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Bollettino di Studi Sardi, III, 2010

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68 FIORENZO TOSO10. In merito alla durata del tabarchino a Tunisi, rafforzata dall’apporto immigratorio<strong>di</strong> provenienza sardo-ligure e genovese, abbiamo dunque testimonianze riferibilia tutta la fase pre-coloniale. Svariati in<strong>di</strong>zi lasciano pensare che il declinodella parlata sia iniziato proprio con l’avvento del protettorato francese, anchecome conseguenza del progressivo allentamento dei rapporti interni alla comunità:l’internazionalizzazione e la francesizzazione sempre più forte dell’élite, la fusionedei ceti più bassi con la nuova immigrazione <strong>di</strong> provenienza soprattutto italianameri<strong>di</strong>onale, dovettero mettere in crisi tra<strong>di</strong>zioni linguistiche associate auna base demografica comunque non estesa, mentre l’affermazione del francese edell’italiano come lingue degli ‘Europei’ comportavano il declassamento del tabarchinoal rango <strong>di</strong> varietà usata in contesti sempre più ristretti, nell’ambito familiaree in situazioni sempre più circoscritte e precarie <strong>di</strong> solidarietà ‘etnica’.Resta però l’impressione che fino a quando rimase viva l’autopercezione dei Tabarchinicome comunità, fino a quando, soprattutto, fu viva una serie <strong>di</strong> legamibasati su un concetto <strong>di</strong> parentela estesa e <strong>di</strong> clan, il tabarchino abbia continuatoa svolgere una sua funzione identitaria e comunicativa all’interno del contestoplurilingue tunisino.Una delle testimonianze più recenti sull’uso del tabarchino a Tunisi, ad esempio,risalente al 1954 ma riferita agli ultimi anni dell’Ottocento e ai primi del Novecento,colloca l’uso <strong>di</strong> questa parlata nel contesto colorito e caotico dell’ambientepopolare in età coloniale quale viene rappresentato con inten<strong>di</strong>menti comicie macchiettistici dall’umorista Ben Nitram. 66 Francese nato in Africa, dotato<strong>di</strong> una singolare capacità <strong>di</strong> cogliere voci, umori ed espressioni della realtà cosmopolitadella città, le trasferiva nelle sue scenette comiche che gli valsero larghissimapopolarità nella Tunisia della prima metà del Novecento. 67In queste rappresentazioni, nelle quali le lingue e i <strong>di</strong>aletti degli Arabi, degliEbrei, dei Siciliani, degli immigrati còrsi e francesi si mescolano dando vita <strong>di</strong> vol-2001, I, pp. 91-112, specie a p. 93; alla Boca <strong>di</strong> Buenos Aires risulta che a metà Ottocento i funzionari consolaridel Regno <strong>di</strong> Sardegna dovevano tradurre «in lingua volgare genovese» i documenti prodotti nelconsolato (A. DUNOYER, Rapporto <strong>di</strong> mare ed atti successivi per l’avaria sofferta dal Brigantino Sardo “La città <strong>di</strong>Milano”, citato da F. DEVOTO, Argentina, in Storia dell’emigrazione italiana, a cura <strong>di</strong> P. Bevilacqua, A. De Clementi,E. Franzina, I, Roma 2002, pp. 25-54, specie a p. 27).66Eugène-Edmond Martin (1888-1963), noto con lo pseudonimo anagrammatico <strong>di</strong> aspetto arabizzante,iniziò la propria attività partire dal 1910 come animatore <strong>di</strong> feste private e <strong>di</strong> spettacoli pubblici, conoscendoun largo successo <strong>di</strong> pubblico quando i suoi sketches, dal 1938, cominciarono a essere trasmessi daRa<strong>di</strong>o Tunisi. Sulla figura e l’opera si vedano tra gli altri K. KCHIR-BENDANA, Kaddour Ben Nitram et ses Sabirs,les traces d’une culture plurielle, in AA.VV., Pratiques et résistance culturelle au Maghreb, Paris-Aix-en-Provence1992, pp. 283-291; ID., Kaddour Ben Nitram, chansonnier et humoriste tunisien, in «Revue du monde musulmaneet de la Mé<strong>di</strong>terranée», 77 (1995), fasc. 1, pp. 165-173, ID., Kaddour Ben Nitram et les sabirs de Tunisieentre l’oral et l’écrit, in «Diasporas. Histoire et Sociétés», 2 (2002: Langues depaysées), pp. 144-153.67La maggior parte dei testi sono raccolti in Les Sabirs de Kaddour Ben Nitram, Tunis 1931 (Tunis 1952 2 ).

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