostra come di essa si debba una valutazione e un'analisi complessiva,se non altro perché la consistenza e le potenzialità di generazione divalore del tutto (il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale) vanno ben oltre lasemplice sommatoria del valore delle s<strong>in</strong>gole componenti.Per questo motivo gli <strong>in</strong>dicatori relativi alle s<strong>in</strong>gole, diverse componentidel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> devono essere comb<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> un (nuovo) modellodi report<strong>in</strong>g olistico e d<strong>in</strong>amico, <strong>in</strong> grado di fornire, ad <strong>in</strong>tegrazionedel sistema <strong>in</strong>formativo contabile, un "cruscotto manageriale" per l'eserciziodelle funzioni direzionali, <strong>in</strong>tegrato e arricchito dalla rappresentazionedi tutte le determ<strong>in</strong>anti della creazione del valore dell'azienda. Alsistema di <strong>in</strong>dicatori del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> si chiede, <strong>in</strong> particolare, dicogliere, con le sue diverse misurazioni e valutazioni, un'azienda "<strong>in</strong>movimento", descrivendo le modalità attraverso le quali essa trasformale conoscenze, le competenze e le abilità <strong>in</strong> competitività e valore.L'esigenza di una sistematizzazione e di una rappresentazione unitaria e<strong>in</strong>tegrata delle misure del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> è talmente sentita chenumerose aziende stanno progettando e si stanno cimentando nella reda-8 A. CRAVERA e M. MAGLIONE, Intangible assets e capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, <strong>in</strong> R. RUGGERI (A CURADI), L'azienda del futuro, Milano, Il sole 24 ore, 2003.


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>zione di report messi a punto, oltre che per supportare i processi decisionali,per adempiere a f<strong>in</strong>alità ed esigenze di accountability (Figura 2.3).Il "bilancio del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>", costruito nella forma di sistema<strong>in</strong>tegrato di <strong>in</strong>dicatori e decl<strong>in</strong>ato coerentemente con la tassonomiaadottata per la rappresentazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale,costituisce lo strumento operativo per evidenziare, da un lato, le consistenzedelle s<strong>in</strong>gole dotazioni di conoscenza (umana, organizzativa erelazionale) <strong>in</strong> relazione ad uno specifico riferimento temporale e, dall'altro,le loro variazioni nel tempo. Il bilancio così redatto consente, <strong>in</strong>particolare, di porre l'accento sulle cause di crescita e sugli effetti didepauperamento discendenti dall'impiego delle risorse di conoscenzacostitutive il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> e determ<strong>in</strong>ati dalla promozione (odalla mancata adozione) di politiche di gestione adottate.Nella sua configurazione tradizionale, il bilancio del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>consta di due sezioni dist<strong>in</strong>te dedicate alle componenti e alle deter- 45Figura 2.3 - Il bilancio del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> 9CAPITALE UMANOCAPITALEORGANIZZATIVOCAPITALERELAZIONALEIndicatori di crescita 05 04 Indicatori di crescita 05 04 Indicatori di crescita 05 04CompetenzaNumero di nuovi marchiCrescita del fatturatodel managemente brevettiderivante da nuovi clientiAnzianità media% di fatturato derivanteNumero di nuovi clientidel personaleda nuovi clientiacquisiti% di fatturato <strong>in</strong>vestito% di fatturato <strong>in</strong>vestitoImmag<strong>in</strong>e aziendale<strong>in</strong> formazione<strong>in</strong> ricerca e sviluppoesternaInvestimento pro-capite<strong>in</strong> formazioneIndicatori di efficienza 05 04 Indicatori di efficienza 05 04 Indicatori di efficienza 05 04Valore aggiuntoper personaValore aggiuntoper managerEfficienza dei processiproduttiviTempo mediodi sviluppo di nuoviprodotti% del personaleamm<strong>in</strong>istrativoFatturato pro-capitedel personaleamm<strong>in</strong>istrativoFatturato medioper clienteCustomer satisfaction<strong>in</strong>dexCustomer satisfaction<strong>in</strong>dex per i bestcustomerNumero di reclamidei clientiIndicatori di stabilità 05 04 Indicatori di stabilità 05 04 Indicatori di stabilità 05 04People satisfaction <strong>in</strong>dexTurnover del personaleImmag<strong>in</strong>e aziendale<strong>in</strong>ternaGrado di coesionedel managementComplementarietàdella cultura aziendalealle strategie di bus<strong>in</strong>ess% di fatturato derivantedai best customers% di clienti fedeli% di fatturato derivanteda clienti fedeliNumero di fornitoriDurata media delrapporto con i fornitori9 Lo schema di bilancio di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> esemplificato è tratto da A. CRAVERA et al.,La valutazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, cit.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE46m<strong>in</strong>anti <strong>in</strong>terne (capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano e organizzativo) e alla rappresentazionedelle modalità di <strong>in</strong>terazione dell'azienda con l'ambienteesterno che presentano implicazioni sulla estensione e sullo sviluppodella conoscenza aziendale (capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> relazionale). Quantoalla valenza <strong>in</strong>formativa, il bilancio illustra sia la capacità dell'azienda dioperare efficacemente per la creazione del valore utilizzando al megliole proprie risorse <strong>in</strong>tellettuali, valorizzando le conoscenze e le competenzedel personale, implementando sistemi <strong>in</strong>formativi e gestionali,<strong>in</strong>troducendo tecnologie di supporto, eccetera, sia il grado di efficaciadelle <strong>in</strong>terazioni con il mercato e con i suoi clienti dal punto di vista, adesempio, della comunicazione, della soddisfazione e della fidelizzazionedei clienti, eccetera.Nelle <strong>in</strong>tenzioni, la redazione del bilancio del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> nonassolve, pertanto, ad una mera funzione ricognitiva, strumentale all'<strong>in</strong>ventariazionedel capitale di conoscenza delle aziende. Si propone, piuttosto,come una vera e propria modalità operativa <strong>in</strong> grado di facilitareuna gestione "per cause" e non "per conseguenze", rappresentandoun'opportunità a disposizione del management per conoscere con facilità,immediatezza e costantemente la capacità competitiva prospetticadella propria azienda e di monitorarne i processi di creazione del valore.La realizzazione di un bilancio del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> costituisce, <strong>in</strong>def<strong>in</strong>itiva, con l'impianto di misurazione che sottende, il presuppostoper l'affermazione di una "nuova contabilità gestionale per l'era dell'<strong>in</strong>formazione",impiegabile ai f<strong>in</strong>i del monitoraggio dell'andamentodi risorse "vitali" sia per l'organizzazione e sia per i suoi stakeholder.Ciò, <strong>in</strong> particolare, per la sua capacità di assolvere ad una funzione<strong>in</strong>formativa sia <strong>in</strong>terna, al f<strong>in</strong>e di supportare i processi decisionali egestionali, sia esterna, capace di orientare le scelte di <strong>in</strong>vestimentodegli operatori economici.2.3.2 Verso una nuova contabilità gestionaleL'enfasi sulla dimensione della misurazione, tipica del paradigma di analisidel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, è limitata, nella traduzione <strong>in</strong> pratica, da motivazionid'ord<strong>in</strong>e tecnico e, più <strong>in</strong> generale, da ostacoli di tipo culturale che,nel segnalare oggettive difficoltà di impianto o di realizzazione, giungono(f<strong>in</strong>o) a metterne <strong>in</strong> discussione la significatività e la sua stessa utilità.Le difficoltà cui qui si allude sono, <strong>in</strong>nanzi tutto, quelle discendenti dallespecifiche connotazioni e dalle caratteristiche "strutturali" delle risorse<strong>in</strong>tellettuali. A queste si sommano quelle (comuni, peraltro, ad altretipologie di risorse aziendali) relative alla determ<strong>in</strong>azione del valore diuna risorsa che si trova <strong>in</strong> una "condizione del tutto temporanea", dest<strong>in</strong>ataa prendere prima o poi forma, a produrre utilità nell'accezione tra-


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>dizionale, attraverso la trasformazione che discende dall'impiego neiprocessi di produzione e, qu<strong>in</strong>di, suscettibile di misurazione secondomodalità classiche di tipo contabile.Un ulteriore elemento di complicazione risiede negli slittamenti temporalitra il momento della realizzazione degli <strong>in</strong>vestimenti per la generazioneo il potenziamento delle risorse costitutive il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>e la produzione di valore, spesso peraltro difficilmente sc<strong>in</strong>dibiledal contributo arrecato congiuntamente ad altre risorse (sia fisiche sia<strong>in</strong>tangibili) con le quali <strong>in</strong>teragiscono.Nello specifico, il pr<strong>in</strong>cipale punto di debolezza dei sistemi di valutazionedelle risorse <strong>in</strong>tellettuali risiede nel carattere di soggettività dellemisurazioni proposte. Il ricorso all'utilizzo di <strong>in</strong>formazioni "non oggettive",riferite a risorse difficilmente apprezzabili, può portare a misurazioniispirate a criteri difformi di medesimi elementi di conoscenzacomuni alle diverse aziende e, nell'ambito di una stessa azienda, tra unperiodo di rilevazione e l'altro, riducendo o addirittura azzerando lepossibilità di comparazione. Così, le tecniche e le metodologie di misurazione<strong>in</strong> parola fallirebbero proprio nel perseguimento dell'obiettivoper il quale sono state pensate e progettate (orientamento delle decisionidi <strong>in</strong>vestimento degli operatori aziendali e, più <strong>in</strong> generale, di quellieconomici) mostrando tutta la loro "<strong>in</strong>attendibilità".Manca, <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i, all'attuale stadio evolutivo del paradigma teoricoe delle esperienze applicative, una contabilità del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>generalmente accettata, basata su:a) strumenti di comunicazione delle <strong>in</strong>formazioni patrimoniali <strong>in</strong>grado di raggiungere l'universo dei soggetti che sono <strong>in</strong>teressati adacquisire la conoscenza della struttura quali-quantitativa del patrimonioaziendale (gli apportatori di capitale di rischio, gli operatoriaziendali, i f<strong>in</strong>anziatori esterni all'azienda, sia istituzionali sia s<strong>in</strong>golisoggetti, le istituzioni <strong>pubbliche</strong>, eccetera);b) criteri elaborativi condivisi che mettano <strong>in</strong> gioco "simboli" il cuisignificato e la cui procedura di codifica siano facilmente comprensibilia tutti gli <strong>in</strong>teressati, evitando "distorsioni", "rumori di fondo"e "<strong>in</strong>terferenze".L'affermazione di modalità e strumenti di misurazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>umano, organizzativo e relazionale è ostacolata, oltre che da difficoltà"tecniche" sopra evidenziate, da specifiche resistenze al cambiamento,prevalentemente d'ord<strong>in</strong>e culturale, registrate ai vari livelli di responsabilità.Ciò, <strong>in</strong> particolare, dal momento che l'apprezzamento del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> può far emergere, pur col "beneficio d'<strong>in</strong>ventario", delle <strong>in</strong>certezzeteoriche e dei limiti di cui si è detto, debolezze strutturali celate dalsistema contabile tradizionale che è più conveniente tener nascoste. Così,47


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE48mentre per alcune aziende il passaggio a forme di misurazione e di report<strong>in</strong>gcentrate e aventi per oggetto il proprio patrimonio di conoscenza puòessere conveniente, soprattutto perché offre la possibilità di rendere visibilie consente di "remunerare" correttamente fattori produttivi di estrazione<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> <strong>in</strong> relazione al contributo arrecato alla generazione divalore e del risultato economico, per altre può rappresentare lo strumentoper svelare carenze, lacune o <strong>in</strong>efficienze "mascherate" dal bilancio.Molte sono, qu<strong>in</strong>di, le limitazioni della contabilità del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,ma altrettanto numerosi sono, a ben vedere, i benefici: l'aumento dellatrasparenza e della facilità di comprensione e valutazione dell'azienda daparte della comunità f<strong>in</strong>anziaria e degli analisti; l'<strong>in</strong>cremento della motivazionee del senso di appartenenza del personale <strong>in</strong>terno; l'aumentodella partecipazione da parte degli altri stakeholder; la possibilità di unsuo utilizzo come strumento di comunicazione e di market<strong>in</strong>g, eccetera.Ma il contributo più rilevante risiede, si ritiene, nell'estensione delsistema delle misurazioni aziendali, nell'<strong>in</strong>tegrazione dell'<strong>in</strong>formazionecontabile, <strong>in</strong>adeguata per una rappresentazione della realtà aziendalenell'era dell'economia della conoscenza con valutazioni e stime d<strong>in</strong>atura non f<strong>in</strong>anziaria.Da questo punto di vista, la misurazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> sipropone come la modalità di <strong>in</strong>tegrazione della parzialità dei contenuti<strong>in</strong>formativi dei documenti contabili. Questi ultimi, basati su quellache può essere def<strong>in</strong>ita "l'ottica del proprietario", f<strong>in</strong>iscono con l'evidenziarei soli elementi del patrimonio su cui l'azienda medesimavanta il diritto di proprietà, per trascurare altre risorse patrimonialipure determ<strong>in</strong>anti nella realizzazione del risultato economico f<strong>in</strong>ale,ma che non sottostanno all'esercizio di tale diritto. Da tali documenti,<strong>in</strong>fatti, rischiano di essere clamorosamente esclusi il patrimonio delleconoscenze e quello delle risorse naturali, che costituiscono sistemi dirisorse non solo importanti, ma <strong>in</strong>dispensabili, per l'esercizio dell'attivitàeconomica 10 .Un ostacolo decisivo per la diffusione delle <strong>in</strong>iziative di misurazionedel capitale risiede qu<strong>in</strong>di, non (tanto) nella soggettività delle misureproposte, quanto nella perdurante predom<strong>in</strong>anza di metodologie divalutazione di estrazione economico-f<strong>in</strong>anziaria. Ma la necessità diconsolidare il sistema di misurazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> e diestenderlo ad un numero sempre più ampio di organizzazioni tipologicamentedifferenti (<strong>pubbliche</strong> e private) sp<strong>in</strong>ge progressivamenteverso la predom<strong>in</strong>anza di misure di natura non f<strong>in</strong>anziaria, messe a10 Sulla "parzialità" dei documenti contabili <strong>in</strong> quanto strumenti di rappresentazione, <strong>in</strong> un certoistante, della composizione quali-quantitativa del patrimonio aziendale si legga, <strong>in</strong> particolare, G.CATTURI, L'azienda universale, cit.


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>punto sulla base di metodologie e tecniche f<strong>in</strong>alizzate alla quantificazionedel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.Si moltiplicano così, <strong>in</strong> letteratura e nella prassi operativa, accanto aimetodi contabili di valutazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> (stima <strong>in</strong> term<strong>in</strong>ieconomici delle diverse componenti, capitalizzazione di mercato,determ<strong>in</strong>azione del ritorno sugli asset basati sui flussi di cassa), metodifondati sull'adozione di forme di scorecard, <strong>in</strong> cui le diverse componentidel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> sono valutate sulla base della determ<strong>in</strong>azionedi <strong>in</strong>dicatori e <strong>in</strong>dici rappresentati nella forma di punteggi o grafici.2.4 L'analisi dei flussi di conoscenza2.4.1 Alla ricerca di un nesso causale tra le diverse componenti di capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>Il paradigma di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> propone, con una rappresentazionedella conoscenza aziendale che ha le pretese di essereesaustiva, un diverso modo di <strong>in</strong>tenderla e, qu<strong>in</strong>di, di impiegarla e di svilupparla.La conoscenza aziendale è considerata non più come unarisorsa <strong>in</strong> senso stretto, alla stregua degli altri fattori produttivi, per laquale il problema della gestione si esaurisce nella massimizzazione delladisponibilità e dell'impiego, ma come "processo", risorsa cont<strong>in</strong>uamentesoggetta a cicli di trasformazione dovuti, essenzialmente, alla(ri)comb<strong>in</strong>azione e all'<strong>in</strong>terazione con altri fattori produttivi, direttamentecondizionate dai comportamenti, dalle azioni e dalle decisionidegli operatori aziendali che ne ampliano, diversificano e modificano icontenuti e, con essi, le possibilità applicative.La concezione d<strong>in</strong>amica e "<strong>in</strong> divenire" del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> presentarilevanti implicazioni gestionali. Estende, <strong>in</strong>nanzi tutto, i focus e glioggetti delle politiche e delle <strong>in</strong>iziative di <strong>in</strong>vestimento e modifica lepriorità dell'azione manageriale: non basta più identificare e apprezzaregli elementi costitutivi il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale (dotazioni distock), ma è necessario comprendere i processi di generazione e di trasformazionedella conoscenza. Ciò significa, tra le altre cose, spostarel'attenzione manageriale dalle modalità di impiego della conoscenzaall'analisi delle d<strong>in</strong>amiche di flusso, dall'elaborazione di <strong>in</strong>dicatori diconsistenza delle s<strong>in</strong>gole risorse alla promozione di <strong>in</strong>terventi tecnicoapplicativi(processi e progetti di conoscenza) e di strumenti organizzativiper facilitarne l'evoluzione, la condivisione e, con questa, l'apprendimento<strong>in</strong>dividuale e organizzativo.D'altra parte, sono i modelli esplicativi delle d<strong>in</strong>amiche di flusso (e nonle determ<strong>in</strong>azioni di stock del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>) che orientano - edevono orientare - i processi di decisione strategica. Le misurazioni49


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE50delle consistenze patrimoniali delle s<strong>in</strong>gole risorse <strong>in</strong>tellettuali, <strong>in</strong>fatti,sono poco significative se non <strong>in</strong>tegrate dall'elaborazione di chiavi<strong>in</strong>terpretative che esplicit<strong>in</strong>o e rendano <strong>in</strong>telligibili le modalità mediantele quali le diverse componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> <strong>in</strong>teragisconocondizionandosi reciprocamente e, più <strong>in</strong> generale, le d<strong>in</strong>amiche chesovr<strong>in</strong>tendono e rendono possibile le trasformazioni del capitale diconoscenza <strong>in</strong> capitale f<strong>in</strong>anziario e viceversa.In questa prospettiva, la tassonomia del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> si proponecome un modello teorico <strong>in</strong> grado di fornire un supporto metodologiconon solo ai f<strong>in</strong>i della ricognizione e del dimensionamento delledotazioni <strong>in</strong>tellettuali aziendali. La delimitazione e la mappatura delcapitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale mira, <strong>in</strong>fatti, a rendere evidente come letre categorie costitutive (capitale umano, organizzativo e relazionale)configur<strong>in</strong>o non giacimenti autonomi che "vivono di una vita propria",ma elementi <strong>in</strong>terdipendenti di una compag<strong>in</strong>e patrimoniale spesso<strong>in</strong>dist<strong>in</strong>ta, concorrenti congiuntamente alla creazione di valore. In questosenso, il contributo arrecato dalle risorse <strong>in</strong>tellettuali alla creazionedel risultato economico non scaturisce direttamente da s<strong>in</strong>gole componenti,ma dalla d<strong>in</strong>amica <strong>in</strong>terazione tra queste e dalla loro cont<strong>in</strong>ua<strong>in</strong>tegrazione con le altre risorse aziendali, fisiche e f<strong>in</strong>anziarie.Numerosi sono gli <strong>in</strong>dizi che documentano l'<strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca connotazione <strong>in</strong>divenire della conoscenza, il suo cont<strong>in</strong>uo fluire tra forme e modalità dimanifestazione diverse e la progressiva estensione dei contenuti e dellepossibilità di applicazione. E si tratta di evidenze riscontrabili ai diversilivelli, <strong>in</strong>dividuali e organizzativi (processi di esplicitazione della conoscenzatacita), nelle <strong>in</strong>terazioni tra gli <strong>in</strong>dividui e l'organizzazione (socializzazionedella conoscenza <strong>in</strong>dividuale attraverso processi di codificazione),eccetera, riferite sia a s<strong>in</strong>gole componenti di conoscenza sia ad<strong>in</strong>tere sue categorie (umana, organizzativa e relazionale).Così, la comprensione delle <strong>in</strong>terazioni tra le componenti del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> richiede la messa a punto di modelli <strong>in</strong>terpretativi <strong>in</strong> gradodi esplicitare, se non le correlazioni causa-effetto, le reciproche <strong>in</strong>terdipendenze,le possibilità e le modalità di comb<strong>in</strong>azione di forme diconoscenza diverse, le trasformazioni nel passaggio da una modalitàall'altra, eccetera. Ciò, se non altro, per dimensionare e calibrare correttamentele politiche e le priorità di <strong>in</strong>tervento, tenendo conto delle"ricadute" e dell'impatto generale di s<strong>in</strong>gole <strong>in</strong>iziative su componentidiverse della dotazione patrimoniale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.Per questo motivo, tutte le tassonomie di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> messea punto <strong>in</strong> letteratura e nella prassi operativa e i modelli esplicativi deiprocessi di generazione della conoscenza contemplano, espressamenteo implicitamente, nella loro concettualizzazione, la def<strong>in</strong>izione diuna sorta di "gerarchia" tra le diverse categorie (umana, organizzativa


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>e relazionale). L'assunto generalmente condiviso riconosce la primazia(e la prem<strong>in</strong>enza) delle componenti <strong>in</strong>tangibili <strong>in</strong>corporate nelcapitale umano, le quali costituiscono, <strong>in</strong> qualche misura, lo "zoccoloduro" del patrimonio di conoscenza: da queste discendono, <strong>in</strong>fatti,attraverso processi di esplicitazione, codificazione e oggettivazione<strong>in</strong>tra e <strong>in</strong>ter-organizzativi, le altre componenti e le diverse manifestazionidel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> organizzativo e relazionale 11 .In questo senso, la prospettiva di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> muoveda assunzioni analoghe a quelle tipiche dell'economia aziendale; il risultatocui approda, tuttavia, è quello di un sostanziale superamento dellasua impostazione tipicamente soggettiva, caratterizzata dalla prevalenteidentificazione del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> con l'<strong>in</strong>sieme delle conoscenze<strong>in</strong>carnate dalle persone. L'estensione meta-organizzativa delcapitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> e l'analisi dei flussi di conoscenza <strong>in</strong>tra e <strong>in</strong>teraziendalirende evidente come quest'ultima è sì generata dalle personea partire dalle nozioni, dalle <strong>in</strong>formazioni e dalle competenze possedute,ma anche che questa estr<strong>in</strong>seca la sua utilità e dispiega il suo valoreaggiunto solo parzialmente <strong>in</strong> maniera diretta, richiedendo, più <strong>in</strong> generale,la sua trasformazione <strong>in</strong> altre strutture di valore: le conoscenze ele competenze delle persone, applicate <strong>in</strong> ambito organizzativo, generanorisorse <strong>in</strong>tangibili <strong>in</strong>terne (secondo la tassonomia del capitale quiproposta, <strong>in</strong>novazione, know-how, processi, eccetera) ed esterne(immag<strong>in</strong>e, relazioni con i clienti, network, eccetera).Come nella classica impostazione aziendale, le persone sono al centrodell'analisi delle d<strong>in</strong>amiche relative ai processi di conoscenza, ma nonpiù "solo" <strong>in</strong> quanto detentori di risorse <strong>in</strong>tellettuali e sapere. Il paradigmateorico del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aggiunge a questa dimensione,che peraltro non perde certo la sua centralità, un r<strong>in</strong>novato ruolo deglioperatori aziendali, soggetti consapevoli delle dotazioni <strong>in</strong>tellettuali esistenti/accessibili,responsabili dei processi di <strong>in</strong>teriorizzazione, condivisionee trasformazione, ovvero delle modalità prem<strong>in</strong>enti, per l'efficaciaapplicativa, il contenimento dei costi generazione, eccetera, di"creazione" della conoscenza. L'analisi della conoscenza aziendalesecondo il modello del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> agevola, <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i, unagestione consapevole delle risorse <strong>in</strong>tellettuali, orientando gli operatoria guardare, prima (e oltre) che ai problemi di generazione di nuovaconoscenza, alle possibilità di sfruttamento (previa identificazione) di5111 L'impostazione è tipica delle pr<strong>in</strong>cipali tassonomie del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, a partire da quellamessa a punto da Skandia e risponde al tradizionale <strong>in</strong>quadramento soggettivo della conoscenzaproprio dell'economia aziendale. Per approfondimenti si veda, tra gli altri: J. ROOS et al.,Intellectual capital. Navigat<strong>in</strong>g the new bus<strong>in</strong>ess landscape, cit.; SKANDIA, Visualiz<strong>in</strong>g <strong>in</strong>tellectual capital<strong>in</strong> Skandia, cit.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEquella esistente già posseduta o facilmente accessibile, già codificata o"depositata" nelle reti di relazioni.522.4.2 Flussi di conoscenza e flussi di valoreNell'esplicazione dei flussi di conoscenza e dei fattori di <strong>in</strong>terdipendenzatra le risorse patrimoniali di estrazione <strong>in</strong>tangibile, il paradigmadi analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> propone una rappresentazione"sequenziale" delle <strong>in</strong>terazioni tra le categorie umana, organizzativa erelazionale.Il processo di creazione della conoscenza e del valore aziendale prendeavvio dall'<strong>in</strong>sieme delle competenze, del know-how e delle caratteristichepersonali degli <strong>in</strong>dividui (capitale umano). Quest'ultimo si trasforma,con l'applicazione, <strong>in</strong> un aggregato di ord<strong>in</strong>e superiore (conoscenzaorganizzativa) che consente all'azienda di "possedere" know-how alivello strutturale (capitale organizzativo). Con la codificazione e lasocializzazione, la conoscenza passa (evolve), <strong>in</strong>fatti, da forme tacite<strong>in</strong>dividualia forme esplicite-codificate, si tramuta <strong>in</strong> componenti di tipostrutturale, <strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>nalzare l'efficienza operativa dei processi,<strong>in</strong>novare le caratteristiche dei prodotti e le modalità di <strong>in</strong>terazione coni clienti, eccetera.Il capitale organizzativo, a sua volta, si traduce <strong>in</strong> capitale relazionalenella misura <strong>in</strong> cui esprime la capacità dell'azienda di produrre risultatiutili per i clienti e di sostenerli nel lungo periodo, sostanzialmente attraversol'attitud<strong>in</strong>e ad attrarre nuovi clienti e a mantenere quelli acquisiti,<strong>in</strong>crementandone, possibilmente, il livello di soddisfazione.Numerose sono, <strong>in</strong>fatti, le correlazioni causali tra il capitale organizzativoe quello relazionale che evidenziano il ruolo del primo come strumentale,se non generatore, del secondo <strong>in</strong> quanto fornitore di supportidi tipo organizzativo, strumentale, <strong>in</strong>formatico, eccetera: le reti telematiche,ad esempio, agevolano la gestione e la creazione di capitalerelazionale aumentando le possibilità di transazioni tra gli operatori econsentendo una più elevata efficienza delle relazioni. Ciò, dal momentoche la tecnologia non si configura come un mero strumento digestione delle <strong>in</strong>formazioni, ma rappresenta una modalità di strutturazionedi relazioni con maggior contenuto <strong>in</strong>novativo.Il miglioramento dell'efficienza dei processi (organizzativi e tecnicogestionali), della cultura aziendale e della soddisfazione dei dipendenticostituiscono, <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i, le necessarie premesse per sostenere<strong>in</strong>crementi del capitale relazionale <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di customer satisfaction,immag<strong>in</strong>e o fidelizzazione dei clienti.Così <strong>in</strong>tesa, la rappresentazione strettamente sequenziale dei flussi dicapitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> tende tuttavia a prefigurare, più che <strong>in</strong>terazioni


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>volte a promuovere s<strong>in</strong>ergie tra risorse basate sulla conoscenza, modalitàdi trasformazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> per ricomb<strong>in</strong>azione e sviluppotramite codificazione e applicazione a valere su medesime risorse<strong>in</strong>tangibili (quelle <strong>in</strong>carnate dal personale), estese e consolidatemediante l'<strong>in</strong>terazione con altre risorse aziendali e <strong>in</strong> seguito a un processodi strutturazione che si risolve, almeno <strong>in</strong> parte, nella loro oggettivazione(trasformando, ad esempio, le conoscenze dei s<strong>in</strong>goli <strong>in</strong> proceduree rout<strong>in</strong>e organizzative).Ma rilevanti flussi di valore possono essere colti anche ripercorrendo <strong>in</strong>senso <strong>in</strong>verso la "catena delle relazioni" tra le categorie costitutive ilcapitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, muovendo cioè dal capitale relazionale verso ilcapitale organizzativo e qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong> direzione del capitale umano. Solo <strong>in</strong>questo modo, <strong>in</strong>fatti, si possono portare alla luce, ad esempio, gli effettidel capitale relazionale sulle categorie umana e organizzativa del patrimonio<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, configurandolo non come "sottoprodotto" dellaconoscenza aziendale, ma come vero e proprio strumento e modalitàdella sua generazione.Così, le relazioni <strong>in</strong>trattenute con i clienti e, più <strong>in</strong> generale, con i pr<strong>in</strong>cipaliportatori di <strong>in</strong>teresse (fornitori e partner strategici) concorrono almiglioramento dei processi produttivi con contributi di conoscenza, adesempio, attraverso il co<strong>in</strong>volgimento di soggetti esterni nel controllodi qualità e la loro (migliore) <strong>in</strong>tegrazione nei programmi di produzione,lo sviluppo congiunto di nuovi prodotti, la progettazione di requisitidi prodotto per pervenire a standard "zero difetti" e produzionitime to market, eccetera. Tutti elementi, come si vede, riconducibili alcapitale organizzativo aziendale.D'altro canto, la rilevanza del capitale relazionale ai f<strong>in</strong>i dello sviluppodi quello umano emerge chiaramente sottoforma di nuove opportunitàdi apprendimento "da <strong>in</strong>terazione": le relazioni esprimono illoro valore di componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> nella misura <strong>in</strong> cuiconsentono processi di apprendimento aziendali (più) accelerati,aumentano le capacità operative <strong>in</strong>dividuali mediante la costituzionedi vere e proprie reti di apprendimento (comunità di pratica), permettonodi mutuare, per trasferimento, conoscenze sviluppate <strong>in</strong> altricontesti produttivi, eccetera.Il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> organizzativo, dal canto suo, se rappresenta ilprimo e pr<strong>in</strong>cipale prodotto del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano, <strong>in</strong> quantoderivante, <strong>in</strong> prima approssimazione, dalla codificazione e dall'oggettivazionedelle conoscenze possedute dalle persone, spesso a livello <strong>in</strong>dividualee <strong>in</strong> forma tacita, costituisce, allo stesso tempo, l'<strong>in</strong>frastrutturache consente al capitale umano di esprimere il suo potenziale, evidenziandonessi e relazioni di <strong>in</strong>terdipendenza di tipo d<strong>in</strong>amico.Letti nell'un senso o nell'altro, i flussi di conoscenza tra le tre categorie53


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE54di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> chiariscono come queste non siano da considerare<strong>in</strong>dipendenti, ma complementari, costitutive di una vera e propria"compag<strong>in</strong>e patrimoniale unitaria", da sviluppare e valorizzare <strong>in</strong>maniera contestuale. Il capitale umano e quello organizzativo co-evolvono,<strong>in</strong>fatti, quando la conoscenza <strong>in</strong>dividuale trova nell'<strong>in</strong>frastrutturaorganizzativa il contesto idoneo per il suo sviluppo e la sua condivisione.Il capitale umano e quello relazionale si rafforzano reciprocamentequando gli <strong>in</strong>dividui realizzano, attraverso l'<strong>in</strong>terazione, quali conoscenzeo capacità si aspettano i clienti o i fornitori. Il capitale organizzativoe quello relazionale, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, si sviluppano <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>tegrata quandol'azienda e i suoi partner "apprendono <strong>in</strong>sieme" attraverso la realizzazionedi progetti di condivisione di conoscenza ed esperienza.D'altra parte, l'analisi delle <strong>in</strong>terdipendenze tra le componenti del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> impone un cont<strong>in</strong>uo bilanciamento delle politiche di<strong>in</strong>vestimento: se due delle categorie sono "forti", presentano cioè unbuon livello di consolidamento al quale è associato un elevato grado disfruttamento, ma la terza è debole o è gestita <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>adeguata (e<strong>in</strong>soddisfacente), l'azienda non dispone, di fatto, di reale potenziale pertrasformare il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> <strong>in</strong> valore aggiunto 12 . L'obiettivo prioritariodelle politiche di gestione e di valorizzazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>consiste, qu<strong>in</strong>di, nell'assecondare e nel promuovere la massimizzazionedelle <strong>in</strong>terazioni (positive) tra i vari elementi costitutivi delcapitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, ampliando quanto più possibile l'"area di valore"determ<strong>in</strong>ata dalla loro comb<strong>in</strong>azione.Da un punto di vista prettamente operativo, le esigenze di <strong>in</strong>tegrazionedelle componenti e dei flussi di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> determ<strong>in</strong>ano lanecessità che ogni azienda pervenga alla messa a punto, accanto alladef<strong>in</strong>izione e a <strong>in</strong>tegrazione della tassonomia adottata per l'identificazionedelle proprie risorse <strong>in</strong>tellettuali, di uno schema esplicativo d<strong>in</strong>essi causali tra le diverse componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>. Talechiave di lettura dei flussi di valore (piattaforma di valore), da def<strong>in</strong>ire<strong>in</strong> maniera coerente con le strategie aziendali e da aff<strong>in</strong>are nel tempo,costituisce il presupposto per la creazione di una base <strong>in</strong>formativa che,ampliando quella delle misurazioni di stock, consente la promozione ela legittimazione di <strong>in</strong>vestimenti mirati a sostenere le dotazioni del capitaleumano, organizzativo e relazionale.La Figura 2.4 espone, a titolo esemplificativo, l'ormai classico schema di12 L. EDVINSSON e M.S. MALONE, Intellectual capital: the proven way to establish your company'sreal value by measur<strong>in</strong>g its hidden bra<strong>in</strong>power, cit.Gli <strong>in</strong>vestimenti relativi al capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> non costituiscono, presi nella loro globalità, ungioco "a somma zero": <strong>in</strong>vestimenti più o meno significativi relativi a sue s<strong>in</strong>gole componenti,<strong>in</strong>fatti, possono essere vanificati o esaltati da specifiche connotazioni del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, sullequali è necessario <strong>in</strong>tervenire congiuntamente.


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>rappresentazione dei flussi di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> predisposto dalla societàassicurativa scand<strong>in</strong>ava Skandia (Skandia navigator) 13 . Il modello esplicativoproposto ha il pregio di ricomporre <strong>in</strong> una visione d'<strong>in</strong>sieme, con gli elementicostitutivi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale, le correlazioni e i flussidi conoscenza alla base della creazione del valore. Esso costituisce, <strong>in</strong> questosenso, un'utile base di riferimento per la rappresentazione dei nessi trale diverse risorse <strong>in</strong>tellettuali ai f<strong>in</strong>i sia del supporto dei processi gestionali<strong>in</strong>terni sia delle esigenze di cooperazione e di comunicazione esterna.La rappresentazione dei flussi <strong>in</strong>tellettuali offerta dallo "Skandia navigator"evidenzia la natura difforme, consuntiva e previsionale, delle<strong>in</strong>formazioni necessarie per la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale.Essa si propone, <strong>in</strong> particolare, come un modello di analisi <strong>in</strong>grado di fornire una visione d'<strong>in</strong>sieme delle operazioni aziendali attraversoil bilanciamento tra il passato (focus f<strong>in</strong>anziario), il presente(focus clienti, processi e personale) e il futuro (focus ricerca e sviluppo).L'obiettivo, ambizioso, è quello di rappresentare i fattori critici disuccesso rendendoli più tangibili attraverso rapporti quantificabili e<strong>in</strong>dicatori che, <strong>in</strong> una prospettiva manageriale, consentano di descriverelo sviluppo strategico dell'azienda e il processo di creazione del valore<strong>in</strong> una prospettiva di analisi bilanciata, f<strong>in</strong>anziaria e non f<strong>in</strong>anziaria 14 .Lo Skandia navigator, qu<strong>in</strong>di, non è solo una modalità di rappresentazione(anche per f<strong>in</strong>alità di report<strong>in</strong>g) del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, mauno strumento <strong>in</strong>formativo che si propone di guidare l'azione managerialee, segnatamente, le strategie e le politiche di sviluppo <strong>in</strong>erentile risorse <strong>in</strong>tellettuali. In quanto strumento di navigazione, consente<strong>in</strong>oltre di guardare "dentro" il sistema di gestione della conoscenzaaziendale, verificandone il livello di organizzazione e il gradodi funzionalità rispetto alle sue f<strong>in</strong>alità, la creazione del valore perl'utenza e la determ<strong>in</strong>azione del risultato economico.5513 La figura è tratta da SKANDIA, Visualiz<strong>in</strong>g <strong>in</strong>tellectual capital <strong>in</strong> Skandia, cit.Come si vede, lo "Skandia navigator" è costruito non sulle s<strong>in</strong>gole componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>desunte dalla classica tassonomia tripartita (umana, organizzativa e relazionale), ma attornoa c<strong>in</strong>que aree sulle quali l'azienda deve focalizzare, <strong>in</strong> una prospettiva gestionale, la valorizzazionedel proprio patrimonio di conoscenze. Il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano è collocato al centro delmodello di analisi ed è assunto come il cuore, l'<strong>in</strong>telligenza e l'anima dell'azienda (ruolo chiaramenteesemplificato, nella rappresentazione grafica proposta, dal fatto che esso tocca tutte le altrecomponenti del capitale di conoscenza dell'azienda).14 SKANDIA, Human capital <strong>in</strong> transformation, cit.Così, il focus f<strong>in</strong>anziario (il "tetto" dello Skandia navigator, nella sua struttura tipica di una "casa")<strong>in</strong>clude <strong>in</strong>formazioni contabili che illustrano la storia, il passato dell'azienda, fornendo una misuraprecisa di dove questa si trovava <strong>in</strong> uno specifico momento. Le aree "clienti" e "processi" costituisconole pareti della piattaforma di creazione del valore aziendale, identificando le connotazioniattuali dell'organizzazione e il connesso livello di gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>. L'area "r<strong>in</strong>novamentoe sviluppo", <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, identifica le prospettive future, sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di capacità, attitud<strong>in</strong>i,propensioni aziendali sia di caratteristiche dell'ambiente operativo di riferimento.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEFigura 2.4 - I flussi di valore del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>fpFOCUS FINANZIARIOPassatoICFOCUS CLIENTIFOCUSRISORSEUMANEFOCUS PROCESSIPresente56FOCUS RINNOVAMENTO E SVILUPPOAmbiente operativoFuturo2.5 L'<strong>in</strong>dividuazione delle priorità di <strong>in</strong>vestimento2.5.1 Alcune condizioni prelim<strong>in</strong>ariLa mappatura del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale, la determ<strong>in</strong>azione delledotazioni di stock e la comprensione delle d<strong>in</strong>amiche di generazione esviluppo (flussi di conoscenza), come determ<strong>in</strong>ate dalle condizioni di<strong>in</strong>terdipendenza tra le diverse risorse patrimoniali (fisiche e <strong>in</strong>tellettuali),costituisce l'<strong>in</strong>dispensabile premessa per la promozione di politiche di<strong>in</strong>vestimento e <strong>in</strong>terventi puntuali f<strong>in</strong>alizzati all'accrescimento, alla preservazionee allo sfruttamento della conoscenza aziendale.Pur dist<strong>in</strong>ti nelle f<strong>in</strong>alità, nei contenuti e negli obiettivi operativi, i progettidi conoscenza promossi ai f<strong>in</strong>i della gestione e dello sviluppo delcapitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> presuppongono tutti, dal punto di vista attuativo,condizioni generali di estrazione tecnico-organizzativa che si configuranocome altrettanti prerequisiti generali e specifici la cui assenza può<strong>in</strong>ficiare il conseguimento dei risultati attesi.Numerosi sono i fattori strutturali, funzionali e operativi, r<strong>in</strong>venibili sia<strong>in</strong> letteratura sia nelle prassi aziendali, responsabili del successo dellepolitiche e delle <strong>in</strong>iziative di gestione della conoscenza. Essi risiedono,<strong>in</strong>nanzi tutto, <strong>in</strong> condizioni generali quali, ad esempio, la presenza diuna cultura organizzativa idonea (orientata, cioè, alla condivisione dellerisorse <strong>in</strong>tellettuali) e la disponibilità di un'<strong>in</strong>frastruttura tecnico-organizzativaadeguata (ruoli deputati alla gestione delle risorse <strong>in</strong>tellettuali,


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>sistemi <strong>in</strong>formativi dedicati eccetera).La gestione efficace del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> dipende, <strong>in</strong> secondo luogo,dalle connotazioni delle risorse costitutive il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendalesu cui vertono i processi di gestione, quali, ad esempio, un livellosufficiente di strutturazione, un (necessario) grado di orientamento alprocesso, una significativa correlazione con il valore economico prodotto,eccetera. Risente, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, delle caratteristiche comportamentalidegli attori organizzativi e degli operatori aziendali chiamati a def<strong>in</strong>ire eattuare i progetti di gestione e sviluppo del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, maanche a promuoverne la diffusione e utilizzarne i risultati.La gestione delle risorse <strong>in</strong>tangibili legata alla conoscenza come "predicata"dal paradigma di analisi del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, ovvero <strong>in</strong> una prospettivasia <strong>in</strong>tra-organizzativa sia <strong>in</strong>ter-aziendale, si pone, qu<strong>in</strong>di, come un"problema" cui dare, <strong>in</strong>nanzi tutto, una soluzione tecnica <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i diprocessi di codifica, diffusione, socializzazione, sfruttamento e valorizzazione.Essa presenta tuttavia una dimensione organizzativa che è parte<strong>in</strong>tegrante della prima. Le politiche di gestione e sviluppo del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>richiedono, oltre all'<strong>in</strong>quadramento strategico di cui si è detto, ilpresidio organizzativo attraverso la previsione di una struttura responsabile(ad esempio quella preposta alla gestione del personale o quella <strong>in</strong>caricatadel funzionamento e dell'implementazione del sistema <strong>in</strong>formativo),la sensibilizzazione e la responsabilizzazione del management a tutti i livelli,la promozione e il sostegno di un'idonea cultura organizzativa, la previsionedi strumenti di <strong>in</strong>centivazione degli operatori aziendali, eccetera.Che i due aspetti (tecnico e organizzativo) siano strettamente connessiè reso evidente dalle caratteristiche degli <strong>in</strong>terventi e delle applicazionif<strong>in</strong>alizzate alla diffusione della conoscenza attraverso la sua condivisionetra un numero di soggetti quanto più elevato possibile, i quali presentanoi tratti di veri e propri sistemi socio-tecnici, sistemi caratterizzati,cioè, da uno stretto raccordo tra le persone, l'organizzazione e letecnologie. Riguardo, poi, al ruolo degli operatori aziendali, questo èchiaramente palesato dalle regole non scritte che discipl<strong>in</strong>ano l'organizzazionee il funzionamento di contesti tipici di creazione e diffusione diconoscenza quali le comunità di pratica e professionali.L'efficace attuazione (e attecchimento) dei progetti di conoscenzarichiede, tra le altre cose, un orientamento positivo delle persone neiconfronti del sapere aziendale, un'apertura, un'attitud<strong>in</strong>e e una disponibilitàtale da qualificarli come "lavoratori della conoscenza", operatori,cioè, <strong>in</strong>tellettualmente curiosi, <strong>in</strong>teressati a sperimentare, sviluppare econdividere le proprie conoscenze e le specifiche competenze detenute.È questo, come si vede, un atteggiamento e una propensione che,oltre a essere il frutto di una capacità personale, di s<strong>in</strong>goli, dipende dapresupposti tipicamente organizzativi quali, ad esempio, l'assenza (o la57


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE58riduzione) di fattori "<strong>in</strong>ibitori" eventualmente presenti nella culturaaziendale o nelle modalità organizzative tali da scoraggiare la propensionealla socializzazione della conoscenza, ad esempio per le implicazion<strong>in</strong>egative sulle opportunità di carriera.In questo senso, i progetti di gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendaledevono mirare a creare, <strong>in</strong>nanzi tutto, condizioni positive dicarattere generale che si concretizzano nello sviluppo di quelle componentidel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano espressione della capacitàassociativa, dell'attitud<strong>in</strong>e, cioè, delle persone a lavorare <strong>in</strong>sieme per ilperseguimento di scopi comuni e condivisi. La formazione di questarisorsa, denom<strong>in</strong>ata normalmente "capitale sociale", è alla base di unprocesso culturale complesso, per molti aspetti poco <strong>in</strong>telligibile,basato sulla condivisione di norme e valori e lo sviluppo di fiduciacome aspettativa di comportamenti prevedibili e trasparenti, correttie collaborativi 15 . Per questo motivo può essere considerata come risorsacostitutiva a tutti gli effetti il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano, "tramandata"attraverso meccanismi culturali tipici della conoscenza tacita (prassi,abitud<strong>in</strong>i, eccetera) basati su comportamenti coerenti nel tempo.La dimensione sociale del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano rileva, qu<strong>in</strong>di, perla sua <strong>in</strong>cidenza sulle modalità di <strong>in</strong>terazione tra soggetti e unità organizzativee sulle connotazioni relazionali (prima ancora che strutturali)che le rendono possibili. Le <strong>in</strong>terazioni fondate sulla conoscenza, <strong>in</strong>fatti,sono determ<strong>in</strong>ate e si basano su aspetti diversi, sia di natura tecnicoorganizzativasia culturale, dai quali dipendono le caratteristiche dei"contatti" (natura, tipologia e numerosità degli <strong>in</strong>terlocutori che è possibileraggiungere) e le modalità di attivazione. In questo senso, il capitalesociale può essere def<strong>in</strong>ito, <strong>in</strong> prima approssimazione, come l'<strong>in</strong>siemedelle risorse <strong>in</strong>tangibili legate alle <strong>in</strong>terazioni aventi per oggetto laconoscenza (caratteristiche dei legami, sistema di valori, obbligazioni easpettative, eccetera), che sostanziano e rendono possibile l'operativitàdel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> relazionale quale componente e modalità digenerazione e di trasferimento della conoscenza.15 Per una def<strong>in</strong>izione di capitale sociale e per approfondimenti circa il suo ruolo nello sviluppodel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> si veda A. LIPPARINI, La gestione strategica del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> e del capitalesociale, cit.Del capitale sociale si danno <strong>in</strong> letteratura due diverse def<strong>in</strong>izioni. La prima pone l'accento sullastruttura relazionale <strong>in</strong>terna a una determ<strong>in</strong>ata organizzazione, riferita, cioè, a soggetti appartenentia uno stesso raggruppamento organizzativo; il capitale sociale è così localizzato nei legami tra<strong>in</strong>dividui e gruppi facenti parte di una collettività e, <strong>in</strong> particolare, nelle caratteristiche che rendonoquest'ultima coesa e che consentono (o facilitano) il raggiungimento dei propri obiettivi. La seconda,<strong>in</strong>vece, enfatizza il ruolo delle relazioni esterne a un determ<strong>in</strong>ato perimetro organizzativo: ilcapitale sociale, <strong>in</strong> questa accezione, esprime e identifica l'<strong>in</strong>sieme delle risorse che derivano dalcomplesso delle <strong>in</strong>terazioni <strong>in</strong>trattenute tra diversi attori nell'ambito di una rete di relazioni.


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>2.5.2 Transazioni e mercati di conoscenzaIn economia aziendale, una risorsa può essere qualificata come fattoreproduttivo se è accessibile da terze economie, impiegabile utilmentenella gestione, v<strong>in</strong>colabile alla comb<strong>in</strong>azione produttiva per un periododi tempo def<strong>in</strong>ito e remunerabile, <strong>in</strong> seguito alla sua acquisizione, afavore dei suoi prestatori.Se trasponiamo tali requisiti alle risorse di conoscenza costitutive ilcapitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale, questi difficilmente connotano moltedelle sue forme o manifestazioni e solo eccezionalmente sono compresent<strong>in</strong>el caratterizzare una medesima tipologia di risorse di conoscenza.Anzi: la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, pur afferendo a risorse daconsiderare, a tutti gli effetti, fattori produttivi, mira al perseguimentodi obiettivi ed effetti sostanzialmente opposti rispetto a quelli richiamati,ispirati alla massima diffusione della conoscenza attraverso la suaestensione a tutte le funzioni aziendali e a tutti i processi produttivi, ilco<strong>in</strong>volgimento di tutti gli operati aziendali.In questa prospettiva, l'attributo gestionale della v<strong>in</strong>colabilità associatoalla conoscenza costituisce un rischio e una limitazione che ne condizionale politiche di generazione e di sviluppo, ostacolando, <strong>in</strong> def<strong>in</strong>itiva,la competizione e la competitività aziendale. Il pr<strong>in</strong>cipio guida dellosviluppo del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, al contrario, deve essere quello dellatrasferibilità, che si concretizza nella promozione di <strong>in</strong>iziative f<strong>in</strong>alizzatea rendere possibile lo spostamento della conoscenza aziendale da uncontesto produttivo a un altro, <strong>in</strong>terno o esterno al perimetro organizzativodell'azienda che la detiene.L'esperibilità di processi, <strong>in</strong>iziative e modalità di diffusione, "importazione"e cessione di conoscenza presuppone l'esistenza di "mercati diconoscenza", la possibilità di <strong>in</strong>dividuare, all'esterno di una determ<strong>in</strong>ataazienda (ma anche di una sua specifica funzione aziendale), le conoscenzericercate, giudicate suscettibili di applicazione diffusa. La riconoscibilitàe la pubblicizzazione di domanda e offerta di conoscenzacostituisce <strong>in</strong>fatti il presupposto per realizzare transazioni di mercatolegate, <strong>in</strong> prima battuta, ad uno specifico "giudizio di convenienza": l'<strong>in</strong>teresseal trasferimento (o alla ricezione) di risorse <strong>in</strong>tellettuali dipendeda una prelim<strong>in</strong>are valutazione di utilità, <strong>in</strong>tesa come "potenzialità diproficuo utilizzo".È, quella del "mercato", una "metafora" assai efficace per spiegare esostenere lo sviluppo di processi di valorizzazione ed estensione del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> nelle sue diverse dimensioni <strong>in</strong>tra e <strong>in</strong>ter-organizzativa,ma anche per esemplificare gli strumenti, le soluzioni e le implicazionioperativo-gestionali della gestione della conoscenza. Pensare ai flussi dimateriale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> e di sapere come transazioni di mercato, <strong>in</strong>fatti:59


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE60a) riduce il rischio di un approccio gestionale tipicamente "autarchico",rendendo evidente come le risorse <strong>in</strong>tellettuali possono essere (esono) oggetto di compravendita al pari di altre, approvvigionate nonsolo sottoforma di conoscenza codificata, ma più frequentementeveicolate da processi molteplici e variegati, spesso <strong>in</strong>controllati;b) <strong>in</strong>coraggia le aziende e le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> a pensare ilproprio capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> <strong>in</strong> una prospettiva di sistema (parte diun <strong>in</strong>sieme più generale ed esteso) e, nel contempo, ai processi diarricchimento del patrimonio collettivo (del sistema istituzionale,del settore economico) come modalità di arricchimento (valorizzazione,estensione) del proprio;c) sostiene le organizzazioni nella costruzione di network <strong>in</strong>terni edesterni che favoriscono la creazione di un tessuto di relazioni capacedi aumentare il livello di capitale sociale collettivo e, con questo,quello di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano e relazionale.Ma una delle implicazioni più rilevanti discendenti dall'adozione dellaprospettiva "di mercato" riguarda, si ritiene, gli effetti circa l'allestimentodei contenuti <strong>in</strong>tellettuali, del sapere organizzato e reso disponibilenei sistemi di gestione della conoscenza (knowledge management).Pensare le <strong>in</strong>terazioni e i flussi di conoscenza come transazioni cheavvengono nell'ambito di un mercato rende evidente la necessità di unaloro costruzione attorno al "tra<strong>in</strong>o della domanda": la "sc<strong>in</strong>tilla" dellagenerazione della conoscenza (la domanda) precede il "combustibile"(gli strumenti e i prodotti della conoscenza già disponibili) 16 .Così, il luogo della conoscenza condivisa (la comunità di pratica, il sito<strong>in</strong>tranet o <strong>in</strong>ternet, la rete di relazioni istituzionali, eccetera) non è ilposto verso cui veicolare e il "deposito" <strong>in</strong> cui immagazz<strong>in</strong>are qualsiasitipo di <strong>in</strong>formazione e di sapere: è, <strong>in</strong>nanzi tutto, il meccanismo, lamodalità operativa per dare risposte "puntuali" a una domanda di conoscenzaespressa <strong>in</strong> maniera specifica e circoscritta da un numero ristrettodi soggetti, vertente su particolari componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.Ne consegue che un requisito tecnico-organizzativo fondamentaledell'<strong>in</strong>frastruttura dedicata alla gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> deverisiedere nella presenza di meccanismi e di ruoli organizzativi <strong>in</strong> gradodi garantire la selezione dei contenuti di conoscenza e dei soggetti cheprendono parte ai processi di generazione, sviluppo, condivisione.16 T.A. STEWART, La ricchezza del sapere, cit.Scrive l'autore, con specifico riferimento a un'esperienza aziendale di costruzione di un sistema diknowledge management: "I fondatori credevano che la gente avrebbe <strong>in</strong>nescato la discussionecaricando libri bianchi et similia; si aspettavano cioè che gli utenti avrebbero accumulato contenuti"combustibili" nel cam<strong>in</strong>etto e questi avrebbero alimentato il fuoco sotto forma di domande,critiche e via dicendo. Invece, la sc<strong>in</strong>tilla precede il combustibile: l'80 per cento del traffico (…) èattivato da domande: qualcuno sa …? qualcuno ha …? qualcuno ha mai fatto una cosa come …".


2. Il management del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>La def<strong>in</strong>izione di strategie di gestione e sviluppo del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>(quale conoscenza gestire e a che f<strong>in</strong>e) e di piani di servizi a partiredalle esigenze e dalle aspettative dell'utenza, pur essendo impresc<strong>in</strong>dibili,da sole non bastano: aff<strong>in</strong>ché la fruizione della conoscenzasia effettiva e proficua, occorre prevedere ulteriori attività di "delimitazione"e "scelta" del materiale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> che si vuole disponibile eaccessibile.Il controllo delle modalità di "pubblicazione" dei contenuti di conoscenzae dei prodotti del sapere, <strong>in</strong> quanto forma di alimentazione delsistema di gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, rappresenta il presuppostoe il "volano" per la partecipazione degli utenti: il motivo pr<strong>in</strong>cipale percui gli operatori si iscrivono alle comunità on l<strong>in</strong>e risiede proprio nell'opportunitàda queste fornite nell'accedere a documenti, segnalazioni,approfondimenti utili per lo svolgimento delle proprie attività. Per farsì che gli utenti e, più <strong>in</strong> generale, i portatori di <strong>in</strong>teresse rispetto al sistemadi gestione della conoscenza concorrano (attivamente) alla crescitadel patrimonio <strong>in</strong>formativo e <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, è necessario creare unamassa critica di documenti, risorse, <strong>in</strong>formazioni <strong>in</strong> grado di suscitare illoro <strong>in</strong>teresse: una base di conoscenza poco aggiornata, i cui contenutisiano alimentati con ridotta frequenza, rischia di apparire statica e, diconseguenza, di scarsa utilità.L'immissione di risorse <strong>in</strong>tellettuali nel sistema di gestione della conoscenza,pertanto, non deve essere estemporanea, occasionale, periodica,ma pianificata, discipl<strong>in</strong>ata, cioè, nei contenuti, nelle modalità e nei tempi.La programmazione delle attività "editoriali" della conoscenza (allestimentoper la fruizione) è rilevante sotto diversi profili. Consente, <strong>in</strong>nanzitutto, alla struttura preposta di <strong>in</strong>dividuare i referenti delle attività diproduzione e le correlate responsabilità. Permette agli utenti di fruire <strong>in</strong>modo mirato dei documenti disponibili. Rende possibili, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, (ed èquesto l'aspetto più rilevante) azioni di leva sui contenuti <strong>in</strong>formativi delsistema di gestione al f<strong>in</strong>e di rafforzare la partecipazione degli utenti stessiai processi di dissem<strong>in</strong>azione e condivisione della conoscenza.61


3L’ICT e il capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>di Massimo Ruffolo3.1 Modelli organizzativi e soluzioni <strong>in</strong>formatiche per lagestione della conoscenza63Le attività di creazione, acquisizione, sedimentazione, fruizione e applicazionedella conoscenza ai processi di bus<strong>in</strong>ess, tipici di un'organizzazione,co<strong>in</strong>volgono <strong>in</strong>dividui: sono fortemente <strong>in</strong>fluenzate, qu<strong>in</strong>di, dad<strong>in</strong>amiche di tipo sociale e organizzativo. La gestione della conoscenza,pertanto, presenta dimensioni non solo economiche e tecnologiche, maanche psicologiche e organizzative; ciò implica che le <strong>in</strong>iziative e le attivitàdi gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, quand'anche possano disporre ditecnologie adeguate, efficaci ed efficienti, rischiano il fallimento laddovesi sottovaluti anche uno solo degli altri aspetti ad essa collegati.La tecnologia, qu<strong>in</strong>di, gioca un ruolo centrale nella costruzione di soluzioniper la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale, ma non è <strong>in</strong> ségaranzia del successo: una cultura adeguatamente orientata alla condivisionedel sapere, una corretta organizzazione e un'appropriata leadership,la disponibilità e l'esperibilità di sistemi di <strong>in</strong>centivazione (edis<strong>in</strong>centivazione) del personale sono "<strong>in</strong>gredienti" fondamentali per ilsuccesso di qualunque <strong>in</strong>iziativa di knowledge management.Negli ultimi anni gli aspetti organizzativi legati alla gestione della conoscenzae del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> sono stati ampiamente studiati: moltiautori hanno analizzato, <strong>in</strong>fatti, le implicazioni organizzative legate allacreazione, alla memorizzazione, alla circolazione e all'uso della conoscenza.Nei diversi modelli proposti sono stati evidenziati, <strong>in</strong> particolare,gli aspetti sociali e psicologici che entrano <strong>in</strong> gioco <strong>in</strong> relazione alleforme che la conoscenza organizzativa può assumere. Un fattore, cheaccomuna i diversi modelli disponibili <strong>in</strong> letteratura, è la possibilità dievidenziare l'esistenza di un ciclo di vita attraversato dalla conoscenzadurante il realizzarsi dei processi, siano essi manageriali o operativi,propri di un'impresa.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE64Secondo Nonaka e Takeuchi la creazione della conoscenza è da <strong>in</strong>tenderecome un processo di diffusione nel quale il sapere creato dagli<strong>in</strong>dividui è sistematizzato all'<strong>in</strong>terno della rete di conoscenze dell'organizzazione.A partire da tale assunto Nonaka propone il modello denom<strong>in</strong>ato"Organizational Knowledge Conversion" il quale presenta ilprocesso di gestione della conoscenza come una spirale nella quale ècreata sempre nuova conoscenza (Figura 3.1) 1 .Come esemplificato nella figura proposta, la spirale riguarda le d<strong>in</strong>amichedi creazione della conoscenza basate sulle conversioni tacite/espliciteattraverso i processi di socializzazione, esternalizzazione, comb<strong>in</strong>azionee <strong>in</strong>ternalizzazione (modello SECI). Tale spirale avviene nelcosiddetto "Ba" ovvero il luogo fisico o virtuale per la creazione dellaconoscenza.Nel modello, <strong>in</strong>tegrato dallo stesso Nonaka nel 2001, il processo a "spirale"si sviluppa lungo due dimensioni 2 : la prima, detta "epistemologica",riguarda le <strong>in</strong>terazioni esistenti tra la conoscenza tacita e quellaesplicita; la seconda dimensione, detta "ontologica", concerne gli <strong>in</strong>dividuie l'organizzazione. Secondo questo modello un'organizzazione è<strong>in</strong> grado di creare conoscenza solo attraverso gli <strong>in</strong>dividui <strong>in</strong> essa operanti.Pertanto, le persone più creative vanno valorizzate e sostenuteoffrendo loro un contesto <strong>in</strong> cui creare conoscenza. Il sistema di gestio-Figura 3.1 - Il modello "Organizational Knowledge Conversion"DimensioneepistemologicaComb<strong>in</strong>azioneInternalizzazioneConoscenzaesplicitaEsternalizzazioneConoscenzatacitaSocializzazioneIndividuale Di gruppo Organizzativā - Inter-organizzativaLivello di conoscenzaDimensioneontologica1 I. NONAKA e H. TAKEUCHI, The Knowledge Creat<strong>in</strong>g Company - How Japanese Companies Createthe Dynamics of Innovation, Oxford University Press, Oxford, 1995.2 I. NONAKA, R. TOYAMA e N. KONNO, SECI, Ba and Leadership: a Unified Model of DynamicKnowledge Creation, Long Range Plann<strong>in</strong>g, Vol. 33, no 1, 2000.


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>ne del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> deve, poi, occuparsi della sua sedimentazione,della sua circolazione e del suo riuso <strong>in</strong> modo che la conoscenzapossa essere depositata <strong>in</strong> diversi repository e trattata con gli strumentitipici dell'<strong>in</strong>formation and communication technology.3.1.1 Il modello SECIIl modello "Organizational Knowledge Conversion" descrive le d<strong>in</strong>amichedi sviluppo della conoscenza come un processo a spirale cheriguarda il passaggio da livelli ontologici <strong>in</strong>dividuali verso livelli digruppo che possono co<strong>in</strong>volgere anche più organizzazioni. Questoprocesso è governato dal modello SECI, proposto da Nonaka qualchehanno prima (Figura 3.2) 3 .Nel modello SECI sono postulate quattro modalità di conversione dellaconoscenza: la socializzazione, l'esternalizzazione, la comb<strong>in</strong>azione el'<strong>in</strong>ternalizzazione.La socializzazione è il processo di trasferimento della conoscenzatacita da <strong>in</strong>dividuo a <strong>in</strong>dividuo senza che questa cambi forma. Il trasferimentodi conoscenza tacita non avviene tramite il l<strong>in</strong>guaggio(essendo la conoscenza <strong>in</strong> questione non codificabile), ma attraversoun processo di apprendimento basato sull'osservazione, l'imitazione,la pratica e l'esperienza. La socializzazione consiste nel "learn<strong>in</strong>g bywatch<strong>in</strong>g", concetto complementare al learn<strong>in</strong>g by do<strong>in</strong>g (apprendimentoattraverso l'azione).Nella socializzazione la creazione della conoscenza si fonda sull'osservazionee l'esperienza; la socializzazione, però, rappresenta una formadi creazione di conoscenza limitata, <strong>in</strong> quanto quest'ultima permanesempre ad un livello tacito e, di conseguenza, risulta essere molto difficileda diffondere a livello organizzativo. Essa assume rilevanza fondamentale,<strong>in</strong> quanto contribuisce all'arricchimento del capitale umanopresente <strong>in</strong> un'organizzazione. La socializzazione è supportata soprattuttodagli strumenti tecnologici di groupware e di comunicazione/collaboraziones<strong>in</strong>crona, quali le video conferenze, l'<strong>in</strong>stant messag<strong>in</strong>g, lechat, l'e-learn<strong>in</strong>g, anche se ognuno di essi presenta delle limitazioni piùo meno rilevanti rispetto al contatto diretto.L'esternalizzazione riguarda la trasformazione della conoscenza tacita<strong>in</strong> conoscenza esplicita e rappresenta la vera novità nella teoria dell'apprendimentoorganizzativo. Per effettuare la codifica della conoscenzatacita presente <strong>in</strong> una organizzazione, per def<strong>in</strong>izione, <strong>in</strong> forma noncodificata, si ricorre all'uso del l<strong>in</strong>guaggio naturale e di l<strong>in</strong>guaggi astrat-653 I. NONAKA e H. TAKEUCHI, The Knowledge Creat<strong>in</strong>g Company - How Japanese Companies Create theDynamics of Innovation, cit.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEFigura 3.2 - Il processo SECICondividere ecreare conoscenzatacita attraversoesperienze diretteSocializationSocializzazioneEsternalizzazioneArticolarela conoscenza tacitaattraversoil dialogoe la riflessione66Apprendere eacquisire nuovaconoscenza tacitanella praticaInternalization Internalizzazione Comb<strong>in</strong>ationComb<strong>in</strong>azioneSistematizzare eapplicare la conoscenzae le <strong>in</strong>formazioniespliciteti che permettono diversi gradi di strutturazione dell'<strong>in</strong>formazione. Ciòfacilita il processo di conversione della conoscenza, che tende a svilupparsiattorno a specifici schemi di comunicazione e <strong>in</strong>terazione tra imembri dell'organizzazione.Il processo di conversione della conoscenza richiede, <strong>in</strong>oltre, la presenzadi condizioni di "ridondanza" all'<strong>in</strong>terno dell'organizzazione, ovverola presenza di una molteplicità di opportunità di scambio e di verifica<strong>in</strong>crociata delle conoscenze <strong>in</strong> possesso dei s<strong>in</strong>goli soggetti. La cont<strong>in</strong>uitàdell'<strong>in</strong>terazione e la ridondanza dei contesti consentono ai membridell'organizzazione di avere accesso alle esperienze maturate.L'esternalizzazione trae profondo beneficio dalle tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione,che abilitano la cattura e l'acquisizione della conoscenza esplicitae la sua memorizzazione, secondo appositi formati caratterizzati dadiversi gradi di strutturazione e formalizzazione, <strong>in</strong> supporti adeguatiche possono essere acceduti per dare orig<strong>in</strong>e alla comb<strong>in</strong>azione. Le tecnologieusate sono pr<strong>in</strong>cipalmente quelle del knowledge acquisition, deidatabase, del document/content management.La comb<strong>in</strong>azione consiste nel passaggio di conoscenze esplicite tra<strong>in</strong>dividui attraverso le <strong>in</strong>terazioni sociali e si svolge, tipicamente, attraversoil dialogo e la comunicazione, abilitata direttamente <strong>in</strong> forma s<strong>in</strong>cronae as<strong>in</strong>crona dalle tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione. Gli <strong>in</strong>dividuiscambiano e comb<strong>in</strong>ano conoscenza avvalendosi di diversi strumenti,come <strong>in</strong>contri, documenti, telefonate, reti <strong>in</strong>formatiche, canali di comunicazionee collaborazione. Quando <strong>in</strong> un'organizzazione le <strong>in</strong>formazioniprovenienti da varie fonti sono s<strong>in</strong>tetizzate <strong>in</strong> un rapporto, <strong>in</strong> un


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>grafico, <strong>in</strong> uno strumento che consenta di esprimere con efficacia lasituazione dell'azienda, si realizza una codificazione della conoscenzache riesce ad essere più completa e sistematica delle s<strong>in</strong>gole conoscenze(esplicite) <strong>in</strong>dividuali o di quelle detenute da s<strong>in</strong>gole partizioni organizzative.È, questa della comb<strong>in</strong>azione, l'area dove le tecnologie dell'<strong>in</strong>formazionegiocano un ruolo fondamentale. La conoscenza esplicitapuò essere espressa <strong>in</strong> documenti testuali, e-mail, database, pag<strong>in</strong>eweb, eccetera e può risultare più o meno trattabile <strong>in</strong> funzione del gradodi formalizzazione e strutturazione con la quale risulta essere espressa:maggiore è il grado di strutturazione, più potenti ed espressivi sono glistrumenti <strong>in</strong>formatici <strong>in</strong> grado di trattarla (ad esempio, le tecnologiedelle basi di dati e dei data warehouse usati <strong>in</strong> applicazioni di supportoalle decisioni).Negli ultimi anni stanno facendo la loro comparsa sul mercato nuovetecnologie basate sulla rappresentazione di ontologie formali e sullagestione di dati semi e non strutturati, che stanno rendendo trattabileper via automatica anche la conoscenza esplicita debolmente strutturata.Ancora, le tecnologie per la rappresentazione di workflow stannorendendo sempre più agile la rappresentazione formale dei processiaziendali e della componente procedurale della conoscenza esplicita. Laconseguenza più evidente è che le tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione stannotrasformando e ampliando le possibilità di trattare la componente strutturaledel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> composta, <strong>in</strong> gran parte, dalla conoscenzasedimentata nei sistemi <strong>in</strong>formativi aziendali.L'<strong>in</strong>ternalizzazione riguarda la conversione della conoscenza esplicita <strong>in</strong>conoscenza tacita. La conoscenza esplicita comunicata ad un <strong>in</strong>dividuodiventa parte del suo bagaglio di conoscenza e della sua capacità di fare,traducendosi concretamente da esplicita <strong>in</strong> tacita; la conversione è tantopiù facile quanto più la conoscenza è rappresentata <strong>in</strong> documenti elettronicie non, manuali, procedure, eccetera, che ne facilit<strong>in</strong>o la trasmissioneanche ad altri soggetti. Gli strumenti di e-learn<strong>in</strong>g <strong>in</strong>terattivi, leapplicazioni di workgroup, le tecnologie di comunicazione s<strong>in</strong>crona eas<strong>in</strong>crona (<strong>in</strong>stant messag<strong>in</strong>g, e-mail, chat, forum, blog, eccetera) permettono,<strong>in</strong>fatti, una comunicazione bidirezionale, sia <strong>in</strong> senso verticale(da docente a discente e da discente a docente), sia <strong>in</strong> senso orizzontale(da discente a discente). L'e-learn<strong>in</strong>g e il groupware abituano a condividere<strong>in</strong> rete con gli altri le proprie conoscenze ed educano all'apprendimentocont<strong>in</strong>uo, agevolando, <strong>in</strong> questo modo, la capacità di ricercare,selezionare e acquisire <strong>in</strong>formazioni e sapere <strong>in</strong> ogni momento.Alla conclusione del processo SECI, il quale può culm<strong>in</strong>are ad esempionella realizzazione di un nuovo progetto o con l'ottenimento di unnuovo prodotto, si ha un nuovo <strong>in</strong>izio dello stesso ma a un livello diconoscenze complessivo superiore sia per quanto riguarda gli <strong>in</strong>dividui67


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEsia l'organizzazione. Ciò si traduce <strong>in</strong> un avvenuto aumento del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> nelle sue diverse componenti umana, organizzativa erelazionale. Un opportuno orientamento della struttura organizzativa ecorrette soluzioni tecnologiche a supporto di tale ciclo possono potenziaregli effetti della gestione della conoscenza sulla crescita del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.683.1.2 I modelli di <strong>in</strong>terazione socialeIl modello SECI mostra che il processo di creazione della conoscenza èsenza f<strong>in</strong>e. Esso nasce a livello <strong>in</strong>dividuale e si sviluppa a livello di gruppoconcludendosi a livello organizzativo. Aff<strong>in</strong>ché questo processo possaavere luogo è necessario creare le condizioni "al contorno" che lo rendanopossibile. Negli ultimi anni sono stati proposti diversi modelli di <strong>in</strong>terazionesociale che supportano il realizzarsi del processo SECI; tra questisi possono citare, <strong>in</strong> particolare, il Ba e le comunità di pratica.Il modello di <strong>in</strong>terazione sociale chiamato Ba, term<strong>in</strong>e giapponese propostoda Nonaka che significa "posto, luogo, contesto per uno scambiocreativo", esplicita le modalità attraverso le quali le persone comunicano<strong>in</strong> modo da realizzare il processo di conversione della conoscenza da tacitaad esplicita. Il Ba può essere uno spazio fisico, come un ufficio, o ancheun modello mentale condiviso, come quello presente all'<strong>in</strong>terno di unarete di relazioni fra persone che condividono gli stessi <strong>in</strong>teressi od obiettivi.Il Ba può anche essere uno spazio virtuale (Cyber Ba) creato daopportune tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione e comunicazione che facilitano eregolano la conversione della conoscenza.Nonaka <strong>in</strong>dividua diverse tipologie di Ba ognuna f<strong>in</strong>alizzata a supportareuna diversa fase del processo SECI 4 :a) "Orig<strong>in</strong>at<strong>in</strong>g Ba", nel quale la conversione di conoscenza tacita <strong>in</strong>tacita (socializzazione) avviene attraverso l'<strong>in</strong>terazione faccia a facciafra gli <strong>in</strong>dividui. L'<strong>in</strong>terazione avviene <strong>in</strong> un luogo ove è possibilecondividere esperienze, emozioni, sentimenti, modelli mentali. Perrealizzare l'Orig<strong>in</strong>at<strong>in</strong>g Ba è importante che siano rimosse le barriereche impediscono la circolazione della conoscenza. Per questo scopopossono essere d'aiuto le tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione e della comunicazioneche, grazie alle comunicazioni multimediali, ai sistemi divideo conferenza, alle chat, all'<strong>in</strong>stant messag<strong>in</strong>g, possono simulareun possibile ambiente per lo scambio di conoscenza tacita;b) "Dialogu<strong>in</strong>g Ba", nel quale la conversione di conoscenza tacita <strong>in</strong>esplicita (esternalizzazione) avviene grazie a un luogo dest<strong>in</strong>ato4 I. NONAKA e H. TAKEUCHI, The Knowledge Creat<strong>in</strong>g Company - How Japanese Companies Create theDynamics of Innovation, cit.


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>all'<strong>in</strong>terazione e alle discussioni creative attraverso il quale nascononuovi concetti da gruppi o team. Comunità di <strong>in</strong>dividui possonocondividere conoscenza attraverso meet<strong>in</strong>g fisici, riunioni personalio strumenti per il lavoro collaborativo on-l<strong>in</strong>e quali groupware,forum di discussione, blog, mail<strong>in</strong>g list, eccetera;c) "Sistemiz<strong>in</strong>g Ba", nel quale la conversione di conoscenza esplicita<strong>in</strong> esplicita (comb<strong>in</strong>azione) è realizzata e migliorata dalla disponibilitàdi tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione, che forniscono strumenti per iltrattamento della conoscenza esplicita codificata nei diversi possibiliformati. Così un grande numero di persone possono partecipareal processo di creazione, sistematizzazione e classificazione dellaconoscenza;d) "Exercis<strong>in</strong>g Ba", nel quale la conversione di conoscenza esplicita <strong>in</strong>tacita (<strong>in</strong>ternalizzazione) avviene tramite il tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g on the job.Anche <strong>in</strong> questo caso le tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione (<strong>in</strong>ternet, reti<strong>in</strong>tranet, manuali elettronici, sistemi esperti, sistemi di gestionedocumentale basati su ontologie, sistemi di e-learn<strong>in</strong>g, eccetera)supportano la conversione della conoscenza assistendo l'apprendimentoda parte degli <strong>in</strong>dividui.Un secondo importante modello di rappresentazione delle <strong>in</strong>terazionisociali f<strong>in</strong>alizzate alla generazione e allo sviluppo di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>è quello delle comunità di pratica. Una comunità di pratica è costituitada un gruppo di persone che condividono un patrimonio di conoscenzecomune e che possono avere comuni <strong>in</strong>teressi e obiettivi. Nellecomunità di pratica, costituite sia <strong>in</strong> maniera formale sia <strong>in</strong>formale, gli<strong>in</strong>dividui <strong>in</strong>teragiscono tra loro <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>formale, scambiandosi lereciproche conoscenze sui temi di <strong>in</strong>teresse; i processi di scambio provocanola generazione e la condivisione di nuova conoscenza 5 .Una comunità di pratica può nascere e svilupparsi spontaneamente <strong>in</strong>qualunque organizzazione, mediante un processo di socializzazionef<strong>in</strong>alizzato alla condivisione delle esperienze quotidiane e delle pratichelavorative. Una volta formata, è tenuta <strong>in</strong>sieme dalla forte coesione edallo spirito di gruppo dei partecipanti. Le conoscenze prodotte escambiate da queste aggregazioni sociali sono prevalentemente "tacite"e non scritte e, diventando familiari nella comunità, sono accettate <strong>in</strong>modo universale. Questo perché nelle comunità di pratiche l'appartenenzaal gruppo non è messa <strong>in</strong> discussione. Un <strong>in</strong>dividuo può appartenerea diverse comunità di pratica più o meno strutturate, e passa dall'unaall'altra spontaneamente.La nascita e il mantenimento di comunità di pratica sono fortemente favo-695 L. PRUSAK, Knowledge In Organizations: Resources For The Knowledge-Based Economy, Butterworth-He<strong>in</strong>mann Trd., 1997.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHErite dalle tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione che, grazie agli strumenti di comunicazione/collaborazionee groupware, consentono la costituzione dicomunità virtuali e delocalizzate. Le tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione, <strong>in</strong>oltre,permettono di catturare e acquisire, rendendola esplicita, una parte dellaconoscenza tacita che è scambiata e generata all'<strong>in</strong>terno delle comunità dipratica. Nelle moderne organizzazioni è sempre più diffusa la costituzionedi queste comunità <strong>in</strong> modo da favorire il processo di creazione e dicondivisione delle conoscenze e delle esperienze fra i lavoratori.703.2 Il "ciclo di vita" della conoscenzaLa conoscenza prodotta dagli <strong>in</strong>dividui, secondo i modelli socialidescritti nelle pag<strong>in</strong>e precedenti, oltre a sedimentarsi sotto forma dellediverse componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> (umano, organizzativo erelazionale), circola nei processi di bus<strong>in</strong>ess di un'organizzazione attraversoun preciso ciclo di vita, contribuendo alla creazione di valore.In letteratura sono stati proposti diversi modelli per la rappresentazionedel ciclo di vita della conoscenza; tra questi il più ampiamente riconosciutoe accettato, grazie alla sua significatività e completezza, è quelloproposto dal Fraunhofer IPK, il quale <strong>in</strong>tegra i concetti e i term<strong>in</strong>ichiave dei modelli più importanti presenti <strong>in</strong> letteratura proponendo unciclo di vita di gestione della conoscenza che collega i diversi processidi bus<strong>in</strong>ess, aventi luogo <strong>in</strong> una organizzazione, con le diverse variabiliorganizzative che ne determ<strong>in</strong>ano il funzionamento 6 . L'idea che sta allabase di questo modello e che lo rende estremamente <strong>in</strong>teressante è cheper avere una gestione della conoscenza efficace è necessario riconosceree guidare l'<strong>in</strong>terazione critica tra persone, tecnologie e organizzazione.Secondo il modello del Fraunhofer IPK, <strong>in</strong> un'organizzazione esisteun processo chiave trasversale ai processi di bus<strong>in</strong>ess che, tenendo <strong>in</strong>conto gli aspetti organizzativi, motivazionali e tecnici connessi con lagestione della conoscenza, rende effettivi i benefici offerti dalla conoscenzanel realizzarsi dei processi manageriali e operativi. Il modellodef<strong>in</strong>isce uno scenario nel quale il knowledge management può realmente<strong>in</strong>crementare l'efficienza e l'efficacia dei processi di bus<strong>in</strong>ess diun'organizzazione, contribuire alla creazione di valore e alla crescitadel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.Al f<strong>in</strong>e di porre <strong>in</strong> essere il ciclo di gestione della conoscenza è necessariomettere a punto un'adeguata strategia, tale da def<strong>in</strong>ire le modalitàdi <strong>in</strong>terazione tra le diverse variabili <strong>in</strong> gioco e le modalità di governo6 Pubblicazione del Fraunhofer IPK reperibile presso il sito ufficiale dell'istituto(http://seth.ipk.fhg.de).


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>del sistema organizzativo e tecnologico che la implementa. La disponibilitàdi una strategia fa sì che la creazione, la memorizzazione, la distribuzionee l'uso della conoscenza all'<strong>in</strong>terno dei processi avvenga <strong>in</strong>maniera consapevole e f<strong>in</strong>alizzata agli obiettivi di bus<strong>in</strong>ess grazie all'opportunoco<strong>in</strong>volgimento delle diverse componenti dell'organizzazioneche entrano <strong>in</strong> gioco nella creazione di valore.Il ciclo di vita della conoscenza prevede due fasi <strong>in</strong>iziali: la def<strong>in</strong>izionedegli obiettivi della gestione della conoscenza e l'identificazionedella conoscenza da gestire (Figura 3.3). Queste prime due fasi "fuoril<strong>in</strong>ea" sono compiute attraverso attività di knowledge audit dalle qualideriva la calibratura del ciclo stesso. Le altre quattro fasi, la creazione,l'immagazz<strong>in</strong>amento, la distribuzione della conoscenza e la sua applicazione,costituiscono il corpo del ciclo; esse, iterate di cont<strong>in</strong>uo, realizzanoil ciclo di vita della conoscenza all'<strong>in</strong>terno di una qualunqueorganizzazione.Ogni s<strong>in</strong>gola fase del processo è chiamata a gestire diverse forme,tipologie e risorse di conoscenza costitutive il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, cheoperano, <strong>in</strong> maniera concorrente, alla realizzazione dei processi di bus<strong>in</strong>esse alla creazione di valore anche sotto forma di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.71Figura 3.3 - Il ciclo di vita della conoscenzaGestione delleRisorse UmaneIdentificare laconoscenzaApplicare laFormulate ConoscenzaKnowledgeGoalsFormularegliobiettiviGenerare laConoscenzaICTTecniche dicontrollodellaconoscenzaProcessi diBus<strong>in</strong>essDistribuire laConoscenzaMemorizzare laConoscenzaLeadership<strong>Cultura</strong>Organizzativa


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE72Nella fase di generazione, la conoscenza orig<strong>in</strong>ata nei processi di bus<strong>in</strong>ess,a livello <strong>in</strong>dividuale e sociale, è catturata, acquisita e resa disponibileper l'<strong>in</strong>tera organizzazione. Inizialmente, solo una m<strong>in</strong>ima partedella conoscenza creata è direttamente disponibile <strong>in</strong> forma esplicita(immagazz<strong>in</strong>ata nei manuali, database, case study, report, best practice,procedure, processi e rout<strong>in</strong>e aziendali, eccetera), mentre la gran partesi presenta <strong>in</strong> forma tacita e implicita (accumulata nelle menti delle persone)e richiede appropriati metodi di cattura e acquisizione (questionari,stesura di lesson learned, applicazione di strumenti di knowledgeacquisition, eccetera).Il processo di creazione della conoscenza nell'organizzazione è guidatodagli <strong>in</strong>dividui che apprendono, generano nuove "realtà", rimuovonoassunzioni e pensieri preesistenti con nuove idee; la creazione dellaconoscenza, tuttavia, avviene attraverso un processo che non è sistematico,ma <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uo evolvere, difficile da pianificare e controllare:anche per tale motivo, spesso, la conoscenza è acquisita da altre fonti,anche esterne all'organizzazione, e adattata alle diverse necessità.La selezione e l'adozione della conoscenza necessaria avviene <strong>in</strong> relazionealle strategie aziendali: la conoscenza, <strong>in</strong>fatti, va acquisita <strong>in</strong> relazioneagli obiettivi aziendali, secondo differenti strategie mirate a colmarei gap di sapere emersi durante le fasi di audit; tipici schemi strategicisono: l'imitazione, la riproduzione e la sostituzione. La creazione diconoscenza può avvenire anche attraverso la re<strong>in</strong>terpretazione, il filtraggioe la classificazione di quella già posseduta con l'aggiunta di quellaproveniente dall'esterno. In questo caso, diventano determ<strong>in</strong>anti letecnologie dell'<strong>in</strong>formazione che abilitano la scoperta di risorse <strong>in</strong>tangibili,espressione di conoscenza (knowledge discovery, OLAP, contentmanagement, eccetera), all'<strong>in</strong>terno della grande mole di dati che leaziende accumulano <strong>in</strong> formato strutturato, semi o non strutturato e ilr<strong>in</strong>venimento da fonti <strong>in</strong>terne ed esterne (<strong>in</strong>formation retrieval).I meccanismi di immagazz<strong>in</strong>amento della conoscenza (memorizzazione)permettono la sedimentazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> nell'organizzazionee l'accesso ad essa nel momento <strong>in</strong> cui risulta necessaria. Lamemorizzazione ha a che fare con l'esplicitazione: maggiore è la quantitàdi conoscenza acquisita dalle menti delle persone e resa disponibile<strong>in</strong> forma esplicita, più semplice è la gestione. La presenza di sistemi eprocedure per l'esplicitazione (knowledge acquisition) e l'immagazz<strong>in</strong>amento(database, sistemi di gestione documentale, portali aziendali,eccetera) rende la conoscenza complessiva dell'organizzazione utilizzabileefficacemente anche <strong>in</strong> presenza di una prevalenza delle forme taciteall'<strong>in</strong>terno del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>. L'immagazz<strong>in</strong>amento dellaconoscenza facilita il processo di sviluppo dei nuovi prodotti e il miglioramentodei processi aziendali, grazie anche alla possibilità di recupera-


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>re e classificare la conoscenza esistente. In questo contesto le <strong>in</strong>tranetaziendali, i portali e le tecnologie per il content management sono unsupporto fondamentale.Il successo della distribuzione della conoscenza dipende dalla culturaorganizzativa, che <strong>in</strong>cide sull'efficacia degli strumenti di comunicazionee collaborazione disponibili e dalla propensione degli <strong>in</strong>dividui a condividerele conoscenze tacite possedute, nonché dalla quantità di conoscenzaesplicita disponibile nell'organizzazione.La struttura e la cultura organizzativa hanno un impatto diretto sulladistribuzione di conoscenza: particolarmente importante, <strong>in</strong> questosenso, è la creazione di un clima non autoritario, senza rigidità e rapportiverticali dove gli strumenti organizzativi, le comunità di pratica edel Ba e gli strumenti tecnologici alla base della distribuzione (applicazionidi comunicazione/collaborazione, groupware, portali, eccetera)possano essere usati al meglio evitando gli ostacoli provenienti da limitazionidovute ad atteggiamenti psicologici e conflitti avversi alla distribuzione(un ambiente <strong>in</strong>formale basato sulla fiducia e sulla cooperazioneaiuta, <strong>in</strong>fatti, la distribuzione della conoscenza che diviene rapida epiù accurata). Questi sono anche i presupposti aff<strong>in</strong>ché nell'organizzazionesi crei un ambiente che faciliti la conversione di conoscenza tacita<strong>in</strong> conoscenza esplicita, anche attraverso l'<strong>in</strong>troduzione di applicazionitecnologiche orientate <strong>in</strong> tal senso. Inoltre, un opportuno sistemadi <strong>in</strong>centivi, f<strong>in</strong>alizzato ad <strong>in</strong>coraggiare atteggiamenti favorevoli alladistribuzione, può essere fondamentale nella diffusione di una culturadella condivisione della conoscenza.La conoscenza disponibile è tipicamente applicata nei processi dibus<strong>in</strong>ess per la creazione di valore secondo modalità dipendenti dafattori prevalentemente umani; l'applicazione prevede l'apprendimentoe l'aggiornamento cont<strong>in</strong>uo, tale da permettere di far fronte aicambiamenti stimolati dall'ambiente. La conoscenza è utilizzata perportare a term<strong>in</strong>e un compito <strong>in</strong> maniera ottimale, per risolvere problemi<strong>in</strong>contrati durante la realizzazione di un'attività, per prenderedecisioni, per apprendere un comportamento o un sapere tecnicoutile <strong>in</strong> una certa situazione. Applicare la conoscenza comporta ancheun processo di verifica e revisione mirato al mantenimento e all'aggiornamentodel patrimonio stesso di conoscenze al f<strong>in</strong>e di non farlodivenire obsoleto e passivo.Il ciclo di vita della conoscenza è calato pienamente nella realtà organizzativanel quale avviene e subisce l'<strong>in</strong>flusso delle variabili che necaratterizzano la struttura <strong>in</strong> ogni suo aspetto. Pertanto, nel def<strong>in</strong>ire unastrategia di gestione della conoscenza è fondamentale def<strong>in</strong>ire l'<strong>in</strong>flussoche questa avrà sulla creazione di valore e sulla sedimentazione delcapitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, tenendo presente l'azione svolta dalle seguenti73


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE74variabili organizzative: i processi di bus<strong>in</strong>ess, la cultura aziendale, la leadership,le tecniche di controllo della conoscenza, la gestione dellerisorse umane e, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, le tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione.La creazione, memorizzazione, distribuzione e applicazione della conoscenzaavviene durante l'evolvere dei processi di bus<strong>in</strong>ess, all'<strong>in</strong>ternodei quali ha anche luogo l'apprendimento. La creazione di un sistema digestione della conoscenza deve pertanto mirare al ridisegno profondodei processi, tramite il bus<strong>in</strong>ess process reeng<strong>in</strong>eer<strong>in</strong>g (BPR), solo laddovequesta attività dovesse risultare <strong>in</strong>dispensabile ai f<strong>in</strong>i del miglioramentodel processo stesso. Più spesso, è bene ricorrere al bus<strong>in</strong>ess processimprovement (BPI) per <strong>in</strong>tegrare le attività di gestione della conoscenzadest<strong>in</strong>ate a migliorare l'output dei processi, rendendolo più"appetibile" alla clientela, e il valore aziendale, attraverso la crescita delcapitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>. Le tecnologie e i paradigmi organizzativi disponibiliconsentono un approccio non <strong>in</strong>vasivo all'<strong>in</strong>tegrazione del ciclo divita della conoscenza nei processi di bus<strong>in</strong>ess. La scelta di una strategianon <strong>in</strong>vasiva risulta maggiormente efficace perché permette un'<strong>in</strong>troduzionesoft delle attività di gestione della conoscenza: ciò riduce l'impattoche le attività di knowledge management hanno sul modo di operareconsolidato e, di conseguenza, la resistenza da parte delle persone.La cultura aziendale è determ<strong>in</strong>ante al f<strong>in</strong>e della riuscita di una strategiadi gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, dal momento che supporta (oimpedisce) la creazione e la condivisione della conoscenza, sia all'<strong>in</strong>ternosia verso l'esterno.Per orientare un'organizzazione verso la gestione della conoscenza ènecessario "impiantare" una mentalità <strong>in</strong> cui le persone si scambianoidee, <strong>in</strong>formazioni e conoscenza senza forzature, perché ritengono lacondivisione una cosa diffusa, naturale e giusta. La condivisione dellaconoscenza può partire dalla diffusione dei profili personali a tutti ilivelli dell'organizzazione, mettendoli <strong>in</strong> relazione l'un l'altro, <strong>in</strong> mododa facilitare la creazione di comunità di pratica, del Ba, di identificare gliesperti per la risoluzione di problemi e per la condivisione di nuove ideee conoscenza. Le imprese dovrebbero diffondere i nuovi comportamentietici e i valori che sono alla base di una organizzazione basatasulla conoscenza mediante appositi azioni mirate ad <strong>in</strong>cidere sulla culturaaziendale, anche ricorrendo a meccanismi di <strong>in</strong>centivazione e dis<strong>in</strong>centivazione.La cultura aziendale va supportata da una visione condivisa,aperta alle sfide imprenditoriali e focalizzata sulla condivisionedella conoscenza come fattore critico per la salvaguardia e il miglioramentodel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.La leadership è un altro fattore fondamentale, sia per la creazione dellacultura aziendale sia per lo sviluppo e il coord<strong>in</strong>amento dei diversi elementidi un sistema organizzativo e tecnologico di gestione della cono-


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>scenza. La leadership guida sia la diffusione di una cultura aziendaleorientata al knowledge management, sia le attività stesse del processo digestione della conoscenza. Essa, <strong>in</strong>oltre, si occupa dello sviluppocostante e dell'<strong>in</strong>novazione, facendo leva su programmi speciali diapprendimento e di gestione del cambiamento per raggiungere i risultatiprefissati. La leadership deve possedere carisma, cultura e gli opportunistrumenti tecnici e organizzativi <strong>in</strong> grado di orientare i comportamentiverso la cultura della gestione della conoscenza.La gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> si esplica attraverso un <strong>in</strong>sieme diattività che co<strong>in</strong>volge aspetti sociali, psicologici, tecnologici, organizzativie economici. Per far sì che tali fattori, differenti qualitativamente,concorrano ed evolvano correttamente, il ruolo guida del managementè cruciale. In questo contesto, uno dei fattori più importanti per l'effettivagestione della conoscenza è una chiara e consapevole strategia chedeve essere all<strong>in</strong>eata sia con le risorse dell'organizzazione sia con l'ambientecompetitivo circostante. Per questo motivo, devono essere sviluppatetecniche di controllo della conoscenza orientate al controllostrategico degli obiettivi, al controllo operativo delle attività di knowledgemanagement e delle loro applicazioni, al controllo e alla valutazionedello stato del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.Importante è anche, nella def<strong>in</strong>izione delle strategie e delle politiche digestione e sviluppo del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, la gestione delle risorseumane. Quest'ultima, <strong>in</strong> particolare, deve essere <strong>in</strong>trapresa con lo scopodi superare le resistenze e stimolare la partecipazione, anche ricorrendoa sistemi di <strong>in</strong>centivazione e dis<strong>in</strong>centivazione specifici al f<strong>in</strong>e di svilupparele abilità di gestione della conoscenza, le quali comprendono siale capacità di ricercare e recuperare la conoscenza, sia quelle necessariea strutturare e presentare adeguatamente la conoscenza e l'<strong>in</strong>formazione.I sistemi di <strong>in</strong>centivi devono sp<strong>in</strong>gere verso la condivisione e ladocumentazione della conoscenza; gli schemi di valutazione dei risultatidovrebbero tener presente dei contributi alla generazione, condivisionee trasferimento della conoscenza.753.3 Soluzioni ICT per la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>3.3.1 Una classificazioneLe tecnologie della <strong>in</strong>formazione e della comunicazione (ICT) per ilknowledge management costituiscono il vero fattore abilitante di qualunquestrategia di gestione della conoscenza. Comprendere le potenzialitàofferte dalle diverse soluzioni tecnologiche disponibili è di fondamentaleimportanza ai f<strong>in</strong>i della loro corretta applicazione: il tentativodi creare una cultura della gestione della conoscenza condivisa, basataesclusivamente su un approccio organizzativo e sull'attiva collabora-


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE76zione fra le persone, senza la presenza di un adeguato sistema <strong>in</strong>formatico,porta a risultati necessariamente parziali. D'altro canto, le componentie le implicazioni organizzative del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> mostranocome lo scopo delle tecnologie per il knowledge management debbaessere non solo quello di gestire la conoscenza <strong>in</strong> sé, ma sopratutto difacilitare l'implementazione dei processi sottostanti.Il modello del Fraunhofer IPK evidenzia come la creazione di una adeguatasoluzione per la gestione della conoscenza all'<strong>in</strong>terno di una organizzazionerichieda, oltre alla corretta def<strong>in</strong>izione e analisi delle variabiliumane e organizzative <strong>in</strong> gioco, anche l'utilizzo delle più appropriatetecnologie <strong>in</strong> grado di gestire la conoscenza nelle sue diverse forme.Sono le tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione e della comunicazione che rendonopossibile la realizzazione del sistema aziendale di gestione dellaconoscenza. Esse, <strong>in</strong>fatti, da un lato favoriscono la costituzione delleconfigurazioni organizzative a supporto della gestione della conoscenzae dall'altro rendono possibile la def<strong>in</strong>izione di funzionalità che permettonoil realizzarsi del ciclo di vita della conoscenza e lo sfruttamentodella conoscenza nei processi di bus<strong>in</strong>ess. Le tecnologie dell'<strong>in</strong>formazionerappresentano, dunque, l'<strong>in</strong>frastruttura di supporto alle attivitàchiave di creazione, immagazz<strong>in</strong>amento, distribuzione e applicazionedella conoscenza.Al f<strong>in</strong>e di utilizzare <strong>in</strong> maniera efficace le tecnologie ICT, fattori abilitantile attività di knowledge management all'<strong>in</strong>terno di un'organizzazione,deve essere tenuto presente che la conoscenza si manifesta nell'organizzazionesotto forme diverse, ognuna delle quali deve esseretrattata mediante appositi strumenti. Più <strong>in</strong> dettaglio, <strong>in</strong> un'organizzazionela conoscenza può essere presente <strong>in</strong> forma tacita, implicita edesplicita.La conoscenza tacita è rappresentata da ciò che le persone sanno mache non possono esprimere mediante normali canali di comunicazione(as<strong>in</strong>croni e/o basati sulla scrittura). Come affermato da Polanyi, <strong>in</strong>fatti,"possiamo conoscere più di quanto possiamo esprimere" 7 . La conoscenzatacita è strettamente legata alla persona, dipende fortemente dalcontesto, è difficilmente esplicitabile e ancor meno formalizzabile. Taleconoscenza, pr<strong>in</strong>cipalmente pratica, è tipica dell'essere esperti <strong>in</strong> qualchecampo e si manifesta <strong>in</strong> quel particolare momento dell'eserciziodelle expertise che è la decisione. Questa forma di conoscenza puòessere trasferita, per esempio, mediante meccanismi di imitazione; essarichiede, pertanto, tecnologie specifiche per il suo trattamento provenientisoprattutto dal settore delle comunicazioni che <strong>in</strong>tegrano audio,video, grafica e testo.7 M. POLANYI, The Tacit Dimension, Routledge and Kegan Paul, 1996.


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>La conoscenza implicita posseduta dalle persone è quella componentedella conoscenza che non si può o non si vuole esprimere, ma dicui si è consapevoli e che si sarebbe <strong>in</strong> grado di esplicitare, formalizzaree comunicare 8 . Le tecnologie per il trattamento di questo tipo diconoscenza sono quelle specifiche di acquisizione, di comunicazione(anche scritta che funge anche da metodo di cattura ed esplicitazione),di rappresentazione formale della conoscenza (database, ontologie,workflow).La conoscenza esplicita è quella disponibile <strong>in</strong> forma sedimentata fuoridalle persone all'<strong>in</strong>terno di documenti, database, processi, eccetera. Letecnologie per il trattamento di tale forma di materiale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>dipendono dal livello di strutturazione con il quale la conoscenza èreperibile nell'organizzazione. Essa, <strong>in</strong>fatti, può presentarsi <strong>in</strong> formato:strutturato, quando immagazz<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> database aziendali, <strong>in</strong> sistemi digestione di processi, <strong>in</strong> sistemi per la rappresentazione della conoscenzache fanno uso di ontologie; semi-strutturato, quando immagazz<strong>in</strong>atanelle pag<strong>in</strong>e web delle <strong>in</strong>tranet aziendali e di <strong>in</strong>ternet (basate suHTML e XML); non-strutturato, quando accumulata <strong>in</strong> documentitestuali di vario genere presenti nell'organizzazione.Le tecnologie per la gestione della conoscenza attuali e future devonotenere presente che la conoscenza si genera nelle menti degli <strong>in</strong>dividuicome una comb<strong>in</strong>azione fluida di esperienze, valori, <strong>in</strong>formazioni contestuali,saperi di esperti, eccetera e che fluisce da un <strong>in</strong>dividuo all'altro.Inoltre, solo una parte della conoscenza f<strong>in</strong>isce con il divenire esplicitaperché raccolta nei sistemi <strong>in</strong>formativi nei diversi formati possibili conla particolarità che la componente strutturata risulta essere di granlunga <strong>in</strong>feriore a quella semi e non-struttura secondo un rapporto stimatodel 20% contro l'80%.Alcune delle aree scientifiche pr<strong>in</strong>cipali da cui provengono le tecnologieper il knowledge management sono le basi di dati, i sistemi <strong>in</strong>formativi,l'<strong>in</strong>telligenza artificiale, il knowledge discovery, l'<strong>in</strong>formationretrieval, il natural language process<strong>in</strong>g, le <strong>in</strong>terfacce uomo macch<strong>in</strong>a.I modelli, le tecniche e gli strumenti concettuali, frutto della ricerca nelsettore <strong>in</strong>formatico e delle telecomunicazioni, hanno dato orig<strong>in</strong>e,negli ultimi anni, a tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione e delle comunicazioniche giocano un ruolo centrale nella rappresentazione formale dellaconoscenza (database, attraverso i quali è possibile def<strong>in</strong>ire <strong>in</strong>terpretazionicondivise), nella scoperta e classificazione della conoscenza contenuta<strong>in</strong> grandi moli di dati e <strong>in</strong>formazioni (knowledge discovery),nell'uso collaborativo e di gruppo della conoscenza tacita, implicita ed778 P. BAUMARD, Organisations déconcertées. La gestion stratégique de la connaissance, Paris, Masson, 1995.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE78esplicita (workgroup), nel velocizzare e abilitare le comunicazionivideo, vocali e scritte (communication and collaboration system,CRM), nell'elicitare ed esplicitare la conoscenza implicita (knowledgeacquisition), nel favorire i processi di apprendimento organizzativo (elearn<strong>in</strong>g).C'è da dire, però, che allo stato attuale le tecnologie per lagestione della conoscenza, a causa della relativa gioventù di tutto il settoredel knowledge management, muovono ancora i loro primi passi.Per il futuro è prevedibile che le soluzioni tecnologiche per la gestionedella conoscenza cont<strong>in</strong>ueranno ad essere ottenute come comb<strong>in</strong>azionedi tecnologie esistenti con l'aggiunta di miglioramenti provenienti daaree scientifiche emergenti quali, ad esempio, le ontologie e i workflow,che permettono una più espressiva rappresentazione della conoscenzadichiarativa e procedurale tipica di un dom<strong>in</strong>io applicativo, i web service,che consentono la def<strong>in</strong>izione di architetture delocalizzate e <strong>in</strong>teragentitramite la rete. Un ulteriore impulso è dest<strong>in</strong>ato ad arrivare dallenuove tecnologie ICT che stanno dando orig<strong>in</strong>e a sistemi flessibili,adattivi, scalabili, multicanali e multimodali i quali permettono di catturarela conoscenza, <strong>in</strong> tempo reale, là dove è creata, al f<strong>in</strong>e di distribuirla<strong>in</strong> maniera delocalizzata, e di tener conto dei cambiamenti nelle <strong>in</strong>formazionie nei dati, <strong>in</strong> modo da facilitare l'adattamento alle discont<strong>in</strong>uitàaggiornando la conoscenza disponibile alle mutevoli esigenze dell'organizzazione.In ogni modo è prevedibile che il ciclo di vita delletecnologie esistenti sia assai breve e che nell'arco di 5 anni il panoramadell'offerta di tecnologie per il knowledge management potrebbe esserecompletamente mutato rispetto ad oggi.La Figura 3.4 propone una vista d'<strong>in</strong>sieme delle pr<strong>in</strong>cipali tecnologieICT utilizzabili per la gestione e lo sviluppo del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>. Laclassificazione esemplificata, nell'evidenziare, accanto alle diverse fontie forme di conoscenza, le relazioni tra queste e le soluzioni tecnologicheproposte, chiarisce come le tecnologie per il knowledge managementpossono contribuire alla realizzazione delle diverse fasi del ciclodi vita della conoscenza e dei diversi momenti del modello SECI.Infatti, la possibilità di trattare e far circolare la conoscenza per scopi dibus<strong>in</strong>ess mediante le tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione è fortemente<strong>in</strong>fluenzata dalla forma <strong>in</strong> cui questa si manifesta <strong>in</strong> un'organizzazione.A partire dalle considerazioni precedenti, è possibile classificare le tecnologieICT attualmente disponibili <strong>in</strong> base alle forme di conoscenzache sono <strong>in</strong> grado di trattare e alle fonti da cui riescono ad att<strong>in</strong>gere laconoscenza stessa. Nei paragrafi seguenti le tecnologie per il knowledgemanagement sono raggruppate <strong>in</strong> strumenti per: il trattamento dellaconoscenza tacita e implicita, il trattamento della conoscenza esplicita<strong>in</strong> formato semi e non-strutturato, il trattamento della conoscenzaesplicita <strong>in</strong> formato strutturato. Inoltre, sono presentate le tecnologie


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>Figura 3.4 - Tecnologie, forme e fonti di conoscenzaFontiLegacySystems-KnowledgeDiscovery <strong>in</strong> Text- Document/ContentManagement- Natural Language Process<strong>in</strong>g-Case Base Reason<strong>in</strong>g- DatabaseData WarehouseOLAP-KnowledgeDiscovery<strong>in</strong> DataFile SystemsInternetIntranetDBMS- Information Retrieval- Ontology-Workflow-Web Service-Agent-Wrapp<strong>in</strong>g- Eterogenous Sources Integration- Information Extraction-Workgroup- Knowledge Acquisition- Communication/Collaboration79PersoneComunitàdi PraticaBAFormeTacita/ImplicitaEsplicitasemi e non-strutturataEsplicita strutturatacostituenti l'<strong>in</strong>frastruttura di base dei sistemi di gestione della conoscenza,le tecnologie per l'estrazione e l'<strong>in</strong>tegrazione di conoscenzacontenuta <strong>in</strong> sorgenti eterogenee, le emergenti tecnologie per la rappresentazionedella conoscenza, le applicazioni complesse che sfruttano,<strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>tegrata, le tecnologie precedenti per fornire funzionalitàevolute da impiegare a supporto dei processi di bus<strong>in</strong>ess.3.3.2 Il trattamento della conoscenza tacita e implicitaA questa famiglia di tecnologie appartengono gli strumenti di groupwaree communication and collaboration, capaci di far lavorare le persone <strong>in</strong>maniera collaborativa creando appositi ambienti di lavoro virtuali e canalidi comunicazione diretti tra s<strong>in</strong>gole persone o gruppi. Le comunicazionipossono essere di tipo s<strong>in</strong>crono (<strong>in</strong>stant messag<strong>in</strong>g, chat, telefono, videoconferenza, eccetera) e as<strong>in</strong>crono (e-mail, forum, blog, eccetera), multicanali(ovvero <strong>in</strong> grado di sfruttare diversi canali di comunicazione quali lereti telematiche, le reti telefoniche, eccetera) e multimodali (ovvero utilizzabilicon differenti dispositivi quali computer, telefoni cellulari, palmari).


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEQueste tecnologie sono <strong>in</strong> grado di "<strong>in</strong>canalare" la conoscenza tacitaricreando le condizioni di trasferimento tipiche delle <strong>in</strong>terazioni direttetra le persone. Un altro compito importante svolto da queste tecnologieè quello di catturare le componenti implicite della conoscenza possedutadagli <strong>in</strong>dividui facilitandone l'esplicitazione, la sedimentazione ela circolazione nell'organizzazione. I contenuti multimediali dellecomunicazioni audio, video e testo possono essere catturati, resi esplicitie classificati sotto forma di testo elettronico o <strong>in</strong> database utilizzandoappositi strumenti di acquisizione.Di seguito si presenta una s<strong>in</strong>tetica descrizione delle pr<strong>in</strong>cipali tipologiedi tecnologie rientranti nella categoria considerata.803.3.2.1 Knowledge acquisition applicationsAff<strong>in</strong>ché la conoscenza possa essere gestita deve, prima di tutto, esserecatturata e acquisita <strong>in</strong> forme opportune ai f<strong>in</strong>i del suo trattamento. Leapplicazioni di knowledge acquisition sono dest<strong>in</strong>ate all'acquisizione eall'esplicitazione delle conoscenze tacite e implicite possedute dalle personeoperanti <strong>in</strong> un'organizzazione e alla rappresentazione <strong>in</strong> formastrutturata della conoscenza contenuta <strong>in</strong> <strong>in</strong>siemi di documenti. La knowledgeacquisition può essere def<strong>in</strong>ita come l'<strong>in</strong>sieme dei metodi e delletecniche utilizzati dai knowledge eng<strong>in</strong>eer per elicitare ed estrarre conoscenzada esperti, da testi, da manuali tecnici, da lavori scientifici al f<strong>in</strong>edel trasferimento della stessa <strong>in</strong> knowledge base comprensibili e trattabilisia dalle persone sia dalle macch<strong>in</strong>e.Tipicamente il processo di knowledge acquisition consiste nella costruzionedi ontologie, effettuata utilizzando un apposito formalismo, edatabase, utilizzati anche per <strong>in</strong>ferire nuova conoscenza tramite processidi ragionamento automatico o di knowledge discovery.Queste tecnologie rappresentano uno dei punti nodali nella costruzionedi sistemi di gestione della conoscenza, costituendo il collo di bottigliadi tutte le applicazioni di knowledge management. Ciò perché, tradizionalmente,il processo di acquisizione della conoscenza è semprestato un processo manuale, costoso <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di tempo e soggetto a<strong>in</strong>terpretazioni soggettive non sempre condivise.Negli ultimi anni sono stati compiuti sforzi notevoli verso l'automazionedei processi di knowledge acquisition, ma, ancora, non sono disponibili<strong>in</strong>siemi di strumenti che riescano a supportarne appieno, e <strong>in</strong> manieraesauriente, un processo semi-automatico di acquisizione. Attualmente glistrumenti di knowledge acquisition disponibili sono fondati su altre tecnologiedi base quali la <strong>in</strong>formation extraction, il wrapp<strong>in</strong>g, il text m<strong>in</strong><strong>in</strong>g,l'<strong>in</strong>formation retrieval, il natural language process<strong>in</strong>g.Nel futuro, sia nel settore della ricerca sia <strong>in</strong> quello delle applicazioni


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>commerciali, lo sforzo sarà orientato verso l'ottenimento di strumentisemi-automatici <strong>in</strong> grado di produrre la riduzione del costo delle attivitàdi knowledge acquisition e di aumentare l'oggettività nella rappresentazionedella conoscenza presente <strong>in</strong> un dom<strong>in</strong>io (ad esempio, strumentiche traducono <strong>in</strong> testo, attraverso la voice recognition, le storieraccontate da esperti - story tell<strong>in</strong>g - o sessioni di bra<strong>in</strong> storm<strong>in</strong>ig <strong>in</strong>grado di operare, successivamente, sul testo ottenuto, sono già <strong>in</strong> commercio).I nuovi sistemi di knowledge acquisition consentono di velocizzare lafase di modellazione della conoscenza caratterizzante un'organizzazionee di rendere semi automatica l'acquisizione di nuova conoscenza (siaessa una nuova istanza di un concetto già noto o un nuovo concettostesso). La conoscenza, una volta acquisita, può essere convertita <strong>in</strong>forme trattabili da applicazioni software sia dalle persone sia direttamenteda altre applicazioni preposte alla gestione della conoscenza.Negli ultimi anni, la disponibilità di formalismi avanzati per la modellazionedella conoscenza procedurale caratterizzante i processi ha consentitodi effettuare anche l'elicitazione della conoscenza degli esperticirca i processi di bus<strong>in</strong>ess di un'organizzazione.813.3.2.2 Communication, collaboration systems and groupwareIl groupware e gli strumenti di comunicazione e collaborazione costituisconouna categoria di applicazioni software per il knowledge managementpiuttosto ampia: essa <strong>in</strong>clude strumenti che aiutano gli <strong>in</strong>dividuia comunicare e lavorare <strong>in</strong>sieme all'<strong>in</strong>terno di gruppi e team didiversa ampiezza distribuiti geograficamente. Questo tipo di tecnologieha la f<strong>in</strong>alità di favorire e facilitare il lavoro di gruppo e la socializzazionea distanza attraverso l'abilitazione di comunicazioni s<strong>in</strong>crone(quali l'<strong>in</strong>stant messag<strong>in</strong>g che sfrutta il paradigma peer-to-peer, le chat,la video conferenza, il voice over IP, eccetera) e as<strong>in</strong>crone (e-mail,forum, blog, eccetera).Le applicazioni di groupware possono presentarsi come vere e propriepiattaforme dedicate <strong>in</strong> grado di creare spazi virtuali all'<strong>in</strong>terno dei qualila conoscenza, tacita e implicita, può essere non solo scambiata, maanche catturata e acquisita ai f<strong>in</strong>i della sua formalizzazione e strutturazione.Grazie al groupware e agli strumenti di comunicazione e collaborazioneè possibile scambiarsi esperienze, impressioni e op<strong>in</strong>ioni,fare riunioni, assistere a presentazioni, avere discussioni sui temi piùdisparati, condividere documenti, produrre documenti <strong>in</strong> maniera collaborativa,eccetera. Con l'aumentare della capacità di banda, <strong>in</strong>oltre, lecomunicazioni possono essere condotte <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>tegrata, video,suono e testo, come avviene attraverso gli strumenti di <strong>in</strong>stant messa-


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE82g<strong>in</strong>g, tramite i quali si possono condividere documenti, aprire connessioniaudio-video e condividere contestualmente documenti.Grazie a queste tecnologie, non solo gruppi distribuiti geograficamentepossono condividere esperienze e lavorare assieme, ma anche i gruppifisicamente vic<strong>in</strong>i possono ottenere importanti vantaggi. Infatti lecomunicazioni elettroniche possono essere opportunamente catturate,acquisite, classificate e gestite ai f<strong>in</strong>i di più ampi scopi di gestione dellaconoscenza, fatti salvi gli aspetti legati alla privacy.Le applicazioni di groupware più recenti prevedono funzionalità per ilmeet<strong>in</strong>g on-l<strong>in</strong>e basati su testo e video, e comunicazioni s<strong>in</strong>crone chepermettono di simulare a pieno le modalità di comunicazione colloquiali.Questi prodotti <strong>in</strong>cludono funzionalità sia di <strong>in</strong>stant messag<strong>in</strong>gche di on-l<strong>in</strong>e meet<strong>in</strong>g. L'<strong>in</strong>stant messag<strong>in</strong>g ha proprietà <strong>in</strong>termedie trale conversazioni dirette, l'e-mail e le conversazioni telefoniche perchérisulta meno <strong>in</strong>vadente dell'essere <strong>in</strong>terrotti da una persona che vuole<strong>in</strong>traprendere una conversazione, ma più efficace e completa di unatelefonata, dato che permette la comunicazione simultanea con più personealle quali, per esempio, può essere sottoposta una domanda a cuiognuno può rispondere quando può o crede.Un'<strong>in</strong>teressante direzione verso la quale i sistemi di groupware stannoevolvendo è quella della <strong>in</strong>tegrazione tra tutti gli strumenti di comunicaziones<strong>in</strong>crona e as<strong>in</strong>crona con funzionalità di gestione documentale.Un esempio è il progetto IBM boe<strong>in</strong>g team space, che mira alla gestionedei documenti di progetto e dei processi seguiti dal team nel produrlitramite una piattaforma di groupware.3.3.2.3 Sistemi adattativi e <strong>in</strong>terfacce multimodali e multicanaleQuesti sistemi sono basati sull'idea di consentire all'utente di fruire dell'<strong>in</strong>formazioneattraverso dispositivi diversi (PC, palmari, telefoni cellulari,TV, eccetera), adattando a essi la modalità di presentazione e utilizzandocanali di accesso diversi (<strong>in</strong>ternet, reti telefoniche fisse e mobili,satellite, reti wireless e wi-fi, eccetera).Questi sistemi hanno avuto impulso grazie all'avvento di <strong>in</strong>ternet, che hareso possibile la fruizione remota di servizi <strong>in</strong>formativi con modalitàprecedentemente <strong>in</strong>immag<strong>in</strong>abili. I tradizionali strumenti di supportoalla fruizione di <strong>in</strong>formazioni da sorgenti <strong>in</strong>formative lavorano, generalmente,utilizzando tecniche <strong>in</strong>dipendenti dall'utente: <strong>in</strong> particolare, lamodalità di <strong>in</strong>terazione con il sistema di presentazione dei dati è sostanzialmente<strong>in</strong>dipendente dallo specifico utente che ha richiesto il servizio.Un miglioramento sostanziale nella qualità di fruizione dell'<strong>in</strong>formazionepuò essere ottenuta se il contenuto <strong>in</strong>formativo di un servizio e ilmodo di <strong>in</strong>terazione e presentazione dei dati ad esso relativo, sono


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>automaticamente "mediati" attraverso profili costruiti sulla base dellecaratteristiche dell'utente. Ciò consente di ottenere <strong>in</strong>formazioni dicontenuto e formato appropriato alle reali esigenze espresse dall'utentecon la sua richiesta, al dispositivo con cui l'utente ha effettuato la richiesta,al canale attraverso cui l'utente è collegato al servizio.3.3.3 Il trattamento della conoscenza <strong>in</strong> formato semi o non-strutturatoLe sorgenti di conoscenza esplicita <strong>in</strong> forma semi e non strutturatasono enormemente cresciute <strong>in</strong> numero e dimensioni negli ultimi anni,tanto che <strong>in</strong>ternet tende a divenire il repository universale della conoscenzaumana. Si stima che circa l'80% di tutta la conoscenza esplicitapresente nelle organizzazioni sia <strong>in</strong> forma semi o non strutturata contenutaall'<strong>in</strong>terno di documenti testuali e pag<strong>in</strong>e web reperibili nelle<strong>in</strong>tranet e su <strong>in</strong>ternet.La componente strutturale del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> dipende fortementedalla conoscenza semi e non strutturata: la possibilità di accedere <strong>in</strong>maniera <strong>in</strong>telligente alle sorgenti che la contengono, di valore strategicoper le organizzazioni knowledge <strong>in</strong>tensive, rivestirà pertanto semprepiù importanza nei prossimi anni.Nel seguito sono brevemente descritte le aree scientifico-tecnologicheche rendono possibile lo sviluppo di strumenti per il trattamento dellaconoscenza esplicita <strong>in</strong> forma semi o non strutturata. Queste aree stannoacquisendo importanza crescente nel panorama delle tecnologie perla gestione della conoscenza sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di <strong>in</strong>teresse da parte delmondo scientifico sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di quote di mercato.833.3.3.1 Natural language process<strong>in</strong>gIl “processamento” del l<strong>in</strong>guaggio naturale (Natural LanguageProcess<strong>in</strong>g - NLP) è uno dei temi centrali legati alla gestione della conoscenzaesplicita <strong>in</strong> formato semi o non strutturato. Disporre di strumentidi natural language process<strong>in</strong>g è fondamentale per il trattamento dell'enormemole di <strong>in</strong>formazioni disponibili sotto forma di testo elettronico.A causa della immensa complessità e dipendenza dal dom<strong>in</strong>io del l<strong>in</strong>guaggioumano, il problema di riuscire ad acquisire e trattare, per viaautomatica, la conoscenza espressa attraverso testi <strong>in</strong> l<strong>in</strong>guaggio naturaleè un compito estremamente difficile. Questo tema sarà sicuramentedi <strong>in</strong>teresse anche negli anni futuri e su di esso si concentrerà, <strong>in</strong>maniera crescente, l'attenzione della comunità scientifica e dei produttoridi tecnologie per la gestione della conoscenza.Sul mercato delle applicazioni per la gestione della conoscenza, il bisognodi una robusta tecnologia per il trattamento del l<strong>in</strong>guaggio naturale sta


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE84rapidamente crescendo e si sta manifestando <strong>in</strong> diversi modi, stimolatodall'esplosione della disponibilità di testo elettronico on-l<strong>in</strong>e che ha fattodiventare cruciale la possibilità di estrarre da esso dati, <strong>in</strong>formazioni econoscenza rilevante per scopi di bus<strong>in</strong>ess. Emerge, più <strong>in</strong> generale, daun lato, la necessità di strumenti <strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>terrogare i documenti sullabase della semantica dei contenuti, <strong>in</strong> modo da catturare i concetti rilevantiche riguardano fatti di bus<strong>in</strong>ess descritti all'<strong>in</strong>terno del testo elettronico;dall'altro lato, di trattare le differenze di l<strong>in</strong>gua esistenti tra i diversipaesi (per esempio per la produzione contemporanea di report <strong>in</strong> l<strong>in</strong>guediverse), la quale fa crescere l'<strong>in</strong>teresse verso le traduzioni automatiche.Per soddisfare le necessità degli utenti occorrono algoritmiche potenti,<strong>in</strong> grado di riconoscere concetti all'<strong>in</strong>terno del testo elettronico e tali dapermettere di superare il collo di bottiglia che limita la gestione dellaconoscenza contenuta nei documenti elettronici. Infatti, trattare il l<strong>in</strong>guaggionaturale per via automatica, ai f<strong>in</strong>i della sua comprensione, èun'attività estremamente complessa che <strong>in</strong>clude una varietà di sottoattivitàf<strong>in</strong>alizzate alla trasformazione di un documento testuale <strong>in</strong> unastruttura trattabile per via automatica.Il primo passo di ogni task di natural language process<strong>in</strong>g è l'analisis<strong>in</strong>tattica che riguarda la determ<strong>in</strong>azione della struttura grammaticaledi una frase. Per fare questo esistono algoritmi <strong>in</strong> grado di operare ilpart-of-speech tagg<strong>in</strong>g (POS-tagg<strong>in</strong>g) attraverso il quale è possibiledef<strong>in</strong>ire normalmente il ruolo giocato, <strong>in</strong> una frase, da un term<strong>in</strong>e(nome, aggettivo, verbo, avverbio, eccetera). L'analisi s<strong>in</strong>tattica soffredell'ambiguità del l<strong>in</strong>guaggio naturale e della dipendenza del contestoche genera una complessità comb<strong>in</strong>atoria nel riconoscimento dellestrutture s<strong>in</strong>tattiche. Gli algoritmi più avanzati sono <strong>in</strong> grado di annotarecorrettamente il 95% di term<strong>in</strong>i presenti <strong>in</strong> un testo.Il secondo passo è l'analisi semantica nella quale è effettuata la disambiguazionedel senso di un term<strong>in</strong>e e il pars<strong>in</strong>g della semantica. Ladisambiguazione riguarda la scelta di uno dei possibili significati che unterm<strong>in</strong>e può avere all'<strong>in</strong>terno di una frase usando delle euristiche; il pars<strong>in</strong>gdella semantica consiste nell'identificazione di porzioni di frasiaventi un preciso significato mappato <strong>in</strong> apposite strutture formali checonsentono l'<strong>in</strong>terrogazione del testo usando l<strong>in</strong>guaggi ad hoc.Le tecniche di natural language process<strong>in</strong>g sono, <strong>in</strong>oltre, alla basedella mach<strong>in</strong>e-translation, che consiste nella applicazione di algoritmibasati su euristiche per la traduzione automatica da una l<strong>in</strong>gua adun'altra. Il problema della traduzione è legato alla capacità di disambiguarei significati dei term<strong>in</strong>i e risolvere la dipendenza dal contesto.


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>3.3.3.2 Information retrievalL'Information retrieval (IR) è la tecnologia che sta alla base dei motoridi ricerca. Essa si occupa dell'<strong>in</strong>dicizzazione e della ricerca di <strong>in</strong>formazioni,che si presentano espresse <strong>in</strong> l<strong>in</strong>guaggio naturale, all'<strong>in</strong>terno didocumenti testuali e pag<strong>in</strong>e web.In letteratura sono presenti diversi approcci di <strong>in</strong>formation retrieval,tutti basati sulla rappresentazione di un documento testuale mediantemodelli nei quali l'elemento base per la ricerca sono le parole contenutenei documenti. Nelle tecniche di <strong>in</strong>formation retrieval i documentisono rappresentati mediante opportuni modelli che tengono contodella presenza di una parola, della frequenza con cui questa si manifesta<strong>in</strong> un documento, della presenza di particolari comb<strong>in</strong>azioni di parolerappresentative di un certo concetto <strong>in</strong> una certa l<strong>in</strong>gua. Le <strong>in</strong>terrogazioniche gli utenti sottopongono ai motori di <strong>in</strong>formation retrievalutilizzano gli <strong>in</strong>dici di parole, costruiti secondo tali modelli, al f<strong>in</strong>e dir<strong>in</strong>tracciare l'<strong>in</strong>sieme di documenti che rispondono alla query e che sisuppone possano contenere la conoscenza desiderata.La contestualità del l<strong>in</strong>guaggio umano e i fenomeni di polisemia, s<strong>in</strong>onimia,eccetera tipici della l<strong>in</strong>gua, fanno sì che questi strumenti abbianolimitate capacità di richiamo (documenti trovati rispetto a quellidisponibili) e di precisione (documenti realmente att<strong>in</strong>enti al temacercato tra quelli trovati). L'utilizzo di modelli basati su tecniche ealgoritmiche di natural language process<strong>in</strong>g migliora le prestazioni deimotori di <strong>in</strong>formation retrieval.853.3.3.3 Il knowledge discovery <strong>in</strong> textÈ il risultato di un <strong>in</strong>sieme di tecniche ottenute come generalizzazione econtestualizzazione di quelle utilizzate nel knowledge discovery <strong>in</strong> database(KDD) a sorgenti <strong>in</strong>formative disponibili <strong>in</strong> formato testuale. Loscopo di queste tecnologie è quello di estrarre, <strong>in</strong> maniera automatica,conoscenza da basi documentali di grandi dimensioni attraverso, peresempio, la classificazione dei documenti <strong>in</strong> base al tema trattato, il raggruppamentodi documenti che trattano lo stesso argomento, eccetera.Il processo di knowledge discovery <strong>in</strong> database, def<strong>in</strong>ito compiutamenteda Feldman nel 1996, è caratterizzato da una struttura, ormaidef<strong>in</strong>itivamente accettata dalla comunità scientifica, composta daquattro fasi: document acquisition, document preprocess<strong>in</strong>g, textm<strong>in</strong><strong>in</strong>g, result <strong>in</strong>terpretation and ref<strong>in</strong>ement 9 .9 R. FELDMAN, I. DAGAN e H. HIRSH, M<strong>in</strong><strong>in</strong>g Text Us<strong>in</strong>g Keyword Distributions, J. Intell. Inf.Syst. 10(3), 1998.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE86Nella fase di document acquisition sono acquisite, attraverso tecniche ealgoritmi di crawl<strong>in</strong>g, collezioni di documenti di potenziale <strong>in</strong>teresse divario formato, provenienti da differenti sorgenti (web, <strong>in</strong>tranet, banchedati testuali). I documenti acquisiti, solitamente ricondotti ad un formatostandard, sono memorizzati <strong>in</strong> un repository.Nella fase di document pre-process<strong>in</strong>g ogni documento è analizzato alf<strong>in</strong>e di estrarne le features che lo caratterizzano sulla base delle quali èeffettuato il m<strong>in</strong><strong>in</strong>g. In questo modo i documenti memorizzati nel repositoryassumono una forma "strutturata" dipendente dalla natura dellefeatures estratte. La tipologia delle features dipende, generalmente, dadue fattori pr<strong>in</strong>cipali: gli algoritmi di m<strong>in</strong><strong>in</strong>g che si <strong>in</strong>tende utilizzare perl'analisi, nonché la tipologia e la forma della conoscenza che s'<strong>in</strong>tendeestrarre. Gli estrattori di features si caratterizzano <strong>in</strong> ragione delle tecnologiedi base utilizzate, ad esempio, espressioni regolari, stemmer,lemmatizer, POS-tagger, eccetera, e dalla precisione e completezza chepossono garantire al processo di estrazione.La fase di text m<strong>in</strong><strong>in</strong>g consiste nell'applicazione di un <strong>in</strong>sieme di metodi,tecniche e strumenti dest<strong>in</strong>ati alla scoperta di regolarità all'<strong>in</strong>terno disorgenti <strong>in</strong>formative semi o non strutturate. Vi è una forte correlazionecon la fase precedente, che deve predisporre un <strong>in</strong>sieme d'<strong>in</strong>formazioniadatte agli algoritmi di text m<strong>in</strong><strong>in</strong>g attraverso l'estrazione di featuresadeguate; a questo proposito, è possibile notare che, <strong>in</strong> presenzadi una fase di pre-process<strong>in</strong>g che sia <strong>in</strong> grado di garantire un buongrado di strutturazione, le tecniche adoperabili per il text m<strong>in</strong><strong>in</strong>g nonsono necessariamente dist<strong>in</strong>guibili da quelle di data m<strong>in</strong><strong>in</strong>g. Di conseguenza,algoritmi di classificazione, cluster<strong>in</strong>g e generazione di regolepossono essere utilmente applicati alle rappresentazioni (strutturate)dei testi prodotti dalla fase di pre-process<strong>in</strong>g.Nella fase di results <strong>in</strong>terpretation and ref<strong>in</strong>ement è visualizzata la conoscenzaestratta, che può presentarsi sotto varie forme (gruppi di documenticon contenuti simili, liste di concetti contenuti nei documenti,associazioni tra documenti, trend temporali sui contenuti dei documenti,eccetera). La visualizzazione può anche avvenire dopo processi di raff<strong>in</strong>amentocompiuti attraverso apposite <strong>in</strong>terfacce o moduli automatici <strong>in</strong>grado di mostrare i risultati f<strong>in</strong>ali secondo le esigenze dell'utente.È bene sottol<strong>in</strong>eare come il ruolo del knowledge discovery <strong>in</strong> databasenon si riduca nella risoluzione del pur importante problema della selezionedi documenti rilevanti ad una data esigenza <strong>in</strong>formativa. Esso,<strong>in</strong>fatti, può potenzialmente svolgere un ruolo rilevante per affrontare lapiù generale problematica della gestione dei contenuti <strong>in</strong>formativi all'<strong>in</strong>ternodelle organizzazioni. Un esempio importante di tale ampia potenzialitàapplicativa è data dalla possibilità di realizzare, attraverso tecnichedi text m<strong>in</strong><strong>in</strong>g, strumenti di classificazione automatica di contenuti


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>documentali, utili alla realizzazione di svariati servizi di fruizione deicontenuti.3.3.3.4 Document and content managementLa gestione della conoscenza contenuta <strong>in</strong> documenti testuali è unadelle problematiche maggiormente sentite nelle organizzazioni. Taleproblematica è affrontata mediante la famiglia delle tecnologie identificatecon il nome di document and content management. I sistemi perla gestione di documenti e contenuti offrono funzionalità di memorizzazione,r<strong>in</strong>venimento, classificazione, pubblicazione e distribuzione didocumenti e contenuti, basate su algoritmiche e tecniche di <strong>in</strong>formationretrieval, ontology-based retrieval, adaptative user profil<strong>in</strong>g, natural languageprocess<strong>in</strong>g e text m<strong>in</strong><strong>in</strong>g. Queste tecnologie offrono funzionalitàquali:a) document/content stor<strong>in</strong>g dedicati alla memorizzazione efficientedi documenti;b) document management attraverso tecniche di retrieval, estrazione ecrawl<strong>in</strong>g che supportano la classificazione <strong>in</strong> base al contenuto e adiversi parametri tipici dell'organizzazione, espressi nei metadati acorredo dei documenti, la fusione di contenuti provenienti da fonti<strong>in</strong>terne ed esterne (web) all'organizzazione;c) document/content fruition che supportano l'utente nella ricercadei contenuti utili a soddisfare i suoi bisogni <strong>in</strong>formativi mediantetecniche di <strong>in</strong>terrogazione basate o su parole chiave o su concetti lacui semantica è formalmente espressa mediante ontologie;d) document/content shar<strong>in</strong>g che supportano gli utenti nella condivisioneefficace ed efficiente di contenuti <strong>in</strong>formativi di tipo documentaleanche all'<strong>in</strong>terno di comunità di pratica, caratteristiche dell'organizzazione,composte da soggetti <strong>in</strong>terni ed esterni ad essa.873.3.3.5 Case based reason<strong>in</strong>gIn molte situazioni la maniera naturale per un esperto di descrivere la propriaconoscenza è attraverso esempi, storie, casi. In questo modo l'espertopuò trasferire la propria conoscenza ad altre persone ("apprendisti")chiedendo loro di risolvere problemi nuovi ma simili usando quantoappreso. Il case based reason<strong>in</strong>g (CBR) mira ad imitare tale comportamentoed è una tecnica utilizzata per il problem solv<strong>in</strong>g automatico cheutilizza l'apprendimento da problemi simili preesistenti (casi) per risolvereun nuovo problema. Essa costituisce, <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i, un approccio allosviluppo di knowledge-base system capaci di recuperare e riutilizzare soluzioniche sono state utili <strong>in</strong> situazioni simili verificatesi <strong>in</strong> passato.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE88Un sistema di case based reason<strong>in</strong>g richiede la memorizzazione di una collezionedi esperienze pregresse (casi) descritte <strong>in</strong> maniera opportuna ememorizzate <strong>in</strong> una knowledge base. Ogni caso è costituito da un problemae da una soluzione appositamente descritti mediante opportuni formalismi.Il l<strong>in</strong>guaggio di descrizione dei casi deve permettere di esprimerela conoscenza sotto forma di regole generali del dom<strong>in</strong>io e i passi dacompiere per passare dal problema alla soluzione.Quando si verifica un nuovo problema è effettuata una <strong>in</strong>terrogazione sulsistema contenente una descrizione del nuovo problema avente la stessastruttura dei problemi già memorizzati nella knowledge base. In base afunzioni di calcolo della similarità, tra il nuovo problema e i problemi presenti,il sistema genera la risposta all'<strong>in</strong>terrogazione sotto forma di problemisimili a quello proposto corredati dal loro <strong>in</strong>sieme di soluzioni. Lesoluzioni trovate sono poi applicate al nuovo problema così come sonoadattate aff<strong>in</strong>ché possano risultare realmente risolutive grazie all'<strong>in</strong>terventoumano. La soluzione trovata al nuovo problema è memorizzata nellaknowledge base <strong>in</strong> modo che il sistema possa imparare e adattarsi al realtàche cambia cont<strong>in</strong>uamente.In questo modo i sistemi di case based reason<strong>in</strong>g si presentano come sistemi<strong>in</strong> grado di apprendere e di gestire la conoscenza. Ovviamente la loroefficacia dipende da come i casi sono memorizzati, da come sono strutturatele query, da come è misurata la similarità, dal livello di aggiornamento.3.3.4 Il trattamento della conoscenza <strong>in</strong> formato strutturatoÈ, questa, l'area tecnologica dedicata pr<strong>in</strong>cipalmente al trattamento didati e <strong>in</strong>formazioni <strong>in</strong> formato strutturato; <strong>in</strong>clude le tecnologie deidatabase, dei datawarehouse e dell'on-l<strong>in</strong>e analytical process<strong>in</strong>g (OLAP)e le tecnologie per il knowledge discovery <strong>in</strong> database (data, web, log,usage m<strong>in</strong><strong>in</strong>g, eccetera). Queste tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione sono lepiù largamente usate dalle organizzazioni e costituiscono il settorecommerciale più consolidato.3.3.4.1 Database, datawarehouse e OLAPUn database è costituito da una collezione di <strong>in</strong>formazioni strutturate nelquale i dati sono memorizzati <strong>in</strong> tabelle, ognuna delle quali descrive unaentità del mondo reale tramite un <strong>in</strong>sieme di attributi (ogni riga di unatabella costituisce una istanza di tali entità). Nei database relazionali esistonodelle relazioni formali tra le tabelle che legano tra loro le diverse entità.Il modello relazionale, sottostante alle basi di dati relazionali, è uno deimodelli di maggiore successo nel settore dell'<strong>in</strong>formatica e gli RDBMS(relational database management system) rappresentano una delle tecnolo-


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>gie più diffuse e usate nel settore delle tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione. IDBMS disponibili sul mercato implementano il l<strong>in</strong>guaggio di <strong>in</strong>terrogazioneSQL che consente di reperire le entità memorizzate nei database <strong>in</strong>maniera semplice e veloce. Accanto agli RDBMS esistono gli ODBMS(object database management system) basati su un modello ad oggetti; questiultimi, nati negli anni '90 del secolo scorso, pur presentando <strong>in</strong>teressanticaratteristiche, hanno avuto grande diffusione ai f<strong>in</strong>i della modellazionedella conoscenza organizzativa non proprio a causa della estrema efficienzaed efficacia del modello relazione e delle relative tecnologie.Accanto alla tecnologia dei database, a partire dalla metà degli anni '80, si èsviluppata la tecnologia dei datawarehouse. Contrariamente ad un databaseoperazionale dest<strong>in</strong>ato a gestire molte transazioni, caratterizzate ognunada piccole quantità di dati, un datawarehouse (DW) è una collezione <strong>in</strong>tegratae persistente di dati aziendali, orientata al supporto alle decisioni,costruita per favorire attività di analisi. I dati presenti <strong>in</strong> un datawarehouseprovengono da un <strong>in</strong>sieme di sorgenti <strong>in</strong>formative esterne al datawarehouse(basi di dati operazionali che possono essere distribuite anche su areegeografiche vaste ed essere basate su modelli diversi: relazionali, a oggetti,reticolari, eccetera) contenenti le <strong>in</strong>formazioni utili ai processi decisionaliaziendali. Un datawarehouse si basa sul pr<strong>in</strong>cipio che i dati presenti nellesorgenti operazionali di un'organizzazione devono essere trasformati e<strong>in</strong>tegrati per poter essere efficacemente utilizzati nell'ambito dei processidecisionali. Le diverse esigenze dei processi operativi rispetto a quelli decisionali,<strong>in</strong>fatti, fanno sì che non possa essere utilizzata un'unica architettura<strong>in</strong>formatica per entrambi gli scopi.L'<strong>in</strong>terrogazione dei dati contenuti <strong>in</strong> un datawarehouse avviene tramitetecniche OLAP (on-l<strong>in</strong>e analytical process<strong>in</strong>g). Con questo nome si identificauna tecnica di analisi dei dati che consente all'utente di esplorare il contenuto<strong>in</strong>formativo di un datawarehouse attraverso un <strong>in</strong>sieme di operazioniche sfruttano una rappresentazione dei dati basata sul modello multidimensionale.Questo modello struttura i dati <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di misure edimensioni: le misure sono attributi numerici che caratterizzano il fatto dibus<strong>in</strong>ess che si vuole modellare (vendite, acquisti, eccetera); le dimensionirappresentano le entità <strong>in</strong> funzione delle quali si <strong>in</strong>tende rappresentare lemisure. Ogni dimensione può avere una struttura gerarchica <strong>in</strong> base allaquale le misure possono essere aggregate e selezionate. Ogni comb<strong>in</strong>azionedi valori delle dimensioni def<strong>in</strong>isce un preciso valore delle misure checaratterizzano un fatto di bus<strong>in</strong>ess.893.3.4.2 Knowledge discovery <strong>in</strong> data: data, web, log, usage, m<strong>in</strong><strong>in</strong>gLa crescita della diffusione dei DBMS e dei datawarehouse ha resodisponibili enormi quantità di dati e <strong>in</strong>formazioni nei quali risulta esse-


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE90re, spesso, nascosta conoscenza utile ai processi decisionali e all'ottimalerealizzazione dei processi di bus<strong>in</strong>ess. Ciò ha fatto nascere la necessitàdi nuovi algoritmi, tecniche e strumenti per supportare gli utenti nelcompiere analisi su grandi quantità di dati.Il settore scientifico e tecnologico che tratta dell'estrazione di conoscenzautile da grandi <strong>in</strong>siemi di dati <strong>in</strong> formato strutturato è notocome knowledge discovery <strong>in</strong> databases (KDD, <strong>in</strong>trodotto da Frawlaye Piatesky-Shapiro nel 1990) 10 . Il knowledge discovery <strong>in</strong> databases ècomunemente def<strong>in</strong>ito come quel processo "<strong>in</strong>terattivo e iterativo" diestrazione di conoscenza utile da data repository e datawarehouse contenenti<strong>in</strong>formazioni centrate su specifici argomenti, effettuato attraversola ricerca e <strong>in</strong>terpretazione di pattern e modelli ottenuti avvalendosidell'applicazione ripetuta di tecniche di data m<strong>in</strong><strong>in</strong>g adeguate. Talitecniche mirano a identificare e caratterizzare le relazioni tra dataset,cercando strutture, tendenze, regolarità e correlazioni, evidenziandoparti significative di conoscenza.Il knowledge discovery <strong>in</strong> databases, dunque, è basato su tecniche didata m<strong>in</strong><strong>in</strong>g (DM) che permettono, <strong>in</strong> modo completamente automatico,l'estrazione di conoscenza da grandi quantità di dati <strong>in</strong> formatostrutturato. Il data m<strong>in</strong><strong>in</strong>g consente di identificare e caratterizzare relazionitra <strong>in</strong>siemi di dati senza richiedere necessariamente che l'utenteformuli delle domande specifiche. Poiché le tecniche di data m<strong>in</strong><strong>in</strong>gestraggono <strong>in</strong>formazioni e regole precedentemente sconosciute, esseeffettuano la scoperta di nuova conoscenza, differenziandosi, <strong>in</strong> talmodo, dalle tecnologie tradizionali che eseguono solo la verifica o laricerca della conoscenza disponibile.Il data m<strong>in</strong><strong>in</strong>g utilizza tecniche, derivate da diverse discipl<strong>in</strong>e scientifiche,quali:a) le tecniche statistiche, che sono, per esempio, le più comunementeusate per l'estrazione di conoscenza comportamentale sugliutenti di servizi;b) le regole associative, le quali possono essere usate per collegare serviziutilizzati frequentemente <strong>in</strong>sieme da un utente, sebbene ess<strong>in</strong>on siano direttamente connessi;c) il cluster<strong>in</strong>g, usato per <strong>in</strong>dividuare gruppi di utenti che mostranopattern comportamentali simili. Il cluster<strong>in</strong>g, <strong>in</strong>oltre, è particolarmenteutile per fornire contenuti personalizzati agli utenti, pereseguire segmentazione di mercato <strong>in</strong> applicazioni di e-commerce,o per evidenziare le anomalie comportamentali tramite un'analisidelle devianze.10 W.J. FRAWLEY, G. PIATETSKY-SHAPIRO e C.J. MATHEUS, Knowledge Discovery <strong>in</strong> Databases:An Overview. Knowledge Discovery <strong>in</strong> Databases, 1991.


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>3.3.5 L'<strong>in</strong>frastruttura di baseIn questa famiglia ricadono tutte le tecnologie dest<strong>in</strong>ate alla creazionedell'<strong>in</strong>frastruttura hardware e software di base che abilita la costruzionedei sistemi per la gestione della conoscenza. L'<strong>in</strong>frastruttura, <strong>in</strong>oltre, hail compito di rendere disponibili i servizi agli utenti. Alla sua costruzioneconcorrono pr<strong>in</strong>cipalmente le tecnologie di rete <strong>in</strong>ternet e <strong>in</strong>tranet egli enterprise knowledge portal.3.3.5.1 Internet e <strong>in</strong>tranetAi f<strong>in</strong>i della costruzione di un sistema per la gestione della conoscenzala prima <strong>in</strong>frastruttura necessaria è una <strong>in</strong>tranet basata sulla tecnologiadelle reti LAN (local area network). In assenza di una <strong>in</strong>tranet non puòesistere alcun sistema di knowledge management. Sulla <strong>in</strong>tranet, <strong>in</strong>fatti,sono veicolati i servizi che realizzano le diverse fasi del ciclo di vita dellaconoscenza. Nelle <strong>in</strong>tranet sono utilizzate le tecnologie tipiche di <strong>in</strong>ternetcon server dedicati che rendono disponibili i servizi di web servere client muniti di browser. Una <strong>in</strong>tranet, tuttavia, deve essere connessaad <strong>in</strong>ternet, per garantire l'accessibilità delle fonti di conoscenza chequesta mette a disposizione e presentare, allo stesso tempo, sistemi perla sicurezza che preservano da <strong>in</strong>trusioni <strong>in</strong>desiderate e perdita di datirilevanti per l'organizzazione.Le <strong>in</strong>tranet costituiscono, anche, l'<strong>in</strong>frastruttura di base per tutte lecomunicazioni e gli scambi di dati, <strong>in</strong>formazioni e conoscenza nellediverse forme possibili; <strong>in</strong> particolare, sono il pr<strong>in</strong>cipale veicolo per lacircolazione delle <strong>in</strong>formazioni semi e non strutturate contenute nellepag<strong>in</strong>e web scritte con i l<strong>in</strong>guaggi HTML e XML. La <strong>in</strong>tranet connettetra loro le persone e i sistemi aziendali rendendo potenzialmente disponibilee accessibile a tutti la conoscenza posseduta da ognuno dei soggettie dei sistemi connessi. Sono le applicazioni sviluppate con le tecnologiededicate che devono far sì che questa disponibilità diventi unareale opportunità per tutti i membri dell'organizzazione.Le <strong>in</strong>tranet tendono sempre più a divenire multimodali e multicanali,capaci, cioè, di dare accesso mediante diversi tipi di dispositivi term<strong>in</strong>ali(desktop computer, laptop computer, palmari, telefoni, eccetera) che<strong>in</strong>teragiscono attraverso diversi canali di trasmissione (via cavo, <strong>in</strong>modalità wireless, attraverso la rete di telefonia mobile, eccetera).913.3.5.2 Enterprise knowledge portalLa tecnologia dei portali della conoscenza ha dato grande impulso allacostruzione di sistemi per la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> aziendale:


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE92oggi quasi tutte le organizzazioni possiedono tali tecnologie e, attraversoqueste, rendono disponibili i servizi di gestione della conoscenza ai proprimembri. Un enterprise knowledge portal <strong>in</strong>tegra diversi siti e servizidisponibili sulla <strong>in</strong>tranet e su <strong>in</strong>ternet dando un unico punto di accesso;esso, pertanto costituisce una "grande porta" attraverso la quale raggiungerei luoghi virtuali nei quali la conoscenza è resa disponibile. Le diversearee di un portale, visualizzate attraverso un browser, contengonodiverse categorie di servizi e collegamenti a risorse presenti nella <strong>in</strong>tranete sul web. Le risorse e i servizi, raggiungibili seguendo sequenze predef<strong>in</strong>ite,sono spesso organizzati e classificati <strong>in</strong> categorie tassonomiche.I portali fanno da provider di contenuti fornendo l<strong>in</strong>k a tutti i siti dell'organizzazionee ai siti esterni ritenuti rilevanti. I contenuti possonoessere r<strong>in</strong>tracciati attraverso funzionalità di ricerca avanzata o seguendotassonomie predef<strong>in</strong>ite, create da esperti delle diverse materie di <strong>in</strong>teresseprovenienti dalle diverse comunità presenti nell'organizzazione.Tipicamente sui portali sono resi disponibili servizi, spesso suddivisi <strong>in</strong>base alle comunità di pratica di riferimento, quali le corporate directory,i calendari di eventi, i manuali, le politiche e le procedure aziendali, lecompany newsletter, le best practice, le lesson learned, le news.3.3.6 Tecnologie per l'estrazione e l'<strong>in</strong>tegrazioneQuesta famiglia di tecnologie gioca un ruolo fondamentale nella creazionedi applicazioni per la gestione delle risorse <strong>in</strong>tellettuali. La tradizionalepresenza, all'<strong>in</strong>terno delle organizzazioni, di una molteplicità disistemi legacy e di applicazioni di diversa natura, sedimentati negli anni,fa sì che la conoscenza si presenti distribuita e con forti eterogeneitàsemantiche e strutturali. Tali eterogeneità devono essere risolte e le<strong>in</strong>formazioni, contenute <strong>in</strong> sistemi eterogenei, devono essere <strong>in</strong>tegrateai f<strong>in</strong>i della costruzione di knowledge management system.L'<strong>in</strong>tegrazione riguarda sia gli aspetti semantici a parità di formato siagli aspetti relativi al formato a parità di semantica.La disponibilità di un middleware che <strong>in</strong>tegri le diverse sorgenti <strong>in</strong>formativeabilita la gestione della conoscenza generata e utilizzata nellediverse fasi e attività dei processi di bus<strong>in</strong>ess. Per tali motivi le tematichedi enterprise application <strong>in</strong>tegration (EAI) sono divenute centrali nelmondo della ricerca e sul mercato delle tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione.Spesso, <strong>in</strong>oltre, la presenza di dati e <strong>in</strong>formazioni rilevanti si manifesta<strong>in</strong> sorgenti non direttamente accessibili all'organizzazione. In questocaso è necessario estendere l'<strong>in</strong>tegrazione con strumenti che consentanol'accesso a sorgenti esterne.Un altro problema rilevante è la presenza di <strong>in</strong>formazioni <strong>in</strong> formato semie non strutturato che richiedono di essere strutturate prima del loro sfrut-


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>tamento. In questi casi, diventano di fondamentale importanza le tecnologiedi wrapp<strong>in</strong>g e <strong>in</strong>formation extraction, che contribuiscono al popolamentodi porzioni di basi di conoscenza utili ai sistemi di gestione.3.3.6.1 Integrazione di sorgenti <strong>in</strong>formative eterogeneeLe applicazioni di gestione della conoscenza, che hanno, ormai, presopiede nei campi più disparati, richiedono quasi sempre dati strutturati enon situati su una grande quantità di database pre-esistenti nella maggiorparte dei casi memorizzati su piattaforme hardware e software eterogenee.Per poter manipolare le <strong>in</strong>formazioni sparse su più sorgenti <strong>in</strong>formativeeterogenee è necessario utilizzare uno strato software aggiuntivo <strong>in</strong>cima ai dati esistenti. Le varie sorgenti <strong>in</strong>formative co<strong>in</strong>volte <strong>in</strong> una diqueste applicazioni possono utilizzare modelli logici, l<strong>in</strong>guaggi di def<strong>in</strong>izionee manipolazione, l<strong>in</strong>guaggi dei dati differenti. Altre eterogeneitàpossono essere, <strong>in</strong>oltre, r<strong>in</strong>venute nei meccanismi di controllo dellaconcorrenza e nella gestione delle transazioni.L'<strong>in</strong>tegrazione di sorgenti operazionali <strong>in</strong>terne ad una organizzazione(sistemi legacy, basi di dati, documenti, eccetera) e di sorgenti <strong>in</strong>formativeesterne accessibili mediante reti (basi di dati, documenti HTML eXML e altre sorgenti semi e non strutturate) è alla base della creazionedi un ambiente <strong>in</strong>tegrato a supporto dei processi aziendali. La complessitàdella problematica dell'<strong>in</strong>tegrazione nasce dal fatto che le variesorgenti <strong>in</strong>formative possono avere formati e gradi di strutturazionedifferenti. Ciò rende difficile lo sviluppo di sistemi capaci di gestire e diutilizzare <strong>in</strong> maniera uniforme le <strong>in</strong>formazioni disponibili <strong>in</strong> modo taleda garantire agli utenti un accesso trasparente ai dati.933.3.6.2 Wrapp<strong>in</strong>g e crawl<strong>in</strong>gLa disponibilità di enormi quantità di <strong>in</strong>formazioni raggiungibili attraversoil web costituisce una risorsa rilevante per i bisogni di conoscenzadi un'organizzazione. Al contempo, però, la ricerca e lo sfruttamento ditale conoscenza presenta diversi problemi legati alla enorme dimensionedel web e alla natura semi e non strutturata dei dati <strong>in</strong> esso presenti.Le tecniche di accesso alle <strong>in</strong>formazioni presenti sul web sono generalmenteclassificabili <strong>in</strong> tre categorie: tecniche basate su parole chiave(<strong>in</strong>formation retrieval, di cui si è già parlato <strong>in</strong> precedenza), tecniche dicrawl<strong>in</strong>g e tecniche di wrapp<strong>in</strong>g.Le tecniche di crawl<strong>in</strong>g nascono dalla considerazione che gli <strong>in</strong>siemi didocumenti disponibili <strong>in</strong> <strong>in</strong>ternet e nelle <strong>in</strong>tranet hanno prevalentementeuna struttura ipertestuale, che può essere vantaggiosamente sfruttataai f<strong>in</strong>i della selezione dei documenti pert<strong>in</strong>enti a un bisogno <strong>in</strong>formati-


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE94vo. Infatti, la quasi totalità di tali documenti contiene, oltre a <strong>in</strong>formazionidirettamente rappresentate, un <strong>in</strong>sieme di collegamenti ad altridocumenti. Ed è abbastanza ovvio presupporre che questi documenticollegati contengano <strong>in</strong>formazioni <strong>in</strong> qualche modo prossime, da unpunto di vista semantico, a quelle contenute nel documento di partenza.Se, dunque, il documento di partenza contiene delle <strong>in</strong>formazioni altamentepert<strong>in</strong>enti al bisogno <strong>in</strong>formativo espresso dall'utente, è presumibileche anche i documenti collegati contengano <strong>in</strong>formazioni pert<strong>in</strong>enticon le esigenze dell'utente. Questa strategia garantisce, <strong>in</strong> media, unmiglioramento della precisione rispetto a strategie basate esclusivamentesu parole chiave. Inoltre, negli ultimi anni si sono affacciati sul mercatostrumenti di crawl<strong>in</strong>g <strong>in</strong> grado di analizzare la semantica di unapag<strong>in</strong>a web prima di acquisirla come rilevante rispetto ai bisogni <strong>in</strong>formativiespressi mediante opportune query di natura testuale.L'idea alla base delle tecniche di wrapp<strong>in</strong>g è quella di estrarre dai documenti,anche utilizzando la semi-strutturazione offerta dai l<strong>in</strong>guaggi peril web (HTML, XML), dati e <strong>in</strong>formazioni da convertire dal formatosemi o non strutturato, <strong>in</strong> cui si presentano, <strong>in</strong> formato strutturato. Ciòconsente di applicare ai documenti, così trasformati, tecniche di <strong>in</strong>terrogazioneevolute, come quelle <strong>in</strong> uso nei sistemi di gestione delle basi didati, che garantiscono elevati standard di precisione e completezza. Ilwrapp<strong>in</strong>g genera, qu<strong>in</strong>di, un'immag<strong>in</strong>e strutturata dei documenti, adesempio, nella forma di una struttura XML ben formata o di una tabelladi database che potrà qu<strong>in</strong>di essere analizzato con tecniche opportune.Le tecniche di wrapp<strong>in</strong>g applicate <strong>in</strong> maniera visuale a documenti di qualcheformato, e/o all'output testuale di applicazioni legacy di vecchia concezione,sono note con il nome commerciale di web scrap<strong>in</strong>g. Queste tecnichesono utilizzate per <strong>in</strong>tegrare le applicazioni legacy <strong>in</strong> architetture tecnologichedi nuova concezione e per acquisire dati da sorgenti di <strong>in</strong>formazionitestuali. Nuove famiglie di tecnologie per il crawl<strong>in</strong>g e il wrapp<strong>in</strong>gstanno nascendo dalla fusione di queste tecnologie con metodi e modelliderivati dalla <strong>in</strong>formation extraction e dal natural language process<strong>in</strong>g.3.3.6.3 Information extractionGli approcci tradizionali all'<strong>in</strong>formation retrieval utilizzano la ricercabasata su parole chiave e tecniche statistiche per r<strong>in</strong>tracciare documentirilevanti. Le tecniche statistiche (quali quelle usate nel text m<strong>in</strong><strong>in</strong>g)presentano <strong>in</strong>dubbi vantaggi <strong>in</strong> presenza di grandi collezioni di documentiperché permettono di raggruppare i documenti e automatizzarefacilmente la ricerca. Le tecniche basate sulle parole, pur permettendola <strong>in</strong>dicizzazione dei documenti, presentano molte limitazioni legate aifenomeni di s<strong>in</strong>onimia, polisemia, dipendenza dal contesto.


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>L'<strong>in</strong>formation extraction consiste nell'attività di localizzare uno specifico<strong>in</strong>sieme di dati all'<strong>in</strong>terno di documenti scritti <strong>in</strong> l<strong>in</strong>guaggio naturale(formato non strutturato) e nella memorizzazione di questi dati all'<strong>in</strong>ternodi un database (formato strutturato). Tipicamente, nell'<strong>in</strong>formationextraction si fa un massiccio uso di metodi e tecniche di naturallanguage process<strong>in</strong>g: <strong>in</strong> particolare, il testo è preventivamente annotato<strong>in</strong> modo da riconoscere le diverse componenti l<strong>in</strong>guistiche di naturas<strong>in</strong>tattica e successivamente sono applicate delle regole di estrazionedelle <strong>in</strong>formazioni, che fanno uso di metodi di disambiguazione dellasemantica f<strong>in</strong>alizzati a identificare i dati da strutturare.La limitazione di queste tecniche è dovuta al fatto che le regole di estrazionesono generalmente scritte manualmente. Negli ultimi anni sonostati sviluppati algoritmi di mach<strong>in</strong>e-learn<strong>in</strong>g, <strong>in</strong> grado di apprendereautonomamente le regole di estrazione, che hanno raggiunto un gradodi affidabilità vic<strong>in</strong>o a quello raggiungibile con le regole scritte manualmente.Il vantaggio dell'<strong>in</strong>formation extraction è che, contrariamente alnatural language process<strong>in</strong>g, di cui fa uso, non si pone l'obiettivo generaledi comprendere un testo, problema spesso computazionalmente<strong>in</strong>trattabile, ma persegue una f<strong>in</strong>alità più specifica, quella di riconoscereuna data tipologia di <strong>in</strong>formazioni all'<strong>in</strong>terno di un testo. Il pr<strong>in</strong>cipalevantaggio di questo approccio è che una parte rilevante del testo puòessere, di volta <strong>in</strong> volta, scartata perché non rilevante ai f<strong>in</strong>i dell'analisi.Questo semplifica la complessità computazionale dell'<strong>in</strong>formation extractionrispetto al natural language process<strong>in</strong>g e ne fa una tecnologia utile peril trattamento della conoscenza presente <strong>in</strong> sorgenti non strutturate.953.3.7 Tecnologie per la rappresentazioneAlle tecnologie viste nei paragrafi precedenti si stanno affiancando un <strong>in</strong>siemedi nuove applicazioni e nuovi modelli, frutto delle più recenti ricerchenel settore <strong>in</strong>formatico, <strong>in</strong> grado di dare un deciso contributo alla gestionedella conoscenza presente all'<strong>in</strong>terno di un'organizzazione. Queste tecnologie,che aprono nuovi scenari tecnologici e commerciali, sono le ontologiee i workflow: esse consentono una più efficace e raff<strong>in</strong>ata rappresentazionee gestione della conoscenza dichiarativa (statica) e procedurale (d<strong>in</strong>amica)presente all'<strong>in</strong>terno di un dato dom<strong>in</strong>io applicativo.In particolare, le ontologie consentono la rappresentazione strutturatadei concetti rilevanti caratterizzanti un'organizzazione; i workflow sono<strong>in</strong> grado di dare una rappresentazione strutturata e flessibile dei processi<strong>in</strong>terni ad un'organizzazione aprendo la strada ad una più efficacecomprensione, gestione e automazione degli stessi.È molto probabile che nei prossimi anni queste tecnologie, unitamentea quelle dei web service, degli agenti <strong>in</strong>telligenti e alle tecnologie per il


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEtrattamento della conoscenza esplicita <strong>in</strong> formato semi e non strutturato,assumeranno un ruolo sempre più rilevante nel panorama delle tecnologieper la gestione della conoscenza e del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>. Esse<strong>in</strong>fatti sono <strong>in</strong> grado di dare impulso e migliorare molte delle applicazionigià ampiamente diffuse quali i sistemi di gestione documentale, die-learn<strong>in</strong>g, per il supporto alle decisioni, per la re<strong>in</strong>gegnerizzazione deiprocessi, per la comunicazione e il lavoro collaborativo.963.3.7.1 Ontologie e knowledge representation and reason<strong>in</strong>gLa rappresentazione della conoscenza e l'utilizzo di tecniche di ragionamentosono alla base di molte applicazioni di knowledge management.Un'area scientifico-tecnologica <strong>in</strong> grado di fornire un contributofondamentale al superamento delle attuali limitazioni nella rappresentazioneformale della conoscenza organizzativa è, senz'altro, il knowledgerepresentation and reason<strong>in</strong>g (KRR). Infatti, essa fornisce una varietàdi metodi e tecniche, provenienti pr<strong>in</strong>cipalmente dal mondo della<strong>in</strong>telligenza artificiale, idonei a rappresentare, <strong>in</strong> maniera naturale, diverseforme di conoscenza (<strong>in</strong>certa, <strong>in</strong>completa, eccetera) e di ragionamento(deduzione, abduzione, plann<strong>in</strong>g, default reason<strong>in</strong>g, eccetera)per la risoluzione di problemi complessi. Esempi di tali formalismisono quelli basati sulla logica (datalog, logica disgiuntiva, logica ord<strong>in</strong>ata,logica descrittiva, eccetera) che consentono una specificazione puramentedichiarativa dei problemi.Nel contesto del knowledge representation and reason<strong>in</strong>g, particolarerilevanza assumono le ontologie, il cui scopo è quello di rappresentaremediante opportuni l<strong>in</strong>guaggi e formalismi i concetti ascrivibili a undom<strong>in</strong>io applicativo. Il corpo di tale rappresentazione formale è basatosu una concettualizzazione che consiste nella specificazione del significatodei term<strong>in</strong>i relativi a un dom<strong>in</strong>io applicativo; specificare la concettualizzazionevuol dire, qu<strong>in</strong>di, attribuire un significato non ambiguo aiterm<strong>in</strong>i che def<strong>in</strong>iscono la conoscenza <strong>in</strong> un preciso dom<strong>in</strong>io.L'uso di ontologie per la descrizione formale della struttura concettualedi un dom<strong>in</strong>io applicativo costituisce un aspetto importante della rappresentazionedella conoscenza nel knowledge management. Le ontologiedescrivono le classi di oggetti, le loro proprietà e le relazioni, <strong>in</strong> manierasimile ai modelli concettuali per basi di dati, def<strong>in</strong>endo la mappa dellaconoscenza fornita <strong>in</strong> un'applicazione di knowledge management.3.3.7.2 WorkflowI workflow management system (WfMS) sono diventati una tecnologiachiave per gestire processi di bus<strong>in</strong>ess <strong>in</strong> molti dom<strong>in</strong>i applicativi quali,


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>per esempio, la produzione <strong>in</strong>dustriale, la gestione di flussi f<strong>in</strong>anziari, larazionalizzazione dei processi <strong>in</strong>formativi, il monitoraggio delle attivitàospedaliere.Secondo la workflow management coalition (WfMC), con il term<strong>in</strong>eworkflow s'<strong>in</strong>tende "l'automazione di una parte o di un <strong>in</strong>tero processoaziendale nel quale documenti, <strong>in</strong>formazioni e compiti sono passati daun partecipante a un altro per ricevere qualche tipo di azione, seguendoun determ<strong>in</strong>ato <strong>in</strong>sieme di regole" 11 . Dunque, un workflow riassumeuna serie di procedure che, poste <strong>in</strong> relazione le une con le altre, def<strong>in</strong>isconoun contesto di lavoro strutturato, dove più unità lavorative, sianoesse risorse umane, gruppi di lavoro o sistemi computerizzati, collaboranoper un determ<strong>in</strong>ato f<strong>in</strong>e. Ogni workflow è composto di una seriedi attività e sottoprocessi (procedure) da seguire per ottenere un certorisultato a partire da determ<strong>in</strong>ate condizioni di partenza.Gli <strong>in</strong>telligent workflow rappresentano un'evoluzione dei sistemi di workflowmanagement che <strong>in</strong>tegrano all'<strong>in</strong>terno di questi ultimi strumenti tipicidel knowledge management, <strong>in</strong> grado di implementare una politica digestione "<strong>in</strong>telligente" dei processi aziendali. Queste tecnologie abilitanola costruzione di un'<strong>in</strong>frastruttura di comunicazione mediante la quale idiversi attori che concorrono a un processo possono colloquiare tra loro;per questo motivo, le tecnologie <strong>in</strong> parola possono essere consideratecome l'elemento <strong>in</strong>tegrante dell'architettura di knowledge management.973.3.7.3 Web services e service oriented architectureUna service oriented architecture (SOA) è, essenzialmente, una collezionedi web service che comunicano tra loro. La comunicazione puòriguardare sia semplici trasferimenti di dati tra due servizi web sia ilcoord<strong>in</strong>amento delle attività svolte da più servizi web.Un web service è un sistema software identificato da un uniformresource identifier (URI), la cui <strong>in</strong>terfaccia pubblica e il cui funzionamentopossono essere def<strong>in</strong>iti <strong>in</strong> XML. La sua def<strong>in</strong>izione puòessere scoperta da altri sistemi software che possono <strong>in</strong>teragire con ilweb service <strong>in</strong> una maniera prevista nella sua def<strong>in</strong>izione usandomessaggi basati su XML convogliati attraverso opportuni protocollidi rete. La cosa più importante nei web service è la possibilità didescrivere l'<strong>in</strong>terfaccia del servizio <strong>in</strong> maniera standard usando appositil<strong>in</strong>guaggi come il web service description language (WSDL) erenderla disponibile tramite protocolli standard quali il simple objectapplication protocol (SOAP) e remote metod <strong>in</strong>vocation (RMI).La maturazione delle tecnologie dei web service ha reso possibile ripen-11 Http://www.wfmc.org/standards/docs.htm


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE983.3.7.4 Agentisare la struttura dei sistemi aziendali <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di service oriented architecture.Una service oriented architecture consente, tra l'altro, di organizzareun sistema come uno o più gruppi di web services; riorganizzare iprocessi di bus<strong>in</strong>ess, collegandoli opportunamente all'universo di serviziresi disponibili nell'ambito di un'organizzazione o all'esterno di essa; facilitarel'<strong>in</strong>tegrazione di sorgenti <strong>in</strong>formative diverse per struttura e semanticadei dati contenuti; identificare uno specifico servizio, ricorrendo auna moltitud<strong>in</strong>e di parametri, che comprendono, naturalmente, <strong>in</strong>put eoutput, ma anche qualità, affidabilità, fornitore, costo, eccetera.L'implementazione di piattaforme basate su servizi, aventi tali caratteristicheavanzate, costituisce una delle sfide dei prossimi anni e può garantirela costruzione di sistemi per la gestione della conoscenza che sfruttanoal meglio le sorgenti <strong>in</strong>formative presenti <strong>in</strong> un'organizzazione.Gli agenti software <strong>in</strong>telligenti (<strong>in</strong>telligent software agents - ISA) sonoprogrammi che agiscono al fianco degli utenti umani facendo carico diattività di acquisizione di <strong>in</strong>formazioni laboriose e ripetitive. Essi costituisconoentità computazionali (programmi) autonomi, <strong>in</strong>telligenti ecollaborativi <strong>in</strong> grado di svolgere compiti f<strong>in</strong>alizzati al raggiungimentodi uno scopo <strong>in</strong>formativo stabilito dall'utente. Per esempio, si occupanodi localizzare e accedere sorgenti <strong>in</strong>formative dislocate <strong>in</strong> puntidiversi della rete (crawl<strong>in</strong>g); risolvere eventuali <strong>in</strong>consistenze tra le<strong>in</strong>formazioni estratte, filtrando <strong>in</strong>formazioni irrilevanti o non desiderate;<strong>in</strong>tegrare <strong>in</strong>formazioni provenienti da sorgenti diverse; adattare le<strong>in</strong>formazioni al comportamento o alle richieste dell'utente.3.3.8 Applicazioni complesseUna famiglia di tecnologie rilevanti per il settore della gestione del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> è ottenuta dall'<strong>in</strong>tegrazione di sotto<strong>in</strong>siemi delle tecnologiepresentate nei paragrafi precedenti. Le risultanti applicazioni complessesono orientate alla realizzazione di molteplicità di task evoluti,ognuno dei quali ha una precisa f<strong>in</strong>alità di bus<strong>in</strong>ess: la loro disponibilitàall'<strong>in</strong>terno di un'organizzazione è spesso cruciale per la correttagestione dei processi di bus<strong>in</strong>ess. Esse costituiscono le tecnologie abilitantile strategie di knowledge management.Tra queste applicazioni ricadono quelle di supporto alle decisioni, dicustomer relationship management, di e-learn<strong>in</strong>g, di bus<strong>in</strong>ess processre-eng<strong>in</strong>eer<strong>in</strong>g. Tutte le applicazioni considerate utilizzano ed elaboranoconoscenza per fornire nuova coscienza agli utenti o nuove chiavi<strong>in</strong>terpretative della conoscenza disponibile.


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>3.3.8.1 Help-desk applications e customer relationship managementLe applicazioni di help-desk abilitano le organizzazioni nel fornire supportoai propri utenti/clienti. Tali applicazioni, di solito basate su databasenei quali è tenuta traccia dei problemi segnalati dagli utenti/clienti,sono utilizzate dal personale di supporto alla clientela per attività diproblem solv<strong>in</strong>g. Una caratteristica centrale di queste applicazioni è checonsentono di tracciare, dal momento della segnalazione f<strong>in</strong>o alla soluzionedel problema, lo stato di avanzamento delle attività da svolgere <strong>in</strong>seguito a una necessità di supporto espressa da un utente/cliente.Tipiche funzionalità offerte da questi strumenti sono il tracciamentodelle chiamate (call track<strong>in</strong>g, call history, progress notes), la gestionedegli asset relazionali (asset management mediante mail<strong>in</strong>g list, liste dicontatti, eccetera), log delle azioni compiute e del workflow seguitonella soluzione di un problema (action log), risposta e segnalazioniautomatiche ai clienti/utenti (auto e-mail notification and escalation).Il customer relationship management (CRM) è una politica di gestionedelle risorse relazionali f<strong>in</strong>alizzata allo sfruttamento di servizi evoluti(customer oriented) nella <strong>in</strong>terazione con gli utenti/clienti. Grazieal customer relationship management possono essere, per esempio,acquisiti nuovi clienti di un prodotto o utenti di un servizio, mantenutiquelli esistenti (customer retention), sviluppati quelli da cui derivail maggior profitto. In particolare, il customer relationship managementpermette di comprendere i bisogni dei clienti e di segmentarli<strong>in</strong> funzione della tipologia di elementi rilevanti per ognuno di essi.Sulla base della segmentazione è poi possibile sviluppare programmif<strong>in</strong>alizzati a meglio soddisfare i bisogni degli utenti/clienti ai f<strong>in</strong>i dell'acquistodi un prodotto/servizio durante ogni <strong>in</strong>terazione. In questocontesto la parola "customer" assume un significato più ampio delsemplice consumatore di un bene o servizio: ci si riferisce, <strong>in</strong>fatti, apartner, rivenditori e a tutti gli stakeholder che possono richiedereservizi, prodotti o <strong>in</strong>formazioni ad un'organizzazione.Il customer relationship management fornisce l'anello di congiunzionetra front e back office di un'organizzazione, garantendo la realizzazionedi uno scenario di problem solv<strong>in</strong>g a ciclo chiuso. Nel processocosì impiantato si va dalla fornitura del servizio, all'acquisizionedella chiamata per la segnalazione di problemi o la richiesta di <strong>in</strong>formazione,alla soluzione del problema co<strong>in</strong>volgendo le component<strong>in</strong>ecessarie dell'organizzazione.Il customer relationship management consente, <strong>in</strong>oltre, di massimizzarele opportunità di cross-sell<strong>in</strong>g e up-sell<strong>in</strong>g, o di uso ottimale di servizicorrelati, fornendo le dovute <strong>in</strong>formazioni ai clienti. Costituisce, <strong>in</strong>secondo luogo, un metodo per la collaborazione tra le diverse parti di99


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEun'organizzazione, assicurando l'orientamento della stessa verso la soddisfazionedei bisogni del cliente, fornendo una varietà di strumenti dicomunicazione (<strong>in</strong>ternet, e-mail, telefono) e risposte ai loro bisogni.1003.3.8.2 Bus<strong>in</strong>ess process re-eng<strong>in</strong>eer<strong>in</strong>gUn'organizzazione è caratterizzata dalla presenza di processi di bus<strong>in</strong>essla cui esecuzione può avvenire per <strong>in</strong>tero al suo <strong>in</strong>terno o co<strong>in</strong>volgereorganizzazioni e soggetti esterni a essa. I processi di bus<strong>in</strong>ess ditipo decisionale, organizzativo e operativo possono anche essere classificati<strong>in</strong> base a diversi modelli teorici. Secondo Porter i processi sonoorganizzati <strong>in</strong> una catena del valore basata su processi operativi e processidi supporto, mentre Davenport al posto dei processi operativipropone i processi manageriali al f<strong>in</strong>e di evidenziare il ruolo svolto dallaconoscenza nella creazione di valore 12 .Il bus<strong>in</strong>ess process re-eng<strong>in</strong>eer<strong>in</strong>g (BPR) consiste nell'analisi e nellaprogettazione dei workflow, rappresentativi dei processi, secondo criteriche mirano al miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza misuratemediante opportuni <strong>in</strong>dici di performance. Negli ultimi anni il bus<strong>in</strong>essprocess re-eng<strong>in</strong>eer<strong>in</strong>g ha avuto grande impulso dai progressi compiutidalle tecnologie per la rappresentazione dei workflow. Queste ultimeconsentono un design formale dei processi e una più accurata e sistematicaanalisi delle performance. Inoltre, gli strumenti disponibili consentonodi gestire anche la conoscenza di cui i processi hanno bisognodurante la loro evoluzione. In particolare, la possibilità di modellare iprocessi, secondo i formalismi offerti dai l<strong>in</strong>guaggi per la rappresentazionedi workflow, consente di acquisire le diverse istanze di processocreando dei log di esecuzione che è possibile analizzare con tecniche didata m<strong>in</strong><strong>in</strong>g al f<strong>in</strong>e di scoprire <strong>in</strong>efficienze ed errori sistematici <strong>in</strong> gradodi compromettere la resa dei processi.Un'altra tematica che si sta affacciando nel panorama delle tecnologieper il bus<strong>in</strong>ess process re-eng<strong>in</strong>eer<strong>in</strong>g è quella della composizione deiweb service: grazie alla disponibilità di servizi automatici, resi disponibilidall'<strong>in</strong>terno di un'organizzazione o da organizzazioni terze sottoforma di web service, è possibile automatizzare i processi, o parte diessi, snellendone la struttura complessiva. L'effetto benefico è dovutoalla riduzione dei colli di bottiglia legati ad <strong>in</strong>efficienze <strong>in</strong>terne o allarimozione di <strong>in</strong>efficienze dovute alle <strong>in</strong>terazioni <strong>in</strong>terorganizzative.Grazie a queste nuove tecnologie, i processi di bus<strong>in</strong>ess tendono a diveniresempre più una composizione di attività umane e di attività svolte12 T.H. DAVENPORT e L. PRUSAK L., Work<strong>in</strong>g Knowledge: How Organizations Manage What theyKnow, Boston, Harvard Bus<strong>in</strong>ess School Press, 1998.


3. L'ICT e la gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>mediante tecnologie ICT (si pensi ai servizi di e-procurement e ai servizidi e-government offerti dalla pubblica amm<strong>in</strong>istrazione). In questoquadro il ridisegno radicale dei processi di bus<strong>in</strong>ess o il loro miglioramento(bus<strong>in</strong>ess process improvement - BPI) diventano attività basatesullo sfruttamento, <strong>in</strong> maniera più attenta e meglio ponderata, dei vantaggiofferti dalle tecnologie dell'<strong>in</strong>formazione e della comunicazione.3.3.8.3 Decision support systemsI decision support systems (DSS) sono applicazioni concepite per offriresupporto alle attività decisionali che hanno luogo, a diversi livelli,all'<strong>in</strong>terno di un'organizzazione. Al f<strong>in</strong>e di rendere ottimali i processidecisionali occorre una piena cognizione dello stato e del funzionamentodell'organizzazione e dell'ambiente <strong>in</strong> cui quest'ultima si trova aoperare. Nei processi decisionali, <strong>in</strong>oltre, è importante valutare preventivamentel'impatto delle decisioni <strong>in</strong>traprese per guidare la scelta versoun'alternativa ottimale.I decision support systems sono fondati su svariate tecnologie, i datawarehous<strong>in</strong>g, l'OLAP, il knowledge discovery, arricchiti con modelliprovenienti da settori della statistica e dell'economia. La gestione dellaconoscenza e del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> sono strettamente correlati alletecnologie decision support systems, <strong>in</strong> quanto le attività decisional<strong>in</strong>on possono presc<strong>in</strong>dere dalla conoscenza che l'organizzazione possiedecirca se stessa e l'ambiente circostante.Tra i sistemi di supporto alle decisioni possono essere annoverate leapplicazioni di bus<strong>in</strong>ess <strong>in</strong>telligence e di competitive <strong>in</strong>telligence. Leprime riguardano l'applicazione di tecniche di knowledge discovery aidati di bus<strong>in</strong>ess per capire gli andamenti del bus<strong>in</strong>ess grazie alla scopertadi conoscenza contenuta <strong>in</strong> grandi quantità di dati accumulatisugli stessi. Le seconde riguardano l'uso di tecniche di text m<strong>in</strong><strong>in</strong>g,<strong>in</strong>formation retrieval e <strong>in</strong>formation extraction per osservare il comportamentodei competitor attraverso l'analisi di documenti a essi relativireperibili attraverso le reti telematiche. In questo ambito ricadono altretipologie di applicazioni, come ad esempio i sistemi di customer relationshipmanagement che possono essere considerati dei decision supportsystems applicati al market<strong>in</strong>g tattico/operativo.1013.3.8.4 E-learn<strong>in</strong>gL'e-learn<strong>in</strong>g è una delle tecnologie di maggiore impatto sulla creazione,mantenimento e gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> nella sua componenteumana, permettendo la creazione di valore attraverso un processo didiffusione di conoscenza derivante dalla comb<strong>in</strong>azione delle tecnologie


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE102tipiche del knowledge management con modelli pedagogici <strong>in</strong>novativi.Gli strumenti di e-learn<strong>in</strong>g permettono l'accesso immediato a materialididattici sempre disponibili (anywhere/anytime); un approccio didatticobasato sulla filosofia del "learn<strong>in</strong>g by do<strong>in</strong>g" (<strong>in</strong>tegrazione della formazionecon l'attività lavorativa quotidiana); il costante monitoraggiodel livello di conoscenza conseguita su un tema; forme di apprendimentocooperativo (creazione di comunità di pratica fatte di soggetticon <strong>in</strong>teressi comuni).Le applicazioni di e-learn<strong>in</strong>g stanno beneficiando dell'<strong>in</strong>tegrazione contecnologie quali le ontologie e il knowledge discovery, che permettonola profilazione degli utenti <strong>in</strong> base ai loro bisogni formativi e una piùefficace organizzazione dei contenuti e delle attività didattiche. In questomodo, è possibile classificare la composizione del capitale umano diun'organizzazione e la conoscenza di cui questo necessita <strong>in</strong> manierapiù attenta e capillare. Ciò facilita l'orientamento della crescita nelladirezione <strong>in</strong>dicata dalle strategie di gestione della conoscenza e del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.


4La gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>di Sauro Angeletti e Giuseppe Abbat<strong>in</strong>o (*)4.1 Il lavoro sulla conoscenza delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>Il tema della gestione della conoscenza, centrale <strong>in</strong> una prospettiva competitiva(e qu<strong>in</strong>di per le aziende), è oggi anche al centro della riflessionedelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, se non altro per la crescente rilevanzadelle pressioni esterne aff<strong>in</strong>ché anche questa tipologia di organizzazione<strong>in</strong>crementi e la propria base di conoscenze e, più <strong>in</strong> generale, accrescal'impiego del proprio capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> ai f<strong>in</strong>i del miglioramento dellepolitiche <strong>pubbliche</strong> e dei servizi offerti.Più nel dettaglio, la sp<strong>in</strong>ta alla gestione della conoscenza nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>pubbliche</strong> è da ascrivere all'effetto congiunto di due forze convergenti.Da un lato, i processi di globalizzazione e di privatizzazione, lamoltiplicazione delle fonti conoscitive e dei canali di diffusione delle<strong>in</strong>formazioni hanno fatto perdere alle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> ilmonopolio della conoscenza riguardo a molti dei propri ambiti di azione.Ciò, peraltro, proprio nel momento <strong>in</strong> cui l'utenza pubblica domanda servizisempre più personalizzati, la complessità attuativa delle politiche<strong>pubbliche</strong> richiede l'<strong>in</strong>terazione delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> preposte con unnumero crescente di partner, il più rapido (rispetto al passato) turn overdei dipendenti pubblici pone <strong>in</strong> maniera più pressante il tema della conservazionedel patrimonio di conoscenze e della "memoria istituzionale"delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>.Dall'altro, i processi di <strong>in</strong>novazione <strong>in</strong> atto hanno reso evidente la lorodipendenza (nella forma di una vera e propria subord<strong>in</strong>azione dell'efficaciaattuativa) rispetto a modalità e strumenti <strong>in</strong> grado di promuovere efacilitare l'osmosi delle risorse <strong>in</strong>tellettuali tra le diverse <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>e tra queste e gli altri attori del tessuto economico e sociale. Così, se ladiffusione di strumenti ed elementi di conoscenza codificata rappresenta103(*) Sauro Angeletti ha redatto i paragrafi 4.1, 4.2, 4.3, 4.4 e Giuseppe Abbat<strong>in</strong>o il paragrafo 4.5.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE104e si afferma come pr<strong>in</strong>cipale veicolo dell'<strong>in</strong>novazione, qualsiasi esperienzadi successo nel cambiamento, se rimane circoscritta a un ambito specifico(settoriale e/o locale), non solo non aiuta il sistema a progredire nelsuo complesso, ma rischia di perdere progressivamente il suo valore, f<strong>in</strong>oal punto di essere delegittimata e rigettata.In questo scenario, crescono nel numero e nella significatività i progettiche vertono o impattano su risorse costitutive il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> pubblico.Poche sono, tuttavia, ancora le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> che sicimentano <strong>in</strong> <strong>in</strong>iziative strutturate, sistemiche e <strong>in</strong>tegrate, consapevoli estrategicamente orientate di accumulazione e gestione dell'ampio noverodelle risorse <strong>in</strong>tellettuali possedute o controllate con l'obiettivo del lorogoverno e della loro valorizzazione. Ciò, ovviamente, anche per l'assenzadi un quadro teorico-metodologico di riferimento, che fa del lavoro sullaconoscenza un lavoro da "apprendisti stregoni", un sottoprodotto degli<strong>in</strong>terventi di gestione e sviluppo del personale e dei sistemi <strong>in</strong>formativi.Allo stato dell'arte, qu<strong>in</strong>di, il bilancio della gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> non può che essere "magro".Nella maggior parte dei paesi dell'Unione Europea le pratiche di knowledgemanagement, def<strong>in</strong>ite <strong>in</strong> generale e <strong>in</strong> senso lato come attività e<strong>in</strong>iziative f<strong>in</strong>alizzate alla generazione, alla cattura e alla dissem<strong>in</strong>azionedi know-how e alla promozione di processi di condivisione della conoscenza,sono poco più di un tema al centro dell'agenda politica, lontano,qu<strong>in</strong>di, dall'essere promosse con una chiara consapevolezza e nelquadro di un disegno di cambiamento di ampio respiro, non limitate,qu<strong>in</strong>di, alla mera dimensione dell'<strong>in</strong>formatizzazione dei processi operativo-gestionalie dei flussi <strong>in</strong>formativi 1 .Se si guarda alle cause del ritardo, queste possono essere r<strong>in</strong>venute <strong>in</strong> connotazioniculturali e "strutturali" diverse: lo scetticismo circa l'applicabilitàe la diffidenza riguardo alla funzionalità di strumenti manageriali cen-1 Alcuni elementi per una prelim<strong>in</strong>are valutazione circa le esperienze e le attività delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>pubbliche</strong> <strong>in</strong> tema di gestione della conoscenza possono essere tratti da ORGANISATIONFOR ECONOMIC CO-OPERATION AND DEVELOPMENT, The learn<strong>in</strong>g government: <strong>in</strong>troductionand draft results of the survey of knowledge management practices <strong>in</strong> m<strong>in</strong>istries/departments/agencies of centralgovernment, 2003.I risultati dell'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e riferita a 18 paesi (tra i quali, peraltro, non figura l'Italia), pongono <strong>in</strong> lucecome la gestione della conoscenza e la valorizzazione del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> figuri tra le c<strong>in</strong>quepriorità di sviluppo delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> "solo" nella metà dei paesi considerati. Quanto allemodalità organizzative, la responsabilità dello sviluppo e della promozione della conoscenza è formalizzata,assegnata a una struttura appositamente dedicata, ovvero alla direzione del personale odelle risorse tecnologiche solo <strong>in</strong> un terzo dei paesi considerati.D'altro canto, significativi paiono, <strong>in</strong> molti paesi, gli <strong>in</strong>vestimenti dedicati allo sviluppo delle competenzedel personale attraverso <strong>in</strong>iziative di formazione, alla promozione di <strong>in</strong>frastrutture e applicazionitecnologiche per facilitare la condivisione di conoscenze anche al di fuori del perimetroorganizzativo (e-government) e, più <strong>in</strong> generale, di cambiamenti culturali <strong>in</strong>erenti la gestione dellaconoscenza, soprattutto da parte del top management.


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>trati sulla gestione della conoscenza <strong>in</strong> contesti organizzativi burocratici;la bassa percezione di sollecitazioni competitive che impongono ilmiglioramento delle condizioni di efficienza e di efficacia della produzione;le lacune nelle dotazioni di <strong>in</strong>frastrutture tecnologiche e attrezzature<strong>in</strong>formatiche; eccetera.Le pratiche e gli strumenti di knowledge management stentano ad affermars<strong>in</strong>elle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, <strong>in</strong> secondo luogo, per l'esiguità dei processidi generazione e sviluppo del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, ritenuti circoscritti e dipert<strong>in</strong>enza di specifici ambiti di attività (ricerca) o di particolari tipologie di<strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>, quelle cioè <strong>in</strong> cui prevale personale professional.L'<strong>in</strong>troduzione (o l'<strong>in</strong>novazione) degli strumenti di gestione delle <strong>in</strong>formazioni,della conoscenza e del sapere tende a essere circoscritta allesole <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> che tradizionalmente e istituzionalmente trattanorisorse <strong>in</strong>tellettuali nello (e per lo) svolgimento dell'attività caratteristicae si configurano come "fornitori" di conoscenza e risorse <strong>in</strong>tellettuali(enti di ricerca, università, eccetera), e non alla generalità di quelle utilizzatrici.Un <strong>in</strong>dicatore <strong>in</strong>diretto di tale orientamento è rappresentatodall'esiguità degli <strong>in</strong>vestimenti e del numero degli addetti alle attività diricerca e sviluppo nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> 2 : non che il lavorosulla conoscenza si esaurisca <strong>in</strong> quest'ambito, ma almeno qui è (o deveessere) necessariamente più forte e sentita la consapevolezza della criticitàdegli <strong>in</strong>vestimenti nelle risorse <strong>in</strong> parola.Se si guarda più da vic<strong>in</strong>o alle specifiche <strong>in</strong>iziative gestionali, al livello difocalizzazione sulle diverse componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> pubblicoe alle f<strong>in</strong>alità perseguite, si può tuttavia riconoscere una varietà difformedi azioni settoriali e, più raramente, di respiro generale, che, pur nonessendo sempre "ortodosse" tecnicamente e metodologicamente qualificabilicome "progetti di conoscenza", concorrono alla promozione diuna consapevolezza relativamente alle componenti <strong>in</strong>tellettuali del patrimoniopubblico e circa le modalità del loro approvvigionamento e dellaloro estensione. Tali sono, ad esempio (ma l'elenco e la tipizzazione è deltutto parziale e puramente prelim<strong>in</strong>are):1. i progetti di mappatura delle conoscenze e delle competenze delpersonale;2. i servizi (on l<strong>in</strong>e) per comunità di pratica e professionali;3. gli <strong>in</strong>terventi a sostegno della semplificazione e per l'<strong>in</strong>nalzamentodell'efficienza dell'attività amm<strong>in</strong>istrativa;4. gli strumenti on l<strong>in</strong>e per l'<strong>in</strong>terazione con gli utenti e per l'erogazionedi servizi;1052 Per approfondimenti relativi agli <strong>in</strong>vestimenti delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> e al numero diaddetti impegnati nella realizzazione di attività di ricerca e sviluppo si veda ISTITUTO NAZIO-NALE DI STATISTICA, Statistiche sulla ricerca scientifica, Roma, 2003.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE1065. i progetti dedicati alla raccolta e alla diffusione delle migliori pratiche,f<strong>in</strong>alizzati al trasferimento e allo scambio di <strong>in</strong>novazioni tra<strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>.I progetti di mappatura delle conoscenze e delle competenze del personalesono centrati sulla ricognizione delle dotazioni di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>umano realizzata al f<strong>in</strong>e di del<strong>in</strong>eare le esigenze (priorità, obiettivi,aree) di sviluppo, orientare la formazione e la gestione delle carriere. Iprogetti di conoscenza <strong>in</strong> parola costituiscono, qu<strong>in</strong>di, qualcosa di piùche meri progetti di knowledge mapp<strong>in</strong>g; quanto alla struttura, essi prevedono,di norma, un'articolazione nelle seguenti fasi:a) identificazione delle pr<strong>in</strong>cipali aree professionali, dei ruoli e dellecompetenze chiave <strong>in</strong> relazione ai processi primari e di servizio e allel<strong>in</strong>ee di sviluppo dell'amm<strong>in</strong>istrazione;b) costruzione di profili di competenze chiave e def<strong>in</strong>izione del sistemaprofessionale per aree/famiglie professionali/livelli e gradi di svilupponella professione;c) identificazione dei fabbisogni di competenze e progettazione delsistema di sviluppo nei ruoli (sistemi di formazione, certificazionee valutazione).Crescono, nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, le esperienze relative allaprogettazione e all'implementazione di modalità tecnico-organizzative e<strong>in</strong>formatiche per l'<strong>in</strong>terazione di operatori pubblici che, preposti allarealizzazione di medesime attività e alla gestione di servizi analoghi,riconoscono nel confronto e nello scambio di <strong>in</strong>formazioni, conoscenze,esperienze e pratiche con i colleghi le modalità più efficaci e tempestivedi apprendimento e di miglioramento della qualità dei prodottirealizzati e dei servizi offerti 3 . La correlazione di operatori pubblici <strong>in</strong>comunità di pratica sempre più frequentemente gestite on l<strong>in</strong>e persegue,tra gli altri, i seguenti obiettivi:a) offrire un osservatorio privilegiato sulle esperienze e le soluzioniattuative adottate nell'esercizio o per il miglioramento strutturale ediffuso delle funzioni affidate agli operatori pubblici;b) costituire una modalità strutturata e un punto di riferimento per glioperatori per l'offerta e l'ottenimento di <strong>in</strong>formazioni, il confrontosu temi di comune <strong>in</strong>teresse e problemi specifici <strong>in</strong> tempi rapidi, talida accelerare la stessa attività produttiva;c) co<strong>in</strong>volgere gradualmente tutti i soggetti (pubblici e privati) che a3 Una prelim<strong>in</strong>are rassegna delle comunità di pratica <strong>in</strong> ambito pubblico è r<strong>in</strong>venibile <strong>in</strong> FOR-MEZ, Comunità di pratiche, di apprendimento e professionali, cit., dove si elencano le seguenti: le comunitàdi pratica degli operatori comunitari, dei responsabili di sportello unico per le attività produttive,degli agenti di sviluppo locale, dei Disaster manager (operatori di protezione civile), deiresponsabili delle risorse umane e degli operatori dei servizi per l'impiego.


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>diverso titolo concorrono o sono <strong>in</strong>teressati a partecipare, <strong>in</strong> quantoportatori di <strong>in</strong>teresse, alle attività <strong>in</strong> oggetto.Se si guarda alle f<strong>in</strong>alità e agli oggetti di riferimento, molte delle esperienzerealizzate dalle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, aventi per oggettorisorse di conoscenza ed elementi di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, vertono suambiti diversi (l'attività amm<strong>in</strong>istrativa corrente, l'attuazione di specifichepolitiche <strong>pubbliche</strong>, la comunicazione istituzionale) e coniugano profili di<strong>in</strong>tervento differenti (organizzazione, tecnologia, formazione del personale,eccetera). Comune e generale sembra, tuttavia, dal punto di vistaoperativo, il perseguimento dell'obiettivo dell'<strong>in</strong>nalzamento del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> attraverso la diffusione e la circolazione all'<strong>in</strong>terno dell'amm<strong>in</strong>istrazionedelle risorse di conoscenza possedute. Rientrano <strong>in</strong> quest'ampiacategoria progettuale, ad esempio:a) nell'area dell'attività amm<strong>in</strong>istrativa, la revisione dei flussi <strong>in</strong>formativi,delle procedure e dei processi e, con questi, la (ri)def<strong>in</strong>izione deiruoli e delle competenze professionali connesse. I progetti di semplificazione,razionalizzazione e riorganizzazione sono <strong>in</strong>fatti supportati,dal punto di vista tecnico, dall'approvvigionamento o dallosviluppo di specifiche metodologie di analisi delle <strong>in</strong>formazioni presentie, sul piano squisitamente tecnologico, dal contestuale sviluppodi <strong>in</strong>frastrutture e applicazioni <strong>in</strong>tranet, dalla progettazione di softwareper la gestione dei flussi <strong>in</strong>formativi e operativi, dalla realizzazionee dall'adeguamento delle banche dati, eccetera;b) nell'area della comunicazione istituzionale, l'organizzazione delle<strong>in</strong>formazioni (e dei ruoli preposti alla selezione per la diffusione aidiversi pubblici), la revisione delle modalità di gestione e alimentazionedelle <strong>in</strong>formazioni per l'esterno. L'<strong>in</strong>frastruttura tecnologicadi supporto è, tipicamente, <strong>in</strong>ternet; gli applicativi, molteplici: web,e-mail, file transfer, banche dati, eccetera;c) nell'area delle politiche settoriali, la costruzione di sistemi <strong>in</strong>formativi<strong>in</strong>tegrati tra diversi segmenti amm<strong>in</strong>istrativi dei vari livelli di governo,ma anche con altri soggetti rilevanti per la realizzazione delle politiche<strong>pubbliche</strong>, supportati dallo sviluppo di <strong>in</strong>frastrutture tecnologicheextranet e applicativi verticali dedicati (ad esempio, nei settoridella cultura e del turismo, della formazione e del lavoro, eccetera).Sono riconducibili alla categoria dei progetti di gestione della conoscenza,<strong>in</strong>oltre, gran parte delle <strong>in</strong>iziative e degli <strong>in</strong>terventi f<strong>in</strong>alizzatialla realizzazione dell'e-government a tutti i livelli di governo (centralee locale): progetti di <strong>in</strong>terconnessione tra le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>e tra queste e i cittad<strong>in</strong>i e le imprese; modalità e canali di accesso ai servizierogati per via telematica; architetture per l'<strong>in</strong>teroperabilità dei servizisul territorio, eccetera.In questo ambito assumono particolare valenza, per le implicazioni ope-107


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE108rative, ma anche per il carattere "didattico" <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e all'impatto organizzativo,tecnologico e gestionale, i progetti volti alla creazione e alla gestionedi call e contact center per l'erogazione di servizi <strong>in</strong> parallelo o <strong>in</strong> alternativarispetto a quelli erogati da sportelli fisici. La qualificazione di queste<strong>in</strong>iziative come progetti di (gestione di) conoscenza può essere ravvisata,<strong>in</strong> particolare, nella presenza dei seguenti tratti:a) l'attitud<strong>in</strong>e a promuovere lo sviluppo del valore delle relazioni con ilcliente, alla base della riduzione dei costi unitari del servizio;b) la capacità di agevolare il coord<strong>in</strong>amento tra i processi di servizio difront l<strong>in</strong>e e di back office attraverso l'<strong>in</strong>tegrazione e la condivisionedelle conoscenze proprietarie;c) la possibilità di costituire "nodi" per le reti di relazioni tra <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>diverse che cooperano nell'erogazione di medesimi servizi;d) la capacità di fornire elementi e opportunità di conoscenza del territorio,degli operatori economici, dell'utenza servita e, più <strong>in</strong> generale,dei portatori di <strong>in</strong>teresse, anticipandone, per quanto possibile, ladomanda.È quest'ultimo punto, tra i tanti elencati, quello che qui maggiormente ci<strong>in</strong>teressa. La rilevanza strategica di strumenti di <strong>in</strong>terazione con l'utenzanell'ambito di più generali politiche di gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>pubblico risiede nella sua attitud<strong>in</strong>e a configurarsi come fonte conoscitivadelle esigenze di servizio e del relativo livello di soddisfazione, consentendo,<strong>in</strong> questo modo, l'identificazione del cliente <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di esigenze,aspettative, bisogni. A uno stadio successivo di sviluppo, questistrumenti possono così evolvere <strong>in</strong> modalità per l'<strong>in</strong>terazione col cliente<strong>in</strong> senso e di tipo proattivo: è l'amm<strong>in</strong>istrazione ad attivare la relazione,sforzandosi di pensare ai clienti immag<strong>in</strong>ando il contenuto di esperienzache essi cercano nell'uso dei servizi pubblici.Accanto alle <strong>in</strong>iziative proprie di s<strong>in</strong>gole <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>, il lavoro sulcapitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> pubblico presenta anche una dimensione <strong>in</strong>teramm<strong>in</strong>istrativa:esso è <strong>in</strong>fatti sostanziato da programmi, progetti, <strong>in</strong>terventie <strong>in</strong>iziative f<strong>in</strong>alizzate a sostenere lo sviluppo dell'<strong>in</strong>novazione attraversola diffusione di conoscenze teorico-metodologiche e di strumentitecnico-operativi e gestionali sperimentati con successo <strong>in</strong> ambiti <strong>in</strong>traorganizzativi.Si tratta di <strong>in</strong>iziative che, pur non vertendo su specificioggetti o su particolari risorse del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> pubblico, mostranoun impatto diretto sul patrimonio di conoscenza delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di estensione delle competenze e delle professionalità delpersonale, arricchimento degli strumenti organizzativi e operativi, modalità(e capacità) di dialogo con gli <strong>in</strong>terlocutori istituzionali, gli utenti e, più<strong>in</strong> generale, i portatori di <strong>in</strong>teresse.Quanto alle f<strong>in</strong>alità, le <strong>in</strong>iziative <strong>in</strong> parola, coniugando obiettivi e modalitàdi <strong>in</strong>tervento diverse (l'<strong>in</strong>formazione e la sensibilizzazione, l'<strong>in</strong>centi-


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>vazione degli operatori e l'apertura all'esterno delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>, laformazione e l'attività di consulenza, eccetera), mirano a:a) sostenere l'<strong>in</strong>novazione attraverso la promozione di "premi di qualità",il riconoscimento e la pubblicizzazione di <strong>in</strong>iziative di eccellenzarealizzate da s<strong>in</strong>gole <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>;b) favorire la diffusione della conoscenza, al f<strong>in</strong>e di promuovere la circolazioneverticale e orizzontale attraverso la realizzazione e l'implementazionedi banche dati appositamente dedicate;c) sostenere programmi strutturati di scambi di <strong>in</strong>novazioni tra <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>pubbliche</strong> al f<strong>in</strong>e, <strong>in</strong> particolare, di <strong>in</strong>coraggiare e supportarelo sviluppo di realtà amm<strong>in</strong>istrative meno avanzate.Alcuni tra gli esempi più significativi delle <strong>in</strong>iziative della prima tipologiapossono essere r<strong>in</strong>venuti <strong>in</strong> specifici progetti promossi dalDipartimento della funzione pubblica quali "Cento progetti al serviziodei cittad<strong>in</strong>i" e "I successi di cantieri", f<strong>in</strong>alizzati proprio alla selezionee al riconoscimento pubblico di esperienze significative per grado di<strong>in</strong>novatività e impatto (<strong>in</strong>terno ed esterno alle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>), suscettibilidi essere esportati.Tali <strong>in</strong>iziative, pur focalizzate su obiettivi di <strong>in</strong>novazione di caratteregenerale, prevedono tuttavia esplicitamente aree di <strong>in</strong>tervento su temi<strong>in</strong>erenti la gestione della conoscenza. Il programma "I successi diCantieri", ad esempio, <strong>in</strong>dividua, tra gli altri, i seguenti focus di azione:assumere decisioni prendendo <strong>in</strong> considerazione le esigenze espressedalla società; puntare sulle condizioni del sistema sociale <strong>in</strong>terno, sullerelazioni tra gli attori e sulla cultura organizzativa quale strumento pertradurre le politiche e i programmi di cambiamento <strong>in</strong> nuove pratiche erout<strong>in</strong>e; creare occasioni di collaborazione, partnership e confronto conaltri soggetti pubblici e privati, nella conv<strong>in</strong>zione che l'<strong>in</strong>novazione nonsia determ<strong>in</strong>ata solo da fattori <strong>in</strong>terni all'organizzazione, ma anche da fattoridi contesto quali l'accesso alla ricerca, alla formazione, alle fonti dif<strong>in</strong>anziamento, il clima di fiducia e la "facilità" di relazioni.Rientra nella seconda tipologia di progetti considerati la realizzazionedella banca dati "Buoniesempi", frutto di un'<strong>in</strong>iziativa del Dipartimentodella funzione pubblica e del Formez e sviluppata <strong>in</strong> s<strong>in</strong>ergia con il programma"Cantieri per il cambiamento delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>".La banca dati raccoglie le esperienze <strong>in</strong>novative e i progetti di successodelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> (<strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> centrali, regioni, prov<strong>in</strong>ce,comuni, comunità montane, eccetera) documentate <strong>in</strong> varie forme(schede descrittive di progetti, materiali di supporto, guide, eccetera) alloscopo di valorizzarle e consentire la condivisione e la diffusione anchemediante servizi <strong>in</strong>terattivi, offerte di collaborazione e stage da partedelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> che hanno realizzato i progetti.L'implementazione della banca dati, tuttavia, svolge una funzione critica109


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE110non solo per le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> fruitrici, ma anche per quelle centrali<strong>in</strong>caricate della gestione: essa, <strong>in</strong> particolare, agevola processi di benchmark<strong>in</strong>ge consente la promozione di <strong>in</strong>terventi mirati di "mobilità" temporaneadelle risorse, a partire da specifiche figure professionali.Permette, <strong>in</strong> secondo luogo, di censire lo stato dell'arte su determ<strong>in</strong>atitemi e politiche di gestione, ricavandone feedback per l'orientamento el'aff<strong>in</strong>amento delle attività di <strong>in</strong>dirizzo e di sostegno.Non mancano, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, programmi articolati e strutturati f<strong>in</strong>alizzati al trasferimento<strong>in</strong>ter-amm<strong>in</strong>istrativo dell'<strong>in</strong>novazione e, con questa, dellerisorse <strong>in</strong>tellettuali che consentono di impiantarla, supportarla, gestirla evalorizzarla. Un esempio <strong>in</strong> questo senso può essere r<strong>in</strong>venuto nelProgramma PASS Pubbliche <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> per lo sviluppo del Sud,attuato dal Dipartimento della funzione pubblica nel periodo di programmazione1994-1999 nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> del Sud Italia con il f<strong>in</strong>anziamentodel Fondo sociale europeo e dei fondi nazionali. L'obiettivogenerale, perseguito attraverso la realizzazione del progetto, consistevanell'<strong>in</strong>nalzamento dell'efficienza e dell'efficacia delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>nella gestione dei fondi strutturali attraverso lo sviluppo di competenzeprofessionali <strong>in</strong>dividuali, l'immissione di elementi di cambiamento negliassetti organizzativi, lo sviluppo di sistemi di <strong>in</strong>terazioni, formali e <strong>in</strong>formali,tra le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> 4 .4.2 L’<strong>in</strong>frastruttura tecnologica e tecnico-organizzativa.Il knowledge management system di Cantieri4.2.1 F<strong>in</strong>alità e obiettiviIl tema della gestione della conoscenza e la sua correlazione con leattività e i processi di <strong>in</strong>novazione è stato ormai da qualche tempo<strong>in</strong>dividuato ed enucleato, nell'ambito delle strategie e delle politichedi sostegno del cambiamento delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, comeun'area prioritaria di <strong>in</strong>tervento. Lo sviluppo delle competenze delpersonale e del know-how delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>, il consolidamentodel sistema delle relazioni <strong>in</strong>terne e delle reti con i soggetti esterni,eccetera sono riconosciute, <strong>in</strong>fatti, come altrettante "capacità abilitanti"per favorire processi di riforma istituzionale e amm<strong>in</strong>istrativa,rispondere <strong>in</strong> maniera più puntuale ed esaustiva alle esigenze dei cittad<strong>in</strong>ie delle imprese, migliorare gli effetti complessivi delle politiche<strong>pubbliche</strong>.Nel nostro paese, il Dipartimento della funzione pubblica ha recepitogli <strong>in</strong>dirizzi di riforma <strong>in</strong>ternazionale e aff<strong>in</strong>ato le proprie politiche di4 Per <strong>in</strong>formazioni di dettaglio su questo punto si veda, ad esempio, FORMEZ, Scambio di <strong>in</strong>novazionitra <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>, Roma, 2003.


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>sostegno dell'<strong>in</strong>novazione su questi temi 5 . Il "programma Cantieri" promossodall'Ufficio per l'<strong>in</strong>novazione nella pubblica amm<strong>in</strong>istrazione, unarticolato e <strong>in</strong>tegrato complesso di <strong>in</strong>iziative sostanziate da <strong>in</strong>terventi estrumenti operativi promossi per sostenere, accelerare e dare concretezzaai processi di <strong>in</strong>novazione nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, prevedenumerosi item riguardanti risorse costitutive il capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>pubblico umano, organizzativo e relazionale. Anzi: lo stesso programmaCantieri <strong>in</strong>tende affermarsi e proporsi come uno dei piùimportanti generatori e moltiplicatori di conoscenza nel sistema delle<strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> italiane.Ai f<strong>in</strong>i dello sviluppo del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> pubblico, il programmaCantieri si rifà all'approccio dell'empowerment istituzionale. L'obiettivoperseguito è favorire il perfezionamento e l'ampliamento delle capacitàdelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> di leggere il contesto e <strong>in</strong>dividuare, autonomamentee coerentemente con la propria missione istituzionale, le migliori soluzionida adottare, i contributi da offrire e le modalità di <strong>in</strong>tegrazione possibilirispetto alle politiche deliberate.Nel dettaglio, le l<strong>in</strong>ee operative del programma Cantieri per lo sviluppodel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> pubblico possono essere <strong>in</strong>dividuate nelle trepriorità di seguito elencate:a) "puntare sulle persone", valorizzare le risorse umane, <strong>in</strong> particolareattraverso l'<strong>in</strong>novazione delle metodologie per il miglioramento dell'apprendimento;b) "conoscere per migliorare", sviluppando e rendendo disponibile ilknow-how proprietario delle s<strong>in</strong>gole <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>, <strong>in</strong>vestendonella ricerca e nella sperimentazione per dare impulso al cambiamento,favorendo il confronto e la condivisione della conoscenza;c) "creare le condizioni di contesto per un cambiamento sostenibile",comunicando l'<strong>in</strong>novazione e le sue condizioni e co<strong>in</strong>volgendo nelcambiamento gli stakeholder.Si tratta, come si vede, di una politica di sostegno che mira a operare,valorizzandole, su tutte le diverse componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>pubblico (umano, organizzativo e relazionale), attraverso la creazione dispecifici punti di eccellenza tali da consentire "effetti leva" per favoriremutamenti culturali più ampi, facilitare la costruzione di reti di relazioni,migliorare specifici processi operativo-gestionali, eccetera. In questo quadro(e con questo spirito) si colloca la progettazione del knowledge1115 Per una rassegna prelim<strong>in</strong>are si veda, <strong>in</strong> particolare, ORGANISATION FOR ECONOMIC CO-OPERATION AND DEVELOPMENT, Government for the future, 2001. Per approfondimenti circala decl<strong>in</strong>azione degli obiettivi ivi <strong>in</strong>dicati nel nostro paese si r<strong>in</strong>via a PRESIDENZA DEL CON-SIGLIO DEI MINISTRI, DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA, Proposte per ilcambiamento nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, cit.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEmanagement system promosso dal Dipartimento della funzione pubblicaquale strumento tecnico-organizzativo e operativo-gestionale per losviluppo dell'estensione e la valorizzazione quali-quantitativa del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> pubblico <strong>in</strong> una prospettiva <strong>in</strong>ter-amm<strong>in</strong>istrativa, aperta aprocessi, flussi e contributi di conoscenza che co<strong>in</strong>volgono anche soggettiesterni al sistema pubblico.1124.2.2 Caratteristiche del sistema progettatoLa struttura logica del sistema di gestione della conoscenza progettatoper le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> dal Dipartimento della funzione pubblicapresenta tre pr<strong>in</strong>cipali profili, relativi alla generazione del materiale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> (e ai soggetti che ne costituiscono le fonti, <strong>in</strong>terne ed esterneal sistema), alla gestione della conoscenza e dei prodotti del sapere (contenuti,organizzazione degli elementi di conoscenza e piano dei serviziofferti agli utenti) e alla configurazione dell'architettura tecnologica(Figura 4.1) 6 .Nell'impostazione proposta, il sistema di gestione della conoscenza è alimentatoda soggetti sia <strong>in</strong>terni sia esterni.Le attività realizzate nell'ambito del programma Cantieri rappresentano ilgeneratore pr<strong>in</strong>cipale di conoscenza, ma certamente non l'unico; ulteriorifonti sono costituite da soggetti diversi, "<strong>in</strong>terni" ed "esterni" al sistemapubblico, discrim<strong>in</strong>ati, tuttavia, non già sulla base dell'appartenenza aCantieri (<strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> aderenti al programma e partner istituzionali),quanto piuttosto <strong>in</strong> relazione alla "controllabilità" del processodi produzione e, dunque, della qualità delle modalità di generazione edei contributi di conoscenza. Sulla base di questo criterio, ad esempio, unsoggetto esterno a Cantieri, che condivida i criteri di classificazione (latassonomia) del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> pubblico e le modalità di "estrazione"della conoscenza, potrebbe (dovrebbe) essere considerato a tutti glieffetti generatore <strong>in</strong>terno al sistema 7 .Per quanto attiene all'organizzazione della conoscenza all'<strong>in</strong>terno dellaconfigurazione architetturale, la costruzione del sistema di knowledgepresuppone l'<strong>in</strong>dividuazione di criteri che consentano l'archiviazione e laclassificazione del materiale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> al f<strong>in</strong>e di facilitarne la fruizionee lo scambio da parte degli utenti. A questo proposito, un prerequisito delsistema risiede nella prelim<strong>in</strong>are def<strong>in</strong>izione dei criteri da adottare nel rag-6 La rappresentazione delle caratteristiche del knowledge system di Cantieri, come pure la descrizionedelle sue caratteristiche architetturali e delle specifiche funzionalità, è tratta da R. MUSSARI,Sistemi per la condivisione delle conoscenze: un'opportunità per far conoscere le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>, cit.7 R. MUSSARI, Il knowledge management system e l'<strong>in</strong>novazione manageriale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>italiane: l'esperienza di Cantieri, cit.


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>Figura 4.1 - Architettura del knowledge management system di CantieriGENERATORI DI CONOSCENZA ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI ARCHITETTURA DEL SISTEMAINTERNI (Cantieri)ESTERNI Partner Utenti Comunità di praticaLibraryEsperienzeHow toForumCANTIERICollaborationareaSistemi esterniSistemi <strong>in</strong>terniIntegratore di processiAbstraction layerAreadi servizioInterfaccia utente113gruppamento delle unità di conoscenza <strong>in</strong> <strong>in</strong>siemi omogenei, visto chequesti <strong>in</strong>formano direttamente l'organizzazione del sistema, il piano deiservizi e le modalità di accesso da parte degli utenti. Da questo punto divista, la configurazione del knowledge system di Cantieri si fonda su sceltecondivise <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e alla tassonomia di riferimento adottata per l'<strong>in</strong>dividuazionee il dimensionamento delle aree di contenuto e relativamentealla tipizzazione dell'utenza.Con riferimento al primo aspetto, la costruzione della tassonomia delknowledge system è def<strong>in</strong>ita sulla base delle priorità del programmaCantieri di cui si è già detto; nell'ambito di ciascuna di esse, i criteri di riferimentosono <strong>in</strong>dividuati nelle aree di <strong>in</strong>novazione utilizzate per la catalogazionedelle esperienze della banca dati "Buoniesempi" gestita dalFormez per conto del Dipartimento della funzione pubblica.Riguardo ai criteri di classificazione degli utenti, il sistema progettatodist<strong>in</strong>gue, <strong>in</strong> prima approssimazione, gli utenti delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>(discrim<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> relazione alla tipologia di amm<strong>in</strong>istrazione considerata,alla dimensione, alla localizzazione geografica, al ruolo svolto nell'organizzazionedi appartenenza), dagli utenti, sempre pubblici, prepostialla gestione del sistema (operatori del Dipartimento della funzione pubblica).La f<strong>in</strong>alizzazione del sistema <strong>in</strong> funzione della domanda espressadall'utenza, <strong>in</strong>fatti, non preclude, anzi richiede la presenza di funzioniappositamente dest<strong>in</strong>ate agli amm<strong>in</strong>istratori di sistema ricomprese, nelmodello proposto, nell'"area di servizio"; si tratta di funzionalità strumentalialla gestione e all'aggiornamento del patrimonio di conoscenza


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE114assicurate attraverso l'estrazione di <strong>in</strong>formazioni potenzialmente utili pervalutare e orientare le politiche dell'<strong>in</strong>novazione e, <strong>in</strong> generale, per supportarei processi decisionali riferiti alle politiche <strong>pubbliche</strong> relative allosviluppo del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.Il knowledge system di Cantieri prevede l'organizzazione dei contenuti diconoscenza e delle risorse <strong>in</strong>tellettuali <strong>in</strong> tre raggruppamenti omogenei:1. la library, l'area della conoscenza teorica esplicita, con un grado elevatodi formalizzazione;2. le "esperienze", l'area della conoscenza pratica, del know-how resoesplicito anche attraverso le attività e le <strong>in</strong>iziative del programmaCantieri, con un grado <strong>in</strong>termedio di formalizzazione;3. l'how-to, l'area dell'esplicitazione delle conoscenze tacite, di quellecomponenti cioè derivanti dallo scambio non ancora formalizzate oche presentano un grado m<strong>in</strong>imo di codificazione.La library è l'area del sapere teorico prodotto sotto forma di elementi formalizzati(pubblicazioni elettroniche o cartacee, manuali, l<strong>in</strong>ee guida, articoli,eccetera) provvisti del carattere della "stabilità", ovvero manifestazionidi conoscenza che hanno raggiunto un riconosciuto livello di maturazione.Dal punto di vista funzionale, l'area costituisce a tutti gli effettiun document management system <strong>in</strong> grado di garantire la memorizzazione,la classificazione, la ricerca e la consegna di "documenti".La library del knowledge system di Cantieri, sostanziata da riferimentibibliografici delle pubblicazioni <strong>in</strong>erenti le aree di competenza e dalla"Banca delle competenze accademiche" (repertorio multidiscipl<strong>in</strong>aredelle attività scientifiche di ricerca e sviluppo avviate dalle Università italiane),fornisce agli utenti i riferimenti bibliografici delle pubblicazioniche rispondono ai criteri di ricerca: l'accesso alle pubblicazioni <strong>in</strong> formatoelettronico disponibili o agli abstract degli articoli, l'<strong>in</strong>dicazione dellel<strong>in</strong>ee di ricerca avviate presso le università italiane nell'area discipl<strong>in</strong>are cuil'<strong>in</strong>terrogazione fa riferimento e dei relativi responsabili 8 .L'area "esperienze" rappresenta il secondo livello di archiviazione dellerisorse <strong>in</strong>tellettuali del knowledge system di Cantieri; contiene il knowhow maturato presso le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> e reso disponibile attraversoschede descrittive delle esperienze, documentazione operativa, metadati e8 In aggiunta a queste <strong>in</strong>formazioni, il sistema potrà fornire <strong>in</strong>dicazioni relative alle pubblicazioni oaltri riferimenti che si sono dimostrati <strong>in</strong>teressanti per utenti che hanno formulato richieste su temianaloghi. Questo meccanismo di push<strong>in</strong>g delle <strong>in</strong>formazioni consente di estrarre nuove conoscenzebasandosi su analisi statistiche e sulla storia delle <strong>in</strong>terrogazioni formulate dagli altri utenti; le<strong>in</strong>formazioni, opportunamente memorizzate, possono essere elaborate tenendo conto anche dellatipologia di utente e del contesto all'<strong>in</strong>terno del quale la query corrente è stata formulata.La funzionalità descritta non supporta solo questa area funzionale del sistema, ma è prevista ancheper le altre aree applicative. Su questo punto di veda R. MUSSARI, Il knowledge management system e l'<strong>in</strong>novazionemanageriale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> italiane: l'esperienza di Cantieri, cit.


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>altri riferimenti che favoriscono l'<strong>in</strong>terazione fra le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> rendendod<strong>in</strong>amico e vivo uno strumento che nasce come statico. L'area<strong>in</strong>clude qu<strong>in</strong>di materiale variamente sostanziato di conoscenza, provvistodi un diverso grado di completezza e di strutturazione, capace di promuovere,con la sua diffusione, attività e modalità diverse di apprendimentofacendo leva, <strong>in</strong>nanzi tutto, sui tratti di similitud<strong>in</strong>e tra il contestodi riferimento e gli ambiti/scenari della sua applicazione; nel caso dimateriale riferito a esperienze meno strutturate e difficilmente replicabili,non si può parlare, <strong>in</strong> realtà, di modalità di conservazione e di diffusionedella conoscenza, quanto di trasmissione di <strong>in</strong>put <strong>in</strong>formativi.Data la provenienza <strong>in</strong> maggior parte "esterna" della conoscenza contenuta<strong>in</strong> quest'area, la funzionalità prelevante del sottosistema è quelladi <strong>in</strong>terrogare le fonti esterne e di "adattare" sia il formato dei risultatidi queste <strong>in</strong>terrogazioni sia i criteri di classificazione a quelli utilizzatidal knowledge management system 9 .L'area how-to costituisce la terza componente del sistema e rappresentalo spazio di archiviazione della conoscenza generata nell'ambito del sistemastesso. Mentre le aree di servizio library ed esperienze si basano(necessariamente) su <strong>in</strong>formazioni prodotte nel passato, l'how-to è concepitocome lo spazio <strong>in</strong> cui confluiscono documenti <strong>in</strong> formato elettronicoche contengono la conoscenza generata attraverso l'<strong>in</strong>terazione e loscambio degli utenti con il sistema (procedure, l<strong>in</strong>ee guida, <strong>in</strong>dicazioni d<strong>in</strong>atura prettamente operativa, eccetera) 10 .Il sottosistema how-to è alimentato, prevalentemente, da forum; il suosviluppo richiede, pertanto, l'<strong>in</strong>tervento di esperti nelle tematiche di volta<strong>in</strong> volta trattate, agevolato dal supporto di strumenti tecnologici (adesempio, strumenti per la catalogazione automatica), <strong>in</strong> grado di facilitareil processo di estrazione delle <strong>in</strong>formazioni.L'area forum costituisce, <strong>in</strong> quanto funzionalità dedicata allo scambio fraamm<strong>in</strong>istratori e utenti o fra gli utenti stessi del sistema, lo strumento dicollegamento fra le attività sviluppate dal Dipartimento della funzionepubblica nell'ambito del programma Cantieri e il sistema di gestione dellaconoscenza. La partecipazione attiva ai forum è riservata esclusivamenteagli utenti registrati; la consultazione è <strong>in</strong>vece aperta a tutti gli utenti.Come già ricordato, uno degli obiettivi del sistema di gestione dellaconoscenza di Cantieri è quello di favorire la partecipazione della"comunità degli <strong>in</strong>novatori" al processo di generazione della conoscenzadi tipo collaborativo. A tale scopo, il sistema di knowledge prevede1159 R. MUSSARI, Il knowledge management system e l'<strong>in</strong>novazione manageriale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>italiane: l'esperienza di Cantieri, cit.10 R. MUSSARI, Il knowledge management system e l'<strong>in</strong>novazione manageriale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>italiane: l'esperienza di Cantieri, cit.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEla realizzazione di una Collaboration area, cioè di uno spazio dedicatoal lavoro collaborativo che ospiterà alcune attività di Cantieri, rendendodisponibili e accessibili via web strumenti per mettere <strong>in</strong> contatto i partecipantia un progetto che consentono il trasferimento, la condivisionee l'acquisizione di conoscenze.4.3 La gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> a supporto dellariorganizzazione. I progetti di conoscenza dell'Agenziadel demanio4.3.1 F<strong>in</strong>alità e obiettivi116Il sistema di gestione della conoscenza, progettato e messo a puntodall'Agenzia del demanio, costituisce uno dei pochi esempi applicativirealizzati da una amm<strong>in</strong>istrazione centrale nell'ambito di una corniceconcettuale di riferimento, che tenga conto di diversi profili di sviluppodel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> quali: la codificazione della conoscenza operativa(processi e procedure) relativa ai processi core ma anche quella riferitaalle attività di supporto; la promozione di uno sviluppo uniforme ediffuso delle competenze del personale, anche attraverso la progettazionee l'implementazione di strumenti <strong>in</strong>novativi (e-learn<strong>in</strong>g); la valorizzazionedelle competenze strategiche nel quadro di un più generaleripensamento della missione istituzionale.L'esperienza è tanto più significativa se si considera che essa è stata concepitacome strumento di sostegno del processo di riforma dell'assettoorganizzativo dell'Agenzia operata nel 2001, quale risposta "organizzativa"a un problema em<strong>in</strong>entemente operativo-gestionale: il presidiouniforme dei processi di servizio nelle diverse articolazioni territorialidell'Agenzia e la re<strong>in</strong>terpretazione della missione istituzionale attraversola diffusione e la valorizzazione delle competenze proprietarie, <strong>in</strong>particolare di quelle <strong>in</strong>carnate dal personale.C'è da dire subito, tuttavia, che la "sensibilità", che ha permesso di puntaree di <strong>in</strong>vestire sul patrimonio delle conoscenze proprietarie qualestrumento per l'<strong>in</strong>nalzamento del livello di performance e l'attuazionedel processo di riorganizzazione, non discende esclusivamente dagliorientamenti strategici di vertici politici e manageriali "illum<strong>in</strong>ati" (equ<strong>in</strong>di dal capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano dell'Agenzia): l'esperienza e gli<strong>in</strong>terventi f<strong>in</strong>alizzati alla realizzazione di un sistema di gestione dellaconoscenza, come altre <strong>in</strong>iziative di <strong>in</strong>novazione dal forte impatto tecnico-organizzativorealizzate nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> centrali elocali, è stata pensata, progettata e posta <strong>in</strong> essere con il supporto di unasocietà di consulenza che ha messo a disposizione dell'Agenzia il proprioknow-how già sperimentato attraverso l'applicazione <strong>in</strong> altri con-


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>testi organizzativi. Il tratto qualificante di questa esperienza, che costituisceanche il suo punto di forza e la spiegazione del suo successo,risiede tuttavia nel fatto che non si è trattato di una mera trasposizionedi soluzioni preconfezionate, ma di una progettazione congiunta voltaa coniugare le caratteristiche generali dell'impianto con le specificitàoperative dell'Agenzia e il grado di recettività di strumenti <strong>in</strong>novativi (lapropensione e l'orientamento all'<strong>in</strong>novazione degli operatori, il livello di<strong>in</strong>formatizzazione e la disponibilità di risorse tecnologiche, eccetera).Come nella maggior parte delle esperienze applicative, anche nel casodell'Agenzia del demanio la progettazione e la promozione di processi eprogetti aventi per oggetto la gestione e lo sviluppo del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>discende da esigenze prettamente operativo-gestionali. Nella fattispecie,la progettazione di un sistema di knowledge deriva dalla necessitàdi dare attuazione alla modificazione della struttura organizzativadell'Agenzia realizzata dall'adozione del d.lgs. n. 300/99, il quale ha istituitol'Agenzia a partire dalla scissione del preesistente Dipartimento delterritorio del M<strong>in</strong>istero dell'economia e delle f<strong>in</strong>anze <strong>in</strong> due dist<strong>in</strong>teunità organizzative. Quanto alla missione istituzionale, il decreto <strong>in</strong>parola affidava all'Agenzia del demanio il compito di amm<strong>in</strong>istrare i beniimmobiliari dello Stato razionalizzandone e valorizzandone l'uso ancheattraverso la loro gestione economica. Si tratta di una missione altamente<strong>in</strong>novativa rispetto al passato, che richiede all'Agenzia la capacità dirappresentare un punto di riferimento autorevole <strong>in</strong> ambito immobiliare,<strong>in</strong> grado di fornire soluzioni <strong>in</strong>novative <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea con le specifiche esigenzedella pubblica amm<strong>in</strong>istrazione centrale e locale.Le difficoltà dell'esercizio di una missione <strong>in</strong>novativa sono state peraltroaccentuate da elementi di complessità organizzativa, discendenti dallecaratteristiche del contesto operativo di riferimento dell'Agenzia, contraddist<strong>in</strong>todall'elevato patrimonio dei beni gestiti (più di 30.000 beni immobili),presidiato attraverso un'articolazione territoriale diffusa (l'Agenzia èpresente, con proprie strutture, su tutto il territorio nazionale) e una rilevantedotazione organica (il personale dell'Agenzia consta, nel 2003, dicirca 1.750 unità, di cui 1.500 operanti nelle strutture periferiche).I progetti e le <strong>in</strong>iziative di gestione e sviluppo del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,varati dall'Agenzia a partire dal 2001, perseguono tutti l'obiettivo comunedi assicurare una presenza uniforme di conoscenze e di competenzepresso tutte le unità organizzative dell'Agenzia, al f<strong>in</strong>e di fronteggiare lecriticità determ<strong>in</strong>ate, da un lato, dalla ridef<strong>in</strong>izione della missione istituzionale,da esercitare attraverso nuove competenze, ovvero mediante lare<strong>in</strong>terpretazione di quelle tradizionali secondo uno spirito e modalità<strong>in</strong>novative; dall'altro, dalla ripartizione "non ragionata" delle risorseumane <strong>in</strong> seguito alla scissione del dipartimento del territorio operataper la costituzione di due dist<strong>in</strong>te agenzie.Entrambe le evenienze hanno determ<strong>in</strong>ato, nel breve periodo, numero-117


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE118si elementi di complessità operativo-gestionale: la distribuzione nonottimale del personale e delle competenze (tecniche, amm<strong>in</strong>istrative egestionali) <strong>in</strong> un nuovo assetto, fatto di 34 filiali e 57 sezioni non piùcontrobilanciato da un livello <strong>in</strong>termedio di coord<strong>in</strong>amento (compartimento),soppresso dalla riforma; la disomogeneità delle modalità operativerelative ai pr<strong>in</strong>cipali processi, a fronte della necessità di una lorogestione <strong>in</strong> maniera uniforme; il superamento di un gap culturale,determ<strong>in</strong>ato dalla scarsa disponibilità di conoscenze e competenze pienamenterispondenti alle reali esigenze conseguenti alla nuova missioneassegnata all'Agenzia 11 .Rispetto a tali criticità, la gestione della conoscenza e lo sviluppo unitarioe uniforme del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> è stata ravvisata come lo strumentoper razionalizzare e omogeneizzare i processi gestionali, costruire un efficientesistema di comunicazione <strong>in</strong>terna, capitalizzare, attraverso la condivisione,le conoscenze distribuite sul territorio, formare competenzeconnotate da un medesimo livello di sviluppo a tutti i livelli di responsabilità12 . Spicca, <strong>in</strong> particolare, l'orientamento delle <strong>in</strong>iziative progettate epromosse alla valorizzazione e allo sviluppo del patrimonio umano conun duplice obiettivo: "ammortizzare" nel più breve tempo possibile l'avvenutaperdita di competenze; progettare e implementare una base diconoscenza comune per l'esercizio della professione, codificata, <strong>in</strong> mododa risentire il meno possibile di future defezioni e di rendere operativonel più breve tempo possibile nuovo personale eventualmente reclutato.4.3.2 Caratteristiche delle soluzioni implementateL'Agenzia del demanio ha realizzato, a partire dal 2001, una serie correlatadi <strong>in</strong>iziative vertenti sulle risorse <strong>in</strong>tellettuali proprietarie e veri e propriprogetti di conoscenza, che hanno impattato su aspetti e profili diversidella gestione. La strategia sottesa, pur ispirata alla gradualità degli<strong>in</strong>terventi da promuovere, è stata quella di gettare rapidamente alcunecondizioni di base per la gestione della conoscenza: la codificazione e ladocumentazione di elementi di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> strutturale (proceduree prassi operative); la realizzazione di un'<strong>in</strong>frastruttura tecnologica e dipiù generali condizioni di connettività per lo sviluppo delle <strong>in</strong>terazioni (edelle modalità di <strong>in</strong>terazione) tra gli operatori dell'Agenzia (capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>relazionale); la promozione di <strong>in</strong>iziative di formazione del perso-11 C. PETAGNA, Gestione della conoscenza e trasformazione della pubblica amm<strong>in</strong>istrazione. L'esperienza dell'agenziadel demanio, Relazione presentata alla III giornata degli <strong>in</strong>novatori - Forum PA 2003, Roma, 2003.12 S. LAMBARELLI, Il sistema <strong>in</strong>tegrato di gestione della conoscenza dell'Agenzia del demanio, relazionepresentata al Sem<strong>in</strong>ario "Dai sistemi documentali al knowledge management: un'opportunità perla pubblica amm<strong>in</strong>istrazione", Roma, Centro nazionale per l'<strong>in</strong>formatica nella pubblica amm<strong>in</strong>istrazione,2003.


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>nale (capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano).Il varo di progetti di gestione della conoscenza nell'Agenzia del demanio,pertanto, ha puntato al perseguimento di risultati operativi ben precisi, <strong>in</strong>teoria quantificabili: assicurare, nel breve periodo, lo stesso livello di performancedelle unità organizzative, pur a fronte di una contrazione dellerisorse umane e delle competenze; accrescere, nel medio periodo, facendoleva sulle competenze (<strong>in</strong> molti casi esclusive) dell'Agenzia, le dimensioniquali-quantitative delle prestazioni istituzionali.Nel dettaglio, i pr<strong>in</strong>cipali progetti di conoscenza ideati e messi a punto apartire dalla seconda metà del 2001 e operativi nei primi mesi del 2002,hanno riguardato gli aspetti di seguito <strong>in</strong>dicati (l'elencazione ricalca, oltreche una priorità logica, l'effettiva cronologia): la def<strong>in</strong>izione e la redazionedel manuale operativo e delle procedure; la realizzazione della <strong>in</strong>tranetdell'Agenzia; la progettazione del sistema di knowledge management.La realizzazione del manuale organizzativo dell'Agenzia, promossa a partiredal giugno 2001, è stata determ<strong>in</strong>ata dall'esigenza di creare un riferimento<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di responsabilità e modalità operative, riferito a tutti iprocessi dell'Agenzia, core e di supporto. Il manuale, oggetto di aggiornamentoperiodico, è articolato <strong>in</strong> tre pr<strong>in</strong>cipali sezioni: strutture organizzativee piano di responsabilità; procedure organizzative relative aiprocessi diretti; procedure organizzative relative ai processi di supporto.La redazione del manuale organizzativo e delle procedure assume i trattidi "progetto di conoscenza" per le modalità della sua realizzazione e gliobiettivi perseguiti attraverso la sua stesura. Il manuale non nasce da mereesigenze di documentazione e da f<strong>in</strong>alità classiche di proceduralizzazionedell'azione amm<strong>in</strong>istrativa: quest'ultimo tratto, <strong>in</strong> particolare, è stato consideratosecondario rispetto a una esigenza più generale, quella della rilevazionee dell'analisi comparativa (ai f<strong>in</strong>i dell'<strong>in</strong>dividuazione di prassieccellenti) delle pratiche operative e della conoscenza proprietariadell'Agenzia.La realizzazione del manuale è stata affidata alla conduzione di un veroe proprio progetto di knowledge mapp<strong>in</strong>g, avviato muovendo dall'assuntoche la creazione di sapere avvenga attorno ai processi operativi ealle esigenze applicative. L'output realizzato con il co<strong>in</strong>volgimento diffusodegli operatori dell'Agenzia ha consentito di colmare una lacunarilevante, quella dell'assenza di procedure di riferimento comuni perl'attività operativa corrente (<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di know-how e di know-who).La def<strong>in</strong>izione di procedure è stata ispirata al pr<strong>in</strong>cipio della condivisione,anche al f<strong>in</strong>e di evitare gli effetti di deresponsabilizzazione tipicidi contesti operativi altamente normati; le procedure progettate e "certificate"sono state promosse dal basso, a cura degli stessi operatori<strong>in</strong>teressati; la condivisione e la partecipazione nella def<strong>in</strong>izione ha costituitoil presupposto per un loro cont<strong>in</strong>uo e progressivo aggiornamen-119


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE120to, alla luce delle migliori pratiche emergenti nella prassi.La diffusione della conoscenza richiede tuttavia, oltre alla condivisione(ma anche ai f<strong>in</strong>i della condivisione), la possibilità di accesso e di fruizione.Tale esigenza è particolarmente rilevante per un'amm<strong>in</strong>istrazionepubblica, quale l'Agenzia, articolata sul territorio, laddove non si puòfar affidamento sulla contiguità fisica degli operatori quale modalità perla promozione di condizioni uniformi di gestione e di apprendimento<strong>in</strong>dividuale e organizzativo. Da questo punto di vista, le tecnologie dell'<strong>in</strong>formazionee della comunicazione costituiscono lo strumento privilegiatoper agevolare l'accesso e la disponibilità di <strong>in</strong>formazioni e conoscenze.Per questo motivo, il secondo progetto, strumentale alla promozionedi un sistema di gestione della conoscenza attivatodall'Agenzia del demanio, è consistito nella realizzazione di una <strong>in</strong>tranet(giugno 2002).Il progetto è stato promosso con l'obiettivo di creare uno strumentoaccessibile a tutto il personale per fornire notizie, <strong>in</strong>formazioni, documentie altri strumenti per supportare l'attività operativa corrente.L'implementazione di una rete <strong>in</strong>tranet ha rappresentato, <strong>in</strong>nanzi tutto, lamodalità operativa per la diffusione e la condivisione delle procedureorganizzative e delle pratiche operative def<strong>in</strong>ite attraverso la formulazionedel manuale; la sua valorizzazione quale strumento di gestione dellaconoscenza è stata perseguita, più <strong>in</strong> generale, attraverso l'attivazione dispecifiche <strong>in</strong>iziative riconducibili nel più generale sistema di knowledge.Il modello di gestione della conoscenza proposto dall'Agenzia, tuttavia,non è "tecnocentrico", basato cioè sull'utilizzo <strong>in</strong>tensivo delle tecnologie:il ruolo (rilevante) assegnato a tali risorse è stato concepito come strumentalerispetto a un sistema "a elevato contributo umano", funzionaleall'obiettivo del trasferimento della conoscenza. La progettazione e la realizzazionedel sistema di knowledge management dell'Agenzia (dicembre2002), pertanto, è stata centrata sulla dimensione contenutistico-organizzativa:l'obiettivo del sistema è stato <strong>in</strong>dividuato nella promozione dellaformalizzazione, dell'aggiornamento, della capitalizzazione e della diffusionedi conoscenze centrata sulla costituzione di una rete di esperti esulla focalizzazione della conoscenza rispetto a s<strong>in</strong>goli processi 13 .Il knowledge management è stato <strong>in</strong>teso e <strong>in</strong>terpretato dall'Agenziacome la classe degli strumenti di gestione delle conoscenze applicati alf<strong>in</strong>e di supportare il raggiungimento degli obiettivi di performance dell'amm<strong>in</strong>istrazione,agendo là dove una gestione più efficace delle conoscenze(e non la revisione dei processi o delle strutture organizzative)può portare a risultati significativi. Anzi, è proprio la mappatura della13 S. LAMBARELLI, Il sistema <strong>in</strong>tegrato di gestione della conoscenza dell'Agenzia del demanio, cit.


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>conoscenza e il confronto delle prassi operative <strong>in</strong> essere, delle <strong>in</strong>formazionidi supporto, delle conoscenze e delle competenze messe <strong>in</strong>campo, che ha consentito di promuovere e realizzare la razionalizzazione"per <strong>in</strong>duzione" dei processi, non operata "a tavol<strong>in</strong>o", ma attraversol'estensione e il trasferimento di pratiche (o comb<strong>in</strong>azioni di pratiche)già utilizzate all'<strong>in</strong>terno dell'Agenzia, qu<strong>in</strong>di immediatamente operative.Il secondo pr<strong>in</strong>cipio ispiratore è da ravvisare nella concezione enella realizzazione di un sistema capace di evolvere nel tempo, <strong>in</strong> gradodi favorire lo sviluppo complessivo delle competenze necessarie al correttosvolgimento dell'<strong>in</strong>sieme delle attività proprie dell'Agenzia.Gli elementi qualificanti del sistema di knowledge dell'Agenzia deldemanio sono: la rete di esperti, organizzati <strong>in</strong> un albo certificato; ilcontact center, implementato per supportare gli utenti del sistema e pergestire le richieste di consulenza specialistiche; il portale attraverso ilquale accedere direttamente ai vari elementi e contenuti di conoscenzaresi progressivamente disponibili (riferimenti normativi, modulistica,casi esemplari, risposte alle domande più frequenti, eccetera) 14 . Quantoall'estensione, il perimetro operativo del sistema è delimitato, nella fase<strong>in</strong>iziale di sperimentazione, a nove processi pr<strong>in</strong>cipali, c<strong>in</strong>que caratteristicidell'attività core dell'Agenzia (tutela, vigilanza, manutenzionestraord<strong>in</strong>aria, vendite, valorizzazioni) e quattro di supporto (approvvigionamentodi beni e servizi, gestione del budget, gestione delle missioni,sicurezza); a regime, ovviamente, il sistema prevede l'estensione atutti i processi aziendali, core e strumentali.Al di là delle soluzioni tecnologiche e delle modalità operative dedicatealla diffusione e alla patrimonializzazione della conoscenza, il sistema èstrutturato e configurato attorno alle figure di esperti e sulla base dellaprevisione di ruoli organizzativi ben precisi. La centralità delle risorseumane costituisce il necessario punto di partenza del sistema, il "cuore"del sistema di knowledge: la credibilità delle persone, sostanziata dallacompetenza e dalla professionalità espressa, dal riconoscimento dellaqualità di "esperto" su specifiche aree di attività dell'Agenzia, <strong>in</strong>fatti,garantisce la qualità della base di conoscenza immessa nel sistema perla diffusione.Ma la riconoscibilità della professionalità pure necessaria, non è di persé sufficiente per assicurare la propensione e l'orientamento dei soggettial trasferimento delle conoscenze e delle competenze: per questomotivo, la rete degli esperti dell'Agenzia è stata def<strong>in</strong>ita e sviluppataattraverso attività di selezione e di formazione e certificata attraverso lacostituzione di uno specifico albo. Nelle caratteristiche della rete di12114 C. PETAGNA, Gestione della conoscenza e trasformazione della pubblica amm<strong>in</strong>istrazione. L'esperienza dell'agenziadel demanio, cit.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE122esperti, i promotori del sistema di knowledge dell'Agenzia hanno riconosciuto,<strong>in</strong> particolare, la determ<strong>in</strong>ante della sua funzionalità e il fattoredi successo della sua realizzazione, come documentato dagli elevatilivelli di accesso e di utilizzo. L'<strong>in</strong>troduzione del sistema di knowledgeha rappresentato l'<strong>in</strong>nesto di un "oggetto evoluto <strong>in</strong> un contesto primitivo",reso credibile proprio dalla rete degli esperti e dalla sua operativitàquale elemento catalizzante della conoscenza, <strong>in</strong> grado di ridurre la"diffidenza" degli operatori, "<strong>in</strong>iziati" alle pratiche di condivisione e disocializzazione attraverso il "contatto umano di uno di loro".Quello di "esperti", ruolo <strong>in</strong>carnato dai dipendenti dell'Agenzia cheerogano supporto specialistico al personale relativamente a specificiprocessi o loro <strong>in</strong>siemi, non rappresenta, tuttavia, l'unico knowledgerole previsto. Il sistema progettato, <strong>in</strong>fatti, si basa sulla def<strong>in</strong>izione esullo sviluppo di ulteriori ruoli organizzativi 15 :1. tutor: responsabile del sistema di knowledge nel suo complesso, hail compito di garantire il corretto funzionamento e la coerenza delsuo sviluppo. Il tutor, <strong>in</strong>oltre, cura le <strong>in</strong>iziative di implementazione,progetta l'<strong>in</strong>tegrazione del sistema attraverso la previsione di ulteriorifunzionalità. Dal punto di vista organizzativo, il tutor è <strong>in</strong>quadratonella direzione centrale Sviluppo e pianificazione, cui competela responsabilità dell'<strong>in</strong>tero sistema di knowledge;2. supervisori di processo: hanno la responsabilità dei contenuti disupporto specialistico presenti nel sistema, oltre che degli <strong>in</strong>terventierogati dagli esperti di processo. La figura di supervisore di processoco<strong>in</strong>cide, di norma, con quella dirigenziale, che presidia istituzionalmenteil processo <strong>in</strong>teressato; a questa figura compete lacertificazione della conoscenza immessa nel sistema, oltre che il suoperiodico arricchimento e aggiornamento;3. referenti di struttura e di filiale: costituiscono la "c<strong>in</strong>ghia di trasmissione"periferica del sistema di gestione della conoscenza ehanno il compito di favorirne la circolazione delle risorse <strong>in</strong>tellettualie di facilitarne l'utilizzo.La diffusione della conoscenza certificata e del supporto tecnico-specialisticoavviene attraverso due pr<strong>in</strong>cipali modalità: il call center e ilportale <strong>in</strong>tranet. Il primo rappresenta la modalità di accesso diretto adisposizione degli utenti, attraverso la quale è possibile avere <strong>in</strong>formazionisul sistema di knowledge management e gestire le richieste di supportospecialistico rivolte agli esperti. Il secondo (portale <strong>in</strong>tranet)costituisce il canale di accesso ai contenuti di supporto tramite il sistema<strong>in</strong>formativo; all'<strong>in</strong>terno del portale sono catalogati per processo i15 S. LAMBARELLI, Il sistema <strong>in</strong>tegrato di gestione della conoscenza dell'Agenzia del demanio, cit.


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>pr<strong>in</strong>cipali strumenti di supporto e i prodotti di conoscenza previsti:normativa di riferimento, modulistica, best practices, risposte alledomande più frequenti, eccetera 16 .Una componente qualificante del sistema di knowledge è rappresentatadagli strumenti di monitoraggio, f<strong>in</strong>alizzati a verificarne i livelli di funzionamentoe di utilizzo. Le rilevazioni di monitoraggio sono focalizzate,<strong>in</strong> particolare, su tre pr<strong>in</strong>cipali aspetti di funzionamento del sistema:l'<strong>in</strong>tranet, il supporto specialistico, l'accrescimento delle conoscenze 17 .Per quanto attiene al primo profilo di misurazione e monitoraggio, l'obiettivoè verificare l'attualità e la perdurante validità dei contenuti<strong>in</strong>formativi e di conoscenza presenti sul sistema e, contestualmente, illivello di utilizzo da parte degli utenti, sia dal punto di vista quantitativosia qualitativo, <strong>in</strong>cluso il grado di soddisfazione.Il monitoraggio e la valutazione dell'attività svolta dagli esperti prevedela quantificazione del ricorso agli <strong>in</strong>terventi di supporto specialistico siadal punto di vista quantitativo sia qualitativo e la rilevazione, anche <strong>in</strong>questo caso, del livello di soddisfazione degli utenti.Il terzo profilo di analisi e di misurazione, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, attiene alla valutazionedell'efficacia complessiva del sistema dal punto di vista dell'accrescimento(quali-quantitativo) delle conoscenze tecnico-specialistiche degliutenti. Nel caso delle richieste di supporto formulate agli esperti, ladeterm<strong>in</strong>azione avviene, ad esempio, sulla base della rilevazione dellivello di soddisfazione degli utenti relativamente al tempo medio dirisposta e di valutazioni dell'utente <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e al grado di esaustività dellarisposta ottenuta, al suo livello di co<strong>in</strong>volgimento e al grado di accrescimentodelle sue competenze. In particolare, si prevede che il monitoraggiorelativo al sistema di gestione della conoscenza confluisca nelpiù generale sistema di controllo di gestione, al f<strong>in</strong>e di evidenziare l'impattosulle modalità operative <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di riduzione dei tempi di attraversamentodelle procedure.Le risultanze del monitoraggio sono s<strong>in</strong>tetizzate attraverso la redazionedi report di s<strong>in</strong>tesi, i quali documentano lo scostamento rispetto aobiettivi prefissati (ad esempio: numero di utenti e numero di accessi),la distribuzione degli utenti (nuovi, abituali) per sede di lavoro, il numerodi richieste di supporto pervenute al contact center, dist<strong>in</strong>te per tipologiadi causale (segnalazione di disfunzioni, richieste di <strong>in</strong>formazioni,di <strong>in</strong>tegrazioni e di supporto) e il livello di avanzamento (con riferimentoall'attività di supporto, ad esempio, il numero di richieste, per12316 S. LAMBARELLI, Il sistema <strong>in</strong>tegrato di gestione della conoscenza dell'Agenzia del demanio, cit.17 Le considerazioni proposte relative ai diversi profili di misurazione e monitoraggio sono tratteda AGENZIA DEL DEMANIO, Sistema di gestione della conoscenza. Report di monitoraggio generale(documento <strong>in</strong>terno).


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE124tipologia di processo: aperte, assegnate, risolte, affidate <strong>in</strong> esame alsupervisore, certificate, archiviate).Per quanto riguarda le prospettive di implementazione del modello diknowledge, due sono i pr<strong>in</strong>cipali obiettivi perseguiti dall'Agenzia: da unlato, l'estensione dei contenuti di conoscenza riferiti a tutti i processi,sia di carattere "produttivo" sia strumentale; dall'altro, il varo di un progettodi e-learn<strong>in</strong>g quale strumento per consentire una maggiore flessibilitànell'erogazione della formazione, assicurare l'allargamento dellaplatea dei fruitori, ridurre i costi connessi alle missioni, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, assicurareuna formazione cont<strong>in</strong>ua.Nel bilancio prelim<strong>in</strong>are dell'unità organizzativa responsabile (Direzionecentrale sviluppo e pianificazione), l'<strong>in</strong>troduzione del sistema di gestionedella conoscenza si è rivelata una scelta valida anche <strong>in</strong> un contesto damolti considerato poco maturo per accogliere tali strumenti. In particolare,i punti di forza del progetto sono ravvisabili nel marcato commitmentdel vertice s<strong>in</strong> dalle prime fasi del progetto, nella progettazione delsistema centrata sulle reali esigenze operative rilevate, nell'impiego di elementitecnici ampiamente sperimentati; il tempo di rilascio del sistemamolto contenuto (dall'avvio della progettazione), <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, nel ritorno di<strong>in</strong>formazioni costante e <strong>in</strong> fase con lo sviluppo del sistema 18 .Tali punti di forza sono suffragati da un elevato livello di soddisfazionedegli utenti e da un crescente numero di accessi al sistema: ciò, dalmomento che la sua promozione è stata percepita e giudicata non comeuna delle tante <strong>in</strong>iziative promosse dal "centro" per il centro, ma comeun <strong>in</strong>tervento di discont<strong>in</strong>uità di un "centro che fa qualche cosa cheserve per la periferia".4.4 Gli strumenti socio-tecnici per la gestione del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>. Le applicazioni di Tav4.4.1 F<strong>in</strong>alità e obiettiviIl sistema di knowledge management implementato da Tav S.p.A. (TrenoAlta Velocità) costituisce una delle prime esperienze di applicativi dedicatialla gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> realizzati <strong>in</strong> ambito pubblico.La Tav S.p.A., società costituita nel 1991, è concessionaria delleFerrovie dello Stato per la progettazione e la realizzazione delle nuovel<strong>in</strong>ee ferroviarie veloci lungo le direttrici di trasporto nazionale piùimportanti (Milano-Napoli, Tor<strong>in</strong>o-Venezia, eccetera). La sua missioneistituzionale prevede, tuttavia, accanto alla costruzione di l<strong>in</strong>ee ad alta18 C. PETAGNA, Gestione della conoscenza e trasformazione della pubblica amm<strong>in</strong>istrazione. L'esperienza dell'agenziadel demanio, cit.


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>velocità, il reperimento sul mercato delle risorse necessarie per la realizzazionedegli <strong>in</strong>vestimenti 19 .Per la costruzione di nuove l<strong>in</strong>ee veloci la società Tav non opera da sola:agisce, con i suoi 250 dipendenti, come committente di general contractors(imprese o consorzi di imprese <strong>in</strong>teramente responsabili della progettazioneesecutiva e della costruzione delle opere) e la società di <strong>in</strong>gegneriaItalferr S.p.A. La complessità e le ampie dimensioni dei progetti darealizzare richiedono, <strong>in</strong>oltre, il co<strong>in</strong>volgimento di una pluralità di soggetti:istituzioni centrali (m<strong>in</strong>isteri delle Infrastrutture e dei trasporti,dell'Economia e delle f<strong>in</strong>anze, delle Attività produttive, dell'Ambiente) elocali (comuni, prov<strong>in</strong>ce, regioni), cittad<strong>in</strong>i, associazioni ambientaliste ealtre organizzazioni rappresentative di portatori di <strong>in</strong>teresse.L'<strong>in</strong>troduzione e lo sviluppo di un sistema di gestione della conoscenza<strong>in</strong> Tav ha beneficiato dell'esistenza di alcune condizioni "strutturali" chene hanno agevolato la progettazione e l'estensione. La prima risiede nelmodello organizzativo (società per azioni) e nelle dimensioni, caratterizzatida tratti difformi rispetto a quelli tipicamente amm<strong>in</strong>istrativi, più vic<strong>in</strong>i,qu<strong>in</strong>di, a quelli delle aziende. La seconda è r<strong>in</strong>venibile nella configurazionee nei contenuti delle attività svolte, provviste di tratti tipici di progettiknowledge <strong>in</strong>tensive: tutti i processi caratterizzanti l'attività istituzionaledella società, da quelli tecnico-scientifici più formalizzati a quellisocio-politici più <strong>in</strong>certi, mostrano <strong>in</strong>fatti connotazioni tipiche di processidi generazione, acquisizione, condivisione, trasmissione di conoscenze,ovvero impattano su una o più fasi del ciclo di gestione 20 .Quanto alle f<strong>in</strong>alità, la realizzazione di un sistema di gestione della conoscenzarispondeva em<strong>in</strong>entemente a necessità di <strong>in</strong>tegrazione e di condivisionedi risorse <strong>in</strong>tellettuali, esperienze, abilità detenute da un ampio numerodi soggetti e vertenti su numerosi temi/oggetti. Se si guarda al fabbisognodi conoscenza, la realizzazione di progetti relativi all'alta velocità richiedeun'ampia e diversificata varietà di competenze e di risorse <strong>in</strong>tellettuali,solo <strong>in</strong> parte disponibili all'<strong>in</strong>terno della società Tav e qu<strong>in</strong>di "proprietaria".Di qui la necessità che gli attori co<strong>in</strong>volti nella realizzazione di progetti dil<strong>in</strong>ee ad alta velocità condividano conoscenze tecnico-scientifiche di variaestrazione (geologica, ambientale, tecnologica, eccetera) e "conserv<strong>in</strong>omemoria" di come sono stati affrontati e risolti problemi che si sono giàpresentati nella realizzazione dei progetti conclusi. A queste esigenze cono-12519 Nel dettaglio, Tav S.p.A. è responsabile della progettazione e della costruzione delle l<strong>in</strong>ee ferroviarieveloci; coord<strong>in</strong>a l'azione delle imprese che concorrono alla realizzazione del progetto; èresponsabile del coord<strong>in</strong>amento e della concertazione con gli enti locali e le istituzioni, nel corsodi tutte le fasi progettuali ed esecutive, relativamente alle implicazioni e agli aspetti di comune <strong>in</strong>teressenella realizzazione delle attività istituzionali.20 G. FATALI e R. MORICI, La progettazione di un sistema di knowledge management: il caso Tav, <strong>in</strong>Sistemi & Impresa, n. 1, gennaio-febbraio 2002.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE126scitive si vanno ad aggiungere quelle relative all'impatto delle <strong>in</strong>iziative realizzatenon solo da un punto di vista fisico-ambientale, ma anche <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>eai vari <strong>in</strong>teressi "toccati"; l'efficace progettazione e attuazione di progettirichiede qu<strong>in</strong>di che la società acquisisca tempestivamente <strong>in</strong>formazionirelative agli <strong>in</strong>teressi e, più <strong>in</strong> generale, alle posizioni espresse da utenti,forze sociali, organismi rappresentativi, eccetera.Le esigenze richiamate hanno fatto sì che il sistema di gestione dellaconoscenza utile per Tav fosse pensato come provvisto di due dimensionidi diffusione e di <strong>in</strong>tegrazione: verticale, al f<strong>in</strong>e di condividererisorse e materiale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> tra i vari livelli organizzativi; orizzontale,sia all'<strong>in</strong>terno della società, tra i vari progetti, sia all'esterno, traTav e i suoi <strong>in</strong>terlocutori (general contractors, altre società fornitrici,eccetera).La progettazione e l'implementazione di un sistema di gestione dellaconoscenza rispondeva, nel caso di Tav, ad esigenze prettamente"operative": il knowledge management è stato <strong>in</strong>teso come una classedi strumenti di gestione di risorse <strong>in</strong>tellettuali progettata e applicataper rispondere a precise esigenze di bus<strong>in</strong>ess. L'accezione è importanteperché qualifica direttamente gli obiettivi perseguiti attraverso lasua realizzazione, r<strong>in</strong>venibili, <strong>in</strong> particolare, nel supportare il raggiungimentodegli obiettivi di performance della società, agendo là doveuna gestione più efficace delle conoscenze (e non la revisione dei processio delle strutture organizzative) può portare a risultati significativi21 .L'<strong>in</strong>tento operativo e le f<strong>in</strong>alità applicative del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> sonoqu<strong>in</strong>di espressamente dichiarate: la valorizzazione e la massimizzazionedell'impiego persegue l'obiettivo di aumentare l'efficacia e l'efficienzadel lavoro degli operatori nei processi gestionali, al f<strong>in</strong>e di raggiungererisultati qualitativamente superiori <strong>in</strong> tempi <strong>in</strong>feriori, offrendo un supportoalla soluzione di problemi di varia natura e rendendo tempestivamenteoperative le persone. Il lavoro sulla conoscenza, qu<strong>in</strong>di, è consideratoa pieno titolo nel novero dei processi di gestione, non per ilcarattere strumentale che ricopre nei confronti di questi ultimi, ma perla loro specifica, autonoma configurazione.4.4.2 Caratteristiche del sistema implementatoIl sistema di gestione della conoscenza progettato e realizzato da Tavè stato sviluppato tesaurizzando l'esperienza maturata nella realizzazionedi due "progetti pilota", relativi alla gestione delle <strong>in</strong>formazioni21 G. FATALI e R. MORICI, La progettazione di un sistema di knowledge management: il caso Tav, cit.


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>e all'aggiornamento sui temi dell'alta velocità e la revisione delle procedureper la gestione del progetto "Alta velocità" 22 . La (relativa) facilitàdella sua implementazione e il suo successo applicativo, pertanto,deve essere ravvisato nella sua capacità di collocarsi <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di cont<strong>in</strong>uitàrispetto a progetti e azioni preesistenti, una connotazione, questa,che, data la complessità attuativo-gestionale e la portata <strong>in</strong>novativatipica di processi di gestione della conoscenza, ne accresce <strong>in</strong>maniera esponenziale le possibilità di riuscita e di effettivo utilizzo daparte degli operatori.I progetti richiamati possono essere ascritti a pieno titolo nel novero deiprogetti di conoscenza, sia per gli obiettivi perseguiti e le risorse <strong>in</strong>tellettualitrattate, sia per i risultati conseguiti. Ma il contributo più rilevantedeve essere ravvisato nella loro capacità di chiarire come la diffusionedelle conoscenze e la valorizzazione delle competenti agisca lungo duepr<strong>in</strong>cipali direttrici, richiedendo:a) <strong>in</strong>terventi di contestualizzazione, f<strong>in</strong>alizzati ad aiutare gli operatori acomprendere le <strong>in</strong>terdipendenze tra ciò che sanno (non solo comes<strong>in</strong>goli, ma anche come appartenenti a famiglie/aderenti a comunitàprofessionali, come unità organizzative) e quanto è necessario recepiree mutuare da altre persone/componenti organizzative;b) <strong>in</strong>iziative di comunicazione, tali da consentire alle persone e ai gruppiche devono funzionalmente condividere <strong>in</strong>formazioni e conoscenzelo sviluppo di modalità e di capacità di dialogo, scambio e<strong>in</strong>tegrazione.La consapevolezza e la condivisione passa, tuttavia, almeno nella fase <strong>in</strong>iziale,attraverso processi di codificazione e <strong>in</strong>terventi specifici di diffusionedella conoscenza. Per questo motivo, la realizzazione dei progettipilota si è tradotta, quanto ai contenuti, nell'organizzazione di sem<strong>in</strong>ari edi <strong>in</strong>contri di <strong>in</strong>formazione e aggiornamento tenuti da process manageraziendali, riguardanti le pr<strong>in</strong>cipali tematiche caratterizzanti il progetto altavelocità, nell'implementazione di strumenti on l<strong>in</strong>e per il monitoraggiodello stato di avanzamento dei progetti, nella realizzazione di cd romcontenenti vario materiale <strong>in</strong>formativo di supporto (l<strong>in</strong>k, articoli, riferiment<strong>in</strong>ormativi, eccetera) relativi ai diversi temi legati all'esercizio dell'attivitàistituzionale. In questo modo, tuttavia, si è tentato di perseguirecontestualmente obiettivi di <strong>in</strong>tegrazione culturale affidati, <strong>in</strong> particolare,12722 Oltre a questi, per la verità, la realizzazione del sistema di gestione della conoscenza valorizza irisultati conseguiti tra il 1998 e il 2000 <strong>in</strong> diverse aree:a) <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e su clima, cultura e fabbisogni formativi;b) <strong>in</strong>terventi di formazione del personale nelle aree tecnica, manageriale, gestione di progetti;c) analisi organizzative f<strong>in</strong>alizzate alla valutazione delle posizioni, alla valutazione delle prestazionie del potenziale, alla revisione delle procedure organizzative.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE128all'<strong>in</strong>centivazione della motivazione, dello spirito di gruppo e dell'identificazionecon l'azienda e con i suoi obiettivi.D'altra parte, i riferimenti metodologici e le modalità tecnico-organizzativemesse a punto <strong>in</strong> occasione della realizzazione dei progetti pilotahanno rappresentato il presupposto per la def<strong>in</strong>izione di percorsi di formazionee di aggiornamento professionale f<strong>in</strong>alizzati alla raccolta, allacondivisione e alla valorizzazione di tutte le competenze chiave dell'azienda,dest<strong>in</strong>ati a costituire una significativa traccia dello sviluppo dellecompetenze e dei processi di <strong>in</strong>novazione.La progettazione di un sistema di knowledge management propriamente<strong>in</strong>teso è stata avviata e realizzata <strong>in</strong> Tav, nella sua configurazione prelim<strong>in</strong>are,all'<strong>in</strong>izio del 2001. Il sistema nasce ed è progettato come la modalitàdi sistematizzazione e coord<strong>in</strong>amento di una serie di strumenti e metodologiedi sviluppo organizzativo e di gestione dei sistemi <strong>in</strong>formativi giàda tempo sviluppati, facenti parte <strong>in</strong>tegrante di pratiche istituzionali condivisedi tutta l'azienda 23 .Dal punto di vista operativo, la realizzazione del sistema ha preso lemosse da specifiche <strong>in</strong>iziative aventi per oggetto la mappatura, lagestione e la valorizzazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> proprietario e delleconoscenze acquisite mediante l'<strong>in</strong>terazione con i suoi <strong>in</strong>terlocutori.L'obiettivo perseguito è stato quello di uno sfruttamento sistematico e"sistematizzato", al f<strong>in</strong>e di rendere fruibili e facilmente aggiornabili iprodotti <strong>in</strong>tellettuali disponibili attraverso la condivisione di archivi e diesperienze dist<strong>in</strong>tive accumulate nella realizzazione di fasi e progetti giàconclusi, anche <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>formale e <strong>in</strong> forma tacita.Il sistema di knowledge management, <strong>in</strong> questo senso, è stato concepitocome la modalità per 24 :23 G. FATALI e R. MORICI, La progettazione di un sistema di knowledge management: il caso Tav, cit.Per quanto attiene agli aspetti organizzativo gestionali, il sistema di knowledge management diTAV è stato <strong>in</strong>serito all'<strong>in</strong>terno di un più ampio ed esaustivo "Piano di sviluppo organizzativo",promosso <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea con il processo di riorganizzazione del Gruppo FS, <strong>in</strong>centrato sul progetto didivisionalizzazione e societarizzazione.La strada <strong>in</strong>trapresa prevedeva <strong>in</strong> prima istanza la gestione del cambiamento attraverso il perseguimentodi una serie di macro obiettivi: sostenere l'orientamento alla qualità e al lavoro di squadra,ossia <strong>in</strong>staurare relazioni sempre più proficue con tutti coloro da cui dipende il successo delprogetto alta velocità; aumentare la competitività, tenendo conto che l'evoluzione dello scenario<strong>in</strong> cui TAV dovrà operare avrebbe reso sempre più necessario un modello organizzativo ancor piùorientato all'efficienza e all'efficacia.24 G. FATALI e R. MORICI, La progettazione di un sistema di knowledge management: il caso Tav, cit.La def<strong>in</strong>izione del sistema è stata condotta anche sulla base della ricognizione delle aspettative daparte degli operatori, la quale ha posto <strong>in</strong> luce la seguente richiesta: disporre di un sistema <strong>in</strong> gradodi identificare "chi sa cosa" <strong>in</strong> poco tempo, capace di assicurare un supporto nella gestione dei progettie della relativa documentazione, tale da consentire la condivisione di pratiche e know-howtacito ed esplicito a partire dai problemi e dalle soluzioni adottate rendendo disponibili corsi diformazione on l<strong>in</strong>e, materiale <strong>in</strong>formativo e di supporto di varia natura.


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>1. esplicitare e raccogliere, ai f<strong>in</strong>i del loro riutilizzo, le conoscenzematurate nella realizzazione dei progetti;2. identificare e mettere <strong>in</strong> connessione gli operatori <strong>in</strong> grado di fornireun supporto esperto per l'<strong>in</strong>terpretazione della documentazioneo per la risoluzione di problemi già affrontati;3. <strong>in</strong>dividuare con chiarezza, tra il vasto materiale e i numerosi strumentimessi a disposizione degli operatori (grazie anche all'implementazionedi soluzioni <strong>in</strong>formatiche, <strong>in</strong> primis rete <strong>in</strong>tranet), lerisorse <strong>in</strong>tellettuali che le persone effettivamente utilizzano e quelledi cui hanno realmente bisogno.Più nel dettaglio, la realizzazione del sistema di gestione della conoscenza<strong>in</strong> Tav è stata caratterizzata dal perseguimento dei seguenti obiettivi:a) valorizzare il patrimonio delle conoscenze e delle esperienze,aumentandone la "visibilità" sia verso l'<strong>in</strong>terno del gruppo sia all'esterno,attraverso l'attivazione di un circolo virtuoso di apprendimentoe diffusione delle soluzioni e delle <strong>in</strong>novazioni prodotte;b) aumentare l'efficacia e l'efficienza delle persone nei processi "knowledge<strong>in</strong>tensive", consentendo al personale co<strong>in</strong>volto sui progettidi raggiungere obiettivi qualitativamente superiori <strong>in</strong> tempi <strong>in</strong>feriori,offrendo un supporto alla soluzione di problemi di varia naturae rendendo rapidamente operative le persone;c) valorizzare gli <strong>in</strong>terventi organizzativi e gli <strong>in</strong>vestimenti sul sistema<strong>in</strong>formativo.Da un punto di vista metodologico, la progettazione del sistema digestione della conoscenza ha previsto:1. l'identificazione, attraverso un processo top-down, del fabbisognodi conoscenza coerentemente con le priorità strategiche dell'azienda.L'attività <strong>in</strong> parola è stata condotta sulla base della ricognizionee della valutazione del "portafoglio di conoscenze" (brevetti, conoscenzeorganizzative, software, know-how, capacità professionali,eccetera) relative alle competenze istituzionali, al f<strong>in</strong>e di def<strong>in</strong>ire unpiano d'azione per la sua gestione attraverso <strong>in</strong>terventi di manutenzione,<strong>in</strong>novazione, diversificazione, codifica, diffusione e, eventualmente,di "dismissione" delle conoscenze proprietarie;2. la def<strong>in</strong>izione, secondo un processo bottom-up, delle esigenze di condivisionedelle conoscenze e delle effettive pratiche di lavoro poste <strong>in</strong> esseredagli operatori. Tale ricognizione è stata f<strong>in</strong>alizzata alla comprensionedelle fonti di conoscenza (<strong>in</strong>terne ed esterne), delle modalità di accessoe di scambio con i colleghi o con altre funzioni dell'organizzazione;3. la progettazione del sistema dal punto di vista socio-tecnico attraversola def<strong>in</strong>izione contestuale delle specifiche tecniche e di quelleorganizzative per la gestione del sistema e l'aff<strong>in</strong>amento congiuntamentecon gli utenti attraverso cont<strong>in</strong>ui momenti di verifica.129


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE130Spicca, nella realizzazione del sistema di gestione della conoscenza diTav la rilevanza attribuita alla dimensione socio-organizzativa quale"asse portante" delle funzionalità e della fruizione dei servizi assicuratidal sistema. Ciò, nella consapevolezza che gli utenti di servizi di conoscenza,soprattutto se gestiti <strong>in</strong> rete e a livello <strong>in</strong>ter-organizzativo, devonoessere considerati dei veri e propri prosumer, cioè utilizzatori chepossono orientare la progettazione, l'implementazione e la manutenzioneevolutiva del sistema fornendo un contributo attivo e orig<strong>in</strong>ale. Inparticolare, i processi di attivazione di sistemi di conoscenza attraversoforme di progettazione collaborativa agevolano la costituzione di comunitàdi pratica e professionali, garantiscono la qualità dei contenuti attraversola promozione e la selezione delle risorse <strong>in</strong>tellettuali rilevanti enecessarie, legittimano i contenuti grazie all'autorevolezza delle fonti,eccetera.La comprensione delle caratteristiche sociali, non solo tecnologiche, deiprogetti di gestione della conoscenza ha fatto sì che la società Tav focalizzassei propri <strong>in</strong>terventi e le caratteristiche identificative del sistema diknowledge attorno alle seguenti, pr<strong>in</strong>cipali dimensioni: il modello di servizio<strong>in</strong> relazione alle caratteristiche degli utilizzatori; la forma e la strutturadella comunicazione <strong>in</strong>terattiva e della tecnologia di supporto; i processidi attivazione e di co<strong>in</strong>volgimento degli operatori; i meccanismi dimantenimento della vitalità degli scambi e dei processi di diffusione.Dal punto di vista tecnico, il sistema di knowledge management è statocentrato sulla realizzazione di applicativi tali da fornire agli operatori un"ambiente di lavoro" <strong>in</strong> cui trovare contemporaneamente e contestualmentetutte le risorse <strong>in</strong>formative necessarie, direttamente correlate aidocumenti e alle attività/fasi progettuali su cui l'operatore lavora.L'ambiente operativo implementato da Tav per la gestione della conoscenza,qu<strong>in</strong>di, è contraddist<strong>in</strong>to dalla capacità di assicurare l'immediatadisponibilità e la contestualizzazione delle <strong>in</strong>formazioni e degli elementidi conoscenza depositati, non rendendo necessarie ulteriori ricerchemirate per arrivare a documenti o <strong>in</strong>formazioni rilevanti. Più neldettaglio, le pr<strong>in</strong>cipali componenti di questo ambiente sono state <strong>in</strong>dividuate<strong>in</strong> relazione alle seguenti variabili 25 :a) le persone, ovvero gli operatori Tav e altri <strong>in</strong>terlocutori esterni legatialla realizzazione del progetto (know-who);b) i documenti, ovvero il materiale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> usato e prodotto nellarealizzazione dei progetti (know-how);c) i problemi e le soluzioni, ovvero le schede di dettaglio relative aiproblemi affrontati nella realizzazione di s<strong>in</strong>goli progetti e le specifichesoluzioni adottate.25 G. FATALI e R. MORICI, La progettazione di un sistema di knowledge management: il caso Tav, cit.


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>Dal punto di vista organizzativo, il presidio del sistema è stato assicuratoattraverso la costituzione di posizioni organizzative espressamente dedicatee l'identificazione delle pr<strong>in</strong>cipali attività e dei relativi ruoli necessari.In particolare 26 :1. la responsabilità del presidio del sistema di knowledge è stata affidataa una posizione organizzativa appositamente costituita (chief knowledgeofficer);2. la responsabilità sui contenuti del sistema è di chi produce le risorse<strong>in</strong>tellettuali, le possiede e le pubblica, ovvero, sostanzialmente, deiresponsabili di progetto;3. la responsabilità sulle funzionalità tecniche del sistema è della strutturapreposta alla gestione dei sistemi <strong>in</strong>formativi;4. i processi di gestione e sviluppo del sistema dal punto di vista dell'architetturae delle funzionalità globali sono curati contemporaneamentedalle strutture Sviluppo organizzativo e Sistemi <strong>in</strong>formativi;5. i processi di gestione quotidiana e di aggiornamento sono di volta <strong>in</strong>volta suddivisi tra funzioni di l<strong>in</strong>e e di staff.1314.5 La misurazione e la valutazione del patrimonio di conoscenze.Il bilancio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> della Camera di commercio di Roma4.5.1 F<strong>in</strong>alità e obiettiviLa Camera di commercio di Roma, fondata nel 1831 con la missione di"<strong>in</strong>vigilare al buon andamento e alla prosperità del mercato", è da allorapunto di riferimento e anello di congiunzione tra le diverse realtàeconomiche e sociali della città e della sua prov<strong>in</strong>cia. Nel corso deltempo il suo orig<strong>in</strong>ario impegno si è ampliato ed è cresciuto, e con essola Camera di commercio. La legge di riforma delle Camere di commercion. 580 del 1993 ha portato a un profondo r<strong>in</strong>novamento della configurazionegiuridica, attribuendo all'Istituzione camerale grande autonomiad'azione e nuove competenze riguardanti la promozione, lo sviluppoe la regolamentazione del mercato e facendone uno dei pr<strong>in</strong>cipaliprotagonisti nello scenario dell'economia locale, nonché un punto diriferimento <strong>in</strong>discusso per il mondo produttivo.Un territorio ricco, complesso e "diverso" come quello di Roma habisogno di una gestione efficiente delle risorse, di <strong>in</strong>frastrutture modernee funzionali, di servizi avanzati per il mondo del lavoro, di <strong>in</strong>vestimentisulla formazione, di <strong>in</strong>novazione. E per questo sono necessariorganismi che sappiano "orchestrare" forze produttive eterogenee ecostruire solidi canali di comunicazione e scambio tra imprenditoria,26 G. FATALI e R. MORICI, La progettazione di un sistema di knowledge management: il caso Tav, cit.


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE132pubblica amm<strong>in</strong>istrazione e cittad<strong>in</strong>i. È <strong>in</strong> tali ambiti amm<strong>in</strong>istrativi,economici, sociali che la Camera di commercio di Roma si muove eopera mettendo a disposizione il proprio patrimonio di esperienze,immag<strong>in</strong>e, presenza sul territorio, rapporti, know-how, eccetera, <strong>in</strong>altre parole il proprio patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>; ciò, <strong>in</strong> quanto la Cameradi commercio è, nel contesto dei rapporti istituzionali e di servizio sulterritorio, al tempo stesso soggetto portatore e motore di promozionedi patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano, organizzativo, relazionale.Negli ultimi anni la Camera di commercio di Roma ha <strong>in</strong>trapreso unpercorso di cambiamento volto, da un lato, a assecondare i modificatiriferimenti normativi che regolano il ruolo delle camere di commercionell'ambito territoriale di riferimento e, dall'altro, teso a consentireall'organizzazione di confrontarsi <strong>in</strong> un contesto sociale, culturale edeconomico fluido e radicalmente mutato. Oltre a dotarsi di tutte lecaratteristiche e gli strumenti necessari per assolvere con successo allapropria "mission", la Camera di commercio di Roma ha <strong>in</strong>teso il cambiamentoanche come occasione per migliorare l'efficienza e l'economicitàdella sua azione, al f<strong>in</strong>e di ridurre i costi di funzionamento e lespese dirette per l'erogazione dei servizi, liberando così risorse da utilizzare"<strong>in</strong>direttamente" per una ricaduta altrettanto importante sul territorio<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di mobilitazione delle energie dell'economia locale edei mercati propriamente economici, culturali e sociali di riferimento.In quest'ottica vanno <strong>in</strong>quadrati, tra gli altri, gli <strong>in</strong>terventi f<strong>in</strong>alizzati allaprogressiva re<strong>in</strong>gegnerizzazione dei processi, con particolare riguardoalle aree core, quali: i servizi all'utenza e le attività ispettive nonché ditenuta degli albi e, <strong>in</strong> prospettiva, all'<strong>in</strong>tero ambito delle attività camerali;l'implementazione di un datawarehouse e lo sviluppo di un motoredi workflow; la nuova politica di gestione delle persone, l'attenzionealla formazione e l'aumento di produttività degli appartenenti all'organizzazione<strong>in</strong> conseguenza degli <strong>in</strong>terventi migliorativi delle condizionidi lavoro e <strong>in</strong> generale del "clima" organizzativo; l'ampliamento delbac<strong>in</strong>o di utenti e <strong>in</strong> generale di stakeholder a seguito dell'erogazione d<strong>in</strong>uovi servizi; eccetera.Come si ev<strong>in</strong>ce, i progetti di <strong>in</strong>novazione <strong>in</strong> parola (e gli altri qui noncitati per brevità espositiva) vertono su risorse espressione di conoscenza:i processi, ovvero le pr<strong>in</strong>cipali modalità di codificazione dellaconoscenza operativa e del "(saper) fare"; il patrimonio proprietario didati e di <strong>in</strong>formazioni; le conoscenze, le competenze, le capacità e leabilità delle persone; le relazioni <strong>in</strong>trattenute con soggetti esterni, <strong>in</strong> primisquelle direttamente strumentali alla realizzazione della propria missioneistituzionale; eccetera.Il percorso <strong>in</strong>trapreso e il lavoro svolto, nato da esigenze prettamentepragmatiche e circoscritto quanto agli ambiti di riferimento, ha tuttavia


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>consentito alla Camera di commercio di Roma di mettere a fuoco e dichiarire l'importanza degli aspetti legati alla gestione e alla valorizzazionedei propri asset <strong>in</strong>tangibili. La sensibilità maturata, qu<strong>in</strong>di, non si èmanifestata da un punto di vista meramente teorico, non si è espressacioè <strong>in</strong> "promozione della cultura e del culto della conoscenza", comequestione teorica da dibattere e sulla quale speculare, così come non siè limitata alle attività di promozione alle imprese e alle altre realtà delterritorio della opportunità di valorizzare il patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.La Camera di commercio ha <strong>in</strong>vece deciso essa stessa di dotarsi di unostrumento metodologico e operativo <strong>in</strong> grado di aumentare la propriaconsapevolezza circa la conoscenza detenuta e <strong>in</strong>dirizzare le politiche digestione, impiego e valorizzazione delle risorse che la <strong>in</strong>carnano e la<strong>in</strong>corporano. A tal f<strong>in</strong>e ha promosso e realizzato, nella seconda metà del2005, uno specifico progetto f<strong>in</strong>alizzato all'analisi e alla valutazione delproprio patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> il quale è stato concepito come la naturaleprosecuzione degli <strong>in</strong>terventi radicali di cambiamento della culturaorganizzativa dell'ente e della stessa organizzazione, rappresentandoneil culm<strong>in</strong>e.Nello specifico, il progetto, muovendo dal "disvelamento" e dall'apprezzamentoquali-quantitativo delle risorse umane, organizzative erelazionali di estrazione <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> a disposizione della Camera dicommercio, è stato condotto con l'<strong>in</strong>tento di fornire agli organi digoverno e alla dirigenza <strong>in</strong>dicazioni strategiche per la def<strong>in</strong>izione dipolitiche di valorizzazione e di sviluppo della conoscenza proprietaria,cui far seguire "soluzioni" tecniche, tecnologiche, operative e organizzativeper la loro implementazione. Ma, soprattutto, il progetto di analisie valutazione del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> ha consentito di fornireuna sorta di cornice di sistematizzazione e <strong>in</strong>terpretazione sia dellavisione della Camera di commercio "as is", sia della visione dell'organizzazioneconseguente al divenire degli <strong>in</strong>terventi di cambiamentoorganizzativo <strong>in</strong>trapresi e <strong>in</strong> prospettiva al presidio degli ambiti di conoscenza<strong>in</strong>dicati come prioritari.Da un punto di vista più prettamente operativo, il progetto ha preso lemosse dalla ricostruzione dell'attuale orientamento alla gestione dellaconoscenza espressamente f<strong>in</strong>alizzato alla <strong>in</strong>dividuazione di eventualistrategie (sebbene non omogeneamente e consapevolmente) <strong>in</strong> essere;ha qu<strong>in</strong>di condotto alla def<strong>in</strong>izione della tassonomia delle risorse <strong>in</strong>tangibili,apprezzate nelle dimensioni quantitative e qualitative <strong>in</strong> modo daevidenziarne le consistenze e le necessità/possibilità di valorizzazione esviluppo <strong>in</strong> una prospettiva strategica di medio-lungo periodo.L'esperimento delle attività analitico-ricognitive di cui sopra, realizzateattraverso il "lavoro sul campo" (<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e della documentazione istituzionale,degli atti organizzativi, dei documenti di pianificazione, pro-133


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE134grammazione e controllo, dei processi di lavoro quotidiani, dei progettidi <strong>in</strong>novazione, eccetera) e il co<strong>in</strong>volgimento di un numero ristrettodi "esperti" sulle diverse risorse di conoscenza (dipendenti delle strutturepreposte alla comunicazione e alle relazioni istituzionali, allagestione e alla formazione del personale, ai sistemi <strong>in</strong>formativi, eccetera)ha consentito di realizzare un piano di <strong>in</strong>tervento f<strong>in</strong>alizzato a perseguire,tra gli altri, i seguenti obiettivi:1. trasferire il quadro teorico e metodologico di riferimento per l'identificazionee la gestione del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> dellaCamera di commercio di Roma a un numero significativo di dipendenticamerali, al f<strong>in</strong>e di consolidare e reiterare, nel tempo, le attivitàdi mappatura, misurazione e valutazione delle risorse di conoscenza;2. <strong>in</strong>dividuare le fonti <strong>in</strong>formative (documentali e <strong>in</strong>formatiche)necessarie per apprezzare, misurare e valutare il patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>della Camera di commercio;3. aff<strong>in</strong>are (personalizzare) le tecniche e le metodologie di analisi, ipotizzatee utilizzabili, adattandole alle risorse <strong>in</strong>tellettuali specifichedella Camera di commercio;4. <strong>in</strong>dividuare e selezionare gli <strong>in</strong>dicatori per la misurazione dellerisorse di conoscenza;5. def<strong>in</strong>ire le modalità di determ<strong>in</strong>azione degli <strong>in</strong>dicatori e le "chiavi dilettura" dei risultati;6. progettare una reportistica <strong>in</strong> grado di fornire <strong>in</strong>formazioni prelim<strong>in</strong>arie di s<strong>in</strong>tesi sulla consistenza e la composizione, le possibilitàdi valorizzazione e i rischi di depauperamento delle sue risorse<strong>in</strong>tangibili legate alla conoscenza.4.5.2 Caratteristiche del sistema di report<strong>in</strong>g progettatoLa Camera di commercio di Roma ha maturato l'idea di <strong>in</strong>vestire <strong>in</strong>maniera più consapevole e strutturata sulle risorse di conoscenza a partiredalla consapevolezza percepita della (crescente) centralità di questenella realizzazione della missione istituzionale dell'ente. L'arricchimento(<strong>in</strong>tegrazione, differenziazione) e la valorizzazione (condivisione, diffusione)delle risorse di conoscenza (competenze e capacità del personale,procedure e sistemi <strong>in</strong>formativi, reti di relazioni con utenti e fornitori,eccetera) sono state, <strong>in</strong>fatti, <strong>in</strong>dividuate e riconosciute dallaCamera di commercio come altrettante leve gestionali tali da consentire,nel breve periodo, l'<strong>in</strong>nalzamento del livello di performance e delgrado di soddisfazione dell'utenza e, nel medio periodo, la realizzazionedi economie di gestione.La possibilità di utilizzo, nel concreto, di questa "leva" dipende, tutta-


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>via, dal prelim<strong>in</strong>are accertamento della sua consistenza e della esperibilità.Per questo motivo la Camera di commercio di Roma ha proceduto,<strong>in</strong>nanzi tutto, <strong>in</strong> una operazione di chiarificazione f<strong>in</strong>alizzataall'"emersione" delle risorse <strong>in</strong> questione attraverso la redazione di unreport <strong>in</strong> grado di fornire <strong>in</strong>formazioni prelim<strong>in</strong>ari, s<strong>in</strong>tetiche ma significative,per la rappresentazione e il dimensionamento delle risorse diconoscenza <strong>in</strong>dividuate come qualificanti la realizzazione della sua missioneistituzionale.In questa prospettiva, la redazione del report <strong>in</strong> questione, denom<strong>in</strong>ato"bilancio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>" per significarne la rilevante valenza gestionaleattribuita, si è configurata sia come una attività esplorativa sia comerisultato f<strong>in</strong>alizzato a verificare e rendere evidente:1. l'attenzione riservata dalla Camera di commercio di Roma alle proprierisorse patrimoniali di estrazione <strong>in</strong>tangibile;2. la consistenza e la composizione del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> cameralenelle sue diverse dimensioni (umana, organizzativa e relazionale) e,nel contempo, i gap rispetto alle dotazioni considerate "ottimali" o"ideali" per l'<strong>in</strong>nalzamento dei propri livelli prestazionali;3. la conformità e la coerenza delle strategie e delle politiche di gestionee di <strong>in</strong>vestimento rispetto alle d<strong>in</strong>amiche reali della conoscenza edel sapere;4. gli effetti e l'impatto della gestione sulla consistenza e sulla composizionedel patrimonio di conoscenza della Camera di commercio.Il conseguimento di questo risultato, sperimentale e particolarmente<strong>in</strong>novativo nel caso di una amm<strong>in</strong>istrazione pubblica, ha richiesto larealizzazione di un complesso processo di analisi articolato nelle fasi diseguito <strong>in</strong>dicate, esemplificative di un ideale "ciclo di gestione" dellaconoscenza:a) la def<strong>in</strong>izione della strategia perseguita nella gestione e nello sviluppodella conoscenza e delle risorse che la <strong>in</strong>carnano e la <strong>in</strong>corporano,o, <strong>in</strong> prima istanza, più propriamente la ricostruzione dell'orientamentoe delle eventuali strategie di gestione della conoscenza a partiredagli <strong>in</strong>tenti espressi nella documentazione istituzionale e dagli<strong>in</strong>terventi di cambiamento organizzativo <strong>in</strong>trapresi;b) la catalogazione ("mappatura") delle <strong>in</strong>formazioni e del sapere, centraleper la realizzazione della missione istituzionale e strumentale perlo sviluppo di processi di cambiamento e di <strong>in</strong>novazione;c) la misurazione delle consistenze quali-quantitative e la determ<strong>in</strong>azionedel valore degli elementi costituitivi il patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>umano, organizzativo e relazionale da utilizzare.Di seguito si s<strong>in</strong>tetizzano, per ciascuna delle fasi esemplificate, le attivitàsvolte e i pr<strong>in</strong>cipali risultati conseguiti.L'analisi della conoscenza della Camera di commercio di Roma è stata135


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE136prelim<strong>in</strong>armente <strong>in</strong>quadrata <strong>in</strong> una prospettiva "strategica", ricostruitacompatibilmente con le fonti (documentali) disponibili e con il lavorodocumentato sulla conoscenza, con l'obiettivo di pervenire a una rappresentazione"selettiva" e "funzionale" delle risorse <strong>in</strong>tellettuali adisposizione dell'ente. Tale analisi, chiarendo il ruolo assolto e che laCamera di commercio ha <strong>in</strong>teso assegnare alla conoscenza, ha costituitouno dei pr<strong>in</strong>cipali risultati conseguiti o, più propriamente, "il risultato"più rilevante per l'impostazione di un compiuto e consapevole"ciclo di gestione" del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.L'orientamento strategico nella gestione della conoscenza della Cameradi commercio di Roma è stato <strong>in</strong>dagato, <strong>in</strong>nanzi tutto, attraverso l'esamedella documentazione istituzionale dell'ente, condotta con l'obiettivodi verificare:a) la rilevanza assegnata alla gestione della conoscenza. La ricognizioneeffettuata ha consentito di evidenziare, nella documentazione istituzionale,sia le parti specificatamente dedicate al tema sia le parti <strong>in</strong> cuiesso, anche se non direttamente trattato, emergeva <strong>in</strong> senso lato osoltanto "semanticamente";b) la consapevolezza dell'orientamento strategico alla valorizzazione delpatrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, con particolare riguardo alla considerazionedi base che, laddove presente ed espresso nei documenti, l'<strong>in</strong>quadramentostrategico della conoscenza (o comunque qualsiasi elementoche manifestasse una certa attenzione al tema della conoscenza) erada considerarsi conseguenza di sensibilità e pratiche non "decise" e"deliberate" (e qu<strong>in</strong>di strutturate), bensì di tipo "<strong>in</strong>conscio" e "spontaneo"(e qu<strong>in</strong>di destrutturate).L'orientamento strategico alla gestione della conoscenza, tuttavia, nonè stato <strong>in</strong>dagato attraverso una sola analisi "<strong>in</strong> vitro"; l'esame delladocumentazione istituzionale è stata affiancata e <strong>in</strong>tegrata da tre specificherilevazioni ad hoc:1. ricognizione delle più importanti <strong>in</strong>iziative e dei pr<strong>in</strong>cipali progettif<strong>in</strong>alizzati al "lavoro sulla conoscenza", per verificarne il grado diapprofondimento e la possibilità di riconduzione all'<strong>in</strong>terno di unacornice <strong>in</strong>terpretativa omogenea;2. analisi dell'orientamento dei dirigenti nei confronti della gestionedella conoscenza, realizzata attraverso la somm<strong>in</strong>istrazione di unquestionario specificamente progettato per gettare la luce, tra gli altritemi, sulla immag<strong>in</strong>e aziendale <strong>in</strong>terna percepita dai dirigenti e lecaratteristiche dom<strong>in</strong>anti della cultura organizzativa e sull'atteggiamentoe la propensione dei dirigenti rispetto alla promozione e allosviluppo della conoscenza, operato attraverso l'impulso dato alla programmazione,al monitoraggio e al controllo delle attività e dellerisorse, <strong>in</strong> particolare di quelle che <strong>in</strong>carnano e <strong>in</strong>corporano cono-


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>scenza, alla comunicazione <strong>in</strong>terna, alla circolazione delle <strong>in</strong>formazionie alla codificazione del sapere;3. analisi dell'atteggiamento dei dipendenti <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e alla gestione eall'uso della conoscenza, <strong>in</strong>dagato attraverso la somm<strong>in</strong>istrazione, suun campione di dipendenti, di una parte del questionario sul benessereorganizzativo messo a punto dal Dipartimento della funzionepubblica, con l'obiettivo di approfondire, tra gli altri, i seguenti aspetti:a) le connotazioni dell'ambiente di lavoro, quali la chiarezza degliobiettivi e degli strumenti di comunicazione, le relazioni con idirigenti, il co<strong>in</strong>volgimento dei dipendenti nelle decisioni, leeventuali "contrapposizioni" tra dipendenti;b) le caratteristiche del ruolo dei dipendenti e dei compiti svolti:percezione degli <strong>in</strong>tervistati <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e alle attività assegnate e realizzatea presidio del ruolo e alle relative connotazioni (fatica,monotonia, rigidità, eccetera);c) <strong>in</strong>dicazioni (positive e negative) sull'ambiente di lavoro relativamenteall'operato e alla condivisione dei valori, al livello di realizzazionedelle persone, al grado di co<strong>in</strong>volgimento e, per contro,al livello di dis<strong>in</strong>teresse e di <strong>in</strong>sofferenza;d) l'apertura e la propensione all'<strong>in</strong>novazione, l'attenzione allenuove tecnologie e all'emergere di nuove professionalità, l'orientamentoalla collaborazione;e) suggerimenti circa le priorità e gli ambiti di <strong>in</strong>tervento ritenuti"più urgenti" per il miglioramento delle condizioni dell'ambientedi lavoro (sicurezza, flessibilità dell'orario di lavoro, caratteristichedella struttura organizzativa, sistemi di valutazione e di<strong>in</strong>centivazione).Come è stato chiarito nelle pag<strong>in</strong>e precedenti, l'<strong>in</strong>quadramento strategicodella conoscenza ha costituito il primo passo per la catalogazione ("mappatura")delle <strong>in</strong>formazioni e del sapere costitutive il patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>della Camera di commercio di Roma riconosciute come strategicamenterilevanti, ricondotte alle dimensioni tipiche dei paradigmi emergenti<strong>in</strong> letteratura e nella prassi organizzativa (patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>umano, organizzativo e relazionale).La Figura 4.2 esemplifica la tassonomia del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> dellaCamera di commercio di Roma; quest'ultimo consta essenzialmente,stando alle risultanze della ricognizione condotta, delle seguenti risorse:1. conoscenze, competenze, capacità e abilità <strong>in</strong>carnate dalle personeche prestano la propria attività nella Camera di commercio, espresseanche <strong>in</strong> relazione alle caratteristiche dell'ambiente di lavoro (patrimonioumano);2. conoscenze <strong>in</strong>corporate nella cultura aziendale, nei "supporti di137


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEconoscenza" (quali, ad esempio, procedure, sistemi <strong>in</strong>formativi, database,eccetera), nella capacità di <strong>in</strong>novare e nella proprietà <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>(marchi, brevetti, eccetera) <strong>in</strong> grado di promuovere e sostenere lasua propensione all'<strong>in</strong>novazione (patrimonio organizzativo);3. <strong>in</strong>formazioni e sapere acquisiti e veicolati attraverso le <strong>in</strong>terazioni e letransazioni con attori esterni, clienti, fornitori, partner strategici, eccetera(patrimonio relazionale), le quali sono funzione della sua aperturaall'esterno e della "capacità di ascolto" (patrimonio relazionale).Figura 4.2 - Tassonomia del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> della Camera di commercioPatrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> della CCIAA138PatrimonioumanoPatrimonioorganizzativoPatrimoniorelazionaleConoscenzedelle persone<strong>Cultura</strong>, valori ecomunicazione <strong>in</strong>ternaRelazioniesterneCompetenze e capacitàdi dirigenti e dipendentiInfrastrutturedi conoscenzaOrientamentoall’utenzaQualità del lavoro eopportunità di crescitaCreatività e propensioneall’<strong>in</strong>novazioneComunicazioneesternaÈ questa, evidentemente, una rappresentazione di prima approssimazionedel patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> camerale che, se consente di identificarei pr<strong>in</strong>cipali "luoghi" e i più importanti contenitori, non è utile, perl'elevato livello di aggregazione, per impiantare un sistema di misurazionedella consistenza quali-quantitativa di tali risorse patrimoniali.Per questo motivo, la tassonomia è stata successivamente decl<strong>in</strong>ata <strong>in</strong>dividuando,per ciascuna delle categorie considerate, le componenti e le risorseelementari costitutive, giungendo al risultato di seguito esemplificato.Il patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano della Camera di commercio consta,più nel dettaglio, delle seguenti componenti elementari:1. conoscenze (tecniche) delle persone, le quali vanno preservate, potenziate,sviluppate e salvaguardate <strong>in</strong> relazione alla specificità del ruolo ealle peculiarità della professione esercitata, al f<strong>in</strong>e di mantenere costantee, possibilmente, aumentare il livello di performance camerale;2. competenze (tecnico-operative e organizzative) dei dipendenti, lequali dipendono direttamente sia dalle conoscenze detenute e dalleabilità (di analisi, s<strong>in</strong>tesi, relazionali, <strong>in</strong>dividuazione e risoluzione dei


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>problemi, gestionali, organizzative, eccetera), sia dalle motivazioni(ricerca di autonomia e di <strong>in</strong>dipendenza nel lavoro, aspettative legateal ruolo ricoperto; creatività e propensione all'<strong>in</strong>novazione, eccetera).Oltre alle conoscenze tecniche, che tuttavia costituiscono la"componente di base" del sapere "<strong>in</strong>dividuale", il patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>dei s<strong>in</strong>goli <strong>in</strong>clude attitud<strong>in</strong>i di carattere generale quali lecapacità organizzative relative alla gestione del lavoro, la capacità dirisoluzione dei problemi, la capacità di <strong>in</strong>iziativa, l'attitud<strong>in</strong>e a <strong>in</strong>terpretaree svolgere il proprio lavoro <strong>in</strong> maniera flessibile;3. competenze e capacità manageriali dei dirigenti. Al proprio managementla Camera di commercio chiede, oltre ai requisiti di caratteregenerale di cui al punto precedente, la capacità di leadership, di<strong>in</strong>teragire <strong>in</strong> modo costruttivo con le altre funzioni del sistema, di<strong>in</strong>novare e la disponibilità al cambiamento, la capacità di progettaree di gestire le risorse, di monitorare i programmi, la flessibilità ela capacità di gestire le straord<strong>in</strong>arietà;4. qualità del lavoro e opportunità di crescita professionale. Sono,queste, condizioni di carattere generale le quali, <strong>in</strong>fluenzando direttamenteil grado di soddisfazione dei dipendenti <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e alla loro"vita lavorativa", costituiscono altrettante condizioni aff<strong>in</strong>ché que-139Figura 4.3 - Tassonomia del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umanoPATRIMONIO INTELLETTUALE UMANOConoscenzedelle personeCompetenzedei dirigentiCompetenzedei dipendentiQualitàdel lavoroDisponibilitàLeadershipGestionedel lavoroCrescitaprofessionaleCoperturaIntegrazioneProblemsolv<strong>in</strong>gRetribuzionee riconoscimentiAllocazionePropensioneall’<strong>in</strong>novazioneIniziativaCo<strong>in</strong>volgimentoe partecipazioneSviluppoGestionedelle risorseFlessibilitàDisponibilitàdelle <strong>in</strong>formazioniUsabilitàControlloQualitàdel lavoroCircolazionedelle <strong>in</strong>formazioniFlessibilitàOrientamentoall’utenza


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE140sti mettano a servizio della Camera di commercio e condividanocon i colleghi le conoscenze e le competenze detenute, sviluppandoun orientamento alla socializzazione del sapere, al knowledgeshar<strong>in</strong>g e conserv<strong>in</strong>o <strong>in</strong>teresse a prestare la propria attività professionalepresso la Camera di commercio.Il patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> organizzativo della Camera di commercio diRoma consta, a sua volta, delle componenti e delle risorse di base diseguito s<strong>in</strong>tetizzate (Figura 4.4):1. la cultura, i valori e la comunicazione organizzativa, i quali devonoessere correttamente diffusi, accettati (anche attraverso la promozionedi <strong>in</strong>terventi e <strong>in</strong>iziative di <strong>in</strong>centivazione) e promossi aff<strong>in</strong>chésiano il più possibile condivisi;2. le "<strong>in</strong>frastrutture di conoscenza", le quali costituiscono il presuppostoper il lavoro di memorizzazione e codificazione di <strong>in</strong>formazionie sapere (procedure operative, database e sistemi <strong>in</strong>formativi,<strong>in</strong>frastrutture tecnologiche e tecnologie <strong>in</strong>formatiche,"digitalizzazione" dei servizi) e lo strumento per la diffusione, laFigura 4.4 - Tassonomia del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> organizzativoPATRIMONIO INTELLETTUALE ORGANIZZATIVO<strong>Cultura</strong>, valori ecomunicazione <strong>in</strong>ternaInfrastrutturedi conoscenzaCreatività e propensioneall’<strong>in</strong>novazioneImmag<strong>in</strong>e aziendale<strong>in</strong>ternaInfrastrutturetecnologicheInnovazioneAll<strong>in</strong>eamento strategicodei dirigentiDatabase e sistemi<strong>in</strong>formativiProdotti del sapereAll<strong>in</strong>eamento operativodei dirigentiConoscenzacodificataNuovi prodottie serviziComunicazione<strong>in</strong>ternaDigitalizzazionedei serviziCentralitàdella conoscenza


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>condivisione e la socializzazione;3. la creatività e la propensione all'<strong>in</strong>novazione della Camera di commercioche, applicata ai processi organizzativi, operativi e gestionali,si traduce nella realizzazione di "prodotti del sapere", nella progettazionee nella realizzazione di nuovi servizi, nello sviluppo dellefunzioni di ricerca, eccetera.Il patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> relazionale della Camera di commercio, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e,è riconducibile alle componenti di seguito esemplificate (Figura 4.5):1. le relazioni esterne che la Camera di commercio <strong>in</strong>trattiene sul territoriodella Prov<strong>in</strong>cia di Roma a titolo di collaborazione/partenariatoe per l'erogazione dei servizi cui è istituzionalmente prepostanel supporto a imprese, associazioni di categoria, liberi professionistie cittad<strong>in</strong>i;2. l'orientamento all'utenza, ovvero, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i generali, la capacitàdella Camera di commercio di Roma di attivare, <strong>in</strong>trattenere e consolidarerapporti stabili e duraturi, tali da consentirle di soddisfaree fidelizzare i propri clienti-utenti;141Figura 4.5 - Tassonomia del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> relazionalePATRIMONIO INTELLETTUALE RELAZIONALERelazioniesterneOrientamentoall’utenzaComunicazioneesternaCollaborazionee cooperazioneAscolto e capacitàdi rispostaPromozioneistituzionalePartecipazioniSoddisfazionedell’utenzaMostre e fiereAziende specialiAttrazionedell’utenzaSem<strong>in</strong>ari,convegni, eventiConsulenzae assistenzaFidelizzazionedell’utenzaMarchioFormazioneMulticanalità


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE1423. la comunicazione esterna, all'<strong>in</strong>terno della quale rientrano le attivitàpromozionali, gli eventi, le campagne di comunicazione e tuttequelle tipologie di strumenti che agevolano l'ente nella diffusione di<strong>in</strong>formazioni circa la sua missione istituzionale.La tassonomia del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> della Camera di commercioha costituito la griglia di riferimento per la progettazione di un sistemadi <strong>in</strong>dicatori di varia natura (quantitativi e qualitativi, economici e f<strong>in</strong>anziari,eccetera) che, sistematizzati <strong>in</strong> un adeguato schema riepilogativo,hanno consentito agli organi di governo e ai responsabili della gestionedi avere una "vista d'<strong>in</strong>sieme" della consistenza e della composizionedel patrimonio di conoscenza camerale (bilancio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>).Se l'<strong>in</strong>dividuazione della tassonomia ha rappresentato un'operazione ametà strada tra l'elencazione tipica che la letteratura specialistica forniscedelle risorse di conoscenza e il suo adattamento alla realtà oggettodi osservazione, la predisposizione di un set di <strong>in</strong>dicatori per la misurazionee la valutazione delle risorse <strong>in</strong>tellettuali ha richiesto, <strong>in</strong>vece, unattento lavoro di personalizzazione rispetto alle specifiche caratteristicheorganizzative della Camera di commercio e alle f<strong>in</strong>alità assegnatealla valorizzazione della conoscenza.Il set di <strong>in</strong>dicatori predisposto per la redazione del bilancio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>della Camera di commercio di Roma è stato il frutto di una accurataattività di analisi e valutazione f<strong>in</strong>alizzata a selezionare, sulla base deirequisiti di pert<strong>in</strong>enza, rilevanza e misurabilità, le misure suggerite dallaletteratura e quelle disponibili nell'ambito del sistema <strong>in</strong>formativocamerale.In prima istanza, il bilancio ha anche <strong>in</strong>cluso <strong>in</strong>dicatori che, pur nonessendo immediatamente calcolabili per l'attuale configurazione deisistemi di programmazione, monitoraggio e valutazione, si riferisconoa risorse e <strong>in</strong>formazioni che comunque giacciono "nelle pieghe dell'organizzazione",potenzialmente rilevabili, e che non aspettano altro cheessere fatte emergere, misurate, valorizzate. La loro <strong>in</strong>clusione nel set haassunto dunque lo scopo di esplicitare e rendere consapevole la necessitàdi presidiare ambiti e settori sui quali già la Camera lavora, sebbenenon <strong>in</strong> un'ottica e con un approccio sistematico.Il bilancio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> predisposto per la Camera di commercio diRoma contempla, per ciascuna "risorsa di conoscenza" <strong>in</strong>clusa nella tassonomia,un numero variabile (anche significativamente numeroso) di<strong>in</strong>dicatori. Pochi sono <strong>in</strong>fatti i casi <strong>in</strong> cui una risorsa di conoscenza puòessere apprezzata, <strong>in</strong> maniera puntuale ed esaustiva, ricorrendo a un'unicamisura. La previsione di un numero elevato di <strong>in</strong>dicatori per lamisurazione e la valutazione del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, tuttavia, recacon sé, accanto al valore aggiunto della varietà <strong>in</strong>formativa, il rischio d<strong>in</strong>on consentire di cogliere, con facilità e immediatezza, le <strong>in</strong>formazioni


4. La gestione del capitale <strong>in</strong>telletuale nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>essenziali all'<strong>in</strong>terno della messe di dati rilevanti. L'abbondanza degli<strong>in</strong>dicatori, <strong>in</strong>oltre, ha costituito uno specifico elemento di complessitàallorché la Camera di commercio si è data l'obiettivo di fornire un"valore di s<strong>in</strong>tesi" delle risorse di conoscenza di base e, a livelli di aggregazionesuperiori, una vista d'<strong>in</strong>sieme delle componenti e delle categorie(umana, organizzativa e relazionale) del patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,tanto più per <strong>in</strong>dicatori di natura eterogenea (valori economico f<strong>in</strong>anziari,quantità assolute, percentuali, <strong>in</strong>dicazioni qualitative, percezioni,eccetera), calcolati con riferimento a scale di valori e secondo unità dimisura assai difformi.L'obiettivo di fornire, con valori e rappresentazioni di s<strong>in</strong>tesi, un "colpod'occhio" sui diversi livelli di aggregazione delle risorse costitutive ilpatrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> ha portato la Camera di commercio di Roma amettere a punto una metodologia di "normalizzazione" e "aggregazione"qualequella esemplificata nella Figura 4.6. 143Figura 4.6 - Aggregazione e rappresentazione delle consistenze delle risorse di conoscenzanel bilancio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>BILANCIO INTELLETTUALECategoria AComponente 11. DETERMINAZIONE DELLE “RISORSEDI BASE” E, PER CIASCUNA DI ESSE,DI UNO O PIÙ INDICATORIRisorsa A Indicatore 1 ValoreIndicatore nValoreRisorsa ZRisorsa A100806040200Risorsa BRisorsa B Indicatore 1 ValoreIndicatore pValoreRisorsa DRisorsa CRisorsa C Indicatore 1 ValoreIndicatore rValore3. RAPPRESENTAZIONEDEL VALORERisorsa Z Indicatore 1 ValoreIndicatore tValoreValore obiettivoe soglieValore obiettivoe soglieIndice 1Indice kPesoPesoPunteggiorisorsa2. “NORMALIZZAZIONE” DEGLI INDICATORI


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE144Più nel dettaglio, la metodologia messa a punto ha consentito la trasformazionedegli <strong>in</strong>dicatori <strong>in</strong> <strong>in</strong>dici e punteggi al f<strong>in</strong>e della loro omogeneizzazionee di una rappresentazione di s<strong>in</strong>tesi delle risorse considerateattraverso i passaggi di seguito <strong>in</strong>dicati.Ciascun <strong>in</strong>dicatore <strong>in</strong>scritto <strong>in</strong> bilancio è "normalizzato" con lo scopodi trasformare le misure espresse, di diversa natura (valori assoluti, percentuali,modalità, livelli qualitativi, eccetera), <strong>in</strong> <strong>in</strong>dici con valore compresotra zero e uno. La normalizzazione e il calcolo degli <strong>in</strong>dici è stataeffettuata sulla base di specifiche considerazioni che portano a fissarevalori, obiettivo e <strong>in</strong>tervalli di variazione di riferimento (livelli di dotazionedelle risorse <strong>in</strong>tellettuali considerati "m<strong>in</strong>imi", "massimi" e "ottimali"- livelli di preservazione e di sviluppo strategicamente def<strong>in</strong>iti).La rappresentazione del valore di s<strong>in</strong>tesi delle componenti e, qu<strong>in</strong>di,delle categorie costitutive il patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> della Camera dicommercio di Roma è stata operata attraverso il ricorso a "diagrammiradar". Questi ultimi sono stati prescelti perché, oltre a costituire unadelle modalità più appropriate per s<strong>in</strong>tetizzare dati di natura eterogenea,presentano un'ulteriore attitud<strong>in</strong>e utile per la rappresentazione di datirelativi alla "contabilità" della conoscenza: quella di esprimere non solola consistenza (e il valore) delle risorse considerate, ma anche la "direzioneverso cui tendere". È, questo, <strong>in</strong>fatti, un requisito fondamentaleper una contabilità che si candidi a supportare i processi decisionali diuna organizzazione, segnatamente quelli a rilevanza strategica relativialle politiche di gestione delle risorse e agli <strong>in</strong>vestimenti.Il bilancio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> redatto dalla Camera di commercio di Roma rappresentail pr<strong>in</strong>cipale risultato tangibile, conseguito perseguendo l'obiettivodella gestione e dello sviluppo delle risorse <strong>in</strong>tangibili; essooffre, <strong>in</strong> particolare, la catalogazione della conoscenza della Camera dicommercio, ricondotta a una tassonomia generale, e una sua prima rappresentazionequali-quantitativa.Si tratta tuttavia, di risultati importanti ma <strong>in</strong> qualche modo "provvisori", nelsenso che sono dest<strong>in</strong>ati a essere ampliati e arricchiti nel tempo, posto che:a) la tassonomia della conoscenza potrà (dovrà) variare nel tempo <strong>in</strong> relazioneall'evoluzione delle strategie dell'ente e alle eventuali modificazionidei livelli di servizio necessari per assicurare una maggiore e più elevatasoddisfazione dell'utenza. Di conseguenza, è probabile che muti,nel tempo, il "peso specifico" di ciascuna categoria di risorse <strong>in</strong>tellettuali(umana, organizzativa e relazionale) e, all'<strong>in</strong>terno di ciascuna di esse, larilevanza delle s<strong>in</strong>gole componenti e la composizione di questa stessa;b) il bilancio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> dovrà necessariamente essere arricchito attraversola rilevazione di ulteriori <strong>in</strong>formazioni e la progettazione di<strong>in</strong>dicatori e misure capaci di cogliere, con più precisione, le d<strong>in</strong>amichedella conoscenza camerale.


Appendice. Esperienze, strumentie applicazioni aziendali di gestionedel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>di Giuseppe Abbat<strong>in</strong>o1 Presentazione145Già da qualche anno il tema del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> non è più soltantooggetto di studio di centri di ricerche organizzative e materia di discussionedi esperti <strong>in</strong> sem<strong>in</strong>ari e convegni. Impostando una qualsiasi delleparole chiave a esso riconducibili su un motore di ricerca <strong>in</strong>ternet, si è<strong>in</strong>ondati di articoli, citazioni, programmi di conferenze ed eventi,descrizioni di paradigmi teorici e casi di applicazione.Nella società dell'<strong>in</strong>formazione, gli asset su cui si basa il valore di un'organizzazionesono sempre meno l'espressione di grandezze tradizionalmenteritenute rilevanti e fondamentali, quali l'imponenza strutturale ele capacità f<strong>in</strong>anziarie, e sempre più legati alla dimensione dell'<strong>in</strong>tangibile.E la conoscenza, un tempo progetto o giustificazione, è adesso pr<strong>in</strong>cipalemateria prima del processo di creazione di valore economico.A fronte di un'unica esigenza, quella della gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,sono state sviluppate <strong>in</strong>numerevoli soluzioni, ognuna specificaper un particolare contesto, tutte comunque accomunate dalla tensionea un modo diverso e nuovo di concepire la creazione di valore.La rassegna dei casi qui proposta prende <strong>in</strong> considerazione, <strong>in</strong>nanzitutto, l'applicazione di un approccio knowledge based al complessodelle attività e dell'organizzazione di una mult<strong>in</strong>azionale che opera nelsettore farmaceutico e alimentare. Una tale radicale, sistematica e organicaattenzione alla gestione delle conoscenze ha fatto delle soluzioniadottate prima motivo di orgoglio e poi quasi una sorta di "nuovo prodotto"da sviluppare e promuovere. L'enfasi sulla conoscenza è d'altraparte motivata dalla stessa particolare natura delle attività nelle quali èimpegnata l'organizzazione oggetto di studio, riconducibili agli ambitidella ricerca e produzione di medic<strong>in</strong>ali e di beni per la salute degli organismiviventi. Novartis è tra le società che più ha creduto nella "cura"


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE146del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, <strong>in</strong>vestendo <strong>in</strong> ricerca, elaborazione teorica esperimentazione, e maturando a sua volta conoscenze e, qu<strong>in</strong>di, vantaggiocompetitivo sul modo di gestire le conoscenze.Diverso è il secondo caso di approccio knowledge based <strong>in</strong>dagato <strong>in</strong>cui, più che <strong>in</strong> un unico ambito produttivo core, la corporation oggettodi attenzione è leader <strong>in</strong> diversi ed eterogenei mercati. Pirelli haormai da tempo affiancato al presidio di settori manifatturieri di anticatradizione, l'impegno <strong>in</strong> campi ad alto contenuto tecnologico e <strong>in</strong> nuovimercati <strong>in</strong> cui decisivamente rilevante è l'apporto competitivo degliasset <strong>in</strong>tangibili. L'esperienza e la cultura organizzativa maturate negliambiti con contenuti <strong>in</strong>tangibili predom<strong>in</strong>anti sono state poi applicatea specifici settori con attività, tra le quali quelle oggetto dei casi di studio,di solito ritenute non necessitanti di rilevante apporto <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,o comunque non suscettibili di significativi miglioramenti <strong>in</strong> conseguenzadel contributo di essi.In realtà l'adozione di un approccio knowledge based, qu<strong>in</strong>di radicalmentediverso da quello tradizionale, ad attività di solito considerateconsolidate e a bassa <strong>in</strong>novatività, ha portato a soluzioni che hanno<strong>in</strong>ciso profondamente sull'organizzazione del lavoro e sui risultati conseguiti.D'altra parte la spiccata eterogeneità e spesso specificità delleproduzioni del gruppo ha fatto sì che l'attenzione al capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>si esprimesse nelle forme di soluzioni di knowledge managementassociate a supporto di particolari progetti o strutture del gruppo e delcapitale umano <strong>in</strong> essi co<strong>in</strong>volto, senza tralasciare la valorizzazione delcapitale organizzativo, peraltro di grande rilievo proprio nei settorimanifatturieri tradizionalmente presidiati, e del capitale relazionale, difatto curato da specifiche strutture dell'organizzazione per le qualicostituisce materia precipua di <strong>in</strong>teresse e impegno.Il terzo caso propone <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e un diverso tipo di attenzione ai temi delcapitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, che più che sugli aspetti di knowledge managementsi concentra sugli aspetti comunicativi e di trasparenza che vengono<strong>in</strong> rilievo con la pubblicazione del bilancio degli asset <strong>in</strong>tangibili.Eptaconsors, di recente acquisita dal gruppo San Paolo IMI, ha <strong>in</strong>tesosperimentare la valorizzazione di alcuni aspetti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>nel campo della <strong>in</strong>termediazione f<strong>in</strong>anziaria e immobiliare, concentrandosi<strong>in</strong> particolare su capitale umano e capitale relazionale.Nella scelta dei casi sono stati <strong>in</strong>dividuati approcci diversi ai temi delcapitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, a seconda dei mercati e dei contesti di riferimentodelle organizzazioni. Se le soluzioni adottate da Novartis riguardano ilcomplesso delle attività della corporation, i progetti di knowledgemanagement di Pirelli studiati afferiscono, al contrario, a specifici ambitiproduttivi su cui è impegnata. Il caso Eptaconsors è <strong>in</strong>vece un esempiodi adozione di paradigmi di gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> alle


Appendice. Esperienze, strumenti e applicazioni aziendali ....attività di una organizzazione che non è certo dimensionalmente paragonabilealle altre due, ma che ciò nonostante trae vantaggi, anche <strong>in</strong>diretti,dalla valorizzazione degli asset <strong>in</strong>tangibili.Tre esperienze diverse, accomunate dalla consapevolezza che ormai, neltempo della economia della conoscenza, solo un'attenta valutazionedelle risorse <strong>in</strong>tangibili di un'azienda ne rende possibile un apprezzamentoeconomico, ma non solo, compiuto.2 "La medic<strong>in</strong>a è la conoscenza". Il knowledge network<strong>in</strong>gdi Novartis2.1 L'aziendaNovartis nasce nel 1996 dalla fusione tra CIBA e SANDOZ due aziendeleader nella ricerca e produzione farmaceutica e alimentare fondateoltre 150 anni fa a Basilea. Da esse, oltre a ereditare un immenso patrimoniodi tecnologia, esperienze, conoscenze e… brevetti, Novartis haacquisito l'<strong>in</strong>sieme di visioni, valori e culture che costituiscono un veroe proprio "impr<strong>in</strong>t<strong>in</strong>g organizzativo". Quelli che un secolo fa erano duepiccoli laboratori, grazie alla fiducia, alla volontà, alla passione e allecapacità di generazioni di brillanti ricercatori, tecnologi e manager, checon "spirito protestante" hanno tradotto i loro valori morali <strong>in</strong> impegnoe lavoro, ora sono una mult<strong>in</strong>azionale da 25 miliardi di euro di fatturatoannuo, che a ragione si def<strong>in</strong>isce life sciences company, con <strong>in</strong>teressiche spaziano dal campo medico e farmaceutico, alla produzione disemi geneticamente modificati, alla produzione di cibo ber bamb<strong>in</strong>i, dilenti a contatto, ai prodotti per l'automedicazione, ai prodotti per la curadegli animali.Novartis oggi ha uffici, laboratori e 85.000 collaboratori <strong>in</strong> 140 paesi,ma non sembra ancora aver cessato la sua espansione. E non si trattasolo di espansione di quote di vendita nei mercati di riferimento. Daqualche anno Novartis è <strong>in</strong>fatti diventata leader <strong>in</strong> un ambito diversodal farmaceutico, dall'alimentare, da quello della chimica e dalla genetica.Insieme a poche altre corporation, ha <strong>in</strong>fatti affrontato così decisamentei problemi della gestione delle conoscenze, e ha sviluppato soluzionicosì radicali, da diventare punto di riferimento anche nel campodella gestione delle conoscenze.1472.2 Gli obiettivi della gestione della conoscenzaS<strong>in</strong> dalla sua nascita Novartis si è posta le domande a cui tutte le corporationdevono trovare risposta per competere <strong>in</strong> una economia globalee sempre più immateriale. Come può una organizzazione con compe-


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE148tenze e risorse <strong>in</strong>tellettuali diverse e specialistiche - nella ricerca di base,nello sviluppo e produzione, nell'<strong>in</strong>formation technology, nel market<strong>in</strong>g- conservarle, valorizzarle e trarne il massimo <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di vantaggiocompetitivo? Come può una corporation che si fonda sulla capacità di<strong>in</strong>novazione, non solo condividere, ma anche creare nuova conoscenza?Raccogliendo la sfida della società dell'<strong>in</strong>formazione e della economiadella conoscenza, negli ultimi anni Novartis ha <strong>in</strong>vestito nella valorizzazionedel capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> ben 80 milioni di euro, e il suo managementsi è adoperato strenuamente per cercare e sperimentare sempre nuovesoluzioni di creazione di valore attraverso lo sfruttamento delle risorse<strong>in</strong>tangibili legate alla conoscenza. Le azioni <strong>in</strong>traprese non si sono limitatealla razionalizzazione e allo sfruttamento dell'immenso patrimonio dibrevetti, di cui per def<strong>in</strong>izione è ricca una organizzazione che <strong>in</strong>veste benil 15% del proprio fatturato annuo <strong>in</strong> ricerca e sviluppo, e alla valorizzazionedi alcuni brand storici nei mercati di riferimento, ma hanno portatoa soluzioni ben più radicali <strong>in</strong>vestendo lo stesso ambito organizzativo.D'altra parte la natura di una mult<strong>in</strong>azionale come Novartis, con collaboratorisparsi sui c<strong>in</strong>que cont<strong>in</strong>enti, produzioni e servizi tipicamenteknowledge <strong>in</strong>tensive, e la presenza al suo <strong>in</strong>terno di comunità di esperti<strong>in</strong> ambiti scientifici e tecnologici diversi ed eterogenei, impone di nonpoter presc<strong>in</strong>dere da una spiccata attenzione alla gestione del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>. Per evitare che le conoscenze restassero conf<strong>in</strong>ate nei s<strong>in</strong>golilaboratori, che esperienze ed esiti di ricerche non trovassero la visibilitàadeguata, per far sentire ogni ricercatore, tecnologo e manager diNovartis parte di una vasta comunità dei saperi, si è scelto di adottareun approccio che <strong>in</strong>centra il complesso delle attività del gruppo sulled<strong>in</strong>amiche di condivisione e creazione di conoscenza.L'assunto da cui si è partiti è stato il classico "if Novartis knew whatNovartis Knows", da cui è derivata l'enfasi per l'esplicitazione delleconoscenze tacite, per la valorizzazione del patrimonio di ricerche edesperienze, per i processi di acquisizione e circolazione <strong>in</strong>terna di <strong>in</strong>formazioni,per la creazione di nuova conoscenza.La progettazione e la realizzazione della soluzione di knowledge managementhanno tenuto conto delle esigenze di:a) "esplodere" e condividere tutto il patrimonio di conoscenze <strong>in</strong>modo trasversale ai settori dell'organizzazione;b) elim<strong>in</strong>are i v<strong>in</strong>coli di spazio e di tempo che impediscono la condivisionedelle conoscenze;c) rendere la conoscenza disponibile dove e quando ce ne è bisogno.E soprattutto sono state tradotte <strong>in</strong> un modello di "<strong>in</strong>frastruttura lieve",ovvero, come ama descriverlo il top management di Novartis, di grandepiramide rovesciata <strong>in</strong> equilibrio sulla punta. La tecnologia è solo lapunta, il resto è cultura.


Appendice. Esperienze, strumenti e applicazioni aziendali ....2.3 Le <strong>in</strong>iziative e le applicazioni progettate e realizzateFacendo del tema della gestione delle conoscenze una questione organizzativa,Novartis ha adottato strategie conseguenti che impattano sulcomplesso delle sue attività:1. uso di tecnologie web-based per permettere la comunicazione e lacollaborazione senza v<strong>in</strong>coli di spazio e tempo;2. meccanismi di <strong>in</strong>centivazione di <strong>in</strong>iziative e proposte volte alla creazionedi l<strong>in</strong>ee di attività e progetti trasversali alle unità organizzative;3. moltiplicazione delle occasioni, delle possibilità e dei mezzi di condivisionedelle conoscenze.Interpretando a pieno il ruolo di knowledge <strong>in</strong>tensive corporation, ilgruppo Novartis ha qu<strong>in</strong>di sviluppato un sistema di knowledge managementche cura gli aspetti di rappresentazione, condivisione e comunicazionedella conoscenza trasversalmente alle sue strutture organizzative:a) Novartis Health Care, a sua volta composta da società che operanonel mercato dei nuovi farmaci o dei farmaci generici, e da CIBAvision (lenti a contatto);b) Novartis Agribus<strong>in</strong>ess alla quale fanno capo società che operanonel campo della produzione di semi e di prodotti per la cura deglianimali;c) Novartis Consumer Health con aziende che operano nel campodella nutrizione e della automedicazione.Ciascuna di queste strutture è <strong>in</strong>dipendente e a sua volta organizzata <strong>in</strong>divisioni di ricerca e sviluppo, modellizzazione e produzione, market<strong>in</strong>ge vendita.Nonostante la complessa articolazione che rispecchia i diversi mercati<strong>in</strong> cui è impegnata, Novartis ha tuttavia adottato un unico complessivosistema di knowledge management, presto diventato uno strumento<strong>in</strong>dispensabile al servizio delle più diverse attività di ricerca, sviluppo,produzione e vendita <strong>in</strong> ogni settore. Sul sistema di knowledge network<strong>in</strong>g- come più esattamente è stato chiamato perché configura una verae propria rete che mette <strong>in</strong> comunicazione strutture, progetti e personedi tutta l'organizzazione - s<strong>in</strong> dall'<strong>in</strong>izio è stata <strong>in</strong>oltre posta una taleenfasi da arrivare a concepirlo come una sorta di prodotto vero e proprio,di cui promuovere e pubblicizzare l'utilizzo <strong>in</strong>terno.Del sistema complessivo fanno parte il research/technology advisoryboard, le knowledge fairs, il knowledge market place, ovvero gli strumentiche attraverso la comunicazione e diffusione di esperienze di condivisionedi conoscenza che hanno avuto successo, e attraverso meccanismidi <strong>in</strong>centivo al knowledge shar<strong>in</strong>g, <strong>in</strong>coraggiano i collaboratori diNovartis ad alimentare il circolo virtuoso di creazione di sapere e valore.149


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE150Del research/technology knowledge advisory board, oltre a un responsabiledel complesso delle attività di knowledge network<strong>in</strong>g, <strong>in</strong>dividuatiper ogni laboratorio, o progetto, o luogo di lavoro fanno parte ricercatorie tecnologi che facciano da sorta di facilitatori e "agitatori culturali"per promuovere lo scambio di esperienze, la partecipazione allefiere della conoscenza, l'utilizzo degli strumenti di knowledge management,che <strong>in</strong>form<strong>in</strong>o sulle <strong>in</strong>iziative volte alla condivisione e valorizzazionedelle conoscenze <strong>in</strong>tangibili, che stimol<strong>in</strong>o nei diversi ambiti e trasversalmentea essi le trasmissioni formali e <strong>in</strong>formali di conoscenza.Le knowledge fairs sono <strong>in</strong>contri organizzati per permettere a ricercatorie manager di diversi settori di Novartis la condivisione e lo scambiodi esperienze. Nelle "fiere della conoscenza" sono co<strong>in</strong>volte personedi nazionalità, formazione e cultura diversa, si <strong>in</strong>coraggiano contattie discussioni diretti, piuttosto che <strong>in</strong> forma sem<strong>in</strong>ariale, si pubblicizzanole comunità di pratica e i casi di eccellenza; sono chiamati a <strong>in</strong>tervenireesperti di fama riconosciuta; si alimenta la curiosità, si cerca di farfare cortocircuito a domande e offerte di conoscenza impensabili.Il knowledge market place è una piattaforma elettronica che si configuraquasi come una sorta di "mercato" <strong>in</strong> cui domanda e offerta diconoscenza <strong>in</strong> Novartis si <strong>in</strong>contrano.La sua giustificazione teorica è il pr<strong>in</strong>cipio secondo il quale più le personedi un'organizzazione conoscono, più l'organizzazione conosce. Emaggiore è l'arricchimento e l'uso di conoscenze di una persona, maggioreè il valore creato per Novartis.Nel knowledge market place sono pubblicizzate carenze di conoscenzee <strong>in</strong>formazioni specifiche, cosicché chi ne fosse già eventualmente <strong>in</strong>possesso possa fornirle; sono <strong>in</strong>dirizzati bisogni di conoscenza a fontipresenti all'esterno dell'organizzazione, promossi e guidati percorsi diapprofondimento di particolari tematiche e ambiti di sapere.Co<strong>in</strong>volgendo esperti dalle competenze trasversali e mettendo a fattorcomune esperienze già maturate, si costituiscono e confrontano comunitàdi specialisti alle cui conoscenze è facilitato l'accesso. A ogni livellosi cerca di catturare, rappresentare, diffondere e condividere conoscenzaper crearne di nuova.Quello che si configura veramente come un "ipermercato della conoscenza",<strong>in</strong> cui è possibile trovare e prendere anche quello che non si cerca,o nel quale di tanto <strong>in</strong> tanto ci si può semplicemente "fare un giro" pervedere cosa c'è di nuovo e <strong>in</strong>teressante, è un formidabile moltiplicatoredelle possibilità di trasferimento e diffusione di saperi e <strong>in</strong>formazioni. Lapiattaforma opera ed è attiva <strong>in</strong>dipendentemente dai v<strong>in</strong>coli di gerarchia,tempo, dislocazione geografica delle persone attraverso tre componentipr<strong>in</strong>cipali: le "pag<strong>in</strong>e gialle", le "pag<strong>in</strong>e blu", il "forum virtuale".Le "pag<strong>in</strong>e gialle" di Novartis: ciascun collaboratore è presente e sche-


Appendice. Esperienze, strumenti e applicazioni aziendali ....dato nella guida virtuale <strong>in</strong> base alle sue competenze, capacità ed esperienzeprofessionali. Ogni collaboratore può <strong>in</strong>oltre <strong>in</strong>serire un proprioprofilo personale e professionale e classificarsi per determ<strong>in</strong>ati ambitidi conoscenza, attraverso i quali potrà poi essere "scovato" e contattatoda chiunque altro appartenente all'organizzazione. Nelle pag<strong>in</strong>e giallesono anche schedati i gruppi di lavoro formali e <strong>in</strong>formali organizzati<strong>in</strong>torno a determ<strong>in</strong>ate pratiche o obiettivi, con i quali è permessoagevolmente il contatto e dei quali sono rese facilmente accessibili lerisultanze.Le "pag<strong>in</strong>e blu" mettono a disposizione percorsi guidati per l'<strong>in</strong>dividuazionedi fonti di <strong>in</strong>formazioni e conoscenze esterne a Novartis, ilcui contributo potrebbe essere utile o è già stato utile <strong>in</strong> passato: accessia basi di dati <strong>pubbliche</strong> o per le quali si è acquistata la possibilità diconsultazione; contatti di consulenti, comunità di pratiche, centri diricerche, alle cui conoscenze può essere utile ricorrere.Il "forum virtuale" costituisce un vero e proprio "foro" <strong>in</strong> cui la tecnologiarende possibile e media discussioni e confronti su specifici argomenti.La partecipazione alle <strong>in</strong>iziative virtuali di condivisione è <strong>in</strong>coraggiatae favorita. Si cerca di <strong>in</strong>centivare al massimo lo scambio diesperienze e conoscenze tra settori differenti e tra persone dalle competenze,background culturale, e magari anche localizzazione geograficadifferente. In questa sezione è anche possibile pubblicare e pubblicizzarele risultanze di determ<strong>in</strong>ate ricerche, il materiale di studio e le<strong>in</strong>formazioni acquisite <strong>in</strong> particolari esperienze (convegni, sem<strong>in</strong>ari,esperienze, collaborazioni), e più <strong>in</strong> generale le conoscenze e le competenzecomunque possedute.Il complessivo sistema di knowledge management adottato, e la conseguentecultura organizzativa maturata, imbevono profondamente tutti iprocessi di risoluzione dei problemi e di creazione di conoscenza che sipresentano <strong>in</strong> ogni ambito di attività di Novartis.Quando a un qualsiasi passaggio di un processo di ricerca, produzioneo collocazione sul mercato di un prodotto si evidenzia un fabbisogno<strong>in</strong>formativo, una esigenza di conoscenze, si hanno diverse possibilità.Senza v<strong>in</strong>coli gerarchici, coerentemente alla impostazione di responsabilitàdiffusa, organizzativi, ovvero trasversalmente ai progetti e allestrutture, e logistici, superando i conf<strong>in</strong>i dei s<strong>in</strong>goli laboratori, si possonoimpostare ricerche con parole chiave nella sezione delle pag<strong>in</strong>egialle del knowledge market place. Si può att<strong>in</strong>gere <strong>in</strong> modo guidato allerisorse e ai contatti presenti nelle pag<strong>in</strong>e blu. È possibile consultare l'elencodelle esperienze, degli scambi di conoscenze già avvenuti di cui hatenuto traccia la memoria del forum virtuale e, naturalmente, far partirenuovi scambi aprendo una discussione sul forum. È altresì possibilericorrere ai knowledge manager per essere <strong>in</strong>dirizzati nella ricerca di151


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEsaperi e proporre argomenti per l'organizzazione delle knowledge fairs.Il sistema di knowledge management adottato, con le sue varie componenti,permea e condiziona completamente l'<strong>in</strong>sieme della gestione degliasset <strong>in</strong>tangibili di Novartis. I flussi di <strong>in</strong>formazioni sono strutturati egestibili, lo scambio di esperienze e conoscenze è agevolato, le collaborazionipromosse e valorizzate, le capacità e le competenze delle personehanno la possibilità di esprimersi completamente e compiutamentedispiegare i loro effetti benefici <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di crescita della professionalitàdi ognuno, e di valore complessivo dell'organizzazione. Incide, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e,sulla valorizzazione dei brevetti di cui già Novartis è <strong>in</strong> possesso, sul conseguimentodi nuovi, e sulla formalizzazione di vantaggiosi processi natispontaneamente dalle d<strong>in</strong>amiche virtuose della conoscenza.1523 "La conoscenza è niente senza controllo". Soluzioni diknowledge management a supporto della progettazione edella realizzazione degli pneumatici Pirelli3.1 L'aziendaDa decenni uno tra i più importanti gruppi <strong>in</strong>dustriali italiani, negli ultimianni Pirelli ha diversificato le sue attività imponendosi anche su mercat<strong>in</strong>uovi e a forte contenuto tecnologico. A ciò non è però corrispostoun disimpegno dai settori più tradizionali, <strong>in</strong> primo luogo da quello su cuiil gruppo fonda il suo storico prestigio e la sua stessa "memoria organizzativa".Il gruppo ha un fatturato di circa 7 miliardi di euro annuo eimpiega complessivamente oltre 35.000 persone. Il settore pneumatici,che a lungo è stato l'unico core bus<strong>in</strong>ess, contribuisce per 3 miliardi dieuro impiegando quasi 20.000 persone <strong>in</strong> 20 stabilimenti diversi.Pirelli ha sfruttato l'esperienza e il potenziale tecnologico e "filosofico"maturati nei mercati ad alto contenuto tecnologico per rivoluzionare laprogettazione e la realizzazione di pneumatici. L'aumento della concorrenzae l'utilizzo di gomme <strong>in</strong> particolari circostanze hanno determ<strong>in</strong>atol'esigenza di "tornare a riempire" di contenuti <strong>in</strong>tellettuali i processiche portano alla loro realizzazione, cosicché la produzione di pneumaticiè oggi ad alto tasso di <strong>in</strong>novazione e, <strong>in</strong> alcuni specifici contesti, ènecessario prendere decisioni controllando la maggior quantità e qualitàdi <strong>in</strong>formazioni possibili, <strong>in</strong> tempi molto ristretti.A sostegno di questa esigenza è stato naturale ricorrere a sistemi di knowledgemanagement per agevolare il processo di decision mak<strong>in</strong>g e permigliorare lo sviluppo dei prodotti e il conseguimento di particolari obiettivi.Molti degli specifici progetti, e praticamente tutte le strutture del gruppoPirelli, hanno propri sistemi di gestione delle conoscenze, e d'altraparte diversamente non potrebbe essere <strong>in</strong> conseguenza della vastità dei


Appendice. Esperienze, strumenti e applicazioni aziendali ....settori presidiati. Ognuno di essi, tuttavia, è realizzato con strumenti esecondo standard che gli permettono di <strong>in</strong>tegrarsi con gli altri <strong>in</strong> mododa sfruttare pienamente il vantaggio derivante dall'uso trasversale delleconoscenze. Da questo punto di vista il gruppo Pirelli si configuracome un <strong>in</strong>sieme di comunità <strong>in</strong>tegrate di saperi che si confrontano, sialimentano, crescono. E la stessa valorizzazione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>- soprattutto, ma non soltanto, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di patrimonio di brevetti,processi e relazioni con gli stakeholders - è effettuata a livello di gruppoe riportata nel report annuale.3.2 Gli obiettivi della gestione della conoscenzaLa necessità di migliorare le caratteristiche e le prestazioni di pneumaticiha portato negli ultimi anni a elevare notevolmente il contenuto<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> dell'<strong>in</strong>tero processo di produzione. In particolare la capacitàdi gestire anche tutte le conoscenze <strong>in</strong>tangibili co<strong>in</strong>volte nel processo,e di sviluppare soluzioni <strong>in</strong> grado di agevolarne la rappresentazionee la comunicazione, è diventata un fattore critico di successo <strong>in</strong> gradodi condizionare <strong>in</strong> modo determ<strong>in</strong>ante la stessa permanenza <strong>in</strong> un mercatosempre più competitivo.Per rispondere a tali esigenze sono nati i progetti "P-race" e "P-truck",dovuti alla collaborazione tra Pirelli Tyres e Dipartimento di <strong>in</strong>formatica,sistemi e comunicazione dell'Università Milano Bicocca.Il progetto P-race ha avuto a oggetto <strong>in</strong>novative soluzioni di disegno,realizzazione e selezione di pneumatici da usare <strong>in</strong> competizionimotoristiche. La scelta delle "gomme" da impiegare <strong>in</strong> una garadipende da numerose variabili afferenti a diverse aree di competenza,di solito presidiate da persone diverse, e il processo di decisionmak<strong>in</strong>g attivato nella preparazione a ogni gara si basa prevalentementesu <strong>in</strong>formazioni tratte dall'esperienza pregressa. Per poterlegestire sono stati adottati sistemi di knowledge management che permettonorappresentazioni multiple ed eterogenee di conoscenza <strong>in</strong>tegrate<strong>in</strong> un unico sistema.Compito del sistema è quello di "catturare" la conoscenza episodica,che connota la maggior parte dell'esperienza maturata a seguito dellegare, attraverso il supporto di formalismi e strumenti per l'esplicitazionestudiati per permettere che le conoscenze più rilevanti, anche<strong>in</strong>tangibili, possano essere rappresentate esplicitamente, elaborate e<strong>in</strong>tegrate nell'architettura del sistema, così da poter essere condivisetra disegnatori, <strong>in</strong>gegneri di corsa e tutti gli altri attori co<strong>in</strong>volti nellarealizzazione e scelta degli pneumatici da impiegare nelle competizioni.La conoscenza, rappresentata, condivisa e sviluppata, permette ditrovare soluzioni che garantiscono prestazioni sempre migliori, con153


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE154tempi di decision mak<strong>in</strong>g notevolmente ridotti.Il progetto P-truck è un esemplare caso di applicazione di paradigmi diknowledge management a settori produttivi ritenuti tradizionali e consolidati.Il progetto, non a caso nato dopo il successo di P-race, ha loscopo di sviluppare un sistema di gestione delle conoscenze che permettadi migliorare gli esiti delle attività di disegno e realizzazione dipneumatici per mezzi pesanti.Il sistema adottato, con le dovute specificità, è analogo a quello di P-race. Particolari moduli dedicati sostengono gli attori co<strong>in</strong>volti nel processodi def<strong>in</strong>izione delle caratteristiche del prodotto, oltre che nellacondivisione e comunicazione delle <strong>in</strong>formazioni e delle esigenze. Laconoscenza, messa a fattor comune tra progettisti, disegnatori e <strong>in</strong>gegneri,sostiene poi il processo di tun<strong>in</strong>g sulle caratteristiche dellegomme per migliorarne le prestazioni o per rimediare ad anomalie chepossono emergere durante il processo di produzione.3.3 Le <strong>in</strong>iziative e le applicazioni progettate e realizzate3.3.1 Il Progetto P-raceNelle competizioni "su gomma" il ruolo degli pneumatici è cruciale. Leprestazioni complessive, <strong>in</strong>fatti, spesso non sono determ<strong>in</strong>ate tantodalla potenza dei motori, dall'accuratezza dell'aerod<strong>in</strong>amica o dall'abilitàdei piloti, ma dalla scelta del "treno di gomme" da impiegare. Diversecompetenze e conoscenze sono co<strong>in</strong>volte nella decisione dei lotti dipneumatici da fornire alle squadre che gareggiano e molte di quelle piùrilevanti sono di solito possedute dagli stessi piloti e dai meccanici, oltreche da disegnatori, progettisti e <strong>in</strong>gegneri di corsa. Il successo di un'<strong>in</strong>terasquadra si basa anche su queste conoscenze, normalmente difficilida comunicare e condividere perché eterogenee, specifiche di particolariambiti e, comunque, detenute da figure differenti che non sempre<strong>in</strong>teragiscono adeguatamente tra di loro.Fra gli elementi <strong>in</strong> rilievo nella progettazione e realizzazione di unopneumatico, quello della "mescola" è uno dei più importanti. Si tratta diun composto chimico, una "ricetta" che determ<strong>in</strong>a le proprietà e le reazionidello pneumatico alle sollecitazioni. Nel progettare la mescolasono presi <strong>in</strong> considerazione diversi "<strong>in</strong>gredienti" che conferiscono leproprietà chimico-fisiche desiderate e che determ<strong>in</strong>ano le prestazionidello pneumatico. Oltre al composto della gomma, fondamentaleimportanza hanno naturalmente le caratteristiche strutturali dello pneumatico.La conoscenza delle particolari caratteristiche fisiche e meccanichelegate a una determ<strong>in</strong>ata miscela, e la capacità di progettare struttureche rispondano a specifiche sollecitazioni, sono il sapere core sucui si basano buone possibilità di aver successo <strong>in</strong> una gara.


Appendice. Esperienze, strumenti e applicazioni aziendali ....Il sistema di knowledge management adottato nell'ambito del progettoP-race è stato studiato per permettere di rappresentare, conservare, elaboraree condividere <strong>in</strong> un unico sistema l'<strong>in</strong>sieme delle conoscenzededotte dall'esperienza, gara per gara, dal quale att<strong>in</strong>gere ogni volta chedevono essere studiate e implementate nuove soluzioni.Quando si deve realizzare una gomma per una determ<strong>in</strong>ata gara, ilsistema guida la scelta dei vari parametri, dalle caratteristiche del percorso,ai carichi da sopportare, alle condizioni del tempo, allo stato dell'asfalto,alle scelte operate dagli altri concorrenti. Specificando tali esigenzee condizioni, il sistema restituisce tutti i casi più simili precedentementeaffrontati con successo o per i quali comunque era già statasperimentata una soluzione. A partire da essa, a progettisti e <strong>in</strong>gegneridi corsa è poi offerto supporto nelle operazioni di aff<strong>in</strong>amento e diulteriore maturazione di conoscenza.Inoltre, gli esiti delle ricerche e degli studi, pur afferenti a un ambitodalle condizioni "estreme" come quello delle competizioni, e d'altraparte come <strong>in</strong> molti altri contesti di ricerca, segnano gli orizzonti anchedi tutti gli altri settori <strong>in</strong> cui sono utilizzati pneumatici (auto, moto, veicolipesanti, macch<strong>in</strong>e agricole, eccetera).Il sistema di knowledge management realizzato è caratterizzato dauna notevole enfasi sugli aspetti di rappresentazione della conoscenzae di conservazione e valorizzazione del patrimonio di esperienzematurate gara dopo gara. Gli attori co<strong>in</strong>volti nel processo sono <strong>in</strong>fattidi formazione e competenze diverse, le conoscenze e le <strong>in</strong>formazionigestite da ognuno tipicamente specialistiche, la comunicazionedi solito lasciata a meccanismi <strong>in</strong>formali, poco o per niente strutturati.Di fatto si è <strong>in</strong> presenza di un tipico caso <strong>in</strong> cui la maggior partedegli elementi rilevanti per il conseguimento di un obiettivo è di tipo<strong>in</strong>tangibile e la maggior parte dello scambio di conoscenza avvieneper via <strong>in</strong>formale.La trattazione non strutturata e organizzata delle <strong>in</strong>formazioni e delleconoscenze, tuttavia, spesso si può tradurre <strong>in</strong> tempi di presa delle decisioni<strong>in</strong>adeguati alle esigenze e può pregiudicare efficacia ed efficienzadegli esiti.La Figura 1 presenta il sistema e le soluzioni adottate nell'ambito delprogetto P-race per ovviare a tali <strong>in</strong>convenienti.L'architettura generale del sistema è divisa <strong>in</strong> tre parti <strong>in</strong>tegrate tra diloro. La parte A contiene le pr<strong>in</strong>cipali componenti che attengono all'<strong>in</strong>gegneredi corsa:1. un'<strong>in</strong>terfaccia per l'<strong>in</strong>serimento e la consultazione dei dati;2. un database che contiene tutti i dati significativi su corse e competizioniprecedenti (le date, i campionati, le squadre, i piloti, le caratteristichemorfologiche dei circuiti, le rilevazioni cronometriche e155


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE156fisiche di prove e gare, i set di <strong>in</strong>formazioni su pneumatici progettati,realizzati e già impiegati);3. un sistema dedicato di acquisizione e rappresentazione delleconoscenze.La parte B consta dei componenti che sostengono l'attività del disegnatoredi composto:a) un'<strong>in</strong>terfaccia di <strong>in</strong>tegrazione al sistema <strong>in</strong>formativo (memoria egestione dei casi);b) un archivio dedicato con l'associazione di mescole già realizzate estudiate a determ<strong>in</strong>ate caratteristiche fisiche e meccaniche;c) il modulo di rappresentazione delle <strong>in</strong>formazioni.Inf<strong>in</strong>e la parte C, che costituisce il cuore del sistema, comprende:a) la memoria dei casi <strong>in</strong> cui sono schedate e strutturate le caratteristichee le prestazioni di lotti di gomme già realizzati e sperimentati;b) il gestore della memoria che scheda i dati, le descrizioni e le <strong>in</strong>formazioni<strong>in</strong> forma di casi e valuta la somiglianza tra condizioni da affrontaree quelle già affrontate e qu<strong>in</strong>di già patrimonio dell'esperienza.L'<strong>in</strong>gegnere di corsa può <strong>in</strong>teragire col sistema <strong>in</strong> tre modi diversi, ovveropuò descrivere e rappresentare il circuito, può <strong>in</strong>serire le rilevazioniFigura 1 - Sistema di gestione delle conoscenze del progetto P-raceAInterfaccia<strong>in</strong>gegneredi corsaModulo per larappresentazionedella conoscenzaArchivioprestazioniArchiviopercorsiCCasememoCasememorymanagerBInterfacciadisegnatorecompostiModulo per larappresentazionedella conoscenzaArchiviomescole


Appendice. Esperienze, strumenti e applicazioni aziendali ....delle prestazioni e gli altri dati di corsa, può attivare un "caso" specificoper essere guidato nella scelta degli pneumatici da utilizzare.Il modulo per la rappresentazione delle conoscenze è stato progettatoper permettere che la conoscenza immagazz<strong>in</strong>ata, e poi da condivideree sviluppare, possa essere sia di tipo quantitativo sia qualitativo. A partele <strong>in</strong>formazioni di prestazione è, a esempio, valorizzato anche il profilodelle piste. Ogni pista è descritta, attraverso un'<strong>in</strong>terfaccia utente grafica,come un set di blocchi. Ogni blocco è caratterizzato da un tipo dipercorso (rettil<strong>in</strong>eo, curva, chicane, eccetera) e dal livello di stress cuisono sottoposti gli pneumatici (calcolato dal sistema <strong>in</strong> base alle caratteristichedell'asfalto, ai carichi sopportati, alle velocità, alle temperaturesviluppate, alle accelerazioni e decelerazioni, eccetera).L'<strong>in</strong>terfaccia dedicata permette all'<strong>in</strong>gegnere di corsa di aggiornare ildatabase che contiene dati sull'attività di corsa (le date, i campionati, lesquadre, i piloti, i dati di prove e corse, il relativo set di <strong>in</strong>formazionisugli pneumatici). Questo tipo di operazioni sono addirittura agevolmenteconsentite, e normalmente espletate, direttamente sul campo,ovvero ai bordi del circuito durante la competizione.Attraverso il complesso degli strumenti di descrizione e rappresentazione<strong>in</strong> pratica, l'<strong>in</strong>gegnere di corsa "cattura" la conoscenza che maturaa ogni esperienza; quest'ultima, <strong>in</strong> tal modo, può essere condivisa congli altri attori, al f<strong>in</strong>e del riuso per trarne <strong>in</strong>formazioni cruciali <strong>in</strong> unanuova corsa. A ogni descrizione di determ<strong>in</strong>ate condizioni, ovvero all'<strong>in</strong>iziodella trattazione di un nuovo caso, il sistema è <strong>in</strong> grado di compararei circuiti sia secondo i loro profili morfologici sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i diprestazioni, e di usare le <strong>in</strong>formazioni presenti nella base di dati e imotori di ricerca ed elaborazione a essa associati, per sostenere l'adozionedi particolari pneumatici.Il processo com<strong>in</strong>cia con la rappresentazione del problema correntecome un caso nuovo da collocare tra quelli già affrontati. Un caso rappresentaun set di misurazioni cronometriche riguardo a una corsa ouna prova, e di <strong>in</strong>formazioni morfologiche sul percorso e la pista, suicarichi e le temperature sopportati. In base a esse il sistema proponeall'<strong>in</strong>gegnere di corsa soluzioni precedentemente adottate <strong>in</strong> condizionianaloghe e le risultanze dello studio sulla mescola delle gomme propostedai disegnatori.L'algoritmo di ricerca misura la somiglianza o una corrispondenza specifica<strong>in</strong> base all'analisi degli scostamenti tra dati, rilevazioni, descrizionie addirittura attributi frutto di <strong>in</strong>terpretazione da parte di <strong>in</strong>gegneri edisegnatori utenti del sistema. Una volta rilevato il caso più "contiguo",il sistema, oltre a riproporre le <strong>in</strong>formazioni e gli <strong>in</strong>dicatori pr<strong>in</strong>cipali,rende disponibili anche tutti i documenti associati a ogni caso (i com-157


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE158menti di <strong>in</strong>gegneri di corsa e piloti subito dopo una gara o una prova,le considerazioni dei meccanici, eccetera). Se la proposta non è completamentesoddisfacente per il caso <strong>in</strong> oggetto, un processo di adattamentodeve cambiare una delle soluzioni proposte. L'adattamentopotrebbe altresì rendersi necessario qualora la soluzione proposta dalgestore dei casi facesse riferimento a una mescola che non si può riprodurreper mancanza o scarsità di un <strong>in</strong>grediente determ<strong>in</strong>ante. Il processoè comunque guidato dallo stesso sistema di knowledge management,che tra l'altro con i suoi strumenti agevola e amplifica la comunicazionedi esigenze e soluzioni tra progettisti, disegnatori e <strong>in</strong>gegneri.E d'altra parte il sistema offre supporto anche <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di simulazionee proiezione, permettendo di valutare il possibile impatto delcambiamento di alcuni parametri a partire da una soluzione già sperimentatao una oggetto di studio.Uno specifico modulo del sistema di P-race è stato sviluppato persostenere anche il disegnatore di composto nelle <strong>in</strong>novazioni di prodotto(la mescola della gomma, i materiali usati, le caratteristiche delprocesso di lavorazione) e per facilitarne le attività di rappresentazionee organizzazione di conoscenza.La formulazione di una nuova mescola è guidata dalle richieste dell'<strong>in</strong>gegneredi corsa, che chiede il miglioramento delle caratteristiche e prestazionidi un lotto già progettato, realizzato e utilizzato, o ne suggeriscedi nuove per particolari esigenze di gara.Il disegnatore di composto, avvalendosi della porzione di sistema di knowledgemanagement dedicata, elabora la ricetta per adempiere alle richiestedell'<strong>in</strong>gegnere di corsa secondo un processo che si articola <strong>in</strong> tre fasi:1. valutazione di esperienze e caratteristiche di lotti di pneumatici giàutilizzati. Il disegnatore <strong>in</strong>tegra le considerazioni e le <strong>in</strong>formazionifornite dall'<strong>in</strong>gegnere di corsa con valutazioni sulle caratteristichematurate <strong>in</strong> base alla propria esperienza e competenza;2. def<strong>in</strong>izione dell'obiettivo. Coerentemente agli esiti dell'analisi delpunto precedente, il disegnatore decide quale proprietà del lottodeve essere cambiata per ottenere la prestazione desiderata. Le proprietà<strong>in</strong> rilievo attengono di solito agli ambiti dell'aderenza, dellastabilità termica, della stabilità meccanica. Alla f<strong>in</strong>e di questa fase ildisegnatore composto ha un set di possibili scelte che conduconoal miglioramento delle prestazioni;3. scelta degli <strong>in</strong>gredienti su cui <strong>in</strong>tervenire o da <strong>in</strong>trodurre. Inf<strong>in</strong>e,il disegnatore di composto <strong>in</strong>dividua la nuova mescola e ne forniscela ricetta.Di tutti gli scambi di <strong>in</strong>formazioni e trasferimenti di conoscenza effettuatitra piloti, meccanici, <strong>in</strong>gegneri, disegnatori e progettisti, il sistemaè naturalmente <strong>in</strong> grado di tener traccia e di consentirne un riutilizzo <strong>in</strong>


Appendice. Esperienze, strumenti e applicazioni aziendali ....qualsiasi momento. Oltre al vantaggio di un repository strutturato efacilmente accessibile e <strong>in</strong>tegrabile, alla facilitazione della comunicazionetra figure professionali differenti, il valore aggiunto del sistema digestione della conoscenza adottato è negli algoritmi di ricerca, elaborazione,<strong>in</strong>ferenza e simulazione associati alla base dati.Più che di sistema di knowledge management, si potrebbe <strong>in</strong>fatti parlarea ragione di un vero e proprio sistema di knowledge <strong>in</strong>telligence,strumento ormai <strong>in</strong>dispensabile, irr<strong>in</strong>unciabile e <strong>in</strong>sostituibile per ilconseguimento di un obiettivo, quello dello sviluppo delle prestazionidi pneumatici, def<strong>in</strong>itivamente legato alle d<strong>in</strong>amiche della conoscenza.3.3.2 Il Progetto P-truckIl progetto P-truck, ha lo scopo di sviluppare e consolidare un sistema diknowledge management per sostenere la Bus<strong>in</strong>ess Unit Truck di PirelliTyres nella progettazione e realizzazione di pneumatici per veicoli pesanti.Il ciclo di realizzazione di un lotto di pneumatici per autocarro constadelle seguenti fasi.a) Disegno del composto dello pneumatico: il composto, esattamentecome per gli pneumatici usati per le gare, è una mescola di <strong>in</strong>gredientidiversi, sia naturali (gomma naturale, res<strong>in</strong>e, eccetera) sia s<strong>in</strong>tetici(petroli, plastiche, eccetera). La fase di disegno stabilisce lacomposizione della mescola, identificando un set di <strong>in</strong>gredienti, perottenere le prestazioni richieste allo pneumatico (resistenza alla trazione,resistenza alla fatica, carico sopportabile, risposta a sollecitazionimeccaniche, aderenza, eccetera).b) Mix<strong>in</strong>g: gli <strong>in</strong>gredienti sono mescolati <strong>in</strong> proporzioni e con tecnichespecifiche per ottenere una miscela omogenea e con le caratteristichecomplessive richieste.c) Produzione di semifabbricati: <strong>in</strong>tegrando le risultanze dello studiosul composto e sulla struttura, sono realizzati i componenti di cuiconsta il prodotto.d) Assemblamento: i vari componenti sono assemblati <strong>in</strong> un prodottosemi-f<strong>in</strong>ito.e) Vulcanizzazione: particolare trattamento al term<strong>in</strong>e del quale siottiene il lotto di pneumatici f<strong>in</strong>iti con determ<strong>in</strong>ate caratteristiche.Il ciclo di vita sopra descritto è sufficientemente generale per caratterizzaretutte le realtà di produzione di pneumatici. Sul complesso di taleciclo Pirelli Tyres ha condotto una campagna di acquisizione di conoscenzache ha rivelato che ognuna delle fasi sopra descritte è a carico eportata a term<strong>in</strong>e da una specifica comunità di pratica. Può però accadereche <strong>in</strong> qualsiasi punto del processo si verifich<strong>in</strong>o condizioni tali danecessitare l'<strong>in</strong>tervento di competenze trasversali alle comunità di pratica.159


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE160Uno degli scopi pr<strong>in</strong>cipali del progetto P-truck è, <strong>in</strong>fatti, quello di sostenerele diverse comunità di pratica nella <strong>in</strong>terazione e nella fertilizzazione<strong>in</strong>crociata delle rispettive competenze e conoscenze per agevolare larisoluzione di problemi e per migliorare l'efficacia e l'efficienza dei processiproduttivi.Seguendo un approccio tipicamente knowledge-based, è stata prelim<strong>in</strong>armentecondotta una campagna di acquisizione ed esplicitazione diconoscenza attraverso un attento studio di tutte le fasi della progettazionee realizzazione di pneumatici e dei meccanismi formali e <strong>in</strong>formalidi scambio di <strong>in</strong>formazioni tra gli operatori co<strong>in</strong>volti. I dati e le<strong>in</strong>formazioni raccolte hanno alimentato un sistema di knowledgemanagement <strong>in</strong>tegrato e sono andate a costituire la base di esperienzacomune da cui partire per migliorare il processo e il prodotto.Su ciascuna comunità di pratica si è lavorato per rendere tangibili, raccoglieree catalogare le esperienze e le conoscenze maturate <strong>in</strong> anni diattività nel settore. Numerose e assai varie sono le categorie di variabilico<strong>in</strong>volte, dalla chimica delle mescole alle caratteristiche strutturalidegli pneumatici <strong>in</strong> base ai percorsi prevalenti <strong>in</strong> specifici mercati didest<strong>in</strong>azione (America Meridionale, Europa, Asia, eccetera). Per ciascunadi essa il sistema è progettato per consentire la rappresentazionedelle <strong>in</strong>formazioni e la loro <strong>in</strong>tegrazione con tutte le altre di naturadiversa, <strong>in</strong> modo tale da essere facilmente accessibili anche trasversalmentealle comunità di pratica e di facilitare la concatenazione tra lediverse fasi del processo di produzione.In base al patrimonio di esperienze e studi, e tenendo conto delle particolariesigenze del mercato, sono progettati e realizzati lotti di pneumaticiche hanno determ<strong>in</strong>ate caratteristiche. Se gli esiti delle verifichecondotte su di essi al term<strong>in</strong>e del processo non sono conformi a quantoperseguito, a causa di un errore <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seco al processo di produzioneo per imprevedibili eventi occorsi <strong>in</strong> qualunque fase, il sistema offresupporto alla collaborazione tra esperti e guida alla risoluzione dei problemie all'aff<strong>in</strong>amento del prodotto. Il tun<strong>in</strong>g può essere più o menoconsistente. Anche se non sono troppo frequenti i casi <strong>in</strong> cui è necessarioapportare <strong>in</strong>terventi significativi, fondamentale importanza è rivestitadal tempo impiegato per risolvere gli <strong>in</strong>convenienti e <strong>in</strong>iziare laproduzione <strong>in</strong> condizioni nuove. La ricerca immediata di una soluzionenon può che basarsi sulla gestione di anomalie e problemi affrontati,gestiti, risolti e "tracciati" dal sistema <strong>in</strong> passato.In considerazione di questo aspetto i meccanismi di gestione delleconoscenze del progetto P-truck sono stati praticamente mutuati daquelli del progetto P-race. La memoria dei casi, piuttosto che gestiredati e <strong>in</strong>formazioni di gare, conserva e organizza <strong>in</strong> esperienza riutilizzabilei problemi verificatisi nei processi produttivi e le relative soluzio-


Appendice. Esperienze, strumenti e applicazioni aziendali ....ni già sperimentate. Inoltre, anche l'architettura del sistema di knowledgemanagement adottato nel progetto P-truck è stata progettata peravere una repository di conoscenza centralizzata e meccanismi di risoluzionedei problemi distribuiti e accessibili <strong>in</strong> qualsiasi momento. Ilsistema, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, oltre a offrire la possibilità di rappresentazione e memorizzazionedelle conoscenze, garantisce velocità di elaborazione e <strong>in</strong>ferenzasui dati storici, percorsi guidati alla risoluzione di problemi, strumentidi condivisione delle <strong>in</strong>formazioni e messa a fattor comune delleconoscenze.Componenti del sistema di knowledge management scelto per P-trucksono: la memoria dei casi con i dati strutturati <strong>in</strong> base alla fase del processoproduttivo cui afferiscono; i moduli di rappresentazione delleconoscenze; il gestore delle <strong>in</strong>formazioni con i motori di ricerca e di elaborazione.In particolare, il gestore della conoscenza ha <strong>in</strong>terfacce, viste e porzionidi database specifiche per disegnatori, <strong>in</strong>gegneri e tecnologi. A ciascuno,a seconda del tipo di competenze e ruolo, sono forniti specifici strumentiper la rappresentazione delle conoscenze utili sia nella fase di immissionedi nuove <strong>in</strong>formazioni, sia di consultazione, sia di elaborazione.Il complesso delle <strong>in</strong>formazioni e dei dati è comunque <strong>in</strong>tegrato <strong>in</strong> ununico database centrale al quale tutti possono accedere, che rappresentala materia prima sul quale sono applicati gli algoritmi di ricerca propridel sistema per reperire elementi utili alla risoluzione di problemi.È evidente come sia nella rappresentazione delle conoscenze, sia neimotori di elaborazione e ricerca dei dati, sia nella predisposizione dipercorsi guidati di comunicazione e <strong>in</strong>terazione tra le figure esperteco<strong>in</strong>volte nel processo, il progetto P-truck riprende <strong>in</strong>tegralmente l'esperienzae le acquisizioni del progetto P-race. Ulteriore dimostrazionedel successo delle applicazioni dei paradigmi di knowledge management,dest<strong>in</strong>ati a diventare sempre più impresc<strong>in</strong>dibili.1614 "Un altro bilancio è possibile". Il bilancio del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>di Eptaconsors4.1 L'aziendaIl caso di studio che di seguito si presenta è un esempio di approccioradicale alle tematiche del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>. Per la particolare naturadelle sue attività e per le peculiarità dei mercati di riferimento, il GruppoEptaconsors, tra i primi <strong>in</strong> Italia, ha affiancato al bilancio classico unbilancio dei valori <strong>in</strong>tangibili. Eptaconsors opera da vent'anni nei settoridell'asset management, dei mercati f<strong>in</strong>anziari (attraverso le societàspecializzate, Eptafund, EGI e Epta Global Investments) e dell'<strong>in</strong>termediazionemobiliare (attraverso Eptas<strong>in</strong>), gestendo un patrimonio


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEcomplessivo di oltre 12 miliardi di euro. Controllata f<strong>in</strong>o allo scorsoanno al 60,72% da Sanpaolo IMI, al 20,24% da Banca Carige e al19,04% dal Banco di Sardegna, è adesso detenuta <strong>in</strong>teramente dal gruppotor<strong>in</strong>ese, che dallo scorso anno l'ha <strong>in</strong>tegrata pienamente alle suevaste attività nel campo del risparmio gestito.Dal 2000 Eptaconsors <strong>in</strong>clude nel report annuale, <strong>in</strong>sieme ai tradizionalidati contabili, il bilancio sociale e, appunto, il bilancio degli asset<strong>in</strong>tangibili, con l'<strong>in</strong>tenzione di dare adeguata espressione ai beni immaterialisu cui si fonda l'operatività quotidiana e il valore dell'azienda e dirispondere alla domanda di trasparenza e <strong>in</strong>formazione del mercato edegli stakeholders.1624.2 Gli obiettivi della gestione della conoscenzaPer agire con successo nei mercati f<strong>in</strong>anziari e nelle <strong>in</strong>termediazioniimmobiliari, è sempre più necessario att<strong>in</strong>gere a <strong>in</strong>formazioni da trasformarerapidamente <strong>in</strong> conoscenza, su cui basare le strategie e gli<strong>in</strong>vestimenti. A tale scopo Eptaconsors ha adottato un modello organizzativo,che <strong>in</strong>tegra ai contenuti del flusso <strong>in</strong>formativo delle variesocietà del gruppo, le conoscenze proprie delle persone che <strong>in</strong> esse operano.E le conoscenze stesse, le competenze delle persone, le relazioniprofessionali che sono <strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>trattenere, la loro partecipazionealla cultura aziendale, sono diventate esplicitamente la materia prima sucui Eptaconsors basa i suoi bus<strong>in</strong>ess.Per operare nei mercati f<strong>in</strong>anziari e immobiliari, <strong>in</strong>fatti, non è ormai piùsufficiente la solidità e la consistenza dello stato patrimoniale, la qualitàdei prodotti e delle soluzioni offerte, ma è necessario esprimere apieno il potenziale del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>, ovvero il patrimonio costituitodalle conoscenze e competenze delle persone e dalle loro capacitàdi generare <strong>in</strong>novazione, creatività, flessibilità, efficienza.Con il bilancio dei valori <strong>in</strong>tangibili Eptaconsors <strong>in</strong>tende <strong>in</strong>oltre, attraversouna esigenza di trasparenza <strong>in</strong>terpretata coraggiosamente, imporreal mercato una strategia che fa della conoscenza, dell'energia <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>e del co<strong>in</strong>volgimento e valorizzazione delle persone, il patrimoniosu cui costruire il valore aggiunto dell'azienda.4.3 Le <strong>in</strong>iziative e le applicazioni progettate e realizzateIl gruppo Eptaconsors consta di oltre 300 persone con un'età mediamolto bassa e con un livello di formazione di grande rilievo. Il modelloorganizzativo adottato da tutte le società del gruppo si fonda sudue pr<strong>in</strong>cipi: quello di responsabilità diffusa, <strong>in</strong>tesa come la possibilitàper ciascuno di accrescere il proprio patrimonio professionale;


Appendice. Esperienze, strumenti e applicazioni aziendali ....quello dello spirito di squadra e della cultura organizzativa, <strong>in</strong>dispensabileper creare appartenenza e tradurre la crescita dei s<strong>in</strong>goli <strong>in</strong>complessivo valore organizzativo.Le due diverse dimensioni, <strong>in</strong>dividuale e organizzativa, sono tenute<strong>in</strong>sieme dai paradigmi di gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> adottati,che pervadono le strategie di tutta l'azienda e danno concretezza aipr<strong>in</strong>cipi generando motivazione e un clima di crescita generale <strong>in</strong> cuile persone sanno che l'<strong>in</strong>telligenza, l'<strong>in</strong>novazione e la conoscenzasono premiate.L'<strong>in</strong>clusione degli asset <strong>in</strong>tangibili nel report annuale non è che unasorta di punta dell'iceberg di un approccio complessivo che fa dellacondivisione e creazione di conoscenza il nucleo portante delle attivitàdel gruppo, coerentemente alla filosofia aziendale di bra<strong>in</strong> company,cioè di un'impresa il cui f<strong>in</strong>e è rappresentato dalla costruzione di valoreattraverso il co<strong>in</strong>volgimento di ciascuna risorsa nell'organizzazione,nello scambio e nella creazione di sapere.In questo senso il gruppo Eptaconsors si connota come vera e proprialearn<strong>in</strong>g organization, un'organizzazione aperta a un apprendimentocont<strong>in</strong>uo e costante <strong>in</strong> cui formazione e aggiornamento professionaledelle persone sono esigenze <strong>in</strong>eludibili per far fronte alla rapida obsolescenzadelle <strong>in</strong>formazioni.Il bilancio dei valori <strong>in</strong>tangibili è un primo tentativo di censimento esistematizzazione, <strong>in</strong> un'ottica di trasparenza, delle qualità e del valoreche il gruppo esprime al di là dei dati f<strong>in</strong>anziari e contabili: un patrimoniodi persone, <strong>in</strong>novazioni, <strong>in</strong>vestimenti, cultura condivisa, relazionie rapporti fiduciari. Ed è stato anche lo strumento attraverso cui sensibilizzaregli operatori del mercato e gli stakeholders verso una nuovachiave di lettura delle attività aziendali, <strong>in</strong>centrata sulla capacità di produzionedi valore sia tangibile sia <strong>in</strong>tangibile.La completa trasparenza che ne è derivata nei confronti del mercato haportato a dover curare, oltre che la capacità di <strong>in</strong>vestimento e lo statopatrimoniale, anche aspetti em<strong>in</strong>entemente <strong>in</strong>terni, o comunque di solitonon portati a conoscenza dei clienti. A tal riguardo grande importanzaassume la valorizzazione dei modelli di flusso delle <strong>in</strong>formazioni e deiprocessi di servizio adottati da Eptaconsors per rispondere <strong>in</strong> temporeale agli andamenti del mercato e alle esigenze dei clienti, radicalmenteristrutturati organizzativamente e tecnologicamente <strong>in</strong> conseguenza dell'approccioknowledge based, e la valorizzazione delle relazioni consolidate,del benessere organizzativo, delle competenze delle persone, dell'attivitàdi ricerca dell'ufficio studi, dell'immag<strong>in</strong>e. Per amplificare l'effettodelle scelte adottate è stata condotta una <strong>in</strong>telligente campagna dicomunicazione - culm<strong>in</strong>ata con l'assegnazione nel 2002 dell'"Oscar delbilancio nella categoria piccole e medie imprese", da c<strong>in</strong>quanta anni163


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE164organizzato dalla Federazione relazioni <strong>pubbliche</strong> italiana -, che ha sensibilizzatogli operatori del mercato su aspetti di solito non tenuti <strong>in</strong> granconsiderazione e che, oltre a offrire maggiori garanzie di <strong>in</strong>formazionea clienti e <strong>in</strong>vestitori, ha migliorato la percezione e aumentato la visibilitàdel gruppo.La redazione del bilancio del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> è stata promossa perla valorizzazione del:1. capitale umano, attraverso l'enfasi su competenze, capacità edesperienze delle persone, e attraverso il controllo di particolariflussi <strong>in</strong>formativi e il presidio di ambiti e fonti di conoscenza particolari;2. capitale organizzativo, con riferimento ai processi che consentonodi rispondere <strong>in</strong> tempo reale alle esigenze dei clienti, e alla dotazionedi canali <strong>in</strong>formativi strutturati e capillari;3. capitale relazionale, <strong>in</strong> particolare dell'immag<strong>in</strong>e aziendale percepitadal mercato, e della capacità di comunicazione e relazione con glistakeholders.Il primo punto ha trovato espressione nell'attenta cura riservata allepersone e alle loro capacità e competenze, sia nella selezione dei collaboratorisia nel disegno dei percorsi di carriera.La selezione privilegia la brillantezza comunicativa e l'attitud<strong>in</strong>e al lavorodi gruppo; dopo l'<strong>in</strong>serimento, i nuovi collaboratori sono accuratamenteformati, soprattutto attraverso l'affiancamento, e poi gradualmenteavviati al cont<strong>in</strong>uo apprendimento <strong>in</strong>coraggiato dalla crescitaprofessionale.Oltre agli aspetti formativi, <strong>in</strong>fatti, sono stati def<strong>in</strong>iti dei percorsi di carrieramirati e corrispondenti all'emergere di nuove competenze e figureprofessionali. Le persone possono <strong>in</strong>oltre consultare una "banca di professionirichieste" dalle diverse società del gruppo. Attraverso questepolitiche si è riusciti ad avere un turn over basso (<strong>in</strong> un settore connotatoda costanti migrazioni di risorse), un'alta capacità attrattiva per italenti sul mercato, e soprattutto una collocazione ottimale delle personenel gruppo.Tra gli elementi afferenti a quest'ambito riportati nel report annuale,sebbene non si sia ancora proceduto alla loro contabilizzazione vera epropria, spiccano:a) il tasso di turn over dei collaboratori;b) il livello medio di istruzione e formazione;c) la quantità di domande di assunzione ricevute e curriculum vitaeesam<strong>in</strong>ati nei processi di selezione;d) le ore di formazione e aggiornamento per collaboratore;e) il contributo di ogni collaboratore all'accrescimento delle cono-


Appendice. Esperienze, strumenti e applicazioni aziendali ....scenze dell'organizzazione <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di partecipazione ai momentidi condivisione delle <strong>in</strong>formazioni e del know-how (consistenza deiflussi <strong>in</strong>formativi generati sull'<strong>in</strong>tranet, livello di partecipazione ailavori di gruppi costituiti su temi specifici);f) il bra<strong>in</strong>power collettivo, ovvero il livello di diffusione delle conoscenzecomuni a tutti i collaboratori, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di fonti <strong>in</strong>formativecontrollate e accessibili, di materiale conoscitivo frutto di ricerchee studi conservato e utilizzabile, di patrimonio di valori ed esperienzecondivisi;g) la qualità del lay out <strong>in</strong>terno (commodity della sede), benessereorganizzativo, qualità delle condizioni di lavoro percepita dalle persone.Il secondo punto ha trovato espressione attraverso la valorizzazione delcapitale organizzativo, ovvero della capacità di produrre <strong>in</strong>novazionedelle società del gruppo, del patrimonio di processi produttivi consolidati,della capacità di gestione delle esperienze, delle <strong>in</strong>formazioni edelle conoscenze. Sono a tal riguardo posti <strong>in</strong> rilievo nel bilancio elementiquali:a) il tempo medio impiegato per soddisfare le esigenze dei clienti;b) il controllo esclusivo di determ<strong>in</strong>ati canali <strong>in</strong>formativi;c) la presenza di processi e procedure <strong>in</strong> grado di assicurare efficientied efficaci operazioni nei mercati di riferimento;d) il tempo di fornitura di nuovi prodotti a partire dalla loro progettazione;e) la solidità degli strumenti tecnologici e la flessibilità del modelloorganizzativo adottato <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i non solo di efficienza ed efficacia,ma anche di gradimento da parte dei collaboratori.Al terzo punto fanno <strong>in</strong>vece riferimento elementi quali:a) la distribuzione del valore aggiunto tra gli stakeholder;b) il tasso di crescita del numero e della qualità dei clienti;c) il numero dei nuovi clienti acquisiti;d) il gradimento da parte dei vecchi clienti;e) il return on <strong>in</strong>vestment da campagne pubblicitarie mirate.I risultati ottenuti da Eptaconsors hanno avuto sia un considerevoleimpatto sull'organizzazione sia conseguenze positive sul mercato. Trai risultati ottenuti, a livello <strong>in</strong>terno sono aumentati comunicazione,confronto, "contam<strong>in</strong>azione" di conoscenze e <strong>in</strong>formazioni, mobilità,e attaccamento dei collaboratori all'azienda; a livello esterno è aumentatala visibilità, la trasparenza e il gradimento di clienti e stakeholders<strong>in</strong> generale.In quest'epoca, <strong>in</strong> cui non sappiamo più se i bilanci ci parlano davverodelle cifre e dei dati che riportano, o se stanno solo mentendo, l'irru-165


CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHEzione nei report di <strong>in</strong>formazioni che attengono al capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>non può che aiutarci ad avere, se non una idea certa, almeno una sensazionedi quello che stiamo leggendo. Si è di fronte a un notevoleampliamento delle categorie di riferimento nella valutazione delleimprese e dei modelli di bus<strong>in</strong>ess, ma anche a un cambiamento culturalee di approccio al bilancio che diviene strumento di relazione, dicomunicazione globale e <strong>in</strong>dicatore della qualità complessiva di un'organizzazione.Da questi elementi non sarà più possibile presc<strong>in</strong>dere epresto solo un'attenta e misurata valutazione delle risorse <strong>in</strong>tangibili diun'azienda, anche nel settore dell'<strong>in</strong>termediazione immobiliare e degli<strong>in</strong>vestimenti f<strong>in</strong>anziari, ne renderà possibile una completa valutazioneeconomica e di mercato.166


VOLUMI PUBBLICATIQuaderni del MIPA1. New public management - Ciclo di sem<strong>in</strong>ari sulle nuovetendenze della riforma dell’amm<strong>in</strong>istrazione. Istat, 2000.2. La customer satisfaction nei servizi pubblici - Casi edesperienze a confronto. Istat, 2001.3. Banche dati e tutela della privacy nelle <strong>pubbliche</strong><strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> - I primi risultati di una ricerca <strong>in</strong>terdiscipl<strong>in</strong>are.Istat, 2001.4. Introduzione dell’Isee nel servizio nidi del Comune di Roma -Volume primo. Istat, 2001.5. L’esperienza dei controlli <strong>in</strong>terni nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>pubbliche</strong>. Istat, 2002.6. Applicazione dell’Isee al servizio nidi del Comune di Roma -Volume secondo. Istat, 2002.7. La gestione dei reclami - Studi di caso nei servizi pubblici e nelle<strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> locali. Istat, 2003.8. L’impatto delle riforme amm<strong>in</strong>istrative - Relazioni e materialiper l’analisi dei processi <strong>in</strong>novativi nella Pubblica amm<strong>in</strong>istrazione.Istat, 2004.9. Sistemi giudiziari e statistiche <strong>in</strong> Europa - Indicatori difunzionamento e statistiche ufficiali: un confronto tra paesi europei.Istat, 2004.10. L’<strong>in</strong>novazione di frontiera - Relazioni ai sem<strong>in</strong>ari organizzatidal Formez e dal Consorzio Mipa su quattro temi di particolare<strong>in</strong>teresse. Istat, 2005.11. Politiche per l’<strong>in</strong>ternazionalizzazione e competitività del sistemaeconomico italiano - Sportello Italia. Istat, 2005.12. <strong>Capitale</strong> <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> e <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> - Riferimentimetodologici e studi di caso per la gestione e la valorizzazione. Istat,2006.


Altre pubblicazioni1. Razionalizzazione del processo di regolazione. Introduzione dellavalutazione economica, a cura del Consorzio Mipa e dell’Areametodi e strumenti della programmazione della Giuntaregionale della Toscana, <strong>in</strong> "Quaderni della programmazione.n. 5", Collana della Regione Toscana - Giunta regionale -Ufficio programmazione e controlli, 2000.2. Questioni aperte sul federalismo, a cura di A. Maccanico (con lacollaborazione di M. Balsamo, R. Bifulco, S. Cassese, A.Celotto, G. Da Empoli, T. E. Fros<strong>in</strong>i, C. Franch<strong>in</strong>i, M. Olivetti,P. Pasqu<strong>in</strong>o, C. P<strong>in</strong>elli, N. Risaliti, P. Siconolfi e del ConsorzioMipa), Presidenza del consiglio dei m<strong>in</strong>istri - Dipartimento perle riforme istituzionali, 2001.3. Rilevazione sullo stato d’attuazione degli URP nelle <strong>pubbliche</strong><strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>, a cura di A. M. Ambrosiani, Dipartimento dellafunzione pubblica - Ufficio per l’<strong>in</strong>novazione nella pubblicaamm<strong>in</strong>istrazione, Rubbett<strong>in</strong>o, 2001.4. I percorsi di <strong>in</strong>novazione all’<strong>in</strong>terno del M<strong>in</strong>istero del tesoro,a cura del Consorzio Mipa, M<strong>in</strong>istero del tesoro - Servizioaffari centrali e dell’organizzazione, 2001.5. Decentramento amm<strong>in</strong>istrativo: la qualità nel rapporto tra Regioneed enti locali, a cura di R. De Vecchis e S. Bracci, RegioneLazio - Direzione regionale sistemi <strong>in</strong>formativi e statistici,provveditorato e patrimonio. Area statistica, 2002.6. Le procedure amm<strong>in</strong>istrative: gestione e razionalizzazione. a cura diS. Angeletti, S. Baldassarri, P. Battaglia, E. Bevilacqua, M.Biondi, G. Cirilli, K. D’Ercoli, A. Natal<strong>in</strong>i e E. Poloni,Regione Marche, 2003.7. Programmare e valutare la formazione. Una guida per le<strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, a cura di E. Lattanzio e A. Zuliani,Editore Lattanzio e Associati Srl, 2004.


Quaderni del MIPAIl Consorzio Mipa svolge attivitàdi ricerca sulle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>,a sostegno dei processidi riforma e delle <strong>in</strong>iziativedi federalismo e decentramentofunzionale. Favorisce la diffusionedella cultura economica e organizzativanel settore, sviluppa metodologieper la valutazione dell’azioneamm<strong>in</strong>istrativa, diffondela conoscenza dei processi <strong>in</strong>novativi.Il Consorzio opera senza scopodi lucro. È stato costituito nel 1997e ne fanno parte Formez, Istat,le Università di Cagliari,Roma “La Sapienza”, “Roma Tre”, Sienanonché la Scuola superioredi perfezionamento e studiS. Anna di Pisa.In questo volume si affronta il tema,<strong>in</strong>novativo per le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>pubbliche</strong>, della gestione delle risorse<strong>in</strong>tangibili legate alla conoscenza(capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>). In particolare,si propongono prime <strong>in</strong>dicazionimetodologiche per l’impostazionedi attività di gestione del capitale<strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> e si presentano esempidi applicazioni <strong>in</strong> aziendee <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>.2Q012006005000000€ 17,00

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