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il rischio contrattuale in diritto romano: in particolare il periculum ...

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Per tutta l’età classica la compravendita fu un contratto consensuale e b<strong>il</strong>aterale <strong>in</strong> virtù delquale una delle parti si obbligava a trasmettere all’altra <strong>il</strong> pacifico godimento di qualcosa, detta merce,mentre l’altra si obbligava a trasferire alla prima la proprietà di una somma di denaro detta prezzo.La peculiare configurazione giuridica della compravendita romana fece sentire i suoi effettianche <strong>in</strong> materia di <strong>rischio</strong> 8 . In proposito la dottr<strong>in</strong>a tradizionale e ancora oggi maggioritaria ritiene che,a partire dalla tarda repubblica, <strong>il</strong> <strong>periculum</strong> gravasse sul compratore anche prima della traditio, una voltache <strong>il</strong> negozio avesse raggiunto lo stadio dell’emptio perfecta 9 . Altra parte della dottr<strong>in</strong>a, <strong>in</strong>vece, ritiene che<strong>il</strong> <strong>rischio</strong> <strong>in</strong>combesse sul venditore ante traditionem 10 , ma non sono mancate posizioni più articolate 11 . Inogni caso, aff<strong>in</strong>ché <strong>il</strong> nostro discorso non rimanga troppo nel vago, è opportuno vedere come, <strong>in</strong>concreto, si comportassero i prudentes 12 .Il testo più antico di cui disponiamo è tratto dai Digesta di Alfeno Varo, giurista tardorepubblicano,che considera <strong>il</strong> caso di alcuni letti lasciati sulla pubblica via dopo la vendita e che l’ed<strong>il</strong>eord<strong>in</strong>a di distruggere perché d’<strong>in</strong>tralcio al traffico cittad<strong>in</strong>o 13 . Sia Alfeno sia Paolo, che <strong>in</strong> età severianane epitoma l’opera, concordano nel ritenere che se la merce è stata venduta ma non ancora trasferita enon ricorrano gli estremi della mora accipiendi, <strong>il</strong> <strong>rischio</strong> debba gravare sul venditore. Analogamentequalora la merce venduta sia stata rubata (nel caso di specie trattasi di travi), se <strong>il</strong> furto è avvenuto dopola traditio, <strong>il</strong> <strong>periculum</strong> ricadrà sull’acquirente, altrimenti resterà a carico del venditore 14 . Alla traditio, che è<strong>il</strong> momento <strong>in</strong> cui la merce viene messa a disposizione della controparte o comunque assoggettata alsuo potere di disposizione e che determ<strong>in</strong>a la traslazione del <strong>rischio</strong> dall’alienante all’acquirente, vieneequiparata nel primo caso la mora frapposta dal creditore al ritiro della cosa tenuta a sua disposizione,nel secondo la signatio delle travi.Benché i frammenti menzionati attest<strong>in</strong>o con sufficiente chiarezza l’esistenza di un <strong>periculum</strong>venditoris, non è mancato chi li abbia voluti <strong>in</strong>tendere come un’eccezione rispetto alla regola generalecostituita dal <strong>periculum</strong> emptoris 15 . Questa tesi appare, però, poco conv<strong>in</strong>cente: escluso, <strong>in</strong>fatti, che possatrattarsi di una vendita di genere o di un contratto di fornitura, nel qual caso non si sarebbe proprioposto <strong>il</strong> problema del <strong>rischio</strong> 16 , si potrebbe avanzare l’ipotesi di responsab<strong>il</strong>ità per custodia delvenditore, ma anche ciò è da escludersi <strong>in</strong> quanto la ratio di entrambi i responsa non è fondata sul culpamprestare, bensì sull’<strong>in</strong>dividuazione di chi sia <strong>il</strong> dom<strong>in</strong>us della merce nel momento <strong>in</strong> cui si è verificato <strong>il</strong><strong>rischio</strong>.Un significativo mutamento di prospettiva sembra verificarsi già <strong>in</strong> epoca augustea. In unframmento di Ulpiano, <strong>in</strong>fatti, viene riferita l’op<strong>in</strong>ione di Labeone <strong>il</strong> quale, a proposito della mors servi8 Il confronto con gli altri diritti dell’antichità conferma che la configurazione dell’emptio-venditio classica come negoziopuramente consensuale fu creazione propria del <strong>diritto</strong> <strong>romano</strong>. Sul punto v. E. Volterra, Diritto <strong>romano</strong> e diritti orientali (1937)pp. 150 ss..9 La letteratura sul punto è sconf<strong>in</strong>ata. R<strong>in</strong>viando, per una puntuale rassegna della stessa a M. Kaser, Das römische Privatrecht 1²(1971), p. 552 nt. 61 e a M. Talamanca, Vendita cit., p. 449 nt. 1517, ci limitiamo a segnalare, per la peculiarità delle posizioni,E. Seckel - E. Levy, Die Gefahrtragung beim Kauf im klassischen römischen Recht, <strong>in</strong> ZSS. 47 (1927), pp. 117 ss.; V. Arangio-Ruiz,La compravendita <strong>in</strong> <strong>diritto</strong> <strong>romano</strong>² (1954), pp. 247 ss.; F. Peters, Periculum est emptoris, <strong>in</strong> Iuris Professio. Festgabe M. Kaser (1986),pp. 211 ss.; M. Pennitz, Die Gefahrtragung beim We<strong>in</strong>verkauf im klassischen römischen Recht, <strong>in</strong> TR. 62 (1992), pp. 251 ss..10 C. Arnò, La teorica del <strong>periculum</strong> rei venditae nel <strong>diritto</strong> <strong>romano</strong> classico, <strong>in</strong> Giur. It. 4 (1897), pp. 209 ss. (e <strong>in</strong> più scritti successivi);F. Haymann, Textkritische Studien zum römischen Obligationenrecht, II: Periculum est emptoris, <strong>in</strong> ZSS. 41 (1920), pp. 44 ss.; E. Betti,Periculum cit., pp. 131 ss. (anche se la sua posizione è più articolata); M. Sargenti, Rischio <strong>contrattuale</strong> cit., pp. 1126 ss..11 V. particolarmente E. Rabel, Gefahrtragung beim Kauf , <strong>in</strong> ZSS. 42 (1921), pp. 543 ss.; H. Vogt, Zur Gefahrtragung beimSklavenkauf, <strong>in</strong> Festschrift P. Koschaker 2 (1939), pp. 162 ss.; G. Maccormack, Alfenus Varus and the Law of Risk <strong>in</strong> Sale, <strong>in</strong> LQR.101 (1985), p. 573; Ph. Meylan, Paul D. 21.2.11 pr. et la question des risques dans le contrat de vente, <strong>in</strong> RIDA. 3 (1939), p. 193.12 Va, altresì, sottol<strong>in</strong>eato che i giuristi <strong>romano</strong> non affrontarono <strong>il</strong> problema del <strong>rischio</strong> <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di risoluzione di <strong>diritto</strong>del contratto, ma di est<strong>in</strong>zione o meno dell’obbligazione del compratore di pagare <strong>il</strong> prezzo.13 D. 18.6.13 (12) (Paul. 3 Alf. epit.): Lectos emptos aed<strong>il</strong>is, cum <strong>in</strong> via publica positi essent, concidit: si traditi essent emptori aut per eumstetisset quo m<strong>in</strong>us traderentur, emptoris <strong>periculum</strong> esse placet. D. 18.6.15(14) pr. (Paul. 3 Alf. Epit.): Quod si neque traditi essent nequeemptor <strong>in</strong> mora fuisset quo m<strong>in</strong>us traderentur, venditoris <strong>periculum</strong> erit.14 D. 18.6.15 (14) (Paul. 3 Alf. epit.): Materia empta si furto perisset, postquam tradita esset, emptoris esse periculo respondit, si m<strong>in</strong>usvenditoris: videri autem trabes traditas, quas emptor signasset.15 La questione è da sempre oggetto di vivace dibattito <strong>in</strong> letteratura, ma poiché l’economia di questo scritto non ci consentedi d<strong>il</strong>ungarci sul punto, per un approfondimento del problema r<strong>in</strong>viamo a R. Card<strong>il</strong>li, L’obbligazione di «praestare» e laresponsab<strong>il</strong>ità <strong>contrattuale</strong> <strong>in</strong> <strong>diritto</strong> <strong>romano</strong> (II sec. a. C. – II sec d.C.) (1995), pp. 295 ss..16 M. Talamanca, Vendita cit., p. 451.2

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