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45 - Ilcalitrano.it

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N. <strong>45</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2010 IL CALITRANOMOLISE E NON CAMPANIAdell’ingegnere Celestino Grassil dibatt<strong>it</strong>o sul federalismo, ed alcune re-proposte secessionistiche, hannoIcentireso quanto mai attuale un problema chenelle aree interne della Campania, pur essendostato sempre molto sent<strong>it</strong>o, è statosistematicamente differ<strong>it</strong>o nella sua soluzione.Il tema cui faccio riferimento siriassume nei seguenti termini: i tradizionaliconfini regionali sono in linea con <strong>it</strong>empi? In particolare, rappresentano lasoluzione più razionale per quanti ab<strong>it</strong>anole province di Avellino e Benevento?L’argomento è stato sollevato da fontiqualificate sin dalla nasc<strong>it</strong>a della nostraRepubblica m negli ultimi tempi fascesempre più numerose di c<strong>it</strong>tadini pongonoqueste domande a se stessi e ed aipropri rappresentanti pol<strong>it</strong>ici. In diversipaesi irpini si ipotizzano addir<strong>it</strong>tura referendumpopolari. Trovo velle<strong>it</strong>arie ed improponibilile ipotesi di nuove Province oaddir<strong>it</strong>tura di nuove Regioni: la mia personaleopinione è che sarebbe molto piùsemplice e ragionevole una semplice modificadei confini regionali tra Campaniae Molise; ne accenno molto brevementele motivazioni.IL PASSATOLe province di Avellino e Beneventohanno caratteristiche notevolmente diversedall’hinterland napoletano, intesocome un continuum che va dal casertanoa ben oltre Salerno. Queste divers<strong>it</strong>à, chehanno la loro prima causa nella geografiae nella storia, si sono nel tempo radicatenegli usi, nei costumi, nell’economia percui l’Irpinia ed il beneventano sono oggipiù omogenei con il Molise che con ilmega-insediamento centrato sull’area vesuviana.Già nell’antich<strong>it</strong>à classica si era evidenziataquesta frattura. Le zone montuoseinterne cost<strong>it</strong>uivano il cuore della federazionesann<strong>it</strong>a ed erano caratterizzateda bosco e dal pascolo, laddove le pianurecostiere e la Campania felix guardavanoal mare, alla ferac<strong>it</strong>à dei suoli, aicommerci. Da una parte civiltà e popolazioniindigene, dall’altra influenze grecae med<strong>it</strong>erranea: modelli sociali e stili div<strong>it</strong>a completamente diversi.Le differenze vengono esaltate duranteil periodo longobardo che dura oltre 500anni. Il ducato (poi principato) di Beneventocomprende l’Irpinia ed il Molise ela matrice nordica segna profondamentei terr<strong>it</strong>ori occupati mentre Napoli,LAUREANapoli 28.06.2010presso l’“Univers<strong>it</strong>à degli StudiSuor Orsola Benincasa”ha consegu<strong>it</strong>o la laureain Conservazione Dei Beni CulturaliFacoltà di Lettere – la signorinaAngela TOGLIADiscutendo la tesi“Il Giardino alpino di Montevergine:storia e ipotesi progettualeper il suo reimpianto”con il Ch.mo prof. Bruno Menale.Alla neo laureata gli auguripiù sinceri dei gen<strong>it</strong>ori, parenti,amici e della Redazione.Amalfi e la fascia costiera sono più influenzateda Bisanzio e dall’oriente musulmano.Le due aree consolidano dialetti, ab<strong>it</strong>udini,civiltà diverse: persino la tipic<strong>it</strong>à fisicafinisce col presentare forti differenze.L’antico Sannio, poi riun<strong>it</strong>o sotto il dominiolongobardo, ha ab<strong>it</strong>anti mediamentepiù alti e massicci, di carnatochiaro, di passo ed eloquio pacati. Il napoletanoè invece tendenzialmente di staturapiù piccola e di carnato più scuroma di carattere vivace, fantasioso, loquace,tipicamente med<strong>it</strong>erraneo.Con la nasc<strong>it</strong>a del regno e fino all’Un<strong>it</strong>àd’Italia, Napoli vive, con l’intero suo bacinoche andrà progressivamente inglobandosia Caserta sia Salerno, il ruolo digrande cap<strong>it</strong>ale:il terr<strong>it</strong>orio accentua isuoi tratti metropol<strong>it</strong>ani. La sua posizioneprivilegiata è resa evidente dall’arch<strong>it</strong>ettura,che con le regge, i palazzi, lechiese dà immagine concreta ai centridel potere economico, pol<strong>it</strong>ico e culturalementre con i “bassi” ed i “quartieri”preannuncia peculiari problemi sociali.Ed è proprio l’arch<strong>it</strong>ettura sobria e modesta,ma dign<strong>it</strong>osa anche quando povera,della zona appenninica un importantesegnale del solco che ormai distingue ledue comun<strong>it</strong>à.IL PRESENTEIl precedente brevissimo richiamo allastoria è finalizzato alla comprensione delpresente e dell’attuale contesto socio-economicoirpino/beneventano. Si guarda alpassato per capire il presente e definiremeglio le strategie e gli obiettivi futuri.Viviamo tempi nei quali è molto importanteindividuare coloro che, avendo esigenzee problematiche affini, intendonopercorrere, per scelta o per necess<strong>it</strong>à, lastessa strada: non avrebbe senso averecompagni di viaggio che hanno fidico,equipaggiamento ed allenamento diversie per di più puntano ad una meta diversa.La provincia di Avellino, come quella diBenevento, come il Molise, ha vocazioneagricola e soprattutto turistica; la suaprincipale risorsa, ovvero il suo patrimoniopaesaggistico, può essere salvaguardatoed integrato solo con l’insediamentodi piccole industrie. Il suo modello disviluppo deve ispirarsi più all’Alto Adigeche alla Ruhr ed è completamente diversoda quello ad alta dens<strong>it</strong>à ab<strong>it</strong>ativa dellacosta campana, più orientata al commercio,ai servizi, alla grande industria.Tenere legate insieme due realtà così diverse,visti i rapporti numerici (le provincedi Avellino e Benevento contanocirca 700.000 ab<strong>it</strong>anti sui 5.700.000 dellaCampania), porterebbe inev<strong>it</strong>abilmentead una continua mortificazione dellenecess<strong>it</strong>à e delle aspirazioni della minoranza,come già verificatosi in più occasioni(fondi del terremoto 1980, ridisegnodelle strutture san<strong>it</strong>arie pubbliche,smantellamento dei rifiuti, gestione dellesorgenti e delle acque, criminal<strong>it</strong>à organizzata…).5

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