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Libertà e cervello<br />
Vi è poi un altro motivo per pensare che i geni non possano determinare completamente la<br />
personalità di un individuo. Quando il cervello si forma durante lo sviluppo embrionario,<br />
alcune sue caratteristiche morfologiche e funzionali sono chiaramente predeterminate, e<br />
questo è il motivo per cui il nostro cervello è diverso da quello poniamo, dello scimpanzé.<br />
Altre invece sono chiaramente in relazione a stimoli che avvengono durante o dopo il parto.<br />
Come abbiamo visto, i neuroni sono ampiamente plastici e in seguito a traumi o a deficit di<br />
varia natura, le aree cerebrali possono assumere valenza diversa, anche se sempre, sembra,<br />
con una certa logica. E’ presumibile quindi che alcune grosse connessioni neuronali<br />
avvengano su base genetica esclusiva. Ad esempio, gli assoni della parte mediale della retina<br />
decussano sempre a livello del chiasma ottico, nell’uomo e nel topo, a meno che qualche gene<br />
sia alterato, il che è ulteriore prova del ruolo dei geni nella decussazione. Lo stesso discorso<br />
può essere fatto per le proiezioni degli assoni della retina sul collicolo superiore nelle aree<br />
della corteccia visiva: si nota una organizzazione simile per tutti gli umani e in generale per<br />
tutti i mammiferi. Questa è una buona prova che i geni che regolano questa distribuzione di<br />
fibre neuronali sono di vecchia data.<br />
Ma è presumibile che non tutte le connessioni tra neuroni siano così determinate. Prendiamo<br />
per esempio tutti i miliardi di neuroni che ci sono nella corteccia e che stabiliscono delle<br />
connessioni tra di loro. E’ chiaro che queste connessioni non saranno identiche in tutti gli<br />
individui, presumibilmente neanche nei gemelli monovulari. Vi saranno ovviamente delle<br />
regole generali ed è probabile che non tutti i neuroni possano connettersi con qualsiasi altro,<br />
anche per questioni topologiche, in un organo quale il cervello in cui lo spazio è molto ben<br />
organizzato. Tuttavia sembrerebbe chiaro che queste variazioni non siano tutte geneticamente<br />
determinate.<br />
Quindi i nostri cervelli non sono completamente determinati dai nostri geni neanche alla<br />
nascita. L’interazione con l’ambiente, traumi, malattie, addestramenti, costumi ecc possono<br />
poi diversificare ancora di più aree e connessioni. Ne sono prova, ad esempio, le<br />
modificazioni dell’homunculus di Penfield dopo amputazioni, i rimaneggiamenti della<br />
corteccia visiva nei ciechi e l’aumento della area responsabile del perfect pitch nei grandi<br />
musicisti.<br />
Determinismo oltre i geni (interazionismo)<br />
L’argomentazione dei deterministi tuttavia non è eliminata da tutte queste considerazioni. Le<br />
argomentazioni sovraesposte eliminano solo la possibilità di un determinismo genetico, ma<br />
permane ugualmente la possibilità di un determinismo alla Laplace.<br />
“In the traditional picture a person perceives the world around him, selects features to be<br />
perceived, discriminates among them, judges them good or bad, changes them to make them<br />
better (or, if he is careless, worse), and may be held responsible for his action and justly<br />
rewarded or punished for its consequences. In the scientific picture a person is a member of a<br />
species shaped by evolutionary contingencies of survival, displaying behavioral processes<br />
which brings him under the control of the environment in which he lives, and largely under<br />
the control of a social environment which he and millions of others like him have constructed<br />
and maintained during the evolution of culture” 318 .<br />
318 B.F. Skinner: Beyond freedom and dignity. Jonathan Cape, Londra, 1972: p. 211<br />
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