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Marzo 2005 - Agopuntura.org

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questo continua ad affascinare. Durante il governo K’anghsi della dinastia Ching, i seguacidello Shaolin Kung Fu erano talmente famosi, per la loro arte del combattimento, che ilgoverno Ching se ne preoccupò a tal punto, da decidere di uccidere i monaci e didistruggere il monastero che si trovava sul monte Sung, nella provincia Honan, nella Cinacentrale. Furono quindi inviati numerosi soldati con l’ordine di distruggere il monastero e diestinguere la comunità religiosa. Ma i monaci del monastero Shaolin opposero unaresistenza così forte, che il monastero ne rimase indenne perfino dopo una lunga e duralotta. Chan Man Wai, il migliore dell’anno tra i candidati all’esame dei funzionari, volevafare carriera nel governo e così espose il suo piano. Per poterlo attuare, fece una congiuracon alcuni monaci del monastero Shaolin, il più importante dei quali si chiamava Ma NingYee. Quest’ultimo si lasciò convincere a tradire i suoi compagni e incendiò il monastero aloro insaputa. In questo modo si riuscì a ridurlo in cenere. Durante l’incendio morirono lamaggior parte dei monaci e dei laici esperti di combattimento. Alcuni combattenti riuscironoperò a scamparla e tra questi i Cinque Anziani, capi dei cinque stili Shaolin. La maestrabuddista Ng Mui, il maestro Chi Shin, il maestro Pak Mei, il maestro Fung To Tak ed ilmaestro Miu Hin con i suoi discepoli, particolarmente Hung Hai, Kwun, Fong Sai Yuk e LukAh Choy. Uno dei Cinque Anziani, il maestro Chi Shin, che era anche abate e che primadell’incendio aveva avuto la maggior parte degli allievi, li convinse della necessità di dovercombattere contro i Manciu. Per questo Chi Shin e i suoi allievi preferiti vennero ricercaticon mandato di cattura. Chi Shin ordinò loro di disperdersi in tutto il paese per evitare diessere catturati. Egli stesso, per potersi salvare, assunse la falsa identità di cuocorifugiandosi su una giunca rossa. Altri maestri, come Miu Hin e sua figlia Miu Tsui, sinascosero a lungo presso le stirpi dei Miao e dei Yao, tra Szechwan e Yunnan. Più tardivagabondarono per il paese ed arricchirono sempre di più le leggende cinesi. In Cina sonofamose le storie “Fong Sai Yuk sfida i difensori di un torneo” e “Ng Mui uccide Lee Pa Shansul paletto dei fiori di pruno”. Dopo la distruzione del monastero Shaolin i sopravvissuti sidivisero per potersi salvare con più probabilità dalla persecuzione del governo dei Manciu. IlMaster Chi Shin, ad esempio, assunse l’identità di cuoco su una giunca rossa (la “giuncarossa” era la nave di trasporto delle troupe di teatro, normalmente dipinta di rosso eadornata di bandiere variopinte). La monaca Ng Mui si rifugiò nel tempio della Gru Bianca,sul monte Tai Leung. Lì ebbe modo di dedicarsi indisturbata all’arte marziale e allo Zen. Perlungo tempo Ng Mui rifletté su come avrebbe potuto creare una nuova arte marziale,capace di offrire la possibilità, anche a persone fisicamente deboli, di sconfiggere espertidelle Arti Marziali classiche. La leggenda racconta che Ng Mui ebbe l’ispirazione decisivaosservando una lotta tra una gru e una volpe. La volpe girava intorno alla gru, nellasperanza di poter sferrare un attacco mortale, sul fianco non protetto di quest’ultima. Lagru, però, si girava in continuazione in modo da mostrare alla volpe il suo petto. Ogni voltache la volpe si avvicinava troppo, tentando di attaccarla con una zampa, la gru si difendevacon un’ala e, contemporaneamente, contrattaccava con il becco. Mentre quindi la gru sidifendeva con l’ala e contrattaccava con il becco, la volpe astuta si avvaleva della velocitàdelle proprie gambe e degli attacchi a sorpresa. Non ha importanza come sia terminataquesta lotta. Ng Mui sviluppò, grazie all’idea ricavata da quell’osservazione, un nuovosistema di arti marziali. Le caratteristiche distintive più importanti del nuovo sistema di NgMui, rispetto al Kung Fu Shaolin, consistevano nei movimenti più semplici ed adattabili,nell’orientamento alla prassi e nell’impiego più economo della forza. Il sistema di Ng Muiaveva come scopo la sconfitta del nemico, non con la forza, bensì con il metodo. Sul monteTai-Leung Ng Mui conobbe un certo Yim Lee e sua figlia WingTsun, il cui nome significa“bella primavera”. Il sistema della monaca Ng Mui deve il suo nome melodioso proprio aquesta giovane ragazza. A quei tempi la monaca buddista Ng Mui viveva nel tempio dellaGru Bianca, sul monte Tai Leung e, più volte al mese, era solita frequentare, per acquistarei viveri, il mercato del vicino villaggio, dove la giovane ragazza Yim WingTsun vendeva iltofu insieme a suo padre. I due erano fuggiti dalla loro terra natia, la provincia Guangdong,poiché sfortunatamente il padre era stato coinvolto in un problema giudiziario. Essendostato allievo del monastero Shaolin, egli aveva appreso alcune tecniche di combattimentoche impiegava, all’occorrenza, per ristabilire la giustizia dalle sue parti. Per questa ragione,cadde in tali difficoltà, che lo costrinsero ad abbandonare la sua terra e a rifugiarsi aiconfini delle province Szechwan e Yunnan, sul monte Tal Leung. Yim Wing Tsun crebbe ewww.agopuntura.<strong>org</strong> – il portale della formazione continua in Medicina Cinese a cura dell'AMSA


divenne una ragazza bella ed intelligente, ma la sua bellezza ed affabilità sarebbero stateanche la fonte di gravi problemi. Infatti in quel luogo viveva un noto attaccabrighe che sichiamava Wong, il quale cercava continuamente di provocare liti. Purtroppo gli abitanti delvillaggio non sapevano difendersi da lui, visto che egli era un esperto di Kung Fu e cheapparteneva ad una società segreta. Attratto dalla bellezza di Yim WingTsun, egli la chiesein sposa; WingTsun, però, era già stata promessa sin dall’infanzia ad un giovane di nomeLeung Bok Chau, un mercante di Fuchia. Wong le mandò un messaggero, fissandole unascadenza e minacciandola di usare violenza nel caso in cui ella lo avesse respinto. Padre efiglia vivevano quindi nel timore per il loro futuro. Con l’andare del tempo Ng Mui eradiventata cliente abituale di Yim Lee e spesso si intratteneva con i due. Un giorno, ella sirese conto che erano tormentati da grandi preoccupazioni. Yim Lee le raccontò ogni cosa eNg Mui, che era dotata di spiccato senso della giustizia, decise di aiutare WingTsun. Ellaperò non desiderava punire personalmente il malfattore, da un lato per non far scoprire lasua vera identità, e dall’altro perché un combattimento tra lei, la famosa maestra delmonastero Shaolin ed uno sconosciuto picchiatore sarebbe stato considerato sleale edinglorioso. Per questi motivi volle aiutare Yim WingTsun trasmettendole l’arte delcombattimento. Dopo soli tre anni di lezione privata, la giovane ragazza padroneggiavaperfettamente il metodo che le era stato mostrato. Dopo l’addestramento Ng Mui la mandòdi nuovo nel tempio della Gru Bianca da suo padre. Non appena WingTsun fu ritornata alvillaggio, fu molestata dal picchiatore Wong. Questa volta ella non scappò, ma lo sfidò in unduello. Il “rowdy” era sicuro della sua vittoria e già si rallegrava all’idea di aver finalmenteconquistato la ragazza. Purtroppo per lui, però, aveva fatto male i calcoli poiché WingTsunlo sconfisse mettendolo k.o.. Dopo questa vittoria, WingTsun continuò ad esercitarsi nelcombattimento e, allorché Ng Mui decise di proseguire il suo viaggio, fu esortata a trovareun degno successore e a istruire solo gli allievi giusti. Yim WingTsun sposò il suo fidanzatoLeung Bok Chau e gli trasmise il metodo di combattimento che aveva appreso da Ng Mui.Leung Bok Chau, che prima di sposarsi aveva praticato il kung Fu, non ascoltava la mogliequando questa gli parlava della sua arte marziale, credendo che una donna fosse troppodebole per poter essere considerata una pericolosa rivale per un uomo. Una volta, pero,WingTsun ebbe finalmente l’opportunità di dargli una dimostrazione pratica della suaabilità, e da allora, ogni volta che combattevano insieme, essa riusciva a sconfiggere ilmarito. Solo a quel punto egli riconobbe che sua moglie era una grande maestra di artimarziali, e per renderle omaggio chiamò questo sistema di kung Fu: “WingTsun Kuen”.Leung Bok Chau si allenò regolarmente con la moglie fino a diventare egli stesso un Masterdi quest’arte marziale. Più tardi egli trasmise questo sistema a Leung Lan Kwai, unortopedico ed erborista che non voleva rendere pubbliche le sue conoscenze di Kung Fu,tenendole gelosamente per sé. Nemmeno i suoi parenti e gli amici più intimi sapevano cheegli fosse un Master di Kung Fu. Il suo segreto venne svelato solo quando egli sbaragliò ungruppo di picchiatori che aveva attaccato un uomo solo. Se Leung Lan kwai non fosse statocostretto in quel momento a mostrare la sua abilità, la storia del WingTsun sarebbe forsefinita qui. Così invece successe che egli trasmise il suo sapere a Wong Bo, un attore chefaceva parte di una troupe teatrale. All’epoca tutti gli attori dell’opera venivano chiamati Igiovani della giunca rossa”. Leung Lan Kwai originariamente non aveva alcuna intenzione diinsegnare ad altri questo sistema, ma l’onestà e il senso della giustizia di Wong Bo lodistolsero dal suo proposito ed egli lo accettò come allievo. A quei tempi la maggior partedei “giovani della giunca rossa” si occupava di arti marziali. Durante le lororappresentazioni si truccavano così pesantemente da diventare irriconoscibili. Per questomotivo anche il Master buddista Chi Shin, uno dei Cinque Anziani del monastero Shaolin,che come la monaca Ng Mui era scampato al grande incendio, assunse l’identità di cuoco suuna “giunca rossa , per evitare di essere riconosciuto ed arrestato. Sebbene egli avessenascosto la sua vera identità per lungo tempo, si confidò ad alcuni colleghi che non lotradirono, ma che, al contrario, lo protessero ripetutamente con successo nelle situazionipericolose. Erano tutti degli uomini dagli ideali onesti, e, soprattutto erano contro il governodei Manciu. Per questo si impegnavano segretamente a far crollare questo regime,fondando delle società segrete che intraprendevano azioni contro di esso. In questo modoMaster Chi Shin divenne il loro eroe. Egli insegnò loro l’arte del combattimento e, perpreparali all’imminente lotta contro i Manciu, li istruì nel kung Fu del monastero Shaolin.www.agopuntura.<strong>org</strong> – il portale della formazione continua in Medicina Cinese a cura dell'AMSA


nella lotta, si fronteggiavano con le tecniche del loro Kung Fu " annebbiate dal vino", dandovita ad uno scontro imprevedibile nei movimenti, estremamente acrobatico ed efficacissimosia negli attacchi che nelle azioni di difesa. Dall'osservazione e dall'analisi di questocombattimento il monaco Maestro ne ricavò uno stile di Kung Fu, chiamato poi "L'ubriacodel monastero di Shaolin". Il terzo evento si riferisce ad un misterioso Maestro di cui non siconosce il nome e che viveva nel sud della Cina durante la dinastia Ching, intorno allaseconda metà del 1800. Si narra che un monaco Taoista tramandò lo stile dell'ubriaco adun monaco Buddista e che quest'ultimo ebbe come suo unico allievo un vagabondo chegirava per il sud nella regione del Fukkien. Di questo Maestro non si sa praticamente nulla,salvo il fatto che utilizzò il suo stile per combattere contro due giovani esperti di Kung Fu.Questa storia narra che i due, dopo aver partecipato ad una dimostrazione di Kung Fu, nellaquale mostravano la loro abilità nella lotta, al momento di spartirsi il ricavato dellospettacolo cominciarono a litigare fino a battersi e, mentre la gente lasciava la piazza perpaura di essere coinvolta nello scontro, arrivò un vecchio vagabondo ubriaco. Egli teneva inuna mano una fiaschetta di vino e nell'altra un bastone; si sedette su di un sasso adosservare, sorseggiando il suo vino e ridendo dei due che si battevano. Già alterati per lalite, si infastidirono subito della presenza di quel vagabondo e cercarono di mandarlo via,ma inutilmente. Egli si mise a prenderli in giro fino a farli smettere litigare. Allora uno deidue si avvicinò al vecchio chiedendo cosa avesse da ridere, ed egli rispose: "Lo stile HungGar, che tu usi, è troppo rigido, duro e tu sei troppo serio"; poi rivolgendosi all'altro: "Tu faitroppa scena, lo stile Hou Chuan è sciocco ed esagerato, tutti e due messi insieme nonvalete un granché". All'improvviso il ragazzo che usava l'Hung Gar attaccò il vecchio conviolenza, deciso a togliersi subito dai piedi quell'ubriacone, ma questo, continuando a rideree bere, schivò tutti gli attacchi senza mai reagire. Si fece allora sotto l'altro, con il suo stileacrobatico e imprevedibile, ma nello stesso modo, mandò a vuoto tutti gli attacchirivelando, nonostante l'età, un'agilità sorprendente. A quel punto i due attaccaronoinsieme, ma il risultato fu solo quello di far decidere al vecchio che era il momento direagire e li batté velocemente e con estrema facilità. Esterrefatti si prostrarono ai suoi piediimplorando di essere accettati come allievi e di seguirlo per sempre; l'anziano Maestrovagabondo rifiutò, dando però loro uno scritto che conteneva i principi dello stile e leindicazioni per trovare l'unico suo allievo e servitore che il vagabondo aveva avuto inpassato. Trovato il servo, non riuscirono a farsi accettare, in quanto esisteva già l'erededella scuola: il Maestro Tsai, il quale porterà avanti lo stile tramandandolo a suo figlio, ilMaestro Tsai Kun Hsu. Tsai Kun Hsu insegnerà nel centro della Cina, nella zona di Shanghaifino a che, in seguito agli accadimenti politici di quell'epoca ed alla conseguente messa albando delle arti marziali, si trasferì a Taiwan, dove fondò la sua scuola e dalla quale esconoi suoi due migliori allievi: il Maestro Chen Kei Fu ed il Maestro Ho Tang Sing. In realtàesistono diverse scuole di Tzui Pa Hisien, non solo quella di Tsai Kun Hsu, come pureesistono molti maestri di questo stile; le scuole sono in tutto otto, delle quali tre del "sud" ecinque del "nord"; due di queste sono Nei Chia ed in via di estinzione, le altre sono WaiChia. Sono rappresentate dalle otto statuette dei sacri immortali, ognuna delle quali in unaposizione caratteristica. Attualmente il Maestro Tsai Kun Hsu ha la sua scuola a Taiwan, ilMaestro Ho Tang Sing insegna ad Hong Kong ed il Maestro Chen Kei Fu ha una scuola aCanton ed una ad Hong Kong.– Non si può parlare della letteratura cinese antica prescindendo dall’opera di Confucio,non solo per quello che egli stesso ci ha lasciato nel campo letterario ma soprattutto per lasua attività di raccoglitore di composizioni antiche in prosa e in poesia che egli ritenevafosse necessario conoscere per acquistare le virtù. Nei Wujing "Cinque libri" si ritiene cheConfucio abbia raccolto i testi già esistenti, filtrando ed escludendo quelle composizioni chenon si accordavano con la sua dottrina. I "Cinque libri" raccolgono così quanto di più anticoci è rimasto della letteratura cinese. Essi sono:– Shijing "Libro della poesia": è la più antica antologia poetica cinese (305 inni dicorte, canzoni popolari, elogi di eroi, inni rituali);– Shujing "Libro dei documenti": costituisce una tra le più antiche fonti del patrimoniostoriografico della Cina (cronache, aneddoti, verbali...);– Yijing "Libro delle mutazioni": un manuale di divinazione, noto da noi come "I King";www.agopuntura.<strong>org</strong> – il portale della formazione continua in Medicina Cinese a cura dell'AMSA


– Lijing "Libro dei riti": una raccolta di regole di comportamento per ogni livello e statosociale;– Chunqiu "Primavera e Autunno": di carattere storico; è la cronaca del Principato diLu, patria di Confucio.Altre opere che vanno ricordate sono i Lunyu "Dialoghi" tra Confucio e i suoi discepoli e ilMengzi "Libro di Mencio". Nella prima sono raccolti, in forma di dialogo, gli insegnamenti diConfucio (551-479 a.C.), nella seconda si trovano gli insegnamenti di Mencio (372-288a.C.), seguace della scuola confuciana.– La vicinanza della confinante e potente Cina è stata molto importante per la Corea, tantoda influenzarne la stessa lingua (che oggi ha circa la metà del vocabolario di derivazionecinese) e da condizionarne ancor più la letteratura. Il coreano e il cinese sono due linguecompletamente diverse e tuttavia, siccome l'invenzione dell'alfabeto coreano risale al 15ºsecolo, fino a quell'epoca chi avesse voluto mettere per iscritto i propri pensieri sarebbestato costretto a usare il cinese. La mancanza di una propria scrittura costrinse i coreani aimparare il cinese e a produrre opere a imitazione di quelle cinesi. Questo ebbe comeconseguenza che, non solo si ebbero opere letterarie che non si distinguevano gran che daquelle cinesi, ma si creò una casta, quella dei letterati, che governava. Le ricche famiglienobili (yangban) potevano permettersi di mandare i figli a studiare in Cina, doveapprendevano quello che allora era considerato il sapere necessario per poter governare,cioè i classici cinesi. Fin da bambini i futuri funzionari statali si sottoponevano a lunghe oredi studio per imparare a memoria i libri dei filosofi cinesi,perché questo sarebbe poi stato l'argomento sul qualesarebbero stati interrogati agli esami che avrebbero dovutosuperare per accedere alle cariche governative nel regno diCorea. Quindi, anche se in Corea si parlava una linguaprofondamente diversa da quella cinese, la corte coreana etutti i funzionari si dovettero "sinizzare" e questo feces<strong>org</strong>ere fra i funzionari governativi un forte spirito di corpoe servì da barriera contro l'intrusione dei non-letterati nelgoverno della nazione. La loro influenza fu così grande cheriuscì a mettere a tacere per secoli l'esigenza popolare diavere un facile metodo di scrittura che permettesse diregistrare i suoni della propria lingua, che consentisse peresempio a una madre di scrivere alla figlia sposata in unalontana regione e di riceverne notizie (le donne comuninormalmente non erano ammesse alle scuole). Per evitareBambini che studianol'opposizione dei letterati, lo stesso re Sejong, il creatore dell'alfabeto coreano (consideratoil miglior alfabeto del mondo), fu costretto a spacciarlo come un sistema utile per facilitarel'apprendimento della pronuncia dei caratteri cinesi (o "ideogrammi").– La forma poetica che più si è distinta come autenticamente coreana è stata il sijo, sortadi poesia breve, spesso improvvisata in speciali occasioni. Il più grande poeta di sijo restaYun Sôn-do (1587-1671). Riportiamo di questo grande poeta un esempio che spiega comespesso le poesie, oltre che un significato palese, avessero anche un significato piùnascosto. Ecco dunque il "canto della pioggia estiva" (hauyo):Il poeta, che era stato allontanato dalla corte ("i campi") a causa delle maldicenze ("lawww.agopuntura.<strong>org</strong> – il portale della formazione continua in Medicina Cinese a cura dell'AMSA


pioggia") di certi suoi nemici, si sprona a frenare il proprio desiderio di tornare nellacapitale dedicandosi invece ai propri studi ("lustra l'aratro e gli altri attrezzi") fino a chel'atmosfera nel palazzo non si sia rasserenata ("quando vedrai che volge al bello").Hong Kil-tong jǒn un romanzo avventuroso che, a differenza delle opere di quel periodo(fine del '500 - inizi del '600) che venivanoscritte in cinese, fu pubblicato direttamente inalfabeto coreano (hangǔ l). Questo ne permiseun'ampia diffusione fra la gente comune che nonaveva studiato il cinese. La facilità di lettura daparte di tutti, oltre al contenuto (ambiente tra ilfantastico e il reale, avventure tipo Robin Hood,con un'aperta critica del comportamento dellacorte), lo rese famoso, specialmente fra le classimeno abbienti. L'autore, H ǒ Kyun (1569-1618),figlio di uno studioso confuciano e fratello di unanota poetessa, Hô Nan-sol hôn, era un nobile edLa prima pagina originale del romanzoebbe incarichi molto importanti presso la corte,ma erano tempi difficili (invasione giapponese del 1592, forte corruzione nella corte,popolazione comune ridotta in miseria). Basti dire che, forse proprio a causa delle suecritiche al governo, nel decimo anno del re Kwanghae H ǒ Kyun venne giustiziato.(Kwanghae fu un re malvagio, tanto che i coreani in seguito non gli attribuirono il titolopostumo di re). Il tema principale del libro è quello di un figlio illegittimo del re, diconseguenza senza alcuna opportunità di fare una carriera governativa, che tuttavia arrivaa essere nominato a una posizione importante, come se fosse un figlio legittimo. Un temasubordinato è quello della corruzione nel governo, mentre un terzo tema è quello del sognodi un paese perfetto, l'idea di fondare un regno su un'isola, in pace e in armonia sotto ilgoverno del figlio illegittimo, ma ancora fedele al re di Corea.– Nel linguaggio comune il termine "manicheismo" designa un modo di agire in cui due modidi pensare sono contrapposti in modo assoluto. Un pregiudizio clericale che immaginavadue dèi, uno del Bene l'altro del Male fronteggiarsi sin dall'eternità è alla base di questaconcezione: così, affabulando il diteismo, gli eresiologi antichi descrivevano la "Religionedella Luce" fondata da Mani. Ma chi era costui? Colui che nelle fonti latine è nominato comeManichaios, contrazione del siriaco Mani hayya cioé "Mani il vivente", nacque nelle landebabilonesi dell'impero persiano il 14 aprile del 216 dell'era volgare. Suo padre, un certoPattek, di stirpe regale, fu preso da manie religiose ed ad un certo punto della sua vitadecise di entrare a far parte di una setta gnostico-giudaica allora in voga in terramesopotamica, gli Elchasaiti. Il nome di questa setta che predicava l'astensionismosessuale ed alimentare, ed impartiva continui battesimi derivava dal fondatore, un certoElchasai, un personaggio che secoli prima di Maometto diceva di aver ricevuto dal cielo ilLibro della Rivelazione. Prima di abbandonare la comunità religiosa del padre, Maniricevette due messaggi celesti, uno all'età di 12 anni, l'altro all'età di 24 anni: il "gemello",in greco syzygos gli rivelò i misteri della Luce e delle Tenebre su cui è fondato il cosmo. Ildualismo che contrappone Luce e Tenebre, Vita e Non-Vita, Verità e Menzogna è il fulcro delcredo manicheo. All'inizio esistono due Regni: uno a Nord, governato dal Padre dellaGrandezza, Abba d-Rabbuta nelle fonti siriache, Zurwan in quelle iraniche, l'altro a Sud,l'universo della Hyle, la Materia, su cui domina il Princeps tenebrarum, Ahriman. Il Padredella Grandezza è composto da Cinque Elementi di Luce, cinque "splendori", in siriacoziwane, ed è circondato dai Dodici Eoni adamantini che abitano il Regno di Luce. Mentre perla Dodecade luminosa il pensiero corre alle dodici costellazioni dello zodiaco, la pentade èuna cifra ricorrente nella mitologia manichea: cinque sono gli elementi di Luce, ma cinquesono anche gli elementi di Tenebra contrapposti simmetricamente al Regno del Padre dellaGrandezza. Quando il Regno delle Tenebre attacca quello della Luce, il Padre dellaGrandezza decide di combattere evocando, "chiamando" (dal siriaco qra) dalla propriaessenza il protos anthropos, l'Uomo primigenio: cinque, anche per lui, sono gli Elementi diLuce che formano la sua fulgida "corazza", la sua Anima. L'Uomo primigenio derivadall'essenza dello splendore s<strong>org</strong>ivo attraverso la Madre dei viventi, Madar i zindagan nellewww.agopuntura.<strong>org</strong> – il portale della formazione continua in Medicina Cinese a cura dell'AMSA


fonti iraniche. La strategia adottata dal Mondo della Luce prevede che l'Uomo primigenio sidia volontariamente preda ai demoni dell'oscurità, affinché la Luce sia letale verso leTenebre, come chi volendo annientare il proprio nemico "mescoli in un dolce un potenteveleno". Quello del "miscuglio", il gumezisn iranico, è un tema costante nel manicheismo,esso rappresenta il "tempo intermedio" in cui le due sostanze, le due modalità di vita e dinon-vita, si amalgamano e combattono per la supremazia sul tutto. Il manicheismo non acaso è noto come religione delle due "sostanze" o "principî" e dei tre "tempi", initiummedium et finem di sant'Agostino. Lacerato nei penetrali della Tenebra, l'Uomo primigenioinnalza una preghiera al mondo del Padre luminoso, anelando la salvazione; essa siconcretizza nella figura dello Spirito Vivente, il quale attraverso un "grido" demiurgicosveglia l'Uomo primigenio dal sonno di tenebra. La risposta non tarda ad arrivare edentrambe i discorsi salvifici - cioè il richiamo dello Spirito Vivente e il riscontro dell'Uomoprimigenio - diventano due ipostasi, due personificazioni luminose. Al seguito dello SpiritoVivente, ruha hayya nelle fonti siriache, waxs zindag in quelle iraniche, vi sono anche quiCinque Figli, i "santi del macrocosmo" delle fonti cinesi, i quali reggono le sortidell'universo.– L'elemento cinese è ben evidente nella cultura cubana e non certo nella sola arteculinaria. Il grande studioso Fernando Ortiz ha ricordato come anche i riti di espulsionedegli spiriti maligni (la cosa mala) di fine anno siano di origine cinese; a La Habana, comein qualsiasi città cinese, lo strepitio dei razzi, dei petardi e dei fuochi d'artificio è simbolodell'arrivo del nuovo anno e il prodotto di antichi riti cinesi per spaventare e allontanare idemoni. Vivono attualmente a Cuba circa 10.000 Cinesi, di cui circa 1.500 residenti nellacapitale; le loro principali attività sono legate principalmente al commercio di prodotti dierboristeria, gestione di bar e ristoranti, lavanderie e mescite di succo di canna (chiamato aCuba guarapo). Il dialetto parlato è quello di Amoy, la località dalla quale in massima parte"los chinos" provengono. All'Avana, nel Barrio Chino — considerato nei primi decenni delnostro secolo come uno dei quartieri cinesi più grandi dell'interaAmerica Latina — la comunità cinese pubblica il periodico Kwon WahPo e gestisce una farmacia, un teatro e varie associazioni di mutuosoccorso, come la società Lung Con Cun Sol. Questa, creata a LaHabana nel 1900 e conosciuta come la Casa del Abuelo (Casadell'Avo), secondo la leggenda, fu fondata in Cina durante la dinastiaHan dai quattro fratelli guerrieri Cuang Con, Lao Pei, Chui Chi Lon eChui Fei. La Lung Con Cun Sol, oltre a distribuire ogni giorno pastigratis ai bisognosi, offre ai fedeli un altare per rendere culto aiquattro antenati mitici. È però a Cuang Con che si riserva unaparticolare attenzione; il guerriero è diventato in terra cubana SanFan Con, santo iracondo, padrone del colore rosso e della spada, cosìSan Fan Concome Santa Barbara/Changó; il suo "trono", ciricorda Lydia Cabrera ne El Monte, risiede nellaQuartiere Barrio ChinoCeiba (Ceiba pentranda), l'albero più caratteristico dell'isola, quello sacroper eccellenza, laddove dimorano in permanenza tutti i morti, gliantenati, i Santi africani di tutte le nazioni deportate a Cuba e i Santicattolici. Sempre all'Avana, in una delle vie più importanti della città,Calle Línea, un grande monumento è dedicato ai tanti Chinos chelottarono per l'indipendenza cubana[2]. L'attuale comunità cinesedell'isola è formata oggi non solo dai "figli" dei contratados: tra il 1860 eil 1875 si stabilirono infatti a Cuba circa 5.000 emigranti cinesiprovenienti dagli Stati Uniti, i cosiddetti "Californiani", che, dopo il 1902 (allaproclamazione della Repubblica), potendo fare affidamento su una situazione economicadecisamente buona, si trasformarono in piccoli proprietari e gestori di botteghe di varianatura. Tra il 1902 e il 1909, periodo che venne chiamato "danza de millones", la necessitàdi manodopera portò poi i proprietari zuccherieri ad importare oltre 1.300 Cinesi, e inquesto stesso periodo arrivarono a Cuba anche 50.368 lavoratori dalla Giamaica, 39.606 daHaiti, 24.976 da alcune isole delle Antille britanniche (soprattutto le Leeward Islands),13.000 da Puerto Rico, 8.000 da Panama e dal Centroamerica e ben 436.005 dalla Spagna.www.agopuntura.<strong>org</strong> – il portale della formazione continua in Medicina Cinese a cura dell'AMSA


Nel giugno 1997 si sono svolte, soprattutto nella città dell'Avana, le celebrazioni per i 150anni dell'arrivo dei Cinesi a Cuba, mentre, sempre nella capitale cubana, tra il 2 e il 7giugno 1998 si è celebrato il Festival de Chinos de Ultramar, un incontro in cui le variecomunità di Cinesi dei Caraibi hanno occasione di scambiarsi le proprie esperienze.– Le Xiangshan (Colline Profumate): si elevano a ovest della pianura di Beijing. Vi sonodisseminati templi che vennero edificati quasi tutti nel sec. XV, quando in Cina il buddhismoconobbe una notevole diffusione. Lungo la strada che conduce alle colline si trova laYuquanshan (Collina della Fontana di Giada), così definita per la sua costituzione calcarea.Da qui sg<strong>org</strong>ano molte s<strong>org</strong>enti. L'imperatore Qianlong vi fece costruire palazzi, templibuddhisti e taoisti.– Nella mitologia cosmogonica taoista due leggendari Augusti, Fuxi e Nugua avevano corpidi spire, sovente intrecciati l'un l'altro. Essi furono gli ordinatori del mondo. Più volteintrodotti come fratello e sorella, come sposi o come amanti, Fuxi e Nugua valgono nel mitola coppia primigenia da cui l'umanità discende. Erano certo tempi diversi in cui uomini eanimali vivevano in totale unione. Nell'iconografia antica, il Genio primitivo dalla coda diserpente ha due forme e due nomi. Forse molti di più. Non vi è qui metamorfosi tra l'uno el'altro aspetto. La metamorfosi, la trasformazione ci insegna ancora Lieh tse, è propriadell'esistente. Egli, il Genio Mostruoso, è principio e essenza e semplicemente vive,assoluto e immutabile, contemporaneamente e senza contraddizione presente in differentie complementari espressioni. Il Genio Mostruoso ha dunque due forme e due nomi edentrambi i nomi introducono al Fuoco, il movente del calore vitale. Egli è Zhu Long, il DragoFiammeggiante, e parimenti egli è Zhu Yin, l'Oscurità Fiammeggiante. Sono queste le dueforme in cui e da cui si esprimono le forze vitali del mondo, il principio e la s<strong>org</strong>ente stessadi tutti i fenomeni e gli venti di natura. "Zhu Long il Drago Fiammeggiante vive a nord allaPorta delle oche Selvatiche. Se ne sta chiuso nei Monti Wei Yu, dove non si vede mai il sole.Questo Spirito ha volto di uomo e corpo di drago. Non ha piedi."– Molto affascinante e complessa è la triade taoista dei Tre Puri: Puro Giada”, “PuroSuperiore”, “Puro Supremo”, che risiedono nei Tre Cieli, formatisi quando, attraverso ilprocesso cosmologico l’etere cosmologico si frazionò. Il primo (Giada) è il sovrano del Cielo.Il secondo è il regolatore dell’alternanza cosmica yin-yang e del flusso del tempo. Il terzo,che è lo stesso Lao-tzu, dimora nel terzo cielo e gli si deve culto per aver predicato agliuomini la dottrina salvifica. Attorno a questa triade si sviluppa una vivace attività cultuale.Si ignora però il sacrificio e il culto si fonda sulla pratica ascetica e sugli inni diglorificazione del tao. Vi sono varie liturgie destinate a esprimere il ringraziamento o larichiesta fiduciosa al tao, e tutte presentano molti elementi di magia: vi è la liturgia dellapioggia e quella dell’acqua, la liturgia del fuoco, quella del Signore del Cielo e quella delNuovo Anno. Tali liturgie erano delle vere e proprie feste religiose perché spesso preceduteda digiuni e da isolamento per ottenere la remissione dei peccati,ed erano presiedute daibonzi,i quali raccoglievano le offerte dei fedeli. Dopo la recita della preghiera si procedevaall’offerta di un piatto al Dio del Cielo. Per ogni cibo si rinnovava la cerimonia (preghiere,canti, musica, lettura dei nomi degli offerenti per la benedizione divina) che durava fino asera. La pratica ascetica sviluppò le comunità monastiche maschili e femminili. Dopo unrituale di iniziazione, il novizio accettava i voti e le regole disciplinari, vivendo secondonorme di astinenza e di digiuno, di segregazione e di purezza. Il monaco ha per scopo diraggiungere l’immortalità, ma svolge anche attività che stanno tra il sacro e il profano:evocatore sciamanico degli spiriti dei defunti, medico, mago, astrologo, indovino. Tutte letecniche praticate - la reintegrazione (morte – risurrezione mistiche), l’estasi (conoscenzanuova che sottrae alla morte e al dolore), l’ascetismo (annullamento della personalità perun tempo più o meno lungo), la pratica sessuale (la tecnica erotica taoista a caratteresacralizzante e cosmico: è un rito che appartiene alla più antica civiltà cinese) – mirano afare di un uomo comune un “Uomo Realizzato” , un Immortale, o un Santo, uno che ottienela “Lunga Vita” poiché “niente ha presa sul corpo quando lo spirito non è turbato. Nientepuò nuocere al saggio, avvolto nell’integrità della sua natura, protetto dalla libertà del suospirito” (Lieh-tzu, cap. II).www.agopuntura.<strong>org</strong> – il portale della formazione continua in Medicina Cinese a cura dell'AMSA


– La scrittura cinese appare come un sistema di scrittura pienamente sviluppato nellaseconda parte della dinastia Shang (14°-11° sec. a.C.). Da questo periodo abbiamonumerosi esempi di scrittura su ossa e gusci di tartaruga, per la maggior parte in forma dibrevi testi divinatori. Dello stesso periodo esiste anche un certo numero di iscrizioni surecipienti di bronzo di vario tipo. Il primo tipo di scrittura è conosciuto come scrittura suossa oracolari, il secondo come scrittura su bronzi. La scrittura di questo periodo è giàpienamente sviluppata, capace di testimoniare la lingua cinese contemporanea in manieracompleta e non ambigua. La maturità di questa prima scrittura ha suggerito a molti studiosiche doveva essere trascorso un periodo di sviluppo abbastanza lungo prima di raggiungerequesto stadio, ma i pochi esempi di scrittura che precedono il 14° secolo sonosfortunatamente troppo scarsi per permettere una qualsiasi sorta di ricostruzione di questosviluppo. Sulla base delle prove disponibili, tuttavia, non sarebbe irragionevole assumereche la scrittura cinese nacque durante la prima parte della dinastia Shang o addiritturadurante l'ultimo periodo della dinastia Xia o approssimativamente nel 17° secolo a.C. Findagli inizi il sistema di scrittura cinese è stato fondamentalmente morfemico: cioè quasiogni carattere rappresenta un singolo morfema. Poiché la stragrande maggioranza deimorfemi dell'Antico Cinese era monosillabico ciò significa che ogni carattere rappresentauna singola sillaba. La scrittura cinese differisce dalle scritture puramente sillabiche (ad es.il giapponese kana) per il fatto che le sillabe omofone sono rappresentate da differenticaratteri quando hanno un significato differente. Per esempio, shǒ u "testa" e shǒ u "mano"sono rappresentati da differenti caratteri anche se sono omofoni per quanto si riesca arisalire nel tempo. La prima scrittura cinese mostra che aveva un'origine fondamentalmentepittografica. Nei primi stadi del suo sviluppo, èchiaro che il meccanismo principale per lacreazione di caratteri era disegnare unaraffigurazione di ciò che voleva essererappresentato. Più il carattere era realmenterappresentativo e più era difficile e lungo dadipingere. C'è una naturale tendenza per talicaratteri a diventare progressivamentesemplificati e stilizzati man mano il sistema discrittura matura e diventa maggiormente usato.Non tutti gli elementi della lingua possono esserefacilmente rappresentati in forma pittorica.Davanti a questo problema i primi creatori dellascrittura cinese fecero ricorso a vari altrimeccanismi. Uno fu quello di usare unarappresentazione più astratta; per esempio, perscrivere shàng "sopra" essi disegnarono una lineaScrittura pittograficaorizzontale e misero un'altra linea orizzontale più corta sopra di essa xià "sotto" vennescritto in modo simile, con una linea breve sotto una linea orizzontale più lunga. La parolawéi "circondare" fu scritta ponendo quattro piccoli caratteri per "piede" attorno a unquadrato vuoto, probabilmente rappresentante una città cinta da mura. Ma questimeccanismi si dimostrarono inadeguati per rappresentare il primo cinese in manieracompleta. Infine, come in tutti i sistemi di scrittura completamente sviluppati, bisognòprendere in considerazione la pronuncia degli elementi che dovevano essere scritti.Un modo per fare questo fu l'uso del principio del "rebus", cioè impiegare un pittogramma oun altro carattere rappresentativo non fonetico solamente per il suo valore fonetico; peresempio, la parola lái "venire" sarebbe stata difficile da rappresentare facendo ricorso ameccanismi pittografici o puramente rappresentativi. Una soluzione a questo problema fu diprendere in prestito il carattere di un omofono o quasi-omofono. In questo caso particolarevenne scelto un pittogramma che rappresentava lái "grano"; nella storia della lingua,successivamente questa parola per "grano" divenne obsoleta e il carattere in questione orasopravvive solo con il suo significato preso in prestito di "venire". Gli elementi grammaticalierano particolarmente difficili da rappresentare in forma pittorica; di conseguenza,praticamente tutti i primi caratteri per questo tipo di elementi sono basati siul principio delwww.agopuntura.<strong>org</strong> – il portale della formazione continua in Medicina Cinese a cura dell'AMSA


"prestito fonetico". In aggiunta ai tipi di carattere descritti sopra, un piccolo numero dicaratteri furono segni in apparenza puramente arbitrari che non avevano nessuna relazionerappresentativa o fonetica con la parola in questione. Un esempio di questo tipo di caratteriè wŭ "cinque" che veniva scritto con una "X", o la parola per qī "sette", scritta con unasemplice croce. Nell'Antica Cina fu sviluppato un altro meccanismo per la formazione deicaratteri che divenne progressivamente sempre più importante: il meccanismo dellacomposizione fonetica. Un carattere di questo tipo consiste di un elemento semanticocombinato con un secondo elemento usato per indicare la pronuncia del nuovo carattere;per esempio, la parola láng "lupo" era scritta con il carattere di quăn "cane" alla sinistra eun carattere pronunciato liáng (con il significato di "buono") alla destra. L'elemento foneticoqui è generalmente usato solamente per il suo valore di suono, indipendentemente dal suosignificato. L'impulso originale per la creazione di caratteri di questo tipo può essere stato ilbisogno di distinguere caratteri che si rassomigliavano e potevano essere facilmenteconfusi. I numerosi caratteri per i vari tipi di uccelli, per esempio, potevano essere distintipiù chiaramente se ad essi fossero stati aggiunti tali elementi fonetici. Un altro impulso fuprobabilmente l'aumentato numero di prestiti di semplici caratteri per il loro valore foneticoper scrivere parole altrimenti difficili da rappresentare. Con il progressivo maggior uso diquesto meccanismo il pericolo di ambiguità e confusione indubbiamente decrebbe. Questaambiguità potè essere risolta con l'aggiunta di indicatori semantici. Un esempio di questo èil primo uso del pittogramma jī "cesto per la vagliatura" per la parola qí, una particellamodale che denota probabilità o futuro; poiché la parola grammaticale qí ha una frequenzatestuale molto più alta rispetto a jī, a quest'ultimo venne aggiunto il carattere zhú "bambù"per distinguerlo da qí. La scrittura Shan conteneva quindi caratteri di due tipi: uno erarappresentativo semanticamente, senza alcuna indicazione della pronuncia delle parolerappresentate, l'altro tipo era in un certo modo legato alla pronuncia delle parole. Inentrabi i casi è essenziale sottolineare che i singoli caratteri del sistema di scrittura Shangrappresentavano specifiche parole nella lingua Shang, ognuna delle quali aveva le sueproprie caratteristiche semantiche e fonologiche. La nozione che qualche volta si incontrache i caratteri Cinesi in un qualche modo rappresentano idee piuttosto che specifiche parolecinesi è evidentemente assurda e porta a grossi fraintendimenti riguardo sia alla scritturacinese che alla natura della scrittura in generale. Per questa ragione, il termineideogramma, che è stato spesso usato per riferirsi ai caratteri cinesi, è meglio che vengaevitato. I caratteri cinesi rappresentano parole cinesi e il fatto di capire il processo diformazione semantico e fonologico di queste parole è essenziale per capire come funziona ilsistema di scrittura cinese. Mentre nella dinastia Shang le principali fonti per lo studio dellascrittura sono le ossa oracolari e i gusci di tartaruga, nella dinastia Zhou Occidentale (11°secolo a.C.) e nel periodo delle Primavere e Autunni (770-476 a.C.) le fonti principali sonole iscrizioni su bronzo. Queste iscrizioni, trovate su recipienti di bronzo di varie forme efunzioni, variano da pochi caratteri a diverse centinaia. La scrittura di questo periodo nellasua struttura e stile è molto simile a quella dell'ultimo periodo Shang ed è chiaramentederivata da essa. Questa tendenza diventa ancora più pronunciata nel periodo Primavere eAutunni. Maturando la scrittura diviene più semplice e progressivamente comincia aperdere alcune delle sue qualità pittografiche. Questo fu dovuto alla crescente importanzadell'uso della scrittura in una società che diventava più complessa, e al bisogno disemplificare e razionalizzare la struttura lineare dei caratteri con il loro sempre più diffusouso. In generale si può osservare anche la tendenza a raddrizzare i tratti e a convertiretratti prima arrotondati in tratti con angoli più acuti. Nell'era seguente il periodo Primaveree Autunni, l'uso della scrittura si diffuse in quasi tutti i livelli della società; questapopolarizzazione della scrittura portò allo sviluppo di molti caratteri drasticamentesemplificati, accelerando ancora di più l'allontanamento da forme pittografiche ovvie, eimpartì alla scrittura un aspetto visuale interamente nuovo. Lo sviluppo di quello che unopotrebbe chiamare (dopo simili sviluppi nell'Antico Egitto) forme demotiche fu diffusosoprattutto negli stati della Cina Orientale. La scrittura dello stato occidentale di Qin, alcontrario, tese generalmente a conservare più fedelmente l'aspetto pittorico. La tendenzaprincipale osservabile nel periodo degli Stati Combattenti (475-222 a.C.) è un ulterioresviluppo verso la semplificazione, sebbene qui e là siano stati osservati alcuni esempi digrande elaborazione. Senza dubbio, principalmente come conseguenza di unawww.agopuntura.<strong>org</strong> – il portale della formazione continua in Medicina Cinese a cura dell'AMSA


frammentazione politica, può essere osservata anche una crescente diversità tra le scritturedei vari stati e regioni; così, alla vigilia del primo grande consolidamento imperiale sottoQín Shĭ Huángdì nel 221 a.C., la scrittura cinese, nel corso della sua storia di più di unmillennio, si era evoluta allontanandosi dalle sue primitive radici pittoriche e, grazie alleforze centrifughe create dalla disunità politica, si stava sottoponendo a un processo dirapida diversificazione. La dinastia Qin è un grande spartiacque nella storia della scritturacinese. I due o tre secoli che precedono l'unificazione dell'intero paese sotto Qín ShĭHuángdì videro un rapido sviluppo della scrittura praticamente in tutte le aree del paese.Non solo la scrittura si sviluppò costantementever verso una forma più semplice e menopittografica, ma assunse forme marcatamente differenti nei diversi principati indipendentidel periodo degli Stati Combattenti. Il nuovo impero Qin, all'interno della politica distandardizzazione di cose quali pesi e misure, valuta e statuti legali, si impegnò anche inuna politica di riforma della scrittura. In termini pratici, questo significò l'obbligo dell'usodella scrittura Qin in tutto l'impero, e come risultato di ciò le varie scritture locali che eranostate in uso fino a quel tempo caddero in disuso. È la scrittura Qin, quindi, che è l'antenatadi tutte le succesive forme di scrittura cinese. Come sottolineato nella sezione precedente,il sistema di scrittura del vecchio (pre-imperiale) stato di Qin tendeva ad essereconsiderevolmente più conservatore degli stati della Cina orientale; ciò significa cheadottando definitivamente le forme della scrittura Qin la Cina preservò al massimo grado lacontinuità con il passato. La scrittura che fu adottata sotto la dinastia Qin esistette in dueforme differenti, una forma standard più complessa e una forma demotica (chechiameremo popolare) semplificata. La prima scrittura è conosciuta come zhuànshū o"scrittura del sigillo", dal suo diffuso uso sui sigilli. Lo stile del sigillo Qin è discesodirettamente dalla scrittura su bronzo della tarda dinastia Zhou Occidentale (vedi sopra).Nel corso del suo sviluppo lo stile del sigillo aveva assunto un aspetto più regolare ebilanciato senza, tuttavia, cambiare fino al punto che le sue origini pittografiche venisserototalmente oscurate. Tradizionalmente l'invenzione dello stile del sigillo era stata attribuitoal Primo Ministro Qin Lĭ Sī (208 a.C.), ma la ricerca moderna ha mostrato che lo stile delsigillo Qin nei suoi dettagli essenziali esisteva già prima della dinastia Qin; è ovviamentepossibile che Lĭ Sī abbia giocato un qualche ruolo nella standardizzazione della formaufficiale di questa scrittura. Più importante della scrittura del sigillo nella storia seguentedella scrittura cinese fu la seconda varietà di scrittura di cui si è accennato prima. Questaforma di scrittura "popolare" venne ad essere conosciuta come lìshū "scrittura degli scribi"dalla sua associazione con i vari tipi di impiegati del governo. In origine non fu niente di piùche una continuazione <strong>org</strong>anica della vecchia scrittura popolare dello stato di Qin. Lo stileimpiegatizio nella sua forma grafica era altamente evoluto e rappresentò una versionemolto semplificata dello stile del sigillo standard. Le forme di scrittura cinese usate fino allafine della dinastia Qin sono conosciute come "scrittura antica". Poiché la scrittura fino aquel momento era andata incontro a molte trasformazioni è utile a questo punto elencare espiegare quali furono i principali tipi di scrittura antica.Vediamone le principali:1. Scrittura della dinastia Shang.Il tipo di scrittura rappresentativo di questo periodo è la jiăgŭwén "scrittura su ossaoracolari". Questo è il primo tipo di scrittura conosciuto a noi in termini puramentecronologici. Appare iscritta (od occasionalmente scritta con un pennello) su ossa e guscidi tartaruga. I testi sono quasi sempre di natura divinatoria oppure oracolare. Sebbenewww.agopuntura.<strong>org</strong> – il portale della formazione continua in Medicina Cinese a cura dell'AMSA


la maggior parte di questi esempi risalgano alla dinastia Shang, recentemente sonostati scoperti alcune jiăgŭwén della dinastia Zhou. Risalenti all'ultimo periodo delladinastia Shang sono state trovate anche iscrizioni su recipienti di bronzo, conosciute incinese come jīnwén. Le iscrizioni su bronzo della dinastia Shang sono generalmentemolto corte, consistenti di pochi caratteri. Gli studiosi cinesi credono che il pennello(máobĭ) in questo periodo venisse già usato; sfortunatamente, i materiali sui qualiveniva impiegato il pennello erano per la maggior parte deperibili e così a noi sonogiunti solo pochissimi esempi di reale scrittura col pennello. La scrittura di iscrizione subronzo, tuttavia, conserva uno stile modellato intimamente sulle tecniche di scrittura colpennello. La jiăgŭwén, d'altra parte, essendo incisa su vari materiali duri con unqualche tipo di attrezzo appuntito, presenta uno stile di scrittura più angolato e lineare.2. Periodi degli Zhou Occidentali e delle Primavere e Autunni.Quest'era vide un grande fiorire della produzione di recipienti di bronzo. Molti di questirecipienti venivano fusi con lunghe iscrizioni, arrivando in qualche caso a centinaia dicaratteri. Di conseguenza jīnwén è venuta ad essere considerata la scritturarappresentativa di questo periodo. La scrittura su bronzo del primo periodo degli ZhouOccidentali è parecchio simile a quella trovata sui recipienti risalenti agli Shang. Diconseguenza essa mostra una tendenza verso una più grande regolarità accanto a unulteriore sviluppo nella direzione di angoli più acuti e linee più sottili. Accanto allascrittura su bronzo dovrebbe essere menzionato un altro tipo di scrittura, chiamatazhòuwén "scrittura Zhou" (chiamata qualche volta anche dàzhuàn "grande sigillo").Secondo il dizionario degli Han Shuōwén jiězì sarebbe stata inventata da uno storiografoufficiale di nome Zhòu. Sebbene l'origine di questa scrittura sia ancora soggetta acontroversie, il sapere attuale tende a identificarla come fondamentalmente la stessadella scrittura su bronzo degli Zhou Occidentali.3. Scrittura del periodo dei Sei Regni.Questo termine (liùguó wénzì in cinese) è usato per indicare i tipi di scrittura dei variprincipati indipendenti della Cina orientale durante il periodo degli Stati Combattenti.Questa scrittura, che esistette in molte varietà locali, è conosciuta per mezzo di un buonnumero di fonti, le più importanti delle quali sono recipienti di bronzo e testi scritti sustrisce di bambù e seta. Il Shuōwén jiězì, oltre al zhòuwén conserva un'altra forma discrittura alla quale ci si riferisce come gŭwén "scrittura antica". La sua origine diretta fuun corpus di testi pre-Qin scoperti durante la dinastia Han; questi testi furono scritti conun tipo di scrittura che fu chiaramente in uso prima della dinastia Qin. Unacomparazione con vari materiali antecedenti la dinastia Qin mostra che hanno strettilegami con la scrittura della Cina orientale nel periodo degli Stati Combattenti.4. Stile del sigillo, zhuànshū.Questa scrittura viene frequentemente chiamata anche xiăozhuàn "piccolo sigillo" perdistinguerla dalla cosiddetta dàzhuàn "grande sigillo", altra denominazione dellazhòuwén nominata prima in collegamento con la scrittura su bronzo degli ZhouOcidentali. zhuànshū è la varietà ufficiale e più formale di scrittura della dinastia Qin. Èla scrittura di base descritta nel dizionario della dinastia Han Shuōwén jiězì. Per dareun'idea dell'evoluzione della scrittura fino all'inizio della dinastia Han, si può vedere losviluppo di dodici caratteri nella tabella 3. Un esempio di ogni carattere viene dato nellewww.agopuntura.<strong>org</strong> – il portale della formazione continua in Medicina Cinese a cura dell'AMSA


forme di: Ossa oracolari Shang, Bronzi Zhou, Stati Combattenti, Sigillo e degli scribi.– Zhan Xueliang, il mitico Maresciallo dell’Armata Rossa che catturò Chiang Kai-shek, èmorto a Taipei il 17 ottobre 2001. Senza di lui la Cina e il mondo moderno sarebbero statidiversi. Come in una avventura di fantascienza il giovane maresciallo Zhang Xueliang preseinfatti la storia nelle mani e la cambiò in maniera imprevedibile. Senza di lui Mao sarebbeforse diventato una noticina a pié di pagina in una erudita cronaca degli anni ‘30. Il 12dicembre 1936 a Xi’an l’allora 35enne Zhang rapì il generalissimo Chiang Kai-shek, padronedella Cina, e lo obbligò a smettere la lotta contro i comunisti di Mao, allora pochi,asserragliati, dopo la lunga marcia, nelle grotte di Yanan. Il giovane maresciallo conminacce, blandizie e senso dell’onore convinse Chiang all’alleanza con i comunisti contro iGiapponesi, una mossa che alla fine costò il potere a Chiang e cambiò il destino del paese.Senza quell’alleanza è infatti probabile che Yanan sarebbe stata conquistata, ed è possibileche i giapponesi avrebbero rinunciato a cercare di invadere tutta la Cina nel 1937. Zhangnon voleva nulla per sé, voleva solo che i cinesi si unissero a combattere i giapponesi.Perciò i comunisti chiedevano la tregua con Chiang e un’alleanza antigiapponese. Ilgeneralissimo invece credeva che prima bisognava estirpare i comunisti e poi combatteregli invasori, che si erano attestati nel Nordest del paese creando lo stato fantoccio delManzhuguo. Dal Nordest Zhang Xueliang era stato cacciato dopo che nel 1928 i giapponesiavevano assassinato il padre, il signore della guerra Zhang Zuolin. Questi si era rivelato unalleato infido per i giapponesi e peggio ancora era stato il figlio, Xueliang, arso dal fuocopatriottico. Il giovane Zhang nel 1936 aveva una sola missione: ridare la sua terra, l’exManciuria, alla Cina, e cacciare i giapponesi. Per i comunisti era un’occasione d’oro perri<strong>org</strong>anizzarsi dopo essere stati decimati. Chiang invece voleva eliminare la minacciacomunista e molto probabilmente sarebbe sceso a patti con i giapponesi. Ma Zhang loobbligò all’alleanza con i "rossi". Il messaggio per Tokyo il giorno di Natale del 1936,quando Chiang fu rilasciato in cambio della sospirata alleanza antigiapponese, era chiaro: icinesi non avrebbero tollerato il Manzhuguo. La guerra a tutto campo era solo questione ditempo e per Tokyo, dopo l’invasione del 1937, una cosa tirò l’altra, fino a Pearl Harbor, finoa Hiroshima e alla capitolazione. Zhang Xueliang invece, ottenuta la sua alleanza, siconsegnò prigioniero a Chiang che lo tenne agli arresti domiciliari in Cina e poi a Taiwan.Liberato, novantenne, andò a Honolulu, da dove un secolo prima era partito Sun Yat-sen,padre della Cina rivoluzionaria, eroe a Pechino come a Taipei. E’ morto all’età di 100 anni,come già detto nel 2001, alla fine di un secolo di rivoluzioni.Note[1] I cinesi adoperano più spesso altri nomi, come per esempio:Wu IWu ShuKuo ShuChung Kuo Ch'uanCh'oan ShuCh'oan FaArte MarzialeArte MarzialeArte NazionaleBoxe CineseArte dei PugnoMetodo dei Pugni o Pugilato[2] Tra i tanti eroi cinesi che contribuirono all'Indipendenza cubana vanno ricordati: Juan HanLai, che, arruolatosi nelle truppe di Henry Reeve (conosciuto con il soprannome di Inglesito),fatto prigioniero dagli Spagnoli e condannato a morire al palo, ebbe ancora la forza di urlarequalche istante prima della sua morte "Por Cuba Libre"; José Bu, Capitano del massimodirigente militare cubano, il Generalissimo Máximo Gómez; Sebastián Sian, Ufficiale chepartecipò alla Victoria de las Minas de Guáimaro (1870); José Tolón (Lai Wa), veterano di treguerre; il Tenente Rancredo, morto eroicamente a Las Villas; il Comandante Sebastián Sian,che si distinse agli ordini del Generale statunitense Thomas Jordan; Juan Anelay, che combattésotto il comando di Henry Reeve. Sembra che i primi Chinos ad arruolarsi nelle file dell'EjércitoLibertador cubano siano stati quelli provenienti da Manzanillo, da Las Tunas, da Holguín, daSantiago de Cuba e da altre città orientali. Uno degli esempi più ricordati, tra le azioni chewww.agopuntura.<strong>org</strong> – il portale della formazione continua in Medicina Cinese a cura dell'AMSA


videro la partecipazione dei Chinos, è quello dell'assedio alla guarnigione di Manzanillo del1873, conosciuto come "El ataque de los Chinos". Nella battaglia di Las Guásimas, diretta daMáximo Gómez, le forze spagnole costituite da 3.000 uomini, furono decimate da 1.500mambises, tra i quali vi erano oltre 500 Chinos; in questa battaglia si distinse il Capitano JuanSánchez, il cui vero nome cinese era Lam Fu King. Non è possibile stimare con precisionequanti Chinos presero parte alle lotte per la libertà cubana, in quanto i Cinesi di Cuba eranoobbligati a spagnolizzare i propri nomi originali.www.agopuntura.<strong>org</strong> – il portale della formazione continua in Medicina Cinese a cura dell'AMSA

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