Altroconsumo n.303 Maggio 2016
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ATTUALITÀ<br />
Privacy online<br />
Alla salute di Big Data<br />
Ricerche su Google, "mi piace" sui social, app per lo stato fisico: ogni giorno<br />
produciamo una quantità immensa di dati sul nostro benessere, che vanno dove?<br />
Hai qualche chilo in più e scarichi<br />
un'app per controllare quante calorie<br />
assumi o per tracciare i tuoi<br />
percorsi quando vai a correre. Soffri<br />
di cuore e ne usi una per il controllo di<br />
pressione o battiti cardiaci. Hai un disturbo e<br />
ti informi online su cosa può essere, oppure<br />
scrivi su un forum di persone che soffrono<br />
della tua stessa malattia. Chi pensa che le<br />
informazioni sul proprio stile di vita e benessere<br />
che si possono dedurre da queste azioni<br />
non interessino a nessuno, si sta sbagliando.<br />
Anche il mondo della salute — dalle aziende<br />
farmaceutiche ai produttori di rimedi di<br />
vario tipo, fino al sistema sanitario e alla ricerca<br />
scientifica — si è accorto dell'enorme<br />
potenziale dei big data, l'immensa, veloce,<br />
quantità di dati di varia natura e affidabilità<br />
IN SINTESI<br />
Che cosa sono i<br />
big data e perché<br />
sono diventati così<br />
importanti anche nel<br />
campo della salute<br />
Che cosa succede<br />
con le informazioni<br />
sulla salute che<br />
derivano da ricerche e<br />
app. Quali regole?<br />
che produciamo ogni giorno, anche attraverso<br />
quello che facciamo sul web e con i<br />
nostri smartphone: con una ricerca su Google,<br />
un acquisto online, guardando un video<br />
su Youtube, scrivendo un post su Facebook,<br />
pubblicando una foto o scaricando un'app.<br />
«I big data stanno diventando molto importanti,<br />
anche nel campo della salute — dice<br />
Antonietta Mira, co-direttore dell'Istituto<br />
Interdisciplinare di Data Science presso<br />
l'Università della Svizzera italiana —, costa<br />
poco generarli perché avviene in automatico<br />
attraverso i dispositivi a cui affidiamo<br />
quotidianamente le nostre vite, costa poco<br />
immagazzinarli e relativamente poco analizzarli,<br />
anche se servono adeguate metodologie<br />
statistiche altrimenti è facile, dai big<br />
data, generare big errors. Altro elemento<br />
12 <strong>Altroconsumo</strong> 303 • maggio <strong>2016</strong><br />
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