60 FIORENZO TOSOdei Tabarchini <strong>di</strong> Tunisia, ad esempio, quali furono le tappe della loro integrazionenella realtà i<strong>di</strong>omatica locale, quale fu (anche in rapporto alle storie <strong>di</strong>versissimedel tabarchino in Sardegna e in Spagna) la durata delle consuetu<strong>di</strong>ni linguistichetra<strong>di</strong>zionali? A questi aspetti si associano anche altri interrogativi, sulla<strong>di</strong>mensione sociale della variabilità ad esempio, poiché se è vero che la comunitàtabarchina <strong>di</strong> Tunisi sembra <strong>di</strong>mostrare un forte grado <strong>di</strong> coesione e una notevolericonoscibilità tra le altre componenti della minoranza ‘europea’, appare tuttaviaevidente la forte <strong>di</strong>stanza tra i membri dell’élite economico-politica e il ceto ‘popolare’.7. Philippe Gour<strong>di</strong>n, nella sua ricostruzione delle fasi finali della vicenda <strong>di</strong> Tabarca,ha insistito sul ‘bilinguismo’ come fattore <strong>di</strong> integrazione dei Tabarchininella realtà tunisina e sull’affermazione <strong>di</strong> un ‘meticciato’ culturale, fatalmentedestinato a con<strong>di</strong>zionare la stessa evoluzione delle consuetu<strong>di</strong>ni linguistiche tra<strong>di</strong>zionali:Sans abandonner leur langue ni leur religion, ils sont devenus bilingues et leurlangue maternelle s’est enrichie de mots et de concepts empruntés aux Maures etcet emprunt s’est avéré assez solide pour être transféré en Sardaigne par les émigrésde 1738 et perdurer jusqu’à une époque récente. 50In realtà, il panorama così tracciato non sembra del tutto convincente alla lucedella documentazione storica e dell’analisi <strong>di</strong>alettologica: sotto il primo aspettoad esempio, l’importanza determinante che fino alla caduta <strong>di</strong> Tabarca la documentazioneattribuisce a figure <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atori linguistici e culturali quali i torcimanni,lascia intendere che la popolazione tabarchina non fosse affatto, nel suoinsieme, massicciamente coinvolta in situazioni <strong>di</strong> ‘bilinguismo’. 51 Dal punto <strong>di</strong>50P. GOURDIN, Tabarka cit., p. 471. Cfr. anche p. 468: «Même les Tabarquins qui se sont installés à San Pietroont continué d’utiliser une langue dans laquelle sont intégrés de nombreux [?] mots arabes».51P. Gour<strong>di</strong>n (Tabarka cit., p. 468) basa la propria convinzione <strong>di</strong> una conoscenza <strong>di</strong>ffusa dell’arabo pressoi Tabarchini essenzialmente su un’affermazione <strong>di</strong> Giacomo Rombi, maggiorente dell’isola, in un progettoper l’acquisto <strong>di</strong> Tabarca da parte del re <strong>di</strong> Sardegna; secondo Rombi infatti, i Tabarchini, «sapendo il lorolinguaggio e andamenti» avrebbero potuto potenziare i rapporti commerciali con gli Arabi: in realtà questaè l’unica testimonianza in merito, e sembra concepita più che altro per addurre un ulteriore elementoatto a suscitare l’interesse del sovrano, all’interno <strong>di</strong> un testo che non fa che magnificare le risorse el’importanza dell’isola. I documenti dell’epoca sottolineano al contrario l’importanza decisiva degli interpreticome veri e propri tramiti dei rapporti con la popolazione in<strong>di</strong>gena ai più <strong>di</strong>versi livelli. Per padreVallacca, ad esempio, tra i funzionari <strong>di</strong> Tabarca, «il sesto era il turcimanno, o sia interprete della lingua ei<strong>di</strong>oma turco e arabo, [che] sapeva egualmente legere e scrivere in tutte due le lingue; questo rispondevaalle lettere che sovente venivano scritte dai Bey d’Algeri e Tunisi, e anche secondo le occorrenze si portavain esse città per aggiustare qualche <strong>di</strong>fferenza» (in C. BITOSSI, Per una storia dell’inse<strong>di</strong>amento genovese <strong>di</strong>
Tabarchini e tabarchino in Tunisia dopo la <strong>di</strong>aspora 61vista più strettamente linguistico poi, va osservato preliminarmente che la realtàlinguistica <strong>di</strong> Tabarca appare nel corso dei secoli caratterizzata da una situazioneassai complessa <strong>di</strong> plurilinguismo e pluriglossia: Gour<strong>di</strong>n sembra fare riferimentoa una sorta <strong>di</strong> bilinguismo bilanciato tabarchino-arabo, ma non sembra tenerconto della pratica che molti Tabarchini dovevano avere <strong>di</strong> altri i<strong>di</strong>omi europei 52Tabarca cit., p. 257, e cfr. anche P. GOURDIN, Tabarka cit., p. 325). Dalle lettere e relazioni del governatoredell’isola per il 1683-1687 (parzialmente pubblicate in S. PELLEGRINI, Le lettere <strong>di</strong> Aurelio Spinola governatore<strong>di</strong> Tabarca. Pagine sconosciute <strong>di</strong> vita coloniale genovese, Recco 2004) si desume che «il posto <strong>di</strong> Torcimanno ènecessarissimo e non se ne può stare senza» (p. 63, relazione del 22 gennaio 1684), e che tale funzionarioera in<strong>di</strong>spensabile non solo nei rapporti con le autorità delle reggenze e i loro inviati (es. pp. 66, 146-147:relazioni e lettere del 22 gennaio e del 4 luglio 1684), ma persino per l’acquisto <strong>di</strong> approvigionamentipresso le popolazioni locali, ad esempio <strong>di</strong> carne macellata (p. 64, relazione del 22 gennaio 1684). Procurarsibuoni interpreti non era facile, e alla fine del Seicento si ricorreva a stranieri (nel 1684 un maltese,sostituito alla sua morte da un certo Francesco Rosa, ufficiale spagnolo) o persone comunque esterne allapopolazione dell’isola: il 7 marzo 1684 lo Spinola informa la signoria, come <strong>di</strong> un fatto eccezionale, dellapresenza <strong>di</strong> un tale Stefano Chiappe che conosceva la «lingua moresca», chiedendosi se fosse il caso <strong>di</strong>assumerlo come «torcimano» (p. 123), e l’8 aprile 1684 il governatore avanzava dubbi «sulle corrette traduzioni»da parte dell’interprete «<strong>di</strong> quanto riferivano gli Arabi nel corso degli incontri reciproci» (p. 77).52La coesistenza <strong>di</strong> lingue <strong>di</strong>verse e forme <strong>di</strong> plurilinguismo variamente tarate in base alle esigenze in<strong>di</strong>viduali,alle professionalità e alle contingenze <strong>di</strong>astratiche sembrano aver caratterizzato il panorama linguistico<strong>di</strong> Tabarca. Da quel che emerge dall’esame della parlata trapiantata in Sardegna, intanto, il tabarchinodoveva proporsi già nella sede africana come lingua (praticata dall’intera popolazione) dotata <strong>di</strong>una valenza comunicativa forte con la madrepatria e con le <strong>di</strong>verse componenti della <strong>di</strong>aspora ligure, fattoche ne garantì l’aggiornamento rispetto al genovese metropolitano pur salvaguardando alcune caratteristichepeculiari dell’originaria parlata rivierasca, destinate ad assicurargli una precisa valenza identitaria:l’analisi <strong>di</strong>alettologica <strong>di</strong>mostra infatti che le <strong>di</strong>vergenza attuali tra il tabarchino e il genovese sonolegate essenzialmente all’emergere <strong>di</strong> tratti ‘rurali’ nella parlata insulare, come riflesso dell’origine provincialedei parlanti (cfr. F. TOSO, Il tabarchino. Strutture, evoluzione storica, aspetti sociolinguistici, in Il bilinguismotra conservazione e minaccia. Esempi e presupposti per interventi <strong>di</strong> politica linguistica e <strong>di</strong> educazione bilingue,a cura <strong>di</strong> A. Carli, Milano 2004, pp. 21-232). In base alla documentazione scritta, l’italiano <strong>di</strong> improntaligure appare come la lingua professionale del ceto amministrativo e della scrittura ai più <strong>di</strong>versi livelli(sempre verosimilmente me<strong>di</strong>ata, in ogni caso, da operatori dotati <strong>di</strong> specifica competenza, il che non neesclude una certa <strong>di</strong>ffusione anche nell’uso parlato, ove si consideri l’importanza <strong>di</strong> tale lingua nelle relazioniinteretniche lungo la costa delle Reggenze); a sua volta il francese o un francese variamente interferitocol <strong>di</strong>aletto provenzale, entrava probabilmente in gioco nelle non infrequenti, per quanto turbolente,relazioni dei Tabarchini con i ‘vicini’ del Bastion de France e <strong>di</strong> Capo Negro, mentre lo spagnolo dovevaavere a sua volta un minimo <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza sull’isola, considerando la <strong>di</strong>pendenza formale <strong>di</strong> essa dallacorona spagnola (che implicava per <strong>di</strong> più relazioni scritte) e la presenza, per quanto saltuaria, <strong>di</strong> unaguarnigione. Per completare il quadro delle lingue ‘europee’ andrebbero inoltre ricordati il latino deglior<strong>di</strong>ni religiosi e del clero secolare («persone dotte, esemplari e dessinterressate» incaricate anche «<strong>di</strong>fare scuola ai ragazzi», cfr. la relazione <strong>di</strong> padre Vallacca in C. BITOSSI, Per una storia dell’inse<strong>di</strong>amento genovese<strong>di</strong> Tabarca cit., p. 253) e la frequente presenza <strong>di</strong> operatori economici <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse nazionalità, <strong>di</strong> ambitome<strong>di</strong>terraneo e non solo, se si considera la <strong>di</strong>screta assiduità <strong>di</strong> Inglesi e Olandesi nelle transazioni commercialiche avevano luogo a Tabarca. Si sarà osservato che manca in questo quadro un qualsiasi riferimentoalla ‘lingua franca’, della quale non si rinviene traccia alcuna nella documentazione scritta relativaa Tabarca, un’isola che pure avrebbe dovuto offrirsi come luogo privilegiato <strong>di</strong> elaborazione <strong>di</strong> varietàpidginizzate. Tale è anche l’opinione <strong>di</strong> J. Dakhlia (Lingua franca cit., pp. 135-136), per la quale «Ces comptoirsde la Compagnie d’Afrique, La Calle, Tabarka [che per un lapsus freu<strong>di</strong>ano <strong>di</strong>venta quin<strong>di</strong> ‘francese’!],le Bastion de France, le Cap-Nègre sont par excellence des lieux de ‘<strong>di</strong>ffusion’ de la lingua franca dansl’intérieur du pays». In realtà da tutta l’abbondante documentazione relativa a Tabarca non solo non e-