L'arte al tempo del gelo - Cardarelli
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Gli artisti tedeschi nella guerra fredda<br />
<strong>del</strong> 2003 viene arrestato nella lussuosa suite di un <strong>al</strong>bergo di Düsseldorf. Quando la polizia<br />
fa irruzione è assieme a sette prostitute e ad <strong>al</strong>cuni amici, dei qu<strong>al</strong>i, <strong>al</strong>cuni, sono elementi<br />
<strong>del</strong>la m<strong>al</strong>avita cittadina. Nella suite viene ritrovata una grossa quantità di cocaina. Anche il<br />
suo studio viene perquisito e gli agenti trovano <strong>al</strong>tra cocaina. Al processo, tenutosi nel luglio<br />
2004, ammette di aver organizzato orge tra il febbraio <strong>del</strong> 2001 e l’agosto <strong>del</strong> 2003 e che<br />
ha usato droghe di vario tipo perché m<strong>al</strong>ato cronico (infatti, nel 1998, a Immendorff è stata<br />
diagnosticata la Sindrome di Lou Gehrig - sclerosi later<strong>al</strong>e amiotrofica), poi qu<strong>al</strong>e espressione<br />
<strong>del</strong> suo orient<strong>al</strong>ismo e perché, sotto quell’effetto, riesce a dipingere e scolpire con più<br />
energia. Quindi, spinto d<strong>al</strong>la moglie e d<strong>al</strong> suo avvocato, accetta di collaborare con la Giustizia,<br />
rivelando il nome <strong>del</strong> crimin<strong>al</strong>e che lo rifornisce di stupefacenti. Alla fine <strong>del</strong> procedimento,<br />
per l’aiuto dato <strong>al</strong>la Legge, è condannato a solo 11 mesi di reclusione e a una multa<br />
di 150000 Euro. Sospeso d<strong>al</strong>l’insegnamento durante il processo, viene riammesso qu<strong>al</strong>e<br />
docente <strong>al</strong>l’Università. Mancino di nascita, con l’aggravarsi <strong>del</strong>la m<strong>al</strong>attia, inizia a dipingere<br />
con la mano destra. Nel novembre <strong>del</strong> 2005 viene ricoverato d’urgenza <strong>al</strong>l’osped<strong>al</strong>e perché<br />
non riesce a respirare. I medici gli praticano una tracheotomia. Nel 2006 è costretto su una<br />
sedia a rotelle e smette di dipingere. Muore a 61 anni il 27 maggio <strong>del</strong> 2007.<br />
Percorso Artistico<br />
Le opere di Jörg Immendorff rappresentano un contributo unico <strong>al</strong>la storia <strong>del</strong>l’arte: non<br />
solo hanno influenzato in modo significativo le generazioni di pittori che lo hanno seguito<br />
ma, con il loro ricchissimo immaginario visivo e sfaccettato universo simbolico, sono<br />
entrate nelle nostre coscienze. Immendorff ha saputo incorporare nel suo lavoro costanti<br />
interrogativi, non soltanto nei confronti <strong>del</strong>la re<strong>al</strong>tà che lo circondava ma anche rispetto <strong>al</strong>la<br />
discussione sulla pittura e <strong>al</strong>la sua stessa definizione.<br />
Nel corso <strong>del</strong> suo percorso artistico Immendorff ha utilizzato la pittura come riflessione<br />
sulla re<strong>al</strong>tà soci<strong>al</strong>e ed economica <strong>del</strong>la Germania postbellica. Espressionismo, Nuova<br />
Oggettività, attivismo politico di sinistra e la forte coscienza civile <strong>del</strong> suo maestro Joseph<br />
Beuys, si sono combinati nelle tele rivelando un universo pittorico marcatamente segnato<br />
d<strong>al</strong>la storia con<strong>tempo</strong>ranea e d<strong>al</strong>le sue problematiche. Le sue opere giovanili risentono<br />
di elementi cari <strong>al</strong> Surre<strong>al</strong>ismo e spesso sono intrise di un pesante Simbolismo che fa capo<br />
<strong>al</strong>le idee politiche che pratica. Uno dei suoi primi lavori, notati d<strong>al</strong>la critica, s’intitola provocatoriamente<br />
“Hört auf zu m<strong>al</strong>en!”, cioè “Stop col dipingere!”.<br />
Tra la fine degli anni 60 e gli inizi degli anni 70 è uno dei membri più attivi <strong>del</strong> movimento<br />
artistico tedesco “Neue Wilde”. Nel 1970 inizia una stretta collaborazione con un <strong>al</strong>tro grande<br />
artista tedesco di Dresda: A.R.Penck<br />
Raggiunge la notorietà con una serie di sedici grandi dipinti di grandi dimensioni titolata<br />
“Cafè Deutschland” (1977-1984) ispirati d<strong>al</strong>l’arte di Renato Guttuso (Caffè Greco) e d<strong>al</strong><br />
conflitto ideologico tra Germania Ovest e Germania Est, quindi tra lo stile di vita figlio di<br />
certi mo<strong>del</strong>li americani, quelli capit<strong>al</strong>istici, consumistici, omologanti, e la repressione dittatori<strong>al</strong>e<br />
praticata nell’<strong>al</strong>lora Est Europa, a quei tempi sotto la dominazione <strong>del</strong>l’URSS. È una<br />
denuncia che l’anarchico Immendorff scaglia contro il mondo Occident<strong>al</strong>e nella sua tot<strong>al</strong>ità;<br />
da un lato contro “la società <strong>del</strong>la mercificazione finto liber<strong>al</strong>e” d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro “contro il comunismo<br />
tot<strong>al</strong>itario”, così lui dice. Questi lavori esemplificavano il suo espressionismo drammatico,<br />
cupo e tagliente, comunicato da composizioni affollate che negavano ogni gerarchia<br />
spazi<strong>al</strong>e. Fino agli anni Novanta i suoi dipinti continuarono a essere popolati da simboli che<br />
rimandavano <strong>al</strong>la storia tedesca degli ultimi cinquanta anni - il muro, la svastica, la bandiera,<br />
ecc.- metafore <strong>del</strong>la condizione soci<strong>al</strong>e e politica <strong>del</strong>la Germania divisa.<br />
D<strong>al</strong>la fine degli anni Novanta, l’approccio di Immendorff mutò gradu<strong>al</strong>mente per arrivare