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Gente <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong><br />
Renato De Carmine<br />
Pronto! Parlo con quel bell’attore che<br />
faceva girare la testa a tante donne?<br />
Con Renato De Carmine? Qualche<br />
istante <strong>di</strong> silenzio, poi: Beh! sì, sono<br />
De Carmine, quanto a far girare la<br />
testa... ora... Ma chi parla?<br />
Sono Adriana Borgonovo. Adriana! A<br />
che debbo questo piacere? Sei sempre<br />
così carina? È bello sentirsi imme<strong>di</strong>atamente<br />
riconosciuti dopo tanti anni.<br />
Gli <strong>di</strong>co che desidero intervistarlo,<br />
così potrò verificare se nei suoi occhi<br />
c’è ancora il meraviglioso azzurro <strong>di</strong><br />
una volta. Accetta subito <strong>di</strong> buon<br />
grado e fissiamo un appuntamento.<br />
Abita in un bel palazzotto <strong>di</strong> una via<br />
tranquilla della zona bassa della Balduina.<br />
Busso. Viene ad aprirmi lui. Ci<br />
abbracciamo. Il tempo non ha cancellato<br />
il suo fascino. Mi guardo intorno,<br />
l’ambiente è tipico <strong>di</strong> un’artista del<br />
teatro. Libri, fotografie, quadri, alcuni<br />
<strong>di</strong> buona fattura <strong>di</strong>pinti da lui steso.<br />
Insomma, la casa <strong>di</strong> un vero attore...<br />
un calibrato <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne.<br />
Renato, come sei approdato a <strong>Monte</strong><br />
<strong>Mario</strong> e come ti ci trovi?.<br />
Mi ci trovo molto bene. Ci sono capitato<br />
perchè, venendo da Casal de’<br />
Pazzi, dal castello sulla via Nomentana,<br />
dove avevo vissuto da sempre con<br />
la mia famiglia, ho trovato questa residenza<br />
attraverso le cooperative. Veramente<br />
avevo prenotato l’attico ma non<br />
l’ho avuto perché l’hanno dato a qualcuno<br />
che aveva più sol<strong>di</strong> <strong>di</strong> me.<br />
Comunque qui sto bene e l’ambiente è<br />
molto amichevole.<br />
Raccontami qualcosa della tua vita<br />
prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare il grande attore<br />
che sei.<br />
Come ho detto prima, abitavo al castello,<br />
lungo la via Nomentana, e andavo a<br />
giocare al pallone vicino casa e naturalmente<br />
sudavo molto e mia madre,<br />
tutte le volte che andavo lì, mi raggiungeva<br />
ricoprendomi d’attenzioni e... mi<br />
levava le scarpe per non farmele sciupare.<br />
All’epoca frequentavo il liceo<br />
classico e per raggiungerlo avrei dovuto<br />
prendere il tram. Ma io me la facevo<br />
a pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> corsa per risparmiare i sol<strong>di</strong><br />
del biglietto e potermi ricomprare le<br />
scarpe. Ero un tifoso della Roma, lo<br />
<strong>di</strong>co subito a favore dei fans <strong>di</strong> Totti.<br />
Una volta mio padre mi portò a vedere<br />
una partita della Roma con la Juventus<br />
al Testaccio. Vincemmo cinque a zero<br />
e ad ogni goal gli spettatori battevano<br />
le mani e i pie<strong>di</strong> facendo tremare le tribune<br />
fatte <strong>di</strong> lunghe assi <strong>di</strong> legno. Io<br />
avevo paura ma ero anche contento<br />
perché vedevo contento mio padre.<br />
Ma la tua passione per il teatro come<br />
è nata?<br />
Posso <strong>di</strong>re che ci sono nato con questa<br />
passione. Frequentavo la filodrammatica<br />
della Parrocchia degli Angeli<br />
Custo<strong>di</strong>. Un giorno il <strong>di</strong>rettore, Bovi,<br />
mi chiede: “Insomma che vuoi fare?”<br />
A <strong>di</strong>re il vero giocavo a pallacanestro<br />
e, pur piacendomi recitare, non pensavo<br />
davvero <strong>di</strong> fare l’attore. Ma il<br />
signor Bovi mi esortò a recitare qualcosa.<br />
Mi venne in mente un brano della<br />
Figlia <strong>di</strong> Jorio <strong>di</strong> d’Annunzio. Non<br />
andò troppo male perché il Bovi mi<br />
esortò a recarmi a piazza della Croce<br />
Rossa dove era l’Accademia d’Arte<br />
Drammatica. Entrai accompagnato<br />
dalla sua segnalazione a Ludovici che<br />
insegnava composizione d’arte drammatica.<br />
E lì trovai Gassman e tanti altri<br />
attori che hanno poi contato molto<br />
nella storia del nostro teatro.<br />
Sei cresciuto e ti sei affermato in<br />
un’epoca <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> attori del teatro<br />
<strong>di</strong> prosa: Gassman, Albertazzi, Foà,<br />
Tieri, De Lullo, mentre erano ancora<br />
sulla breccia altri gran<strong>di</strong> del passato,<br />
per esempio Randone. Hai avuto <strong>di</strong>fficoltà<br />
ad emergere? Quali rapporti<br />
hai avuto con loro?<br />
Ognuno <strong>di</strong> noi ha seguito la sua strada<br />
senza intralciare ed essere intralciato<br />
dagli altri. Ma proprio con Salvo Randone<br />
ho avuto un ottimo rapporto.<br />
Anzi, m’ha voluto molto bene. Fui io a<br />
segnalarlo ai <strong>di</strong>rigenti ed ai registri<br />
della RAI a Milano – Bernabei, Terron<br />
– per un lavoro L’ostrica e la perla – la<br />
domenica ci si riposa. Alla fine delle<br />
riprese tutti si precipitarono a fare le<br />
congratulazioni a quel ragazzo che<br />
aveva recitato da gran<strong>di</strong>ssimo attore.<br />
Fu una cosa straor<strong>di</strong>naria e commovente.<br />
Nella tua lunga ed estesa attività teatrale,<br />
qual è il genere o il lavoro nel<br />
quale ti sei sentito più realizzato?<br />
Ho fatto La grande magia <strong>di</strong> Edoardo<br />
De Filippo. Secondo, me è il lavoro<br />
che ho centrato in pieno. Questo mago<br />
era un personaggio straor<strong>di</strong>nario:<br />
estroverso, cialtrone, che doveva far<br />
accadere cose che non accadevano<br />
mai. Anche Edoardo lo interpretò,<br />
forse non lo sentiva abbastanza perché<br />
non ebbe il successo che ho avuto io.<br />
Ho portato questo spettacolo a Parigi e<br />
sul palcoscenico accadevano cose<br />
straor<strong>di</strong>narie al punto che cominciavo<br />
a credere <strong>di</strong> avere veramente dei poteri.<br />
Facevo un gesto ed una lampa<strong>di</strong>na<br />
s’accendeva, un altro gesto e si spegneva.<br />
Una volta, sempre con un gesto,<br />
si accendevano tutte le luci. Ed il pubblico<br />
gridava: “Ed ora che fai?” “Farò<br />
un cammello” rispondevo. Qualche<br />
attivo <strong>di</strong>etro le quinte, un lenzuolo<br />
addosso, un braccio <strong>di</strong>etro la schiena<br />
per imitare la gobba e facevo smorfie<br />
“da cammello” con la bocca ed il viso.<br />
Risate. “Ancora... ancora!” E così feci<br />
un elefante.<br />
Tu e i gran<strong>di</strong> registi, da Strehler a<br />
Zeffirelli. Qual è stato il tuo rapporto<br />
con loro?<br />
È stato sempre un rapporto prima <strong>di</strong><br />
stima poi d’amicizia; soprattutto con<br />
Strehler che mi ha rivelato a me stesso.<br />
In uno short alla televisione interpretavo<br />
la parte <strong>di</strong> un ex carcerato che torna<br />
a casa e che lungo le scale incontra un<br />
gatto. Se lo mette su una spalla e<br />
comincia a recitare una poesia <strong>di</strong> Montale.<br />
Il giorno dopo mi telefona la<br />
segretaria <strong>di</strong> Strehler che mi comunica<br />
che il maestro è stato colpito dalla mia<br />
interpretazione della poesia, proprio<br />
come l’avrebbe detta lui, e che mi invitava<br />
al Piccolo Teatro. Ma tra i bravi<br />
registi ho avuto anche te in quel lungo<br />
programma della Straor<strong>di</strong>naria storia<br />
dell’Italia.<br />
Grazie <strong>di</strong> avermi messa in così bella<br />
compagnia. In effetti la tua partecipazione<br />
a quella lunga serie <strong>di</strong> tra-<br />
Renato De Carmine in La Grande<br />
Magia, <strong>di</strong> Edoardo De Filippo<br />
smissioni fu molto efficace ed appropriata<br />
per il periodo rinascimentale.<br />
Ma an<strong>di</strong>amo avanti; è <strong>di</strong> te che dobbiamo<br />
parlare. Palcoscenico... cinema...<br />
televisione. Quale privilegi?<br />
Tutti e tre perché sono ingordo. Mentre<br />
per il teatro occorre una naturale propensione,<br />
per il cinema è fondamentale<br />
imparare a fare l’attore. D’altra parte<br />
volevo frequentare il centro sperimentale<br />
<strong>di</strong> Cinematografia per fare il regista,<br />
invece il presidente mi <strong>di</strong>sse: “No,<br />
no, tu fai l’attore e se non lo fai tu con<br />
quella faccia chi lo fa?”. Comunque mi<br />
sono de<strong>di</strong>cato anche alla regia sulla<br />
transumanza, la pastorizia. Uno fu<br />
abbinato a La corazzata Potiomnkin e<br />
fui orgoglioso <strong>di</strong> essere accostato ad<br />
uno dei più gran<strong>di</strong> autori <strong>di</strong> cinema<br />
come Eisenstein.<br />
Della tua lunga carriera <strong>di</strong> attore,<br />
quali sono i lavori che ricor<strong>di</strong> in<br />
modo particolare? E tra i tanti episo<strong>di</strong><br />
ce n’è almeno uno che vuoi raccontare<br />
alle lettrici <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>?<br />
Sono stato il primo attore che ha fatto<br />
una recitazione “epica” in Italia con<br />
Brecht. Nella Vita <strong>di</strong> Galileo, dove<br />
Galileo era uno straor<strong>di</strong>nario Dino<br />
Buazzelli, facevo la parte <strong>di</strong> un fraticello<br />
che, pur attratto dalla scienza, se<br />
ne ritraeva rendendosi conto che andava<br />
contro le sacre scritture.<br />
Tu e le donne. Ricordo che alla RAI<br />
negli anni ‘70 le attrici e in genere il<br />
personale femminile sospiravano per<br />
te. Adesso che tua moglie non c’è,<br />
<strong>di</strong>mmi sinceramente: riuscivi sempre<br />
a separare la finzione dalla<br />
realtà?<br />
Assolutamente si... però le donne mi<br />
piacciono ancora... ma, inten<strong>di</strong>amoci,<br />
sempre con molto rispetto per la<br />
moglie. Naturalmente qualche volta<br />
accadeva... ma tornavo sempre a casa...<br />
una ron<strong>di</strong>ne al nido.<br />
La famiglia. Come hai conciliato la<br />
vita raminga dell’attore con le esigenze<br />
familiari? Ce l’hai fatta ad<br />
andare in giro con moglie e figli?<br />
No, mia moglie mi mandava da solo.<br />
“Va tranquillo – mi <strong>di</strong>ceva – in modo<br />
che tu sia libero <strong>di</strong> esprimerti nella<br />
maniera più totale sia come uomo che<br />
come attore.<br />
Molto comprensiva, vero?<br />
Sì; ma la libertà che mi ha dato mi ha<br />
frenato moltissimo nelle mie cose e mi<br />
sono a volte “espresso” con molta cautela.<br />
So che non hai del tutto lasciato l’attività<br />
teatrale. Due anni orsono ti ho<br />
applau<strong>di</strong>to a Milano in una comme<strong>di</strong>a<br />
<strong>di</strong> Sandro Majer. Era una bella<br />
comme<strong>di</strong>a ma non ne ricordo il titolo.<br />
Il Silenzio dei sogni, un lavoro molto<br />
interessante, avendo tra gli interpreti<br />
anche un “lavavetri” albanese che<br />
aveva stu<strong>di</strong>ato musica. L’attore era mio<br />
figlio ma così bene nella parte che tutti<br />
mi chiedevano dove avevo trovato<br />
quell’ “albanese” Ed io: “Ma avete<br />
letto i nomi degli attori sul cartellone?<br />
Si chiama Leonardo De Carmine, mio<br />
figlio, no?”<br />
Ma come vivi oggi? Come gestisci la<br />
nostalgia? Che cos’è che ti piacerebbe<br />
ancora fare?<br />
Ogni tanto leggo dei copioni che mi<br />
passano. E ce n’era uno che mi incuriosiva<br />
molto dal titolo L’ultima notte<br />
<strong>di</strong> Casanova. Due ore <strong>di</strong> spettacolo...<br />
ma lì per lì ho detto: “Per carità;<br />
...andare in giro...”. Poi, rileggendolo,<br />
mi sono chiesto “Perché no? ma ci vorrebbe<br />
una buona regia... trasformarmi<br />
in Casanova davanti al pubblico, <strong>di</strong>alogare<br />
con il pubblico, mentre il personaggio<br />
in un certo senso si trasforma<br />
<strong>di</strong>ventando sempre più sbia<strong>di</strong>to... interessante...<br />
però”.<br />
Dimmi la verità: ti manca l’applauso?<br />
A volte me lo sogno e mi sveglio <strong>di</strong><br />
soprassalto. È una cosa incre<strong>di</strong>bile.<br />
Allora, Renato, prima <strong>di</strong> ringraziarti e<br />
abbracciarti, ti prometto che inviterò<br />
tutte le lettrici <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> a farti<br />
un grande applauso “a scena aperta”<br />
quando avranno finito <strong>di</strong> leggere questo<br />
mio pezzo. Intanto io, qui, te lo<br />
anticipo!<br />
Adriana Borgonovo<br />
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