Altroconsumo n.303 Maggio 2016
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PRIMO PIANO<br />
Notizie<br />
CITTADINI<br />
Acqua, un referendum violato<br />
Privato e pubblico si dividono la gestione di un bene universale.<br />
Intervenire è necessario: il servizio idrico ha falle da tutte le parti.<br />
37%<br />
spreco idrico<br />
in media<br />
investimenti<br />
necessari<br />
65 mld<br />
aumento<br />
delle tariffe<br />
rispetto al 2014<br />
+6%<br />
Nel giugno 2011, ventisei<br />
milioni di italiani hanno votato<br />
sì al referendum con il quale si<br />
stabiliva che l’acqua deve essere<br />
pubblica. Ad oggi, quel risultato<br />
è stato messo in discussione<br />
più volte, con l’approvazione<br />
norme che lasciano spazio<br />
ai privati nella gestione dei<br />
servizi idrici. L’aspetto delicato<br />
è l’aver ignorato uno strumento<br />
essenziale di partecipazione<br />
diretta dei cittadini (il<br />
referendum), ma quello che sta<br />
accadendo è l’inevitabile epilogo<br />
di un servizio pubblico trascurato<br />
e maltrattato per decenni, al<br />
punto che oggi ha bisogno<br />
dell’intervento dei privati per<br />
essere risanato.<br />
Cittadini protagonisti?<br />
«È evidente - scrive sulle pagine<br />
di Repubblica Stefano Rodotà -<br />
che, se questa operazione andrà<br />
in porto, proprio il tentativo di<br />
creare occasioni e strumenti<br />
propizi a una rinnovata fiducia<br />
dei cittadini verso le istituzioni<br />
rischia d’essere vanificato. Se<br />
il voto di milioni di persone può<br />
essere aggirato e messo nel<br />
nulla, il disincanto e il distacco dei<br />
cittadini cresceranno e crollerà<br />
l’affidabilità degli strumenti<br />
democratici se una maggioranza<br />
parlamentare può impunemente<br />
travolgerli».<br />
Perché dare spazio ai privati?<br />
Al di là del quesito referendario, la<br />
questione della privatizzazione<br />
nasce dalla crisi grave del<br />
settore, trascurato per decenni,<br />
e diventato oggi la cenerentola<br />
dei servizi pubblici. Il problema, in<br />
termini di fondi, è la mancanza di<br />
investimenti. In generale la rete<br />
italiana ha un tasso di dispersione<br />
in media del 37%, mancano<br />
impianti di depurazione e<br />
fognari, si fa poca manutenzione.<br />
L’Autorità per l’energia nel 2012<br />
ha calcolato i soldi necessari a<br />
tappare questa enorme falla: 65<br />
miliardi in 30 anni.<br />
Di fronte a questa crisi cronica,<br />
alcuni gestori hanno aperto ai<br />
privati per iniziare a risanare<br />
la rete e fare investimenti a<br />
medio-lungo termine. La reale,<br />
forte necessità di investimenti<br />
non deve significare però<br />
vendere il bene acqua ai privati:<br />
l’operazione di risanamento deve<br />
essere portata a termine sotto il<br />
controllo dall’Autorità garante per<br />
l’energia e il sistema idrico.<br />
Salgono i prezzi, intanto<br />
Le tariffe dell’acqua potabile sono<br />
stabilite dall’Autorità in base a<br />
precisi criteri, definiti a livello<br />
nazionale. Sulla base dello stato<br />
delle infrastrutture e dei costi<br />
sostenuti per l’erogazione del<br />
servizio, può essere concesso di<br />
aumentare le tariffe, ma sempre<br />
sotto il controllo dell’autorità.<br />
L’aumento delle tariffe cui<br />
abbiamo assistito negli ultimi anni<br />
non è direttamente legato alla<br />
privatizzazione. Ma c’è stato.<br />
Nel 2015 una famiglia italiana<br />
ha speso in media 376 euro per<br />
il servizio idrico integrato, con<br />
un aumento del 5,9% rispetto<br />
al 2014 e di ben il 61,4% rispetto<br />
al 2007. I dati, che vengono<br />
dall’Osservatorio prezzi e tariffe<br />
di Cittadinanzattiva, fanno anche<br />
emergere la grande differenza di<br />
costi non solo a livello regionale,<br />
ma anche tra città a città. E c’è<br />
differenza sul territorio anche per<br />
quanto riguarda la dispersione<br />
idrica, ovvero dell’acqua immessa<br />
nelle tubature: è elevata<br />
ovunque, se come abbiamo visto<br />
circa un terzo va perso in totale,<br />
ma il problema è particolarmente<br />
accentuato al Sud, dove la<br />
dispersione arriva al 43%.<br />
spesa media<br />
annua a famiglia<br />
376 ₣<br />
il numero di<br />
gestori supera i<br />
1.500<br />
Roma, manifestazione nazionale a sostegno del referendum per l’acqua pubblica (2011).<br />
8 <strong>Altroconsumo</strong> 303 • maggio <strong>2016</strong><br />
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