Capitolo 4: Prove di trattamento per separare la graniglia metallica presente nei fini di segatone da taglio a telaioeimpiegando una diluizione notevolmente spinta con conseguente impiego di un grosso quantitativod’acqua per il trattamento.Tabella 33.a: Risultati della separazione idrogravimetrica con spirale HumphreysA3SHA4SHContenuto di magnetico nella frazionepesante28,6 g 70,1 gContenuto di magnetico nella frazioneleggera14,2 g 92,8 gT M/P (%) 18,84 73,77T M/L (%) 2,90 5,28η Fe nel pesante (%) 67 45,4ρ P (%) 23,6 5ρ L (%) 76,4 95I risultati delle analisi chimiche degli elementi in tracce fatte sull’alimentazione, sul pesante e sul leggerodei Campioni A3SH e A4SH figurano in tabella 34.Contenuto di magneticonella frazione pesanteContenuto di magneticonella frazione leggeraTabella 33.b: Risultati della separazione idrogravimetrica con spirale HumphreysA5SH A6SH A7SH A8SH A9SH A10SH A11SH13,5 g 15,2 g 9,1 g 7,0 g 102,8 g 79,4 g 16,4 g12 g 38,3 g 39,6 g 19,7 g 161,5 g 33,1 g 14,6 gT M/P (%) 7,89 10,56 10,43 12,22 23,43 25,60 40,88T M/L (%) 7,57 3,89 5,31 5,18 7,10 5,18 7,46η Fe nel pesante (%) 52,91 28,48 18,62 26,21 38,90 70,61 52,88ρ P (%) 51,88 12,79 10,44 13,09 16,17 32,71 17,00ρ L (%) 48,12 87,21 89,56 86,91 83,83 67,29 83,00Tabella 34:risultati delle analisi chimiche elementi in tracce relativi alla prova A3SH ed A4SH ed all’alimentazione (analisi eseguite pressoi laboratori della Facoltà di Scienze della Terra – Università di Torino)A3SH/leggero(ppm)A3SH/pesante(ppm)A4SH/leggero(ppm)A4SH/pesante(ppm)Cd
Capitolo 5: Sperimentazioni per possibili impieghi dei fini di segagione<strong>CAPITOLO</strong> 5SPERIMENTAZIONI PER POSSIBILI IMPIEGHI <strong>DEI</strong> <strong>FINI</strong><strong>DI</strong> <strong>SEGAGIONE</strong>Nell’ambito del progetto Interreg III A “Valorizzazione dei fanghi di segagione derivanti dallalavorazione lapidea” (tra VCO e Canton Ticino), dopo aver eseguito diverse prove per la separazionecontestuale della graniglia metallica, ci si è concentrati su due ambiti d’applicazione che si sonodimostrati essere quelli di più immediata attuazione e di più semplice gestione: il riutilizzo qualeimpermeabilizzante per discariche di inerti ed RSU e il riutilizzo quale costituente terreni vegetali perrecuperi ambientali.Per entrambe questi utilizzi, tuttavia, si deve pensare a monte ad un trattamento di separazionemagnetica/separazione gravimetrica, al fine di recuperare la graniglia metallica e di liberare i fanghi daelementi potenzialmente inquinanti quali: Nichel, Cromo, Rame, Piombo, ecc.. spesso associati al Ferrocostituente la graniglia.5.1. L’utilizzo del fango di granito quale impermeabilizzante nelle discarichedi rifiuti solidi urbaniDa fonti bibliografiche si sa che da prove sperimentali eseguite al Politecnico di Torino (FRISAMORAN<strong>DI</strong>NI & VERGA, 1990) è risultato che i fanghi possiedono buone capacità diautoimpermeabilizzazione; questa tendenza aumenta naturalmente con il grado di addensamento delfango, fino a raggiungere valori di permeabilità dell’ordine di 10 -7 cm/s, per valori di umidità inferiori al20%. Altre prove di laboratorio hanno inoltre stabilito che, con l’aggiunta di modeste quantità dibentonite (intorno al 2 - 3%), si riduce ulteriormente la conducibilità idraulica.Risulta quindi che i fanghi di segagione possono essere utilizzati per l’impermeabilizzazione dei bacini didiscarica: con cinque strati di 20 cm di spessore e con il 3% di bentonite la permeabilità può essere < 10 -9cm/s. Alla fine dell’operazione si ottiene la creazione di un fondo dello spessore di circa un metro con unapermeabilità inferiore ai 10 -9 cm/sec. Questo modo di procedere permette di porre in assoluta sicurezza lediscariche per fanghi provenienti dalla lavorazione di rocce ornamentali; tale sicurezza risulta infattiessere intrinseca, in quanto sfrutta, oltre alla capacità impermeabilizzante della miscela, anche l’elevataattività di scambio ionico delle argille bentonitiche, che sono in grado di assorbire, e quindi trattenere,grandi quantità di cationi metallici. Questa tipologia di realizzazione delle discariche garantirebbe, inconclusione, un’assoluta sicurezza ambientale consentendo inoltre di ottenere notevoli beneficieconomici; in tal modo, infatti, diventerebbero superflue le continue e costose analisi sui fanghi che, inogni caso sulla base delle numerose determinazioni effettuate, sono fuori norma solo per pochi elementi,ben individuabili sulla base dell’esame dei cicli di lavorazione. Non si ritiene di poter consigliare l’uso diquesti fanghi come materiale infrastrato nelle discariche di prima categoria sia per le scarse caratteristichegeotecniche, sia per insufficiente permeabilità, che non consentirebbe la realizzazione di un’inizialematurazione aerobica dei rifiuti e il loro dilavamento per percolazione.La realizzazione d’apposite discariche consortili per rifiuti solidi urbani o per inerti permetterebbe diottenere impianti che pur essendo di minima incidenza economica, assicurerebbero un elevato standard disicurezza.E’ da notare inoltre però che in una discarica per rifiuti solidi urbani potrebbero realizzarsi condizioni diambiente acido, con la possibilità di una indesiderata mobilizzazione degli elementi metallici pesanti; piùauspicabile sarebbe quindi pensare ai fanghi quale componente dello strato di base di discariche di inerti,49