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Altroconsumo n.305 Luglio 2016

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305 luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it<br />

Anno XLII - <strong>Altroconsumo</strong>: via Valassina 22, 20159 Milano - Poste Italiane s.p.a. Spedizione in a.p.- D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

In caso di mancato recapito, restituire al Cmp di Milano Roserio per la restituzione al Mittente previo pagamento resi - 11 euro<br />

IN AUTOSTRADA:<br />

LA BENZINA COSTA DI PIÙ<br />

IL DISIMPEGNO ETICO<br />

DELLE CATENE<br />

DI ARTICOLI SPORTIVI<br />

TEST<br />

H Yogurt alla fragola<br />

H Foto con il telefono<br />

H Gelatiere<br />

H Windows 10<br />

H Software e app<br />

per videochiamate<br />

LA PALMA<br />

DELLA<br />

SCONFITTA<br />

ALIMENTI CON OLIO DI PALMA PER BAMBINI<br />

E NEONATI CONTENGONO SOSTANZE TOSSICHE<br />

PERICOLOSE. NON COMPRATELI.


Sommario<br />

CHE COSA C’È DI NUOVO<br />

04 EDITORIALE<br />

La parola al direttore.<br />

04 PRIMO PIANO<br />

Dibattito, denunce, segnalazioni.<br />

A 360°, da tutto il mondo, per<br />

i nostri diritti di consumatori e<br />

cittadini. Ma anche novità, consigli e gli<br />

aggiornamenti sulle nostre attività.<br />

38 A PRIMA VISTA<br />

Impressioni e giudizi sui prodotti<br />

appena usciti sul mercato: quelli<br />

promettenti e quelli da evitare.<br />

TEST<br />

INCHIESTE<br />

10 OLIO DI PALMA<br />

Contaminanti a rischio in molti prodotti<br />

per bambini. Chiediamo regole.<br />

di Simona Ovadia<br />

14 NUOVA ECONOMIA<br />

Intervista all’esperto di sharing<br />

economy Arun Sundararajan.<br />

di Manuela Cervilli<br />

18 TELEFONO CASA<br />

Chiamare all’estero: nuove regole Ue e<br />

comportamento degli operatori italiani.<br />

di Marta Buonadonna<br />

22 PRONTO INGANNO<br />

Utenti vittime di fornitori di luce e gas:<br />

una telefonata, un contratto.<br />

di Stefania Villa<br />

10<br />

Olio di palma: nel test, trovati contaminanti<br />

potenzialmente cancerogeni.<br />

CHIEDILO A NOI<br />

62 ADESSO LO SAI<br />

Seggiolini: sai davvero tutto? - Tranquilli al sole<br />

in cinque mosse - Non scherziamo col fuoco,<br />

neanche quando facciamo il barbecue- Come<br />

farsi un selfie perfetto.<br />

64 LETTERE<br />

Testimonianze di soci che ce l’hanno fatta.<br />

Condividi con noi la tua storia.<br />

24 BENZINA E ALTRO<br />

Inchiesta in 24 aree di servizio<br />

autostradali: servizio e prezzi.<br />

di Giuseppe Aliverti<br />

28 NON È UNO SPORT<br />

I rivenditori di articoli sportivi non si<br />

preoccupano di come sono prodotti.<br />

di Matteo Metta<br />

32 ANIMALI<br />

DA COMPAGNIA<br />

Vantaggi nel possedere animali, ma<br />

anche problemi: economici e non solo.<br />

di Beba Minna<br />

64<br />

In risarcimento del<br />

danno, ha ottenuto<br />

un mobile nuovo<br />

gratuitamente<br />

66<br />

L’albergo ha un<br />

indirizzo sbagliato e<br />

non si trova: ottiene il<br />

rimborso<br />

54<br />

E se Windows 10 non lo<br />

voglio? Cosa valutare<br />

40 YOGURT<br />

Alla prova 12 yogurt alla fragola e 3<br />

yogurt greci. Qual è più sano? Quale<br />

meno calorico? La verità è che ormai<br />

tendono a contenere troppo zucchero.<br />

E a diventare piccoli dessert.<br />

di Manuela Cervilli<br />

45 FOTO SMART<br />

Valutati sette smartphone in<br />

particolare per come sanno fare foto.<br />

In più, consigli per la gestione della<br />

memoria e per sfruttare tutte<br />

le potenzialità del telefono.<br />

di Simona Ovadia<br />

2 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong> www.altroconsumo.it


luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it<br />

40<br />

Troppo zucchero nei 15 yogurt<br />

alla fragola messi alla prova<br />

52 TOP 5<br />

Questa volta sono creme solari,<br />

salviettine per bimbi, tablet, ferri da<br />

stiro e lavastoviglie. Una scelta di<br />

prodotti tra i migliaia confrontati a ciclo<br />

continuo sul nostro sito.<br />

48 GELATIERE<br />

Testate 13 gelatiere, 5 autorefrigeranti<br />

e 8 non autorefrigeranti. Il gelato<br />

fatto in casa si rivela vantaggioso:<br />

ingredienti a propria scelta e un buon<br />

risparmio rispetto all’artigianale.<br />

di Elisa Gerardis<br />

54 WINDOWS 10<br />

Il nuovo sistema operativo di Microsoft<br />

è scaricabile gratuitamente fino al 28<br />

luglio. E a volte ce lo si ritrova sul pc<br />

senza averlo voluto.<br />

Ma conviene davvero installarlo?<br />

Accorgimenti e consigli.<br />

di Elisa Gerardis<br />

59 VIDEOCHIAMATE<br />

Test su 5 software/app scaricabili<br />

gratuitamente per videochiamare<br />

tramite internet. Valutate: qualità,<br />

consumi e funzionalità. Il difetto<br />

peggiore? La non compatibilità tra<br />

sistemi diversi.<br />

di Sonia Sartori<br />

45<br />

Gli smartphone<br />

migliori per fare<br />

foto e i consigli per<br />

lo scatto perfetto<br />

48<br />

Tempo di gelato: fallo in casa<br />

con la gelatiera giusta<br />

I NOSTRI<br />

VALORI<br />

INDIPENDENTI<br />

Le nostre pubblicazioni<br />

non contengono pubblicità.<br />

Non accettiamo prodotti gratuiti<br />

e non realizziamo test su richiesta<br />

dei produttori. Scegliamo solo<br />

laboratori competenti<br />

e indipendenti da qualunque<br />

interesse. L’indipendenza è totale,<br />

a garanzia di obiettività di giudizi<br />

e consigli.<br />

EFFICACI<br />

Il nostro metodo di lavoro si basa<br />

su criteri di rigore scientifico,<br />

efficienza e competenza.<br />

A test e inchieste lavorano tecnici<br />

qualificati e specialisti di settore,<br />

che mettono la loro professionalità<br />

al servizio dell’informazione,<br />

della consulenza, della risoluzione<br />

concreta dei problemi.<br />

DALLA TUA PARTE<br />

La nostra missione<br />

è esclusivamente orientata<br />

a soddisfare le necessità<br />

dei consumatori e a tutelare<br />

i loro diritti. Per questo offriamo<br />

servizi di consulenza individuale<br />

e portiamo la voce e le istanze<br />

dei consumatori presso gli<br />

interlocutori istituzionali e sociali.<br />

Per contattarci<br />

www.altroconsumo.it/contattaci<br />

tutti HEURES i numeri ET JOURS di telefono VOIR a P.67 p.65<br />

www.altroconsumo.it<br />

luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 3


EDITORIALE<br />

PRIMO PIANO<br />

Dire fare cambiare<br />

Prevenire le<br />

crisi umanitarie<br />

si deve<br />

ROSANNA MASSARENTI<br />

DIRETTORE<br />

Le ombre del palma<br />

Il maggio scorso l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa)<br />

ha quantificato la pericolosità di sostanze tossiche e potenzialmente<br />

cancerogene che si creano nel processo di raffinazione degli oli<br />

vegetali. I dati del dossier presentato a supporto sono pesantissimi<br />

per l’olio di palma. Ci saremmo aspettati che il ministero della Salute<br />

verificasse la presenza di queste sostanze nei prodotti che le persone<br />

consumano abitualmente e agisse di conseguenza, nell’interesse<br />

della salute pubblica. Non è avvenuto. Lo abbiamo fatto noi, per<br />

dare risposte concrete alle legittime domande e alle molte ansie<br />

che ci hanno raccontato i cittadini, da mesi confusi e sballottati tra<br />

notizie per niente rassicuranti e martellanti (e discutibili) campagne<br />

pubblicitarie per riabilitare questo<br />

Le nostre analisi<br />

hanno trovato molte<br />

sostanze tossiche nei<br />

prodotti per bambini<br />

olio, usatissimo dalle industrie<br />

alimentari. Così ci siamo riuniti -<br />

giornalisti, alimentaristi, analisti<br />

di mercato - e abbiamo deciso<br />

di far analizzare alcuni prodotti<br />

tra i più consumati da bambini<br />

e adolescenti. L’idea era di gettare una sonda nel mare infinito di<br />

alimenti che contengono olio di palma e verificare come i dati astratti<br />

e anonimi dei dossier scientifici si calano nella realtà, cioè nei prodotti<br />

che mangiamo. Le analisi confermano i timori: sempre presenti<br />

i contaminanti tossici (3-MCPD), che nel latte per neonati sono<br />

dieci volte superiori ai limiti di sicurezza fissati dall’Efsa. Ma, cosa<br />

gravissima, in biscotti, merendine e patatine abbiamo trovato anche<br />

i GE, contaminanti potenzialmente cancerogeni (risultati completi a<br />

pag. 10). Il problema esiste, ed è serio. Il nostro consiglio, dunque, è di<br />

evitare del tutto il consumo di alimenti con olio di palma, almeno fino a<br />

quando non ci saranno nuove regole. Abbiamo chiesto al ministero della<br />

Salute che proceda a verifiche a tappeto e intervenga con provvedimenti<br />

adeguati, anche con il ritiro dei prodotti, nel caso questi pongano a rischio<br />

la salute, soprattutto dei bimbi. Ma il problema è internazionale: il nostro<br />

Governo deve farsi promotore presso la Commissione europea di una<br />

norma che regolamenti la presenza di queste sostanze tossiche negli<br />

alimenti, in primis la definizione di limiti di sicurezza per i 3-MCPD in base<br />

alla dose giornaliera tollerabile stabilita dall’ Efsa e l’esclusione totale di<br />

GE. Firma la petizione su altroconsumo.it/oliodipalma.<br />

Il 2015 è stato un anno duro<br />

per le crisi umanitarie. Un<br />

trend negativo, che secondo il<br />

World Humanitarian Summit<br />

continuerà in modo anche<br />

più accelerato nel corso del<br />

<strong>2016</strong>. L’assistenza umanitaria<br />

richiesta dalla comunità<br />

internazionale è la più alta<br />

di sempre. Spendiamo circa<br />

25 miliardi di euro in aiuti<br />

per sostenere 125 milioni di<br />

persone colpite da conflitti e da<br />

disastri. Un sostegno, però, che<br />

si rivela insufficiente. Anche<br />

perché i fondi si investono<br />

per ristabilire un equilibrio<br />

dopo la crisi, e non per fare<br />

prevenzione. Si potrebbe<br />

fare di più. Innanzitutto si<br />

risparmierebbero vite, ma si<br />

avrebbero anche più risorse.<br />

Si stima che per ogni dollaro<br />

speso nella riduzione del<br />

rischio se ne potrebbero<br />

risparmiare 4 nell’intervento<br />

per fronteggiare l’emergenza.<br />

Perché le crisi umanitarie<br />

aumentano? Secondo gli<br />

esperti lo scenario è sempre<br />

più complesso e condizionato<br />

da aspetti diversi: oltre ai<br />

conflitti, i cambiamenti<br />

climatici e le catastrofi che ne<br />

conseguono, come inondazioni<br />

e tifoni, il terrorismo e le<br />

migrazioni. A questo si<br />

aggiunge l’aumento della<br />

popolazione mondiale, la<br />

carenza di cibo e di acqua,<br />

l’instabilità politica.<br />

Ogni dollaro<br />

speso in<br />

prevenzione<br />

può farne<br />

risparmiare 4<br />

in aiuti.<br />

4 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


Product name<br />

Dieselgate,<br />

negli Usa<br />

i primi rimborsi<br />

SABRINA D’ALESSANDRO<br />

URPS - Ufficio Resurrezione Parole Smarrite<br />

La parola vacanza deriva dal latino văcāre, esser vuoto (libero da lavoro, impegni etc.). Il risquitto<br />

invece (letteralmente “requie” dopo la fatica) è pienezza di cose che rigenerano corpo e spirito.<br />

Probabilmente trae infatti origine dal latino respĕctum e in questo senso contiene l’idea del<br />

“rispetto” e della cura di sé, un ottimo modo per riempirsi le vacanze. Buon risquitto a tutti.<br />

Negli Stati Uniti Volkswagen<br />

ha presentato un piano<br />

di risarcimento per gli<br />

automobilisti nordamericani<br />

in possesso di un’auto diesel<br />

implicata nello scandalo delle<br />

emissioni truccate, le cui<br />

prove di omologazione sono<br />

state falsate ad arte. Dopo<br />

la class action a favore degli<br />

automobilisti statunitensi,<br />

Volkswagen si è dovuta<br />

impegnare a riacquistare<br />

le auto, a intervenire per<br />

renderle conformi agli<br />

standard e a risarcire migliaia<br />

di dollari. In Italia e in Europa<br />

è tutto fermo: la casa tedesca è<br />

riuscita finora ad approfittarsi<br />

di leggi meno stringenti.<br />

Ilva: il popolo inquinato si fa giustizia da solo<br />

Intervista di Beba Minna<br />

Lo Stato italiano è sotto processo di fronte alla<br />

Corte europea dei diritti umani, con l’accusa<br />

di non aver protetto la salute dei cittadini dalle<br />

emissioni dell’acciaieria Ilva. Angelo Bonelli,<br />

fino a pochi mesi fa consigliere comunale di<br />

Taranto, per anni ha collaborato con il gruppo<br />

di 182 tarantini ricorsi alla Corte di Strasburgo.<br />

Tutto è nato da un movimento dal basso?<br />

Tutto è partito dai cittadini: dalla capacità di riunirsi,<br />

fare indagini, contattare laboratori specializzati<br />

per fare analisi. Il governo è stato inerte,<br />

così un folto gruppo di cittadini si è organizzato<br />

per capire quali potessero essere le cause e gli<br />

effetti dell’inquinamento legato all’impianto.<br />

Che tipo di analisi avete fatto?<br />

Hanno analizzato il registro nazionale delle<br />

emissioni ed è emerso che nei dintorni dell’acciaieria<br />

c’era una delle più grosse concentrazioni<br />

di diossina e di altri inquinanti pericolosi.<br />

Poi nel 2005 un ex operaio dell’Ilva ebbe l’intuizione,<br />

insieme a un professore, di analizzare<br />

il formaggio prodotto dalle pecore di un amico<br />

morto di tumore, che pascolavano intorno alle<br />

ciminiere. Il responso del laboratorio fu drammatico.<br />

Partirono i primi esposti alla Procura,<br />

l’Asl iniziò a fare i controlli e alla fine 2.500 capi<br />

di bestiame furono abbattuti. Le associazioni<br />

chiesero un’indagine epidemiologica alla giunta<br />

Vendola, che mai arrivò. La fece l’autorità<br />

giudiziaria, non le istituzioni: nel 2012 la Procura<br />

aprì un fascicolo che stabilì il legame causa-effetto<br />

tra l’inquinamento prodotto dall’acciaieria,<br />

la mortalità e i danni alla catena alimentare.<br />

I cittadini, quindi, si sostituiscono allo Stato?<br />

Se non ci fosse stata la caparbietà, la tenacia<br />

di questi cittadini, che hanno saputo sostituirsi<br />

a chi li doveva tutelare, oggi molte cose non<br />

le sapremmo. Non sapremmo che la mortalità<br />

infantile a Taranto è aumentata del 21% rispetto<br />

alla media pugliese, mentre i tumori tra i<br />

bambini sono aumentati del 54%, come ha rivelato<br />

lo studio Sentieri dell’Istituto superiore<br />

di sanità, realizzato però solo dopo l’indagine<br />

della Procura di Taranto, che aveva dimostrato<br />

un alto livello di mortalità vicino all’impianto.<br />

Ma i dati di inquinamento era noti?<br />

Erano noti nel registro delle emissioni, però non<br />

si facevano i controlli ambientali e quindi per<br />

anni l’impianto è stato una sorta di isola felice<br />

per chi lo gestiva. L’Arpa fino al 2005 non aveva<br />

Non esiste solo<br />

l’Ilva, in Italia<br />

tante Taranto<br />

attendono giustizia<br />

Angelo Bonelli<br />

leader della Federazione<br />

nazionale dei Verdi<br />

nemmeno la strumentazione per il monitoraggio.<br />

L’assenza di controlli faceva parte di una<br />

strategia, come dimostra l’inchiesta giudiziaria.<br />

Come si esce dal ricatto o la salute o il lavoro?<br />

Avendo giustizia. Nel quartiere Tamburi non c’è<br />

una famiglia che non abbia avuto almeno un<br />

lutto. Se ne esce con un governo coraggioso,<br />

che riconosca che il modello Ilva appartiene<br />

al secolo scorso, che se ne può uscire con un<br />

piano di conversione industriale, come è stato<br />

fatto per esempio a Bilbao. L’economia tarantina<br />

ruota attorno all’immagine negativa dell’Ilva,<br />

che danneggia turismo, terziario, agricoltura.<br />

www.altroconsumo.it<br />

luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 5


PRIMO PIANO<br />

Notizie<br />

a cura di Beba Minna<br />

CARNE<br />

Allevamenti febbrili<br />

L’uso eccessivo di antibiotici nella carne<br />

minaccia la salute anche dell’uomo.<br />

A dispetto del tanto rinomato<br />

Made in Italy, negli allevamenti<br />

intensivi di carne nostrana si fa<br />

un uso massiccio di antibiotici.<br />

La denuncia arriva da CIWF<br />

Italia Onlus, la maggiore<br />

organizzazione internazionale<br />

per il benessere degli animali da<br />

allevamento. L’associazione ha<br />

lanciato una petizione al ministro<br />

della Salute Lorenzin, perché il<br />

nostro Paese adotti un piano<br />

obbligatorio per il monitoraggio<br />

e la riduzione dell’uso di<br />

antibiotici negli allevamenti<br />

intensivi. L’uso massiccio di<br />

questi farmaci minaccia anche<br />

la salute dell’uomo, creando la<br />

cosiddetta resistenza ai batteri,<br />

in pratica l’inefficacia della terapia.<br />

Nel mondo ogni anno muoiono<br />

5-7mila persone per l’antibioticoresistenza.<br />

Negli allevamenti<br />

intensivi mucche, polli e suini<br />

sono ammassati nei capannoni, in<br />

pessime condizioni, che rendono<br />

necessario il ricorso ai farmaci.<br />

La sospensione dei trattamenti<br />

prima della macellazione<br />

garantisce che nella carne non vi<br />

siano residui. Resta il fatto che,<br />

come denuncia la onlus, in Italia il<br />

rischio è alto perché per produrre<br />

un chilo di carne utilizziamo il<br />

doppio o il triplo dei farmaci<br />

usati in altri Paesi europei. Il 71%<br />

degli antibiotici venduti in Italia<br />

è destinato agli animali, il nostro<br />

Paese ne è il terzo maggiore<br />

utilizzatore negli allevamenti<br />

in Europa. Spiega Annamaria<br />

Pisapia, direttrice di CIWF Italia:<br />

«Lasciare, come ha fatto il<br />

Ministero, i controlli e la gestione<br />

di piani, oltretutto solo volontari,<br />

all’industria, è inaccettabile».<br />

ENERGIA<br />

Cala l’elettricità, ma cresce la bolletta<br />

La spesa per l’energia elettrica è aumentata. In<br />

realtà non è cresciuto il costo dell’elettricità,<br />

ma alcune voci fisse di non facile comprensione<br />

in bolletta. Sono le cosiddette tariffe di rete,<br />

quanto pagato per far arrivare l’energia a casa<br />

e i corrispettivi per la gestione e la lettura del<br />

contatore, a cui bisogna aggiungere gli oneri<br />

di sistema, ovvero il costo per mantenere in<br />

equilibrio il sistema elettrico, per finanziare<br />

gli incentivi alle fonti rinnovabili. Solo il costo<br />

del contatore è raddoppiato rispetto al 2015,<br />

passando da 7 a oltre 14 euro all’anno. Queste<br />

novità fanno parte di un ampio processo di<br />

trasformazione del sistema elettrico. In passato si<br />

risparmio famiglie<br />

-43 ₣<br />

6 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

rincaro single<br />

+6 ₣<br />

premiavano i consumi bassi, indipendentemente<br />

dal nucleo familiare, numeroso o no. Oggi invece<br />

l’Autorità per l’energia ha deciso di caricare<br />

buona parte dei costi sulle quote fisse e meno sul<br />

consumo. Lo scenario quindi cambia. In passato<br />

un single, magari sprecone, finiva comunque<br />

in uno scaglione basso, oggi invece si trova a<br />

pagare di più rispetto a prima. Invece le famiglie<br />

numerose sono alleggerite perché, nonostante<br />

eventuali comportamenti virtuosi, faticano a<br />

contenere i consumi complessivi.<br />

Senza scaglioni si potrà anche definire un prezzo<br />

unico per l’energia, cosa che renderà più facile<br />

confrontare le offerte dei vari provider.<br />

spesa per famiglia<br />

632 ₣<br />

VINCENTI<br />

SUL MERCATO<br />

<strong>Altroconsumo</strong> ha<br />

lanciato la quarta<br />

edizione di Abbassa<br />

la bolletta, il gruppo<br />

di acquisto per<br />

spuntare insieme<br />

il contratto più<br />

conveniente di<br />

luce e gas. Aderire<br />

è gratuito: vai sul<br />

nostro sito o chiama<br />

il numero verde<br />

800136743 (da lunedì<br />

a sabato, h 9-20).<br />

www.altroconsumo.it


Ecocentrici: il nostro impegno per l’ambiente<br />

Nel primo trimestre <strong>2016</strong> il consumo di carta nella sede di <strong>Altroconsumo</strong> è calato del 30%<br />

rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.<br />

INQUINAMENTO<br />

Milano e il distretto a zero consumi<br />

Milano, insieme a Londra e Lisbona,<br />

è stata scelta per il progetto europeo<br />

Sharing cities: con un finanziamento<br />

di 8,6 milioni di euro, l’obiettivo è la<br />

riqualificazione energetica di un’intera<br />

zona, con interventi su edilizia e mobilità.<br />

Il tempo a disposizione? Cinque anni.<br />

Il distretto pilota è Porta Romana-<br />

Vettabbia, per Londra è Greenwich, a<br />

Lisbona il centro. Gli interventi sugli<br />

edifici serviranno a renderli a basso<br />

consumo energetico. Poi sono previsti 150<br />

biciclette elettriche, 76 punti di ricarica<br />

per mezzi elettrici, 62 auto e 11 veicoli per<br />

il trasporto merci. Per rilevare il livello di<br />

inquinamento ci saranno 300 lampioni<br />

“intelligenti” dotati di sensori e wifi.<br />

LIBRI<br />

Gunter Pauli<br />

Blue Economy 2.0<br />

Edizioni Ambiente<br />

348 pagine - 25 €<br />

NATURA<br />

Buonanotte agli alberi<br />

Anche le piante si addormentano e si svegliano<br />

verso l’alba. Una fiaba? No, lo dice la scienza.<br />

Il buio concilia il sonno, anche<br />

agli alberi. Lo spiega un gruppo<br />

di ricercatori, che ha scoperto<br />

che anche le piante dormono. In<br />

questo modo si ricaricano prima<br />

di affrontare una nuova giornata.<br />

L’equilibrio degli alberi, quindi, è<br />

basato sulla regolarità del ritmo<br />

circadiano sonno-veglia, in pratica<br />

come accade per tutti gli esseri<br />

viventi, individui compresi. Studi<br />

passati hanno già dimostrato che<br />

alcuni fiori tendono a chiudersi<br />

di notte. Lo stesso Darwin aveva<br />

osservato movimenti particolari<br />

degli alberi durante le ore senza<br />

luce. Lo studio, pubblicato su<br />

Frontiers in Plant Science, ha il<br />

merito di aver analizzato il modo<br />

in cui le piante si addormentano.<br />

Grazie a un laser, capace di<br />

osservare qualsiasi movimento,<br />

si è scoperto che durante la notte<br />

gli alberi abbassano i rami di circa<br />

dieci centimetri per poi tornare<br />

nella posizione originale una volta<br />

sorto il sole.<br />

L’osservazione è avvenuta in Austria e Finlandia in condizioni climatiche uguali<br />

Ne consigliamo la lettura<br />

Perché questa nuova<br />

edizione dell’innovativo<br />

saggio, ormai un classico,<br />

riprende e aggiorna il<br />

tema dell’imitazione degli<br />

ecosistemi naturali, anche<br />

come risposta alla crisi<br />

che stringe il mondo.<br />

In tempi di diffuso pessimismo,<br />

Gunter Pauli ci invita a “non<br />

rimanere semplici cittadini<br />

preoccupati per il futuro”. La<br />

sua proposta, esemplificata<br />

in diversi casi di realizzazioni<br />

concrete, è quella di modificare<br />

profondamente il nostro<br />

modello di consumo e<br />

produzione dominante, guidato<br />

dal taglio dei costi e dalle<br />

economie di scala. Al suo posto,<br />

un modello che punta a trarre<br />

ispirazione dagli ecosistemi<br />

naturali, efficienti e in grado di<br />

creare sempre nuovo valore<br />

(invece di rifiuti). Questa è la<br />

blue economy: un modello di<br />

sviluppo non solo sostenibile,<br />

ma che imita attivamente la<br />

capacità degli ecosistemi di<br />

evolversi verso una sempre<br />

maggiore efficienza, utilizzando<br />

tutte le risorse disponibili,<br />

creando “cascate” di energia e<br />

nutrimento e coinvolgendo tutti<br />

i loro membri. Un’utopia, forse:<br />

ma anche una visione che ispira.<br />

Natalia Milazzo<br />

www.altroconsumo.it<br />

luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 7


GLIFOSATO: SERVE<br />

CHIAREZZA<br />

Secondo<br />

l’Organizzazione<br />

mondiale della sanità<br />

(Oms) il glifosato non<br />

è un pericolo per la<br />

salute. L’Agenzia per<br />

la ricerca sul cancro<br />

(Iarc), invece, aveva<br />

incluso l’erbicida tra i<br />

potenziali cancerogeni.<br />

L’incertezza del dibattito<br />

scientifico dimostra che<br />

servono ulteriori studi<br />

per escludere i rischi.<br />

ALIMENTAZIONE<br />

Origine dei prodotti: sempre<br />

più voglia di conoscerla<br />

Una risoluzione del Parlamento europeo e uno schema<br />

di decreto legge italiano chiedono più trasparenza.<br />

Non è vincolante, ma è pur sempre<br />

qualcosa. Con il voto di maggio il<br />

Parlamento europeo ha esortato la<br />

Commissione affinché si attivi per rendere<br />

obbligatorio l’inserimento in etichetta<br />

del Paese d’origine in tutti i tipi di latte,<br />

dei prodotti lattiero-caseari e dei prodotti<br />

trasformati a base di carne, tipo patè,<br />

polpettoni e simili (oggi è già obbligatoria<br />

l’indicazione di origine per la carne<br />

bovina, suina, ovina, caprina e per il<br />

pollame). Questo, sottolinea il Parlamento,<br />

renderebbe più trasparente la catena<br />

8 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

di approvvigionamento alimentare, e<br />

rafforzerebbe la fiducia dei consumatori nei<br />

prodotti alimentari.<br />

Per quanto riguarda il latte e i suoi derivati,<br />

nello stesso mese uno schema di decreto<br />

legge è stato sottoposto dal governo<br />

italiano all’approvazione di Bruxelles:<br />

chiede d’indicare nell’etichetta il Paese<br />

di mungitura, di confezionamento e di<br />

trasformazione del prodotto. I consumatori<br />

mostrano di essere sensibili: fino al 90%<br />

è favorevole all’indicazione d’origine nei<br />

prodotti trasformati.<br />

Per maggiori informazioni sulla risoluzione del PE www.europarl.europa.eu<br />

LAVORO<br />

Guerra di cifre<br />

sul Jobs act<br />

Secondo l’Istat, il mercato del<br />

lavoro dà segni di ripresa. Ad<br />

aprile scorso c’è stato un calo delle<br />

persone “inattive”, che non hanno<br />

un lavoro e nemmeno lo cercano.<br />

Come conseguenza è cresciuto<br />

il numero dei disoccupati, cioè<br />

chi il lavoro invece lo cerca,<br />

ma anche degli occupati. Il<br />

governo ha espresso entusiasmo,<br />

sottolineando che dal 2014 «ci<br />

sono 455mila posti di lavoro<br />

in più, di cui 390mila a tempo<br />

indeterminato», ed evidenziando<br />

che il Jobs act sta dando i suoi<br />

frutti. Sia la ricerca Istat che i<br />

dati Inps, però, parlano di una<br />

corposa diminuzione delle nuove<br />

assunzioni a tempo indeterminato<br />

per il <strong>2016</strong>. In sostanza, il taglio<br />

degli incentivi alle assunzioni<br />

stabili avrebbe frenato questo tipo<br />

di contratti, a favore di quelli a<br />

tempo determinato.<br />

C’è chi sostiene, come i sindacati,<br />

che attraverso il ricorso a<br />

contratti a tempo determinato<br />

il precariato stia aumentando<br />

di nuovo. Significativo in questo<br />

senso è l’aumento del ricorso ai<br />

voucher lavoro per le prestazioni<br />

occasionali (+45,6%).<br />

www.altroconsumo.it


Cambiano le regole del roaming internazionale<br />

Se quest’estate vai all’estero, informati sulle telefonate internazionali. Su Hi test 56 luglio <strong>2016</strong> trovi tutto quel che<br />

c’è da sapere per usare il telefono oltreconfine, senza spendere una follia.<br />

AUTOSTRADE<br />

VIRUS<br />

Zika non deve far<br />

paura a Rio,<br />

i giochi si fanno<br />

Pedaggio caldo per i motociclisti<br />

Una Ferrari o uno scooter, il costo al<br />

casello nelle autostrade italiane è lo<br />

stesso. Da noi, a differenza di altri Paesi<br />

europei, non si fa distinzione di pedaggio<br />

in base alla stazza del veicolo. In Francia,<br />

per esempio, le moto pagano il 40% in<br />

meno delle quattroruote. Poi ci sono<br />

Paesi che pagano un forfait annuale,<br />

come fanno gli svizzeri, che devono<br />

apporre sul parabrezza la “vignetta”<br />

che permette di circolare ovunque a un<br />

costo di 40 euro. La rivista Motociclismo<br />

ha messo a confronto i pedaggi di due<br />

importanti tratte autostradali, facendo<br />

un confronto tra Italia e Francia: Milano-<br />

Roma e Parigi-Lione. Il costo al chilometro<br />

per le auto è identico (7,4 centesimi al<br />

km), mentre è ben diverso quello per le<br />

moto. Se il motociclista francese spende<br />

4,4 centesimi/km, quello italiano paga<br />

appunto come la Ferrari. Calcolatrice alla<br />

mano, le dueruote d’Oltralpe costano il<br />

40,5% in meno di quelle nostrane.<br />

Non siamo l’unico Paese a penalizzare<br />

le moto; anche in Spagna i motociclisti<br />

pagano come gli automobilisti.<br />

In Italia per viaggiare in moto o in auto si paga lo stesso pedaggio<br />

4,4 ₣ 7,4 ₣ -40,5% 0<br />

Pedaggio al km<br />

per le moto in Francia<br />

Pedaggio al km<br />

per una moto in Italia<br />

Differenza tariffe<br />

auto e moto in Francia<br />

Differenza tariffe<br />

auto e moto in Italia<br />

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Se ti registri su www.altroconsumo.it, all’interno del tuo account puoi cambiare i tuoi dati,<br />

verificare l’abbonamento alle riviste, i servizi che hai attivato, inserire reclami...<br />

FILM A BASSO<br />

IMPATTO<br />

AMBIENTALE<br />

Ciak, si gira, in<br />

direzione verde. Il<br />

Trentino darà priorità<br />

ai film che seguono<br />

un disciplinare<br />

per la sostenibiltà<br />

ambientale in campo<br />

cinematografico.<br />

Risparmio energetico,<br />

emissioni, cibo a km<br />

zero, rifiuti zero tra i<br />

parametri per ottenere<br />

punti e ricevere i<br />

contributi del Film<br />

Fund Trentino.<br />

Spetta poi all’Appa,<br />

l’Agenzia provinciale<br />

per la protezione<br />

dell’ambiente,<br />

verificare il rispetto<br />

degli obiettivi.<br />

Dopo l’eccitazione la paura. Per settimane<br />

si è temuto che i prestigiosi Giochi<br />

olimpici <strong>2016</strong> potessero essere traslocati<br />

da Rio de Janeiro a chissà dove, per il<br />

timore che favorissero la diffusione del<br />

virus Zika, già presente da tempo in<br />

Brasile. A chiedere lo spostamento dei<br />

Giochi alle soglie dell’estate è stato un<br />

gruppo di un centinaio di scienziati, che<br />

si è rivolto all’Organizzazione mondiale<br />

della sanità. L’Oms ha replicato che<br />

cancellare le Olimpiadi o cambiare la<br />

location «non avrà effetti significativi sulla<br />

diffusione internazionale del virus Zika.<br />

Non c’è alcun motivo di salute pubblica<br />

per una tale decisione». Di certo è vero<br />

che il Brasile è uno dei Paesi più colpiti,<br />

ma l’Oms ricorda che è «uno dei circa 60<br />

Paesi che continuano a riportare casi di<br />

Zika. Le persone continuano a viaggiare<br />

da e verso questi territori», al di la dei<br />

giochi olimpici. Dunque, «il modo migliore<br />

per ridurre il rischio di trasmissione<br />

rimane seguire le raccomandazioni di<br />

salute pubblica durante i viaggi». In<br />

particolare le donne incinte non devono<br />

partire per le aree colpite, inclusa Rio.<br />

Per gli altri si consiglia di consultare un<br />

medico prima di partire, proteggersi dalle<br />

zanzare, praticare sesso protetto, scegliere<br />

alloggi con aria condizionata.<br />

www.altroconsumo.it<br />

luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 9


INCHIESTA<br />

Olio di palma<br />

Merende indigeste<br />

Abbiamo trovato contaminanti tossici nel latte per bebè e anche<br />

potenzialmente cancerogeni nei biscotti, nelle merendine e nelle patatine<br />

con olio di palma più consumati dai nostri bambini. Firma la nostra petizione.<br />

di Simona Ovadia<br />

Non date ai bambini prodotti con olio<br />

di palma: abbiamo analizzato alcuni<br />

dei più diffusi e trovato sostanze<br />

tossiche e anche potenzialmente<br />

cancerogene. Dopo le accuse sulla scarsa<br />

sostenibilità ambientale - sarebbe responsabile<br />

della deforestazione del Sud Est asiatico<br />

- e di favorire l'insorgenza di malattie<br />

cardiovascolari per l'eccessiva presenza di<br />

grassi saturi, un recente studio dell'Autorità<br />

europea per la sicurezza alimentare mette in<br />

luce ulteriori rischi nell'uso di questo grasso<br />

tropicale. Secondo il corposo dossier appena<br />

pubblicato, questo olio è particolarmente<br />

ricco di sostanze contaminanti tossiche di<br />

IN SINTESI<br />

Cosa dice l'Authority<br />

europea sui<br />

contaminanti presenti<br />

negli oli vegetali<br />

Le nostre analisi sui<br />

prodotti a rischio (con<br />

olio di palma)<br />

La nostra petizione<br />

per avere subito<br />

regole chiare<br />

cui alcune potenzialmente cancerogene<br />

che si sviluppano durante la sua raffinazione<br />

ad alte temperature (sopra i 200 °C). Le<br />

sostanze in questione sono i glicidil esteri<br />

degli acidi grassi (GE) che si sviluppano dal<br />

precursore glicidolo, cancerogeno, il 3-monocloropropandiolo<br />

(3-MCPD), tossico per i<br />

reni e i testicoli e il 2-monocloropropandiolo<br />

(2-MCPD), sospettato di essere tossico, ma<br />

di cui non ci sono ancora dati sufficienti per<br />

una valutazione accurata. Bisogna precisare<br />

che il rapporto non riguarda l'olio di palma<br />

in sé ma le sostanze contaminanti di cui sopra,<br />

presenti anche in altri oli vegetali, come<br />

cocco, arachidi, colza, mais e girasole.<br />

10 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


INCHIESTA<br />

Olio di palma<br />

I risultati delle analisi confermano il rischio<br />

Abbiamo cercato i contaminanti a rischio (3-MCPD e GE) in dodici prodotti che rappresentano le categorie di alimenti segnalate<br />

dall'Autorità per la sicurezza alimentare come più a rischio per bambini e adolescenti. I risultati parlano chiaro: un bimbo di 5 mesi<br />

che beve 5 biberon di latte supera la soglia di sicurezza per il 3-MCPD. I bimbi più grandi e gli adolescenti superano questa soglia non<br />

con il singolo alimento ma all'interno della dieta. Preoccupante la presenza di GE, potenzialmente cancerogeni, in parecchi prodotti.<br />

! !<br />

Superamento della soglia di sicurezza (0,8 mcg/kg di peso corporeo).<br />

La dose giornaliera, 5 biberon, la supera fino a 10 volte<br />

Superamento della soglia di sicurezza con consumi maggiori<br />

o in combinazione con altri prodotti nella giornata<br />

Soglia di sicurezza<br />

3-MCPD<br />

5 mesi<br />

5,6<br />

mcg<br />

Prodotto<br />

Contaminante<br />

3-MCPD<br />

(mcg/porzione)<br />

Contaminanti<br />

GE<br />

NESTLE' Nidina 1 Optipro 11 assenti<br />

HUMANA 1 8 assenti<br />

MELLIN 1 11 assenti<br />

!<br />

!<br />

!<br />

3 su 3<br />

tutti i latti in formula<br />

sono ad alto rischio<br />

per quanto riguarda il<br />

3-MCPD<br />

3 anni<br />

12,8<br />

mcg<br />

MULINO BIANCO Macine<br />

PAVESI Gocciole<br />

SAIWA Orosaiwa<br />

assente<br />

!<br />

!<br />

5<br />

9<br />

assenti<br />

assenti<br />

presenti<br />

1 su 3<br />

biscotti contiene i GE,<br />

potenzialmente<br />

cancerogeni e due<br />

anche il 3-MCPD<br />

8 anni<br />

23,6<br />

mcg<br />

MULINO BIANCO Tegolino<br />

KINDER PaneCioc<br />

MOTTA Buondì<br />

!<br />

!<br />

!<br />

20<br />

5<br />

23<br />

presenti<br />

assenti<br />

presenti<br />

2 su 3<br />

merendine hanno i GE,<br />

potenzialmente<br />

cancerogeni, tutte<br />

hanno 3-MCPD<br />

14 anni<br />

45,4<br />

mcg<br />

SAN CARLO Classica<br />

FONZIES Gli originali<br />

PAI Patatina<br />

!<br />

!<br />

!<br />

11<br />

19<br />

23<br />

presenti<br />

presenti<br />

presenti<br />

3 su 3<br />

patatine hanno i GE<br />

potenzialmente<br />

cancerogeni e anche il<br />

3-MCPD<br />

L'olio di palma, tuttavia, è quello maggiormente<br />

soggetto a svilupparle: secondo gli<br />

esperti dell'Efsa, la presenza di queste sostanze<br />

nel palma è fino a dieci volte superiore<br />

rispetto agli altri oli raffinati. Il dossier<br />

è quindi arrivato alla conclusione che<br />

i GE, "costituiscono un potenziale problema<br />

di salute per tutte le fasce di età più giovani e<br />

mediamente esposte, nonché per i consumatori<br />

di tutte le età con esposizione elevata".<br />

Gli studi, infatti, hanno messo in evidenza<br />

il potere genotossico e cancerogeno del glicidolo<br />

(sostanza che si forma dai GE dopo<br />

l'ingestione) nei tessuti dei ratti e dei topi e<br />

da questo si può dedurre che ci siano buone<br />

probabilità che lo sia anche nell'organismo<br />

umano. In particolare, i ricercatori hanno<br />

posto l'accento sui neonati allattati artificialmente:<br />

"l'esposizione ai GE costituisce motivo<br />

di particolare preoccupazione, in quanto è<br />

fino a dieci volte il livello considerato a basso<br />

rischio per la salute pubblica". Una vera<br />

e propria bomba contro il grasso tropicale<br />

tanto amato dall'industria alimentare. E un<br />

preoccupante campanello d'allarme per tutti<br />

noi consumatori alle prese con gli acquisti<br />

di tutti i giorni. Perché per quanto ci si sforzi<br />

in cerca di alternative più salutari, l'olio<br />

di palma è quasi dappertutto, non soltanto<br />

nelle merendine e nelle patatine, già di per<br />

sé alimenti non proprio consigliabili in una<br />

dieta equilibrata, ma anche in dadi da brodo,<br />

fette biscottate, gelati industriali e chi più<br />

ne ha più ne metta.<br />

Ci sono davvero: una foto del reale<br />

Lo studio ha stabilito per il 3-MCPD una nuova<br />

dose giornaliera ammissibile di 0,8 microgrammi<br />

per chilo di peso corporeo (mcg/kg)<br />

ridotta di più della metà rispetto a quella<br />

fissata in precedenza e ha valutato il rischio<br />

concreto per i consumatori europei sulla<br />

base delle abitudini di consumo di alimenti<br />

che lo contengono. La stima dell'esposizione<br />

a questi contaminanti attualmente è troppo<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 11


INCHIESTA<br />

Olio di palma<br />

IL NOSTRO<br />

ESPERTO<br />

Emanuela Bianchi<br />

Alimentazione<br />

«Sono ormai venti anni che ci<br />

occupiamo di olio di palma,<br />

chiedendo che fosse<br />

specificato in etichetta. Da<br />

quando c'è l'obbligo sono<br />

venuti a galla i problemi legati<br />

al consumo di questo grasso.<br />

Principalmente il suo profilo<br />

nutrizionale, troppo ricco di<br />

saturi e non propriamente<br />

salutare, considerato anche il<br />

livello di consumo. Adesso il<br />

rischio legato ai suoi<br />

contaminanti da processo. La<br />

questione, sollevata dal punto<br />

di vista scientifico, deve essere<br />

presa in carico dalle autorità<br />

che devono garantire la<br />

sicurezza dei prodotti in<br />

commercio. Per questo<br />

abbiamo scritto al ministero<br />

della Salute e lanciato una<br />

petizione affinché la<br />

Commissione europea affronti<br />

al più presto la questione.<br />

Chiediamo anche ai produttori<br />

di attivarsi per trovare nuove<br />

formulazioni che evitino per<br />

quanto possibile l'uso del<br />

palma, a cominciare dal latte in<br />

formula e dai prodotti per la<br />

prima infanzia. In questo<br />

momento di incertezza, visti<br />

anche i risultati delle nostre<br />

analisi, il nostro consiglio è<br />

quello di evitare per quanto<br />

possibile i prodotti con olio di<br />

palma, soprattutto se destinati<br />

ai bambini e agli adolescenti.<br />

Questa strategia non elimina<br />

completamente il problema,<br />

dato che queste sostanze si<br />

trovano anche in altri oli<br />

vegetali, ma riduce<br />

sensibilmente il rischio di<br />

sovraesposizione».<br />

elevata per le fasce di età più giovani, dai<br />

lattanti agli adolescenti. I cibi che contribuiscono<br />

in maniera maggiore alla loro assunzione<br />

sono gli alimenti per lattanti e i latti di<br />

proseguimento, biscotti dolci e merendine<br />

e le patatine fritte.<br />

Abbiamo deciso quindi di analizzare i valori<br />

di 3-MCPD e dei GE di alcuni di questi<br />

alimenti, acquistandoli tra i prodotti più<br />

consumati, per fotografare nel concreto la<br />

situazione di ciò che si trova sugli scaffali dei<br />

nostri supermercati. D'obbligo una precisazione:<br />

non si tratta di un campione esaustivo<br />

e la nostra non vuole essere un'indagine statistica<br />

del rischio in Italia, ma un'istantanea<br />

per verificare l'esistenza del problema e dare<br />

ancora più forza alla voce dei consumatori<br />

nei confronti di chi è tenuto a garantire la<br />

sicurezza dei prodotti alimentari. Non esiste<br />

ancora un limite di legge né un metodo di<br />

analisi ufficiale, tuttavia i valori riscontrati<br />

confermano l'allarme lanciato dagli scienziati<br />

Efsa. Abbiamo trovato spesso i temibili<br />

GE e praticamente sempre il 3-MCPD. Non<br />

solo: facendo i calcoli basati sui consumi<br />

e sul peso corporeo di lattanti, bambini e<br />

adolescenti la nuova dose ammissibile per<br />

il 3-MCPD viene quasi sempre superata nel<br />

contesto delle comuni abitudini di consumo<br />

di questi alimenti.<br />

Latti per l'infanzia: il caso più grave<br />

I latti in formula sono gli alimenti che destano<br />

maggiore preoccupazione, soprattutto se<br />

pensiamo al basso peso corporeo dei neonati<br />

e al fatto che, se questi non possono essere<br />

allattati al seno, sono l'unico alimento che<br />

assumono dalla nascita fino ai 6 mesi. La<br />

quantità di 3-MCPD che i neonati assumono<br />

sulla base dei valori che abbiamo riscontrato<br />

nei tre prodotti presi in esame (Nidina<br />

1, Mellin 1 e Humana 1), sono decisamente<br />

più elevati di quelli stabiliti dalla soglia di<br />

sicurezza. Se consideriamo, per esempio,<br />

un neonato di 5 mesi, che beve 5 biberon al<br />

giorno di latte (1050 ml), abbiamo calcolato<br />

che nel latte ricostituito sia presente una<br />

quantità di 3-MCPD fino a 53 mcg (calcolato<br />

dal valore nella polvere), dieci volte superiore<br />

al limite di sicurezza, che per un bimbo di<br />

7 kg è di 5,6 mcg. Consola sapere, almeno,<br />

che i contaminanti più pericolosi, i GE, sono<br />

risultati assenti.<br />

Merendine: ne mangi una e sei fuori<br />

Anche sui biscotti e sulle merendine che<br />

diamo ai nostri figli non c'è da stare troppo<br />

tranquilli. Tra i prodotti analizzati soltanto<br />

in un caso, le Macine Mulino Bianco, questi<br />

contaminanti sono assenti, cosa che non<br />

stupisce stando all'elenco degli ingredienti<br />

in cui il palma compare in fondo alla lista e<br />

quindi è poco presente (il grasso principale<br />

è l'olio di semi di girasole). In tutti gli altri<br />

prodotti abbiamo trovato il 3-MCPD e negli<br />

Oro Saiwa, nel Tegolino Mulino Bianco e nel<br />

Buondì Motta anche i più pericolosi GE. Volendo,<br />

poi, valutare la soglia di tolleranza, il<br />

panorama non è certo roseo: basta una sola<br />

merendina data a un bimbo di cinque anni<br />

per superare la dose giornaliera tollerabile di<br />

3-MCPD. Un ragazzino più grande, per esempio<br />

di otto anni, supererà facilmente la soglia<br />

anche solo mangiando 3 Gocciole Pavesi o 6<br />

Oro Saiwa a colazione oltre alla merendina<br />

di metà pomeriggio. Uno scenario più che<br />

probabile. Senza contare che questi alimenti<br />

contengono anche i GE, potenzialmente genotossici<br />

e cancerogeni. Non c'è ancora una<br />

legislazione chiara, ma siamo categorici: su<br />

queste sostanze non c'è limite né soglia che<br />

tenga. Devono essere assenti, sempre.<br />

Niente prodotti con olio<br />

di palma ai bambini,<br />

almeno fino a quando ci<br />

saranno nuove regole<br />

Patatine fritte col palma? Meglio di no<br />

Guardiamo cosa succede con le patatine,<br />

l'altro alimento considerato a rischio per gli<br />

adolescenti dal gruppo di studio dell'Autorità<br />

europea. Tutti i prodotti che abbiamo<br />

acquistato, fritti nel palma o in una miscela<br />

con palma, contengono i GE che non vorremmo<br />

mai trovare. Per il 3-MCPD abbiamo<br />

fatto i calcoli: con una porzione, indicata<br />

dai produttori in 25 gr, un adolescente di 14<br />

anni non supera la nuova dose di tolleranza<br />

per il 3-MCPD. Ma si tratta di una stima poco<br />

verosimile, dato che il tipico sacchettino del<br />

bar, per esempio, contiene in genere il doppio<br />

delle patatine. E se l'adolescente mangia<br />

nell'arco della giornata anche una merendina<br />

e qualche biscotto la soglia viene immediatamente<br />

superata, anche dai ragazzi di 17 anni.<br />

Si prende tempo, in attesa di un limite<br />

Intanto cosa fa il nostro Istituto superiore di<br />

Sanità? E cosa dicono le industrie? Abbiamo<br />

sentito entrambi. «I consumatori hanno tutto<br />

il diritto di chiedere chiarezza, ma non<br />

devono allarmarsi», spiega Marco Silano<br />

dell'Istituto superiore di sanità, «il report<br />

di Efsa è stato commissionato proprio per<br />

fare ancora più chiarezza su una questione,<br />

quella dei contaminanti di processo, nota da<br />

tempo di cui però non si conosceva l'impatto<br />

sui consumatori. Ora per la prima volta il<br />

rischio è stato quantificato: la palla passa alla<br />

12 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


Firma anche tu la petizione<br />

www.altroconsumo.it/olio di palma<br />

Commissione europea che, anche grazie alla<br />

richiesta dell'Italia, ha già iniziato i lavori per<br />

dare nuove regole basate su questo parere.<br />

Devo dire una cosa molto chiara - continua<br />

Silano - i consumatori devono essere sempre<br />

garantiti, non può ricadere su di loro la<br />

responsabilità di evitare acquisti non sicuri.<br />

Qui stiamo parlando di sicurezza alimentare,<br />

non di scelte più o meno salutari. La risoluzione<br />

del problema deve essere a carico<br />

dalle autorità in primis e poi dall'industria<br />

alimentare, che si dovrà adeguare alle nuove<br />

direttive». Industrie che sembrano fare una<br />

leggera retromarcia rispetto alla posizione di<br />

difesa a spada tratta del palma presa alcuni<br />

mesi fa anche con spericolate campagne<br />

pubblicitarie sui benefici dell'olio tropicale.<br />

Aidepi, l'associazione che riunisce i più<br />

importanti produttori di prodotti da forno e<br />

dolci italiani ci risponde: «Aidepi sta seguendo<br />

con grande attenzione l'evoluzione del<br />

tema. Aspettiamo che la Commissione dia<br />

le indicazioni necessarie dal punto di vista<br />

normativo. Siamo aperti alla più totale collaborazione<br />

con le autorità per garantire la<br />

massima tutela ai consumatori». Bene, peccato<br />

però che alla domanda se le industrie<br />

sostituiranno il palma con ingredienti più<br />

salubri, l'associazione non si sbilancia. «Le<br />

alternative potenzialmente esistono ed è una<br />

scelta che ogni singola azienda può decidere<br />

di mettere in pratica - ci dicono - ma bisogna<br />

capire se queste alternative presentano complessivamente<br />

un miglioramento concreto<br />

in sicurezza alimentare, dal punto di vista<br />

nutrizionale, di sostenibilità ambientale e di<br />

accessibilità del prodotto finito».<br />

Il potere dei consumatori<br />

Nessuno si sbilancia, in attesa che qualcosa<br />

si muova dalle parti di Bruxelles. Eppure<br />

i consumatori italiani hanno già espresso<br />

chiaramente il loro volere, guardando con<br />

crescente scetticismo agli alimenti con il palma<br />

e privilegiando quelli che contengono<br />

grassi più salubri, come l'olio extra vergine<br />

d'oliva o di girasole. E molte aziende, preoccupate<br />

di un possibile calo delle vendite,<br />

stanno correndo ai ripari. Da chi lancia linee<br />

"palm free" accanto a quelle classiche a chi,<br />

con un comportamento sicuramente più<br />

apprezzabile, ha deciso di eliminare l'olio<br />

tropicale dall'intera produzione, prediligendo<br />

oli più salutari, come per esempio Coop,<br />

Colussi e Plasmon. Non basta: per questo abbiamo<br />

scritto al nostro ministero della Salute<br />

affinché faccia i dovuti controlli ed esca da<br />

questo imbarazzante silenzio. L'Italia si deve<br />

fare promotrice del cambiamento. Per questo,<br />

abbiamo anche lanciato una petizione<br />

per chiedere nuove regole sull'uso dell'olio<br />

di palma. Si può sottoscrivere sul nostro sito.<br />

Facciamo sentire la nostra voce.<br />

SCEGLI CON NOI<br />

altroconsumo.it/<br />

merendiario<br />

Se vuoi scegliere<br />

i prodotti senza<br />

olio di palma, puoi<br />

usare la nostra<br />

app, scaricandola<br />

all'indirizzo che vedi<br />

qui sopra. Abbiamo<br />

classificato più di<br />

450 merendine per<br />

rendere più facili e<br />

salutari gli acquisti.<br />

Perché il latte artificiale per<br />

lattanti contiene olio di palma?<br />

«Uno degli obiettivi dichiarati<br />

(ma sostanzialmente impossibile<br />

da realizzare) dalle industrie<br />

che producono formule<br />

per lattanti è quello di rendere<br />

la formula quanto più vicina<br />

alla composizione del latte<br />

materno. L’olio di palma, in<br />

particolare, è ricco di acido<br />

palmitico, naturalmente contenuto<br />

anche nel latte materno.<br />

Ma l’acido palmitico che<br />

si estrae dall’olio di palma è<br />

molto meno assorbibile di<br />

quello del latte umano».<br />

Dopo l'allarme sulla presenza di<br />

contaminanti tossici nel palma,<br />

dobbiamo guardare con diffidenza<br />

a questi prodotti?<br />

«Non è questa la prima e non<br />

sarà probabilmente neanche<br />

l’ultima segnalazione da parte<br />

delle agenzie regolatorie di<br />

possibili effetti avversi di singoli<br />

costituenti delle formule<br />

per lattanti e dei prodotti industriali<br />

destinati all’alimentazione<br />

dei bambini.<br />

Del resto la letteratura scientifica<br />

ha ormai ampiamente<br />

dimostrato che i bambini<br />

alimentati con formule invece<br />

che con il latte materno<br />

si ammalano di più nel breve,<br />

medio e lungo periodo,<br />

anche di malattie croniche e<br />

invalidanti. L'avvertenza della<br />

superiorità dell'allattamento<br />

al seno, del resto, seppure<br />

talmente piccola da poter<br />

essere letta quasi solo con<br />

una lente d’ingrandimento, è<br />

obbligatoriamente scritta su<br />

tutte le formule per lattanti.<br />

Andrebbe fatto ogni sforzo<br />

"LATTE IN FORMULA?<br />

MEGLIO IL SENO"<br />

SERGIO CONTI<br />

NIBALI<br />

Associazione culturale<br />

pediatri<br />

per sostenere le mamme che<br />

allattano e proteggerle dalla<br />

pubblicità ingannevole delle<br />

ditte che producono le formule.<br />

Se ci fosse una diffusa<br />

consapevolezza dei potenziali<br />

danni per la salute in seguito<br />

all’uso delle formule sarebbero<br />

probabilmente molte di più<br />

le mamme che deciderebbero<br />

di allattare i propri figli».<br />

Pensa che le aziende<br />

modificheranno la<br />

composizione dei loro latti?<br />

«Probabilmente sì, se il clamore<br />

sull’olio di palma continuerà.<br />

Tuttavia, ritengo che se<br />

fosse veramente accertato che<br />

l’olio di palma è nocivo per la<br />

salute, allora dovrebbero essere<br />

le nostre autorità regolatorie<br />

a vietarlo definitivamente<br />

nei latti in formula».<br />

Esistono alternative più salutari<br />

per chi non può allattare al seno?<br />

«Tutti i prodotti approvati per<br />

la nutrizione dei neonati e dei<br />

lattanti sono equivalenti. Non<br />

esistono studi attendibili che<br />

abbiano mai dimostrato una<br />

superiorità o una maggiore<br />

sicurezza di una formula rispetto<br />

a un’altra».<br />

Esistono sul mercato latti per<br />

lattanti che non contengono<br />

olio di palma?<br />

«Certamente, non sono molte<br />

le formule che non lo contengono,<br />

ma esistono».<br />

Sono preferibili?<br />

«Per quanto ho detto finora<br />

non esiste un motivo valido<br />

per scegliere una formula rispetto<br />

a un’altra». (S.O.)<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 13


ATTUALITÀ<br />

Sharing economy<br />

Io condivido<br />

Il trapano, la casa, ma anche un'idea o un principio. È un nuovo<br />

modo di vivere, come spiega lo studioso Arun Sundararajan<br />

di Manuela Cervilli<br />

IN SINTESI<br />

Un fenomeno, quello<br />

della condivisione,<br />

che diventa una nuova<br />

economia<br />

La questione della<br />

regolamentazione:<br />

necessaria, ma senza<br />

imbrigliare<br />

Il nostro Festival:<br />

un'occasione per<br />

sperimentare il nuovo<br />

P<br />

erché avere una macchina quando<br />

ne posso guidare tre? Una elettrica<br />

quando mi sposto nelle zone in città<br />

dove so di trovare le colonnine per<br />

la ricarica; una dotata di seggiolini, se devo<br />

accompagnare i bimbi a ginnastica; oppure<br />

una piccola - facile da parcheggiare - se devo<br />

entrare in area C a Milano, perché mi evita il<br />

balzello. Si chiama car sharing ed è un modo<br />

di spostarsi alternativo, ma non è l'unico.<br />

Ogni giorno nel mondo decine di migliaia di<br />

proprietari di auto scarrozzano in giro per le<br />

città clienti incontrati attraverso le piattaforme<br />

Uber, Lyft e Sidecars. Lo stesso sistema<br />

funziona per gli spostamenti fuori città attraverso<br />

per esempio BlaBlaCar e CarPooling.<br />

E la mobilità è solo uno dei tantissimi aspetti<br />

della sharing economy, l'economia personale<br />

e condivisa che si sta diffondendo a<br />

macchia d'olio un po' ovunque. Oltre alla<br />

mobilità c'è la stanza in più in casa che si<br />

può mettere in affitto, c'è la cena prenotata<br />

online, gustata (e pagata) a casa di cuochi<br />

amatoriali; c'è la badante di condominio, gli<br />

spazi di coworking, lo scambio dei vestiti per<br />

i bambini o la condivisione a pagamento di<br />

un trapano, del tagliaerba e della canoa mai<br />

usati, oppure l'app che ti segnala verso sera<br />

che il fornaio del quartiere ha ancora una<br />

teglia di pizza invenduta e tu la puoi comprare<br />

a metà prezzo. Ecco la sharing economy.<br />

In continua crescita<br />

Di questo fenomeno - inarrestabile, rivoluzionario,<br />

contagioso - parlano (ora bene, ora<br />

male) le persone, i giornali, il web e le istituzioni.<br />

Chi sulla sharing economy sembra<br />

avere le idee molto chiare è Arun Sundararajan,<br />

che la studia e ne analizza i pregi<br />

ed evidenzia gli effetti. L'abbiamo sentito<br />

nel bel mezzo di un trasloco, eppure si è<br />

dimostrato disponibile a raccontarci il suo<br />

punto di vista, che parte da un presupposto<br />

carico di entusiasmo: la sharing economy<br />

«è uno strumento importante per migliorare<br />

gli standard di vita dei consumatori nel<br />

14 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


per maggiori informazioni<br />

www.altroconsumo.it/iocondivido<br />

mondo», sostiene il professore, che insegna<br />

alla New York University. In che modo? «In<br />

passato l’accesso a tutti i beni era vincolato<br />

all’acquisto e al possesso dei beni stessi - ci<br />

spiega Sundararajan - oggi i nuovi modelli<br />

peer-to-peer permettono ai consumatori di<br />

avere accesso a beni ed esperienze che altrimenti<br />

sarebbero loro negati. Pensiamo alle<br />

persone che non potrebbero permettersi<br />

una vacanza in hotel: ora possono godersi il<br />

meritato riposo grazie ad Airbnb. Ma anche a<br />

chi desidera per esempio provare l’ebbrezza<br />

di guidare una Tesla o una Lamborghini: ora<br />

può prenotare un’indimenticabile esperienza<br />

di guida di alcune ore attraverso piattaforme<br />

dedicate come Drivy e Getaround».<br />

Eccolo l'entusiasmo della sharing economy,<br />

di cui si parlava all'inizio: l'idea di potersi<br />

permettere cose che altrimenti sarebbero<br />

considerate irraggiungibili. E infatti, ci conferma<br />

il professore, «in futuro i segmenti di<br />

popolazione che trarranno maggiori benefici<br />

dall’economia di condivisione saranno quelli<br />

con reddito inferiore alla media». In poche<br />

parole un ventata d'ossigeno per chi più ne<br />

ha bisogno.<br />

Contro la disuguaglianza<br />

Arun Sundararajan non ha dubbi su questo<br />

punto: è la fascia con reddito inferiore alla<br />

media a verificare nella realtà un miglioramento<br />

degli standard di vita grazie alla sharing<br />

economy. E non solo. «Con il passare<br />

del tempo, la sharing economy ridurrà le<br />

disuguaglianze - continua lo studioso - in<br />

tre modi. Prima di tutto, aumentando la<br />

quota di popolazione che ha accesso a uno<br />

standard di vita superiore. In secondo luogo,<br />

permettendo alle persone con redditi inferiori<br />

di acquistare e affittare. Questo significa<br />

ARUN SUNDARARAJAN<br />

STERN SCHOOL ,<br />

NEW YORK UNIVERSITY<br />

@digitalarun<br />

che, per esempio, potranno acquistare un<br />

veicolo più bello perché potranno far fronte<br />

ad alcuni pagamenti affittandolo quando<br />

non lo usano, oppure abitare in una casa<br />

più carina perché potranno pagare alcune<br />

rate dell’affitto o dell’acquisto ospitando<br />

persone tramite la piattaforma Airbnb». Ma<br />

è soprattutto un altro l'aspetto che modificherà<br />

lo stile di vita delle persone e ridurrà<br />

le disuguaglianze: «La trasformazione dei<br />

lavoratori - sottolinea Sundararajan - da<br />

collaboratori a proprietari».<br />

Come cambia il mercato<br />

E se evolve il lavoratore, evolve anche il<br />

mercato? Ci chiediamo. «I cambiamenti<br />

nel mercato del lavoro saranno molto profondi<br />

- continua il professore - Cambierà il<br />

significato di “avere un lavoro”. Un numero<br />

crescente di persone al posto di lavorare per<br />

un’azienda o un’istituzione si trasformeranno<br />

in “microimprenditori” in grado di gestire<br />

piccole realtà attraverso piattaforme<br />

dedicate».<br />

Sembra quasi un sogno che si realizza, ma<br />

su molti punti bisogna tenere gli occhi aperti<br />

ed essere vigili. È davvero tutto rose e fiori?<br />

Certo, la sharing economy porterà vantaggi<br />

ai consumatori. Ma ai lavoratori? Gli autisti<br />

di Uber, per esempio, vengono pagati solo<br />

quando lavorano e devono provvedere alla<br />

propria pensione e alla propria assistenza<br />

sanitaria. Il rischio passa dall’azienda al singolo.<br />

Ma Arun Sundararajan non lo considera<br />

un pericolo, anzi. E spiega: «Il passaggio<br />

del rischio non è solo una possibilità, è una<br />

certezza per il futuro. La forza lavoro del<br />

futuro sarà rappresentata prevalentemente<br />

da liberi professionisti. Ma la risposta non è<br />

forzare e inquadrare i nuovi lavoratori nelle<br />

vecchie caselle del lavoro dipendente.<br />

Piuttosto, si devono creare nuovi modelli<br />

di condivisione di finanziamento e condivisione<br />

dei rischi che rendano questo nuovo<br />

modello di lavoro sicuro, stabile e ben tutelato,<br />

come il vecchio modello del lavoro<br />

dipendente a tempo pieno».<br />

C'è, dunque, molto lavoro da fare in termini<br />

di "diritti" prima di poter gridare al vero<br />

cambiamento. «Un centinaio di anni fa,<br />

non esistevano queste tutele o la stabilità<br />

che abbiamo vissuto, nemmeno per i lavoratori<br />

dipendenti a tempo pieno - incalza<br />

Sundararajan. Sono stati ottenuti negli anni<br />

grazie all’impegno di sindacati e attivisti. Si<br />

verificherà un’evoluzione simile per la forza<br />

lavoro rappresentata dai lavoratori autonomi».<br />

E nel frattempo? Nel frattempo la<br />

sharing economy ci fa discutere. La nuova<br />

economia è osteggiata da numerosi detrattori:<br />

istituzioni, sindacati, piccole associazioni<br />

di imprese. Che si appellano soprattutto alla<br />

mancanza di regole chiare.<br />

LIBRI<br />

Arun Sundararajan<br />

The Sharing Economy<br />

The MIT Press (in inglese)<br />

240 pagine - 19,95 £<br />

Ne consigliamo la lettura<br />

Perché spiega la nuova<br />

economia partendo dal<br />

fatto che non è nuova.<br />

C'è sempre stata. Ma è<br />

adesso che viene il bello.<br />

Sharing economy non significa<br />

solo dare un passaggio,<br />

accogliere un ospite in casa,<br />

partecipare a una cena sociale:<br />

in questo c'è poco di nuovo. La<br />

rivoluzione vera sta nel fatto<br />

che ogni cosa viene condivisa<br />

in cambio di soldi. E questo<br />

tassello in più - rispetto al<br />

passato - muove l'economia.<br />

Partendo da qui l'autore spiega<br />

quello che descrive come un<br />

capitalismo "basato sulla folla",<br />

sulla gente comune: si tratta di<br />

un nuovo modo di organizzare<br />

le attività economiche, un<br />

movimento così forte che<br />

può soppiantare nel tempo il<br />

modello tradizionale centrato<br />

sulle aziende. Il nuovo<br />

sistema - secondo l'autore -<br />

muterà il mercato e i governi<br />

dovranno essere in grado di<br />

capire, in modo da intervenire<br />

chirurgicamente su di esso e<br />

regolamentarlo. Sono molti<br />

gli esempi illustrati nel libro,<br />

tra cui Airbnb, Lyft, Uber,<br />

Etsy, Blablacar: Sundararajan<br />

parte da loro verso il nuovo<br />

capitalismo condiviso. Per lui,<br />

il futuro.<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 15


ATTUALITÀ<br />

Sharing economy<br />

Fragili equilibri<br />

Non serve guardare troppo lontano per capire<br />

quali equilibri intacca la nuova economia.<br />

Un esempio tipico è quanto accaduto<br />

in Italia, dove i tassisti hanno protestato<br />

contro l’implementazione del servizio taxi<br />

peer-to-peer offerto da Uber. C'era da aspettarselo<br />

o è solo una criticità di casa nostra?<br />

In realtà anche altrove i nuovi “format” professionali<br />

– di Uber o Airbnb, per esempio<br />

- faticano a trovare una collocazione nella<br />

normativa tradizionale, in Italia fortemente<br />

orientata fra le polarità di lavoro dipendente<br />

e autonomo. La questione, in tutto il mondo,<br />

è focalizzarsi sulle regole: ne servono di nuove?<br />

Ma soprattutto: a chi spetta stabilirle?<br />

«Le regole devono essere definite congiuntamente<br />

da governo, fornitori dei servizi e<br />

altri stakeholder della società - afferma Sundararajan.<br />

La regolamentazione non deve<br />

necessariamente nascere con il governo. La<br />

Nel 2020 la sharing raggiungerà i 335 miliardi di<br />

dollari, ma c'è chi dice che la Cina li ha già superati<br />

storia ci insegna che la regolamentazione<br />

può assumere forme diverse, governative<br />

o meno. La base della fiducia nel cambiamento<br />

economico è in continua evoluzione.<br />

Gli ambiti normativi sviluppati per il futuro<br />

devono essere a misura degli aspetti nuovi<br />

che caratterizzano lo scambio basato su un<br />

capitalismo nato dalla gente (crowd-based).<br />

Scala, varietà e tecnologia sono diverse. Ha<br />

poco senso provare ad adattare i vecchi regimi<br />

normativi ai nuovi modelli», sostiene<br />

convinto il professore. Forse la chiave sta in<br />

quello che nel 1993 Douglass North, in veste<br />

di economista, ha sottolineato nel proprio<br />

discorso in occasione dell’assegnazione del<br />

Premio Nobel: «Le società che rimangono<br />

“ancorate” personificano sistemi di convinzioni<br />

e istituzioni che non affrontano e non<br />

risolvono i nuovi problemi scaturiti dalla<br />

complessità della società». Affrontare è il<br />

primo passo per risolvere.<br />

Ma c'è chi è contro<br />

L'economia condivisa scardina e irrompe,<br />

ha bisogno di regole, non di briglie, suscita<br />

entusiasmo, ma anche pareri discordi.<br />

Robert Reich, per esempio, docente alla Berkeley<br />

University in California, ha definito la<br />

sharing economy "l’economia della condivisione<br />

delle briciole": i veri profitti vanno<br />

ai proprietari di software e piattaforme, le<br />

briciole ai lavoratori. Ne parliamo con Sundararajan:<br />

«Reich è un pensatore raffinato e<br />

rispetto il suo lavoro. Ma non sono d’accordo<br />

con lui su questo punto. La sharing economy<br />

è sinonimo di coinvolgimento, infatti, sposta<br />

il ruolo del singolo da “fornitore di lavoro”<br />

a proprietario. Parallelamente, però, la società<br />

ha bisogno di prendere quella rete di<br />

sicurezza sviluppata per un mondo di lavoratori<br />

dipendenti a tempo pieno e di adattarla<br />

a un mondo di microimprenditori. Il<br />

problema - conclude il professore - non è il<br />

modello della sharing economy in sé e per<br />

sé. È con il suo essere novità assoluta». Novità,<br />

che affascina e spaventa, aggiungiamo<br />

noi. Lasciamo Arun Sundararajan al suo trasloco.<br />

Ma lo aspettiamo al nostro Festival per<br />

continuare la chiacchierata. Insieme a voi.<br />

PROVA LA SHARING AL FESTIVAL<br />

Come si fa a capire la sharing economy? La si usa, la si fa. Ecco l'obiettivo del nostro Festival:<br />

farti "provare" i tanti aspetti della sharing economy in modo semplice e pratico. Divertendoci.<br />

Per due giorni il Castello Sforzesco di<br />

Milano sarà la casa della sharing economy.<br />

Il nostro Festival #Iocondivido ospiterà le<br />

grandi piattaforme protagoniste della<br />

nuova economia condivisa, ma anche le<br />

piccole idee rivoluzionarie che possono<br />

cambiare in meglio la nostra vita . E poi ci<br />

saremo noi, con la nostra informazione , i<br />

servizi e le consulenze. Non mancare!<br />

È tutto gratuito, tutto per te.<br />

I GRANDI TEMI Il guru della sharing<br />

economy Arun Sundararajan la spiegherà<br />

con parole nuove, ma si discuterà anche<br />

con altri esperti di prospettive e minacce,<br />

di regole che servono e barriere che<br />

limitano la nuova economia.<br />

LE AREE SHARING Ci sarà quella sul<br />

Condominio che mostra quali risorse<br />

possono essere condivise a beneficio di<br />

tutti; quella sulla Mobilità con le biciclette<br />

protagoniste (dai servizi di bikesharing,<br />

alla prova delle bici pieghevoli...) e le auto<br />

alternative. E poi l'area Cucina, con gli<br />

incontri antispreco e foodblogger e<br />

nutrizioniste per costruire la dieta ideale.<br />

Ci sarà anche l'area dedicata alle Mamme<br />

per parlare di modi di lavorare 2.0 mentre<br />

i bambini partecipano ai nostri laboratori.<br />

IL CROWDFUNDING Mettere insieme le<br />

forze per far vivere un progetto che<br />

condividi: ecco il senso del crowdfunding.<br />

Al Festival ne proporremo uno: restaurare<br />

il Coretto di Torchiara, un pezzo unico<br />

custodito nel museo del Castello<br />

Sforzesco. Unisciti alla nostra raccolta<br />

fondi per fare un regalo a Milano.<br />

DIVERTIMENTO Vieni domenica con il tuo<br />

cestino al social pic -nic al parco Sempione<br />

oppure visita la mostra interattiva di<br />

<strong>Altroconsumo</strong>. E se sei socio puoi fare una<br />

pausa nella zona riservata.<br />

Scopri tutte le sorprese che abbiamo<br />

per te: altroconsumo.it/iocondivido<br />

16 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

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PER OGNI TIPO<br />

DI IMPREVISTO<br />

ASSICURATI UNA BUONA TUTELA PER VIAGGI<br />

E VACANZE O SOGGIORNI ALL’ESTERO<br />

DURANTE TUTTO L’ANNO<br />

Sottoscrivi la polizza Viaggi Nostop Vacanza di Europ Assistance<br />

con lo sconto del 20%. Avrai accesso al servizio docticare.it,<br />

un rimborso se perdi il bagaglio, assistenza in caso di controversie<br />

e altro ancora. Agevolazioni estese ai familiari.<br />

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Abbasso<br />

le tariffe!<br />

L’Europa vuole eliminare i costi di roaming<br />

entro giugno 2017. Ecco a che punto siamo.<br />

di Marta Buonadonna<br />

CHIAMATE<br />

EFFETTUATE<br />

6,10 cent/min<br />

oltre alla tariffa<br />

in uso in Italia<br />

Fino a un massimo di<br />

23,18<br />

cent/min<br />

iva inclusa<br />

CHIAMATE<br />

RICEVUTE<br />

Fino a un massimo di<br />

1,39<br />

cent/min<br />

iva inclusa<br />

LIMITI PER LE TARIFFE DI ROAMING<br />

PREVISTI DAL REGOLAMENTO UE<br />

(Fonte: Commissione Europea)<br />

MESSAGGI<br />

2,44 cent/sms<br />

oltre alla tariffa<br />

in uso in Italia<br />

Fino a un massimo di<br />

7,32<br />

cent/sms<br />

iva inclusa<br />

TRAFFICO DATI<br />

6,10 cent/MB<br />

oltre alla tariffa<br />

in uso in Italia<br />

Fino a un massimo di<br />

24,40<br />

cent/MB<br />

iva inclusa<br />

18 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


INCHIESTA<br />

Tariffe di roaming<br />

IN SINTESI<br />

Cosa prevede<br />

la nuova<br />

regolamentazione<br />

sulle tariffe telefoniche<br />

da applicare all’interno<br />

dell’Ue.<br />

Come si comportano<br />

gli operatori italiani e<br />

quali tariffe offrono.<br />

Consigli per<br />

risparmiare quando<br />

si usa lo smartphone<br />

all’estero.<br />

Le nostre vacanze all'estero non saranno<br />

più quelle di prima? I costi di<br />

roaming - ovvero le tariffe maggiorate<br />

finora previste per telefonare<br />

quando siamo all'estero - sono appena stati<br />

abbattuti da una nuova regolamentazione<br />

europea che prevede, almeno in teoria, la<br />

loro totale cancellazione a partire dal mese<br />

di giugno del 2017. Lo scopo è andare gradualmente<br />

verso un mercato unico della<br />

telefonia mobile all’interno dell’Unione.<br />

Quando la transizione sarà completata, un<br />

cittadino europeo dovrebbe pagare per una<br />

telefonata, un sms o un megabyte (MB) di<br />

traffico fuori dai confini nazionali la stessa<br />

cifra che paga quando è nel proprio paese.<br />

Nuovi limiti da rispettare<br />

Come passaggio intermedio la Ue ha fissato<br />

dei limiti, entrati in vigore il 30 aprile scorso:<br />

sono illustrati nella pagina a lato. Cosa vogliono<br />

dire queste cifre? Che il nostro operatore<br />

telefonico, una volta scavalcate le Alpi,<br />

potrà - per esempio - già da oggi applicare<br />

alle nostre chiamate in uscita un sovrapprezzo<br />

di 6,10 centesimi iva inclusa alla tariffa<br />

al minuto che già usiamo in Italia, fino a un<br />

costo massimo di 23,18 centesimi. Ma non<br />

deve farci pagare più di questo, altrimenti<br />

viola la regolamentazione europea.<br />

Operatori furbetti<br />

Siamo andati a vedere come si comportano<br />

realmente i principali operatori italiani<br />

e abbiamo trovato un panorama alquanto<br />

variegato e non consolante. Prima di tutto si<br />

conferma una generale opacità delle tariffe:<br />

non è sempre facile trovare informazioni a<br />

riguardo né sui siti né sul materiale fornito<br />

dai negozi. Nelle schede alle pagine seguenti<br />

trovate riassunte le condizioni delle tariffe<br />

standard e di quelle speciali (a giugno <strong>2016</strong>),<br />

cioè i vari forfait offerti a chi va in viaggio e<br />

alcune nostre considerazioni puntuali.<br />

Abbiamo constatato che l’applicazione della<br />

tariffa europea è stata in grande prevalenza<br />

interpretata come un’applicazione dei massimali,<br />

senza tenere in alcun conto la tariffa<br />

già in uso. Mediamente, quindi, gli operatori<br />

non hanno semplicemente aggiunto il sovrapprezzo<br />

alla loro tariffa, cosa che avrebbe<br />

in alcuni casi dato luogo a costi più bassi del<br />

massimo ammesso: hanno invece applicato<br />

direttamente il costo massimo previsto dalla<br />

regolamentazione. E questo non solo gli<br />

operatori leader di mercato come Tim, Wind<br />

e Tre, ma anche operatori virtuali molto gettonati<br />

come CoopVoce, PosteMobile e Lyca-<br />

Mobile. Abbiamo segnalato i comportamenti<br />

scorretti sia all’Antitrust sia al Garante per le<br />

Comunicazioni, che ha già fatto partire due<br />

diffide per Tim e Wind. I due operatori entro<br />

il 30 giugno dovrebbero avere adeguato la<br />

Come siamo arrivati a queste<br />

nuove regole sul roaming in<br />

Europa?<br />

«È un lavoro cominciato nel<br />

2005. Allora le istituzioni<br />

si sono rese conto che non<br />

esisteva davvero un mercato<br />

unico all’interno del quale<br />

telefonare e scambiare<br />

messaggi fosse abbordabile<br />

per tutti: i prezzi erano<br />

troppo alti. Perciò si è deciso<br />

di mettere dei limiti, per<br />

abbassare i prezzi sempre<br />

più col passare del tempo. Poi<br />

l’Ue si è dovuta occupare dei<br />

prezzi all’ingrosso, quello che<br />

le compagnie telefoniche si<br />

pagano tra di loro per usare le<br />

reti una dell’altra. È un punto<br />

cruciale per poter rendere<br />

il prezzo finale più basso e<br />

al contempo proteggere la<br />

concorrenza.<br />

Un’importanza decisiva<br />

l’hanno avuta le associazioni<br />

di consumatori che hanno<br />

sempre sostenuto che i costi<br />

di roaming non hanno senso<br />

all’interno di un mercato<br />

unico».<br />

Come si stanno comportando<br />

gli operatori nei vari paesi?<br />

«C’è chi già offre il roaming<br />

incluso nel forfait ai propri<br />

clienti, il che dimostra che è<br />

possibile farlo, mentre altre<br />

aziende si comportano in<br />

modo poco trasparente.<br />

La normativa Ue lascia la<br />

possibilità agli operatori di<br />

offrire pacchetti tariffari<br />

diversi da quello europeo,<br />

ma la tariffa base predefinita<br />

deve essere quella con i<br />

limiti previsti dalla nuova<br />

regolamentazione. Esistono<br />

poi anche operatori che<br />

GUILLERMO<br />

BELTRÀ<br />

Beuc - Organizzazione<br />

dei consumatori europei,<br />

Dipartimento legale ed<br />

economico<br />

hanno chiesto all’autorità di<br />

regolamentazione nazionale<br />

di concedere loro una deroga,<br />

una possibilità aggiunta nelle<br />

fasi finali della negoziazione<br />

sulle nuove regole che non<br />

sappiamo ancora come sarà<br />

messa in pratica».<br />

Chi non si allinea cosa<br />

rischia?<br />

«In Italia è l’Agcom (Autorità<br />

per le garanzie nelle<br />

comunicazini, ndr) ad avere il<br />

potere di multare gli operatori<br />

se violano le regole europee<br />

o italiane. Per i consumatori,<br />

la prima cosa da fare è<br />

conoscere i propri diritti. Se<br />

si rendono conto di pagare<br />

più del dovuto possono<br />

protestare con il proprio<br />

operatore, poi rivolgersi alle<br />

associazioni di consumatori e<br />

all’Agcom».<br />

Cosa cambierà davvero da<br />

giugno 2017?<br />

«Il roaming sarà abolito nei<br />

paesi UE, ma solo se per<br />

allora le istituzioni europee<br />

avranno riformato il mercato<br />

all’ingrosso abbassando<br />

il più possibile i costi tra<br />

operatori. In caso contrario<br />

continueranno a essere<br />

applicate le tariffe con le<br />

attuali maggiorazioni. Anche<br />

una volta abolito il roaming<br />

è possibile che gli operatori<br />

possano porre dei limiti<br />

temporali alle tariffe nazionali<br />

usate all’estero, consentendo<br />

per esempio l’uso del telefono<br />

a prezzi italiani solo per<br />

qualche settimana all’anno.<br />

In questo caso la promessa<br />

dell’abolizione del roaming<br />

sarebbe disattesa». (M.B.)<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 19


INCHIESTA<br />

Tariffe di roaming<br />

CON TIM PAGO 3 EURO PER UN SMS<br />

La nuova tariffa base per l’estero si attiva in automatico all’insaputa<br />

dell’utente e non rispetta le regole Ue. Un lettore ce lo ha segnalato.<br />

«TIm, con una visione fantasiosa, ha voluto<br />

recepire la direttiva europea sul roaming<br />

nell’Unione attivando indiscriminatamente e<br />

senza alcuna comunicazione un’opzione e<br />

considerandola tariffa base (Roaming<br />

Europa daily basic). Ora per il solo<br />

fatto di inviare un sms mi ritrovo a<br />

dover spendere 3 euro anziché i 7<br />

cent che spendevo in precedenza.<br />

La direttiva europea era volta a<br />

ridurre i costi che dovevamo<br />

sostenere non a farli lievitare del<br />

5000%. L'interpretazione corretta<br />

della normativa avrebbe voluto che<br />

io usassi il traffico della mia offerta in<br />

Italia col solo sovraprezzo stabilito a<br />

loro offerta a quanto previsto dalla regolamentazione<br />

europea. L'Agcom ha chiarito<br />

inoltre che applicare direttamente i massimali<br />

è un abuso: vanno aggiunte alle tariffe<br />

italiane solo le maggiorazioni previste. La<br />

situazione che denunciamo dovrebbe dunque<br />

essere presto sanata: se così non fosse,<br />

segnalatecelo.<br />

Tim e Vodafone agli opposti<br />

Meritano evidenza due casi estremi, uno in<br />

negativo e uno in positivo. Tim prevede addirittura<br />

una tariffa con costo fisso giornaliero<br />

di 3 euro, che prevede un forfait di telefonate,<br />

sms e MB di dati; superato il forfait, il costo<br />

fisso viene riapplicato automaticamente<br />

per ben tre volte, con la riproposizione delle<br />

stesse soglie, prima di passare alla tariffa<br />

massima prevista dal regolamento europeo.<br />

Sul fronte opposto troviamo Vodafone, che<br />

è l’unico operatore italiano ad attenersi pienamente<br />

alla regolamentazione europea,<br />

consentendo ai propri clienti di utilizzare le<br />

soglie di traffico nazionale anche all’estero<br />

e applicando non direttamente i massimali,<br />

ma, correttamente, le maggiorazioni previste<br />

rispetto alla tariffa nazionale.<br />

Tariffe speciali: coperta corta<br />

La tendenza prevalente è di offrire a chi va<br />

all'estero tariffe speciali giornaliere, che garantiscono<br />

all’operatore un introito minimo.<br />

L’opzione giornaliera più economica è quella<br />

di Wind, ma il traffico reso disponibile è<br />

molto inferiore a quello offerto dagli altri<br />

operatori: più che sufficiente nella maggior<br />

parte dei casi, molto probabilmente, ma<br />

livello europeo (come fa Vodafone). Oltretutto<br />

questa opzione non può essere disattivata in<br />

alcun modo. E non avendo dato nessuna<br />

comunicazione, a quante persone non informate<br />

del fatto sono stati sottratti 3 euro<br />

al giorno in questo modo?»<br />

IL NOSTRO PARERE<br />

Questa segnalazione non fa che<br />

confermare i risultati della nostra<br />

inchiesta, che ci hanno spinto a<br />

inviare una segnalazione<br />

all’Agcom, che peraltro sta già<br />

intervenendo per diffidare e<br />

sanzionare gli operatori che si<br />

comportano in maniera scorretta.<br />

prima di sottoscrivere questa tariffa vale la<br />

pena valutare bene che uso si intende fare<br />

del telefono in vacanza. Per tutti gli operatori<br />

vale il consiglio di chiedersi se è davvero<br />

necessario attivare queste tariffe prima di<br />

andare all’estero e di misurarle con l’effettiva<br />

necessità che si avrà di usare il telefono una<br />

volta arrivati a destinazione. Probabilmente<br />

questo dipenderà in parte anche dal motivo<br />

del viaggio: chi si muove per lavoro avrà<br />

senz’altro più bisogno di minuti di chiamate<br />

e MB di traffico rispetto a chi si accinge a<br />

passare due settimane su una spiaggia.<br />

Consigli per le vacanze<br />

Anche decidendo di acquistare una tariffa<br />

speciale per l’estero prima di partire, il rischio<br />

di sforare, soprattutto nell’uso di internet, è<br />

consistente. Non sempre gli operatori avvertono<br />

per tempo i propri clienti del raggiungimento<br />

della soglia inclusa nel forfait, per<br />

questo è utile qualche strategia che consenta<br />

di risparmiare MB di traffico. Questo mese<br />

ne parliamo nella nostra rivista dedicata alla<br />

tecnologia (Hitest 56 luglio <strong>2016</strong>), di cui riportiamo<br />

qui alcuni consigli.<br />

Prima di tutto disattiva l’aggiornamento automatico<br />

delle app, che comporta continui<br />

collegamenti a internet, dei quali spesso<br />

non si è consapevoli. Chi ha un iPhone può<br />

selezionare a quali app negare l’accesso alla<br />

rete, solo per il periodo di permanenza all’estero<br />

(Impostazioni > Cellulare, scorrere la<br />

schermata verso il basso e deselezionare le<br />

app che non si vuole far collegare). Verifica<br />

anche eventuali app di navigazione e scegli<br />

quelle che funzionano off-line.<br />

QUANTO<br />

COSTA<br />

IL TELEFONO<br />

ALL’ESTERO<br />

Alcuni operatori prevedono un<br />

costo fisso anche nelle tariffe<br />

standard, altri consentono di<br />

utilizzare minuti e MB del proprio<br />

pacchetto italiano anche all’estero,<br />

applicando i sovrapprezzi previsti.<br />

Per le tariffe speciali la durata è<br />

spesso giornaliera, le tariffe<br />

variano da un operatore all’altro,<br />

ma cambiano anche la quantità di<br />

chiamate, messaggi e traffico a<br />

disposizione.<br />

Occorre valutare attentamente le<br />

proprie reali necessità, altrimenti si<br />

rischia di pagare per telefonate e<br />

sms che poi non si sfrutteranno.<br />

PER MAGGIORI INFO<br />

altroconsumo.it/cellulari<br />

E in Italia? Sei sicuro di<br />

avere una tariffa per il<br />

cellulare adatta alle tue<br />

esigenze?<br />

Sul nostro sito puoi<br />

rispondere ad alcune<br />

domande che ci<br />

permetteranno di<br />

suggerirti la tariffa più<br />

conveniente disponibile<br />

sul mercato, in base alle<br />

tue abitudini.<br />

20 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


INCHIESTA<br />

Tariffe di roaming<br />

TARIFFA STANDARD<br />

costo giornaliero<br />

chiamate in uscita<br />

chiamate in entrata<br />

SMS<br />

traffico dati<br />

Tim<br />

3 euro<br />

100 minuti<br />

100 minuti<br />

100 sms<br />

300 MB<br />

IL NOSTRO PARERE Quella di Tim è la tariffa<br />

standard che più si discosta dalla normativa Ue.<br />

Impone infatti un importo giornaliero di 3 euro<br />

che, se si superano le soglie previste, si rinnova<br />

per tre volte (con nuove soglie) prima di arrivare<br />

all’applicazione dei massimali europei.<br />

TIM IN VIAGGIO PASS<br />

costo/durata<br />

chiamate in uscita<br />

chiamate in entrata<br />

SMS<br />

traffico dati<br />

20 euro/10 giorni<br />

250 minuti<br />

250 minuti<br />

500 sms<br />

1 GB<br />

PRO In caso di soggiorni all’estero per tempo<br />

prolungato, può valere la pena di attivare la<br />

tariffa, purché si ritenga di aver bisogno di un<br />

discreto traffico telefonico.<br />

CONTRO Il costo è tra i più elevati, dunque il suo<br />

prezzo diventa interessante solo se si ha bisogno<br />

di effettuare molto traffico. È davvero<br />

necessario attivare questa tariffa invece di<br />

utilizzare quella base?<br />

TIM IN VIAGGIO FULL<br />

costo/durata<br />

chiamate<br />

in uscita e in entrata<br />

SMS<br />

traffico dati<br />

4 euro/ 1 giorno<br />

200 minuti<br />

100 sms<br />

500 MB<br />

PRO Si paga solo quando si ha effettivamente<br />

bisogno del traffico, ma la tariffa è pensata per un<br />

uso sostenuto del telefono, altrimenti il prezzo è<br />

davvero esorbitante.<br />

CONTRO Con 3 euro Tim offre una tariffa<br />

standard che consente già di disporre di 100<br />

minuti, 100 sms e 300 MB: siamo sicuri che le<br />

nostre esigenze di utilizzo rendano necessario<br />

spendere quell’euro in più?<br />

Tre Vodafone Wind<br />

TARIFFA STANDARD TARIFFA STANDARD TARIFFA STANDARD<br />

costo giornaliero 0 euro costo giornaliero 0 euro Costo giornaliero<br />

0 euro<br />

chiamate in uscita<br />

0,211 euro al min<br />

chiamate in uscita<br />

tariffa italiana<br />

+ 6,10 cent al minuto<br />

chiamate in uscita<br />

0,231 euro al minuto<br />

chiamate in entrata 0,014 euro al min chiamate in entrata 0,0139 euro al min chiamate in entrata<br />

0,061 euro al minuto<br />

SMS<br />

0,0732 euro a sms<br />

SMS<br />

tariffa italiana<br />

+ 2,44 cent per SMS<br />

SMS<br />

0,073 euro a sms<br />

traffico dati 0,244 euro a MB traffico dati tariffa italiana<br />

+ 6,10 a MB<br />

traffico dati<br />

0,244 euro a MB<br />

IL NOSTRO PARERE Il costo per le chiamate<br />

effettuate è lievemente inferiore al massimale<br />

stabilito. In tutti gli altri casi Tre applica alla lettera<br />

i massimali, alzando a volte le proprie tariffe di<br />

ben più dei 5 centesimi suggeriti.<br />

IL NOSTRO PARERE Vodafone è l’unico operatore<br />

che si comporta correttamente e consente di<br />

utilizzare anche all’estero il proprio traffico<br />

disponibile, applicando le sole maggiorazioni<br />

previste dalla normativa europea.<br />

IL NOSTRO PARERE L’opzione Eurotariffa<br />

applica alla lettera i massimali, quindi in qualche<br />

caso i clienti Wind pagano anche molto più di quel<br />

che potrebbero pagare se l’operatore si limitasse<br />

ad aggiungere le maggiorazioni previste.<br />

EUROPE PASS PASSPORT EUROPA, USA,CANADA ALL INCLUSIVE TRAVEL EUROPA & USA<br />

costo/durata 0 euro/7 giorni costo/durata 3 euro/1 giorno costo/durata<br />

2,5 euro/1 giorno<br />

chiamate<br />

in uscita e in entrata<br />

costo SMS<br />

traffico dati<br />

500 min + scatto alla chiamate in uscita<br />

30 minuti chiamate<br />

30 minuti<br />

risposta 0,30 euro<br />

chiamate in entrata<br />

30 minuti<br />

in uscita e in entrata<br />

come piano in uso<br />

500 MB + scatto<br />

SMS<br />

60 sms SMS<br />

30 sms<br />

connessione 0,30 traffico dati<br />

200 MB traffico dati<br />

50 MB<br />

PRO Che la tariffa non abbia costo di attivazione<br />

è certamente apprezzabile, ma è meglio della<br />

standard soprattutto se si fanno poche chiamate<br />

di durata ragionevolmente lunga.<br />

CONTRO Sconsigliabile superare la soglia. Se nel<br />

corso della navigazione il telefonino cambia<br />

operatore di appoggio, Tre applica nuovamente<br />

lo scatto alla risposta, all’insaputa dell’utente.<br />

PRO L’opzione si attiva solo nei giorni in cui si<br />

utilizza; la navigazione internet, se si supera la<br />

soglia, si limita a rallentare. Consigliabile per chi<br />

non vuole esagerare con l’uso del telefonino.<br />

CONTRO Il traffico disponibile è limitato. Per i<br />

clienti della tariffa in abbonamento Relax ne<br />

esiste una versione che, allo stesso costo<br />

giornaliero, offre minuti e sms illimitati.<br />

PRO Nel caso di superamento delle soglie si<br />

applica la tariffa standard. Ne esiste anche una<br />

versione per chi intende solo navigare, che allo<br />

stesso costo giornaliero consente di disporre di<br />

100 MB ma senza traffico telefonico.<br />

CONTRO Il costo giornaliero è più basso rispetto<br />

a quello di altri operatori, ma anche le soglie di<br />

traffico sono molto più contenute.<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 21


IL CASO<br />

Luce e gas senza consenso<br />

Una telefonata<br />

e mi ritrovo un contratto<br />

Si spacciano per l'attuale fornitore di luce e gas o come Autorità per l'Energia, ma in realtà<br />

sono operatori che attivano i servizi di Green Network a clienti ignari.<br />

di Stefania Villa<br />

nipote Luca, per disdire tutto, i termini per<br />

il ripensamento scadono e le prime bollette<br />

intanto arrivano.<br />

Rosanna è una signora di 77 anni che<br />

un giorno riceve la telefonata di una<br />

persona che dice di essere di Enel,<br />

il suo fornitore di energia elettrica.<br />

L'operatore le comunica che, dal momento<br />

che suo marito è deceduto, deve passare a<br />

un nuovo contratto.<br />

Le chiedono di leggere alcuni dati sulla sua<br />

bolletta, lei si fida del “suo” fornitore e lo fa.<br />

Dopo un po’, però, l’addetto inizia a diventare<br />

insistente: continua a fare domande, a<br />

chiedere informazioni, tanto che Rosanna<br />

si insospettisce e riaggancia. La questione<br />

non finisce lì, perché poco dopo qualcuno<br />

richiama ed esige che si concluda ciò che è<br />

stato iniziato, quasi mettendola sul piano<br />

personale: "Lei non può riagganciare così!”.<br />

La signora non si è resa conto di aver aderito<br />

a qualcosa, ma sta di fatto che, dopo un po’,<br />

arriva una lettera di Green Network Luce &<br />

Gas, di “Conferma sottoscrizione del contratto<br />

per la fornitura di energia elettrica sul<br />

libero mercato”. Una lettera di benvenuto<br />

che – oltretutto – è stata anche intestata al<br />

marito scomparso.<br />

In sostanza Rosanna, senza aver dato consapevolmente<br />

alcun consenso, si è ritrovata<br />

con un nuovo operatore. Certo, se avesse<br />

avuto la possibilità di sapere di aver aderito<br />

a un'offerta avrebbe anche potuto esercitare<br />

il suo diritto di ripensamento. Ma la registrazione<br />

della telefonata o il contratto cartaceo,<br />

che per legge avrebbe dovuto ricevere subito<br />

dopo la telefonata, non sono mai arrivati. La<br />

signora ha potuto sapere del cambio solo nel<br />

momento in cui le viene dato il "più cordiale<br />

benvenuto" da parte di Green Network. E<br />

così, mentre si organizza grazie all'aiuto del<br />

Contratti intestati anche a defunti<br />

Rosanna non è l’unica a essersi ritrovata con<br />

questo nuovo fornitore di energia senza neanche<br />

rendersene conto. La sua è solo una<br />

delle decine di segnalazioni che gli avvocati<br />

di <strong>Altroconsumo</strong> hanno ricevuto su Green<br />

Network da circa un anno a questa parte:<br />

al ritmo di almeno tre al giorno, ci dicono<br />

i nostri legali. E molte riguardano persone<br />

di età avanzata.<br />

Edwin è un signore di 90 anni «vigile, ma<br />

con un’innata cortesia», che - racconta suo<br />

figlio Andrea - non gli permette di chiudere<br />

il telefono in faccia a nessuno. All’altro capo<br />

c’è una donna, dal tono deciso e dall’accento<br />

straniero (è pratica piuttosto comune per<br />

le aziende avvalersi di agenzie di vendita<br />

all’estero, in paesi in cui gli stipendi dei<br />

dipendenti dei call center sono molto più<br />

bassi). Il figlio Andrea, scoperta casualmente<br />

l’attivazione di un contratto con Green<br />

Network, vuole vederci chiaro e richiede la<br />

registrazione della telefonata in cui, secondo<br />

la società, il papà ha espresso il consenso<br />

all’attivazione del servizio.<br />

Ma sembra esserci qualcosa di strano nella<br />

registrazione: si tratta di un file audio di quasi<br />

dieci minuti in cui l'operatrice sommerge<br />

di domande il signor Edwin, citando alla velocità<br />

della luce leggi che una persona comune<br />

non può conoscere. E i “sì”, a parere<br />

del figlio, sembrano presi da altre risposte<br />

e “riappiccicati” dopo le domande a cui si<br />

richiede un consenso.<br />

La possibile manipolazione delle registrazioni<br />

telefoniche ci viene segnalata in tanti altri<br />

casi. Emilio, ad esempio, riceve un contratto<br />

di fornitura gas di Green Network che suo<br />

padre avrebbe stipulato telefonicamente nel<br />

settembre del 2015. Peccato che il suo papà<br />

sia deceduto nel 2007. Dalla registrazione<br />

di cui fa richiesta “si desume chiaramente<br />

22 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


IL CASO<br />

Luce e gas senza consenso<br />

che si tratta di un falso”, racconta, visto che<br />

la voce che dice di voler stipulare il contratto<br />

afferma anche di essere Ugo, suo padre<br />

scomparso. C'è anche chi era consapevole<br />

di parlare con Green Network: Marco aveva<br />

detto all’operatore di voler semplicemente<br />

ricevere a casa il contratto, per leggerlo<br />

e vedere – prima di decidere - se le tariffe<br />

proposte erano effettivamente convenienti<br />

oppure no.<br />

Ma quello che gli viene spedito è - direttamente<br />

- la solita lettera di benvenuto nel<br />

servizio e solo dopo, su sua richiesta, il<br />

contratto. Finalmente un po' di trasparenza,<br />

verrebbe da dire. Ma non è così. Il contratto<br />

arriva a casa di Marco, sì, ma già firmato.<br />

“La firma c’era ma non era la mia! L’hanno<br />

falsificata!”, ci dice.<br />

Come si difende Green Network<br />

Firme false, telefonate ingannevoli, informazioni<br />

approssimative, registrazioni manipolate,<br />

attivazione di forniture realizzata<br />

spacciandosi per Enel, per Acea Energia o<br />

addirittura per l'Autorità dell’Energia Elettrica.<br />

Le tecniche segnalate dagli utenti sono<br />

al limite dell’inverosimile.<br />

Eppure Green Network non è una società<br />

fantasma o di cui si sa poco. Non solo è vera,<br />

ma è anche piuttosto competitiva sul mercato<br />

con le sue tariffe e sembra inoltre una<br />

realtà solida: nata nel 2003, con un fatturato<br />

annuo che - si legge sul suo sito - supera i<br />

due miliardi di euro, 150 dipendenti, una<br />

sede a Londra e addirittura un asilo aziendale.<br />

La società si difende dalle segnalazioni<br />

dicendo che il servizio di vendita contratti<br />

è in carico ad agenzie esterne, alcune delle<br />

quali controllano a loro volta altre agenzie,<br />

magari all'estero e che quindi non è in grado<br />

di vigilare su una filiera diventata così<br />

lunga; ma aggiunge che - quando è riuscita<br />

a rintracciare le agenzie responsabili - ha<br />

chiuso con loro ogni rapporto.<br />

Impegno annunciato, ma insufficiente<br />

In realtà, una società che fornisce un servizio,<br />

che lo faccia tramite agenzie o meno, è<br />

responsabile di fronte agli utenti di ciò che<br />

offre e non può lavarsene le mani, dando colpe<br />

ad agenti che essa stessa sceglie e paga.<br />

Di sicuro, comunque, non possono essere gli<br />

utenti a doverne pagare le spese. E a poco<br />

sono servite - evidentemente - iniziative che,<br />

a distanza di tempo, non hanno portato a<br />

una soluzione: dichiarandosi vittima delle<br />

sue agenzie così come gli utenti, Green<br />

Network ha annunciato a giugno 2015, ormai<br />

più di un anno fa, di aver attivato una serie<br />

di canali sul proprio sito per la segnalazione<br />

dei contratti e delle telefonate indesiderate.<br />

Bugie, registrazioni manipolate e firme falsificate:<br />

le segnalazioni che riceviamo su Green Network<br />

riguardano spesso persone anziane.<br />

Doppia segnalazione e diffida<br />

La società è stata segnalata all'Autorità Garante<br />

della Concorrenza e del Mercato più<br />

volte dall'anno scorso a questa parte; anche<br />

<strong>Altroconsumo</strong> l'ha denunciata all’Antitrust<br />

per pratica commerciale scorretta, chiedendo<br />

una sanzione e un intervento per mettere<br />

fine a queste pratiche.<br />

Nel novembre del 2015 è arrivata la sanzione<br />

di 340mila euro: l'Autorità nella sua delibera<br />

sostiene che gli incentivi alla buona condotta<br />

delle agenzie da parte di Green Network non<br />

erano sufficienti, che la formazione fornita<br />

sui diritti dei consumatori era "quasi inesistente",<br />

così come le indicazioni sulle basilari<br />

norme comportamentali, tra cui quella di<br />

non assumere atteggiamenti aggressivi e<br />

pressanti e, infine, che "(...) tardiva appare<br />

l'iniziativa di risolvere il contratto con uno dei<br />

procacciatori al quale Green Network attribuisce<br />

la maggior parte dei casi denunciati<br />

dai clienti finali (...)". Nonostante il provvedimento<br />

sanzionatorio, le denunce dei<br />

soci sono continuate, per questo lo scorso<br />

febbraio abbiamo inviato una seconda segnalazione<br />

all'Antitrust per inottemperanza,<br />

denunciando il fatto che Green Network non<br />

aveva risolto il problema. Nel momento in<br />

cui scriviamo - giugno <strong>2016</strong> - continuano<br />

ad essere attivati contratti all'insaputa dei<br />

clienti. Un socio ci ha persino segnalato di<br />

aver ricevuto chiamate da persone con accento<br />

dell’Est che si sono presentate come<br />

consulenti di <strong>Altroconsumo</strong> chiedendo di<br />

rinunciare al recesso a Green Network. Abbiamo<br />

inviato una diffida alla società, chiedendo<br />

anche un incontro, per trovare una<br />

soluzione più veloce possibile nell'interesse<br />

degli utenti. Vi terremo aggiornati.<br />

L'AIUTO DI 80 AVVOCATI<br />

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CONSULENZA<br />

GIURIDICA<br />

Samanta Russo<br />

Avvocato<br />

Si possono stipulare contratti<br />

per luce e gas via telefono,<br />

senza firmare nulla?<br />

«Si, la legge lo prevede ma con<br />

una certa procedura.<br />

L’operatore deve fornire in<br />

primis informazioni sulla<br />

società di vendita e sull’offerta.<br />

Entro 10 giorni lavorativi, il<br />

fornitore deve confermarla<br />

inviando il contratto cartaceo<br />

all'utente, che è vincolato solo<br />

dopo averlo firmato. Tali<br />

conferme però - se si<br />

acconsente - possono<br />

effettuarsi anche solo<br />

verbalmente su supporto<br />

durevole (ad es. registrazione<br />

della telefonata), che andrà poi<br />

inviato all’utente. Da quando si<br />

dà il consenso alla conclusione<br />

del contratto, si hanno 14 giorni<br />

solari per esercitare il diritto di<br />

ripensamento. Green Network<br />

invece, spesso, non ha inviato<br />

né contratto né registrazione,<br />

comunicando anche un<br />

termine per il ripensamento<br />

errato, di 10 giorni».<br />

Cosa fare per difendersi?<br />

«Sconsiglio di attivare<br />

contratti al telefono quando si<br />

riceve la chiamata<br />

dell'operatore, visto che non si<br />

può essere sicuri di chi sia. Se<br />

siamo nel dubbio di aver fornito<br />

dati importanti (ad es. il codice<br />

POD della bolletta, ndr), meglio<br />

mandare subito una<br />

raccomandata alla società che<br />

ci ha chiamato e all'attuale<br />

fornitore disconoscendo ogni<br />

cambio. Ogni caso, poi, è a sé:<br />

se c'è una falsificazione di firma<br />

o registrazione suggeriamo<br />

anche una denuncia penale».<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 23


INCHIESTA<br />

Aree di servizio<br />

On the road<br />

Occhio alle aree di servizio delle autostrade: la benzina è più cara e i prezzi cambiano<br />

molto da una all'altra. Mentre un rabbocco dell'olio ci è costato fino a 17 euro.<br />

di Giuseppe Aliverti<br />

Estate, andiamo: è tempo d’autostrada.<br />

Tra casa nostra e il traguardo<br />

delle vacanze, lei – l’autostrada – è<br />

spesso di mezzo. Assolata, affollata,<br />

insidiosa. Tra i riti propiziatori per un viaggio<br />

scorrevole e sicuro il posto d’onore va<br />

in genere alla scelta dell’orario di partenza<br />

intelligente. Ma il classico check up dal concessionario<br />

o dal meccanico è consigliabile<br />

prima di un lungo spostamento: perché nelle<br />

aree di servizio può costare caro.<br />

A caccia di soste convenienti<br />

Com’è meglio organizzarsi, una volta stipati<br />

i viveri di prima sopravvivenza, tra panini,<br />

biscotti, frutta, acqua e bibite? Dato<br />

IN SINTESI<br />

Inchiesta in 24<br />

aree di servizio<br />

dell'Autostrada del<br />

sole: quanto costa<br />

riempire la vaschetta<br />

del liquido lavavetri?<br />

Se l'olio è a posto,<br />

come si comporta<br />

l'addetto a una<br />

richiesta di controllo?<br />

Rilevazione dei<br />

prezzi della benzina e<br />

confronto con quelli<br />

nella città più vicina<br />

che l’esodo estivo riscalda sempre i prezzi<br />

della benzina, ci siamo chiesti: si possono<br />

pianificare le tappe del viaggio vacanziero<br />

andando a colpo sicuro in aree di servizio<br />

autostradali convenienti e accoglienti? Dove<br />

cioè il carburante costa meno e gli eventuali<br />

controlli e interventi di emergenza (per<br />

esempio, liquido lavavetri, olio, pressione<br />

pneumatici, cambio fari...) hanno prezzi<br />

accettabili e con quell’attenzione e cortesia<br />

che non guastano mai? La pratica è sempre<br />

meglio della teoria, e in fatto di sorprese –<br />

belle e brutte – il mondo reale batte ancora<br />

le promesse digitali.<br />

Perciò un nostro rilevatore s’è imbarcato su<br />

una Toyota Auris ibrida – tagliando appena<br />

24 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


per maggiori informazioni<br />

www.altroconsumo.it/auto-e-moto<br />

fatto, in perfette condizioni – per affrontare<br />

uno special tour di 24 aree di servizio (15<br />

all’andata, 9 al ritorno) tra Milano e Napoli<br />

sull’A1, prima e incontrastata regina delle<br />

autostrade italiane.<br />

Test sul servizio: liquido tergicristalli<br />

Giù e su per l’Italia, quindi, con un semplice<br />

e doppio obiettivo: verificare sul campo<br />

sia il livello dei prezzi dei carburanti sia il<br />

costo e la qualità del servizio offerto nelle<br />

stazioni di rifornimento, che abbiamo voluto<br />

esemplificare focalizzandoci sull’operazione<br />

di riempimento della vaschetta del<br />

detergente lavavetri. La scelta di effettuare<br />

il viaggio a inizio aprile ha permesso di trovare<br />

i distributori in situazioni di relativa<br />

tranquillità: nulla a che vedere con il flusso<br />

abnorme degli esodi d’agosto, quando il caos<br />

regna sovrano e può diventare la motivazione<br />

numero uno per disguidi, disservizi,<br />

sovrapprezzi inspiegabili, scontrini mancati<br />

e quant’altro. Da Nord a Sud e viceversa, per<br />

24 volte, quindi, il nostro collaboratore ha fedelmente<br />

eseguito questa procedura: prima<br />

d’imboccare la deviazione per il distributore<br />

prescelto per il test, s’è fermato nell’area<br />

precedente per svuotare il serbatoio da tre<br />

litri con una pompa tira-liquidi e riversare<br />

il detergente in un’apposita tanica, in modo<br />

da arrivare dal benzinaio successivo con la<br />

vaschetta vuota.<br />

La richiesta fatidica<br />

Una volta entrato nella stazione di servizio,<br />

prima di fare rifornimento, il nostro rilevatore<br />

ha trascritto diligentemente i prezzi di<br />

tutti i carburanti. Alla pompa della benzina<br />

servita, s’è poi presentato all’addetto con<br />

una formula di rito: una richiesta uguale per<br />

tutti e 24 i benzinai incontrati: «Ho terminato<br />

il liquido tergicristalli, lo può rabboccare?<br />

Già che c’è, mi dà una controllatina anche<br />

agli altri liquidi?».<br />

Prima constatazione: non esiste una procedura<br />

univoca, se non proprio standard. In<br />

ogni stazione – anche quando gestite dalla<br />

stessa compagnia petrolifera – ha potuto notare<br />

una serie di piccole – a volte significative<br />

– differenze nella scelta del prodotto utilizzato,<br />

nel prezzo finale del liquido e dell’operazione,<br />

nell’emissione dello scontrino.<br />

E proprio la fase scontrino s’è rivelata quella<br />

in genere più delicata: solo un terzo dei<br />

benzinai lo ha spontaneamente emesso e<br />

consegnato. Ai restanti due terzi è stato necessario<br />

richiederlo, in alcuni casi con una<br />

certa decisione.<br />

Il caso più singolare, in materia di scontrini,<br />

è capitato all’area Bisenzio est (gestore<br />

Agip), dove per il liquido Est Veroglass da<br />

250 ml al nostro collaboratore è stato chiesto<br />

di pagare 4 euro, magicamente calati a 3 alla<br />

IL NOSTRO<br />

ESPERTO<br />

Marco Bulfon<br />

Inchieste<br />

Il carburante in autostrada costa<br />

notoriamente di piùrispetto ai<br />

centri urbani equesta inchiesta<br />

lo conferma: <strong>Altroconsumo</strong> ha<br />

calcolato che i prezzi delle<br />

stazioni autostradali sono<br />

mediamente più alti dell’11%<br />

rispetto a quelli praticati nelle<br />

città limitrofe Inoltre, i prezzi<br />

variano molto anche tra una<br />

stazione di servizio e l'altra.<br />

Perciò consigliamo:<br />

- in primo luogo, di partire con il<br />

pieno già fatto;<br />

- in secondo luogo, di<br />

pianificare con attenzione in<br />

quali stazioni fermarsi per fare<br />

rifornimento lungo il viaggio; il<br />

costo del pieno in questo modo<br />

può ridursi fino a un terzo.<br />

L'INCHIESTA<br />

SVUOTATO IL LIQUIDO Prima di ogni<br />

ispezione, abbiamo svuotato la vaschetta<br />

del liquido lavavetri.<br />

richiesta dello scontrino. Il prezzo chiaro,<br />

del resto, non è propriamente uno standard:<br />

a La Macchia est (Shell) viene fatta pagare<br />

5,90 euro una bottiglia di Autofà da 1 litro,<br />

che il benzinaio usa solo a metà e poi allunga<br />

con acqua, consegnando l’altra metà per un<br />

utilizzo successivo. E poi sulla bottiglia si leggono<br />

due etichette con prezzi diversi: 3,90<br />

e 4,90. Discutibile anche il comportamento<br />

dell’addetto Agip dell’area di servizio San<br />

Nicola est, che ha chiesto 3 euro per una<br />

boccetta di 300 ml di Carplan da diluire:<br />

prezzo onestissimo, peccato che nel market<br />

dell'area fosse 1,50 euro…<br />

Maglia nera del nostro circuito va comunque<br />

all’area di servizio San Zenone ovest, gestita<br />

da Q8: qui sono stati chiesti 12,30 euro per la<br />

ricarica Autofà da 2 litri, più 0,50 euro per<br />

l’operazione di riempimento. Totale: 12,80<br />

euro. Prezzi alti anche a Badia ovest (Tamoil)<br />

e Arda ovest (Totalerg) rispettivamente con<br />

6,50 e 7 euro.<br />

E se a guidare l’auto (sempre la Toyota<br />

Auris) fosse stata una donna? Per diradare<br />

ogni dubbio, abbiamo ripetuto una piccola<br />

parte dell'inchiesta con una rilevatrice<br />

donna: solo quattro stazioni, ma da sola. A<br />

San Zenone ovest, con il maggior candore<br />

possibile di autista ingenua, presenta la richiesta<br />

di riempire la vaschetta e controllare<br />

l’olio. L’addetto si muove rapido e deciso:<br />

non infastidisce la nostra autista neppure<br />

per chiederle il tipo di detergente preferito<br />

né dirle il prezzo. Poi sentenzia: “Signora,<br />

manca l’olio” (che avevamo ricontrollato la<br />

mattina stessa). Lo aggiunge, chiede 23,40<br />

CONTROLLATO L'OLIO Prima di iniziare<br />

l'inchiesta l'auto ha fatto il tagliando, con<br />

tutti i controlli: non serviva nulla.<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 25


INCHIESTA<br />

Aree di servizio<br />

CARA AUTOSTRADA<br />

La classifica dei distributori, basata sulla media dei prezzi dei carburanti ad aprile <strong>2016</strong>: benzina e<br />

gasolio, sia serviti sia self, gpl e metano (se presenti). Il più economico è l’Agip di Fabro ovest.<br />

Benzina in calo,<br />

ma in autostrada risale<br />

Dal 4 al 7 aprile scorsi, il nostro<br />

rilevatore ha percorso la A1 tra Milano<br />

e Napoli visitando 24 aree di servizio:<br />

15 all’andata e 9 al ritorno. Un pieno da<br />

60 euro fatto in città, in autostrada<br />

costa mediamente 67 euro (+11%).<br />

Olio, il rabbocco arriva<br />

anche se non necessario<br />

L’auto utilizzata per il test era una Toyota<br />

Auris ibrida, in perfette condizioni: prima di<br />

partire, abbiamo effettuato un tagliando<br />

completo, per cui anche il livello dell’olio era<br />

ok. Ciononostante, sono stati eseguiti due<br />

rabbocchi di olio, da 11 e 17 euro.<br />

MILANO- NAPOLI : IL NOSTRO VIAGGIO NELLE AREE DI SERVIZIO<br />

Milano<br />

+3%<br />

+13%<br />

+2%<br />

+4%<br />

+4%<br />

+7%<br />

+4%<br />

+3%<br />

Q8<br />

Zenone<br />

Totalerg<br />

Arda<br />

QUANTO COSTA<br />

IN PIÙ IL PIENO<br />

RISPETTO ALL'AREA<br />

PIÙ ECONOMICA<br />

Esso<br />

Secchia<br />

Tamoil<br />

Badia<br />

Esso<br />

Chianti<br />

Ip<br />

Arno<br />

Totalerg<br />

Badia al Pino<br />

LA BENZINA<br />

MENO CARA:<br />

1,448 ₣/l<br />

Totalerg<br />

Montepulciano<br />

+3%<br />

+10%<br />

+6%<br />

+3%<br />

+34%<br />

+4%<br />

+1%<br />

+5%<br />

Totalerg<br />

Somaglia<br />

Agip<br />

Martino<br />

Tamoil<br />

Roncobilaccio<br />

Agip<br />

Bisenzio<br />

Agip<br />

Lucignano<br />

IL PIÙ CARO<br />

Benzina: 1,931 ₣/l<br />

Diesel:1,786 ₣/l<br />

Totalerg<br />

Giove<br />

Esso<br />

Mascarone<br />

Shell<br />

La macchia<br />

IL DIESEL<br />

MENO CARO:<br />

1,259₣/l<br />

Milano<br />

RISPARMIO MEDIO %<br />

NON FACENDO IL PIENO<br />

IN AUTOSTRADA<br />

MA NELLA CITTÀ<br />

PIÙ VICINA<br />

Milano<br />

Bologna<br />

Firenze<br />

9%<br />

6% 11%<br />

26 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


INCHIESTA<br />

Aree di servizio<br />

AREA PIÙ<br />

ECONOMICA<br />

A Lucignano est il pieno<br />

costa il 34% in più<br />

Il distributore più oneroso è risultato<br />

l’Agip di Lucignano est (+34%): un pieno<br />

da 60 euro nell’area più economica qui lo<br />

pagheresti quasi 85. Finendo dai benzinai<br />

più cari da Milano a Napoli si<br />

spenderebbero quasi 50 euro in più tra<br />

andata e ritorno.<br />

Agip<br />

Fabro<br />

+12% +8%<br />

Q8<br />

Tevere<br />

+15%<br />

Agip<br />

S.Nicola<br />

Roma<br />

Agip<br />

Flaminia<br />

+3%<br />

Tamoil<br />

Masseria<br />

+8%<br />

Shell<br />

Prenestina<br />

+10%<br />

Totalerg<br />

Teano<br />

Napoli<br />

7% 12%<br />

+13%<br />

Agip<br />

Casilina<br />

25₣<br />

quanto può costarti<br />

in più il pieno<br />

se sbagli area<br />

Napoli<br />

Napoli<br />

PIÙ INFO<br />

autostrade.it<br />

I prezzi dei carburanti (non sempre aggiornati)<br />

delle aree di servizio delle autostrade italiane<br />

carburanti.mise.gov.it/OssPrezziSearch<br />

è il sito del Ministero dello Sviluppo Economico<br />

con i prezzi nei distributori in tutta Italia.<br />

euro, si complimenta per l’auto nuova e<br />

augura buon viaggio. “Ma… e lo scontrino?”<br />

domanda la nostra collaboratrice. “Ah… deve<br />

farselo fare in negozio… dica un cambio lavavetro<br />

da 6.40 e una lattina di olio da 17”. “Ma<br />

allora la lattina me la posso tenere?”, chiede<br />

la nostra inviata, che giusto poco prima è stata<br />

congedata senza il prezioso olio. “Certo,<br />

certo, la prenda”, è la concessione. Morale:<br />

a San Zenone ovest, i prezzi sono sensibili al<br />

genere dell’autista: 12,80 euro se uomo, 23,40<br />

se donna. La palma delle pari opportunità – e<br />

della correttezza professionale – va invece a<br />

Somaglia est (gestore Erg), che fa spendere<br />

a maschi e femmine la stessa cifra di 4 euro<br />

per lo stesso detergente antimoscerini, segnalando<br />

spontaneamente che per lo scontrino<br />

si deve andare in negozio. Prezzi alti a San<br />

Zenone est: il liquido lavavetri - da acquistare<br />

in negozio - costa ben 8,60 euro (il benzinaio<br />

ha consigliato di usare la versione pronta -<br />

oltretutto invernale, a maggio - che costava<br />

quasi il triplo di quella da diluire).<br />

D'altra parte la richiesta di una controllatina<br />

generale aveva causato un (unico) intervento<br />

superfluo anche al nostro rilevatore maschio:<br />

nell’area di servizio Chianti ovest, gestita da<br />

Esso, tra le due uscite Firenze Sud e Incisa-Reggello.<br />

Qui il rifornimento della vaschetta<br />

del liquido lavavetri avviene nel migliore<br />

dei modi: economico e veloce. L’addetto,<br />

gentilissimo, correttamente accompagna per<br />

la scelta del detergente nel market il nostro<br />

rilevatore – che gli dà carta bianca, fingendo<br />

totale inesperienza in materia – e prende uno<br />

dei prodotti più economici: una bottiglietta<br />

da 20 ml di Arexons DP1, da allungare con<br />

acqua. Gli chiede solo 1,30 euro – il prezzo più<br />

basso in assoluto – per tutta l’operazione. Si<br />

sta già meritando l’applauso, quando si mette<br />

a controllare l’olio e parte la domanda “Va a<br />

Napoli?”. “Sì”, è la risposta. Lattina d’olio in<br />

mano, inizia il rabbocco e spiega: “Fosse stato<br />

Roma, no. Ma per Napoli, ci vuole. Così viaggia<br />

più tranquillo”. Costo dell’operazione:<br />

11 euro per un litro d’olio Mobil super 1000<br />

15w-40. Il prezzo della lattina è ok, in linea col<br />

mercato. Gli lascia la lattina, per utilizzarne<br />

il resto. Peccato, però, che il rabbocco non<br />

fosse necessario. Eccesso di scrupolo? Lettura<br />

errata dell’asticella dell’olio? Fatto sta che così<br />

s’è giocato l’applauso finale.<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 27


INCHIESTA<br />

Etica & abbigliamento sportivo<br />

Campioni di<br />

disimpegno<br />

IN SINTESI<br />

La responsabilità<br />

sociale e ambientale<br />

delle catene di<br />

articoli sportivi<br />

Il ruolo della<br />

strategia conosciuta<br />

come "Cina più uno"<br />

Le condizioni<br />

di lavoro e di vita<br />

nelle fabbriche<br />

di abbigliamento<br />

sportivo in Cambogia<br />

Nella partita dei diritti, le catene di abbigliamento sportivo<br />

restano a guardare. E ci vendono capi prodotti in condizioni<br />

disumane e in fabbriche in cui si muore di sfinimento.<br />

di Matteo Metta<br />

Gli indumenti sportivi ci attirano<br />

come calamite. I colori sgargianti,<br />

gli effetti fluo, i tocchi argentati, i<br />

dettagli tecnici, i tagli aerodinamici<br />

ci proiettano verso un ideale di benessere e<br />

forma fisica che ben ci predispone verso una<br />

vita più attiva. Verso una vita a colori che è<br />

agli antipodi rispetto a quella nera, nerissima<br />

delle fabbriche del Sud-Est asiatico, da<br />

cui quei prodotti sono usciti. Se quelle t-shirt<br />

e quei legging potessero parlare, racconterebbero<br />

perlopiù storie di soprusi, di illegalità,<br />

di sfruttamento. Storie di violazione dei<br />

diritti umani che si fa fatica a immaginare.<br />

Forme moderne di servaggio da cui è possibile<br />

affrancarsi in due modi: la morte per<br />

troppa fatica o il licenziamento.<br />

«Lo sport ha il potere di cambiare il mondo.<br />

Di unire la gente. Parla una lingua che tutti<br />

capiscono. Lo sport può creare la speranza<br />

laddove prima c’era solo disperazione». Le<br />

parole di Nelson Mandela sono sacrosante.<br />

Ma lo sport tradisce i suoi valori se si veste<br />

di ingiustizie, se indossa abiti macchiati di<br />

disperazione. Le catene di abbigliamento<br />

sportivo non se ne curano, sembrano non essere<br />

sfiorate da preoccupazioni etiche quando<br />

scelgono cosa proporre sugli scaffali dei<br />

loro punti vendita. È una sfida che non solo<br />

non vogliono vincere, ma a cui non vogliono<br />

nemmeno partecipare, come dimostrano i<br />

risultati di questa inchiesta. Non seguono<br />

l’esempio di altre catene di abbigliamento<br />

che, sulla scorta delle richieste dell'opinione<br />

pubblica, stanno dimostrando impegno nel<br />

rendere più giusto il mondo della produ-<br />

28 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


INCHIESTA<br />

Etica & abbigliamento sportivo<br />

Fai sentire<br />

la tua voce<br />

I risultati dell'inchiesta non lasciano dubbi sul<br />

disinteresse che i rivenditori di articoli sportivi<br />

hanno nei confronti dei temi etici. Denunciare il<br />

loro disimpegno è il primo passo per spingerli a<br />

fare di più. Ma è altrettanto importante che i<br />

consumatori, scegliendo cosa acquistare e<br />

facendo sentire la loro voce, siano da stimolo<br />

per produttori e distributori. Per protestare, fare<br />

segnalazioni o dare suggerimenti si possono<br />

contattare le aziende attraverso l'indirizzo email<br />

sul loro sito o utilizzare i social network.<br />

Ecco, in ordine di risultato, le cinque catene (alle<br />

quali fanno capo nove insegne) che sono state<br />

oggetto dell'indagine.<br />

Decathlon: stupisce che un colosso di queste<br />

proporzioni, che ha un codice etico e pubblica un<br />

bilancio sociale, dichiari di essere in grado di<br />

controllare solo una parte della filiera.<br />

JD Sports, Size (entrambe gruppo JD Sports),<br />

Cisalfa Sport, Longoni Sport, Germani ed Este<br />

(insegne di Intersport Italia) e Footlocker: hanno<br />

aderito ad alcune iniziative etiche, ma mancano i<br />

dati sui risultati ottenuti.<br />

Universo Sport: non dimostra alcuna forma di<br />

impegno su questi temi, nemmeno a parole.<br />

"Mio marito,<br />

dopo aver<br />

lavorato<br />

per 15 ore<br />

al giorno<br />

per cinque<br />

giorni<br />

di fila, il sesto<br />

giorno è<br />

morto per<br />

troppa fatica"<br />

Un Sok - operaia cambogiana<br />

zione. Nulla di perfetto, c’è ancora tanto da<br />

fare, però intanto hanno adottato codici di<br />

condotta seri e cercano di far rispettare in<br />

tutta la catena di fornitori i requisiti sociali<br />

richiesti. Fanno controlli nelle fabbriche e li<br />

fanno fare anche da enti indipendenti. Tutti<br />

impegni che le catene di articoli sportivi<br />

sono invece ben lungi dal prendere. E siccome<br />

tutte hanno preferito restare in panchina<br />

mentre si gioca la partita sulla responsabilità<br />

sociale, i consumatori non hanno garanzie<br />

che i capi sportivi che acquistano nei loro<br />

punti vendita siano prodotti nel rispetto dei<br />

lavoratori e dell’ambiente.<br />

La stategia "Cina più uno"<br />

Invece questo sarebbe il momento giusto<br />

per farlo, dal momento che la strategia d’investimento<br />

comunemente conosciuta come<br />

“Cina più uno” non lascia presagire nulla<br />

di buono. Al momento le multinazionali<br />

dell’abbigliamento si riforniscono perlopiù<br />

nel Paese del Dragone. Poiché detiene ancora<br />

una quota di mercato che è di oltre<br />

il 50% di tutte le esportazioni di abbigliamento<br />

e calzature a livello mondiale, la Cina<br />

rimane per il momento il gigante indiscusso<br />

della produzione di abbigliamento. Continua<br />

però a perdere attrattività per gli investitori,<br />

a causa di una manodopera dalla disponibilità<br />

sempre più limitata e dai costi crescenti.<br />

Inoltre i suoi assetti economici sono in rapido<br />

cambiamento.<br />

Per questo, il settore dell’abbigliamento e<br />

delle scarpe, e non solo questo, per equilibrare<br />

rischi economici e geopolitici, alla<br />

Cina aggiunge almeno un altro Paese come<br />

fonte di approvvigionamento: ecco perché<br />

questa strategia è definita “Cina più uno”. È<br />

normale che Paesi vicini come la Cambogia<br />

o confinanti come il Vietnam siano considerati<br />

i primi candidati a ricoprire il ruolo<br />

di quell'uno in più. Si calcola che dal 2011<br />

ad oggi oltre cinquemila imprese si siano<br />

trasferite in Vietnam e che molte stiano guardando<br />

alla Cambogia, nuova frontiera delle<br />

produzioni a basso costo.<br />

Vite da incubo<br />

Ed è proprio la situazione in questo Stato<br />

della penisola indocinese che <strong>Altroconsumo</strong><br />

insieme con altre associazioni di consumatori<br />

europee ha voluto investigare. Le<br />

fabbriche di abbigliamento in Cambogia<br />

forniscono posti di lavoro per la parte più<br />

povera della popolazione. Su 16 milioni di<br />

abitanti, sono già 600mila i lavoratori tessili.<br />

Quella dell’abbigliamento e delle calzature<br />

è un'economia che vale 5 miliardi di euro<br />

ed è pertanto diventata vitale per il Paese.<br />

I politici locali incentivano gli investimenti<br />

dall'estero e guardano con favore alla crescita<br />

economica che tutto questo sta portando.<br />

Però dietro le alte e spesse mura delle fabbriche<br />

di abbigliamento sono tanti i lavoratori<br />

che vivono sulla loro pelle condizioni da<br />

autentico incubo.<br />

Human Rights Watch, ong internazionale<br />

che si occupa di diritti umani, ha documentato<br />

nel rapporto Work Faster or Get Out<br />

("Lavora più velocemente o sei fuori") che<br />

nel settore dell'abbigliamento in Cambogia<br />

gli operai sono costretti a straordinari<br />

forzati talmente estenuanti da portarli alla<br />

perdita dei sensi e in certi casi perfino alla<br />

morte. Chi chiede di essere esentato dal<br />

lavoro straordinario è oggetto di discriminazioni,<br />

che sono l’anticamera del licenziamento.<br />

Cosa tra l'altro molto facile, dato l'uso<br />

indiscriminato delle forme di contratto a<br />

termine e la maggiore ricattabilità che queste<br />

comportano. La giornata lavorativa non<br />

prevede pause, le assenze per malattia sono<br />

negate, l'attività dei sindacati indipendenti<br />

è contrastata, il ricorso al lavoro minorile è<br />

normale prassi. Inoltre, le donne, che costituiscono<br />

l'85% della forza lavoro in questo<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 29


INCHIESTA<br />

Etica & abbigliamento sportivo<br />

I SALARI NON COPRONO LE NECESSITÀ<br />

In Asia i governi hanno fissato un salario minimo (in giallo) che le imprese sono<br />

tenute a rispettare. Una cifra lontana dal salario dignitoso (in grigio), che<br />

invece sarebbe sufficiente per coprire le necessità basilari di una famiglia.<br />

Fonte: Clean Clothes Campaign<br />

25%<br />

CAMBOGIA<br />

72,64 ₣<br />

285,83 ₣<br />

26% 45%<br />

INDIA<br />

51,70 ₣<br />

195,30 ₣<br />

INDONESIA<br />

82,14₣<br />

266,85₣<br />

31%<br />

CINA<br />

174,60 ₣<br />

376,07 ₣<br />

46%<br />

19%<br />

BANGLADESH<br />

49,56 ₣<br />

259,80 ₣<br />

19%<br />

SRI LANKA<br />

50,31 ₣<br />

259,46 ₣<br />

MALESIA<br />

196,06 ₣<br />

361,21₣<br />

54%<br />

LEGENDA<br />

Il salario dignitoso<br />

è stato calcolato<br />

da Asia Floor Wage<br />

e si riferisce ai bisogni<br />

mensili di una famiglia<br />

di quattro persone<br />

Salario minimo mensile<br />

fissato dalla legge<br />

Salario mensile dignitoso<br />

Percentuale di salario<br />

dignitoso coperta<br />

da quello minimo<br />

Infografica di Matteo Scarduelli<br />

30 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


INCHIESTA<br />

Etica & abbigliamento sportivo<br />

comparto, subiscono molestie sessuali e<br />

sono discriminate in caso di gravidanza.<br />

Nuove schiavitù<br />

Danwatch, organizzazione danese indipendente<br />

che si occupa di giornalismo investigativo<br />

sui diritti umani e sull’ambiente,<br />

ha svolto per noi un'inchiesta sul campo,<br />

intervistando lavoratori e rappresentanti<br />

di sindacati e di organizzazioni per i diritti<br />

umani che operano in Cambogia. Le fabbriche<br />

che offrono prodotti di alto profilo a<br />

marchi sportivi e rivenditori come Adidas<br />

e Decathlon si rivolgono davvero a fornitori<br />

che lavorano in queste condizioni? È da<br />

questa domanda che è partita Danwatch.<br />

«Sì», risponde Bent Gert, membro del<br />

Worker Rights Consortium (Wrc), organizzazione<br />

indipendente di monitoraggio del<br />

rispetto dei diritti del lavoro. Gert segue da<br />

quindici anni gli sviluppi nel settore degli<br />

articoli sportivi e parla con cognizione di<br />

causa. «Nel corso delle nostre ispezioni nelle<br />

fabbriche troviamo costantemente casi di<br />

violazioni delle leggi locali e delle convenzioni<br />

internazionali sul lavoro, compresi l'uso<br />

eccessivo dei contratti di lavoro a breve termine,<br />

le discriminazioni contro le lavoratrici<br />

in stato di gravidanza e le violazioni della<br />

libertà di associazione, solo per citarne alcuni<br />

— continua Bent Gert —. Queste e altre<br />

violazioni si riscontrano sia nelle fabbriche<br />

che riforniscono i rivenditori sportivi come<br />

Cisalfa Sport e Decathlon sia in quelle che<br />

servono i principali marchi sportivi, come<br />

Adidas, Nike e Puma».<br />

"Ero esausta,<br />

ma non mi<br />

hanno voluto<br />

concedere<br />

una pausa.<br />

Quando sono<br />

svenuta mi<br />

hanno portato<br />

in infermeria.<br />

Il tempo di<br />

riprendermi<br />

e sono stata<br />

rispedita<br />

al lavoro"<br />

Than Mak - operaia cambogiana<br />

60<br />

Sono le ore di lavoro<br />

massime alla<br />

settimana previste<br />

dalle convenzioni<br />

internazionali: 48 ore<br />

più 12 di straordinari<br />

15<br />

Le ore di lavoro al<br />

giorno cui gli operai<br />

sono illegalmente<br />

costretti, pena<br />

il mancato rinnovo<br />

del loro contratto<br />

I lavoratori crollano<br />

Il terrore di perdere l'impiego in fabbrica,<br />

che spesso è l'unica fonte di reddito e di sostentamento<br />

della propria famiglia, induce<br />

i lavoratori a sopportare l'intollerabile.<br />

Secondo un rapporto del Fondo nazionale<br />

di previdenza sociale (Nssf ), un'istituzione<br />

pubblica indipendente e autonoma che gestisce<br />

sistemi di protezione sociale in conformità<br />

con la legge cambogiana, l'anno scorso<br />

nelle fabbriche di abbigliamento e calzature<br />

sono svenuti 1.806 lavoratori. Sono numeri<br />

che con tutta probabilità sottostimano il dato<br />

reale, ma che comunque la dicono lunga su<br />

quali sono le conseguenze di una lavoro che<br />

si protrae per un numero eccessivo di ore, al<br />

caldo, senza fare pause, senza acqua, esposti<br />

ai vapori chimici.<br />

Tra coloro che hanno perso i sensi per il<br />

troppo lavoro c’è Than Mak, un'operaia addetta<br />

allo stiraggio delle magliette. Passa la<br />

giornata con la testa china sull’asse da stiro<br />

a una temperatura di 30 gradi. Il giorno in<br />

cui è svenuta aveva chiesto poco prima delle<br />

quattro del pomeriggio una pausa (era al<br />

lavoro dalle sette del mattino), perché aveva<br />

difficoltà a respirare. Il responsabile del reparto<br />

però non gliel’ha concessa: «Mi sono<br />

sentita rispondere "Non c’è nessuno che può<br />

sostituirti. Devi rimanere al tuo posto"». Poco<br />

dopo si sente il tonfo del ferro da stiro che<br />

cade a terra e il corpo di Than che si piega<br />

indietro. L’ultima cosa che ricorda è il viso<br />

dei colleghi che accorrono verso di lei. «Mi<br />

hanno portato in infermeria dove mi hanno<br />

lasciato riposare — racconta Than —. Quando,<br />

dopo un paio d’ore, hanno visto che mi stavo<br />

riprendendo, sono stata rispedita alla mia<br />

postazione di lavoro. La mattina dopo ero di<br />

nuovo lì». Scontata la risposta alla domanda<br />

sul perché non abbia preso qualche giorno<br />

di congedo dal lavoro: «Se non si accettano<br />

gli straordinari o si sta a casa uno due giorni<br />

lavorativi, si è destinati a non veder più<br />

rinnovato il proprio contratto».<br />

Senza via di scampo<br />

C’è chi non ha resistito ed è morto di sfinimento.<br />

È successo a Vahn Tha, marito di Un<br />

Sok, anche lei operaia in una ditta tessile.<br />

L’ultima volta che ha visto vivo il marito<br />

aveva lavorato 15 ore al giorno per cinque<br />

giorni di fila, non aveva più un briciolo di<br />

forze. Era un venerdì, gli ha chiesto di tornare<br />

a casa con lei. «Sai che devo rimanere.<br />

Finirò domani pomeriggio alle quattro, poi<br />

passeremo la domenica con i bambini» le ha<br />

risposto. Si salutano, Un Sok sale sul camion<br />

che la porterà a casa, insieme a un’ottantina<br />

di lavoratori. Non sospetta che sta dicendo<br />

addio per sempre al marito, che morirà<br />

mentre produce l’abbigliamento sportivo<br />

che uno di noi sta indossando oggi.<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 31


INCHIESTA<br />

Animali domestici<br />

ESPERIENZE<br />

E PROBLEMI<br />

1.150₣<br />

il costo medio pagato all'anno<br />

per mantenere il proprio cane<br />

(940 euro per un gatto)<br />

1 su 10<br />

è bassa la percentuale di<br />

padroni che hanno preso<br />

il cane al canile<br />

La voce del padrone<br />

Proprietari di cani e gatti si raccontano: grande gratificazione, ma diversi<br />

problemi. Anche economici: mantenerli può costare parecchio.<br />

di Beba Minna<br />

C<br />

hi è il padrone, in realtà? Noi o loro,<br />

gli animali? Secondo il nuovissimo<br />

saggio di Richard C. Francis Addomesticati:<br />

la strana evoluzione degli<br />

animali che vivono accanto all'uomo, da un<br />

punto di vista evoluzionistico agli animali<br />

conviene lasciarsi addomesticare dall'uomo:<br />

è una specie di assicurazione contro l'estinzione.<br />

La docilità degli animali domestici<br />

quindi non sarebbe casuale, ma il prezzo<br />

da pagare per avere un pasto sicuro e un<br />

rifugio. Il libro avanza anche un'affascinante<br />

teoria, ovvero che noi umani ci saremmo autoaddomesticati,<br />

selezionando in noi stessi<br />

la docilità necessaria e accelerando così la<br />

nostra evoluzione. Che ci si creda o no, il<br />

IN SINTESI<br />

Come cambia la vita<br />

se si convive<br />

con animali domestici<br />

Quanto costa<br />

mantenerli e curarli<br />

I problemi del mondo<br />

animale: a casa,<br />

in condominio,<br />

in vacanza<br />

saggio è un'ulteriore occasione per fare luce<br />

sulla complessa dinamica di relazione tra<br />

persone e animali. Al punto che ormai siamo<br />

abituati a parlare anche di umanizzazione<br />

(in certi casi pure eccessiva) delle bestioline<br />

che girano per casa, come ci spiega la veterinaria<br />

Laura Torriani a pagina 22.<br />

Una convivenza molto diffusa<br />

Abbiamo interpellato un folto numero di<br />

proprietari di cani e gatti, 1.741 cittadini<br />

italiani, e ci siamo fatti raccontare la loro<br />

esperienza con i pets, gli animali da compagnia<br />

(l'indagine è stata fatta a novembre<br />

2015). Gli intervistati, di età compresa tra i<br />

18 e i 74 anni, distribuiti su tutto il territorio<br />

32 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


INCHIESTA<br />

Animali domestici<br />

15%<br />

gli intervistati che non vogliono un<br />

animale domestico soprattutto per<br />

non condizionare vacanze o viaggi<br />

79%<br />

ritiene che cani e gatti non<br />

identificati e randagi<br />

andrebbero sterilizzati<br />

78%<br />

pensa che il gatto<br />

migliori la qualità della vita<br />

20 min<br />

la camminata media con Fido<br />

66%<br />

coloro che pensano che avere un<br />

cane migliori la loro vita sociale e<br />

favorisca i contatti umani<br />

28%<br />

i casi di lamentele arrivate da<br />

altre persone per colpa del<br />

comportamento del cane<br />

nazionale, hanno confidato le difficoltà, i<br />

problemi e i benefici della convivenza con<br />

gli animali. Uno è particolarmente sentito in<br />

questa stagione: come gestirli al momento<br />

delle vacanze. Il 61% del campione di questa<br />

inchiesta internazionale (che annovera,<br />

oltre all'Italia, Belgio, Brasile, Portogallo e<br />

Spagna) possiede un animale da compagnia.<br />

Facendo le debite proporzioni, ciò significa<br />

che più di 15 milioni di famiglie italiane hanno<br />

un animale. Circa un terzo delle famiglie<br />

ha a casa un gatto, mentre sono più numerose<br />

quelle che possiedono cani, a dispetto<br />

dell'impegno che comportano (38%).<br />

Non posso permettermelo<br />

Un quarto del campione ha avuto nella vita<br />

un animale, ma non ce l'ha tuttora. Mentre<br />

una persona su cinque, tra quelle che non<br />

hanno un animale da compagnia, sta pianificando<br />

di prenderne uno in futuro.<br />

Del resto, perché rinunciare agli occhi dolci<br />

di Fido o alle rassicuranti fusa di Romeo?<br />

Innanzitutto per problemi di spazio: il 29%<br />

indica come ragione principale che la propria<br />

casa non è adatta a ospitare un animale.<br />

Molto spesso è anche la mancanza di tempo<br />

(23%), così come il bisogno di pianificare liberamente<br />

le vacanze o i viaggi (15%). Chi ce<br />

l'ha, in compenso, ne è entusiasta. I motivi di<br />

attaccamento sono soprattutto l'amore per<br />

gli animali e l'appagamento ricevuto. Solo<br />

un padrone su dieci rivela un certo altruismo:<br />

ha preso il cane nel canile, quindi ha<br />

salvato un animale abbandonato. Ma sono<br />

ancora tanti coloro disposti a comprarlo,<br />

spendendo non poco: in media 600 euro.<br />

Un comportamento che deve far riflettere,<br />

visto lo stato di sovraffollamento dei canili.<br />

Gioie e dolori<br />

Quasi tutti si dichiarano fortemente legati<br />

al proprio animale da compagnia, lo considerano<br />

obbediente, di rado aggressivo con<br />

gli altri e c'è addirittura chi trae un senso di<br />

protezione dal possedere un micio.<br />

Il 66% ritiene che Fido abbia migliorato la<br />

vita sociale e i contatti con le altre persone. Il<br />

68% pensa che più in generale sia migliorata<br />

la propria qualità della vita. Un toccasana<br />

non solo affettivo: tanti ritengono che la salute<br />

sia migliorata e riconoscono di fare più<br />

movimento. Infatti in molti portano fuori il<br />

cane almeno tre volte al giorno, facendo in<br />

Nella convivenza con<br />

gli animali, anche gli<br />

esseri umani si sono<br />

autoaddomesticati,<br />

senza volerlo. Lo<br />

racconta Richard C.<br />

Francis, l'autore di<br />

Addomesticati, in<br />

uscita in settembre<br />

in Italia per Bollati<br />

Boringhieri.<br />

media 20 minuti di passeggiata ogni volta.<br />

Ma c'è anche un 23% che dichiara di non<br />

portare mai fuori il cane. Si tratta di persone<br />

che abitano in campagna o hanno un<br />

giardino dove Fido può fare corse e bisogni.<br />

I costi sono elevati<br />

Convivere con gli animali non riserva solo<br />

vantaggi, bisogna anche occuparsi della salute<br />

del proprio compagno di casa.<br />

C'è un 5% che confessa di non aver mai fatto<br />

(o quanto meno non ancora) una vaccinazione<br />

al cane, ancora più spesso succede con i<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 33


INCHIESTA<br />

Animali domestici<br />

Quanto è diffuso il randagismo<br />

in Italia? Si fa prevenzione?<br />

«Il problema esiste ma è<br />

sommerso, i numeri reali non<br />

sono noti. Il problema non è<br />

gestito adeguatamente, ecco<br />

perché non è facile tenerlo<br />

sotto controllo. Il randagismo<br />

comporta un costo alto per la<br />

collettività. Ogni cane detenuto<br />

nei canili costa ai comuni dai<br />

3-4 euro al giorno solo per<br />

l'alimentazione. Si stima che<br />

siano 700mila i cani in canile,<br />

ciò significa che servono<br />

2milioni 400mila euro al<br />

giorno per mantenerli. I cani<br />

abbandonati, invece, si stima<br />

che siano 100mila l'anno. Ma<br />

non è questo all'origine del<br />

randagismo».<br />

Se il problema non è<br />

l'abbandono, qual è allora?<br />

«Si è creata una popolazione<br />

canina parallela, che vive<br />

in contatto con l'uomo<br />

(vicino alle discariche, alle<br />

pattumiere...) ma non si<br />

tratta di animali domestici<br />

abbandonati, si tratta di<br />

colonie semiselvatiche, anche<br />

pericolose. Il problema è molto<br />

diffuso al Sud, ma non solo ed è<br />

causato soprattutto dalla poca<br />

diffusione della sterilizzazione<br />

in quei casi in cui gli animali<br />

sono a rischio di riproduzione<br />

incontrollata. Stiamo parlando<br />

di realtà rurali in cui il rapporto<br />

con gli animali è ben diverso da<br />

quello che abbiamo in città».<br />

In effetti in altre realtà si tende<br />

a umanizzare gli animali...<br />

«Dipende spesso da fattori<br />

emotivi, accade quando<br />

l'animale diventa un sostituto<br />

"UMANIZZARE TROPPO<br />

GLI ANIMALI<br />

È DANNOSO"<br />

LAURA TORRIANI<br />

VICEPRESIDENTE<br />

DELL'ORDINE DEI<br />

VETERINARI DELLA<br />

PROVINCIA DI MILANO<br />

di qualcosa che non c'è. Per<br />

l'animale però è un dramma:<br />

considerarlo come un bambino<br />

o comunque in maniera non<br />

adatta alla sua psicologia è<br />

una forma di maltrattamento<br />

vero e proprio. Tenere il cane<br />

sempre in braccio o nella borsa<br />

gli impedisce di mettere in atto<br />

comportamenti istintivi».<br />

Questo spinge a rivolgersi a<br />

"psicologi" o addestratori?<br />

«Un conto è l'educatore<br />

cinofilo, che insegna il buon<br />

comportamento all'animale in<br />

modo da favorirne la socialità<br />

e l'interazione anche con gli<br />

individui. La buona educazione<br />

è fondamentale, e non sempre<br />

il proprietario è in grado di<br />

garantirla da solo. Diverso è il<br />

caso di animali problematici,<br />

ansiosi o aggressivi, che<br />

andrebbero seguiti da<br />

un medico veterinario<br />

specializzato».<br />

Però per il costo del veterinario<br />

alla fine si rinuncia...<br />

«Le prestazioni di buon livello<br />

costano. Se faccio un'anestesia<br />

approssimativa, non sterilizzo<br />

bene i ferri, perché tanto<br />

poi somministro una forte<br />

dose di antibiotico, il costo<br />

dell'intervento è basso, ma è<br />

bassa anche la prestazione.<br />

Se ho l'autoclave, uso solo fili<br />

sterili, collaboro con un collega<br />

per interventi più complessi,<br />

non posso scendere sotto certe<br />

tariffe. Le uniche prestazioni con<br />

ticket sono quelle obbligatorie,<br />

per esempio l'antirabbica. In<br />

caso di emergenza, le Asl si<br />

accollano le spese per fare<br />

prevenzione». (B.M.)<br />

Età<br />

del cane<br />

gatti (14%). La sterilizzazione è molto diffusa<br />

tra i gatti (83%), meno tra i cani (40%).<br />

Negli ultimi dodici mesi il 45% dei cani ha<br />

avuto un problema di salute e l'80% del campione<br />

che possiede Fido si è rivolto a un<br />

veterinario. Capita, invece, meno spesso a<br />

chi possiede un gatto.<br />

In generale gli utenti sono soddisfatti del<br />

servizio ricevuto, alcuni lamentano però<br />

i costi eccessivi (lo denuncia il 16%). Oltre<br />

alle spese veterinarie, incombe il costo per<br />

nutrire l'amato compagno. Per mantenere<br />

un cane la spesa media annua dichiarata si<br />

aggira sui 1.150 euro, meno per i gatti (circa<br />

940 euro all'anno). Il budget include tutto<br />

il necessario: vaccinazioni, antiparassitari,<br />

farmaci, trattamenti e prodotti per l'igiene,<br />

esami e cure veterinarie, il cibo. Solo per<br />

nutrire l'animale servono in media 42 euro<br />

al mese nel caso del cane, 40 euro per i gatti.<br />

In realtà la spesa dipende molto dal tipo<br />

cane<br />

da 1 a 9<br />

kg<br />

CONFRONTO TRA ETÀ<br />

cane<br />

da 9 a 23<br />

kg<br />

cane<br />

da 23 a 41<br />

kg<br />

cane<br />

oltre 41<br />

kg<br />

Corrispondente età umana<br />

1 7 7 8 9<br />

2 13 14 16 18<br />

3 20 21 24 26<br />

4 26 27 31 34<br />

5 33 34 38 41<br />

6 40 42 45 49<br />

7 44 47 50 56<br />

8 48 51 55 64<br />

9 52 56 61 71<br />

10 56 60 66 78<br />

11 60 68 72 86<br />

12 64 69 77 93<br />

13 68 74 82 101<br />

14 72 78 88 108<br />

15 76 83 93 115<br />

16 80 87 99 123<br />

17 84 92 104 131<br />

18 88 96 109 139<br />

giovane<br />

adulta<br />

matura<br />

anziana<br />

34 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


INCHIESTA<br />

Animali domestici<br />

di animale che si possiede: «Per un cane di<br />

grossa taglia - spiega Laura Torriani, intervistata<br />

nella pagina a fianco - solo per il cibo<br />

(se di buona qualità) si possono spendere<br />

dai 3-4 euro al giorno, sempre che non ci<br />

siano patologie particolari che richiedono<br />

una dieta specifica. La spesa veterinaria in<br />

genere è solo un decimo rispetto al costo del<br />

mantenimento: siamo nell'ordine dei 100-150<br />

euro l'anno per un animale in buona salute».<br />

Oltre al nutrimento e alle cure, le spese includono<br />

i costi di villeggiatura, in realtà quella<br />

del padrone che nel periodo estivo lascia<br />

in affido l'animale a una pensione. Quanto<br />

costa questo servizio? Chi vi fa ricorso,<br />

spende in media quasi 200 euro l'anno per<br />

il cane. Questa cifra dipende ovviamente dal<br />

numero dei giorni di pensione.<br />

Se nel condominio qualcuno si lamenta<br />

Chi non ha avuto esperienza con un vicino<br />

intollerante? I motivi di attrito condominiale<br />

sono tanti, ma ci sono vicini che in particolare<br />

tollerano poco gli animali. Allora scattano<br />

le liti se Fido abbaia più del lecito o se<br />

Romeo passeggia tra i terrazzi, occupando<br />

un territorio di proprietà altrui.<br />

Grazie al cane si cammina anche un'ora al giorno,<br />

si incontrano persone e la vita sociale migliora<br />

Come fare a evitare discussioni se non vere e<br />

proprie liti con il vicino? «Il cane deve essere<br />

sempre educato - spiega Torriani - c'è chi è<br />

fortunato e ha un animale che non dà problemi,<br />

chi non ha questa fortuna deve impegnarsi<br />

a educare l'animale, quindi a non sporcare<br />

nei luoghi pubblici, a non mordere, a non<br />

abbaiare inutilmente. La buona educazione è<br />

una grande responsabilità del proprietario, la<br />

cattiva educazione produce solo divieti». Un<br />

intervistato su cinque in ogni caso qualche<br />

grana l'ha avuta. I problemi di comportamento<br />

riguardano soprattutto i cani, in particolare<br />

il rumore legato all'abbaiare continuo. Ci<br />

sono anche inconvenienti igienici che disturbano<br />

i condomini e di questo sono colpevoli<br />

pure i gatti. Diciamo che segnare il territorio<br />

è una pratica poco gradita agli abitanti di città.<br />

Non piace neppure l'invasione domestica<br />

da parte di estranei pelosi e più serio ancora<br />

è il tentativo di alcuni cani di attaccare altri<br />

animali: il 23% lo ha fatto con altri simili.<br />

Nonostante i problemi e le difficoltà denunciate<br />

dagli intervistati (economici, di salute,<br />

di condominio) la gratificazione complessiva<br />

è molto elevata.<br />

Se si vive in condominio è bene informarsi<br />

sul regolamento a proposito degli animali.<br />

Per legge l’animale è definito una "cosa", alla<br />

stregua di un bene mobile. Il regolamento<br />

condominiale non può vietarne il possesso,<br />

ma solo stabilire delle regole per la convivenza<br />

civile. Per vivere in pace, la strada migliore<br />

è educare il proprio animale e sperare di<br />

avere vicini altrettanto educati.<br />

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Marco Valerio Strinati di Roma convive<br />

2<br />

Franca Cleva di Pordenone viaggia<br />

con un rumore quasi continuo. Succede<br />

spesso e ha difficoltà a portare con<br />

nel residence in cui vive da quando è<br />

sé il cane, che non può entrare nel<br />

arrivato un cane che abbaia.<br />

trasportino.<br />

«Abito in un residence al primo piano. Da circa 7 «Paga metà biglietto e deve trovare spazio tra i<br />

anni al pianterreno è venuta ad abitare una<br />

piedi della gente, anche sulle Frecce. Acquistare il<br />

famiglia con un beagle. Di giorno, quando i<br />

biglietto online tra l'altro non è possibile. Prima del<br />

padroni escono e lo lasciano nel loro giardino, problema delle pulci sui treni, i cani viaggiavano<br />

guaisce e abbaia per ore, anche dalla mattina fino con 5 euro. Non si può tornare al passato?».<br />

alla sera. Di questo si lamentano altre due<br />

famiglie. C'è una via legale per uscire dal<br />

problema?».<br />

Può rivolgersi<br />

alla Polizia<br />

locale, a cui<br />

compete il<br />

controllo dei<br />

rumori anomali e<br />

le problematiche<br />

legate agli<br />

animali in città.<br />

Purtroppo queste sono le nuove tariffe di<br />

Trenitalia. Se può consolare la socia, per<br />

viaggiare in agosto si può acquistare il biglietto<br />

per il cane al prezzo promozionale di 5 euro per<br />

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venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.<br />

3<br />

Maria Cristina Spagnoli, da Ostia (con<br />

Jodie, nella foto), racconta perché è<br />

molto utile rivolgersi a un educatore.<br />

«Un cane di taglia grande è più difficile da gestire.<br />

L'educatore a cui mi sono rivolta mi ha insegnato<br />

molte cose. Di fatto è un lavoro più sul padrone<br />

che sul cane. Ho imparato a portarla al guinzaglio<br />

senza farla tirare, i comandi di base e il richiamo<br />

da lontano. Soprattutto ho capito come<br />

comunicare con Jodie e questo rende il nostro<br />

rapporto più sereno. Credo che ogni cane<br />

andrebbe educato<br />

perché è<br />

socialmente<br />

corretto. Oggi<br />

posso portarla al<br />

ristorante, in un<br />

negozio o anche<br />

lasciarla a casa da<br />

sola: non abbaia<br />

e non disturba gli<br />

altri».<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 35


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relativa app, per i pagamenti via<br />

cellulare. In comune hanno la<br />

stessa tecnologia, cioè il sistema<br />

NFC (Near Field Communication<br />

- Comunicazione in prossimità),<br />

che consente lo scambio di dati in<br />

modalità wireless a corto raggio<br />

(a 4 cm) tra smartphone e lettore<br />

Pos del negozio. Basta solo<br />

avvicinare il telefono. Esistono<br />

anche sistemi per trasferire<br />

denaro tra smartphone, come<br />

Jiffy Pay e Hype Start (vedi<br />

l'analisi su Hitest di luglio <strong>2016</strong>).<br />

IL NOSTRO PARERE Comode, ma<br />

i negozi in cui si possono usare<br />

sono ancora troppo pochi.<br />

COSTOSO,<br />

NON MIRACOLOSO<br />

Pane Primus<br />

€ 39 (CESTA DA 4 KG)<br />

Pane integrale molto<br />

costoso con farine di<br />

legumi e semi. Sul sito,<br />

prima della nostra<br />

segnalazione, si vantava<br />

di avere efficacia contro<br />

le sindromi intestinali.<br />

Ma gli alimenti non<br />

possono attribuirsi virtù<br />

preventive né curative.<br />

Meglio una dieta sana.<br />

Un tergivetro elettrico<br />

VILEDA WINDO MATIC - ASPIRAGOCCE € 59,90<br />

Potrebbe sembrare un prodotto per<br />

lavare i vetri, ma in realtà è un aspiragocce<br />

elettrico, con una batteria da circa 40<br />

minuti e un serbatoio che raccoglie 100 ml<br />

di acqua. I vetri vanno quindi prima lavati<br />

e poi asciugati con questo strumento<br />

che - dice Vileda - non lascia aloni. In<br />

realtà, la differenza rispetto a un normale<br />

tergivetro, da questo punto di vista, non è<br />

molta, più che altro elimina meglio i rivoli<br />

d’acqua che si formano con un tergivetro<br />

tradizionale. L’aspirazione dell’acqua,<br />

comunque, non è totale e per una perfetta<br />

asciugatura non si può fare a meno di un<br />

panno. Può essere passato sia sul vetro in<br />

verticale sia in orizzontale, ad esempio su<br />

un tavolo. La parte superiore è flessibile<br />

per adattarsi alle superfici.<br />

IL NOSTRO PARERE È piuttosto costoso<br />

e, anche se rende l'asciugatura un po’ più<br />

comoda, qualche goccia rimane comunque.<br />

È comunque semplice da usare, anche se<br />

un po’ ingombrante.<br />

38 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong> www.altroconsumo.t


Edison Luce Leggera<br />

Un'offerta per l'energia che compensa il canone Rai con un bonus annuale di 100 euro:<br />

allettante, ma solo se si consuma poco. Leggi su www.altroconsumo.it<br />

Climatizzatori a confronto<br />

I PROSSIMI<br />

TEST<br />

BICI PIEGHEVOLI<br />

Nel prossimo numero i risultati<br />

su performance, resistenza,<br />

sicurezza, facilità d’uso di una<br />

decina di modelli tra i più venduti.<br />

MITSUBISHI ELECTRIC<br />

MSZ-FH25VE/<br />

MUZ-FH25VE<br />

€ 980 - 1.3019<br />

È un buon prodotto, ma adatto ad ambienti di<br />

non più di 25 mq. Riscalda e rinfresca bene e<br />

a costi bassi, garantendo buone prestazioni<br />

sia d’inverno che d’estate: solo in condizioni<br />

di poco freddo (12° C) non è al massimo<br />

dell’efficienza e anche la deumidificazione, in<br />

generale, non va oltre il giudizio sufficiente. Il<br />

consumo è molto basso anche in stand-by ed<br />

è poco rumoroso. Le tante funzioni accessorie<br />

non sono chiarissime.<br />

DAIKIN<br />

FTXM35M2V1B/<br />

RXM35M2V1B<br />

€ 979 - 1.009<br />

Piuttosto potente: adatto a stanze anche di 35<br />

mq. Alte le prestazioni sia nel rinfrescare sia<br />

nel riscaldare, con un costo annuo piuttosto<br />

conveniente. Durante l’estate vi permetterà<br />

di risparmiare, visto che ha un’efficienza<br />

superiore alla media, soprattutto intorno ai<br />

30° C, meno - invece - a temperature più alte.<br />

Sufficiente la funzione di deumidificazione e<br />

poco rumoroso. Le funzioni accessorie sono<br />

molte, ma non sempre chiare.<br />

PELLICOLA<br />

PER ALIMENTI<br />

Test su varie marche di pellicole<br />

per alimenti, adatte per la<br />

conservazione in frigo e per<br />

il microonde. Ne valuteremo<br />

qualità e sicurezza.<br />

IL NOSTRO PARERE Sono entrambi buoni prodotti. Valutate le<br />

dimensioni della stanza che volete rinfrescare o riscaldare: se è<br />

più grande, meglio il modello di Daikin.<br />

Fa pane, yogurt e formaggio<br />

PAIN & DÉLICES DI MOULINEX da € 120 - 160<br />

STUFE A PELLET<br />

Non solo pane: Pain &<br />

Délices di Moulinex oltre<br />

alle normali funzioni<br />

che permettono di fare<br />

diversi tipi di pagnotte<br />

e a quelle ormai<br />

consolidate di fare<br />

marmellata ed impasti<br />

lievitati e non lievitati,<br />

offre anche la possibilità<br />

di preparare yogurt,<br />

formaggio fresco in<br />

fiocchi e di cuocere<br />

cereali. La macchina è<br />

dotata di una caraffa<br />

apposita che va<br />

posizionata all’interno<br />

del cestello. Promossa<br />

per yogurt e formaggio,<br />

la cottura dei cereali,<br />

invece, non ha dato<br />

risultati particolarmente<br />

brillanti: il riso risultava<br />

molto appiccicoso<br />

e la cottura non era<br />

omogenea.<br />

IL NOSTRO PARERE<br />

Facile da usare e<br />

versatile. Potrebbe<br />

anche sostituire una<br />

yogurtiera e, in generale,<br />

è piuttosto interessante<br />

la possibilità di utilizzarla<br />

per altre funzioni.<br />

Migliorabile.<br />

Nelle ultime prove di novembre<br />

2015 avevamo trovato cinque<br />

stufe a pellet pericolose. Chissà<br />

cosa ci riserverà il prossimo test<br />

quanto a sicurezza e prestazioni.<br />

www.altroconsumo.it<br />

luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 39


COME TESTIAMO<br />

Marche e modelli sono selezionati<br />

in modo da coprire il più possibile il<br />

mercato. Tutti i campioni sono<br />

acquistati nei normali punti<br />

vendita, inviati ai laboratori e<br />

testati in forma anonima.<br />

Svolgono le prove laboratori ed<br />

esperti indipendenti da qualsiasi<br />

tipo di interesse commerciale.<br />

COME VALUTIAMO<br />

La qualità è indicata con un numero<br />

di stelle, da uno (pessimo) a cinque<br />

(ottimo). La qualità globale è<br />

espressa da una valutazione in<br />

centesimi. Se un prodotto non<br />

supera le nostre prove di sicurezza<br />

riceve una valutazione pari a zero.<br />

Il colore azzurro nelle tabelle indica<br />

i prodotti di qualità globale buona, il<br />

grigio media, il nero insufficiente.<br />

MIGLIORE DEL TEST<br />

Migliore qualità globale del test, a<br />

prescindere dal prezzo<br />

IN SINTESI<br />

Confronto di qualità<br />

e caratteristiche di 12<br />

yogurt alla fragola e<br />

tre yogurt greci<br />

I vari tipi di yogurt e<br />

le calorie per vasetto<br />

Consumare lo<br />

yogurt oltre la data di<br />

scadenza?<br />

LA DOLCEZZA<br />

NON È VIRTÙ<br />

MIGLIOR ACQUISTO<br />

Qualità globale buona e il prezzo<br />

o il costo d’uso più conveniente<br />

MIGLIOR PREZZO<br />

Qualità globale media e un prezzo<br />

o costo d’uso particolarmente<br />

conveniente<br />

DA EVITARE<br />

Il prodotto non ha superato le<br />

nostre prove di sicurezza<br />

Migliaia di prodotti e<br />

aggiornamenti continui<br />

su www.altroconsumo.it<br />

di Manuela Cervilli<br />

A forza di mettere<br />

zucchero, oggi si<br />

contano anche tre<br />

zollette a vasetto.<br />

Peccato: il buono<br />

dello yogurt era<br />

proprio il gusto<br />

acidulo.<br />

Per tutti i gusti: fragola, pesca, ma<br />

anche pistacchio e stracciatella.<br />

Per tutte le tasche: dal discount a<br />

quello costosissimo al latte di soia.<br />

Per tutte le esigenze: dai mix con confetti<br />

di cioccolato e granella per bambini a<br />

quelli da bere per aiutare l’intestino. Basta<br />

guardare lo scaffale per accorgersene: lo<br />

yogurt si è fatto in quattro. E poi in otto<br />

e anche di più. In effetti sono tantissime<br />

le varianti nuove di un alimento classico<br />

lanciate sul mercato. Nel nostro test<br />

abbiamo scelto di occuparci di un grande<br />

classico della versione tradizionale, quello<br />

intero alla fragola: ne abbiamo portati<br />

www.altroconsumo.it


TEST<br />

Yogurt alla fragola<br />

PREZZI CARATTERISTICHE RISULTATI<br />

Yogurt<br />

In euro (min - max)<br />

a confezione, aprile<br />

<strong>2016</strong><br />

medio a vasetto<br />

Formato (g)<br />

% di fragole dichiarate<br />

Etichetta<br />

Qualità<br />

degli ingredienti<br />

Zuccheri aggiunti<br />

Fermenti lattici<br />

Trattamento termico<br />

Assaggio<br />

QUALITÀ GLOBALE %<br />

Yogurt alla fragola<br />

MÜLLER Yogurt con frutta in pezzi - I love fragola 0,54 - 0,70 0,59 125 12,8 C B D C B A 63<br />

GRANAROLO Yogurt cremoso con fragola in pezzi 0,85 - 0,99 0,48 2x125 9,3 B D B A C C 60<br />

COOP Yogurt intero cremoso con fragola in pezzi 0,77 - 0,98 0,43 2x125 9,6 B D C B C B 59<br />

CARREFOUR Yogurt con fragole cremoso 0,79 - 0,89 0,43 2x125 8,6 B D C C A B 59<br />

LAND (EUROSPIN) Fragola 0,22 - 0,24 0,23 150 6 C E C C C B 58<br />

YOMO 100% alla fragola 1,05 - 1,39 0,63 2x125 11,7 B A B C C C 56<br />

ESSELUNGA Yogurt intero fragola in pezzi 0,82 - 0,82 0,41 2x125 8,6 B D C C A C 56<br />

PARMALAT Yogurt cremoso alla fragola 0,91 - 1,19 0,53 2x125 6 C E C B A C 54<br />

CONAD I cremosi fragola 0,64 - 0,88 0,36 2x125 7,5 C D C C C B 51<br />

MILA Qualità classica fragola 0,95 - 0,99 0,49 2x125 6,8 B E C C C C 51<br />

COOP BIO Yogurt fragola biologico 0,97 - 1,29 0,58 2x125 11 B B D C E D 40<br />

VIPITENO Yogurt fragola 0,79 - 1,09 0,49 2x125 8 B D D C B D 39<br />

Yogurt Greco<br />

DELTA YOMO Yogurt Greco Autentico fragola 1,19 - 1,59 1,43 170 7,8 C D B C B B 60<br />

MÜLLER Passione alla greca alla fragola 1,05 - 1,19 1,14 125 10 C C B B B C 57<br />

FRUJO Yogurt greco 0% fragola 1,30 - 1,69 1,52 170 9 C D D C B B 56<br />

Risultati completi su www.altroconsumo.it/yogurt qualità media qualità insufficiente<br />

in laboratorio 12, acquistati in modo<br />

anonimo in vari supermercati, ipermercati<br />

e discount. Tempo fa (<strong>Altroconsumo</strong> 217,<br />

luglio/agosto 2008) avevamo già parlato<br />

di yogurt alla fragola: questa è stata,<br />

dunque, un’occasione per verificare se le<br />

formulazioni dei produttori sono cambiate<br />

con il passare degli anni. In più, in questo<br />

test, abbiamo aggiunto una delle versioni<br />

che sta scalando maggiormente le vendite<br />

del settore: lo yogurt greco.<br />

Più semplice è, meglio è<br />

Del primo yogurt moderno, venduto<br />

all’inizio del Novecento solo in farmacia<br />

(per via degli effetti benefici allora molto<br />

declamati) non c’è quasi più traccia. Gli<br />

yogurt che riempiono i banchi frigorifero<br />

della grande distribuzione sono simili a<br />

dolcetti: zuccherati e cremosi, ricordano<br />

poco l’acidità della ricetta originale e<br />

hanno non poche calorie. A furia di<br />

addolcirli, ormai si possono contare anche<br />

tre zollette di zucchero aggiunto per<br />

confezione.<br />

Ecco il motivo per cui non abbiamo potuto<br />

evidenziare, tra i tanti prodotti testati, un<br />

Miglior Acquisto da consigliarvi.<br />

La tabella dà comunque una classifica,<br />

e poi c’è la regola - quella sempre valida<br />

della nonna e del buon senso - che un<br />

prodotto più semplice è, meglio è.<br />

Tanti, tantissimi prodotti<br />

Una famiglia numerosa, quella dello<br />

yogurt, che sta decisamente bene. Lo<br />

dimostrano i dati di vendita: durante<br />

l’ultimo anno questo mercato ha mosso<br />

quasi un miliardo e 400 milioni di<br />

euro, con più di 345mila tonnellate<br />

prodotte. Ma guardando con attenzione<br />

il dettaglio delle cifre si scopre che<br />

quelli classici (il tradizionale intero,<br />

il magro...) quest’anno non sono stati<br />

proprio tra i preferiti dai consumatori (le<br />

vendite sono in diminuzione), mentre<br />

impennano le vendite dello yogurt da<br />

bere (+20%), di quello di soia (+30,5%)<br />

e di quello greco (+54%). Tradotto in<br />

parole, lo yogurt tradizionale ha un po’<br />

stancato i consumatori, che cercano<br />

prodotti - sempre sani - ma più golosi<br />

(soprattutto per i bambini) o con più<br />

benefici per la salute (per lo meno così<br />

dice la pubblicità). E questa richiesta<br />

così variegata è un’opportunità da non<br />

perdere per le aziende. Così - voilà - i<br />

banchi frigo si riempiono di prodotti<br />

nuovi, con vaschette separate da unire,<br />

girare, mischiare, bere, strizzare. E gli<br />

yogurt tradizionali? Cambiano anche<br />

quelli: diventano più dolci, modificano<br />

gli ingredienti per continuare a piacere<br />

a consumatori ormai poco abituati<br />

all’acidulo, il sapore che una volta era<br />

tipico dello yogurt.<br />

Tanto, troppo zucchero<br />

Zucchero, zucchero e ancora zucchero.<br />

Nello yogurt ce ne può essere quanto<br />

in una merendina. E anche di più. Oltre<br />

a quello già presente per natura (nel<br />

latte) lo zucchero si aggiunge altre due<br />

volte nello yogurt: se si legge l’etichetta<br />

lo si individua sia tra gli ingredienti, sia<br />

nella composizione di frutta. Ma a volte<br />

sembra non bastare ancora: Mila, Coop,<br />

Vipiteno e Conad usano anche lo sciroppo<br />

di glucosio-fruttosio; Coop aggiunge<br />

anche lo zucchero d’uva; Delta Yomo<br />

il fruttosio. I più parchi, invece, sono<br />

Yomo e Granarolo; Delta Yomo e Müller<br />

tra i greci. Bravi loro, ma lo zucchero - in<br />

generale - è davvero tanto: la media in<br />

un vasetto è circa 16 g. A conti fatti si<br />

tratta di un quantitativo anche superiore<br />

a quello presente nelle merendine tanto<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 41


TEST<br />

Yogurt alla fragola<br />

IN CENTO AD ASSAGGIARLI<br />

criticate (un Pan Gocciolo del Mulino<br />

Bianco ne ha 7,8 g). Questa tendenza -<br />

rendere dolce un prodotto che di natura<br />

non lo è - era già emersa nello scorso test.<br />

Rispetto ai dati raccolti in quell’occasione,<br />

in alcuni casi lo zucchero è addirittura<br />

aumentato (Esselunga e Vipiteno), in altri<br />

è leggermente diminuito (Yomo, Müller,<br />

Mila, Granarolo, Land, e Coop). Se si vuole<br />

mangiare uno yogurt che sia davvero uno<br />

yogurt - un po’ acido, con frutta vera e<br />

senza zucchero aggiunto - l’unica cosa<br />

da fare è sceglierlo bianco e aggiungere<br />

il proprio ingrediente preferito (fragole,<br />

albicocche... ) e se si vuole zucchero, ma<br />

non più di un cucchiaino da caffè.<br />

TUTTI ANONIMI Gli yogurt sono stati<br />

proposti agli assaggiatori in bicchierini<br />

anonimi per nascondere la marca.<br />

IL PROFUMO È uno degli aspetti<br />

valutati nella prova di assaggio: si<br />

deve sentire l’odore di fragola.<br />

TI PIACE? Nella degustazione gli<br />

assaggiatori hanno preferito e<br />

premiato gli yogurt più dolci.<br />

43 ANNI È l’età media dei nostri<br />

assaggiatori: il 27% lo consuma<br />

almeno una volta al giorno.<br />

IL GUSTO Perché risulti buono l’aroma<br />

di fragola deve essere piacevole al<br />

palato. Ma conta anche l’aspetto.<br />

ACIDULO Gli yogurt classici, cioè<br />

aciduli non sono piaciuti: è la prova che<br />

i gusti delle persone sono cambiati.<br />

Fa bene, ma non miracoli<br />

Nonostante oggi sia diventato quasi un<br />

piccolo dessert, lo yogurt resta, nella<br />

considerazione comune, un alimento<br />

sano. Che fa bene. Ma a che cosa di<br />

preciso? In realtà l’unico vantaggio<br />

scientificamente provato è che può<br />

facilitare la digestione del lattosio,<br />

diminuendo i disturbi nelle persone<br />

che mal tollerano questo zucchero. Non<br />

c’è nulla di provato invece sull’effetto<br />

benefico che i due fermenti aggiunti allo<br />

yogurt (il Lactobacillus bulgaricus e lo<br />

Streptococcus thermophilus) avrebbero<br />

a livello intestinale. Gli studi su questo<br />

argomento sono pochi e con risultati<br />

contraddittori, soprattutto per quanto<br />

riguarda la sopravvivenza dei fermenti<br />

al passaggio nello stomaco. Più certezze<br />

invece ci sono a proposito dei probiotici,<br />

microrganismi in grado di passare indenni<br />

dallo stomaco e arrivare vivi e vitali<br />

nell’intestino: ne parleremo sul prossimo<br />

numero di Test Salute (agosto <strong>2016</strong>).<br />

Con il test sullo yogurt tradizionale,<br />

abbiamo voluto misurare la quantità di<br />

fermenti presenti nel vasetto il giorno<br />

della scadenza, anche se, in realtà, non<br />

esiste una legge (ma solo linee guida) che<br />

specifica qual è il quantitativo minimo<br />

di batteri che deve contenere. Sebbene<br />

in alcuni casi la quantità di uno dei due<br />

batteri fosse piuttosto bassa, in generale<br />

sul numero complessivo non abbiamo<br />

riscontrato problemi. Lo yogurt Granarolo<br />

è quello che ne ha di più.<br />

Gli altri ingredienti<br />

Yogurt, zucchero e frutta: gli ingredienti<br />

principali dello yogurt dovrebbero<br />

essere tre. In realtà solo Yomo ha una<br />

lista degli ingredienti così stringata: gli<br />

altri aggiungono molte cose, come gli<br />

aromi - a volte naturali, a volte no - e<br />

l’amido oppure usano non frutta, ma<br />

una preparazione a base di frutta. Che<br />

42 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


TEST<br />

Yogurt alla fragola<br />

LE TRASFORMAZIONI DELLO YOGURT<br />

Dal latte intero o parzialmente scremato lo yogurt può prendere molte strade e diventare un prodotto<br />

diverso: ecco come si trasforma per stare al passo con le esigenze e i gusti dei consumatori.<br />

In base al tipo di latte In base ai fermenti Tipo di processo Ingredienti vari<br />

INTERO<br />

Prodotto a partire da latte<br />

con un contenuto di grassi<br />

minimo dello 3,5%. Il<br />

contenuto di grassi finale<br />

nello yogurt sarà di 3,5-4%<br />

MAGRO<br />

Prodotto a partire da latte<br />

scremato, ovvero latte da<br />

cui la componente grassa è<br />

stata allontanata per<br />

centrifuga. Generalmente il<br />

contenuto di grassi finale<br />

dello yogurt magro sarà<br />

dello 0,1%<br />

LATTE DI…<br />

Se è usato un latte diverso<br />

da quello di vacca, deve<br />

essere specificato<br />

YOGURT<br />

Streptococcus<br />

thermophilus e<br />

Lactobacillus bulgaricus<br />

sono i due fermenti<br />

esclusivi dello yogurt<br />

LATTE FERMENTATO<br />

Sono presenti anche altri<br />

batteri, i cosiddetti<br />

probiotici: Bifidobacterium,<br />

Lactobacillus casei,<br />

Lactobacillu rhamnosus…..<br />

KEFIR<br />

Il latte viene fermentato a<br />

partire da granuli<br />

contenenti microrganismi<br />

diversi come batteri lattici,<br />

acetici e lieviti<br />

LE CALORIE A VASETTO<br />

58 Yogurt bianco magro<br />

75 Da bere (probiotico)<br />

89 Yogurt magro alla fragola<br />

95 Yogurt bianco intero<br />

130 Yogurt intero alla fragola<br />

140 Yogurt greco magro alla fragola<br />

156 Mix: composta di frutta da aggiungere allo yogurt<br />

A COAGULO ROTTO<br />

È di consistenza<br />

semiliquida perché la<br />

fermentazione avviene in<br />

grossi serbatoi e la massa<br />

viene rotta e infine<br />

confezionata<br />

A COAGULO INTERO<br />

Più diffuso all’estero, si<br />

presenta in forma<br />

compatta perché la fase di<br />

fermentazione avviene<br />

direttamente nel vasetto<br />

GRECO<br />

Detto anche “colato”<br />

perché subisce una<br />

filtrazione per allontanare il<br />

siero, cosa che incide sulla<br />

consistenza (più denso) e<br />

sui valori nutrizionali (più<br />

ricco in proteine)<br />

NATURALE<br />

Solo latte e fermenti<br />

ZUCCHERATO<br />

Viene aggiunto zucchero<br />

per addolcire sia in alcuni<br />

yogurt bianchi sia in tutti<br />

quelli alla frutta, ad<br />

eccezione di quelli che si<br />

presentano in versione<br />

“light” e che contengono<br />

edulcoranti<br />

FRUTTA<br />

Deve essere indicata (in %)<br />

nella lista degli ingredienti;<br />

quando è indicato<br />

“preparazione di frutta” può<br />

essere più difficile risalire a<br />

quel valore<br />

ADDITIVI<br />

Possono essere aggiunti<br />

addensanti per dare<br />

cremosità; in molti prodotti<br />

si trovano anche aromi e<br />

concentrati vegetali che<br />

sebbene non siano<br />

formalmente degli additivi,<br />

servono per dare il colore<br />

della frutta<br />

www.altroconsumo.it<br />

luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 43


TEST<br />

Yogurt alla fragola<br />

Si può mangiare<br />

dopo la scadenza?<br />

GLI ALIMENTI CHE DURANO Alcuni<br />

alimenti si possono mangiare anche dopo<br />

la scadenza: sono quelli che sull’etichetta<br />

riportano la scritta “da consumarsi<br />

preferibilmente entro” . Questi cibi sono<br />

ancora commestibili (a volte per mesi):<br />

mangiandoli non si va incontro ad alcun mal<br />

di pancia. Potrebbe invece risentirne<br />

gusto, aroma, colore e consistenza del<br />

prodotto. Anche l’apporto dei nutrienti<br />

potrebbe diminuire, ma il prodotto rimane<br />

comunque sicuro.<br />

A PROVA DI RESISTENZA Sulla<br />

confezione c’è scritto che “si<br />

mantiene fuori dal frigorifero fino<br />

a un massimo di quattro ore”. È<br />

vero? Abbiamo tenuto Yomino<br />

in condizioni estreme, a 30°C,<br />

per quattro ore e poi lo abbiamo<br />

analizzato in laboratorio.<br />

Tutto bene: lo yogurt è rimasto<br />

inalterato e i fermenti vivi in numero<br />

adeguato, nonostante il caldo.<br />

QUELLI NO Al contrario gli alimenti con<br />

l’indicazione “da consumarsi entro il” non<br />

vanno mangiati oltre la scadenza. Si tratta<br />

infatti di prodotti deperibili dal punto di<br />

vista microbiologico: si potrebbe creare un<br />

problema di sicurezza alimentare.<br />

IL BELLO DELL’ACIDITÀ Pur avendo come<br />

indicazione “da consumarsi entro il “ lo<br />

yogurt dura qualche giorno di più. Il motivo<br />

sta nella sua acidità: questa caratteristica,<br />

infatti, lo protegge dall’attacco dei batteri<br />

dannosi. Ma più ci si allontana dalla data di<br />

produzione, più diminuisce il numero di<br />

batteri vivi presenti. Lo yogurt può essere<br />

consumato anche dopo la scadenza, entro<br />

6-7 giorni. Attenzione però se il coperchio<br />

appare rigonfio: è sintomo di produzione di<br />

gas, meglio non rischiare e non<br />

consumarlo.<br />

OCCHIO ALLA REFRIGERAZIONE Lo<br />

yogurt può durare qualche giorno di più<br />

dopo la scadenza, ma la catena del freddo<br />

deve essere rispettata in tutte le sue fasi,<br />

dai banchi frigo della grande distribuzione<br />

al frigorifero di casa.<br />

cosa c’è dentro questa preparazione?<br />

Fragole, zucchero (lo troviamo ancora...)<br />

e altri ingredienti, come sciroppo di<br />

glucosio-fruttosio, pectina, amido,<br />

acido citrico come correttore di acidità<br />

e succhi concentrati vari, dal ribes nero<br />

al sambuco, fino alle barbabietole rosse<br />

per accentuare il colore dello yogurt. Per<br />

scegliere cosa acquistare, bisogna evitare<br />

di credere agli slogan sulle confezioni:<br />

piuttosto è fondamentale leggere la lista<br />

degli ingredienti. Più è semplice, meglio<br />

è. Attenzione poi a non confondersi<br />

sull’ingrediente principale (lo yogurt), che<br />

viene riportato in vari modi: per alcuni è<br />

solo yogurt; altri specificano tutti i tipi di<br />

fermenti contenuti nel vasetto. In realtà<br />

non cambia nulla. Nella nostra tabella -<br />

nella colonna “qualità degli ingredienti”<br />

- abbiamo valutato sia la percentuale<br />

di fragola presente nel vasetto sia gli<br />

ingredienti; abbiamo premiato i prodotti<br />

che hanno solo latte, fermenti, zucchero e<br />

penalizzato in modo proporzionale quelli<br />

che hanno uno o più ingredienti inutili.<br />

Un prodotto che ci ha deluso? Lo yogurt<br />

Frujo, che nella lista degli ingredienti<br />

dichiara di contenere “aromi naturali”: le<br />

nostre analisi di laboratorio dicono invece<br />

che l’aroma non è ottenuto dalla fragola,<br />

ma è un composto sintetico. Non va bene:<br />

chiediamo al produttore di essere più<br />

trasparente.<br />

Furosina, non va bene se è tanta<br />

La furosina è una sostanza che si forma<br />

durante il riscaldamento del latte: più<br />

questo procedimento è protratto,<br />

maggiore è la sua quantità nello yogurt. È<br />

vero che il trattamento termico serve - tra<br />

le altre cose - a sanificare il latte, ma se<br />

è troppo spinto (ad alte temperature) la<br />

perdita dal punto di vista nutrizionale è<br />

notevole. In questa prova gli yogurt del<br />

test se la cavano bene, ad eccezione di<br />

Coop Bio che merita un pessimo.<br />

Quello greco è diverso<br />

Molto apprezzato, lo yogurt greco è<br />

uno degli ultimi prodotti lanciati sul<br />

mercato. Che cos’ha di diverso rispetto<br />

a quello tradizionale? Non sono certo gli<br />

ingredienti di base a cambiare (si tratta<br />

sempre di latte con gli stessi fermenti<br />

lattici), ma il processo di produzione:<br />

lo yogurt greco viene filtrato; quello<br />

tradizionale no. Con questo procedimento<br />

si allontana una parte di liquido e<br />

la consistenza risulta più compatta.<br />

Questa corposità però comporta anche<br />

un aumento delle calorie. E i grassi?<br />

Sono tanti, ma non molti di più di quelli<br />

presenti negli yogurt bianchi tradizionali<br />

(comunque i più venduti sono quelli<br />

magri). Un’altra curiosità: non sempre<br />

lo yogurt greco viene dalla Grecia. Il<br />

richiamo al paese ellenico sulla confezione<br />

a volte viene usato esclusivamente per<br />

questioni di marketing: non è detto che<br />

la produzione avvenga in quei luoghi.<br />

L’origine può variare: molti sono prodotti<br />

in Francia e Austria per esempio.<br />

Per scoprirlo non bisogna basarsi su<br />

illustrazioni e disegni sulla confezione,<br />

si deve guardare il bollo ovale: le prime<br />

lettere della sigla (Fr, At, per esempio)<br />

identificano il paese in cui si trova lo<br />

stabilimento di produzione.<br />

44 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


TEST<br />

Fotocamere dello smartphone<br />

UN CLIC SEMPRE<br />

PIÙ “SMART”<br />

I telefonini offrono fotocamere di livello sempre più alto.<br />

Ne valutiamo sette, per foto e selfie che non temono rivali.<br />

di Simona Ovadia<br />

Non è un caso che Apple abbia<br />

invaso le città di cartelloni<br />

pubblicitari del nuovo iPhone<br />

6S Plus puntando sulla qualità<br />

fotografica dell’apparecchio. O che la<br />

meravigliosa attrice Scarlett Johansson<br />

venga immortalata mentre scatta un<br />

selfie per sponsorizzare il suo nuovissimo<br />

Huawei P9. Le grandi aziende di telefonini<br />

(e i creativi preposti alle loro campagne<br />

pubblicitarie) hanno capito che ormai, per<br />

battere la concorrenza e offrire “qualcosa<br />

in più” che possa allettare il consumatore,<br />

devono puntare sulla qualità delle<br />

fotocamere dei loro prodotti. Chi conosce<br />

bene il mondo delle tecnologie di largo<br />

IN SINTESI<br />

I migliori<br />

smartphone per gli<br />

amanti delle fotografie<br />

Consigli per scattare<br />

sfruttando tutte<br />

le potenzialità del<br />

telefono<br />

Come gestire lo<br />

spazio nella memoria<br />

consumo ci scommette: tra qualche anno<br />

le fotocamere compatte scompariranno<br />

dal mercato, sostituite da smartphone<br />

sempre più orientati alla qualità<br />

fotografica. Ecco perché tra le diverse<br />

prove a cui sottoponiamo gli smartphone<br />

in vendita, non mancano mai quelle sulla<br />

qualità della loro fotocamera. Per questo<br />

abbiamo selezionato i sette smartphone<br />

più in voga del momento, includendo i<br />

principali marchi presenti sul mercato,<br />

e ci siamo focalizzati esclusivamente<br />

sulle caratteristiche tecniche e sulle<br />

prove riguardanti la loro fotocamera. Ma<br />

abbiamo lasciato in tabella (alla pagina<br />

seguente) anche il giudizio globale, che<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 45


TEST<br />

Fotocamere dello smartphone<br />

PREZZI CARATTERISTICHE RISULTATI<br />

Smartphone<br />

In euro min-max<br />

(maggio <strong>2016</strong>)<br />

Dimensioni sensore<br />

Risoluzione<br />

fotocamera<br />

(principale/frontale)<br />

Dimensioni pixel<br />

Apertura<br />

Funzione panoramica<br />

Funzione HDR<br />

Qualità fotocamera<br />

principale<br />

Qualità fotocamera<br />

frontale<br />

Facilità d’uso<br />

della fotocamera<br />

Video<br />

QUALITÀ GLOBALE%<br />

APPLE iPhone 6S Plus (64 GB) 762 - 1.082 1/3’’ 12-5 Mpixels 1,22 μm f/2.2 G G B B A A 80<br />

SAMSUNG Galaxy S7 Edge (32 GB) 609 - 839 1/2.6’’ 12-5 MPixels 1,4 μm f/1.7 G G B B A B 80<br />

LG G5 519 - 699 1/2.6’’ 16-8 MPixels 1,12 μm f/1.8 G G B B B B 77<br />

SONY Xperia Z5 E6653 439 - 692 1/2.3’’ 23-5 MPixels 1,12 μm f/2.0 G G B C B B 75<br />

HUAWEI P9 459 - 621 n.d. 12-8 MPixels 1,25 μm f/2.2 G G C C B C 75<br />

HUAWEI Google Nexus 6P (32GB) 445 - 699 1/2.3’’ 12-8 MPixels 1,55 μm f/2.0 G G C C B C 74<br />

MICROSOFT Lumia 950 410 - 649 1/2.4’’ 20-5 MPixels 1,12 μm f/1.9 B C C A 68<br />

Risultati completi su www.altroconsumo.it/cellulari qualità buona qualità media<br />

prende in considerazione la qualità<br />

complessiva dell’apparecchio. iPhone<br />

6S Plus di Apple e Samsung Galaxy S7<br />

Edge sono indubbiamente i vincitori<br />

per quanto riguarda sia la qualità<br />

globale dell’apparecchio, sia quella della<br />

macchina fotografica, con un leggero<br />

vantaggio per il melafonino nella qualità<br />

delle riprese video.<br />

Prove al passo con i tempi<br />

I nostri giudizi sono frutto di test che<br />

anno dopo anno prevedono prove sempre<br />

più severe, che possano far emergere<br />

anche i più piccoli dettagli e aspetti<br />

critici, in un contesto che diventa sempre<br />

più sofisticato e preciso. Per esempio,<br />

per valutare questi sette telefoni sono<br />

state effettuate diverse prove in varie<br />

condizioni di luce; abbiamo scattato<br />

con entrambe le fotocamere (sia quella<br />

posta sul dorso dell’apparecchio sia<br />

quella frontale) e aggiunto alcuni test<br />

che di solito utilizziamo esclusivamente<br />

per valutare la qualità delle macchine<br />

fotografiche classiche.<br />

Sebbene alcuni smartphone abbiano<br />

anche la possibilità di scattare<br />

selezionando manualmente alcune<br />

LA GUIDA PER FOTO IMPECCABILI<br />

Con la nostra guida imparerai a fare foto impeccabili<br />

con lo smartphone. La puoi avere con un contributo<br />

spese di 1,95 euro telefonando allo 02.6961506<br />

I parametri tecnici pubblicizzati<br />

non bastano a garantire foto di qualità<br />

funzioni, in formato Raw - cioè con<br />

l’immagine ancora nel suo aspetto<br />

“grezzo” non elaborato - i nostri giudizi si<br />

sono basati sulla qualità delle fotografie<br />

scattate in modalità completamente<br />

automatica ed elaborate in formato<br />

Jpeg, quello comunemente più usato.<br />

Per giudicare le immagini le abbiamo<br />

trasferite sullo schermo di un computer,<br />

così da eliminare la variabile della qualità<br />

dello schermo del telefonino dal giudizio<br />

sulla fotografia e sottoposte sia a una<br />

analisi elettronica (grazie a un software<br />

che analizza una serie di parametri come<br />

l’uniformità dei colori, il contrasto, la<br />

nitidezza...) sia a un giudizio soggettivo da<br />

parte di un esperto.<br />

I pixel non fanno la qualità<br />

Come si fa a individuare lo smartphone<br />

con la fotocamera migliore? Quali sono<br />

i fattori che determinano la qualità di<br />

una fotocamera? Sono ancora molti a<br />

pensare che sia il numero di pixel a fare<br />

la differenza, complice la spinta del<br />

marketing nell’evidenziare la risoluzione<br />

del sensore. In realtà un numero elevato<br />

di pixel può essere utile solo in due<br />

situazioni: quando si vuole stampare in<br />

formati molto grandi e quando si vuole<br />

usare lo zoom digitale. Più pixel ci sono,<br />

poi, più risulteranno piccoli e meno<br />

sensibili alla luce, e l’immagine sarà più<br />

scura. Per questo, i produttori sono alla<br />

perenne ricerca di un compromesso tra<br />

quantità e qualità, che sembra essere<br />

stato trovato nella quantità massima di<br />

12-14 MPixel (fatte alcune eccezioni). Un<br />

aspetto invece che può essere indicativo<br />

della qualità fotografica del telefono è,<br />

per esempio, la grandezza dell’apertura<br />

(quella che viene indicata con la sigla<br />

f/...). Stiamo parlando dell’apertura del<br />

diaframma, che controlla la quantità di<br />

luce che raggiunge il sensore durante<br />

il tempo di esposizione, ovvero nel<br />

tempo in cui l’otturatore resta aperto.<br />

Maggiore sarà l’apertura, più luce entrerà<br />

nella fotocamera, minore sarà il tempo<br />

necessario all’esposizione e quindi il<br />

rischio di fare foto mosse. Samsung<br />

Galaxy S7 ha l’apertura di diaframma<br />

maggiore tra gli smartphone attualmente<br />

sul mercato, ovvero f/1.7 (maggiore è<br />

l’apertura, più basso sarà il numero<br />

46 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


TEST<br />

Fotocamere dello smartphone<br />

che segue la “f”). Apertura e velocità<br />

dell’otturatore sono altri due elementi da<br />

considerare, insieme alla qualità ottica<br />

delle lenti.<br />

Può essere utile anche valutare la facilità<br />

d’uso, per esempio se lo smartphone<br />

permette di scattare usando un bottone<br />

“fisico” e non solo il touch screen, cosa<br />

che garantisce una presa più stabile e<br />

sicura. In tabella indichiamo i giudizi sulla<br />

facilità d’uso, con una avvertenza: non si<br />

tratta di un voto complessivo assegnato<br />

al telefono, ma soltanto di quello relativo<br />

all’uso della fotocamera, come la<br />

velocità di partenza della app “macchina<br />

fotografica”, la rapidità dell’autofocus<br />

nella messa a fuoco, la facilità delle<br />

impostazioni e così via.<br />

I trucchi per migliorare le foto<br />

La qualità dell’apparecchio conta. Ma conta anche la mano del fotografo<br />

e alcune conoscenze di base che possono essere d’aiuto per scatti<br />

più soddisfacenti.<br />

Meglio fare qualche prova<br />

In generale, consigliamo di non fare<br />

troppo affidamento sulle caratteristiche<br />

tecniche pubblicizzate dai produttori,<br />

perché non influenzano più di tanto la<br />

qualità delle fotografie. Se si vuole andare<br />

sul sicuro, la cosa migliore è provare il<br />

modello, perché quello che conta davvero<br />

è il cosiddetto “post processing” cioè<br />

come la foto viene processata elaborando<br />

il segnale luminoso. Ne è un esempio<br />

l’iPhone 6 Plus: le caratteristiche tecniche<br />

non sono tra le più innovative, eppure<br />

resta lo smartphone con la migliore<br />

qualità fotografica tra quelli testati.<br />

Le foto e lo spazio in memoria<br />

Le fotografie occupano parecchio spazio<br />

nella memoria del telefono. È, quindi,<br />

importante imparare a gestirlo nel modo<br />

più efficiente possibile. Anche perchè<br />

capita che lo spazio di memoria dichiarato<br />

dal produttore non corrisponda a quello<br />

effettivamente utilizzabile, perché parte di<br />

esso è già occupato dal sistema operativo,<br />

come nel caso dei telefonini Apple e<br />

Samsung oggetto della nostra class action<br />

(si può ancora aderire per farsi rimborsare<br />

i giga di memoria dichiarati, ma già<br />

occupati, iscrivendosi sul nostro sito).<br />

Se si scattano tante fotografie la memoria<br />

dello smartphone molto probabilmente<br />

sarà insufficiente per contenerle tutte.<br />

Il nostro consiglio è di salvarle su una<br />

scheda di memoria Sd che si inserisce<br />

nell’apposito alloggiamento (assente<br />

in iPhone e Google Nexus 6P). E fare<br />

regolarmente un backup sul computer di<br />

casa, cosa che mette in sicurezza i ricordi<br />

anche in caso di perdita o furto dello<br />

smartphone. Oppure salvare le foto su un<br />

servizio di cloud come iCloud, Dropbox,<br />

Google Drive, One Drive: i telefoni attuali<br />

lo fanno anche in automatico.<br />

HDR Questa funzione (presente su molti<br />

telefoni) utilizza per la stessa immagine<br />

diversi scatti successivi, con livelli di<br />

illuminazione molto vari, creando così una<br />

gamma di sfumature di colore più elevata.<br />

Uso dello zoom Sconsigliamo l’uso dello<br />

zoom digitale, perché la foto perde<br />

moltissimo in qualità. Meglio “ritagliare”<br />

il particolare desiderato dopo lo scatto<br />

dell’immagine complessiva.<br />

Uso dei filtri Una foto con una luce non<br />

ottimale o una messa a fuoco non perfetta<br />

possono essere corrette grazie all’uso<br />

dei filtri. Per esempio, virando al seppia o<br />

usando il bianco e nero.<br />

Uso del flash Il flash deve essere usato con<br />

parsimonia e se scatta significa che la luce<br />

d’ambiente non è ottimale. Rischia anche<br />

di creare macchie bianche di luce sulla foto.<br />

Mai usarlo per le lunghe distanze.<br />

Fotografare in orizzontale La maggior<br />

parte di noi scatta le sue foto in orizzontale.<br />

Questo è preferibile: il nostro campo visivo<br />

comprende 180 gradi circa in orizzontale,<br />

mentre in verticale solo 130 gradi circa.<br />

Selfie L’autoscatto (selfie) ha bisogno di<br />

qualche piccolo trucco per realizzarlo al<br />

meglio. Il più importante: scattare sempre<br />

dall’alto verso il basso per un profilo perfetto.<br />

Altri consigli per realizzare un selfie a pag. 63.<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 47


TEST<br />

Gelatiere<br />

GELATO FATTO IN CASA<br />

Con il fai da te usi gli ingredienti che preferisci<br />

e risparmi. Ecco i modelli promossi dalle nostre prove.<br />

di Elisa Gerardis<br />

IN SINTESI<br />

Risultati delle prove<br />

su 13 gelatiere, 5<br />

autorefrigeranti e 8<br />

non autorefrigeranti<br />

Risposte alle<br />

domande più diffuse<br />

su come scegliere<br />

il gelato badando<br />

alla qualità degli<br />

ingredienti<br />

Fare il gelato in casa può essere<br />

una gran comodità: ci si sceglie<br />

da soli gli ingredienti, per venire<br />

incontro a chi ha allergie o<br />

intolleranze o semplicemente per poter<br />

stabilire da sé la qualità di quello che si<br />

mangia. La gelatiera può essere quindi<br />

un elettrodomestico molto utile. Ne<br />

esistono di due tipi: le autorefrigeranti,<br />

con meccanismo di congelamento<br />

integrato, e le non-autorefrigeranti, che<br />

invece richiedono il pre-raffredamento del<br />

recipiente nel freezer.<br />

Le abbiamo messe alla prova con test di<br />

laboratorio: anche i modelli più economici<br />

hanno dato risultati quantomeno<br />

accettabili.<br />

Autorefrigeranti: per un uso intensivo<br />

Il principio di funzionamento, comune a<br />

tutti i tipi di gelatiere, è molto semplice:<br />

il recipiente raffredda gli ingredienti<br />

e la paletta, ruotando, li manteca<br />

fino ad ottenere il gelato. Le gelatiere<br />

autorefrigeranti sono dotate di un<br />

compressore che le rende un po’ più<br />

ingombranti e pesanti.<br />

La produzione del gelato tuttavia è<br />

più semplice: è possibile preparare<br />

gusti diversi uno dopo l’altro, perché il<br />

GELATIERE: AUTOREFRIGERANTI<br />

QUALITÀ<br />

QUALITÀ<br />

80 BUONA<br />

70 BUONA<br />

De’ Longhi ICK5000<br />

Melchioni Family<br />

Creamy<br />

225 - 301 € 183 - 197 €<br />

PRO Buona qualità di gelati e<br />

sorbetti. Poco rumorosa.<br />

CONTRO Lunghi tempi di<br />

preparazione, prezzo alto.<br />

IL NOSTRO PARERE La migliore<br />

gelatiera dei nostri test. È facile da<br />

pulire e ha un buon design.Peccato<br />

per il costo elevato e i tempi di<br />

preparazione (circa 50 minuti).<br />

PRO Facile da usare, ha un cestello<br />

capiente.<br />

CONTRO Lunghi tempi di<br />

preparazione.<br />

IL NOSTRO PARERE Buona qualità<br />

a un prezzo interessante. Fra le<br />

autorefrigeranti è la gelatiera più<br />

semplice da utilizzare. Può produrre<br />

fino a 900 grammi di gelato.<br />

48 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


TEST<br />

Gelatiere<br />

PREZZI CARATTERISTICHE RISULTATI<br />

Gelatiere<br />

In euro min - max<br />

(maggio <strong>2016</strong>)<br />

Ore di raffreddamento<br />

del recipiente in freezer<br />

(dichiarato)<br />

Dimensioni del recipiente<br />

refrigerante<br />

(diametro x altezza) in cm<br />

Qualità gelato alla vaniglia<br />

Qualità sorbetto al limone<br />

Qualità gelato allo yogurt<br />

Tempo di preparazione<br />

(escluso il raffreddamento<br />

del recipiente)<br />

Facilità d’uso<br />

Facilità della pulizia<br />

QUALITÀ GLOBALE %<br />

Autorefrigerante<br />

F DE’ LONGHI ICK5000 225 - 301 n.d. n.d. A A A D C B 80<br />

PRINCESS 282601 210 -265 n.d. n.d. A A A D C D 77<br />

ARIETE 693 Gran Gelato metal 208 - 264 n.d. n.d. A B A C C D 75<br />

F MELCHIONI FAMILY Creamy 183 - 197 n.d. n.d. A A B C B D 70<br />

NEMOX Gelato Grand 191 - 234 n.d. n.d. A B B C C D 60<br />

Non autorefrigerante<br />

F NEMOX Harlequin 63 - 79 10 14 x 15 A B C B B C 70<br />

DE’ LONGHI IC8500 46 - 60 10 20 x 15 B A B B C D 69<br />

SEVERIN EZ7402 49 - 51 8 18 x 19 A B B B B D 68<br />

CUSINART XL - ICE30BCE 110 - 150 12 20 x 17 B A B A C C 67<br />

F TERMOZETA 75104 La Gelatiera 29 - 30 8 19 x 14 C B A B B D 66<br />

PRINCESS 282602 Ice cream maker 50 - 60 12 18 x 15 C C A A C D 64<br />

ARIETE 638 Gran Gelato 35 - 48 24 20 x 15 C C A B C E 55<br />

ARIETE 635 Ice cream & Yogurt maker 51 - 62 12 18 x 14 D D B B C C 50<br />

n.d. non disponibile<br />

Risultati completi su www.altroconsumo.it/elettrodomestici<br />

qualità buona<br />

qualità media<br />

recipiente si raffredda da solo ad ogni<br />

utilizzo. Le gelatiere autorefrigeranti sono<br />

in media più care rispetto alle altre (vedi<br />

tabella in alto).<br />

Questo tipo di gelatiera è consigliato<br />

a chi pensa di farne un uso intensivo,<br />

o per preparare tanti gusti di gelato<br />

rapidamente. Se non hai queste esigenze,<br />

e ti dedichi alla preparazione del gelato<br />

solo in estate o di rado, meglio puntare<br />

a un modello non autorefrigerante, più<br />

economico e leggero.<br />

Non autorefrigeranti: più pratiche<br />

Più piccole, meno ingombranti e meno<br />

care: le gelatiere non autorefrigeranti<br />

possiedono tutte queste caratteristiche,<br />

e tra quelle testate alcuni modelli hanno<br />

dato buoni risultati. Con una gelatiera non<br />

autorefrigerante è essenziale il calcolo<br />

totale dei tempi di preparazione.<br />

Se per preparare gelati e sorbetti<br />

l’elettrodomestico impiega in media tra 30<br />

e 50 minuti, infatti, con un modello non<br />

dotato della capacità di autorefrigerarsi<br />

bisogna calcolare anche il tempo di<br />

raffreddamento del cestello, che prima va<br />

NON AUTOREFRIGERANTI<br />

QUALITÀ<br />

QUALITÀ<br />

70 BUONA<br />

66 BUONA<br />

Nemox Harlequin Termozeta 75104<br />

La Gelatiera<br />

63 - 79 € 29 - 30 €<br />

PRO Il gelato alla vaniglia è venuto<br />

molto bene nelle prove.<br />

CONTRO I tempi di preparazione<br />

sono piuttosto lunghi, il gelato allo<br />

yogurt delude.<br />

IL NOSTRO PARERE È un prodotto<br />

abbastanza caro, ma la qualità è<br />

buona e il cestello della versione che<br />

abbiamo testato è capiente.<br />

PRO Tempi di preparazione rapidi,<br />

prezzo conveniente.<br />

CONTRO Non è semplice da pulire.<br />

IL NOSTRO PARERE Qualità nel<br />

complesso soddisfacente, è stata<br />

una delle migliori gelatiere nella<br />

preparazione del gelato allo yogurt.<br />

www.altroconsumo.it<br />

luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 49


TEST<br />

Gelatiere<br />

“congelato” in freezer per diverse ore.<br />

Inoltre, al contrario di quanto avviene con<br />

quelle autorefrigeranti, con questo tipo<br />

di gelatiere non è possibile preparare più<br />

gusti di gelato in sequenza: sarà sempre<br />

necessario congelare di nuovo il cestello.<br />

I nostri test le promuovono<br />

Abbiamo portato in laboratorio 5 modelli<br />

autorefrigeranti e 8 non autorefrigeranti,<br />

sottoponendoli a diverse prove: le<br />

immagini qui in basso ne mostrano alcuni<br />

passaggi. Con ciascuna gelatiera abbiamo<br />

preparato tre ricette classiche: gelato alla<br />

vaniglia, sorbetto al limone e gelato allo<br />

yogurt. Innanzitutto, abbiamo valutato la<br />

durata della preparazione, misurando il<br />

tempo necessario per la realizzazione del<br />

gelato dal momento in cui gli ingredienti<br />

vengono inseriti nel cestello fino a quando<br />

viene raggiunta la giusta consistenza.<br />

In generale, le gelatiere non<br />

autorefrigeranti completano la<br />

preparazione in mezz’ora, le<br />

autorefrigeranti in 40-50 minuti.<br />

Abbiamo quindi esaminato la facilità<br />

d’uso e di pulizia, entrambi aspetti da non<br />

sottovalutare per utilizzare la gelatiera con<br />

piacere e senza stancarsi troppo. Tutte le<br />

gelatiere si sono rivelate piuttosto semplici<br />

da utilizzare, alcune meno semplici da<br />

pulire dopo l’utilizzo.<br />

Infine - ma importantissimo - abbiamo<br />

verificato la qualità del gelato e del<br />

sorbetto prodotti, sottoponendoli a una<br />

giuria di assaggiatori che ne ha valutato la<br />

consistenza, il gusto e l’aspetto.<br />

Da cosa dipende il gusto del gelato?<br />

Come mostra la tabella, tutte le gelatiere<br />

hanno ottenuto risultati almeno<br />

accettabili: nessun prodotto è stato<br />

bocciato dai nostri test. La differenza<br />

tra una valutazione buona e un’altra<br />

meno buona di una gelatiera è data<br />

dalla consistenza e dall’aspetto del<br />

gelato o del sorbetto prodotto. Il gusto<br />

del gelato dipende dagli ingredienti<br />

scelti: il vantaggio di possedere una<br />

gelatiera è proprio poter scegliere con<br />

cosa preparare il proprio gelato. Non<br />

aspettatevi un risultato uguale a quello<br />

del gelato artigianale, in cui sono presenti<br />

anche addensanti e additivi; il gelato<br />

casalingo preparato con le gelatiere non è<br />

adatto a una lunga conservazione: appena<br />

uscito dal cestello sarà molto cremoso, ma<br />

dopo qualche giorno di conservazione in<br />

freezer la consistenza risulterà deteriorata<br />

dalla formazione di cristalli di ghiaccio.<br />

Il risparmio c’è<br />

Quanto si risparmia preparando il gelato<br />

in casa? Abbiamo calcolato il costo medio<br />

al chilogrammo del gelato alla crema<br />

artigianale acquistato in gelateria: circa<br />

Le prove del test<br />

LA QUALITÀ DEL<br />

FACCIAMO IL GELATO Abbiamo<br />

preparato tre gusti diversi: crema,<br />

yogurt e sorbetto al limone.<br />

QUANTO TEMPO CI VUOLE? Con<br />

un timer è stato misurato il tempo di<br />

preparazione del gelato.<br />

Quali sono le principali differenze tra un<br />

gelato fatto in casa, uno industriale e<br />

uno artigianale?<br />

Gli ingredienti: il gelato casalingo è preparato con<br />

materie prime fresche come latte, panna,<br />

zucchero, uova, frutta... Nel gelato industriale,<br />

invece, troviamo latte in polvere (per i gelati alla<br />

crema), zuccheri di vario tipo e talvolta anche<br />

grassi estranei, necessari a dare cremosità al<br />

prodotto. Per il confronto con il gelato artigianale,<br />

non è facile dare indicazioni precise: in teoria la<br />

sua composizione dovrebbe essere simile a<br />

quella del gelato fatto in casa, ma moltissime<br />

gelaterie aggiungono additivi. Un’altra differenza<br />

importante tra gelato casalingo, artigianale e<br />

industriale riguarda la quantità di aria presente.<br />

Nella produzione artigianale e in quella casalinga<br />

l’aria viene inglobata naturalmente durante la<br />

fase di mescolamento dell’impasto,<br />

determinando un aumento del volume<br />

dell’impasto massimo del 30 per cento. Al<br />

contrario, nella produzione del gelato industriale,<br />

l’aria viene insufflata artificialmente durante la<br />

fase di congelamento dell’impasto per far<br />

raddoppiare il suo volume.<br />

EMERGONO I DIFETTI È stata<br />

valutata la densità e la compattezza<br />

del gelato, difetti inclusi.<br />

USO FACILE? Abbiamo valutato sia<br />

la facilità d’uso (giudizio in tabella), sia<br />

se il gelato si travasa senza impicci.<br />

Ci sono ingredienti da evitare?<br />

In generale, gli additivi che vengono aggiunti nel<br />

gelato non rappresentano un rischio per la salute.<br />

Aromi e coloranti, però, servono a compensare la<br />

scarsità degli ingredienti più nobili, come per<br />

50 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


TEST<br />

Gelatiere<br />

16 euro. La stessa quantità di gelato<br />

confezionato (le vaschette acquistabili al<br />

supermercato) costa in media 6 euro al<br />

chilo. Il nostro gelato fatto in casa con la<br />

gelatiera, invece, costerà circa 4,50 euro<br />

al chilo. A questo importo, ovviamente,<br />

bisognerà aggiungere i costi della<br />

gelatiera, il cui ammortamento dipende<br />

da quanti gelati si fanno durante la vita<br />

dell’elettrodomestico. Ipotizzando di<br />

utilizzarlo per 5 anni per 20 gelati all’anno<br />

(circa 60 chili di gelato in totale), usando i<br />

nostri Migliori Acquisti al prezzo minimo<br />

rilevato indicativamente spenderemmo<br />

7,6 euro al chilo con una gelatiera<br />

autorefrigerante e 5 euro al kg con un<br />

modello non auto refrigerante.<br />

In conclusione, se si utilizza la gelatiera<br />

come alternativa al gelato confezionato,<br />

il risparmio è irrisorio. Se invece il gelato<br />

fatto in casa sostituisce quello artigianale,<br />

si può risparmiare parecchio.<br />

15 Kg<br />

È il consumo annuale pro capite<br />

di gelato artigianale degli italiani,<br />

detentori del primato mondiale<br />

di mangiatori di gelato<br />

5 ₧<br />

Costo al chilo del gelato alla<br />

crema fatto in casa con il Miglior<br />

Acquisto non autorefrigeranti<br />

comprato al prezzo minimo<br />

87%<br />

Le famiglie italiane che<br />

consumano gelati confezionati:<br />

si tratta di un alimento<br />

stagionale, acquistato<br />

soprattutto nei mesi estivi<br />

16 ₧<br />

Costo medio al chilo del gelato di<br />

gelateria. Il prezzo, però, è molto<br />

variabile soprattutto<br />

da Nord (fino a 25₧/kg)<br />

a Sud (fino a 11₧/kg)<br />

GELATO LA RICONOSCI COSÌ<br />

esempio la frutta. Nelle preparazioni industriali,<br />

poi, è molto diffuso l’uso dell’olio di cocco, ricco di<br />

acidi grassi saturi, che è meglio evitare. È sempre<br />

utile leggere l’etichetta: anche i gelati artigianali<br />

per legge devono essere accompagnati da<br />

informazioni relative agli ingredienti.<br />

Ha senso sostituire un pasto con il<br />

gelato, come vorrebbero le diffuse<br />

diete del gelato?<br />

No. Il gelato, come ogni altro alimento, non è<br />

completo dal punto di vista nutrizionale.<br />

Mancano ad esempio le fibre, diverse vitamine e i<br />

sali minerali: per questo motivo non può<br />

sostituire un pasto completo<br />

Da quali elementi si può riconoscere un<br />

gelato di qualità?<br />

Sicuramente dall’elenco degli ingredienti, da<br />

controllare non solo quando si compra il gelato<br />

industriale, ma anche quando si entra in una<br />

gelateria. Non sempre, infatti, l’immagine di un<br />

negozio, magari pieno di cassette di frutta fresca,<br />

corrisponde alla genuinità del prodotto venduto.<br />

Per esempio, un colore molto acceso, come il<br />

rosa intenso, di un gelato alla fragola, deve farci<br />

insospettire: dimostra che la qualità degli<br />

ingredienti non è eccelsa. La presenza di<br />

coloranti, aromi o grassi di scarsa qualità (come<br />

l’olio di cocco) indica che il prodotto non contiene<br />

ingredienti di pregio.<br />

Di gelati ce n’è per tutti i gusti. Anche chi deve stare attento ai grassi e alle<br />

calorie può gustarselo, a patto che sia a base di acqua e frutta.<br />

GELATO ALLA CREMA Indicativamente 100<br />

g di un gelato alla crema possono contenere<br />

6-7 g di grassi, prevalentemente saturi, e<br />

circa 25 g di zuccheri. Le calorie fornite da<br />

una coppetta piccola (120 g) di gelato alla<br />

crema possono variare, dunque, tra 200 e<br />

230, a seconda del tipo di miscela.<br />

SORBETTO AL LIMONE Nel caso di un<br />

sorbetto al limone, grassi e proteine sono<br />

presenti solo in tracce, mentre gli zuccheri<br />

rappresentano circa un terzo. Una coppetta<br />

piccola di sorbetto al limone (ovviamente se<br />

preparato senza latte) risulta quindi meno<br />

calorica di una alla crema e fornisce,<br />

indicativamente, 150-160 kcal.<br />

STECCO AL CIOCCOLATO In media pesa<br />

intorno agli 80 g e apporta circa 250 kcal.<br />

Circa un quarto (20 g) sono zuccheri, mentre<br />

poco meno, ovvero circa 16 g, sono grassi, di<br />

cui la maggior parte saturi (11 g circa), cioè<br />

quelli che già generalmente tendono a essere<br />

in eccesso nella nostra dieta.<br />

www.altroconsumo.it<br />

luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 51


DAL SITO www.altroconsumo.it<br />

Tutti i prodotti testati<br />

TOP<br />

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ti proponiamo<br />

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aggiornata<br />

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e dettagli.<br />

CREME SOLARI<br />

GARNIER AMBRE SOLAIRE<br />

Kids advanced sensitive 50+<br />

PRO Buona l’efficacia contro i raggi Uva e Uvb.<br />

Il panel di consumatori si è detto soddisfatto, in<br />

particolare per la facilità di applicazione e per<br />

l’assenza del classico effetto bianco.<br />

CONTRO L’etichetta fornisce molte<br />

informazioni importanti per il consumatore,<br />

ma è criticabile la presenza di claim, presenti<br />

in quasi tutti i prodotti di questo tipo.<br />

IL NOSTRO PARERE Si trova al supermercato,<br />

non contiene ingredienti critici, il prezzo è tra i<br />

più bassi tra i solari testati, per tutto questo è<br />

Migliore Acquisto , ma la sua qualità l’ha<br />

portato a essere anche il Migliore del Test.<br />

SALVIETTINE PER BIMBI<br />

QUALITÀ<br />

QUALITÀ<br />

70 BUONA<br />

66 BUONA<br />

AUCHAN<br />

Baby salviettine<br />

Da 13,99 € per 200 ml Da 0,99 €<br />

PRO Le mamme del nostro panel hanno<br />

apprezzato la capacità di pulire bene, la<br />

morbidezza e il formato. Noi abbiamo valutato<br />

gli ingredienti: non ci sono allergeni<br />

nonostante la salvietta sia profumata né altre<br />

sostanze sconsigliate per la pelle dei bambini.<br />

CONTRO Alcune mamme hanno segnalato<br />

che estrarre salviettine dalla confezione non è<br />

molto agevole. L’imballaggio potrebbe essere<br />

migliorato riducendolo. Due sostanze (un<br />

silicone e un solvente) sono poco ecologiche.<br />

IL NOSTRO PARERE Apprezzato dalle<br />

mamme, buoni ingredienti e prezzo<br />

imbattibile.<br />

“Un solare affidabile<br />

per i bambini<br />

a un prezzo giusto”<br />

“Sono apprezzate<br />

dalle mamme<br />

e costano poco”<br />

TRA GLI ALTRI PRODOTTI CONFRONTA<br />

TRA GLI ALTRI PRODOTTI CONFRONTA<br />

NIVEA Sun kids Protect & Sensitive<br />

Spray solare 50+<br />

68<br />

COOP Crescendo Salviettine detergenti 75<br />

EUCERIN Kids Sun Spray 50+ 68<br />

FRIA Baby Sensation 64<br />

LA ROCHE POSAY Anthelios dermo-pediatrics<br />

SPF 50+<br />

CHICCO Baby Moments Latte Solare<br />

SPF 50+<br />

66<br />

65<br />

ESSELUNGA Baby Salviettine 67<br />

NATURAVERDE Bio Baby salviettine<br />

delicate umidificate<br />

65<br />

PREZZI AL 10/06/<strong>2016</strong><br />

APTONIA (Decathlon) 50+ Kids 65<br />

HUGGIES Everyday On the Go 62<br />

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52 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong> www.altroconsumo.it


TABLET<br />

FERRI DA STIRO<br />

LAVASTOVIGLIE INCASSO<br />

73 QUALITÀ<br />

QUALITÀ<br />

QUALITÀ<br />

BUONA 74 BUONA<br />

62 BUONA<br />

LENOVO<br />

PHILIPS GC7011/20<br />

INDESIT<br />

Tab 2 A10-30F 16GB<br />

PerfectCare Viva<br />

DISR16M19A<br />

Da 160€<br />

Da 120 € Da 282 €<br />

PRO Ottima durata della batteria: una ricarica<br />

da 30 minuti consente un utilizzo di oltre due<br />

ore. Inserendo una scheda di memoria si può<br />

ottenere più spazio per salvare i dati.<br />

CONTRO La qualità delle foto con la<br />

fotocamera posteriore é appena sufficiente.<br />

IL NOSTRO PARERE Buone prestazioni per<br />

questo tablet con sistema operativo Android.<br />

Combina una buona qualità dello schermo con<br />

una lunga durata della batteria.<br />

S’impara in fretta ad usarlo grazie ai comandi<br />

molto intuitivi.<br />

PRO Ottimo flusso di vapore e buone le<br />

prestazioni di stiratura. Il modello con caldaia<br />

è comodo da usare: si riempie e si svuota il<br />

serbatoio con facilità.<br />

CONTRO Il modello ha un ingombro non<br />

trascurabile. Le prestazioni di stiratura su<br />

cotone e jeans sono sufficienti.<br />

IL NOSTRO PARERE Ferro da stiro con caldaia<br />

dalle prestazioni più che soddisfacenti,<br />

A una buona facilità di utilizzo e un basso<br />

consumo energetico unisce un prezzo e un<br />

costo annuo molto competitivi.<br />

PRO Consumi elettrici e di acqua inferiori alla<br />

media. Il modello, largo solo 45 cm, è perfetto<br />

se si hanno problemi di spazio in cucina.<br />

CONTRO Il programma Eco rimuove con<br />

difficoltà lo sporco molto incrostato su pentole<br />

e tegami. Non c’è un indicatore che segnali a<br />

che punto è il ciclo di lavaggio.<br />

IL NOSTRO PARERE Ha il pregio di consumare<br />

poco. Il difetto maggiore è che non se la cava<br />

bene con lo sporco incrostato su padelle e<br />

pirofile. La rumorosità è accettabile. I modelli<br />

selezionati qui sotto per il confronto sono tutti<br />

ad incasso e larghi 45 cm.<br />

“Ottima la durata<br />

della batteria<br />

e facile da usare”<br />

“Tanto vapore, facile<br />

da usare, stira bene”<br />

“Consuma poco<br />

e toglie lo sporco<br />

più comune”<br />

TRA GLI ALTRI PRODOTTI CONFRONTA TRA GLI ALTRI PRODOTTI CONFRONTA TRA GLI ALTRI PRODOTTI CONFRONTA<br />

SAMSUNG Galaxy Tab S2 9.7 32GB LTE 85<br />

TEFAL GV7630C0 Express Compact<br />

Easy Control 7630<br />

81<br />

MIELE G4860SCVi 69<br />

APPLE iPad Pro 9.7 128GB 83<br />

SAMSUNG Galaxy Tab Pro S 128GB 80<br />

GOOGLE Pixel C 32GB 79<br />

AMAZON Fire HDX 8.9 2014 32GB 4G 77<br />

TEFAL GV7310 Express Compact 78<br />

PHILIPS GC8638/20 Perfect Care Aqua 75<br />

PHILIPS GC 7015/20 Perfect Care Viva 75<br />

PHILIPS GC 6605/20 SpeedCare 74<br />

BEKO DIS1520 67<br />

BOSCH SPV53M40EU 66<br />

WHIRLPOOL ADG402 63<br />

HOTPOINT-ARISTON<br />

LSTF9M124CEU<br />

61<br />

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luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 53


GUIDA ALLA SCELTA<br />

Sistema operativo<br />

IN SINTESI<br />

Il nuovo sistema<br />

operativo Windows<br />

10: a chi conviene e a<br />

chi no<br />

I pro e i contro del<br />

nuovo sistema<br />

Come configurarlo<br />

al meglio se lo hai già<br />

installato<br />

WINDOWS 10?<br />

SÌ, MA NON PER FORZA<br />

C’è tempo fino<br />

al 28 luglio per<br />

scaricare gratis<br />

il nuovo sistema<br />

operativo di Microsoft.<br />

Ma quanto ci conviene<br />

installarlo?<br />

di Elisa Gerardis<br />

Se Windows è il sistema operativo<br />

del tuo computer ne avrai<br />

sicuramente sentito parlare: il 29<br />

luglio scorso è uscito Windows 10,<br />

il nuovo aggiornamento rilasciato dalla<br />

Microsoft.<br />

Fino al 28 luglio <strong>2016</strong> sarà possibile<br />

installarlo sul proprio computer<br />

gratuitamente: conviene davvero farlo?<br />

Se in questo momento possiedi Windows<br />

7 o 8 e stai valutando se sia il caso di<br />

passare a Windows 10 abbiamo valutato<br />

per te i pro e i contro di questo upgrade.<br />

Qualora invece tu abbia da poco<br />

acquistato un pc nuovo con Windows 10<br />

già installato oppure se semplicemente<br />

hai già effettuato l’aggiornamento del<br />

sistema operativo, a pagina 6 puoi trovare<br />

un ventaglio di informazioni utili sulle<br />

migliori impostazioni per tutelare la tua<br />

privacy. Quello della privacy, infatti,<br />

sembra essere il problema principale di<br />

Windows 10. Meglio sapere un po’ di cose.<br />

Tutte le novità<br />

Più che un sistema operativo (nel senso<br />

in cui siamo ormai abituati a intenderlo),<br />

Windows 10 segna il passaggio a una vera<br />

e propria piattaforma in grado di offrire<br />

prodotti e servizi. L’interfaccia è nuova e<br />

diversa rispetto ai predecessori Windows<br />

7 e 8, anche perché è pensata sia per<br />

mouse sia per touchscreen (esigenza dei<br />

laptop covertibili che hanno entrambi i<br />

sistemi). Windows 10 inoltre è disponibile<br />

sia per la versione desktop, sia per tablet<br />

e smartphone che lo supportano, con il<br />

vantaggio di poter scaricare e utilizzare<br />

alcune app su tutti e tre i dispositivi. Tra le<br />

novità più interessanti segnaliamo anche<br />

il nuovo browser Edge, che sostituisce<br />

Internet Explorer, il Centro notifiche,<br />

con il compito di raccogliere in un unico<br />

posto le notifiche di email e messaggi<br />

provenienti da app e programmi, e<br />

Cortana, un’assistente virtuale che<br />

risponde a comandi sia vocali sia scritti.<br />

54 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


Per maggiori informazioni<br />

www.altroconsumo.it/hi-tech<br />

Installare Windows 10 è particolarmente<br />

consigliato a chi non è soddisfatto del suo<br />

attuale sistema operativo. Il ritorno al<br />

menù Start, presente in tutte le versioni<br />

di Windows dal ’95 in poi, potrebbe<br />

soddisfare quanti non apprezzavano<br />

l’assenza di un menù di avvio in Windows<br />

8. Da ricordare, inoltre, che il passaggio<br />

è gratuito solo fino al prossimo 28<br />

luglio: una volta acquisita, la licenza per<br />

Windows 10 sarà valida a vita.<br />

A chi non conviene<br />

Se sei soddisfatto del tuo sistema<br />

operativo, ovvero di Windows 7 o 8, e<br />

sul tuo hard disk sono presenti numerosi<br />

programmi, probabilmente passare<br />

adesso a Windows 10 non è la scelta più<br />

indicata.<br />

Innanzitutto, come già accennato,<br />

l’interfaccia è diversa dai precedenti<br />

sistemi operativi: il nuovo menù Start<br />

non segue più la classica struttura<br />

presente fino a Windows 7 e non tutti<br />

amano cambiare abitudini. Per chi<br />

usa programmi datati, che potrebbero<br />

non funzionare sotto Windows 10,<br />

l’aggiornamento non è consigliabile.<br />

Da tenere presente che anche i driver<br />

di alcune periferiche potrebbero non<br />

funzionare (vedi anche il riquadro sulla<br />

stampante a pag. 57): questo può mettere<br />

in crisi l’audio, il touchpad, la stampante<br />

o altro. Inoltre, almeno in teoria, è<br />

possibile effettuare l’aggiornamento a<br />

Windows 10 senza dover riformattare il<br />

pc e reinstallare tutto, ma l’esperienza<br />

ha dimostrato spesso il contrario. Allo<br />

stato attuale, infatti, l’operazione non<br />

va sempre a buon fine: in questi casi,<br />

c’è il rischio di dover reinstallare tutto<br />

daccapo. Come vedremo più avanti, uno<br />

dei grossi problemi di Windows 10 è che<br />

non consente di scegliere se installare<br />

gli aggiornamenti di sistema oppure no<br />

e trasmette dati degli utenti a Microsoft<br />

senza che sia possibile impedirlo. Per<br />

questo motivo, almeno fino a quando<br />

questi due problemi non saranno risolti,<br />

non ci sentiamo di consigliarlo.<br />

Chi possiede già Windows 7 o 8, ed<br />

è soddisfatto, tra l’altro, può stare<br />

tranquillo ancora un bel po’: Microsoft si<br />

è impegnata a rilasciare gli aggiornamenti<br />

di sicurezza fino al 2020 per Windows 7<br />

e fino al 2023 per la versione 8. Quindi<br />

non ci sono rischi dal punto di vista di<br />

una maggior vulnerabilità del sistema<br />

operativo a virus o attacchi informatici.<br />

La privacy è il vero punto debole<br />

Il passaggio dal tradizionale sistema<br />

operativo a una piattaforma che offre<br />

prodotti e servizi è una caratteristica che<br />

rende Windows 10 poco rispettoso della<br />

privacy di chi lo utilizza. Uno dei punti<br />

Capita a molti di ritrovarsi il nuovo sistema<br />

installato senza averlo voluto: ecco che fare<br />

critici riguarda proprio la capacità del<br />

sistema di trasmettere alcuni nostri dati a<br />

Microsoft. La cosa più grave è che l’utente<br />

(almeno per ora) non può disabilitare<br />

del tutto questa funzionalità, né è chiaro<br />

cosa venga effettivamente inviato. Inoltre,<br />

al momento è impossibile disattivare gli<br />

aggiornamenti automatici di Windows<br />

10: questo è antipatico, perché, benché<br />

gli aggiornamenti siano utili, ci sono<br />

situazioni in cui è meglio non installarli<br />

subito, per esempio se si è nel pieno di un<br />

lavoro importante o urgente. E poi non è<br />

certo raro che un aggiornamento appena<br />

rilasciato presenti problemi, che verranno<br />

sistemati solo in seguito. Se l’installazione<br />

di Windows 10 è già stata effettuata,<br />

meglio prendere qualche accortezza sulle<br />

impostazioni “manuali” della privacy, per<br />

i limitare i rischi visti. Su Hitest di questo<br />

mese (HT 56, luglio <strong>2016</strong>) parliamo proprio<br />

di questo: con il nostro “Come fare” potrai<br />

trovare indicazioni più precise su come<br />

proteggere i tuoi dati e la tua privacy dopo<br />

l’installazione di Windows 10.<br />

E se l’aggiornamento non è richiesto?<br />

Se tra le impostazioni del tuo attuale<br />

sistema operativo hai attivato gli<br />

aggiornamenti automatici potrebbe<br />

capitare di ritrovarti Windows 10<br />

installato sul tuo pc, anche senza una<br />

chiara richiesta di aggiornamento. Quello<br />

del passaggio automatico a Windows 10<br />

sta diventando un problema piuttosto<br />

comune, riscontrato da numerosi utenti.<br />

A nostro parere, considerare Windows<br />

10 come un semplice aggiornamento di<br />

Windows 7 o 8 è una forzatura: si tratta<br />

di un sistema completamente diverso<br />

dai precedenti, che per questo potrebbe<br />

creare problemi di usabilità a chi lo<br />

utilizza. Abbiamo inviato una segnalazione<br />

del problema all’Autorità garante della<br />

concorrenza e del mercato, perché questa<br />

pratica commerciale scorretta di Microsoft<br />

venga verificata e sanzionata.<br />

Ad oggi, l’unico modo per difendersi<br />

da questo passaggio automatico è non<br />

aver effettuato gli aggiornamenti dei<br />

mesi scorsi. Se così non è stato, e ci<br />

si è trovati con Windows 10 installato<br />

senza volerlo, è possibile tentare la<br />

procedura di ripristino. Innanzitutto, è<br />

importante salvare tutti i dati sensibili,<br />

che andrebbero persi. Bisogna accedere<br />

quindi al menù Start, selezionare<br />

“Impostazioni” e poi “Aggiornamenti e<br />

sicurezza”.<br />

Nella finestra successiva apparirà la<br />

scheda “Ripristino”: un semplice pulsante<br />

attiverà la procedura per tornare a<br />

Windows 7 o 8.<br />

Se invece ancora non si è stati coinvolti<br />

nell’aggiornamento automatico, per<br />

non rischiare di subirlo si possono<br />

scaricare programmi come Never 10 (vedi<br />

l’immagine qui in basso), che bloccano<br />

l’installazione automatica di Windows 10,<br />

senza tuttavia precludere il passaggio in<br />

un eventuale momento successivo.<br />

Never 10 è un programma che, una<br />

volta installato sul pc, permette di<br />

bloccare l’aggiornamento automatico<br />

del sistema operativo. Una volta<br />

scaricato Never 10 (dall’indirizzo<br />

https://www.grc.com/files/<br />

never10.exe) apparirà questa<br />

finestra. Cliccando su “Disable Win<br />

10” l’aggiornamento automatico di<br />

Windows 10 sarà bloccato. Never 10<br />

non disabilita gli altri aggiornamenti<br />

(utili per la sicurezza del pc) e non<br />

preclude la possibilità di passare a<br />

Windows 10 in un secondo momento.<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 55


GUIDA ALLA SCELTA<br />

Sistema operativo<br />

SE HAI GIÀ INSTALLATO WINDOWS 10<br />

Possiedi un pc nuovo oppure sei già passato a Windows 10? Ecco alcuni suggerimenti<br />

su come configurarlo per ottimizzare l’uso del nuovo sistema operativo di Microsoft.<br />

PRIVACY<br />

Vai su Start, Impostazioni,<br />

Privacy.<br />

In questo menù potrai<br />

modificare alcune importanti<br />

impostazioni per la tua<br />

sicurezza, controllando le<br />

autorizzazioni delle applicazioni<br />

Windows.<br />

Ricorda che, una volta negate<br />

le autorizzazioni, alcune<br />

applicazioni potrebbero non<br />

funzionare più. Ad esempio,<br />

l’app “Calendario” scaricata dal<br />

Windows Store non funzionerà<br />

più dopo che si è bloccato<br />

l’accesso alle informazioni del<br />

proprio calendario personale.<br />

Ecco qualche suggerimento<br />

pratico per potenziare la tua<br />

privacy su Windows 10.<br />

• Alla voce “Generale”, disattiva<br />

tutte le opzioni disponibili.<br />

• Clicca su “Gestisci le mie<br />

preferenze per la pubblicità<br />

Microsoft e altre informazioni<br />

di personalizzazione”: si aprirà<br />

una pagina web. Clicca in alto<br />

a destra su “Accedi”, inserendo<br />

le credenziali del tuo account<br />

Microsoft; disattiva quindi le due<br />

opzioni di questa pagina.<br />

• Alla voce “Riconoscimento<br />

vocale, input penna e<br />

digitazione” disattiva l’opzione<br />

“Interrompi info su di me”.<br />

• Alla voce “Informazioni<br />

account” disattiva l’opzione<br />

“Consenti alle app di accedere<br />

al mio nome, all’immagine e ad<br />

altre info sull’account”.<br />

• Nelle sezione “Feedback<br />

e diagnostica” alla voce<br />

“Frequenza di feedback”<br />

seleziona “Mai”, e l’opzione<br />

“Di base” alla voce “Dati di<br />

diagnostica e di utilizzo”.<br />

Rete e web<br />

Per proteggere i propri dati<br />

presenti sul computer è<br />

importante verificare che<br />

esso si connetta soltanto a<br />

reti Wi-Fi sicure. Il sistema<br />

consente di evitare connessioni<br />

a reti indesiderate, impedendo<br />

l’accesso automatico a reti Wi-<br />

Fi aperte. Alla voce del menù<br />

Rete e Internet (aprendo Start,<br />

Impostazioni, Rete e Internet)<br />

è possibile disattivare questa<br />

opzione. Alla voce Wi-Fi, clicca<br />

su “Gestisci le impostazioni<br />

Wi-Fi” e disattiva tutte le<br />

impostazioni già attivate di<br />

default.<br />

Personalizzare<br />

Dal menù Personalizzazione<br />

(Start, Impostazioni,<br />

Personalizzazione) è<br />

possibile modificare l’aspetto<br />

dell’interfaccia grafica del<br />

sistema, lo sfondo del desktop,<br />

i colori e personalizzare il menù<br />

d’avvio.<br />

Sempre da questa voce di menù<br />

si possono scaricare nuovi temi<br />

grafici.<br />

Alla voce “Start”, disattiva<br />

l’opzione “Mostra<br />

occasionalmente suggerimenti<br />

in Start”: potrai così bloccare la<br />

pubblicità di applicazioni che<br />

appare nel menù principale.<br />

56 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


GUIDA ALLA SCELTA<br />

Sistema operativo<br />

Se la stampante<br />

non funziona più<br />

Sistema<br />

Apri Start, Impostazioni,<br />

Sistema. Alla voce “Schermo”<br />

puoi modificare la dimensioni<br />

di testo, app e altri elementi<br />

presenti sulla barra delle<br />

applicazioni. Una volta<br />

apportate le modifiche, clicca<br />

su “Applica” per confermare le<br />

nuove impostazioni.<br />

Alla voce “App predefinite”<br />

puoi selezionare i programmi<br />

Edge: il browser<br />

Edge è il nuovo browser di<br />

Windows 10, che sostituisce<br />

Internet Explorer. Ecco come<br />

personalizzarlo.<br />

• Per aprire Edge, clicca<br />

sull’icona presente sulla<br />

barra delle applicazioni.<br />

Clicca in alto a destra della<br />

finestra su “Altro”, quindi su<br />

“Impostazioni”.<br />

Da qui potrai scegliere<br />

la tua pagina iniziale di<br />

navigazione. Alla voce “Una o<br />

più pagine specifiche” scegli<br />

“Personalizzato” dal menù a<br />

tendina. Puoi selezionare una<br />

o più pagine che si apriranno<br />

automaticamente all’avvio del<br />

browser.<br />

predefiniti per riprodurre video,<br />

musica e visualizzare foto.<br />

Clicca su “Scegli<br />

un’impostazione predefinita”<br />

per selezionare il programma<br />

desiderato.<br />

Per associare un’applicazione<br />

specifica a un tipo di file, clicca<br />

alla fine della schermata sulla<br />

voce “Scegli app predefinite per<br />

tipo di file”.<br />

• Vai su “Impostazioni<br />

avanzate” per selezionare il<br />

motore di ricerca da utilizzare<br />

con Edge. Per sceglierlo, clicca<br />

su “Modifica”, selezionandolo<br />

alla voce “Ricerca nella barra<br />

degli indirizzi con”. Si aprirà<br />

una lista di motori di ricerca.<br />

Scegli il tuo preferito, quindi<br />

clicca su “Imposta come<br />

predefinito”. Attenzione:<br />

nella lista appaiono soltanto i<br />

motori di ricerca già utilizzati<br />

in precedenza. Se il tuo<br />

motore di ricerca preferito non<br />

appare, cercalo sul web: sarà<br />

riconosciuto automaticamente<br />

dal sistema affinché tu possa<br />

selezionarlo come predefinito.<br />

Dopo l’installazione, lascia qualche ora di<br />

tempo a Windows 10 per scaricare tutti gli<br />

aggiornamenti. Una volta completati, la<br />

stampante dovrebbe continuare a<br />

funzionare normalmente.<br />

Se non è questo il caso, cerca il tuo<br />

modello di stampante sul sito del<br />

produttore, quindi scarica i cosiddetti<br />

“driver”: si tratta di software di terze parti<br />

che permettono alla stampante di<br />

connettersi al sistema operativo<br />

installato sul pc (di solito si trovano sul sito<br />

web del produttore, alla voce “Supporto”).<br />

Se la stampante ha più di 5 - 6 anni è però<br />

probabile che non esista un nuovo driver<br />

per Windows 10. In tal caso, installa i driver<br />

di Windows 8.1.<br />

Se non dovesse funzionare nemmeno<br />

con questa soluzione, non resta che<br />

tornare alla precedente versione di<br />

Windows oppure acquistare una nuova<br />

stampante (in questo caso non<br />

dimenticarti di consultare il test sul nostro<br />

sito, nella sezione dedicata all’hi-tech<br />

trovi oltre cento modelli a confronto).<br />

HITEST 56, LUGLIO <strong>2016</strong><br />

Sul numero di questo mese della nostra rivista<br />

dedicata alla tecnologia pubblichiamo una guida<br />

pratica alla difesa della privacy con Windows 10<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 57


Un’auto solo quando serve, viaggiare<br />

dividendo le spese, guadagnare un po’<br />

affittando quello che hai, che sia una stanza<br />

o un trapano. Ma anche la baby sitter<br />

o gli spazi di lavoro: tutto si può condividere.<br />

È la sharing, bellezza!<br />

Il nostro festival<br />

a Milano.<br />

Io ci vado. E tu?<br />

24 e 25 settembre <strong>2016</strong><br />

Milano, Castello Sforzesco<br />

altroconsumo.it/iocondivido


TEST<br />

Videochiamate<br />

CI VEDIAMO SU SKYPE?<br />

Le videochiamate sono gratuite, offrono una buona qualità<br />

video per vedere amici e parenti lontani. E non c’è solo Skype.<br />

di Sonia Sartori<br />

Bastano un computer o uno<br />

smartphone, una webcam, un<br />

collegamento internet e il gioco è<br />

fatto: ci si può mettere in contatto<br />

visivo con amici che abitano dall’altra<br />

parte del mondo, ma anche organizzare<br />

una riunione di lavoro visualizzando più<br />

persone contemporaneamente. Inoltre<br />

scaricare un software sul computer<br />

e/o una app sul telefono per attivare le<br />

videochiamate è gratuito. Lo è anche<br />

videochiamare da casa o dall’ufficio con<br />

un collegamento a tariffa flat (wifi o con<br />

cavo ethernet).<br />

Se però si fa o si riceve una<br />

videochiamata, ad esempio, mentre si<br />

è per strada, meglio fare attenzione ai<br />

IN SINTESI<br />

A confronto cinque<br />

software/app per<br />

videochiamare tramite<br />

internet, scaricabili<br />

gratuitamente.<br />

Consigli sulle<br />

funzioni più utili<br />

e verifica in laboratorio<br />

sulla qualità video<br />

e dei consumi.<br />

costi, perché si rischia di consumare<br />

molti megabyte del traffico internet<br />

del proprio abbonamento. Questo se si<br />

usano app che sfruttano il sistema VoIP<br />

(Voice over IP, voce tramite protocollo<br />

internet) come le cinque descritte nelle<br />

schede alle pagine seguenti. Se invece si<br />

vogliono fare videochiamate tradizionali<br />

tramite la normale rete telefonica mobile<br />

(sistema PSTN, Public switched telephone<br />

network), allora si consumerà traffico<br />

telefonico in base alla tariffa applicata: e<br />

anche questo può rivelarsi dispendioso.<br />

Per dare una valutazione non solo sui<br />

consumi, ma anche sui pro e contro,<br />

abbiamo “portato” in laboratorio cinque<br />

software/app che usano il sistema VoIP.<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 59


TEST<br />

Videochiamate<br />

COSTI E FUNZIONI<br />

A CONFRONTO<br />

Microsoft Skype<br />

Facebook Messenger<br />

Abbiamo messo a confronto in laboratorio<br />

cinque app e relativi software per pc su<br />

funzionalità, qualità video e consumi di<br />

megabyte per un minuto di videochiamata,<br />

se si usa il traffico internet (non gratuito).<br />

Le prove sono state condotte sia con telefoni<br />

che utilizzano il sistema operativo iOS (quello<br />

per iPhone) sia con quelli che usano Android<br />

(molte altre marche di smartphone)<br />

e con due diversi operatori telefonici.<br />

Il vero limite è che si possono chiamare solo<br />

persone con lo stesso software/app.<br />

Oltre che con i sistemi VoIP (cioè tramite<br />

internet) di cui trovate le cinque app qui a<br />

fianco, c’è la possibilità, se supportata dal<br />

proprio smartphone, di effettuare<br />

videochiamate tramite la normale rete di<br />

telefonia mobile.<br />

Abbiamo condotto alcune prove di<br />

videochiamata con questo sistema: la qualità<br />

non è la stessa dei sistemi VoIP. Ovviamente<br />

è utile se non volete o non potete consumare<br />

dati internet.<br />

Prima di utilizzare questo sistema di<br />

videochiamate, però, è bene capire quanto vi<br />

costa in base al piano tariffario: si può<br />

arrivare anche a 1,50 euro al minuto, tariffa<br />

con la quale una videochiamata di 15 minuti<br />

costa circa 23 euro. Non poco.<br />

SMARTPHONE SU HITEST<br />

Nel numero di luglio della nostra rivista<br />

Hitest, dedicata al mondo digitale (HT 56,<br />

luglio <strong>2016</strong>) c’è una guida semplice e chiara<br />

per utilizzare al meglio uno smartphone;<br />

inoltre, in vista delle vacanze, anche un test<br />

per scoprire quale è il più resistente in caso<br />

di urti o cadute nell’acqua.<br />

skype.com/it<br />

CONSUMI MEDI TRAFFICO INTERNET<br />

DA MOBILE: 2,5 MB al minuto<br />

Skype è il mezzo più diffuso per chi fa<br />

videochiamate. Si può scaricare come app sullo<br />

smartphone oppure come software su pc.<br />

Sulla homepage di Skype si trovano le istruzioni<br />

per l’uso, spiegate in modo chiaro, anche con<br />

videotutorial. Oltre che per le videochiamate è<br />

possibile utilizzare Skype anche per effettuare<br />

normali telefonate a numeri fissi e cellulari alle<br />

tariffe indicate sul sito. Per verificare se i propri<br />

amici usano Skype e inserirli così nella propria<br />

rubrica, c’è un’apposita funzione di ricerca.<br />

Si possono importare anche i contatti su<br />

Facebook che utilizzano Skype.<br />

La versione di Skype per computer offre una<br />

traduzione simultanea che funziona sia per i<br />

messaggi sia per le videochiamate: funziona solo<br />

per messaggi inviati da computer e non per quelli<br />

dall’app e in questo caso è soddisfacente.<br />

PRO<br />

Alta diffusione.<br />

Molte opzioni disponibili durante le<br />

videochiamate.<br />

Buona qualità dell’immagine.<br />

Molte funzioni extra.<br />

Sulla pagina web di Skype, le istruzioni d’uso<br />

sono molto chiare.<br />

Traduttore simultaneo sia per la chat sia per le<br />

videochiamate.<br />

CONTRO<br />

Gestire i contatti da Facebook è un’operazione<br />

che andrebbe resa più semplice.<br />

La lista dei contatti può creare confusione: non è<br />

facile capire quali persone siano online collegate<br />

a Skype.<br />

Alcune volte ci sono problemi con la versione iOS<br />

nel ricevere le chiamate se l’app sul telefonino<br />

non è aperta almeno in background.<br />

IL NOSTRO PARERE<br />

È risultata la più completa dal punto di vista delle<br />

opzioni e delle funzionalità disponibili. Inoltre la<br />

qualità video è buona ed è l’app che consuma<br />

meno megabyte durante le videochiamate da<br />

mobile.<br />

messenger.com<br />

CONSUMI MEDI TRAFFICO INTERNET<br />

DA MOBILE: 8,6 MB al minuto<br />

Messenger è molto diffuso, anche perché è<br />

collegato a Facebook. Infatti lo si può usare solo<br />

se si ha un account sul social network.<br />

Dalla barra di ricerca si può cercare contatti in<br />

tutto il mondo, ma devono essere pur sempre<br />

persone iscritte a Facebook. La videochiamata<br />

può essere lanciata direttamente da Facebook<br />

con il quale Messenger è integrato molto bene.<br />

Durante le videochiamate sul computer, il layout<br />

è molto essenziale e non offre particolari<br />

funzionalità. La versione iOS consente di<br />

utilizzare la chat durante la videochiamata,<br />

mostrando un piccolo riquadro della<br />

videochiamata nella schermata della chat.<br />

Per computer non esiste una versione installabile<br />

di Messenger, ma una web version<br />

(raggiungibbile all’indirizzo indicato qui sopra).<br />

PRO<br />

Homepage chiara e semplice.<br />

Avere un account su Facebook, diventa più<br />

semplice e comodo.<br />

I contatti di Facebook si integrano perfettamente<br />

con Messanger.<br />

CONTRO<br />

Si può videochiamare solo se si ha un account<br />

Facebook.<br />

Non ci sono funzioni extra.<br />

Non si può chattare o videochiamare in più<br />

persone.<br />

Per ricevere chiamate con la versione iOS,<br />

l’applicazione deve essere aperta almeno in<br />

background.<br />

IL NOSTRO PARERE<br />

L’integrazione con Facebook è il suo punto di<br />

forza, ma allo stesso tempo il suo limite, dal<br />

momento che si può usarla solo con chi ha un<br />

account Facebook. Layout minimale e poche<br />

funzioni, ma molto semplice da utilizzare. Buona<br />

qualità video.<br />

60 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it


TEST<br />

Videochiamate<br />

Google Hangouts<br />

Viber Media<br />

Apple Facetime<br />

hangouts.google.com<br />

CONSUMI MEDI TRAFFICO INTERNET<br />

DA MOBILE: 19 MB al minuto<br />

Google Hangouts è di Google ed è integrato in<br />

Gmail e in Google+.<br />

Come per Messenger, non c’è una versione<br />

installabile per computer, ma bisogna utilizzare la<br />

web version raggiungibile all’indirizzo indicato qui<br />

sopra. Per utilizzare la versione web si deve<br />

installare un’estensione (plug-in) per browser:<br />

farlo è comunque molto facile.<br />

Le persone che volete videochiamare devono<br />

avere un account Google.<br />

Esiste una versione semplificata di Hangouts<br />

(meno funzioni) già integrata in Gmail: nella<br />

pagina principale della posta elettronica , in basso<br />

a sinistra c’è l’icona della videocamera,<br />

cliccandoci sopra si possono chiamare i contatti<br />

della propria rubrica.<br />

Da computer, Hangouts offre un buon numero di<br />

opzioni, come la possibilità di mostrare in tempo<br />

reale ciò che abbiamo sullo schermo del<br />

computer ai nostri interlocutori.<br />

PRO<br />

Integrato in Gmail: se hai spesso la pagina di<br />

posta elettronica aperta, è sicuramente comodo<br />

e utile.<br />

Qualità video buona sulla rete 4G.<br />

CONTRO<br />

Si possono chiamare solo le persone con un<br />

account Google (che però sono numerose).<br />

Con la versione per smartphone si consumano<br />

molti megabyte.<br />

Qualità bassa del video con l’adsl.<br />

Nessun collegamento con la rubrica Facebook.<br />

IL NOSTRO PARERE<br />

È integrata in Gmail, quindi è molto comoda per<br />

chat e videochiamate fra utenti Gmail.<br />

Inoltre offre un discreto numero di funzioni ed è<br />

semplice da utilizzare. Da smartphone su reti<br />

mobili, il nostro laboratorio ha verificato che il<br />

consumo di traffico dati è elevato.<br />

viber.com/it<br />

CONSUMI MEDI TRAFFICO INTERNET<br />

DA MOBILE: 9,2 MB al minuto<br />

Fra tutti i prodotti testati, Viber è quello<br />

maggiormente incentrato sull’utilizzo da mobile.<br />

Infatti, non solo richiede di inserire il proprio<br />

numero di telefono per registrarsi (mentre per<br />

tutti gli altri è sufficiente l’email), ma deve anche<br />

essere installato sul proprio smartphone per<br />

poter essere utilizzato su computer. Il file di<br />

installazione di Viber per computer è piuttosto<br />

grande(105MB), se quindi avete una connessione<br />

lenta può servire parecchio tempo. Le versioni<br />

per mobile (sia iOS sia Android) si sincronizzano<br />

bene con la rubrica dello smartphone, mostrando<br />

in modo chiaro quali contatti hanno Viber.<br />

Una funzione interessante di Viber è la possibilità<br />

di “passare” la videochiamata da computer a<br />

smartphone e viceversa, tramite un apposito<br />

tasto: si può quindi ad esempio dare il via a una<br />

videochiamata dal computer e, mentre è in corso,<br />

proseguire su smartphone.<br />

PRO<br />

Non è necessario avere un account di posta<br />

elettronica per registrarsi.<br />

Si può passare la videochiamata dal computer al<br />

telefono e viceversa.<br />

Buona integrazione con la rubrica del telefono.<br />

CONTRO<br />

Per usare Viber da computer, si deve avere l’app<br />

sul telefono.<br />

Non è possibile fare videochiamate di gruppo.<br />

Da mobile, è migliorabile l’integrazione tra la chat<br />

e le videochiamate (non è facile passare da una<br />

all’altra ed è difficile leggere i messaggi mentre si<br />

sta videochiamando).<br />

Scarsa integrazione con i social network.<br />

IL NOSTRO PARERE<br />

È l’unica che per essere utilizzata da computer<br />

richiede l’app installata sullo smartphone: non è<br />

comodo e non abbiamo capito per quale ragione.<br />

Il vantaggio è che non è richiesta una email per<br />

registrarsi, ma solo il numero di telefono.<br />

Discreta la qualità video.<br />

apple.com/it/mac/facetime/<br />

CONSUMI MEDI TRAFFICO INTERNET<br />

DA MOBILE: 3,3 MB al minuto<br />

FaceTime è disponibile solo per dispositivi Apple<br />

ed è facilissima da aprire su iPhone e iPad: basta<br />

andare in “Impostazioni “ poi aprire “FaceTime” e<br />

attivarla. “Utilizza dati cellulare” è fondamentale<br />

invece per usare il servizio anche su rete dati<br />

mobile per avere FaceTime in 3G /4G.<br />

Solo l’attivazione di questa funzione ha un costo<br />

pari a circa 30 centesimi.<br />

Il limite di FaceTime è che si possono<br />

videochiamare solo persone con dispositivi<br />

Apple: questo lo rende meno universale degli<br />

altri.<br />

Effettuare una videochiamata richiederà<br />

soltanto l’apertura dell’app e la scelta di un<br />

contatto tra quelli in rubrica (l’interlocutore deve<br />

avere FaceTime attivo). Su Mac, una volta aperta<br />

l’applicazione FaceTime, sarà visualizzata la lista<br />

dei contatti. Aprendo un contatto e cliccando sul<br />

numero (o la email) associato a FaceTime partirà<br />

la chiamata. L’applicazione segnala se l’utente cui<br />

si telefona ha la stessa app e può ricevere la<br />

videochiamata.<br />

PRO<br />

La versione per smartphone consuma poco.<br />

Qualità video eccellente.<br />

Chiara e semplice la grafica sul telefono.<br />

Non c’è bisogno di registrarsi.<br />

CONTRO<br />

Si può utilizzare solo con i dispositivi Apple.<br />

La versione per Mac costa 0,99 centesimi.<br />

Non è possibile né chattare né mandare file e non<br />

c’è integrazione con Facebook.<br />

Non si possono fare videochiamate di gruppo.<br />

Nessuna funzione extra.<br />

IL NOSTRO PARERE<br />

La semplicità e la perfetta integrazione tra<br />

iPhone rendono FaceTime la migliore app per<br />

videochiamare fra persone che utilizzano lo<br />

smartphone Apple. Eccellente qualità video. Il<br />

rovescio della medaglia è la mancanza di opzioni<br />

e funzioni extra.<br />

www.altroconsumo.it luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 61


ADESSO LO SAI<br />

HELPDESK<br />

A cura di Natalia Milazzo<br />

Con l’aiuto dei nostri esperti<br />

rispondiamo a dubbi e domande. Scrivici.<br />

Seggiolini: sai davvero tutto?<br />

Anche se li usi da anni, qualcosa potrebbe ancora sfuggirti.<br />

Ecco come assicurare al meglio la protezione di tuo figlio.<br />

DA USARE<br />

SEMPRE<br />

Silvia Bollani<br />

Sicurezza<br />

«Il seggiolino per garantire<br />

al meglio la sicurezza del<br />

bambino deve essere<br />

installato bene. Va usato<br />

sempre con le cinture ben<br />

regolate e per qualsiasi<br />

spostamento, anche il più<br />

breve»<br />

Spesso i seggiolini auto sono denominati<br />

“universali” o “semi-universali”, ma non è<br />

sempre detto che siano davvero adatti a<br />

tutte le auto. Meglio verificare sulle istruzioni<br />

o sul sito del produttore o meglio ancora<br />

provarli sull’auto al momento dell’acquisto.<br />

In particolare:<br />

- attenzione ai seggiolini con base isofix:<br />

sono consigliabili, ma non tutte le auto hanno<br />

il punto di aggancio posteriore o la possibilità<br />

di appoggiare il piede delle basi isofix;<br />

controlla sul manuale dell’auto e prova;<br />

- attenzione ai seggiolini che si fissano con<br />

le cinture: quelli più voluminosi non possono<br />

essere montati su alcuni sedili se le cinture<br />

dell’auto sono troppo corte;<br />

- se devi montare più seggiolini, verifica che<br />

possano essere installati correttamente tutti<br />

insieme: non è sempre facile posizionarne tre<br />

sui sedili posteriori.<br />

Non è consigliabile cambiare troppo presto il<br />

seggiolino: i bambini sono meglio protetti dai<br />

seggiolini dei gruppi inferiori, quindi meglio<br />

passare a quello successivo solo quando si<br />

siano davvero raggiunti i limiti di peso (o di<br />

altezza per gli i-size). In particolare i neonati e<br />

i bambini più piccoli hanno la testa pesante in<br />

proporzione al corpo, quindi in caso di frenate<br />

brusche il collo rischia un contraccolpo<br />

pericoloso: è importante farli viaggiare il più<br />

a lungo possibile in senso opposto a quello di<br />

marcia (seggiolini gruppo 0, 0+ o i-size).<br />

Qualsiasi seggiolino omologato è meglio di<br />

nessun seggiolino, ma sul nostro sito ce ne<br />

sono più di cento a confronto: scegli tra quelli<br />

che hanno superato al meglio le nostre prove.<br />

Tranquilli al sole in cinque mosse<br />

MAGLIETTA Sotto il<br />

sole più caldo, indossa una<br />

maglietta di cotone<br />

1<br />

Proteggiti anche<br />

con gli abiti<br />

Se passi molto tempo al sole,<br />

per esempio se fai una lunga<br />

passeggiata, evita di stare a torso<br />

nudo. In linea di massima, qualsiasi<br />

stoffa asciutta offre protezione<br />

contro il sole, assorbendo i<br />

raggi UV. Attenzione invece alla<br />

maglietta bagnata, se indossata<br />

per esempio durante il bagno, che<br />

diventa trasparente e quindi non è<br />

più protettiva. Sono in commercio<br />

anche vestiti studiati apposta per<br />

proteggere dai raggi ultravioletti: in<br />

passato ne abbiamo testati alcuni<br />

(AC 282, giugno 2014), verificando<br />

che non tutti sono affidabili,<br />

CREMA Non dimenticare<br />

la crema da sole, da<br />

riapplicare più volte<br />

specialmente dopo diversi lavaggi,<br />

che fanno calare la protezione<br />

promessa. In ogni caso, non si deve<br />

pensare che creino uno schermo<br />

totale. Per chi vuole ricorrere a<br />

questi capi, il consiglio è scegliere<br />

quelli che in etichetta indicano una<br />

protezione alta (almeno UPF 50) e<br />

comunque non trascurare le altre<br />

cautele.<br />

2<br />

Usa la crema, sempre<br />

Una buona crema da sole con<br />

un fattore di protezione adeguato<br />

(il ministero della Salute consiglia<br />

almeno un fattore protettivo SPF<br />

30) è la nostra migliore alleata<br />

contro il sole. Su Test Salute trovi il<br />

CAPPELLO Non<br />

trascurarlo, meglio se a<br />

tesa larga<br />

nostro test più recente e i consigli<br />

per l’uso (TS 122, giugno <strong>2016</strong>).<br />

Importante applicarla in quantità<br />

sufficiente (almeno sei cucchiaini<br />

da tè per un adulto) e riapplicarla<br />

spesso, in particolare dopo ogni<br />

bagno: “water resistant” significa<br />

infatti che protegge anche in acqua,<br />

ma non dopo che si è usciti.<br />

62 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong> www.altroconsumo.it<br />

3<br />

OMBRA Stai il più<br />

possibile sotto l’ombrellone<br />

o sotto un albero<br />

Porta il cappello<br />

La tesa larga consente<br />

di proteggere anche la parte<br />

posteriore del collo, punto molto<br />

esposto e delicato per bambini e<br />

adulti. In mancanza, puoi applicare<br />

un fazzoletto di cotone chiaro alla<br />

parte posteriore del berretto.<br />

4<br />

Stai al riparo<br />

Non bisognerebbe cercare<br />

di prendere più sole possibile, ma<br />

proprio il contrario: anche all’ombra<br />

ci si abbronza. Una normale vita<br />

con del tempo trascorso all’aperto<br />

consente di prendere tutto il sole di<br />

cui abbiamo bisogno: stare distesi a<br />

prenderlo apposta per abbronzarsi,<br />

benché sia un comportamento<br />

diffuso, non è consigliabile.<br />

5<br />

OCCHIALI Fondamentali<br />

per proteggere<br />

gli occhi<br />

Usa gli occhiali<br />

Tutelano la salute degli occhi.<br />

Il nostro ultimo test (TS 117, agosto<br />

2015) ha mostrato che un buon paio<br />

di occhiali da sole si può comprare<br />

anche a partire da 10 euro.


Contattaci<br />

www.altroconsumo.it/contattaci<br />

www.facebook.com/altroconsumo<br />

twitter.com/altroconsumo<br />

Non scherziamo col fuoco,<br />

neanche quando facciamo il barbecue<br />

IL MODELLO<br />

IDEALE<br />

Ben piantato e non<br />

traballante; semplice<br />

da smontare e pulire;<br />

spostabile anche quando<br />

è in uso senza rischio di<br />

scottarsi.<br />

La grigliata è uno dei classici piaceri<br />

dell’estate. Qui qualche consiglio<br />

per goderla senza rischi; la guida<br />

all’acquisto sul nostro sito.<br />

Il barbecue deve essere posizionato in un luogo<br />

stabile, lontano da materiali infiammabili, meglio<br />

se al riparo da correnti d’aria.<br />

Attenzione alle piante: nel raggio di qualche<br />

metro dal barbecue non devono esserci<br />

piante che rilasciano foglie, pollini e fiori che<br />

possono cadere sulla griglia. Attenzione anche<br />

alla legna con cui lo alimenti, che può essere<br />

velenosa: da evitare tasso, cipresso, eucalipto<br />

e in particolare oleandro, molto velenoso: ogni<br />

estate capita che qualcuno finisca all’ospedale<br />

per aver mangiato alimenti cotti su barbecue<br />

contaminati dall’oleandro. Evita anche scarti di<br />

legno verniciato, truciolato o compensato. Per<br />

aiutarti ad accendere il fuoco eventualmente<br />

usa tavolette apposite per carbonella. Alla<br />

larga dall’alcol denaturato liquido, che è<br />

estremamente pericoloso in prossimità delle<br />

fiamme: mai spruzzare alcol sulla brace anche se<br />

sembra spenta.<br />

Aspetta che la fiamma si sia spenta e cuoci<br />

esclusivamente sulla brace, mai sul fuoco vivo.<br />

Come farsi un selfie perfetto<br />

QUALE MODELLO<br />

SCELGO?<br />

A pag. 45 di questo<br />

numero a confronto gli<br />

smartphone, proprio dal<br />

punto di vista della qualità<br />

delle foto.<br />

Ormai la qualità delle foto che si possono<br />

realizzare con uno smartphone è tale da<br />

soddisfare la maggior parte degli utilizzatori.<br />

Una volta scelto l’apparecchio, però, la palla<br />

passa al fotografo. Per realizzare una bella<br />

inquadratura è indispensabile un display ampio,<br />

chiaro e ben leggibile, anche all’aperto e in<br />

condizioni di forte luce (il che con molti modelli<br />

non accade). L’altro aspetto importante, di cui<br />

teniamo conto nei nostri test, è la facilità d’uso,<br />

per esempio la rapidità con cui si accede alla<br />

macchina fotografica tra le altre funzioni, la<br />

comodità del pulsante di scatto, la presenza di<br />

autofocus ed esposizione automatica. Detto<br />

questo, ecco alcuni trucchi per un selfie ben<br />

riuscito. Al momento dello scatto apparire al<br />

meglio è quello che ciascuno desidera. Per<br />

riuscirci, possono aiutare alcune semplici regole:<br />

- meglio fotografarsi leggermente dall’alto: gli<br />

occhi sembreranno più grandi, gli zigomi più<br />

pronunciati e il viso più snello;<br />

- una luce diffusa e uniforme, frontale, aiuta ad<br />

addolcire i tratti del viso e a minimizzare i difetti;<br />

evita il flash e l’illuminazione laterale;<br />

- prima di scattare, fai caso anche allo sfondo,<br />

per evitare elementi di disturbo o imbarazzo<br />

(e non metterti in pericolo, i casi di persone<br />

cadute mentre tentavano di scattarsi un selfie in<br />

situazioni improbabili ormai si moltiplicano);<br />

- rilassati: le foto digitali si possono ritoccare o<br />

cancellare, e soprattutto puoi fare più prove e<br />

scegliere con calma la migliore;<br />

- se la qualità della fotocamera frontale non<br />

ti soddisfa, prova con quella principale (anche<br />

aiutandoti con uno specchio, se c’è).<br />

Ti serve un bastone da selfie? Nei negozi o per<br />

strada costa tra i 5 e i 15 euro, nei luoghi turistici<br />

si trova dappertutto.<br />

Ci sono con pulsante nel manico, che funzionano<br />

tramite cavetto da inserire nel cellulare, e<br />

collegabili allo smartphone tramite bluetooth.<br />

Sono ugualmente comodi, ma occhio che al<br />

bluetooth serve la ricarica della batteria.<br />

www.altroconsumo.it<br />

luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 63


LETTERE<br />

Condividi le tue esperienze<br />

Le tue domande, i nostri consigli<br />

Un altro letto<br />

per risarcire il danno<br />

Durante il montaggio si rovina<br />

il parquet. Insiste ed è risarcita.<br />

Il letto acquistato da Grancasa ha<br />

un difetto: il cassettone cade e<br />

danneggia il parquet. La nostra<br />

socia non si lascia prendere dallo<br />

sconforto e chiede che le venga<br />

risarcito il danno.<br />

Il montaggio dei mobili è un<br />

momento molto delicato.<br />

Soprattutto se il pavimento è<br />

sensibile alle sollecitazioni, come<br />

può essere un parquet di legno. E<br />

così può capitare che si danneggi<br />

anche sotto le mani esperte di chi<br />

è avvezzo a brugole e avvitatori.<br />

A giugno 2015, la signora Paola<br />

Campanini ha acquistato un letto<br />

singolo al mobilificio Grancasa di<br />

Pero, ma durante il montaggio<br />

i tecnici inviati dalla ditta rovinano<br />

il parquet della camera da letto a<br />

causa della caduta accidentale di un<br />

cassettone difettoso.<br />

La nostra socia chiede subito al<br />

mobilificio il risarcimento del danno,<br />

che tenta di liquidare bonariamente<br />

la questione offrendo la cifra di 100<br />

euro. Ma la signora Campanini non<br />

ci sta: il preventivo del parquettista<br />

parla di un lavoro da quasi 800<br />

euro per riportare il pavimento allo<br />

stato originario. Comincia così una<br />

lunga trattativa con Grancasa, che<br />

si risolve quasi un anno dopo con<br />

l’invio da parte del mobilificio di<br />

un secondo letto identico a quello<br />

acquistato dalla nostra socia.<br />

IN CONCLUSIONE<br />

In tema di risarcimento del danno<br />

non si può mai dare nulla per<br />

scontato. Di solito, in casi come<br />

questi, il nostro consiglio è quello<br />

di tenere duro e di non accettare<br />

la prima proposta che arriva, se<br />

non è consona al danno subìto.<br />

In questo caso la transazione<br />

è avvenuta con reciproca<br />

soddisfazione, attraverso l’invio<br />

di un mobile di valore certamente<br />

superiore ai 100 euro proposti in<br />

prima battuta.<br />

L’intervento di un avvocato del<br />

nostro servizio ha sicuramente<br />

facilitato le cose alla nostra<br />

socia, che si è affidata a noi per la<br />

trattativa con Grancasa.<br />

Il tempo scorre,<br />

ma l’acqua no<br />

Cinque mesi di solleciti per<br />

ottenere la sostituzione di un<br />

lavello acquistato difettoso. Ma<br />

alla fine la perseveranza ha dato<br />

buoni frutti.<br />

Era arrivato il momento di<br />

cambiare i mobili della cucina. E<br />

così, la nostra socia Rossana Favaro<br />

di Nichelino, un paese alle porte di<br />

Torino, decide di recarsi nel negozio<br />

di arredamento Arredissima (una<br />

catena presente nelle principali<br />

Regioni italiane) per acquistare<br />

un arredamento completo per<br />

la sua cucina. Una volta scelto il<br />

modello, aiutata da un’arredatrice<br />

del negozio, torna a casa e aspetta<br />

la consegna. Che arriva puntuale.<br />

Peccato però per quel lavandino<br />

arrivato difettoso: “imbarcato”,<br />

secondo quanto riporta la scheda<br />

dell’installatore. La nostra socia<br />

non si perde d’animo: avvisa<br />

subito il negozio e chiede la celere<br />

sostituzione del lavabo difettoso. Il<br />

tempo passa e, dopo diversi solleciti<br />

telefonici, finalmente la chiamano<br />

per la consegna del nuovo<br />

lavandino. Siamo già a fine gennaio<br />

e sono già passati più di due mesi<br />

dall’acquisto della cucina. Anche il<br />

secondo lavandino però presenta<br />

lo stesso problema e viene<br />

rispedito indietro. E qui comincia<br />

una nuova lunga attesa, un gioco<br />

al rimpallo delle responsabilità,<br />

indugi incomprensibili sul da<br />

farsi (cambiare il modello?).<br />

Fino a quando interveniamo<br />

con una lettera in cui chiediamo<br />

la risoluzione del problema: un<br />

lavandino adeguato, installato<br />

e allacciato da un idraulico<br />

competente a spese del mobilificio,<br />

così come era stato concordato<br />

nel contratto. Cosa che avviene<br />

il 7 aprile, ben cinque mesi dopo<br />

l’acquisto dell’arredamento.<br />

IN CONCLUSIONE<br />

La garanzia in caso di merce<br />

difettosa non si discute. La nostra<br />

socia aveva pieno diritto a farsi<br />

sostituire il lavandino a spese del<br />

mobilificio. Ma che pazienza!<br />

Dopo mesi di solleciti la signora<br />

Favaro ottiene il nuovo lavandino.<br />

64 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong> www.altroconsumo.it


A cura di Simona Ovadia<br />

IL NOSTRO<br />

ESPERTO<br />

Daniela Klun<br />

Responsabile del servizio soci<br />

di <strong>Altroconsumo</strong><br />

«Sono molte le segnalazioni di<br />

inconvenienti durante viaggi e<br />

vacanze. Ecco alcuni consigli :<br />

• se acquisti un volo online,<br />

attenzione che il prezzo finale non<br />

includa costi e oneri aggiuntivi<br />

dovuti al metodo di pagamento;<br />

• quando prenoti l’albergo, stampa<br />

la prenotazione con la conferma<br />

del pagamento;<br />

• in aereoporto, hai diritto<br />

all’assistenza della compagnia<br />

aerea in caso di ritardo del volo e al<br />

rimborso spese in caso di<br />

cancellazione, overbooking,<br />

smarrimento o danneggiamento<br />

del bagaglio;<br />

• conserva: email, foto, video,<br />

scontrini e qualsiasi altra possibile<br />

prova di disservizi».<br />

Per le tue domande<br />

e segnalazioni<br />

www.altroconsumo.it/contattaci<br />

è il canale attraverso il quale<br />

rispondiamo online. Per chi<br />

preferisce chiamare, ecco i numeri<br />

delle consulenze (rispondiamo dal<br />

lunedì al venerdì h. 9/13 -14/18<br />

salvo diversa indicazione)<br />

Giuridica<br />

02 69 61 550<br />

Fiscale<br />

02 69 61 570 (h. 14/18)<br />

Economica<br />

02 69 61 580 (h. 9/13)<br />

Farmaci<br />

02 69 61 555<br />

“Miglior Acquisto”<br />

02 69 61 560<br />

Tariffe Rc auto e moto<br />

02 69 61 566<br />

Tariffe telefoniche<br />

02 69 61 590<br />

Gianni Gravinese con la moglie Antonia.<br />

Viaggiatori alle prese con ritardi e disguidi.<br />

“Una alzataccia inutile<br />

per un volo in ritardo”.<br />

E la coincidenza salta.<br />

Un volo di rientro da una vacanza in Grecia si trasforma<br />

in un’odissea fatta di ritardi epocali, coincidenze perse,<br />

assenza di qualunque supporto, spese mai risarcite.<br />

Quasi un anno dopo la risposta di Aegean Airlines.<br />

Il viaggio in terra greca ha poco da invidiare<br />

al poema epico di Omero. Come novello<br />

Ulisse, infatti, il signor Gianni Gravinese si<br />

è ritrovato a vagare per aeroporti e stanze<br />

d’albergo in attesa di trovare un volo che lo<br />

riportasse in Italia. Ma raccontiamo con ordine:<br />

il 3 settembre 2015 il nostro socio all’alba si<br />

presenta con la moglie all’aeroporto di Limnos<br />

per imbarcarsi su un volo Aegean Airlines diretto<br />

ad Atene, dove qualche ora più tardi avrebbe<br />

preso la coincidenza per Milano. Peccato che<br />

il volo è in ritardo, e di parecchio: ben cinque<br />

ore, quanto basta per far perdere a lui e alla<br />

moglie l’aereo che da Atene lo doveva riportare<br />

a Milano. Niente da fare: nessun volo era più<br />

disponibile per quel giorno e i nostri sfortunati<br />

viaggiatori si sono dovuti accollare la spesa di<br />

un pernottamento ad Atene non preventivato<br />

(80 euro) e il costo di un nuovo biglietto aereo<br />

per il giorno successivo alla cifra tutt’altro che<br />

modica di 840 euro. Il tutto senza ricevere<br />

alcun supporto dalla compagnia aerea greca<br />

responsabile del ritardo e della conseguente<br />

catena di disguidi subiti. Il signor Gravinese,<br />

tornato in Italia, scrive subito alla Aegean Airlines<br />

per ottenere il risarcimento di quanto speso.<br />

Purtroppo senza ottenere, per mesi e mesi, alcun<br />

riscontro positivo. Decide quindi di rivolgersi ai<br />

nostri avvocati che non soltanto sollecitano la<br />

Aegean a rimborsare il socio di quanto ha dovuto<br />

pagare per il ritardo del volo, ma anche a fornire<br />

una compensazione pecuniaria di 200 euro a<br />

passeggero prevista per questo tipo di disguidi.<br />

IN CONCLUSIONE<br />

C’è voluto quasi un anno di tempo ma, alle<br />

porte della nuova stagione turistica estiva,<br />

ecco che Aegean risponde al nostro socio in<br />

maniera positiva, rassicurandolo sulla volontà<br />

di rimborsarlo di tutto e di pagare la giusta<br />

compensazione. Alla buon’ora.<br />

www.altroconsumo.it<br />

luglio-agosto <strong>2016</strong> • 305 <strong>Altroconsumo</strong> 65


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Inutili bussole e gps:<br />

l’albergo non si trova<br />

Un viaggio a Malta si trasforma per la nostra socia in una caccia al tesoro alla ricerca<br />

dell’albergo prenotato con Booking, ma mai trovato: era su un’altra isola.<br />

A poco sono serviti il navigatore satellitare e ore di<br />

peregrinazione tra le strade di Malta e di Gozo. L’albergo<br />

prenotato con Booking era davvero introvabile. E così la nostra<br />

socia Roberta Pavinato stremata da una giornata passata a<br />

girovagare tra le due isole Calipsee ha abbandonato la ricerca,<br />

per rifugiarsi in un altro albergo da lei contattato, che avrebbe<br />

dovuto ospitarla la notte successiva. Il residence “Il Girna”,<br />

infatti, che aveva scelto in base alla localizzazione fornita dal<br />

sito di prenotazioni Booking.com non era dove veniva indicato<br />

dalla mappa. Doveva trovarsi a Gozo, mentre Google maps<br />

lo situava a Malta. E così non c’è stato verso di arrivarci. Alla<br />

sera la nostra socia contatta la struttura, riferendo il disguido<br />

e l’impossibilità di arrivarci dato che a quel punto si trovava<br />

a Malta e non c’erano più traghetti per Gozo. Chiede quindi<br />

che non le addebitino il costo del soggiorno, dato che il suo<br />

mancato arrivo era da imputarsi a un’impossibilità oggettiva<br />

e non a una decisione personale. Le forniscono tutte le<br />

rassicurazioni del caso, ma una volta rientrata in Italia la<br />

signora Pavinato trova comunque l’addebito sulla sua carta di<br />

credito. Chiede quindi il nostro supporto affinché le vengano<br />

riaccreditati i 55 euro della prenotazione.<br />

Per un errore di indicazione non riesce<br />

a raggiungere l’hotel. Rimborsata.<br />

IN CONCLUSIONE<br />

Analizziamo il caso e ci rendiamo conto che il reclamo della<br />

signora Pavinato nei confronti di Booking è fondato. L’hotel<br />

infatti viene indicato come una struttura di Malta, quando<br />

invece si trova sulla vicina isola di Gozo. La sua collocazione<br />

sbagliata ha indotto in errore la nostra socia. Inoltre, il sito<br />

avrebbe dovuto segnalare il fatto che la localizzazione della<br />

struttura è difficoltosa.<br />

Mandiamo quindi una lettera a Booking per chiedere il<br />

rimborso della notte non usufruita nella struttura. Booking<br />

accetta il reclamo e rimborsa la nostra socia.<br />

ERRATA CORRIGE<br />

SCRIVICI<br />

Nell’articolo sull’etica della<br />

filiera della pasta “Grano: pulito<br />

e giusto?” apparso su AC 303,<br />

maggio <strong>2016</strong>, abbiamo<br />

commesso un errore<br />

sull’origine della materia prima<br />

di Alce Nero. L’azienda ci aveva<br />

comunicato, infatti, che utilizza<br />

100% grano italiano, mentre<br />

l’avevamo inserita tra le<br />

aziende che non ci aveva<br />

fornito informazioni in merito.<br />

Ce ne scusiamo con l’azienda e<br />

con i lettori.<br />

Inoltre, ci preme correggere<br />

due inesattezze riguardanti<br />

l’azienda Rummo.<br />

Contrariamente a quanto<br />

indicato, infatti, Rummo usa<br />

grano italiano al 100% soltanto<br />

nel caso della sua pasta<br />

biologica integrale, non per<br />

tutti i suoi prodotti. L’azienda<br />

beneventana, infine, ha<br />

partecipato in maniera<br />

completa alla nostra inchiesta<br />

senza omettere alcuna delle<br />

informazioni da noi richieste,<br />

come erroneamente avevamo<br />

indicato nell’infografica.<br />

Ti abbiamo aiutato e ti<br />

piacerebbe raccontare la tua<br />

storia? Vorresti condividere il<br />

tuo caso? Quando scrivi<br />

specifica che dai il tuo consenso<br />

alla pubblicazione e che puoi<br />

mandare una foto: ti<br />

contatteremo comunque se il<br />

tuo caso sarà selezionato.<br />

66 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong> www.altroconsumo.it


24 e 25 settembre <strong>2016</strong><br />

Milano, Castello Sforzesco<br />

altroconsumo.it/iocondivido

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