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Altroconsumo n.305 Luglio 2016

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EDITORIALE<br />

PRIMO PIANO<br />

Dire fare cambiare<br />

Prevenire le<br />

crisi umanitarie<br />

si deve<br />

ROSANNA MASSARENTI<br />

DIRETTORE<br />

Le ombre del palma<br />

Il maggio scorso l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa)<br />

ha quantificato la pericolosità di sostanze tossiche e potenzialmente<br />

cancerogene che si creano nel processo di raffinazione degli oli<br />

vegetali. I dati del dossier presentato a supporto sono pesantissimi<br />

per l’olio di palma. Ci saremmo aspettati che il ministero della Salute<br />

verificasse la presenza di queste sostanze nei prodotti che le persone<br />

consumano abitualmente e agisse di conseguenza, nell’interesse<br />

della salute pubblica. Non è avvenuto. Lo abbiamo fatto noi, per<br />

dare risposte concrete alle legittime domande e alle molte ansie<br />

che ci hanno raccontato i cittadini, da mesi confusi e sballottati tra<br />

notizie per niente rassicuranti e martellanti (e discutibili) campagne<br />

pubblicitarie per riabilitare questo<br />

Le nostre analisi<br />

hanno trovato molte<br />

sostanze tossiche nei<br />

prodotti per bambini<br />

olio, usatissimo dalle industrie<br />

alimentari. Così ci siamo riuniti -<br />

giornalisti, alimentaristi, analisti<br />

di mercato - e abbiamo deciso<br />

di far analizzare alcuni prodotti<br />

tra i più consumati da bambini<br />

e adolescenti. L’idea era di gettare una sonda nel mare infinito di<br />

alimenti che contengono olio di palma e verificare come i dati astratti<br />

e anonimi dei dossier scientifici si calano nella realtà, cioè nei prodotti<br />

che mangiamo. Le analisi confermano i timori: sempre presenti<br />

i contaminanti tossici (3-MCPD), che nel latte per neonati sono<br />

dieci volte superiori ai limiti di sicurezza fissati dall’Efsa. Ma, cosa<br />

gravissima, in biscotti, merendine e patatine abbiamo trovato anche<br />

i GE, contaminanti potenzialmente cancerogeni (risultati completi a<br />

pag. 10). Il problema esiste, ed è serio. Il nostro consiglio, dunque, è di<br />

evitare del tutto il consumo di alimenti con olio di palma, almeno fino a<br />

quando non ci saranno nuove regole. Abbiamo chiesto al ministero della<br />

Salute che proceda a verifiche a tappeto e intervenga con provvedimenti<br />

adeguati, anche con il ritiro dei prodotti, nel caso questi pongano a rischio<br />

la salute, soprattutto dei bimbi. Ma il problema è internazionale: il nostro<br />

Governo deve farsi promotore presso la Commissione europea di una<br />

norma che regolamenti la presenza di queste sostanze tossiche negli<br />

alimenti, in primis la definizione di limiti di sicurezza per i 3-MCPD in base<br />

alla dose giornaliera tollerabile stabilita dall’ Efsa e l’esclusione totale di<br />

GE. Firma la petizione su altroconsumo.it/oliodipalma.<br />

Il 2015 è stato un anno duro<br />

per le crisi umanitarie. Un<br />

trend negativo, che secondo il<br />

World Humanitarian Summit<br />

continuerà in modo anche<br />

più accelerato nel corso del<br />

<strong>2016</strong>. L’assistenza umanitaria<br />

richiesta dalla comunità<br />

internazionale è la più alta<br />

di sempre. Spendiamo circa<br />

25 miliardi di euro in aiuti<br />

per sostenere 125 milioni di<br />

persone colpite da conflitti e da<br />

disastri. Un sostegno, però, che<br />

si rivela insufficiente. Anche<br />

perché i fondi si investono<br />

per ristabilire un equilibrio<br />

dopo la crisi, e non per fare<br />

prevenzione. Si potrebbe<br />

fare di più. Innanzitutto si<br />

risparmierebbero vite, ma si<br />

avrebbero anche più risorse.<br />

Si stima che per ogni dollaro<br />

speso nella riduzione del<br />

rischio se ne potrebbero<br />

risparmiare 4 nell’intervento<br />

per fronteggiare l’emergenza.<br />

Perché le crisi umanitarie<br />

aumentano? Secondo gli<br />

esperti lo scenario è sempre<br />

più complesso e condizionato<br />

da aspetti diversi: oltre ai<br />

conflitti, i cambiamenti<br />

climatici e le catastrofi che ne<br />

conseguono, come inondazioni<br />

e tifoni, il terrorismo e le<br />

migrazioni. A questo si<br />

aggiunge l’aumento della<br />

popolazione mondiale, la<br />

carenza di cibo e di acqua,<br />

l’instabilità politica.<br />

Ogni dollaro<br />

speso in<br />

prevenzione<br />

può farne<br />

risparmiare 4<br />

in aiuti.<br />

4 <strong>Altroconsumo</strong> 305 • luglio-agosto <strong>2016</strong><br />

www.altroconsumo.it

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