mensile - Amici di Monte Mario
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251<br />
<strong>mensile</strong><br />
Una zona <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> che molti<br />
non conoscono è quella, appartata,<br />
che si sviluppa tra via Achille Mauri<br />
e la Valle della Rimessola, con<br />
strade strette e tortuose, che si sono<br />
dovute adattare all’andamento<br />
altimetrico del territorio.<br />
Ecco come appare dal fondo<br />
<strong>di</strong> via Allievo.<br />
15.000 copie in 15.000 famiglie - Distribuzione gratuita<br />
Fondato nel 1969 da Luigi Pallottino<br />
Anno XL - Maggio/Giugno 2008 - Roma, <strong>mensile</strong><br />
www.montemario.org<br />
00135 Roma - Via degli Scolopi, 31- Tel./Fax 06-35503317 - E-mail: amici<strong>di</strong>montemario@virgilio.it<br />
In questo numero<br />
• Le ville <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> nel Rinascimento<br />
• Testimonianze e suggestioni del passato <strong>di</strong> <strong>Monte</strong><br />
<strong>Mario</strong>: Svegliamoci<br />
• Santa Rita da Cascia a <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong><br />
• La 180 compie trent’anni<br />
• A colloquio con il presidente del Municipio 19<br />
• Al Liceo Gassman un’iniziativa per la conoscenza<br />
del territorio<br />
• Tu Scarlatti, io Kunz<br />
• Paolo Cristiano e Luciano Buttiglia alla R.D.F. Arte<br />
• Il serraturiero
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Rivista <strong>mensile</strong> e<strong>di</strong>ta<br />
dall’Associazione<br />
AMICI DI MONTE MARIO<br />
Direzione, redazione e pubblicità<br />
Via degli Scolopi, 31<br />
Tel. 06 35503317<br />
00135 Roma<br />
amici<strong>di</strong>montemario@virgilio.it<br />
Direttore responsabile<br />
SILVIA SAMARITANI GIORDANI<br />
Direttore e<strong>di</strong>toriale<br />
GIO. MANTOVANI<br />
Coor<strong>di</strong>natore <strong>di</strong> redazione<br />
MARIELLA CASINI-CORTESI<br />
In redazione<br />
LUCIANA FRAPISELLI<br />
ANNAMARIA MARCHESINI<br />
FRANCESCO ROCCO<br />
MARIA ROSSARO<br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
SANDRA FIORENTINI<br />
DONATELLA MANZOLI<br />
TOMMASO LOSAVIO<br />
ELISABETTA PALLOTTINO<br />
Videocomposizione<br />
PUBBLISHOCK<br />
Incisione e stampa<br />
SEA, TIPOLITOGRAFIA s.r.l.<br />
Via Cassia bis km 36,300 - Nepi (VT)<br />
Tel. 0761 527323 / Fax 0761 527523<br />
Reg. Tribunale <strong>di</strong> Roma<br />
n. 12985 del 18-9-1969<br />
Numero chiuso il 16 giugno 2008<br />
DISTRIBUZIONE GRATUITA<br />
È vietata la riproduzione <strong>di</strong> testi<br />
ed immagini senza l’autorizzazione<br />
scritta dell’e<strong>di</strong>tore<br />
2<br />
Passante,<br />
manca un’uscita?<br />
Il passante a Nord-Ovest è in<br />
funzione da più <strong>di</strong> tre anni, ma<br />
ancora non è stata aperta l’uscita<br />
su via Pieve <strong>di</strong> Cadore, che permetterebbe<br />
<strong>di</strong> raggiungere agevolmente<br />
la zona <strong>di</strong> via <strong>Mario</strong><br />
Fani da via della Pineta Sacchetti<br />
e da <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> alto.<br />
L.T. (lettera firmata)<br />
Non si tratta <strong>di</strong> un ritardo o <strong>di</strong><br />
una <strong>di</strong>menticanza. L’uscita in<br />
fondo a via Pieve <strong>di</strong> Cadore,<br />
caratterizzata da una rampa<br />
molto ripida, è stata realizzata<br />
soltanto per finalità <strong>di</strong> emergenza.<br />
Il traffico e il Consorzio<br />
<strong>di</strong> Torrevecchia<br />
È finalmente giunta la risposta<br />
scritta da parte del nostro Presidente<br />
del Consorzio stradale<br />
Torrevecchia al quesito, già<br />
pubblicato dal <strong>mensile</strong> “<strong>Monte</strong><br />
<strong>Mario</strong>” nel numero Marzo-<br />
Aprile 2008. Essa per la verità<br />
era stata preceduta alcune settimane<br />
fa da un’altra risposta da<br />
parte del CdA del Consorzio<br />
stesso, a firma della Vicepresidente.<br />
Ebbene nella risposta<br />
data dalla Vicepresidente, a<br />
nome del CdA, si afferma che<br />
il Consorzio non ha mai approvato<br />
le mo<strong>di</strong>fiche apportate al<br />
traffico dal XIX Municipio. Al<br />
contrario invece nella lunga<br />
risposta (oltre 8 cartelle) data<br />
dal Presidente sono contenute<br />
considerazioni ed ammissioni<br />
che hanno giustificato e giustificano<br />
tutt’ora i dubbi e le<br />
preoccupazioni dei soci del<br />
Consorzio firmatari del quesito.<br />
Poiché, a parte l’inesattezza<br />
riguardante “la destinazione<br />
d’uso” <strong>di</strong> via Diano Marina,<br />
rimane confermato il ruolo ed<br />
il pieno coinvolgimento del<br />
nostro Presidente nell’aver<br />
concorso, sia pure in buona<br />
fede, all’esito <strong>di</strong>sastroso per il<br />
ns. Comprensorio della nuova<br />
viabilità. Una viabilità attraverso<br />
la quale da un anno è<br />
stata riversata sulle strade del<br />
Consorzio stesso, ed in particolare<br />
su via Cogoleto, Millesimo,<br />
Taggia, una quantità <strong>di</strong><br />
traffico veicolare 20 - 30 volte<br />
superiore al passato recente,<br />
che oltre a pregiu<strong>di</strong>care la qualità<br />
<strong>di</strong> vita e la salute degli abitanti<br />
del Comprensorio, ne svaluta<br />
considerevolmente il valore<br />
degli immobili. Ora, posto<br />
che nello Statuto del nostro<br />
Consorzio non si prevede <strong>di</strong><br />
occuparsi <strong>di</strong> viabilità, così<br />
come <strong>di</strong>ce esplicitamente lo<br />
stesso Presidente nella sua<br />
risposta scritta posto il ns. Presidente<br />
in quanto libero citta<strong>di</strong>no<br />
possa sostenere qualsiasi<br />
Anche questo è <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong><br />
Una nonna tuttofare<br />
La sveglia è alle sette, giusto il tempo <strong>di</strong> prendere il caffè insieme<br />
con il marito, un uomo in carriera al pieno della sua attività,<br />
che poco dopo uscirà <strong>di</strong> casa. La giornata <strong>di</strong> lavoro per la<br />
nonna tuttofare inizia un’ora dopo quando, uno alla volta, bisogna<br />
accompagnare i bambini in due <strong>di</strong>verse scuole del quartiere.<br />
Un bacio ai nipoti e poi ecco qualche ora <strong>di</strong> libertà, ma<br />
libertà, per così <strong>di</strong>re, vigilata. Un secondo caffè, e un’occhiata<br />
al giornale dove molto spesso si legge <strong>di</strong> casalinghe che per<br />
sfuggire alla depressione della donna sola in casa, finiscono<br />
preda del vizio del gioco e in mano agli usurai per pagarne i<br />
debiti. Ed eccola con una lunga lista della spesa che deve tenere<br />
conto delle esigenze, dei gusti e capricci <strong>di</strong> tre <strong>di</strong>verse famiglie,<br />
la sua e quelle delle due figlie. Questo non è il ritratto<br />
della nonna vecchio stampo ma <strong>di</strong> una signora che si può<br />
incontrare o all’e<strong>di</strong>cola o, come capita spesso, in uno dei negozi<br />
<strong>di</strong> via Sangemini. Tante altre nonne si tengono in forma frequentando<br />
la palestra. La nostra si conserva giovane rendendosi<br />
in<strong>di</strong>spensabile alla sua famiglia allargata. Gli altri lavorano<br />
negli uffici e quando tornano a casa si sentono molto stanchi;<br />
lei gli “straor<strong>di</strong>nari” li fa senza accusare stanchezza.<br />
Anche questo è <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>.<br />
S.G.<br />
idea e possa partecipare a qualsiasi<br />
comitato, resta il fatto che<br />
noi soci del Consorzio abbiamo<br />
il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> vedere rappresentati<br />
dal nostro Presidente, se<br />
vuole continuare a rappresentare<br />
i suoi soci, la tutela dei<br />
nostri interessi <strong>di</strong> consorziati.<br />
Vito Chialastri<br />
Prolungare<br />
via della Lucchina<br />
Sono molti anni che via della<br />
Lucchina è chiusa all’altezza<br />
quasi <strong>di</strong> Palmarola. Io penso che<br />
sarebbe opportuna la sua apertura<br />
per snellire il traffico <strong>di</strong> via<br />
Casal del Marmo e che risulterà<br />
molto utile specie adesso che<br />
sarà aperto lo svincolo del Grande<br />
Raccordo anulare.<br />
V.L. (lettera firmata)<br />
Buche stradali<br />
Sono Alessio, buche da segnalare<br />
su via Torriglia e via Ortonovo.<br />
Per il momento non ci<br />
sono altre segnalazioni. Grazie<br />
per l’attenzione.<br />
Alessio Podda
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Le ville <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> nel Rinascimento<br />
<strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>, a partire dal Quattrocento<br />
e per tutto il Cinquecento,<br />
<strong>di</strong>venne luogo prescelto da nobili e<br />
letterati per le loro residenze suburbane.<br />
Alcune <strong>di</strong> tali residenze furono<br />
luoghi <strong>di</strong> rappresentanza legati alle<br />
esigenze della politica estera, destinate<br />
quin<strong>di</strong> ad accogliere personalità<br />
politiche e culturali in visita a<br />
Roma. Spesso le ville suburbane <strong>di</strong><br />
<strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> furono se<strong>di</strong> dei cosiddetti<br />
horti letterari, fenomeno tipicamente<br />
romano e particolarmente<br />
<strong>di</strong>ffuso durante il pontificato <strong>di</strong><br />
Leone X (1513-1521), amico dei letterati<br />
e letterato egli stesso. In nome<br />
<strong>di</strong> un comune modo <strong>di</strong> intendere la<br />
cultura, il proprietario dell’hortus,<br />
mecenate del gruppo, riuniva perio<strong>di</strong>camente<br />
i sodales e organizzava<br />
piacevoli conviti nei suoi giar<strong>di</strong>ni<br />
abbelliti da viali ombrosi e fioriti, da<br />
chioschi, fontane e preziosi reperti<br />
archeologici: ai banchetti e alle<br />
argute facezie si accompagnavano la<br />
poesia e le <strong>di</strong>ssertazioni eru<strong>di</strong>te sui<br />
più svariati argomenti.<br />
Iniziamo dunque questa passeggiata<br />
per le ville <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>, utilizzando<br />
come Baedecker i versi latini<br />
che alcuni poeti del Cinquecento<br />
hanno de<strong>di</strong>cato ad esse: si tratta <strong>di</strong><br />
uno scaffaletto <strong>di</strong> testi che appartiene<br />
alla più vasta biblioteca costituita<br />
da quel fortunato genere letterario –<br />
che potremmo denominare <strong>di</strong> poesia<br />
latina in villa- formato cioè da opere<br />
in versi – alcune anche in prosavolte<br />
a descrivere e a celebrare<br />
palazzi e ville <strong>di</strong> Roma e <strong>di</strong>ntorni.<br />
Iniziamo con Villa Mellini, situata<br />
sulla sommità del colle, oggi sede<br />
dell’Istituto Nazionale <strong>di</strong> Astrofisica<br />
e del Museo Astronomico e Copernicano.<br />
La villa fu la prima fra le<br />
residenze suburbane della Roma<br />
rinascimentale. Fu fatta e<strong>di</strong>ficare da<br />
Pietro Mellini probabilmente intorno<br />
alla metà del Quattrocento. A<br />
celebrarla in versi latini fu il poeta<br />
cremonese Benedetto Lampri<strong>di</strong>o,<br />
fine conoscitore del greco, grandemente<br />
stimato da Leone X; Lampri<strong>di</strong>o<br />
appartenne alla cerchia del prelato<br />
lussemburghese Joannes Goritz,<br />
detto alla latina Corycius, stravagante<br />
figura <strong>di</strong> mecenate, animatore<br />
<strong>di</strong> un proprio orto letterario, gli horti<br />
coryciani, e committente della celebre<br />
raccolta poetica intitolata Coryciana,<br />
a lui de<strong>di</strong>cata da un folto<br />
gruppo <strong>di</strong> poeti. Intorno al 1521 il<br />
Lampri<strong>di</strong>o compose un’ode <strong>di</strong> ispirazione<br />
pindarica in 627 versi, dal<br />
titolo In Petri Melini villam, che fu<br />
pubblicata a Venezia, dopo la morte<br />
dell’autore, nel 1550. Il Lampri<strong>di</strong>o<br />
de<strong>di</strong>cò la sua ode a Pietro Mellini,<br />
nipote <strong>di</strong> quel Pietro che fece e<strong>di</strong>ficare<br />
la villa. Fu munifico protettore<br />
dei letterati e poeta egli stesso, e la<br />
sua villa fu cenacolo letterario e<br />
generoso punto <strong>di</strong> accoglienza <strong>di</strong><br />
numerosi letterati romani. La descrizione<br />
della villa <strong>di</strong>viene spunto per<br />
fantasiose <strong>di</strong>vagazioni <strong>di</strong> argomento<br />
mitologico. Talvolta il poeta indugia<br />
in <strong>di</strong>gressioni descrittive e si sofferma<br />
così a decantare il rigoglio della<br />
vegetazione, la salubrità e il panorama<br />
<strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>, baciato da<br />
Venere; descrive un vaso che le<br />
ninfe del Tevere, convenute nella<br />
villa, si scambiano in dono e che<br />
forse era un ornamento del giar<strong>di</strong>no;<br />
quin<strong>di</strong> il poeta rivolge una apostrofe<br />
alla villa, funzionale a introdurre la<br />
celebrazione della stirpe dei Mellini;<br />
e infine esalta la villa, pro<strong>di</strong>go punto<br />
<strong>di</strong> accoglienza per i poeti e i letterati.<br />
Cenni a villa Mellini troviamo<br />
anche in un curioso trattato dovuto<br />
all’umanista Girolamo Rorario,<br />
nunzio apostolico pordenonese vissuto<br />
nella prima metà del XVI secolo.<br />
Quest’opera, intitolata Quod animalia<br />
bruta ratione utantur melius<br />
homine (Perché gli animali fanno<br />
uso della ragione meglio dell’uomo)<br />
composta intorno al 1547, è una <strong>di</strong>ssertazione<br />
filosofica sull’istinto animale,<br />
che l’autore ritiene spesso<br />
superiore a quello degli uomini; tale<br />
<strong>di</strong>ssertazione è tesa al contempo a<br />
<strong>di</strong>fendere la superiorità della lingua<br />
latina su quella volgare. Il Rorario a<br />
un certo punto riferisce un aneddoto<br />
autobiografico che ritiene e<strong>di</strong>ficante.<br />
Un giorno si trovava a far da<br />
cicerone per Roma a un gruppo <strong>di</strong><br />
nobili tedeschi ignoranti <strong>di</strong> latino:<br />
con l’intento <strong>di</strong> far loro ammirare<br />
alcune interessanti architetture della<br />
sua città, li conduce a visitare tre<br />
ville suburbane, tra le quali villa<br />
Mellini, costruite a Roma dopo gli<br />
orrori del Sacco e <strong>di</strong>venute ben presto<br />
se<strong>di</strong> <strong>di</strong> rinomati salotti letterari. I<br />
tedeschi, insensibili a causa della<br />
loro ignoranza, non sono in grado <strong>di</strong><br />
apprezzare quelle meraviglie e<br />
Rorario ha così buon gioco nel<br />
<strong>di</strong>mostrare che la conoscenza del<br />
latino raffina il gusto estetico e che<br />
chi è ignorante <strong>di</strong> latino non è neppure<br />
in grado <strong>di</strong> apprezzare l’arte.<br />
Proseguiamo con la bellissima Villa<br />
Madama, posta sulle pen<strong>di</strong>ci <strong>di</strong><br />
<strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> e affacciata sul Ponte<br />
Milvio. La sontuosa residenza sorse<br />
su committenza Me<strong>di</strong>ci, per desiderio<br />
<strong>di</strong> papa Leone X e <strong>di</strong> suo cugino,<br />
il car<strong>di</strong>nale Giulio de’ Me<strong>di</strong>ci, futuro<br />
papa Clemente VII. Giulio de’<br />
Me<strong>di</strong>ci affidò la progettazione della<br />
villa a Raffaello la cui morte prematura<br />
impose però un ra<strong>di</strong>cale cambiamento<br />
nella <strong>di</strong>rezione dei lavori e<br />
conseguentemente nelle scelte artistiche<br />
e progettuali: proseguirono la<br />
realizzazione delle opere dapprima<br />
Giulio Romano, poi Antonio da San-<br />
gallo il Giovane e Baldassarre<br />
Peruzzi. Villa Madama fu chiamata<br />
Villa Me<strong>di</strong>ci fino a quando non<br />
passò in ere<strong>di</strong>tà alla vedova se<strong>di</strong>cenne<br />
<strong>di</strong> Alessandro de’ Me<strong>di</strong>ci, Margherita<br />
d’Austria, figlia naturale dell’imperatore<br />
Carlo V, che rispettosamente<br />
era chiamata Madama. Nel<br />
500 Villa Madama fu celebrata dal<br />
poeta coriciano Francesco Speroli <strong>di</strong><br />
Camerino nel carme Villa Iulia<br />
Me<strong>di</strong>ca versibus fabricata. Questa<br />
composizione, datata al 1519, ancora<br />
ine<strong>di</strong>ta, è de<strong>di</strong>cata al car<strong>di</strong>nale<br />
Giulio de’ Me<strong>di</strong>ci. La descrizione<br />
dello Speroli non venne mai portata<br />
a termine: con questo motivo si<br />
spiegano le notevoli <strong>di</strong>screpanze del<br />
testo con ciò che l’e<strong>di</strong>ficio oggi<br />
mostra.<br />
Proseguiamo con la villa <strong>di</strong> Falcone<br />
Sinibal<strong>di</strong>, protonotario apostolico<br />
vissuto nella seconda metà del XV<br />
secolo: essa è celebrata nel Genius<br />
Falconis Sinibal<strong>di</strong> dal poeta Marco<br />
Girolamo Vida che fu apprezzatissimo<br />
da papa Leone X. Il carme fu<br />
pubblicato nel 1524 e fu composto<br />
per celebrare il soggiorno in questa<br />
villa del suo mecenate, Joannes<br />
Goritz, che avvenne nel 1523, in<br />
occasione della <strong>di</strong>scesa a Roma <strong>di</strong><br />
certi oratori veneti. La villa si trovava<br />
alle pen<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>, in<br />
prossimità del Vaticano, proprio<br />
sulla via Trionfale, in corrispondenza<br />
degli attuali numeri civici 60-62,<br />
esattamente dove oggi c’è un’osteria<br />
che, parrebbe in memoria del vecchio<br />
proprietario, è chiamata ‘l’antico<br />
falcone’. La villa <strong>di</strong> Falcone Sinibal<strong>di</strong><br />
doveva essere ospitale punto<br />
<strong>di</strong> accoglienza per gli intellettuali<br />
che giungevano a Roma dal nord. In<br />
questo breve poemetto il Vida esor<strong>di</strong>sce<br />
con una veloce celebrazione<br />
della villa del Sinibal<strong>di</strong>, ma subito si<br />
rivela sostanzialmente interessato a<br />
celebrare il suo protettore, il Goritz.<br />
Nei versi de<strong>di</strong>cati alla villa, Vida si<br />
concentra a decantare la bellezza<br />
naturale del luogo, secondo la ben<br />
consolidata modalità descrittiva del<br />
locus amoenus.<br />
Per ultima, la villa suburbana del<br />
letterato Blosio Palla<strong>di</strong>o, gli Horti<br />
Blosiani; essa, su progetto <strong>di</strong> Baldassarre<br />
Peruzzi, fu e<strong>di</strong>ficata nel<br />
corso degli anni trenta del Cinquecento,<br />
sulla propaggine meri<strong>di</strong>onale<br />
<strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>, affacciata su San<br />
Pietro con una vista spettacolare su<br />
tutta Roma. L’e<strong>di</strong>ficio, tuttoggi esistente,<br />
è noto come Casale Ciocci.<br />
Abbandonata per molto tempo, la<br />
villa fu ciak finale <strong>di</strong> Roma, città<br />
aperta <strong>di</strong> Rossellini e fu anche scenario<br />
del film <strong>di</strong> Ettore Scola Brutti,<br />
sporchi e cattivi. Anche essa fu un<br />
fecondo punto <strong>di</strong> ritrovo degli intellettuali<br />
romani, specialmente dopo<br />
che altre ville furono devastate dai<br />
lanzichenecchi, come scriveva in un<br />
suo carme l’umanista bellunese Pierio<br />
Valeriano. Anche Marco Antonio<br />
Flaminio, in quegli stessi anni, de<strong>di</strong>ca<br />
numerosi versi latini all’amico<br />
Blosio, alla sua villa e curiosamente<br />
anche alla turunda, una torta che<br />
Blosio preparava per i suoi ospiti in<br />
occasione degli incontri letterari da<br />
lui organizzati. Nei suoi versi il Flaminio<br />
celebra la generosa e dotta<br />
ospitalità del suo amico Blosio, la<br />
natura circostante la villa, rigogliosa<br />
e fertile come rigogliose e fertili<br />
sono le lettere promosse e incoraggiate<br />
dal Palla<strong>di</strong>o. Infine anche il già<br />
menzionato umanista pordenonese<br />
Girolamo Rorario, nella sua <strong>di</strong>ssertazione<br />
filosofica, si sofferma sulla<br />
villa <strong>di</strong> Blosio; ciò che sembra<br />
soprattutto interessare al Rorario è<br />
lo spazio esterno, la lussureggiante<br />
natura del giar<strong>di</strong>no che appare significativamente<br />
<strong>di</strong>sposto secondo un<br />
percorso ascendente, le architetture<br />
e gli arre<strong>di</strong> esterni; un curioso rilievo<br />
è dato al pollaio, quasi provocatoriamente<br />
se si considera che, viceversa,<br />
all’abitazione del proprietario<br />
è riservato invece un totale silenzio.<br />
Oggi le ville <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> non<br />
ospitano più letterati e non ci sono<br />
mecenati <strong>di</strong>sposti a sostenere le lettere.<br />
Ma l’antica tra<strong>di</strong>zione delle<br />
<strong>di</strong>more acccoglienti sembra rivivere<br />
nell’ospitalità data dall’albergo<br />
Residenza <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> alla benemerita<br />
associazione culturale<br />
“<strong>Amici</strong> <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>”, coraggiosamente<br />
impegnata a <strong>di</strong>vulgare la<br />
storia <strong>di</strong> questo antico monte.<br />
Donatella Manzoli<br />
3
Impaginato 17-06-2008 9:51 Pagina 4<br />
Testimonianze e suggestioni<br />
antologia<br />
del passato <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong><br />
Nel trentennale della strage <strong>di</strong> via Fani, del rapimento e assassinio <strong>di</strong> Aldo<br />
Moro, ripubblichiamo due articoli del fondatore del nostro giornale.<br />
Svegliamoci<br />
<strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>, anno X, n. 35, 22 aprile 1978, p. 1<br />
<strong>di</strong> Luigi Pallottino<br />
Ancora una volta <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> è<br />
tornato prepotentemente alla ribalta<br />
della cronaca per un crimine nefando<br />
che ha scosso profondamente le<br />
coscienze degli italiani, portando il<br />
nostro paese al centro dell’attenzione<br />
mon<strong>di</strong>ale. In particolare l’Europa<br />
non può non sentirsi coinvolta e<br />
solidamente obbligata ad affrontare<br />
il problema del terrorismo con<br />
impegno senza riserve.<br />
“L’Italie massacrée. Massacrées la<br />
politique, l’économie, la justice, les<br />
valeurs morales. Et surtout, massacré<br />
l’Etat”: così ci gratifica un <strong>di</strong>ffuso<br />
perio<strong>di</strong>co d’oltralpe [“L’Exprès”]<br />
e non sarebbe facile contrad<strong>di</strong>rlo.<br />
Ma è certamente molto pericoloso<br />
4<br />
credere che la trage<strong>di</strong>a sia soltanto<br />
italiana o che possa comunque restare<br />
soltanto italiana. E l’Europa,<br />
infatti, ha mostrato <strong>di</strong> capire accusando<br />
il colpo, questa elementare<br />
verità e <strong>di</strong> voler esserci accanto in<br />
questo duro momento.<br />
Ma stiamo attenti a non perdere <strong>di</strong><br />
vista, confortati dalla solidarietà<br />
internazionale, le nostre responsabilità.<br />
Popolo <strong>di</strong> santi, <strong>di</strong> eroi, <strong>di</strong> navigatori<br />
più o meno solitari, noi siamo<br />
anche e soprattutto un popolo <strong>di</strong><br />
“dritti”, che sanno bene come arrivare<br />
sempre allo scopo per la strada<br />
più breve, meno faticosa e più economica,<br />
che sanno lasciare agli altri<br />
i problemi, che loro hanno già risol-<br />
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“Le sete più preziose, i lini impalpabili,<br />
cal<strong>di</strong> velluti, cotoni naturali:<br />
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ti con la propria intelligenza, con il<br />
proprio senso pratico. Ma tutto si<br />
paga e ora ve<strong>di</strong>amo dove ci hanno<br />
portato queste nostre supposte virtù.<br />
Libertà, dovere, onestà, senso dello<br />
Stato, spirito <strong>di</strong> servizio, rispetto<br />
della persona umana: come si fa a<br />
non sorridere <strong>di</strong> certe parole, <strong>di</strong> certi<br />
concetti così ingenui, così superati?<br />
Ma ci sono atteggiamenti ancora più<br />
pericolosi e più riprovevoli: quelli<br />
ad esempio <strong>di</strong> credere che i proverbiali<br />
vizi capitali non ci tocchino<br />
personalmente; <strong>di</strong> vedere chiaro ciò<br />
che ci aspetta, ma <strong>di</strong> essere convinti<br />
<strong>di</strong> non poter far nulla, con le nostre<br />
povere forze, per cambiare la sorte<br />
comune e che tanto vale, dunque,<br />
lasciare che le cose vadano secondo<br />
la corrente. Non vogliamo renderci<br />
Il 9 maggio si è compiuta, con il<br />
ritrovamento del corpo martoriato<br />
dell’on. Aldo Moro, la trage<strong>di</strong>a che,<br />
dalla mattina del 16 marzo, con lo<br />
spietato ecci<strong>di</strong>o dei cinque rappresentanti<br />
delle forze dell’or<strong>di</strong>ne Raffaele<br />
Iozzino, Oreste Leonar<strong>di</strong>,<br />
Domenico Ricci, Giulio Rivera e<br />
Francesco Zizzi, aveva gettato nella<br />
costernazione l’intero paese e scosso<br />
l’opinione <strong>di</strong> tutto il mondo civile.<br />
È certamente <strong>di</strong>fficile accettare il<br />
pensiero che gli autori e gli ispiratori<br />
<strong>di</strong> così feroce e assurdo <strong>di</strong>segno<br />
criminoso appartengano alla nostra<br />
specie, che si mescolino fra la gente,<br />
che magari s’intrattengano, con parvenza<br />
<strong>di</strong> uomini, a parlare con noi e<br />
che si trovino nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>struggere – quod Deus avertat –<br />
altre vite umane.<br />
L’associazione <strong>Amici</strong> <strong>di</strong> <strong>Monte</strong><br />
<strong>Mario</strong> e il nostro giornale, che inevitabilmente<br />
partecipano <strong>di</strong> quel particolare<br />
stato <strong>di</strong> commozione che in<br />
qualche misura, forse, ha toccato più<br />
degli altri quanti hanno vissuto da<br />
vicino la dolorosa vicenda, si inchinano<br />
alla memoria delle sei vittime<br />
e rinnovano alle loro famiglie i sentimenti<br />
del più profondo cordoglio.<br />
È giusto che tutti siano ricordati, con<br />
un segno anche materiale, nei luoghi<br />
stessi in cui si compì il sacrificio,<br />
ma se la pietà popolare ha già eretto<br />
loro un monumento floreale, ali-<br />
conto che sono proprio le nostre<br />
povere forze messe insieme a determinare<br />
il naufragio.<br />
Invece <strong>di</strong> strapparci le vesti per lo<br />
sdegno, <strong>di</strong> portare con nevrotica<br />
monotonia il nostro contributo <strong>di</strong><br />
vuote parole <strong>di</strong> pietà o <strong>di</strong> scoramento,<br />
con le quali ci sembra <strong>di</strong> scaricare<br />
le nostre coscienze, svegliamoci<br />
da questo deleterio torpore e convinciamoci<br />
che se non siamo noi a<br />
generare il male, <strong>di</strong> certo ne favoriamo<br />
l’attecchire e il propagarsi,<br />
offrendogli un terreno favorevole: il<br />
corpo logoro, esanime e inerme<br />
della nazione.<br />
Questo corpo siamo noi tutti, non<br />
soltanto chi ci governa, o chi altri ci<br />
piace credere responsabile dei nostri<br />
guai.<br />
<strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>, anno X, n. 36, 20 maggio 1978, p.1<br />
mentandolo ogni giorno con intensità<br />
che non <strong>di</strong>minuisce, quello definitivo,<br />
se vorrà erigersi (e sia il<br />
Municipio ad erigerlo), non dovrà<br />
indulgere alla retorica e al sentimento,<br />
ma consistere preferibilmente in<br />
una semplice lapide.<br />
Soprattutto non vorremmo che il<br />
doloroso avvenimento fosse motivo,<br />
ancora una volta, per violare la<br />
legge, attribuendo nuovi nomi a vecchie<br />
strade prima che sia decorso il<br />
prescritto termine <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni. Ma<br />
l’auspicio che più <strong>di</strong> ogni altro ci<br />
sentiamo <strong>di</strong> formulare e che potrebbe<br />
dare perfino un senso al sacrificio<br />
compiuto, è che il paese, me<strong>di</strong>tando<br />
sugli errori passati, sulle troppe<br />
debolezze e su alcune consapevoli e<br />
inconsapevoli complicità che hanno<br />
portato alla situazione attuale, sappia<br />
reagire con fermezza al terrorismo<br />
e sconfiggerlo, ma che sappia<br />
farlo con la forza della ragione e del<br />
<strong>di</strong>ritto e delle proprie rinnovate istituzioni.<br />
Questo sarà possibile se ciascuno<br />
<strong>di</strong> noi saprà recuperare intera<br />
la propria coscienza civica, comprendere<br />
che libertà e democrazia<br />
sono strumenti delicati con i quali<br />
non è lecito giocare o peggio, il cui<br />
uso non può essere delegato ad altri,<br />
riscoprire il senso della cosa pubblica,<br />
che è volontà <strong>di</strong> crescita comune,<br />
benessere fondato prima <strong>di</strong> tutto su<br />
certi fondamentali valori morali e <strong>di</strong><br />
fiducia nella loro perenne vali<strong>di</strong>tà.
Impaginato 17-06-2008 9:51 Pagina 5<br />
Le attività sociali delle parrocchie <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong><br />
Santa Rita da Cascia a <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong><br />
La cappellina de<strong>di</strong>cata a Santa Rita<br />
da Cascia fu e<strong>di</strong>ficata per le necessità<br />
pastorali nel 1954, su un lotto<br />
donato da una signora perché la<br />
chiesa <strong>di</strong> Nostra Signora da Guadalupe<br />
era troppo lontana. In un<br />
primo tempo vi si celebrava la<br />
messa domenicale, poi fu utilizzata<br />
come asilo, per ritornare successivamente<br />
alla sua primitiva funzione<br />
finché fu eretta a parrocchia, nel<br />
1981, dal car<strong>di</strong>nal vicario Ugo<br />
Poletti e affidata ai sacerdoti della<br />
Pia Associazione Sacerdotale Gesù<br />
Divin Operaio. Il territorio <strong>di</strong> sua<br />
competenza è tuttora delimitato<br />
entro via Siro Corti (all’intersezione<br />
con via delle Benedettine), via<br />
Giovanni Agostino De Cosmi, prosegue<br />
perpen<strong>di</strong>colarmente fino al<br />
fosso della Valle della Rimessola,<br />
lo percorre per un tratto, passa<br />
idealmente tra via Pietro Paolo Vergerio<br />
e via Maria Pederzoli Danieli<br />
e via Luigi Alessandro Parravicini<br />
per ricongiungersi all’intersezione<br />
<strong>di</strong> via delle Benedettine con via<br />
Siro Corti.<br />
Si tratta <strong>di</strong> una superficie molto<br />
limitata rispetto alle altre parrocchie,<br />
come piccola e graziosa è la<br />
chiesa, minuscolo lo spazio coperto<br />
a <strong>di</strong>sposizione, nullo il terreno per i<br />
campi da gioco. Tutta la vita <strong>di</strong><br />
questa zona si sviluppa lungo la<br />
stretta via Antonio Parato che si<br />
snoda a ferro <strong>di</strong> cavallo in forte<br />
pen<strong>di</strong>o entro l’angusta valle presso<br />
il parco dell’Insugherata.<br />
“Qui, fino al 1951 c’erano solamente<br />
campi <strong>di</strong> granturco – ci <strong>di</strong>ce<br />
Giuseppe Pisciaroli, il fabbro della<br />
zona e valido aiuto per le tante iniziative<br />
parrocchiali – poi sono state<br />
costruite le prime case abusive e<br />
infine la lottizzazione”.<br />
“Ci sono solamente abitazioni: non<br />
c’è un negozio né uno stu<strong>di</strong>o me<strong>di</strong>co<br />
o <strong>di</strong> qualsiasi altro genere, non<br />
c’è nemmeno un bar, le scuole<br />
sono lontane e scomode da raggiungere,<br />
non ci sono mezzi pubblici<br />
e l’unica struttura pubblica<br />
dove potersi riunire è la parrocchia”<br />
si lamenta don Carlo Quadracci,<br />
parroco <strong>di</strong> Santa Rita da 35<br />
anni, che ama e cura questa chiesa<br />
come fosse casa sua, anche perché<br />
manca la casa parrocchiale e ogni<br />
giorno impiega un’ora nel traffico<br />
per poter raggiungere il posto <strong>di</strong><br />
lavoro.”Tutte le iniziative sono<br />
sacrificate dalla mancanza <strong>di</strong> spazio”<br />
prosegue. “Si, è vero – interviene<br />
Rita Brunetti, chiamata «la<br />
parrochessa» per il suo impegno<br />
costante e <strong>di</strong>sinteressato de<strong>di</strong>cato<br />
alla comunità – ma noi riusciamo a<br />
fare quello che si fa nelle altre parrocchie<br />
mettendo a <strong>di</strong>sposizione le<br />
nostre case e le nostre attrezzature.<br />
Siamo isolati, il nostro è un paese<br />
Santa Rita da Cascia a <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>. (Foto <strong>di</strong> Andrea Baldacci).<br />
nella città, ma<br />
siamo uniti e pronti<br />
a dare una mano<br />
quando serve”.<br />
All’incontro è presente<br />
anche<br />
Andrea Baldacci,<br />
un’altra colonna<br />
portante dell’organizzazione<br />
che ci<br />
racconta come, per<br />
esempio, riescono<br />
a fare teatro dentro<br />
la chiesa costruendo<br />
davanti all’altare<br />
il palco completo<br />
<strong>di</strong> quinte e sipario<br />
per le recite <strong>di</strong><br />
Natale e <strong>di</strong> Santa<br />
Rita. Con il ricavato,<br />
attraverso le suore Murial<strong>di</strong>ne,<br />
hanno potuto adottare quattro bambini<br />
argentini che riescono a mantenere<br />
ogni anno con le iniziative<br />
più impensate.<br />
Nell’unica stanzetta a <strong>di</strong>sposizione,<br />
attigua allo stu<strong>di</strong>o del parroco che<br />
funge anche da sacrestia, si alternano<br />
corsi <strong>di</strong> pittura su vetro e su stoffa<br />
e corsi <strong>di</strong> cucito. Esiste anche un<br />
centro <strong>di</strong> ascolto Caritas, con <strong>di</strong>stribuzione<br />
<strong>di</strong> vestiario, che si appoggia<br />
a quello <strong>di</strong> Nostra Signora <strong>di</strong><br />
Guadalupe, quando necessario.<br />
Nella sala parrocchiale, un locale<br />
un po’ più grande con i banchi<br />
<strong>di</strong>sposti su due file lungo le pareti<br />
come un’aula scolastica, si tiene<br />
tutto il resto a cominciare dall’intrattenimento<br />
dei più piccoli che,<br />
<strong>di</strong>ventati ragazzi, si allontanano<br />
perché non si sa come interessarli.<br />
Il sogno è avere campi sportivi,<br />
come quelli del Calasanzio che<br />
sembrano così vicini e invece sono<br />
lontani, al <strong>di</strong> là della valle. Poi ci<br />
sono tre cori: quello per le celebrazioni<br />
solenni guidato dal maestro<br />
Tulio Blasi, il coro della messa<br />
domenicale e quello dei bambini<br />
con l’accompagnamento dell’armonium<br />
o della chitarra.<br />
Anche se la situazione è questa,<br />
don Carlo non chiede fon<strong>di</strong>: è un<br />
prete non un manager, ma riesce a<br />
fare molto: oltre alle molteplici<br />
incombenze pastorali, organizza<br />
gite giornaliere specie nell’arcipelago<br />
toscano, presiede agli allestimenti<br />
del presepe o della Via Crucis<br />
viventi realizzati grazie alla collaborazione<br />
<strong>di</strong> tutti, come una grande<br />
famiglia <strong>di</strong> 2500 persone che si<br />
adattano a partecipare secondo le<br />
proprie capacità con inventiva ed<br />
entusiasmo, dal vestiario agli<br />
addobbi, alla carpenteria, alle strutture<br />
metalliche. Non manca la caccia<br />
al tesoro alla quale partecipano<br />
i bambini della zona che possono<br />
bussare dovunque perché tutti<br />
aprono la porta.<br />
Ma il sogno resta sempre quello <strong>di</strong><br />
avere altro spazio per una nuova<br />
chiesa, la casa parrocchiale e i<br />
campi sportivi. Sono stati promessi<br />
11.000 mq della riserva del Fico<br />
con tanto <strong>di</strong> delibere municipali e<br />
comunali, poi improvvisamente<br />
tutto è stato bloccato per motivi<br />
sconosciuti, ma non è detto che non<br />
si riprenda l’argomento in un prossimo<br />
futuro.<br />
Per ora la conclusione è <strong>di</strong> Rita:<br />
“Qui si fa il massimo possibile perché<br />
abbiamo sopperito allo spazio<br />
con il cuore”.<br />
M.C.C.<br />
5
Impaginato 17-06-2008 9:51 Pagina 6<br />
La Collezione virtuale delle vedute <strong>di</strong> Roma<br />
da <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> (XIII-XX sec.)<br />
Un progetto dell’Associazione “<strong>Amici</strong> <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>” finanziato<br />
dalla Fondazione Roma<br />
C.L.Eastlake, Pilgrims Arriving in Sight of Rome, 1827,<br />
Philadelphia Museum of Art.<br />
È arrivato alla sua fase conclusiva il<br />
progetto dell’Associazione “<strong>Amici</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>” che aveva ottenuto<br />
il finanziamento della Fondazione<br />
Roma sul bando <strong>di</strong> concorso 2006<br />
per il Settore “Arte, attività e beni<br />
culturali”. Il progetto prevedeva <strong>di</strong><br />
censire, classificare e riprodurre un<br />
numero approssimativo <strong>di</strong> 300<br />
vedute <strong>di</strong> Roma dall’alto del colle<br />
per poi <strong>di</strong>ffonderle in rete, sul sito<br />
dell’Associazione (www.amici<strong>di</strong>montemario.it)<br />
nell’ambito delle<br />
attività del costituendo Museo territoriale<br />
<strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> presso i<br />
Casali Mellini.<br />
Il tema iconografico della veduta da<br />
Nord può essere considerato, infatti,<br />
una delle espressioni più significative<br />
dell’identità <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>, dal<br />
punto <strong>di</strong> vista storico e artistico. E il<br />
luogo, testimone da sempre del<br />
primo sguardo su Roma <strong>di</strong> chi proveniva<br />
dall’Europa, si presta ad<br />
ospitare i risultati <strong>di</strong> un’incessante e<br />
molteplice attività <strong>di</strong> rappresenta-<br />
6<br />
zione, rivolta a fissare le tante<br />
immagini d’insieme della città. E’<br />
da quest’altura che pellegrini e<br />
imperatori si sono affacciati sulla<br />
città eterna dopo aver percorso il<br />
lungo cammino della via Francigena,<br />
dal Me<strong>di</strong>oevo fino all’epoca<br />
moderna, secondo i tempi scan<strong>di</strong>ti<br />
dalla celebrazione degli Anni Santi.<br />
Come anche, sulla stessa altura, gli<br />
artisti e gli intellettuali europei del<br />
Grand Tour hanno consumato in un<br />
batter d’occhio, prima ancora <strong>di</strong> toccare<br />
con mano ogni singolo monumento<br />
e ogni pietra della città agognata,<br />
i desideri impazienti <strong>di</strong> tanti<br />
anni d’attesa. E ancora, più tar<strong>di</strong>, nel<br />
corso del Novecento, la Roma contemporanea<br />
si è offerta allo sguardo<br />
impressionistico e fotografico dei<br />
turisti, degli amatori e degli artisti<br />
che ne hanno testimoniato dall’alto,<br />
in questo luogo, le profonde trasformazioni<br />
e le nuove periferie.<br />
Un insieme <strong>di</strong> <strong>di</strong>pinti, <strong>di</strong>segni, incisioni<br />
e fotografie che, sparsi nei<br />
musei e nelle collezioni <strong>di</strong> tutte le<br />
parti del mondo, possono oggi far<br />
ritorno al loro luogo d’origine e confluire<br />
in una raccolta virtuale che<br />
restituisce a “l’alto del <strong>Monte</strong>” un<br />
frammento in<strong>di</strong>spensabile per un<br />
museo del territorio: la storia or<strong>di</strong>nata<br />
dei tanti sguar<strong>di</strong> del passato.<br />
A progetto ultimato, le immagini<br />
riprodotte sono più <strong>di</strong> 350 e saranno<br />
prossimamente consultabili sul sito<br />
dell’Associazione, a servizio della<br />
citta<strong>di</strong>nanza del quartiere e della<br />
città, degli stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> Roma e della<br />
comunità scientifica internazionale.<br />
In futuro, nuove ricerche potranno<br />
incrementare il numero delle vedute<br />
raccolte e la collezione virtuale<br />
potrà essere oggetto <strong>di</strong> mostre e<br />
pubblicazioni curate dall’Associazione.<br />
Il Museo territoriale dei<br />
Casali Mellini, dove sarà conservata<br />
la raccolta delle riproduzioni ad<br />
alta definizione, si can<strong>di</strong>da a <strong>di</strong>ventare<br />
l’osservatorio delle vedute <strong>di</strong><br />
Roma e a mantenere attiva in permanenza<br />
la rete dei contatti con<br />
musei, gallerie e collezioni, pubblici<br />
e privati, già stabilita nel corso<br />
dello svolgimento del progetto.<br />
Elisabetta Pallottino<br />
Per il Primo Meri<strong>di</strong>ano d’Italia<br />
“Primo Meri<strong>di</strong>ano d’Italia/ (1871)/<br />
12°27’07.66” E/ datum WGS84-<br />
ETRF89/ Nel luogo ove si inizia a<br />
conoscere il/ mondo, si è segnato il<br />
meri<strong>di</strong>ano/ origine delle longitu<strong>di</strong>ni<br />
italiane/ in<strong>di</strong>cato su <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>/<br />
dalla Torre <strong>di</strong> Padre Secchi S.J./<br />
usata per la misura del grado europeo”.<br />
E’ questo il testo della targa<br />
posta sulle pareti del Pa<strong>di</strong>glione 8<br />
della Scuola Leopar<strong>di</strong> a segnalare<br />
uno dei punti della linea del Meri<strong>di</strong>ano<br />
evidenziata a terra.<br />
La targa è stata posta dall’ I.C. Parco<br />
della Vittoria - Scuola primaria<br />
G.Leopar<strong>di</strong>, dallo Stu<strong>di</strong>um Urbis,<br />
dalla Sapienza Università <strong>di</strong> Roma<br />
DITS. e dall’ADP G.Castello - Sezione<br />
Orientamento.<br />
Alla cerimonia d’inaugurazione che<br />
si è svolta il 10 giugno, hanno partecipato<br />
per conto delle istituzioni cita-<br />
te la dott.ssa Aurora Mereu, il dott.<br />
Tullio Aebischer, il prof. Mattia Crespi<br />
e il pres. Roberto Moretti. Sono<br />
intervenuti il consigliere municipale<br />
Federico Gui<strong>di</strong> in rappresentanza del<br />
Sindaco, Padre Sabino Maffeo S.J.<br />
della Specola Vaticana e il consigliere<br />
dell’Associazione “<strong>Amici</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>” Elisabetta Pallottino.<br />
Tra i presenti, oltre agli alunni delle<br />
quinte elementari, la dott.ssa Marinella<br />
Calisi, Responsabile Scientifica<br />
del Museo Astronomico e Copernicano<br />
<strong>di</strong> Roma.<br />
Sono in programma ulteriori segnalazioni<br />
del percorso del Meri<strong>di</strong>ano, in<br />
aggiunta a quelle già realizzate nei<br />
Giar<strong>di</strong>ni Vaticani e ora alla Scuola<br />
Leopar<strong>di</strong>, secondo gli auspici del<br />
progetto <strong>di</strong> un Itinerario geodetico<br />
per Roma promosso dallo Stu<strong>di</strong>um<br />
Urbis fin dal 2004.<br />
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Impaginato 17-06-2008 9:51 Pagina 7<br />
La 180 compie trent’anni<br />
Il 13 maggio del 1978 il Parlamento<br />
italiano, a larghissima maggioranza<br />
(votò contro soltanto il MSI e si<br />
astenne il Partito Liberale) approvò<br />
la legge n° 180, comunemente ma<br />
erroneamente detta “legge Basaglia”<br />
dal titolo “Su i trattamenti sanitari<br />
volontari e obbligatori”.<br />
L’urgenza della legge, approvata<br />
pochi giorni dopo il ritrovamento<br />
del cadavere <strong>di</strong> Aldo Moro, era<br />
dovuta all’imminenza <strong>di</strong> un referendum<br />
promosso dal Partito Ra<strong>di</strong>cale<br />
che avrebbe abrogato la precedente<br />
legge del 1904, determinando una<br />
grave situazione <strong>di</strong> non regolamentazione<br />
in tema <strong>di</strong> cure psichiatriche.<br />
Due furono le gran<strong>di</strong> innovazioni<br />
introdotte dalla 180: la chiusura dei<br />
manicomi con la creazione <strong>di</strong> nuovi<br />
servizi per la cura, la prevenzione e<br />
la riabilitazione delle malattie mentali;<br />
la ra<strong>di</strong>cale trasformazione dei<br />
proce<strong>di</strong>menti che riguardano i trattamenti<br />
obbligatori non più sottoposti<br />
a <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> polizia e non più<br />
legati a criteri <strong>di</strong> pericolosità<br />
(com’era stabilito dalla legge del<br />
1904) ma delegati all’autorità amministrativa<br />
(il sindaco) e giu<strong>di</strong>ziaria<br />
(il giu<strong>di</strong>ce tutelare) e determinati<br />
dalla gravità del <strong>di</strong>sturbo, dalla non<br />
accettazione volontaria delle cure e<br />
dall’impossibilità per i servizi <strong>di</strong><br />
mettere in atto strategie terapeutiche<br />
alternative.<br />
Si determinarono sin da subito gravi<br />
<strong>di</strong>fficoltà nell’applicazione anche<br />
perché le Regioni, alle quali la<br />
nuova normativa aveva delegato la<br />
realizzazione dei nuovi servizi, sembravano<br />
più attente a possibili controriforme<br />
(sino ad oggi se non sbaglio,<br />
si possono contare 29 proposte<br />
<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica) che a provvedere all’istituzione<br />
delle strutture che avrebbero<br />
dovuto sostituire la funzione<br />
sino ad allora svolta dal manicomio<br />
sia per i pazienti che ancora erano<br />
internati (circa centomila) sia per i<br />
nuovi casi che in manicomio non<br />
potevano più essere ricoverati.<br />
Nel Lazio in particolare e a Roma<br />
soprattutto, in quegli anni la situazione<br />
era molto <strong>di</strong>fficile e grande e gravoso<br />
il compito delle famiglie. Basti<br />
pensare che fino al 1989 funzionavano<br />
soltanto tre servizi ospedalieri per<br />
i ricoveri <strong>di</strong> pazienti in trattamento<br />
volontario e obbligatorio.<br />
A lungo si contrapposero due schieramenti:<br />
quello dei <strong>di</strong>fensori della<br />
legge che accusava le autorità della<br />
mancata applicazione e quello che<br />
sosteneva che la legge era inapplicabile<br />
e che pertanto era necessario<br />
tornare all’antico.<br />
Finalmente, a partire dai primi anni<br />
novanta, in tutto il Paese ma con<br />
modalità e risorse <strong>di</strong>seguali, si dette<br />
inizio alla creazione <strong>di</strong> quella rete <strong>di</strong><br />
strutture (il Dipartimento <strong>di</strong> Salute<br />
Mentale) i centri <strong>di</strong> salute mentale, i<br />
servizi negli ospedali generali, i centri<br />
<strong>di</strong>urni, le residenze e le comunità<br />
che ha permesso un’organizzazione<br />
dell’assistenza psichiatrica che<br />
ormai anche l’Organizzazione Mon-<br />
<strong>di</strong>ale della Sanità ha preso come<br />
modello.<br />
Nel 1999 l’ultimo paziente rimasto<br />
intrappolato nel S. Maria della Pietà,<br />
uno dei più gran<strong>di</strong> manicomi <strong>di</strong><br />
Europa che a metà degli anni ’60<br />
accoglieva circa tremila persone<br />
duecento delle quali erano bambini<br />
<strong>di</strong> età compresa tra uno e 14 anni, è<br />
stato <strong>di</strong>messo.<br />
Il parco (trenta ettari circa) è <strong>di</strong>venuto<br />
una preziosa risorsa per il quartiere<br />
ma sino ad oggi, sono trascorsi<br />
<strong>di</strong>eci anni, per la maggior parte dei<br />
quaranta pa<strong>di</strong>glioni manca un progetto<br />
complessivo <strong>di</strong> riuso e i pa<strong>di</strong>glioni<br />
ristrutturati con finanziamenti<br />
finalizzati a creare un ostello durante<br />
il Giubileo del 2000 sono stati riutilizzati<br />
come strutture della Azienda<br />
Sanitaria.<br />
Molte cose certamente restano ancora<br />
da fare perché il lungo percorso,<br />
iniziato a Gorizia da Franco Basaglia<br />
15 anni prima della legge 180,<br />
<strong>di</strong> trasformazione delle cure psichiatriche,<br />
sia pienamente sod<strong>di</strong>sfacente<br />
per i pazienti, per le loro famiglie e<br />
per gli operatori del settore.<br />
Da alcuni anni le risorse impegnate<br />
si vanno progressivamente riducendo,<br />
gli operatori invecchiano senza<br />
che vengano immessi nuovi elementi,<br />
i servizi faticosamente realizzati<br />
corrono seriamente il rischio <strong>di</strong> chiudere<br />
per mancanze <strong>di</strong> risorse economiche<br />
e <strong>di</strong> personale. Proprio in questi<br />
giorni una comunità ad Isola Farnese,<br />
aperta nel 1996 per ospitare un<br />
gruppo <strong>di</strong> signore <strong>di</strong>messe dal pa<strong>di</strong>glione<br />
tre<strong>di</strong>ci del S. Maria della<br />
Pietà, è stata chiusa. Nove signore<br />
sono state ricoverate <strong>di</strong> nuovo e<br />
senza giustificato motivo clinico in<br />
una casa <strong>di</strong> cura a <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> con<br />
un costo giornaliero triplo rispetto a<br />
quello sostenuto per il soggiorno<br />
nella comunità. Dopo do<strong>di</strong>ci anni<br />
durante i quali si era lavorato per<br />
restituire loro i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza<br />
sono tornate ad essere soltanto<br />
pazienti psichiatriche che per motivi<br />
economici (sic!) non possono continuare<br />
a vivere in quella che finalmente<br />
era <strong>di</strong>ventata la loro casa.<br />
All’ingresso del Museo della Mente,<br />
al decimo pa<strong>di</strong>glione del S. Maria<br />
della Pietà, che racconta la storia<br />
pluricentenaria <strong>di</strong> quell’istituzione,<br />
abbiamo messo una frase <strong>di</strong> Primo<br />
Levi “È successo quin<strong>di</strong> può succedere”.<br />
Con grand’emozione ho scoperto<br />
che la stessa frase, in tedesco,<br />
è stata posta all’ingresso del memoriale<br />
dell’olocausto a Berlino.<br />
La memoria è in<strong>di</strong>spensabile per<br />
evitare <strong>di</strong> rifare gli errori commessi<br />
in passato e le leggi oltre che rispettate<br />
devono essere applicate, giorno<br />
dopo giorno, con intelligenza, con<br />
competenza e con il rispetto della<br />
sofferenza, in particolare <strong>di</strong> quelle<br />
persone che, per la loro fragilità,<br />
hanno maggiori <strong>di</strong>fficoltà a <strong>di</strong>fendersi.<br />
Tommaso Losavio<br />
Direttore per la chiusura del S.<br />
Maria della Pietà dal 1993 al 1999.<br />
Bianco a <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong><br />
Una foto al mese<br />
Raccolta <strong>di</strong>fferenziata<br />
Cercasi il gommista che perio<strong>di</strong>camente si libera dei pneumatici usati gettandoli<br />
in un cassonetto <strong>di</strong> via della Camilluccia. È purtroppo <strong>di</strong>ffuso il<br />
malvezzo <strong>di</strong> gettare nei cassonetti dei rifiuti or<strong>di</strong>nari non riciclabili –<br />
ripetutamente ed in grande quantità – materiali che devono essere avviati<br />
al riciclaggio o ad<strong>di</strong>rittura ai rifiuti speciali da conferire nei mo<strong>di</strong> prescritti.<br />
Ciò costituisce non solo un danno per l’ambiente ma anche uno schiaffo<br />
a tutte quelle famiglie che si prendono la pena <strong>di</strong> selezionare i rifiuti<br />
domestici e <strong>di</strong> portarli agli specifici cassonetti, spesso lontano e saturi. Chi<br />
<strong>di</strong> dovere dovrebbe sorvegliare e sanzionare.<br />
7
Impaginato 17-06-2008 9:51 Pagina 8<br />
A colloquio col Presidente<br />
del Municipio 19 <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>, Alfredo Milioni<br />
Incontriamo il nuovo Presidente del<br />
Municipio nella sede <strong>di</strong> via Battistini,<br />
a qualche settimana dal suo inse<strong>di</strong>amento.<br />
Fin dalle prime battute<br />
scorgiamo un Presidente che ci<br />
tiene a far sapere che, conoscendo<br />
dettagliatamente il territorio, si è<br />
dato subito da fare. Gli rivolgiamo<br />
una serie <strong>di</strong> domande su vari temi<br />
che stanno a cuore ai nostri lettori e<br />
cominciamo dal destino del comprensorio<br />
<strong>di</strong> Santa Maria della<br />
Pietà, <strong>di</strong> cui ancora non si conosce il<br />
<strong>di</strong>segno generale.<br />
“Ho visto sempre il Santa Maria<br />
della Pietà come un fondamentale<br />
centro urbano, perché sono convinto<br />
che i Municipi tenderanno a <strong>di</strong>venire,<br />
nell’ambito della metropoli,<br />
dei veri e propri Comuni, con tutte<br />
le relative strutture. Il Municipio 19<br />
- <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> dovrà avere anche il<br />
suo stemma, da mettere magari a<br />
concorso tra gli studenti. Tornando<br />
al Santa Maria, in un primo<br />
momento l’idea era <strong>di</strong> fare del complesso,<br />
con i suoi e<strong>di</strong>fici ed il parco<br />
che devono comunque essere tute-<br />
8<br />
Dopo le elezioni <strong>di</strong> aprile<br />
Le recenti elezioni hanno cambiato il quadro politico del Comune e <strong>di</strong><br />
uno dei tre Municipi nei quali si estende il territorio <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>.<br />
Nel Municipio 17 la maggioranza è rimasta al centro-sinistra, con la<br />
conferma al primo turno <strong>di</strong> Antonella De Giusti quale Presidente, e nel<br />
Municipio 20 è rimasta al centro-destra ed è stato eletto Presidente, al<br />
secondo turno, Gianni Giacomini. Cambio della guar<strong>di</strong>a invece in Campidoglio,<br />
dove la nuova maggioranza è <strong>di</strong> centro-destra ed è stato eletto<br />
Sindaco, al secondo turno, Gianni Alemanno, ed anche nel Municipio<br />
19, dove al secondo turno è risultato eletto Presidente Alfredo<br />
Milioni, con una maggioranza <strong>di</strong> centro-destra.<br />
Al Sindaco (al quale, come citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>, rivolgiamo un<br />
particolare caloroso saluto), ai Presidenti dei Municipi ed ai Consiglieri<br />
tutti, delle maggioranze e delle opposizioni, formuliamo il più fervido<br />
augurio <strong>di</strong> buon lavoro.<br />
Per iniziare il nostro colloquio con i nuovi Organi, abbiamo intervistato<br />
il Presidente del Municipio 19, nel quale è compresa la maggior parte<br />
del territorio <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>. È un primo incontro, al quale dovrà<br />
seguire, dopo la pausa estiva, un approfon<strong>di</strong>mento dei vari temi toccati,<br />
molto sentiti dalla citta<strong>di</strong>nanza. Ed alla ripresa porteremo anche la<br />
voce dei Presidenti dei Municipi 17 e 20.<br />
lati, ben collegato grazie alla FR3<br />
ma anche grazie al prolungamento<br />
della metropolitana, un campus per<br />
la terza Università, ma vi era contrarietà<br />
a sinistra, per il timore <strong>di</strong> un<br />
aumento del traffico e del costo<br />
delle case. Ora, la notizia certa mi è<br />
venuta dal Pro-rettore Marietti, la<br />
Sapienza si inse<strong>di</strong>erà in alcuni pa<strong>di</strong>glioni,<br />
con la Facoltà <strong>di</strong> Scienze<br />
della Comunicazione. Ma non sarà<br />
l’unica destinazione, Santa Maria<br />
della Pietà dovrà <strong>di</strong>venire il cuore<br />
del Municipio 19.”<br />
Ci <strong>di</strong>a qualche precisazione sull’utilizzo<br />
dei vari e<strong>di</strong>fici …<br />
“Nel pa<strong>di</strong>glione 26 troveranno<br />
posto altri uffici del nostro Municipio,<br />
la Presidenza, e la <strong>di</strong>rezione dei<br />
Servizi sociosanitari assieme ad<br />
uffici dell’ASL. Nel pa<strong>di</strong>glione 30<br />
sorgerà la Casa del Municipio, dove<br />
i citta<strong>di</strong>ni potranno avere agevoli<br />
rapporti con l’amministrazione. Al<br />
Municipio era destinato il pa<strong>di</strong>glione<br />
31, la ex-lavanderia, ma si sa che<br />
ha subito un’occupazione.<br />
Va ricordato il Museo della Mente,<br />
CAAF FENALCA<br />
<strong>di</strong> MARZIA RICCI<br />
MODELLI<br />
730 ISEE RED<br />
BUSTE PAGA AZIENDE<br />
BUSTE PAGA DOMESTICI<br />
AMMINISTRAZIONE IMMOBILI<br />
VIA G. MARCHESINI, 9<br />
TEL. 06 306 025 08 FAX 06 306 034 62<br />
dove sono raccolte le testimonianze<br />
del cessato manicomio. È un museo<br />
unico in Italia e in Europa; va valorizzato<br />
facendolo conoscere in<br />
modo particolare agli studenti, che<br />
potrebbero a loro volta svolgere le<br />
funzioni <strong>di</strong> guide, sopperendo alla<br />
carenza <strong>di</strong> personale, tuttora volontario.<br />
Nell’e<strong>di</strong>ficio centrale del comprensorio<br />
c’è anche un teatro che, se ci<br />
fosse affidato, potrebbe essere ben<br />
valorizzato e offerto alla fruizione<br />
della citta<strong>di</strong>nanza.”<br />
Tutto bene, ma c’è da risolvere il<br />
problema essenziale dell’accessibilità,<br />
perché sono lontani sia i<br />
parcheggi sia le fermate degli<br />
autobus e del treno.<br />
“Conosciamo il problema e infatti<br />
ci sono i fon<strong>di</strong> per realizzare un<br />
adeguato parcheggio esterno e<br />
dotarlo <strong>di</strong> una navetta che raccoglierà<br />
anche chi si serve dei mezzi<br />
pubblici, autobus e FR3.”<br />
E i tempi <strong>di</strong> realizzazione?<br />
“Al momento non mi posso impegnare<br />
sui tempi.”<br />
Pensiamo anche a chi vuole muoversi<br />
in bicicletta. Ci riferiamo<br />
alla deplorevole vicenda della<br />
pista ciclopedonale che doveva<br />
svilupparsi sulla copertura della<br />
FR3, il cosiddetto “parco lineare”.<br />
“I fon<strong>di</strong> per quella pista ciclopedonale<br />
ci sono ed i lavori dovrebbero<br />
finalmente cominciare entro il<br />
2008, ma il vecchio progetto dovrà<br />
essere sottoposto a qualche verifica;<br />
verrà tra l’altro riaperta via dell’Acquedotto<br />
Paolo, che attraversa la<br />
pista.<br />
Si sta comunque stu<strong>di</strong>ando anche la<br />
possibilità <strong>di</strong> aprire altri percorsi<br />
ciclabili, anche lungo le strade esistenti,<br />
ricorrendo a misure <strong>di</strong> rallentamento<br />
del traffico or<strong>di</strong>nario e ad<br />
idonea segnaletica.”<br />
Spetterà comunque al buon senso<br />
e all’educazione civica far convivere<br />
le biciclette con motorini e<br />
Il presidente del XIX Municipio,<br />
Alfredo Milioni.<br />
suv! Insistiamo sul tema della viabilità.<br />
Ci sono una serie <strong>di</strong> problemi<br />
che rientrano nelle competenze<br />
del Comune, ma sui quali il<br />
Municipio può ben <strong>di</strong>re la sua. Si<br />
va dal traffico sulla Trionfale<br />
dopo l’apertura dello svincolo del<br />
GRA, con i problemi determinati<br />
dalla configurazione dello svincolo<br />
stesso e quelli dell’allargamento<br />
della Trionfale, oltre via Chiarugi<br />
e nella zona <strong>di</strong> Sant’Onofrio,<br />
dai collegamenti tra Ottavia-Palmarola<br />
e Torrevecchia, a via della<br />
Pineta Sacchetti, il cui raddoppio<br />
deve essere completato.<br />
“Lo svincolo del GRA, del quale si<br />
è lamentato anche il Sindaco, va<br />
purtroppo accettato così com’è; che<br />
cosa succederà, tenuto conto anche<br />
del richiamo della galleria Giovanni<br />
XXIII, non si sa. Quanto al raddoppio<br />
del tratto esterno della Trionfale,<br />
si era a suo tempo auspicata la<br />
realizzazione <strong>di</strong> una Trionfale bis,<br />
che fu anche finanziata, malgrado le<br />
questioni relative all’attraversamento<br />
<strong>di</strong> una cooperativa agricola,<br />
ma poi cancellata. Oggi allargare la<br />
Trionfale appare molto <strong>di</strong>fficile,<br />
anche a causa degli espropri che
Impaginato 17-06-2008 9:51 Pagina 9<br />
sarebbero necessari e credo che si<br />
debba allora tornare ad esaminare<br />
un tracciato in<strong>di</strong>pendente. Ma fin<br />
d’ora si può tentare <strong>di</strong> migliorare la<br />
situazione del tratto tra via Chiarugi<br />
ed il San Filippo, dove chi da Santa<br />
Maria della Pietà è <strong>di</strong>retto al GRA<br />
deve prendere la Trionfale fino<br />
all’Istituto Fermi e poi tornare<br />
in<strong>di</strong>etro; andrebbe riesaminata l’utilizzazione<br />
del sottopasso ferroviario<br />
del San Filippo in ambedue i sensi.<br />
Da quelle parti, poi, c’è l’idea <strong>di</strong><br />
aprire un tratto <strong>di</strong> strada in fondo a<br />
via Barellai, dove ora c’è un tratturo,<br />
realizzando un collegamento <strong>di</strong><br />
Torresina con <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> e Torrevecchia.<br />
La bretella tra Palmarola e<br />
<strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> è tuttora sub ju<strong>di</strong>ce.<br />
Dell’allargamento della Trionfale a<br />
Sant’Onofrio si parlerà in una seduta<br />
aperta del Consiglio municipale<br />
alla scuola Nazario Sauro.<br />
Quanto a via <strong>di</strong> Torrevecchia i provve<strong>di</strong>menti<br />
presi dalla passata<br />
Amministrazione hanno avvantaggiato<br />
la percorrenza verso valle,<br />
mentre il ritorno è <strong>di</strong>venuto <strong>di</strong>fficile<br />
per le lunghe file <strong>di</strong> auto ed inoltre<br />
è stata allontanata la fermata degli<br />
autobus, con <strong>di</strong>sagio per i citta<strong>di</strong>ni.<br />
Ripristinata la vecchia <strong>di</strong>sciplina, si<br />
approfon<strong>di</strong>rà il tema con i citta<strong>di</strong>ni.<br />
Nella prossima Conferenza <strong>di</strong> Servizi<br />
del 19 giugno si tratterà del collegamento<br />
tra via Vinci e via Valle<br />
dei Fontanili.<br />
Il completamento del raddoppio <strong>di</strong><br />
via della Pineta Sacchetti è già<br />
finanziato e va fatto il prima possibile,<br />
sperando che si operi meglio<br />
che nel tratto precedente, dove c’è<br />
un ingiustificato restringimento.”<br />
Venendo al trasporto pubblico, il<br />
servizio urbano della FR3 è tuttora<br />
carente. È prevista un’azione<br />
<strong>di</strong> stimolo su RFI e Trenitalia?<br />
“Certamente l’incidenza del Municipio<br />
non può essere forte, ma<br />
inten<strong>di</strong>amo comunque denunciare<br />
le carenze e sollecitare tutti gli organismi<br />
interessati.”<br />
Quanto alla metropolitana “A”,<br />
vi sono critiche al tracciato del<br />
prolungamento, che non serve<br />
adeguatamente Primavalle e Torrevecchia,<br />
e nel suo programma si<br />
riparla <strong>di</strong> un’attestazione alla stazione<br />
<strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>. Che ci <strong>di</strong>ce<br />
al riguardo?<br />
“Sarà la Conferenza <strong>di</strong> Servizi a stabilire<br />
se si può portare il capolinea<br />
fino al Santa Maria della Pietà.”<br />
E poi bisogna mettere mano ad<br />
un’organica riforma della rete<br />
autobus, che garantisca un idoneo<br />
servizio a tutto il territorio.<br />
“Certamente. Preve<strong>di</strong>amo, per<br />
esempio, <strong>di</strong> prolungare il 999, spostando<br />
il capolinea da via Igea a via<br />
Pieve <strong>di</strong> Cadore, fino alle Poste.<br />
Anche il 909 deve essere prolungato<br />
ed occorrono altri provve<strong>di</strong>menti<br />
<strong>di</strong> razionalizzazione della rete.”<br />
E c’è la questione dei parcheggi<br />
interrati del P.U.P., che ha agitato<br />
in particolare la Balduina nei<br />
mesi passati. A parte altri interessi,<br />
c’è un conflitto tra due esigenze<br />
imprescin<strong>di</strong>bili: quella <strong>di</strong> liberare<br />
le strade dall’eccesso <strong>di</strong> automobili<br />
che le ingombrano e quella<br />
<strong>di</strong> non stravolgere gli spazi urbani<br />
in cui si sono consolidare residenze<br />
e attività. Come pensa <strong>di</strong><br />
comporre questo conflitto?<br />
“Le localizzazioni devono essere<br />
possibili, utili e con<strong>di</strong>vise: questo è<br />
l’imperativo che guiderà le nostre<br />
scelte in materia <strong>di</strong> parcheggi. Si<br />
faranno tutte le verifiche necessarie.”<br />
La barriera <strong>di</strong> via Pieve <strong>di</strong> Cadore<br />
Ha destato sorpresa e <strong>di</strong>sappunto la comparsa della barriera <strong>di</strong> mitigazione<br />
acustica comparsa al centro <strong>di</strong> un tratto <strong>di</strong> Via Pieve <strong>di</strong> Cadore, costata tra<br />
l’altro - stando al cartello dei lavori - oltre 200 mila euro. Infatti la ragione<br />
dell’intervento appare poco consistente, specie al confronto <strong>di</strong> altre situazioni<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio acustico, mentre se ne vedono vari svantaggi. Già nel corso dei<br />
lavori il condominio <strong>di</strong> via Pieve <strong>di</strong> Cadore 30 si era rivolto al competente<br />
Dipartimento comunale ed al Commissario straor<strong>di</strong>nario, segnalando la<br />
menomazione della sicurezza stradale ed il degrado paesaggistico.<br />
Iniziati i lavori <strong>di</strong> allargamento<br />
<strong>di</strong> via Trionfale<br />
Sono iniziati i lavori per l’allargamento della via Trionfale tra il<br />
nuovo ingresso del Gemelli e piazza <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> Gau<strong>di</strong>o; attualmente il<br />
cantiere interessa l’area ceduta dal Forte Trionfale. Sul tema <strong>di</strong> questi<br />
lavori venerdì 13 giugno si è tenuto presso la Scuola “Nazario<br />
Sauro” un Consiglio aperto del Municipio 19 - <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>. Alla presentazione<br />
del problema fatta dal Presidente Alfredo Milioni ha fatto<br />
seguito l’intervento del Direttore dei lavori ing. Fabio Rocchi, del 12°<br />
Dipartimento, che ha illustrato le caratteristiche dell’opera ed ha precisato<br />
<strong>di</strong> non avere la veste nè <strong>di</strong> sospendere i lavori nè <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare<br />
il progetto. Sono seguiti interventi <strong>di</strong> alcuni consiglieri e del pubblico<br />
che hanno rappresentato la <strong>di</strong>ffusa contrarietà dei residenti nella<br />
zona <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> Gau<strong>di</strong>o a tale opera.<br />
Infine, vari temi che interessano<br />
tutta la città, ma sui quali il<br />
Municipio ha potestà <strong>di</strong>retta: la<br />
manutenzione <strong>di</strong> strade e marciapie<strong>di</strong>,<br />
la tutela dei percorsi pedonali,<br />
la segnaletica, il rispetto del<br />
Co<strong>di</strong>ce della Strada.<br />
“Vorrei che tutte le strade avessero<br />
un decente marciapie<strong>di</strong>, fossero<br />
bene illuminate e, dove opportuno,<br />
fossero dotate <strong>di</strong> telecamere come<br />
<strong>di</strong>ssuasori. I fon<strong>di</strong> però – aggiunge<br />
il Presidente Milioni con aria sconsolata,<br />
a conclusione del nostro<br />
incontro – sono quelli che sono. Ci<br />
sono però provve<strong>di</strong>menti poco onerosi<br />
ma utili, che possono essere<br />
presi velocemente. Per esempio,<br />
accanto al parco <strong>di</strong> via Siro Corti ho<br />
trovato sistemazione per 30 automobili,<br />
liberando la strada che,<br />
soprattutto <strong>di</strong> notte, non era percorribile<br />
dai mezzi <strong>di</strong> soccorso; lo spazio<br />
del nuovo parcheggio era destinato<br />
ai cani, che potranno correre<br />
qualche metro più in là. Fra i progetti<br />
da realizzare c’è certamente la<br />
continuità dei percorsi pedonali in<br />
sicurezza. Sarà nostra cura, inoltre,<br />
controllare le società dei sottoservizi,<br />
che hanno l’obbligo, una volta<br />
eseguiti i lavori nel sottosuolo, <strong>di</strong><br />
ripristinare a regola d’arte la pavimentazione<br />
delle strade.”<br />
Grazie, Presidente, e buon lavoro.<br />
Corsi <strong>di</strong> italiano gratuiti<br />
L’Ufficio Intercultura delle Biblioteche<br />
<strong>di</strong> Roma ha organizzato un<br />
corso <strong>di</strong> italiano gratuito, livello<br />
base, riservato agli stranieri, nella<br />
biblioteca Franco Basaglia con inizio<br />
il 17 giugno.<br />
Il corso si svolge tutte le settimane<br />
nei giorni <strong>di</strong> martedì e giovedì (per<br />
almeno 12 incontri) dalle ore 17.00<br />
alle ore 19.00 e termina quin<strong>di</strong> per<br />
la fine <strong>di</strong> luglio. Il numero massimo<br />
<strong>di</strong> prenotazioni è <strong>di</strong> 15 studenti, ai<br />
quali è <strong>di</strong>stribuito materiale <strong>di</strong>dattico.<br />
Gli interessati possono telefonare<br />
alla Biblioteca F. Basaglia (via<br />
Federico Borromeo 67 - quartiere<br />
<strong>di</strong> Primavalle) tel. 0645460371;<br />
autobus 46; 49; 916; metro + 46<br />
oppure 996 o 997 o 998.<br />
Visitate il sito dell’Associazione<br />
<strong>Amici</strong> <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong><br />
www.montemario.org<br />
9
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“Tu Scarlatti, io Kunz”<br />
Quando gli chiedo, dopo un concerto<br />
massacrante, mentre si passa<br />
il dorso della mano sulla fronte<br />
ma<strong>di</strong>da <strong>di</strong> sudore forse anche per<br />
qualche linea <strong>di</strong> febbre, quale sia<br />
fra i compositori appena eseguiti<br />
quello che pre<strong>di</strong>lige, quello che<br />
insomma non smetterebbe mai <strong>di</strong><br />
suonare, risponde: “Scarlatti”. E<br />
come pianista, se c’è, quale sarebbe<br />
il suo modello? Eduard Kunz,<br />
ascoltato la sera del 2 aprile ai Concerti<br />
del Mercoledì dell’Università<br />
Cattolica, sorride appena e si porta<br />
decisamente la mano al petto: “Io,<br />
Kunz”. Non è soltanto una battuta<br />
spiritosa, perché il ventisettenne<br />
interprete russo, vincitore del “Premio<br />
Rodolfo Caporali” al Concorso<br />
internazionale <strong>di</strong> Sulmona 2007,<br />
è <strong>di</strong> una originalità ipnotizzante. A<br />
parte l’eccellenza virtuosistica<br />
(Kunz ha vinto anche l’<br />
“Horowitz” a Kiev, e raccolto consensi<br />
ovunque, recentemente a<br />
Londra con il Concerto n. 2 <strong>di</strong><br />
Rachmaninov, mentre in Italia era<br />
questa la sua prima esibizione,<br />
dopo il successo <strong>di</strong> Sulmona), si<br />
tratta <strong>di</strong> un pianista sulle cui scelte<br />
Il pianista Eduard Kunz<br />
interpretative si può avanzare qualche<br />
riserva, ma che colpisce e affascina<br />
proprio per l’impegno con cui<br />
insegue in<strong>di</strong>vidualità e perfezione.<br />
Aprivano il programma due trascrizioni:<br />
il Prelu<strong>di</strong>o in si minore <strong>di</strong><br />
Bach versione Aleksandr Siloti,<br />
prolifico trascrittore russo (allievo<br />
<strong>di</strong> Liszt, ˘Cajkovskij, Rachmaninov),<br />
e ancora <strong>di</strong> Bach la famosa<br />
Ciaccona trascritta da Ferruccio<br />
Busoni. Della prima Eduard Kunz<br />
ha accentuato, forse anche un po’<br />
troppo, l’impronta vagamente<br />
romantica impressa da Siloti; nella<br />
seconda ha sottolineato la sua pre<strong>di</strong>lezione<br />
per i contrasti, alternando<br />
vigore e leggerezza, impennate e<br />
pianissimi vellutati, senza peraltro<br />
turbare l’equilibrio della composizione.<br />
Atteggiamento riba<strong>di</strong>to nella<br />
Rapso<strong>di</strong>a n. 12 <strong>di</strong> Liszt, così <strong>di</strong>versa<br />
dalle più note, dove il variegato<br />
impianto compositivo ha permesso<br />
10<br />
ancora una volta al pianista passaggi<br />
in cui le <strong>di</strong>ta scendevano a percuotere<br />
come veri martelletti la<br />
tastiera, accanto ad altri dove le<br />
mani la sfioravano appena. Una lettura<br />
listziana davvero inusitata,<br />
intellettuale, poco incline ad ad<strong>di</strong>tarne<br />
l’origine folkloristica.<br />
La seconda parte del concerto comprendeva<br />
tre Sonate <strong>di</strong> Scarlatti<br />
(K.213, K.27 e K.212) e i Sei<br />
momenti musicali op.16 <strong>di</strong> Rachmaninov.<br />
Ecco dunque Scarlatti, il<br />
musicista pre<strong>di</strong>letto da Kunz; ed è<br />
stata infatti la prova più convincente.<br />
Forse perché il più stu<strong>di</strong>ato? O<br />
piuttosto perché Scarlatti è tanto<br />
innovativo, fantasioso, cangiante e<br />
quin<strong>di</strong> tanto vicino all’indole dell’interprete?<br />
E così è stato appagante<br />
l’ascolto sia delle pagine me<strong>di</strong>tative<br />
sia, e ancora <strong>di</strong> più, <strong>di</strong> quelle<br />
improntate ad un felice gioco virtuosistico<br />
dove il giovane pianista è<br />
andato costantemente alla ricerca<br />
<strong>di</strong> un raffinato timbro clavicembalistico.<br />
Belli anche i Momenti <strong>di</strong> Rachmaninov,<br />
eseguiti e premiati al concorso<br />
<strong>di</strong> Sulmona: a volte così<br />
malinconici da rasentare la treno<strong>di</strong>a,<br />
alla fine sfolgoranti con Kunz<br />
che, nei brevi momenti in cui era<br />
impegnata soltanto la mano destra,<br />
alzava in alto la sinistra a pugno<br />
chiuso…<br />
Strano ragazzo questo Eduard che<br />
nonostante le insistenze non concede<br />
un bis, risponde <strong>di</strong>stratto alle<br />
domande, snobba le persone che si<br />
vanno a congratulare con lui, non<br />
vede l’ora <strong>di</strong> andarsene via. Via da<br />
solo. Certamente consapevole <strong>di</strong><br />
essere bravo. Mi sono fermata con<br />
un’amica a scambiare qualche<br />
impressione nel prato un po’ in<br />
ombra davanti all’au<strong>di</strong>torium,<br />
quando ormai quasi tutti se ne<br />
erano andati. Abbiamo visto questa<br />
giovane interessante promessa<br />
scendere velocemente, zainetto in<br />
spalla, la scalinata dell’au<strong>di</strong>torium<br />
senza nessuno che l’accompagnasse.<br />
Si è fermato un momento<br />
davanti ad una panchina: il tempo<br />
per togliersi la giacca, tirar fuori<br />
dallo zainetto e infilarsi un<br />
maglioncino, visto che la serata era<br />
un po’ fresca. Poi, <strong>di</strong> nuovo zainetto<br />
in spalla, si è incamminato ed è<br />
sparito <strong>di</strong>etro l’angolo <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio<br />
poco lontano. Ripartiva? E per<br />
dove, a quell’ora? Oppure passava<br />
la notte in casa <strong>di</strong> qualcuno che<br />
però non si era preoccupato <strong>di</strong><br />
venirlo a sentire o almeno a riprendere?<br />
È stata forte la tentazione <strong>di</strong><br />
raggiungerlo per chiedergli se avesse<br />
bisogno <strong>di</strong> qualcosa (chiaro che<br />
avrebbe risposto <strong>di</strong> no) e aggiungere<br />
che, nonostante quella silenziosa<br />
uscita <strong>di</strong> scena, il suo era stato davvero<br />
un bel concerto.<br />
Maria Rossaro<br />
Il ritardo con cui, per cause tecniche,<br />
esce questo numero <strong>di</strong> “<strong>Monte</strong><br />
<strong>Mario</strong>” non ci ha permesso <strong>di</strong> parlare<br />
<strong>di</strong> Kunz all’indomani del suo<br />
concerto.<br />
Finalmente un catalogo per l’Accademia Filarmonica<br />
Il genio dell’armonia<br />
Davvero un bel titolo, Il genio dell’armonia,<br />
per un catalogo: oltre<br />
quattrocento pagine per testimoniare<br />
il patrimonio <strong>di</strong> manoscritti e <strong>di</strong><br />
e<strong>di</strong>zioni spesso rare che finora<br />
l’Accademia Filarmonica Romana<br />
non era riuscita a portare compiutamente<br />
alla luce e or<strong>di</strong>nare: grande<br />
sod<strong>di</strong>sfazione per musicologi,<br />
musicisti e ricercatori. Il merito va<br />
a Mariella Casini Cortesi conosciuta<br />
dai lettori <strong>di</strong> “<strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>”,<br />
giornale <strong>di</strong> cui, fra l’altro, è anche<br />
coor<strong>di</strong>natrice <strong>di</strong> redazione. Esperta<br />
nel campo anche per aver lavorato<br />
in varie istituzioni (fra cui l’Archivio<br />
<strong>di</strong> Stato e l’Accademia dei Lincei)<br />
ha trascorso vari anni nei locali<br />
dell’Accademia <strong>di</strong> via Flaminia,<br />
scalando scaffali, scrutando e annotando<br />
scrupolosamente tutto ciò<br />
che le capitava sotto gli occhi. E,<br />
assicura, si è anche <strong>di</strong>vertita.<br />
Il volume è stato presentato il 29<br />
maggio nella Sala Casella dell’Accademia,<br />
in occasione dell’ annuale<br />
“Festa Filarmonica” e ha avuto<br />
come relatore il prof. Giancarlo<br />
Rostirolla, insigne musicologo e<br />
presidente dell’Istituto <strong>di</strong> bibliografia<br />
musicale che sovrintende questo<br />
genere <strong>di</strong> pubblicazioni. Accanto<br />
all’autrice anche il Maestro Marcello<br />
Panni, <strong>di</strong>rettore artistico della<br />
Filarmonica.<br />
Messa lì, fra cori <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> e piccini<br />
(prima quello dei bambini della<br />
scuola <strong>di</strong> musica <strong>di</strong>retti da don<br />
Pablo Colino, poi il Coro <strong>di</strong> Santa<br />
Chiara <strong>di</strong> Piazza dei Giochi Delfici<br />
<strong>di</strong>retto da Paolo Teodori, infine<br />
quello della Filarmonica <strong>di</strong>retto<br />
ancora da don Colino), la presentazione<br />
del ponderoso catalogo ha<br />
costituito un momento importante e<br />
insieme piacevole.<br />
Rostirolla ha illustrato l’impianto<br />
del volume sottolineandone la rilevanza,<br />
oltre che dal punto <strong>di</strong> vista<br />
del materiale raccolto, anche da<br />
quello dell’accuratezza. Basta<br />
aprirlo, ha detto, ad una qualunque<br />
pagina: non si troveranno soltanto<br />
nomi ovviamente in or<strong>di</strong>ne alfabetico<br />
e affiancati dalle consuete<br />
annotazioni, ma pure gli incipit<br />
musicali e testuali <strong>di</strong> ogni brano<br />
che anche visivamente, aggiungiamo<br />
noi, rendono gradevole la consultazione.<br />
Ma veniamo al titolo del volume<br />
che l’autrice ha presto chiarito nel<br />
suo intervento, raccontando uno dei<br />
Nel frattempo, il 28 maggio, la stagione<br />
dei “Concerti del Mercoledì”,<br />
all’Au<strong>di</strong>torium dell’Università<br />
Cattolica si è conclusa: Lorenzo<br />
Tozzi ha <strong>di</strong>retto i solisti dell’orchestra<br />
“Camerata Italica” in un<br />
concerto per mandolino e archi <strong>di</strong><br />
Vival<strong>di</strong> e ne La serva padrona <strong>di</strong><br />
Pergolesi.<br />
momenti più emozionanti della sua<br />
ricerca. Perché Il genio dell’armonia<br />
è semplicemente il titolo <strong>di</strong> una<br />
Cantata in onore <strong>di</strong> Pio VIII <strong>di</strong><br />
Gaetano Donizetti, il cui finale<br />
autografo mancava e si supponeva<br />
fosse andato perduto.<br />
Ma un in<strong>di</strong>zio (il nome <strong>di</strong> un personaggio)<br />
ha permesso all’autrice <strong>di</strong><br />
accorgersi che quel finale <strong>di</strong> Donizetti<br />
era finito dentro una cartella<br />
sbagliata, in quella della Cantata<br />
in onore <strong>di</strong> Pio IX <strong>di</strong> un altro autore<br />
suo contemporaneo, Giovanni<br />
Pacini.<br />
La compilatrice ha raccontato poi<br />
altre curiosità e altri “incontri”<br />
anche femminili, come quello con<br />
la compositrice Ida Mattone Tajani<br />
che nel catalogo occupa ben do<strong>di</strong>ci<br />
pagine: nata nel 1882, insegnante, a<br />
novant’anni ancora scriveva con<br />
successo canzoni, ballabili, fiabeoperette<br />
per gli allievi, spesso sotto<br />
uno pseudonimo maschile per<br />
avere maggior cre<strong>di</strong>to. E abbiamo<br />
saputo <strong>di</strong> molti altri ritrovamenti<br />
stupefacenti, come <strong>di</strong> quelle due<br />
scatole a forma <strong>di</strong> libro che un giorno<br />
la bibliotecaria le portò in<br />
biblioteca: erano piene <strong>di</strong> “cinquecentine”<br />
con madrigali perfino <strong>di</strong><br />
Orlando <strong>di</strong> Lasso e una rara intavolatura<br />
per liuto <strong>di</strong> Marcantonio del<br />
Pifaro.<br />
Il volume ha una bella prefazione<br />
<strong>di</strong> Roman Vlad che ripercorre la<br />
storia dell’ archivio storico e della<br />
biblioteca dell’Accademia (fondata<br />
nel 1821), ne ricorda le vicissitu<strong>di</strong>ni<br />
e soprattutto la ricchezza e
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peculiarità: manoscritti musicali a<br />
partire da fine Settecento, volumi<br />
con pezzi <strong>di</strong> Galuppi, Cimarosa e<br />
Paisiello, libretti d’ opera relativi a<br />
prime esecuzioni <strong>di</strong> melodrammi a<br />
Roma, più un’ infinità <strong>di</strong> lettere. Le<br />
hanno scritte Rossini, Paganini,<br />
Donizetti, Mendelssohn e molti<br />
altri fino ad arrivare ai giorni<br />
nostri, a Stravinskij, Nono, Berio,<br />
Boulez. Senza contare tutte le<br />
musiche a stampa.<br />
Merita però un cenno anche l’organizzazione<br />
del volume che l’autrice<br />
apre con alcune notizie storiche<br />
sulla biblioteca, specificandone<br />
soprattutto la consistenza numerica:<br />
duemilatrecentonove manoscritti,<br />
trecento e<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> musica<br />
profana e strumentale fino ai primi<br />
anni del XIX secolo, oltre tremila<br />
libretti d’opera, programmi <strong>di</strong> sala,<br />
carteggi e documenti vari, con<br />
esclusione <strong>di</strong> ogni tipo <strong>di</strong> fotocopia<br />
o litografia.<br />
Segue una nota metodologica sulla<br />
composizione delle schede (molto<br />
minuziosa, con notazioni anche<br />
impreviste), mentre le ultime pagine<br />
del volume (ben una quarantina)<br />
sono de<strong>di</strong>cate alla bibliografia<br />
e agli in<strong>di</strong>ci, tanto apprezzati dagli<br />
stu<strong>di</strong>osi: in<strong>di</strong>ce dei titoli e degli<br />
incipit, in<strong>di</strong>ce dei nomi, delle Istituzioni,<br />
degli interpreti, dei personaggi<br />
interpretati, dei teatri con<br />
note sulle rappresentazioni delle<br />
opere, e altri più strettamente tecnici.<br />
Non poteva mancare, dopo la presentazione<br />
<strong>di</strong> un catalogo così<br />
ricco <strong>di</strong> “voci” un esempio <strong>di</strong> musica<br />
”viva”. E così il Coro <strong>di</strong> Santa<br />
Chiara ha eseguito due brani ine<strong>di</strong>ti,<br />
scelti fra i manoscritti de<strong>di</strong>cati<br />
all’Accademia: il primo <strong>di</strong> Giuseppe<br />
Cristiani (1865-1933), il secondo<br />
<strong>di</strong> Diomede Belli (1821-1898).<br />
Di Cristiani, pianista allievo <strong>di</strong><br />
Sgambati e <strong>di</strong>rettore d’orchestra,<br />
autore <strong>di</strong> musiche operistiche, da<br />
camera e <strong>di</strong> una sinfonia, abbiamo<br />
ascoltato una delicata Ave Maria; <strong>di</strong><br />
Belli, <strong>di</strong>rettore d’orchestra e autore<br />
<strong>di</strong> musica soprattutto sacra, abbiamo<br />
ascoltato La vergine <strong>di</strong> Sunam,<br />
vivacemente composta su versi <strong>di</strong><br />
Arrigo Boito, ispirati al Cantico dei<br />
Cantici. Un’ ottima occasione per<br />
sottolineare ancora una volta l’appassionato<br />
lavoro <strong>di</strong> Mariella Casini<br />
Cortesi e applau<strong>di</strong>rla anche come<br />
abituale componente del coro <strong>di</strong><br />
Santa Chiara, molto presente e<br />
apprezzato anche fuori dal nostro<br />
quartiere in cerimonie religiose,<br />
concerti e festival.<br />
M.R.<br />
Ritmo y Pasion<br />
ai “Due Pini”<br />
L’Associazione Solidarietà Vincenziana,<br />
che cura gratuitamente “gli<br />
ultimi” e le persone più bisognose<br />
accogliendole al Centro dentistico<br />
<strong>di</strong> via Orsini 2, il 14 maggio scorso<br />
all’Au<strong>di</strong>torium Due Pini, ha organizzato<br />
una serata musicale, un<br />
omaggio alla musica e alle danze<br />
spagnole per raccogliere fon<strong>di</strong> a<br />
beneficio della sua attività. La<br />
compagnia, <strong>di</strong>retta dalla danzatrice<br />
Caterina Costa, reduce da successi<br />
in Italia e all’estero, ha entusiasmato<br />
il pubblico che ha applau<strong>di</strong>to<br />
calorosamente gli interpreti.<br />
Un grazie agli intervenuti per la<br />
loro generosità.<br />
San Francesco e<br />
Gran Madre <strong>di</strong> Dio<br />
in concerto<br />
L’associazione “…il sole e l’altre<br />
stelle”, il cui scopo è il benessere<br />
della famiglia e della donna in gravidanza<br />
dal punto <strong>di</strong> vista psicologico,<br />
ha presentato l’orchestra “Violino<br />
Lunare” in un concerto offerto<br />
l’11 maggio presso la parrocchia <strong>di</strong><br />
San Francesco a <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>.<br />
Questa orchestra, guidata dal maestro<br />
<strong>di</strong> chitarra classica e psicoterapeuta<br />
Luciano Tancre<strong>di</strong>, ha un organico<br />
inusuale in quanto composta<br />
da una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> elementi fra i<br />
quali primeggiano i flauti, seguiti<br />
da quattro chitarre e due salteri. Il<br />
suo carattere amatoriale non influisce<br />
sul repertorio che va dalla musica<br />
classica a quella popolare, né sull’impegno<br />
e l’entusiasmo degli esecutori,<br />
“musicisti per passione e per<br />
<strong>di</strong>letto”, che hanno suonato brani<br />
popolari irlandesi, peruviani, brasiliani,<br />
gallesi ed altri, nonché composizioni<br />
classiche. Molti applausi<br />
e un arrivederci.<br />
Il 16 maggio nella parrocchia Gran<br />
Madre <strong>di</strong> Dio, il Coro Santa Chiara<br />
Rai Senior e il Coro Taschler Voices<br />
si sono esibiti in favore del<br />
“Consultorio e centro <strong>di</strong> assistenza<br />
Barone Gabriele Ussami d’Escobar”.<br />
Il consultorio ha lo scopo <strong>di</strong><br />
offrire gratuitamente assistenza<br />
sanitaria, psicologica, legale, religiosa<br />
alle coppie e alle famiglie in<br />
<strong>di</strong>fficoltà. Il programma molto<br />
vario spaziava dai canti me<strong>di</strong>oevali<br />
agli spiritual, passando per Mozart<br />
e Ver<strong>di</strong>.<br />
L.R.<br />
Un premio<br />
alla memoria<br />
Nell’Au<strong>di</strong>torium <strong>di</strong> via della Conciliazione,<br />
gremito <strong>di</strong> persone dello<br />
spettacolo, il 4 giugno i premi per il<br />
doppiaggio. Il premio speciale<br />
della giuria è andato a Oreste Rizzini<br />
per aver dato la voce all’interprete<br />
principale <strong>di</strong> Sleuto, Michael<br />
Caine. Oreste Rizzini faceva parte<br />
della “Gente <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>” ed è<br />
scomparso il 18 marzo <strong>di</strong> quest’anno.<br />
Nella sua attività aveva doppiato<br />
tanti famosi attori, fra i quali<br />
Michael Douglas e Dustin Hoffman.<br />
S.G.<br />
Paolo Cristiano e Luciano<br />
Buttiglia alla R.D.F. Arte<br />
Paolo Cristiano Albero e bidoni.<br />
Luciano Buttiglia La vecchiezza,<br />
olio su tela.<br />
Due interessanti artisti hanno tenuto<br />
una propria mostra personale nella<br />
scorsa primavera presso la galleria<br />
R.D.F. Arte in via Festo Avieno:<br />
Paolo Cristiano (dal 19 al 30 aprile) e<br />
Luciano Buttiglia (dal 10 al 20 maggio).<br />
Prati ver<strong>di</strong> e viola intrisi <strong>di</strong> rugiada.<br />
Alberi dai tronchi sottili affiancati<br />
l’uno all’altro. Bidoni <strong>di</strong>menticati e<br />
posati come per caso accanto ad un<br />
albero solitario. O una nuvola scura<br />
che si addensa, inquietante, in un<br />
cielo chiaro e luminoso.<br />
Paolo Cristiano ci presenta un mondo<br />
fatto <strong>di</strong> colori morbi<strong>di</strong> e tenui, imbevuti<br />
<strong>di</strong> luce, e <strong>di</strong> immagini sempre più<br />
concise ed essenziali, che non appartengono<br />
alla realtà, ma al sogno: e<br />
vivono in una <strong>di</strong>mensione fantastica,<br />
dove c’è silenzio, e solitu<strong>di</strong>ne, e la<br />
natura si rivela in tutta la sua bellezza.<br />
Visioni estatiche, nelle quali l’immaginazione<br />
si coniuga con la poesia, e<br />
la memoria fa riaffiorare emozioni<br />
che sembravano <strong>di</strong>menticate.<br />
Eppure, a volte, qualcosa si insinua<br />
in quello scenario i<strong>di</strong>lliaco, lasciando<br />
il posto ad una vaga inquietu<strong>di</strong>ne.<br />
Partendo da una pittura espressionistica,<br />
nel corso del tempo l’artista ha<br />
sentito sempre più il bisogno <strong>di</strong> stemperare<br />
la drammaticità del suo linguaggio<br />
artistico, e <strong>di</strong> creare immagini<br />
lievi e quasi rarefatte – sempre in<br />
bilico fra figurazione ed astrattismo –<br />
nelle quali il colore è l’elemento<br />
determinante ed esclusivo.<br />
Quando <strong>di</strong>pinge, Cristiano usa la<br />
tempera, ed oltre al pennello, anche<br />
degli stracci imbevuti <strong>di</strong> colore, per<br />
creare preziose alchimie, e quelli<br />
effetti <strong>di</strong> morbidezza e luminosità<br />
che rendono le sue composizioni così<br />
vibranti e inimitabili.<br />
Conosco Paolo Cristiano da molti<br />
anni. Ho avuto il piacere <strong>di</strong> incontrarlo<br />
<strong>di</strong>verse volte, in occasione <strong>di</strong> alcune<br />
altre mostre personali e collettive<br />
nella stessa galleria. Questo artistapittore,<br />
poeta e scrittore – che non<br />
<strong>di</strong>mostra affatto i suoi 89 anni – continua<br />
con lo stesso entusiasmo e la<br />
stesa passione <strong>di</strong> sempre a de<strong>di</strong>carsi<br />
alla pittura, riuscendo a trasformare i<br />
propri sogni e le proprie emozioni in<br />
immagini poetiche.<br />
Luciano Buttiglia è un artista <strong>di</strong><br />
talento, che riesce a sorprenderci<br />
mettendoci <strong>di</strong> fronte ad immagini<br />
strane ed impreve<strong>di</strong>bili. Attraverso<br />
un gioco sottile ed ironico, Buttiglia<br />
introduce nelle sue composizioni<br />
forme eterogenee che si mescolano o<br />
si accostano fra loro in modo bizzarro.<br />
Volti <strong>di</strong> donna, figure o immagini<br />
che appartengono al patrimonio artistico<br />
<strong>di</strong> ogni tempo, citazioni <strong>di</strong> celebri<br />
icone rinascimentali, che il pittore<br />
recupera, dando loro una nuova identità.<br />
Ma ecco che lì accanto l’artista<br />
<strong>di</strong>spone forme geometriche <strong>di</strong> ogni<br />
colore e <strong>di</strong>mensione, tracce <strong>di</strong> alberi<br />
e <strong>di</strong> paesaggi, gioielli, oggetti curiosi,<br />
inconsueti, che si inseriscono nel<br />
contesto in modo imprevisto, creando<br />
una atmosfera arcana, che intreccia<br />
le suggestioni del simbolismo a<br />
quelle del surrealismo.<br />
Così, ad esempio, ve<strong>di</strong>amo una figura<br />
che domina il centro <strong>di</strong> un polittico,<br />
e che, proprio per la sua collocazione<br />
e lo strano rapporto che riesce a<br />
creare con gli altri elementi figurativi<br />
della scena, fa emergere una sorta <strong>di</strong><br />
ambiguità, che affiora e carica il<br />
<strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> vibrazioni misteriose.<br />
Ma se in queste opere tutto sembra<br />
fermo, immobile, in altre, invece, un<br />
moto convulso viene a scuotere e<br />
frantumare le immagini, che vengono<br />
poi ricomposte secondo una formula<br />
nuova, <strong>di</strong> chiara matrice futurista.<br />
Quello <strong>di</strong> Luciano Buttiglia è il linguaggio<br />
<strong>di</strong> un artista che non si ferma<br />
in superficie, ma sotto l’apparenza<br />
del gioco e della finzione, vuole scavare<br />
nel profondo <strong>di</strong> chi guarda,<br />
lasciandovi un seme <strong>di</strong> inquietu<strong>di</strong>ne.<br />
Annamaria Marchesini<br />
11
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Federica.<br />
Morte <strong>di</strong> una figlia<br />
<strong>di</strong> Fausto Gianfranceschi<br />
Fausto Gianfranceschi, montemariano,<br />
saggista e narratore <strong>di</strong> formazione<br />
cattolica più volte premiato,<br />
curatore della Terza pagina de Il<br />
Tempo, con una prosa scorrevole e<br />
struggente narra gli ultimi giorni <strong>di</strong><br />
vita della sua “adorata” figlia. Con<br />
nostalgia e tenerezza alterna i ricor<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> Federica bambina, poi giovane<br />
donna e infine mamma, ai<br />
momenti tragici <strong>di</strong> attesa nell’ospedale,<br />
agli interventi <strong>di</strong> parenti e<br />
amici, alle assurde <strong>di</strong>fficoltà burocratiche<br />
post mortem. Ma all’angoscia,<br />
a poco a poco subentra una<br />
tenue speranza, sorretta dalla fede.<br />
Fausto Gianfranceschi, FEDERICA<br />
Morte <strong>di</strong> una figlia, Roma, Pagine<br />
s.r.l., 2008, (€ 11,00).<br />
Angelica Kauffmann<br />
<strong>di</strong> Giuseppe Ardolino<br />
Giuseppe Ardolino, socio dell’Associazione<br />
<strong>Amici</strong> <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> e<br />
ben conosciuto per i suoi precedenti<br />
volumi, già <strong>di</strong>rigente <strong>di</strong> RAI<br />
UNO fin dalla sua costituzione,<br />
laureato in storia dell’arte, coltissimo<br />
collaboratore come critico d’ar-<br />
12<br />
te <strong>di</strong> varie riviste, ha scritto recentemente<br />
un bellissimo volume su<br />
Angelica Kauffmann.<br />
Svizzera <strong>di</strong> nascita, <strong>di</strong> origine<br />
austriaca ma italiana <strong>di</strong> elezione,<br />
Angelica Kauffmann, è considerata<br />
come la più grande pittrice europea<br />
della seconda metà del secolo<br />
XVIII. Fu un enfant-pro<strong>di</strong>ge poiché<br />
a do<strong>di</strong>ci anni eseguì un ritratto del<br />
vescovo <strong>di</strong> Como, a tre<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>pinse<br />
il suo primo autoritratto e i ritratti<br />
del padre e della madre. Angelica<br />
amava viaggiare: in Italia, in<br />
Inghilterra, in Austria. Nel 1765 a<br />
Roma fu eletta membro dell’Accademia<br />
<strong>di</strong> San Luca e in questa occasione<br />
<strong>di</strong>pinse il suo autoritratto<br />
nelle vesti della Speranza, che<br />
rispecchia gli esempi della pittura<br />
italiana, da Raffaello a Guido Reni.<br />
Fu amica <strong>di</strong> Winkelmann e innamorata<br />
<strong>di</strong> Goethe durante il viaggio <strong>di</strong><br />
questi a Roma, mentre il poeta sentiva<br />
per lei solo una profonda amicizia.Durante<br />
un suo viaggio in<br />
Inghilterra eseguì notevoli ritratti<br />
<strong>di</strong> aristocratici e <strong>di</strong> membri della<br />
famiglia reale e fu ammessa come<br />
membro della Royal Academy.<br />
Sposò un pittore veneziano, Antonio<br />
Zucchi, <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci anni più<br />
anziano <strong>di</strong> lei. Quando Angelica<br />
morì, il suo funerale si svolse al<br />
Pantheon, dove le fu eretto un<br />
cenotafio presso la tomba <strong>di</strong> Raffaello.<br />
Per suo volere, ella riposa<br />
nella chiesa <strong>di</strong> Sant’Andrea delle<br />
Fratte, dove era già sepolto il suo<br />
amatissimo sposo.<br />
Questa per sommi capi la vita <strong>di</strong><br />
questa grande pittrice, <strong>di</strong> cui l’Ardolino<br />
delinea nel suo volume con<br />
grande perizia e dovizia <strong>di</strong> particolari,<br />
l’appassionante biografia, con<br />
uno stile piano e intelligibile a tutti.<br />
Il volume rilegato è arricchito da<br />
numerose illustrazioni a colori.<br />
Giuseppe Ardolino, Angelica<br />
Kauffmann (1746-1807), Milano,<br />
Spirali, 2008. (€ 25,00).<br />
L.F.<br />
“Leggere Roma”<br />
conferenze alla Casa<br />
del Parco<br />
Il 29 aprile scorso, nella Casa del<br />
Parco, o Casale Torlonia o del<br />
Giannotto, nel Parco del Pineto,<br />
attrezzata recentemente come<br />
biblioteca, ha avuto luogo la prima<br />
<strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> quattro conferenze<br />
intitolata “Leggere Roma” a cura<br />
della Fondazione Ippolito Nievo – I<br />
Parchi letterari.<br />
La prima conferenza è stata organizzata<br />
in occasione del bicentenario<br />
della pubblicazione del romanzo<br />
Corinne ou l’Italie <strong>di</strong> Madane de<br />
Staël. La dott.ssa Mariarosa Santiloni<br />
della Fondazione Ippolito<br />
Nievo, ha parlato con competenza e<br />
dettagliatamente della vita <strong>di</strong><br />
Madame de Staël. Dopo la conferenza<br />
il “Gruppo Matuta Teatro”,<br />
composto da due attori, un uomo e<br />
una donna, e da un musicista che<br />
accompagnava con la chitarra le
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voci recitanti, ha letto la scena dell’incoronazione<br />
<strong>di</strong> Corinna in Campidoglio.<br />
Il 22 maggio è stata la volta della<br />
conferenza, anch’essa tenuta dalla<br />
dott.ssa Mariarosa Santiloni, sulla<br />
scrittrice contemporanea: Anna<br />
Maria Ortese (1914-1998), in occasione<br />
del decennale della morte. La<br />
Ortese scrisse romanzi e racconti in<br />
cui vi è una complessa mescolanza<br />
tra <strong>di</strong>mensione realistica e magia.<br />
Ella <strong>di</strong>sse che scriveva perché cercava<br />
compagnia e per consolarsi.<br />
Vinse molti premi: Il Premio Viareggio<br />
per il libro <strong>di</strong> racconti Il<br />
mare non bagna Napoli (1953), il<br />
Premio Strega per Poveri e semplici<br />
(1967), scrisse L’iguana e un<br />
volume <strong>di</strong> racconti In sogno e in<br />
veglia in cui il primo racconto, intitolato<br />
La casa del bosco, è <strong>di</strong> particolare<br />
interesse per noi poiché<br />
descrive la casa dove visse, al pianterreno<br />
<strong>di</strong> una palazzina in piazza<br />
Ennio a <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>: “La casa<br />
dove abito è posta in cima a una<br />
strada in lieve salita […] Giunti in<br />
cima alla salita, c’è una piazzetta, e<br />
qui c’è una stra<strong>di</strong>na in <strong>di</strong>scesa che<br />
va giù quasi a precipizio <strong>di</strong> fianco a<br />
un boschetto, e dopo una ventina <strong>di</strong><br />
metri si perde davanti a un parco <strong>di</strong><br />
straor<strong>di</strong>naria bellezza e vastità […]<br />
L’impressione <strong>di</strong> chi guar<strong>di</strong> tutto<br />
ciò dall’inizio della stra<strong>di</strong>na è <strong>di</strong><br />
intensa soprannaturale bellezza, da<br />
lasciare muti”.<br />
L.F.<br />
ARTI E MESTIERI<br />
Il serraturiero<br />
Avete presente l’immagine <strong>di</strong> un<br />
ladro che si muove a passi felpati<br />
tenendo in mano un grande mazzo<br />
<strong>di</strong> chiavi? Così si presenta questo<br />
singolare artigiano, Luigi Mantovani<br />
che, invece <strong>di</strong> penetrare nelle<br />
case, aiuta a <strong>di</strong>fenderle dagli intru-<br />
si. I casi <strong>di</strong> furti negli appartamenti<br />
sono sempre più frequenti anche a<br />
<strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> ed è perciò che gli<br />
abbiamo chiesto come mettere in<br />
sicurezza le nostre case.<br />
Per prima cosa va protetta la porta<br />
d’ingresso.<br />
È vero che si può aprire dall’esterno?<br />
No, non è vero – <strong>di</strong>ce- a meno che<br />
la serratura sia a doppia mappa o a<br />
pompa, chiavi corte, insomma.<br />
Queste si possono aprire con attrezzi<br />
particolari che hanno gli specialisti<br />
del settore e i ladri “tecnici”.<br />
Le serrature devono essere ad alta<br />
sicurezza, con chiavi non riproducibili<br />
se non da chi le ha fornite.<br />
Una serratura montata su porta non<br />
blindata non è sufficiente, non è <strong>di</strong><br />
totale sicurezza. Lo scrocchio a<br />
molla, ancora in uso in molte case,<br />
può essere aperto dall’esterno,<br />
secondo com’è fatta la porta, anche<br />
con una scheda rigida, d’acciaio, <strong>di</strong><br />
plastica, ma flessibile, Bisogna perciò<br />
girare sempre per lo meno una<br />
mandata. Se la serratura ha una<br />
chiave a doppia mappa, lasciata<br />
all’interno della casa, anche in<br />
posizione non sfilabile, dall’esterno<br />
può essere girata. Ecco perché la<br />
chiave a doppia mappa va sempre<br />
sfilata.<br />
E se la chiave è a pompa – chie<strong>di</strong>amo<br />
– che cosa bisogna fare?<br />
Non resta che sostituire la serratura<br />
– risponde. Se si mette dall’esterno<br />
un po’ <strong>di</strong> silicone che non si vede<br />
Silvio Macchia sostenitore del Partito ITALIA DEI VALORI<br />
Per ulteriori informazioni scrivimi a<br />
silvio.macchia@hotmail.it<br />
perché è trasparente, quando si gira<br />
la chiave la serratura si blocca in<br />
posizione neutra e quin<strong>di</strong> chiunque<br />
dall’esterno può aprire con un semplice<br />
giravite.<br />
Può essere utile mettere un paletto<br />
all’interno?<br />
Si, è utile, perché dà una doppia<br />
sicurezza, come una doppia chiusura.<br />
E’ consigliabile, però, quando ci<br />
sono più persone in casa perché se<br />
si è soli, in caso <strong>di</strong> malore la porta<br />
non si può aprire dall’esterno.<br />
Oggi – spiega Mantovani – c’è chi<br />
fa blindare la porta d’ingresso, chi<br />
fa blindare la parte notte, chi fa<br />
installare un sistema d’allarme.<br />
C’è anche chi confida nel proprio<br />
cane e chi fa installare un allarme<br />
che quando entra in funzione invece<br />
<strong>di</strong> suonare abbaia.<br />
Un vero sistema d’allarme, dei più<br />
sofisticati, è quello che isola un<br />
intero e<strong>di</strong>ficio con il laser, tarato<br />
perché non entri in funzione se non<br />
al passaggio <strong>di</strong> una persona. Consiste<br />
in quattro lampioni posti agli<br />
spigoli della casa con illuminazione<br />
e allarme ed è particolarmente<br />
adatto a case isolate.<br />
Esistono anche allarmi posti sui<br />
balconi a <strong>di</strong>stanza dalle finestre,<br />
poiché, come sappiamo, ci sono<br />
anche ladri acrobati. Basta il tubo<br />
del gas o un tubicino <strong>di</strong> rame, un<br />
<strong>di</strong>scendente, lo scarico dell’acqua<br />
piovana per favorire l’ascesa dell’acrobata<br />
fino agli appartamenti.<br />
S.G.<br />
DURANTE LE PASSATE ELEZIONI VI AVEVO CHIESTO<br />
IL VOTO E LASCIATO CON ALCUNE DOMANDE<br />
Ora le risposte per non ricordarsi della gente solo sotto campagna elettorale<br />
Scheda bianca<br />
Si definisce scheda bianca la scheda priva <strong>di</strong> ogni tipo <strong>di</strong> segno o espressione <strong>di</strong> voto.<br />
Non rientra pertanto nel computo <strong>di</strong> voti.<br />
Durante lo scrutino, sul retro della stessa, è apposto un timbro al fine <strong>di</strong> evitare che sia indebitamente<br />
utilizzata.<br />
Ricorda che il voto è valido ogni qualvolta si possa desumere la volontà effettiva dell’elettore ovvero basta<br />
un segno sul simbolo <strong>di</strong> una lista e la scheda <strong>di</strong>venta valida.<br />
Non lasciare che pochi elettori decidano per te, non consegnare la scheda senza segni <strong>di</strong> preferenza.<br />
Ritengo che una corretta informazione e una adeguata conoscenza siano il primo passo per far esprimere<br />
con consapevolezza il voto.<br />
13<br />
Inserzione a pagamento
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Al Liceo Gassman<br />
un’iniziativa per la<br />
conoscenza del territorio<br />
L’idea che i moderni agglomerati periferici citta<strong>di</strong>ni<br />
siano in buona parte dei dormitori privi <strong>di</strong><br />
spazi sociali, nelle giovani generazioni si associa<br />
a quella secondo cui il territorio nel quale gli<br />
agglomerati sussistono sarebbe non soltanto<br />
privo <strong>di</strong> emergenze storiche, ma ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> un<br />
vero e proprio “passato storicizzato”. Ciò perché,<br />
a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto si può facilmente<br />
percepire nel centro storico, in periferia <strong>di</strong><br />
norma non emergono antiche vestigia o, se esistono,<br />
non sono conosciute né fruibili.<br />
L’idea che proprio dalla conoscenza della peculiarità<br />
storico-ambientale del territorio si possa<br />
offrire un’importante occasione “<strong>di</strong>dattica” ai<br />
citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> domani ha costituito valida motivazione<br />
alla formazione <strong>di</strong> un progetto, denominato<br />
“Fra le vie Trionfale e Boccea”, che è stato<br />
elaborato e sviluppato dall’Associazione<br />
Gli studenti del “Gassman” in visita al complesso<br />
S. Maria della Pietà.<br />
“<strong>Amici</strong> <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>”. La sua concreta attuazione<br />
si è resa possibile presso il liceo Gassman<br />
<strong>di</strong> Primavalle. Qui l’accoglimento delle finalità<br />
progettuali, da parte della professoressa Filomena<br />
Collarino, Preside dell’Istituto, e del corpo<br />
docente, si è concretato nell’inserimento del<br />
progetto nel piano <strong>di</strong> offerta formativa dell’Istituto<br />
a beneficio <strong>di</strong> tre seconde classi, ripartite fra<br />
la sede centrale <strong>di</strong> via Pietro Maffi e la succursale<br />
<strong>di</strong> via Cornelia, a <strong>Monte</strong>spaccato.<br />
L’interesse degli studenti è stato evidente per le<br />
antiche immagini riguardanti via Boccea, Torrevecchia<br />
e Primavalle (degli anni ‘30-’50), ma<br />
anche consultando mappe e documenti dei secoli<br />
XVI- XVII secolo, tratti dall’Archivio <strong>di</strong> Stato<br />
<strong>di</strong> Roma. Grazie a questi strumenti essi hanno<br />
potuto “scoprire” che molti dei toponimi ancora<br />
in uso nel territorio oggetto d’indagine non stanno<br />
a in<strong>di</strong>care dei moderni agglomerati e<strong>di</strong>lizi,<br />
ma richiamano una storia molto più antica.<br />
La storia soprattutto agricola <strong>di</strong> questo territorio,<br />
testimoniata sin dal tempo degli Etruschi e dei<br />
Romani, è documentata in modo più dettagliato<br />
a partire dal ‘600, quando assumono grande<br />
importanza le problematiche relative alle bonifiche<br />
del territorio. Questo scenario muta definitivamente<br />
negli anni ’10 e’20 del ‘900 con l’impianto<br />
delle “borgate rurali” come Ottavia, la<br />
Borgata Fogaccia (oggi <strong>Monte</strong>spaccato), Casa-<br />
14<br />
lotti - Pantan Monastero e con la realizzazione<br />
<strong>di</strong> una nuova viabilità, intorno alla quale è stata<br />
poi costruita l’urbanizzazione degli o<strong>di</strong>erni<br />
quartieri.<br />
Il progetto ha considerato l’aspetto rurale e quello<br />
urbano riscontrabile nei vari agglomerati<br />
situati intorno al quartiere <strong>di</strong> Primavalle, facendone<br />
emergere, proprio dal confronto, gli aspetti<br />
che riconducono alle antiche “ra<strong>di</strong>ci” del territorio.<br />
I ragazzi <strong>di</strong> Prati<br />
scoprono <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong><br />
Pubblichiamo con piacere il pannello<br />
con le conclusioni <strong>di</strong> un’attenta e partecipata<br />
ricerca, riguardante il territorio<br />
<strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>, svolta dagli alunni<br />
della prima classe, sezioni G e H, dell’I-<br />
Ai tre interventi in aula de<strong>di</strong>cati alla trattazione<br />
<strong>di</strong> questi temi, è seguita prima un’escursione al<br />
Parco del Pineto, quale esempio <strong>di</strong> antica tenuta<br />
agricola, e poi una visita al complesso del S.<br />
Maria della Pietà, attuata in chiave storica e<br />
botanica.<br />
Hanno condotto il progetto gli esperti dell’Associazione<br />
“<strong>Amici</strong> <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>” dott. Stefano<br />
Panella e prof. Diego D’Angeli.<br />
Sandra Fiorentini<br />
stituto comprensivo “Via Cassiodoro<br />
2/A - Sede Via Camozzi 8” <strong>di</strong> Prati, per<br />
la partecipazione al concorso “Le<br />
ragioni del cuore”, indetto dal Fondo<br />
italiano per l’Ambiente (F.A.I.).
Impaginato 17-06-2008 9:51 Pagina 15<br />
L’associazione “<strong>Amici</strong> <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>” organizzazione non lucrativa <strong>di</strong> utilità sociale<br />
(ONLUS), costituita il 28 maggio 1969, persegue fini <strong>di</strong> promozione sociale, civica e culturale<br />
nei quartieri <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>. Non legata a partiti politici e aconfessionale, l’Associazione<br />
<strong>di</strong>pende esclusivamente dai propri soci, nello spirito <strong>di</strong> solidarietà verso tutti gli<br />
abitanti del territorio. Per aderirvi va presentata domanda su apposito modulo. La misura<br />
della quota d’iscrizione è libera. La quota associativa annuale è <strong>di</strong> € 30,00 per i soci or<strong>di</strong>nari;<br />
€ 90,00 per i sostenitori; € 10,00 per i familiari e gli studenti. Versamenti nel conto<br />
corrente postale n. 40706004, intestato all’Associazione <strong>Amici</strong> <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>. La segreteria<br />
resta chiusa al pubblico nel periodo estivo. Per informazioni telefonare al<br />
numero 06 35503317 con segreteria automatica funzionante 24 ore su 24.<br />
e-mail: amici<strong>di</strong>montemario@virgilio.it<br />
Libera Università <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> LUMM<br />
I corsi si tengono presso l’Istituto Comprensivo “Dionigi Chio<strong>di</strong>”,<br />
via Appiano 15 (piazza Giovenale - bus 990 o FR3 fermata Appiano)<br />
Presentiamo i corsi che saranno tenuti nell’anno accademico 2008-2009 a partire dal<br />
prossimo autunno. Per informazioni e prenotazioni, obbligatorie per tutti i corsi,<br />
chiamare il numero 06 35453636. In alternativa telefonare al numero 06 35503317.<br />
Lingua inglese. Lezioni per principianti<br />
(giovedì dalle ore 17.30 alle<br />
19.00). Conversazione a livello<br />
me<strong>di</strong>o (martedì dalle ore 17.30 alle<br />
19.00). Conversazione a livello avanzato<br />
(mercoledì dalle 17.30 alle<br />
19.00), tenuti dal dott. Conor Rowan.<br />
Prenotazione obbligatoria.<br />
Letteratura inglese. Dalle origini ai<br />
nostri giorni. Docente: prof.ssa Elisabetta<br />
Perotti.<br />
Lingua francese. Anche conversazione.<br />
Docente: prof.ssa Maria Teresa<br />
Liva<strong>di</strong>otti (<strong>di</strong> madrelingua francese).<br />
Training autogeno. Un corso <strong>di</strong><br />
Training Autogeno (tecnica <strong>di</strong><br />
appren<strong>di</strong>mento graduale <strong>di</strong> esercizi<br />
per realizzare l’equilibrio neurovegetativo<br />
e la calma), impartito dalla<br />
psicoterapeuta Lucia Guerrieri, 12<br />
sedute, il lunedì alle ore 17.00.<br />
Lingua e letteratura russa. Corsi<br />
per adulti e ragazzi. Docente:<br />
prof.ssa Annalisa Alleva.<br />
Archeologia paleocristiana e Storia<br />
dell’arte e delle tecniche artisti-<br />
A 5 anni dalla scomparsa la famiglia<br />
e tanti amici del quartiere<br />
ricordano il Comm. Prof. Carlo<br />
Pergoli Campanelli, che visse per<br />
che. Un corso integrato. Le tecniche<br />
artistiche comprendono: Pittura su<br />
tavola, su tela, su carta, su vetro,<br />
affresco e mosaico. Il corso sarà<br />
tenuto dalla dott.ssa Emanuela Marino,<br />
storica dell’arte.<br />
Storia dell’Arte. La dott.ssa Emanuela<br />
Marino terrà un corso sul<br />
tema: “Il mosaico in età romana e nel<br />
periodo paleocristiano e me<strong>di</strong>evale”<br />
e un altro corso sul tema: “L’affresco<br />
nel mondo antico”.<br />
Corso <strong>di</strong> storia. La prof.ssa Maria<br />
Attilia Fabbri dall’Oglio inizierà un<br />
corso sul tema “Lorenzo il Magnifico<br />
e il suo tempo”, in <strong>di</strong>eci lezioni.<br />
Altri corsi. Sono in corso <strong>di</strong> definizione<br />
altri corsi, in <strong>di</strong>versi campi <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>scipline: Letteratura italiana,<br />
Storia delle religioni, Storia del<br />
teatro (tutti e tre a cura della prof.ssa<br />
Mimma Fabbrini), Lingua araba,<br />
tedesca e spagnola, Psicologia,<br />
Grafologia, Storia della musica.<br />
L’annuncio <strong>di</strong> tali corsi sarà tempestivamente<br />
pubblicato sulla rivista<br />
<strong>mensile</strong> “<strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>” e sul sito<br />
web www.montemario.org.<br />
Ricordo <strong>di</strong> Carlo Pergoli Campanelli<br />
più <strong>di</strong> 50 anni a <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> ed a<br />
tanti <strong>di</strong>spensò gratuitamente la sua<br />
assistenza <strong>di</strong> valente clinico e car<strong>di</strong>ologo.<br />
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