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49 - Ilcalitrano.it

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N. <strong>49</strong> n.s. – Gennaio-Aprile 2012 IL CALITRANORICORDARE PER CAPIRE - PARTE IXdi Gerardo Melaccio“…il migliore e più grad<strong>it</strong>o oggi è per meun sano contadino, rozzo, astuto,tetragono, caparbio.Questa è oggi la specie migliore.Il contadino è oggi l’uomo miglioreed è la razza dei contadiniche dovrebbe dominare!Invece domina la plebe…”(F. Nietzsche)l ricordo e la descrizione del carattere,Idella v<strong>it</strong>a e del comportamento dei contadinidi Cal<strong>it</strong>ri rappresenta per me il recuperodi un’epoca ancora vicina e tutt’altroche conclusa. Essa racconta la storiacomune di tante famiglie che versano nell’indigenzae vivono di stenti e sacrificisenza fine. Sono quelle di molti contadini,la cui unica risorsa è la terra che coltivanocon le proprie mani. Dovreste poterle vederementre si muovono durante le quattrostagioni dell’anno! Intorno ad esse il silenzioassoluto. Sulla testa di ogni componentel’immens<strong>it</strong>à della volta celeste.Davanti agli occhi e dietro le spalle tuttaluce e colori. Dall’alto il sole infuocatoche saetta senza pietà e il freddo che toglieil respiro. Già con le prime luci del mattino,a gruppi o da soli, i lavoratori dellaterra sono in cammino per i sentieri checonducono nei campi delle varie contrade.Avanzano muti e col passo accelerato.Qualcuno più frettoloso sorpassa gli altri,saluta e prosegue per la sua strada. Scendonoverso la valle o salgono sulla collinamentre gli uccelli più mattinieri taglianoloro il passo volando da una siepe all’altra.Mi ricompaiono davanti agli occhi propriocome allora: uomini e donne in movimento,intenti al lavoro, asserv<strong>it</strong>i ai pesantiobblighi della stagione in corso.Ad osservarli nell’aspetto in disordine,danno l’impressione che il tempo non sialoro amico. Non si soffermano nemmenosul paesaggio che stanno attraversando.Come sono fatti dentro e cosa attraversa laloro mente si legge negli sguardi, nell’espressionedei volti e nei gesti delle mani.Tratti inconfondibili che danno luce aquello che sono senza esprimerlo con leparole. Sembra che nel loro mondo i sentimentinon esistano, ma non è così. Nonserve chiedere per farsene un concettoperché appare come se fosse davanti agliocchi persino ciò che non si vede. Gliumori di dentro traspaiono dalla cera deivisi e dalla luminos<strong>it</strong>à delle pupille. Bastaguardarli con un po’ di attenzione. I lineamentidei corpi, i modi di fare, i gesti raccontanomeglio delle parole la loro v<strong>it</strong>afatta di fatiche e di privazioni. Amano laterra, ma sono più le volte che la maledicono.Eppure nessuno la cura e la rispettapiù di loro. Vorrebbero abbandonarla, manon se ne separano neanche il giorno dellafesta; né quando il caldo toglie il respironé quando il freddo penetra nelle ossa.Lontano dal loro mondo e senza poterlovedere ci stanno come pesci fuor d’acqua.Mica per capriccio i contadini trascorronola loro v<strong>it</strong>a a diretto contatto con la terra econ la natura. Ad essi non serve nemmenol’orologio per contare le ore di lavoro primadi concludere la giornata. Basta eavanza la luce del sole: da quando nasce aquando tramonta. Ciascuno di loro imparaa misurare il tempo dentro il suo corpo enelle membra, nei muscoli e dentro le ossa.A parte i cedimenti della salute, i capriccidelle stagioni e il trascorrere deglianni concessi dalla legge naturale, il lentoe faticoso rotolare della v<strong>it</strong>a si consumasenza interruzione e senza mutamenti sostanziali.Normalmente l’uomo è più grande deicomp<strong>it</strong>i che va assumendo nel corso delsuo esistere, ma i cal<strong>it</strong>rani che vivono dentrole fatiche della terra per ventiquattroore al giorno spesso sono costretti a ridursicome animali da lavoro: privi di dir<strong>it</strong>todi appello e senza possibil<strong>it</strong>à di mutarecondizioni. Per quello che fanno servonosoprattutto muscoli e caparbietà. Tanto chel’anima e l’intelligenza a volte finisconocon l’atrofizzarsi e l’inselvatichirsi. Pareche siano accomunati dagli stessi obblighie da un unico destino. Sicuramentenon dagli stessi vantaggi. La carica v<strong>it</strong>aleche li sostiene è maggiormente nella molteplic<strong>it</strong>àdei bisogni e nella fermezza delcarattere. Il darsi da fare non esclude nessuno,ma i frutti che ne derivano ripaganosolo alcuni per una serie di fattori che tutticonoscono per esperienza personale.Numerose famiglie a me note vivono inuno stato di povertà che si vede e si tocca.Quasi tutte composte di più figli, non èraro il caso in cui a viverci insieme ci stannopure i nonni. Per tante di esse l’insufficienzadelle risorse per tirare avanti cost<strong>it</strong>uisceun problema molto difficile da risolvere.Per fortuna tra familiari, parenti,conoscenti e vicini di casa corrono solidirapporti di stima e solidarietà.A guardarle in viso, le persone che lavoranola terra sembra che abbiano tutte lastessa pelle: scura e arsa di sole. Vestonopiù o meno in modo simile e agisconoquasi alla stessa maniera. A seconda del-Mariano Comense (CO), 10.11.2011. 80° compleanno di Maria Cianci, con il mar<strong>it</strong>o MicheleScoca e i figli Canio, Antonio e Giuseppina. Auguri da amici, parenti e dalla Redazione.9

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