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Giro della Corsica in kayak

Questo libro è il racconto dell'avventura fatta nell'estate 2014. E' il diario di viaggio del periplo della Corsica a bordo di un kayak. E' la realizzazione di un ancestrale sogno di libertà. A raccontarlo, oltre le parole, ci sono centinaia di fotografie scattate da terra e da mare ai luoghi più belli dell'isola francese

Questo libro è il racconto dell'avventura fatta nell'estate 2014. E' il diario di viaggio del periplo della Corsica a bordo di un kayak. E' la realizzazione di un ancestrale sogno di libertà. A raccontarlo, oltre le parole, ci sono centinaia di fotografie scattate da terra e da mare ai luoghi più belli dell'isola francese

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***Il rumore <strong>della</strong> pioggia sulla tenda mi sveglia più<br />

volte durante la notte. Esco per controllare se sono<br />

ancora a distanza di sicurezza dal mare. Mi<br />

riaddormento ma il sonno non è mai tranquillo. Al<br />

matt<strong>in</strong>o ancora piove. Rimango <strong>in</strong> tenda f<strong>in</strong>o a quando<br />

spiove. Fa un freddo boia e tira vento. Devo coprirmi<br />

con tutto quello che ho. Intorno a me il silenzio più<br />

totale. Il chiosco è ancora chiuso. Non c’è nemmeno<br />

l’ombra di un essere umano. Inizio il rito <strong>della</strong> colazione<br />

che a sto punto, è l’unica nota positiva <strong>della</strong> giornata<br />

appena <strong>in</strong>iziata. Ormai sveglio, realizzo che l’unica cosa<br />

da fare assolutamente è spostarmi su una spiaggia più<br />

grande. Sulla mappa satellitare scorgo, a poche miglia,<br />

dietro la Punta di Curza, una spiaggia che fa al caso mio:<br />

la Plage de Saleccia. Nell’<strong>in</strong>terno vi è un campeggio ma<br />

non so di preciso dove sia ubicato. Date le condizioni<br />

meteo non ho fretta. Il mare è al limite <strong>della</strong><br />

navigabilità. Se riesco ad arrivare sarò davvero bravo,<br />

mi dico. Alle 10 sono <strong>in</strong> acqua. Ripercorro per la terza<br />

volta lo stesso tratto di mare sperando che questa sia la<br />

volta buona. Quando arrivo <strong>in</strong> punta vengo <strong>in</strong>vestito<br />

dalle stesse violente raffiche di ieri. Ricorro a cont<strong>in</strong>ui<br />

appoggi con la pagaia per alzare e girare la prua del<br />

<strong>kayak</strong>. E’ un’impresa titanica. Alla f<strong>in</strong>e ci riesco e mi<br />

ritrovo il vento <strong>in</strong> faccia. In pochi secondi sono<br />

completamente bagnato. Mi curvo <strong>in</strong> avanti per offrire<br />

meno resistenza al vento. Più volte rischio di farmi<br />

strappare la pagaia dalle mani. La vedo nera ed <strong>in</strong>izio ad<br />

aver paura. Davanti a me c’è un gruppo di scogli. Scelgo<br />

la strada più breve passando nel giard<strong>in</strong>o di roccia a<br />

s<strong>in</strong>istra ma dopo pochi metri capisco subito che non c’è<br />

abbastanza fondo e rischio seriamente di <strong>in</strong>cagliarmi.<br />

Sono costretto a fare una manovra di emergenza per<br />

ritornare <strong>in</strong>dietro e girare gli scogli dall’altro lato.<br />

Proseguo e f<strong>in</strong>almente alla mia s<strong>in</strong>istra appare la<br />

lunghissima Plage de Saleccia. I frangenti sulla costa mi<br />

29 LUGLIO: SECONDO GIORNO NEL DESERTO<br />

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