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Bollettino di Studi Sardi, III, 2010

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56 FIORENZO TOSOtonnare <strong>di</strong> Si<strong>di</strong> Daud, 41 al patronato sulle istituzioni religiose e caritative cattoliche<strong>di</strong> Tunisi delle quali molti Tabarchini erano membri influenti, 42 fino alla con<strong>di</strong>visione<strong>di</strong> porzioni <strong>di</strong> potere politico ed economico con alcune famiglie dellavecchia élite, in particolare i Gandolfo/Gandolphe e i Bogo.Intorno a Raffo si raccolsero quin<strong>di</strong>, in un fitto intreccio <strong>di</strong> relazioni d’affari e<strong>di</strong> politiche matrimoniali, sia i Tabarchini <strong>di</strong> antico ra<strong>di</strong>camento che gli esponenti<strong>di</strong> una più recente immigrazione mercantile <strong>di</strong> origine genovese come i Borsoni,Vignale e successivamente gli Gnecco e i Traverso, tutti nomi che ricorrono ampiamentenelle cronache tunisine in epoca precoloniale, come quello dei Fedriani,il cui capostipite a Tunisi, Gaetano (1811-1881), segretario particolare <strong>di</strong> Raffo, erastato compagno <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> (che ospitò alla Goletta nel 1834) e fondatore dellaprima loggia massonica tunisina, <strong>di</strong>venendo in seguito l’agente della compagnialigure Rubattino, finanziatrice dell’Eroe dei Due Mon<strong>di</strong> ma assai presente anchein Tunisia (nel ramo dei trasporti) e nelle isole tabarchine del Sulcis (per la gestionedelle saline e delle miniere locali).Il ri<strong>di</strong>mensionamento dell’influenza politica <strong>di</strong> Raffo alla scomparsa <strong>di</strong> A-hmad, 43 e la sua stessa morte nel 1865, non significarono affatto la scomparsa dellalobby tabarchino-genovese, quanto meno sul piano economico: i Raffo allargaronoper certi aspetti la propria influenza sulla comunità europea <strong>di</strong> Tunisi, riuscendoa mantenere un notevole peso persino dopo l’istituzione del protettorato41Cfr. J. GANIAGE, Une entreprise italienne de Tunisi eau milieu du 19. siècle: correspondance commerciale de la Thonairede Si<strong>di</strong> Daoud, Paris 1960.42A. DES ARCS, Mémoires cit., insiste molto sul ruolo svolto dalle principali famiglie tabarchine a sostegnodelle attività caritative della missione cattolica, della fondazione <strong>di</strong> nuovi luoghi <strong>di</strong> culto, del restauro <strong>di</strong>arre<strong>di</strong> sacri ecc.43Le successive lotte <strong>di</strong> potere portarono, anche se non imme<strong>di</strong>atamente, all’estromissione <strong>di</strong> Raffo (1860)e alla definitiva ascesa <strong>di</strong> due ministri riformatori, Kheired<strong>di</strong>ne Pascià, <strong>di</strong> origine circassa (1822-1890) e ilchiotico Mustafa Khaznadar (già Georgios Stravelakis, 1817-1878), che non seppero tuttavia arginare lepretese dei governi europei, portando il paese alla bancarotta e fornendo con ciò un facile alibiall’intervento francese. Su Kheired<strong>di</strong>ne e il suo tempo, cfr. in particolare G.S. VAN KRIEKEN, Khayr al-Dîn etla Tunisie cit. Un interessante ritratto politico <strong>di</strong> Raffo al termine della carriera viene proposto da De Flauxl’anno stesso della sua morte: «Ce dernier, fils d’un horloger génois, est né à Tunis. Entré dans la maisondu Bey et resté longtemps dans un poste subalterne, il a été fait ministre d’État par l’influence d’une sœurdevenue l’épouse d’un prince hosseinite. Arrivé au pouvoir par un hasard heureux, il s’y est maintenu parune grande activité d’esprit et une remarquable aptitude aux affaires […] pro<strong>di</strong>gue de croix avec les ministresdes <strong>di</strong>verses cours d’Europe, il a été payé de la même monnaye, de sorte qu’il y avait peu de personnagesdont la poitrine fût aussi chamarrée et chargée d’ordres que la sienne. Resté chrétien et dès lorssujet sarde, il a été fait comte par Charles-Albert après quelques services rendus à des compatriotes. Lemagnifique Ahmed-Bey, en lui faisant present des deux mandragues établies pour la pêche du thon,l’avait mis à même de se procurer l’argent nécessaire pour soutenir son nouveau rang de gentilhomme[…] Le comte Raffo, quoique tombé en <strong>di</strong>sgrace à la fin de sa vie, a touché constamment et a pu transmettreà son fils les deux cents mille francs de revenus que valent ces mandragues» (A. DE FLAUX, La régence deTunis cit., pp. 149-150)

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