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EDITORIALE<br />
PRIMO PIANO<br />
Dire fare cambiare<br />
Prevenire le<br />
crisi umanitarie<br />
si deve<br />
ROSANNA MASSARENTI<br />
DIRETTORE<br />
Le ombre del palma<br />
Il maggio scorso l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa)<br />
ha quantificato la pericolosità di sostanze tossiche e potenzialmente<br />
cancerogene che si creano nel processo di raffinazione degli oli<br />
vegetali. I dati del dossier presentato a supporto sono pesantissimi<br />
per l’olio di palma. Ci saremmo aspettati che il ministero della Salute<br />
verificasse la presenza di queste sostanze nei prodotti che le persone<br />
consumano abitualmente e agisse di conseguenza, nell’interesse<br />
della salute pubblica. Non è avvenuto. Lo abbiamo fatto noi, per<br />
dare risposte concrete alle legittime domande e alle molte ansie<br />
che ci hanno raccontato i cittadini, da mesi confusi e sballottati tra<br />
notizie per niente rassicuranti e martellanti (e discutibili) campagne<br />
pubblicitarie per riabilitare questo<br />
Le nostre analisi<br />
hanno trovato molte<br />
sostanze tossiche nei<br />
prodotti per bambini<br />
olio, usatissimo dalle industrie<br />
alimentari. Così ci siamo riuniti -<br />
giornalisti, alimentaristi, analisti<br />
di mercato - e abbiamo deciso<br />
di far analizzare alcuni prodotti<br />
tra i più consumati da bambini<br />
e adolescenti. L’idea era di gettare una sonda nel mare infinito di<br />
alimenti che contengono olio di palma e verificare come i dati astratti<br />
e anonimi dei dossier scientifici si calano nella realtà, cioè nei prodotti<br />
che mangiamo. Le analisi confermano i timori: sempre presenti<br />
i contaminanti tossici (3-MCPD), che nel latte per neonati sono<br />
dieci volte superiori ai limiti di sicurezza fissati dall’Efsa. Ma, cosa<br />
gravissima, in biscotti, merendine e patatine abbiamo trovato anche<br />
i GE, contaminanti potenzialmente cancerogeni (risultati completi a<br />
pag. 10). Il problema esiste, ed è serio. Il nostro consiglio, dunque, è di<br />
evitare del tutto il consumo di alimenti con olio di palma, almeno fino a<br />
quando non ci saranno nuove regole. Abbiamo chiesto al ministero della<br />
Salute che proceda a verifiche a tappeto e intervenga con provvedimenti<br />
adeguati, anche con il ritiro dei prodotti, nel caso questi pongano a rischio<br />
la salute, soprattutto dei bimbi. Ma il problema è internazionale: il nostro<br />
Governo deve farsi promotore presso la Commissione europea di una<br />
norma che regolamenti la presenza di queste sostanze tossiche negli<br />
alimenti, in primis la definizione di limiti di sicurezza per i 3-MCPD in base<br />
alla dose giornaliera tollerabile stabilita dall’ Efsa e l’esclusione totale di<br />
GE. Firma la petizione su altroconsumo.it/oliodipalma.<br />
Il 2015 è stato un anno duro<br />
per le crisi umanitarie. Un<br />
trend negativo, che secondo il<br />
World Humanitarian Summit<br />
continuerà in modo anche<br />
più accelerato nel corso del<br />
<strong>2016</strong>. L’assistenza umanitaria<br />
richiesta dalla comunità<br />
internazionale è la più alta<br />
di sempre. Spendiamo circa<br />
25 miliardi di euro in aiuti<br />
per sostenere 125 milioni di<br />
persone colpite da conflitti e da<br />
disastri. Un sostegno, però, che<br />
si rivela insufficiente. Anche<br />
perché i fondi si investono<br />
per ristabilire un equilibrio<br />
dopo la crisi, e non per fare<br />
prevenzione. Si potrebbe<br />
fare di più. Innanzitutto si<br />
risparmierebbero vite, ma si<br />
avrebbero anche più risorse.<br />
Si stima che per ogni dollaro<br />
speso nella riduzione del<br />
rischio se ne potrebbero<br />
risparmiare 4 nell’intervento<br />
per fronteggiare l’emergenza.<br />
Perché le crisi umanitarie<br />
aumentano? Secondo gli<br />
esperti lo scenario è sempre<br />
più complesso e condizionato<br />
da aspetti diversi: oltre ai<br />
conflitti, i cambiamenti<br />
climatici e le catastrofi che ne<br />
conseguono, come inondazioni<br />
e tifoni, il terrorismo e le<br />
migrazioni. A questo si<br />
aggiunge l’aumento della<br />
popolazione mondiale, la<br />
carenza di cibo e di acqua,<br />
l’instabilità politica.<br />
Ogni dollaro<br />
speso in<br />
prevenzione<br />
può farne<br />
risparmiare 4<br />
in aiuti.<br />
4 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />
www.altroconsumo.it