Capitale intellettuale e amministrazioni pubbliche - Cultura in Cifre
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CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE18Il fenomeno della rilevanza emergente e della centralità strategica dellaconoscenza non può certo dirsi estraneo alle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>.Anche per questa tipologia di organizzazioni, <strong>in</strong>fatti, la necessità digovernare consapevolmente il complesso comb<strong>in</strong>arsi dei processi diapprendimento, accumulazione e condivisione di conoscenza si ponecon particolare urgenza <strong>in</strong> una fase, quale quella attuale, <strong>in</strong> cui le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong><strong>pubbliche</strong> registrano una sempre più accentuata modificazionedelle proprie funzioni nello scenario socio-economico, caratterizzatadal progressivo spostamento dell'asse della produzione dall'<strong>in</strong>terventodiretto (erogazione di beni e apprestamento di servizi) alle attivitàdi <strong>in</strong>dirizzo, normazione, regolazione e governance.Tuttavia, mentre nelle aziende il tema della gestione della conoscenza èda tempo al centro della "questione manageriale", quanto meno perché<strong>in</strong>dotto da esigenze e necessità competitive, non altrettanto può dirsiper le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>. Se <strong>in</strong>fatti aumenta, nell'enunciazionedegli obiettivi della riforma e nelle esperienze di <strong>in</strong>novazione, il riferimentoalle risorse <strong>in</strong>tellettuali (competenze del personale, know-how,relazioni con utenti e partner istituzionali e privati, eccetera), perdura ladifficoltà delle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> a maturare una specifica consapevolezzariguardo all'estensione e al ruolo del proprio patrimonio <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>,anche a causa dell'<strong>in</strong>disponibilità di modelli (metodologici e tecnicoorganizzativi)di riferimento per la progettazione e la promozione di<strong>in</strong>iziative di gestione e di sviluppo delle risorse di conoscenza.In altri term<strong>in</strong>i, la necessità di una gestione strategica della conoscenzae di un orientamento rivolto alla massimizzazione del suo impiego <strong>in</strong>tutte le funzioni, economiche e istituzionali, non è ancora completamenteavvertita nelle <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong>, cosicché le politiche<strong>in</strong>erenti le risorse <strong>in</strong>tellettuali rischiano di essere, da un lato, limitate allasola valorizzazione delle basi <strong>in</strong>formative, dall'altro, circoscritte a quellesole <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> che presentano tratti strutturali e produttivi piùvic<strong>in</strong>i a quelli tipici delle "imprese della conoscenza" (università, entipubblici di ricerca, eccetera).Al contrario, la disponibilità e l'accessibilità di conoscenze adeguate aifabbisogni decisionali, operativi e gestionali e di quelle necessarie per lapiena soddisfazione dell'utenza e degli altri portatori di <strong>in</strong>teresse si ponecome un fattore critico di successo per tutte le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong>, <strong>in</strong> particolareai f<strong>in</strong>i della promozione e della realizzazione dei processi di riformaamm<strong>in</strong>istrativa e istituzionale <strong>in</strong> atto. Ciò è di immediata evidenzanella declaratoria degli obiettivi della riforma, laddove si riconosce che lepiù importanti risorse da "spendere" per la promozione del cambiamentonella (e della) pubblica amm<strong>in</strong>istrazione non sono (tanto o solo) quellef<strong>in</strong>anziarie e tecnologiche, ma soprattutto le risorse legate alla conoscenza,a partire da quelle espresse dalla professionalità degli operatori