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Capitale intellettuale e amministrazioni pubbliche - Cultura in Cifre

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CAPITALE INTELLETTUALE E AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE60a) riduce il rischio di un approccio gestionale tipicamente "autarchico",rendendo evidente come le risorse <strong>in</strong>tellettuali possono essere (esono) oggetto di compravendita al pari di altre, approvvigionate nonsolo sottoforma di conoscenza codificata, ma più frequentementeveicolate da processi molteplici e variegati, spesso <strong>in</strong>controllati;b) <strong>in</strong>coraggia le aziende e le <strong>amm<strong>in</strong>istrazioni</strong> <strong>pubbliche</strong> a pensare ilproprio capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> <strong>in</strong> una prospettiva di sistema (parte diun <strong>in</strong>sieme più generale ed esteso) e, nel contempo, ai processi diarricchimento del patrimonio collettivo (del sistema istituzionale,del settore economico) come modalità di arricchimento (valorizzazione,estensione) del proprio;c) sostiene le organizzazioni nella costruzione di network <strong>in</strong>terni edesterni che favoriscono la creazione di un tessuto di relazioni capacedi aumentare il livello di capitale sociale collettivo e, con questo,quello di capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> umano e relazionale.Ma una delle implicazioni più rilevanti discendenti dall'adozione dellaprospettiva "di mercato" riguarda, si ritiene, gli effetti circa l'allestimentodei contenuti <strong>in</strong>tellettuali, del sapere organizzato e reso disponibilenei sistemi di gestione della conoscenza (knowledge management).Pensare le <strong>in</strong>terazioni e i flussi di conoscenza come transazioni cheavvengono nell'ambito di un mercato rende evidente la necessità di unaloro costruzione attorno al "tra<strong>in</strong>o della domanda": la "sc<strong>in</strong>tilla" dellagenerazione della conoscenza (la domanda) precede il "combustibile"(gli strumenti e i prodotti della conoscenza già disponibili) 16 .Così, il luogo della conoscenza condivisa (la comunità di pratica, il sito<strong>in</strong>tranet o <strong>in</strong>ternet, la rete di relazioni istituzionali, eccetera) non è ilposto verso cui veicolare e il "deposito" <strong>in</strong> cui immagazz<strong>in</strong>are qualsiasitipo di <strong>in</strong>formazione e di sapere: è, <strong>in</strong>nanzi tutto, il meccanismo, lamodalità operativa per dare risposte "puntuali" a una domanda di conoscenzaespressa <strong>in</strong> maniera specifica e circoscritta da un numero ristrettodi soggetti, vertente su particolari componenti del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong>.Ne consegue che un requisito tecnico-organizzativo fondamentaledell'<strong>in</strong>frastruttura dedicata alla gestione del capitale <strong><strong>in</strong>tellettuale</strong> deverisiedere nella presenza di meccanismi e di ruoli organizzativi <strong>in</strong> gradodi garantire la selezione dei contenuti di conoscenza e dei soggetti cheprendono parte ai processi di generazione, sviluppo, condivisione.16 T.A. STEWART, La ricchezza del sapere, cit.Scrive l'autore, con specifico riferimento a un'esperienza aziendale di costruzione di un sistema diknowledge management: "I fondatori credevano che la gente avrebbe <strong>in</strong>nescato la discussionecaricando libri bianchi et similia; si aspettavano cioè che gli utenti avrebbero accumulato contenuti"combustibili" nel cam<strong>in</strong>etto e questi avrebbero alimentato il fuoco sotto forma di domande,critiche e via dicendo. Invece, la sc<strong>in</strong>tilla precede il combustibile: l'80 per cento del traffico (…) èattivato da domande: qualcuno sa …? qualcuno ha …? qualcuno ha mai fatto una cosa come …".

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