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mensile - Amici di Monte Mario

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Impaginato 17-06-2008 9:51 Pagina 10<br />

“Tu Scarlatti, io Kunz”<br />

Quando gli chiedo, dopo un concerto<br />

massacrante, mentre si passa<br />

il dorso della mano sulla fronte<br />

ma<strong>di</strong>da <strong>di</strong> sudore forse anche per<br />

qualche linea <strong>di</strong> febbre, quale sia<br />

fra i compositori appena eseguiti<br />

quello che pre<strong>di</strong>lige, quello che<br />

insomma non smetterebbe mai <strong>di</strong><br />

suonare, risponde: “Scarlatti”. E<br />

come pianista, se c’è, quale sarebbe<br />

il suo modello? Eduard Kunz,<br />

ascoltato la sera del 2 aprile ai Concerti<br />

del Mercoledì dell’Università<br />

Cattolica, sorride appena e si porta<br />

decisamente la mano al petto: “Io,<br />

Kunz”. Non è soltanto una battuta<br />

spiritosa, perché il ventisettenne<br />

interprete russo, vincitore del “Premio<br />

Rodolfo Caporali” al Concorso<br />

internazionale <strong>di</strong> Sulmona 2007,<br />

è <strong>di</strong> una originalità ipnotizzante. A<br />

parte l’eccellenza virtuosistica<br />

(Kunz ha vinto anche l’<br />

“Horowitz” a Kiev, e raccolto consensi<br />

ovunque, recentemente a<br />

Londra con il Concerto n. 2 <strong>di</strong><br />

Rachmaninov, mentre in Italia era<br />

questa la sua prima esibizione,<br />

dopo il successo <strong>di</strong> Sulmona), si<br />

tratta <strong>di</strong> un pianista sulle cui scelte<br />

Il pianista Eduard Kunz<br />

interpretative si può avanzare qualche<br />

riserva, ma che colpisce e affascina<br />

proprio per l’impegno con cui<br />

insegue in<strong>di</strong>vidualità e perfezione.<br />

Aprivano il programma due trascrizioni:<br />

il Prelu<strong>di</strong>o in si minore <strong>di</strong><br />

Bach versione Aleksandr Siloti,<br />

prolifico trascrittore russo (allievo<br />

<strong>di</strong> Liszt, ˘Cajkovskij, Rachmaninov),<br />

e ancora <strong>di</strong> Bach la famosa<br />

Ciaccona trascritta da Ferruccio<br />

Busoni. Della prima Eduard Kunz<br />

ha accentuato, forse anche un po’<br />

troppo, l’impronta vagamente<br />

romantica impressa da Siloti; nella<br />

seconda ha sottolineato la sua pre<strong>di</strong>lezione<br />

per i contrasti, alternando<br />

vigore e leggerezza, impennate e<br />

pianissimi vellutati, senza peraltro<br />

turbare l’equilibrio della composizione.<br />

Atteggiamento riba<strong>di</strong>to nella<br />

Rapso<strong>di</strong>a n. 12 <strong>di</strong> Liszt, così <strong>di</strong>versa<br />

dalle più note, dove il variegato<br />

impianto compositivo ha permesso<br />

10<br />

ancora una volta al pianista passaggi<br />

in cui le <strong>di</strong>ta scendevano a percuotere<br />

come veri martelletti la<br />

tastiera, accanto ad altri dove le<br />

mani la sfioravano appena. Una lettura<br />

listziana davvero inusitata,<br />

intellettuale, poco incline ad ad<strong>di</strong>tarne<br />

l’origine folkloristica.<br />

La seconda parte del concerto comprendeva<br />

tre Sonate <strong>di</strong> Scarlatti<br />

(K.213, K.27 e K.212) e i Sei<br />

momenti musicali op.16 <strong>di</strong> Rachmaninov.<br />

Ecco dunque Scarlatti, il<br />

musicista pre<strong>di</strong>letto da Kunz; ed è<br />

stata infatti la prova più convincente.<br />

Forse perché il più stu<strong>di</strong>ato? O<br />

piuttosto perché Scarlatti è tanto<br />

innovativo, fantasioso, cangiante e<br />

quin<strong>di</strong> tanto vicino all’indole dell’interprete?<br />

E così è stato appagante<br />

l’ascolto sia delle pagine me<strong>di</strong>tative<br />

sia, e ancora <strong>di</strong> più, <strong>di</strong> quelle<br />

improntate ad un felice gioco virtuosistico<br />

dove il giovane pianista è<br />

andato costantemente alla ricerca<br />

<strong>di</strong> un raffinato timbro clavicembalistico.<br />

Belli anche i Momenti <strong>di</strong> Rachmaninov,<br />

eseguiti e premiati al concorso<br />

<strong>di</strong> Sulmona: a volte così<br />

malinconici da rasentare la treno<strong>di</strong>a,<br />

alla fine sfolgoranti con Kunz<br />

che, nei brevi momenti in cui era<br />

impegnata soltanto la mano destra,<br />

alzava in alto la sinistra a pugno<br />

chiuso…<br />

Strano ragazzo questo Eduard che<br />

nonostante le insistenze non concede<br />

un bis, risponde <strong>di</strong>stratto alle<br />

domande, snobba le persone che si<br />

vanno a congratulare con lui, non<br />

vede l’ora <strong>di</strong> andarsene via. Via da<br />

solo. Certamente consapevole <strong>di</strong><br />

essere bravo. Mi sono fermata con<br />

un’amica a scambiare qualche<br />

impressione nel prato un po’ in<br />

ombra davanti all’au<strong>di</strong>torium,<br />

quando ormai quasi tutti se ne<br />

erano andati. Abbiamo visto questa<br />

giovane interessante promessa<br />

scendere velocemente, zainetto in<br />

spalla, la scalinata dell’au<strong>di</strong>torium<br />

senza nessuno che l’accompagnasse.<br />

Si è fermato un momento<br />

davanti ad una panchina: il tempo<br />

per togliersi la giacca, tirar fuori<br />

dallo zainetto e infilarsi un<br />

maglioncino, visto che la serata era<br />

un po’ fresca. Poi, <strong>di</strong> nuovo zainetto<br />

in spalla, si è incamminato ed è<br />

sparito <strong>di</strong>etro l’angolo <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio<br />

poco lontano. Ripartiva? E per<br />

dove, a quell’ora? Oppure passava<br />

la notte in casa <strong>di</strong> qualcuno che<br />

però non si era preoccupato <strong>di</strong><br />

venirlo a sentire o almeno a riprendere?<br />

È stata forte la tentazione <strong>di</strong><br />

raggiungerlo per chiedergli se avesse<br />

bisogno <strong>di</strong> qualcosa (chiaro che<br />

avrebbe risposto <strong>di</strong> no) e aggiungere<br />

che, nonostante quella silenziosa<br />

uscita <strong>di</strong> scena, il suo era stato davvero<br />

un bel concerto.<br />

Maria Rossaro<br />

Il ritardo con cui, per cause tecniche,<br />

esce questo numero <strong>di</strong> “<strong>Monte</strong><br />

<strong>Mario</strong>” non ci ha permesso <strong>di</strong> parlare<br />

<strong>di</strong> Kunz all’indomani del suo<br />

concerto.<br />

Finalmente un catalogo per l’Accademia Filarmonica<br />

Il genio dell’armonia<br />

Davvero un bel titolo, Il genio dell’armonia,<br />

per un catalogo: oltre<br />

quattrocento pagine per testimoniare<br />

il patrimonio <strong>di</strong> manoscritti e <strong>di</strong><br />

e<strong>di</strong>zioni spesso rare che finora<br />

l’Accademia Filarmonica Romana<br />

non era riuscita a portare compiutamente<br />

alla luce e or<strong>di</strong>nare: grande<br />

sod<strong>di</strong>sfazione per musicologi,<br />

musicisti e ricercatori. Il merito va<br />

a Mariella Casini Cortesi conosciuta<br />

dai lettori <strong>di</strong> “<strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>”,<br />

giornale <strong>di</strong> cui, fra l’altro, è anche<br />

coor<strong>di</strong>natrice <strong>di</strong> redazione. Esperta<br />

nel campo anche per aver lavorato<br />

in varie istituzioni (fra cui l’Archivio<br />

<strong>di</strong> Stato e l’Accademia dei Lincei)<br />

ha trascorso vari anni nei locali<br />

dell’Accademia <strong>di</strong> via Flaminia,<br />

scalando scaffali, scrutando e annotando<br />

scrupolosamente tutto ciò<br />

che le capitava sotto gli occhi. E,<br />

assicura, si è anche <strong>di</strong>vertita.<br />

Il volume è stato presentato il 29<br />

maggio nella Sala Casella dell’Accademia,<br />

in occasione dell’ annuale<br />

“Festa Filarmonica” e ha avuto<br />

come relatore il prof. Giancarlo<br />

Rostirolla, insigne musicologo e<br />

presidente dell’Istituto <strong>di</strong> bibliografia<br />

musicale che sovrintende questo<br />

genere <strong>di</strong> pubblicazioni. Accanto<br />

all’autrice anche il Maestro Marcello<br />

Panni, <strong>di</strong>rettore artistico della<br />

Filarmonica.<br />

Messa lì, fra cori <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> e piccini<br />

(prima quello dei bambini della<br />

scuola <strong>di</strong> musica <strong>di</strong>retti da don<br />

Pablo Colino, poi il Coro <strong>di</strong> Santa<br />

Chiara <strong>di</strong> Piazza dei Giochi Delfici<br />

<strong>di</strong>retto da Paolo Teodori, infine<br />

quello della Filarmonica <strong>di</strong>retto<br />

ancora da don Colino), la presentazione<br />

del ponderoso catalogo ha<br />

costituito un momento importante e<br />

insieme piacevole.<br />

Rostirolla ha illustrato l’impianto<br />

del volume sottolineandone la rilevanza,<br />

oltre che dal punto <strong>di</strong> vista<br />

del materiale raccolto, anche da<br />

quello dell’accuratezza. Basta<br />

aprirlo, ha detto, ad una qualunque<br />

pagina: non si troveranno soltanto<br />

nomi ovviamente in or<strong>di</strong>ne alfabetico<br />

e affiancati dalle consuete<br />

annotazioni, ma pure gli incipit<br />

musicali e testuali <strong>di</strong> ogni brano<br />

che anche visivamente, aggiungiamo<br />

noi, rendono gradevole la consultazione.<br />

Ma veniamo al titolo del volume<br />

che l’autrice ha presto chiarito nel<br />

suo intervento, raccontando uno dei<br />

Nel frattempo, il 28 maggio, la stagione<br />

dei “Concerti del Mercoledì”,<br />

all’Au<strong>di</strong>torium dell’Università<br />

Cattolica si è conclusa: Lorenzo<br />

Tozzi ha <strong>di</strong>retto i solisti dell’orchestra<br />

“Camerata Italica” in un<br />

concerto per mandolino e archi <strong>di</strong><br />

Vival<strong>di</strong> e ne La serva padrona <strong>di</strong><br />

Pergolesi.<br />

momenti più emozionanti della sua<br />

ricerca. Perché Il genio dell’armonia<br />

è semplicemente il titolo <strong>di</strong> una<br />

Cantata in onore <strong>di</strong> Pio VIII <strong>di</strong><br />

Gaetano Donizetti, il cui finale<br />

autografo mancava e si supponeva<br />

fosse andato perduto.<br />

Ma un in<strong>di</strong>zio (il nome <strong>di</strong> un personaggio)<br />

ha permesso all’autrice <strong>di</strong><br />

accorgersi che quel finale <strong>di</strong> Donizetti<br />

era finito dentro una cartella<br />

sbagliata, in quella della Cantata<br />

in onore <strong>di</strong> Pio IX <strong>di</strong> un altro autore<br />

suo contemporaneo, Giovanni<br />

Pacini.<br />

La compilatrice ha raccontato poi<br />

altre curiosità e altri “incontri”<br />

anche femminili, come quello con<br />

la compositrice Ida Mattone Tajani<br />

che nel catalogo occupa ben do<strong>di</strong>ci<br />

pagine: nata nel 1882, insegnante, a<br />

novant’anni ancora scriveva con<br />

successo canzoni, ballabili, fiabeoperette<br />

per gli allievi, spesso sotto<br />

uno pseudonimo maschile per<br />

avere maggior cre<strong>di</strong>to. E abbiamo<br />

saputo <strong>di</strong> molti altri ritrovamenti<br />

stupefacenti, come <strong>di</strong> quelle due<br />

scatole a forma <strong>di</strong> libro che un giorno<br />

la bibliotecaria le portò in<br />

biblioteca: erano piene <strong>di</strong> “cinquecentine”<br />

con madrigali perfino <strong>di</strong><br />

Orlando <strong>di</strong> Lasso e una rara intavolatura<br />

per liuto <strong>di</strong> Marcantonio del<br />

Pifaro.<br />

Il volume ha una bella prefazione<br />

<strong>di</strong> Roman Vlad che ripercorre la<br />

storia dell’ archivio storico e della<br />

biblioteca dell’Accademia (fondata<br />

nel 1821), ne ricorda le vicissitu<strong>di</strong>ni<br />

e soprattutto la ricchezza e

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