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Documento PDF (Cenni sul potere estero regionale)

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minori (città, regione) degli aggregati più ampi di cui sono membri, ma nei quali i denominatoricomuni inevitabilmente tendono ad essere generici e relativamente poco caratterizzanti. 129 Daqui, una sempre maggiore sensibilità rivolta alle comunità locali, agli enti minori, che sono piùvicini agli interessi che occorre portare a soddisfacimento. 130 Questo discorso è ancor piùconcreto in ambito europeo, come è confermato dal fatto che l’organo ultimo nato, nelpanorama di quelli propri dell’Unione Europea, è il Comitato delle Regioni, il cui obiettivo èquello di realizzare una degna e concreta rappresentanza degli interessi locali in sede U.E., e diconsentire agli organi di governo europei di aver un dialogo più serrato con quelli delle diverseRegioni, per conoscere - anche in fase di elaborazione degli atti comunitari – la prospettivadalla quale le Regioni leggono la normativa di produzione europea. 131Ma se non è casuale che in ambito comunitario le istanze regionali siano state percepite con cosìgrande forza da dar vita ad un organo che ne tutelasse gli interessi, ciò sta a significare che innessun contesto è consentito minimizzare o comprimere le potenzialità regionali. Anzi, è lecitosperare che possa essere piuttosto ridimensionata la conflittualità interna ai Paesi membridell’U.E., laddove – come in Italia – essa rappresenta il vero nodo problematico che impediscela piena affermazione del <strong>potere</strong> <strong>estero</strong> <strong>regionale</strong>.E se l’ampiezza del <strong>potere</strong> <strong>estero</strong> delle Regioni italiane è un problema tutto interno alla nostraCostituzione, può dall’esterno del nostro Stato provenire un qualunque aiuto per il suosuperamento?Enormi sono gli ostacoli che impediscono a qualsivoglia autorità esterna allo Stato di sindacareil modo in cui vengono distribuiti ed esercitati i poteri all’interno del proprio apparatocostituzionale; queste scelte di fondo sono state compiute nella Costituzione ed è dunque lì cheva definita la consistenza del <strong>potere</strong> <strong>estero</strong> delle Regioni. 132Tuttavia, il grande slancio partecipativo con cui l’Italia si è proiettata nelle Comunità europeeprima e nell’U.E. ora, nonché i connotati tecnici e politici caratterizzanti tali comunità che lefanno assomigliare più a Stati federali che ad organizzazioni internazionali, ci autorizzano a129 V. G. BOGNETTI, Le Regioni in Europa, in: Reg. 1984, 1087 ss.130 Ibidem, 1088.131 Per una attenta analisi relativa all’organizzazione e all’attività del Comitato delle Regioni, si veda M.MASCIA, Il Comitato delle Regioni nel sistema dell’Unione Europea, Padova 1996; A. W. PANKIEWICZ, Realtàregionali ed Unione Europea: Il comitato delle Regioni, Milano, 2001, 71 e ss.132 V. A. PIZZORUSSO, La Costituzione. I valori da osservare, le regole da cambiare, Torino 1996; Cfr. Corte Cost.sent. n.238/2004 punto 6 in diritto.35

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