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FOCUS<br />

FOCUS<br />

Spazio al pensiero<br />

A due anni dalla posa della prima pietra la Fondazione Feltrinelli ha inaugurato il 13<br />

dicembre la nuova sede di viale Pasubio con cinque giorni di incontri e letture, anticipo di<br />

una programmazione che si preannuncia intensa e la risposta della cittadinanza, con le<br />

lunghe file all’ingresso, è stata più che generosa<br />

di Marilena Roncarà - foto di Filippo Romano<br />

02<br />

01<br />

01. I 250 metri quadrati<br />

della sala lettura al<br />

quinto e ultimo piano<br />

della Fondazione<br />

Feltrinelli. La sala<br />

lettura è aperta dalle<br />

9.30 alle 17.30<br />

zione di non essere semplice edilizia, ma architettura<br />

per la città, luogo di sviluppo di idee, una<br />

piazza contemporanea di partecipazione e aggregazione.<br />

«Resto convinto che investire nella cultura<br />

e nell’istruzione sia fondamentale per creare<br />

e mantenere in vita una società aperta. La grande<br />

architettura può essere un sostegno rilevante, ma è<br />

meno importante delle attività che accadono dentro<br />

e intorno agli edifici» sostiene a questo proposito<br />

il progettista Jacques Herzog. A lui fanno eco<br />

le parole di Carlo Feltrinelli, committente dell’opera<br />

con il Gruppo, di cui è direttore «Ci siamo<br />

messi in moto per un progetto fuori dal tempo,<br />

da questo tempo, ma secondo noi necessario e che<br />

deve tornare attuale. Una nuova sede iconica per<br />

una grande casa delle culture sociali, moderna e<br />

internazionale: questa è l’idea». Non a caso con un<br />

patrimonio archivistico di 12 km lineari di archivi,<br />

270mila volumi e 16mila periodici, la Fondazione<br />

Giangiacomo Feltrinelli si configura come uno dei<br />

maggiori centri di documentazione e ricerca nel<br />

campo delle scienze storiche, politiche, economiche<br />

e sociali e la nuova sede di viale Pasubio vuole<br />

essere una piattaforma di confronto accessibile a<br />

tutta la cittadinanza nella convinzione profonda<br />

che cambiare le cose per migliorare le condizioni<br />

di vita di tutti sia possibile e necessario. «Il nostro<br />

DNA è scritto nei nostri libri e nei nostri archivi,<br />

aprire nuove opportunità di conoscenza e creare<br />

nuove occasioni di lavoro sono le nostre finalità.<br />

Fare dell’insieme delle nostre iniziative un fattore<br />

di politica partecipata è la nostra ambizione»<br />

precisa il segretario generale della Fondazione<br />

Massimiliano Tarantino. Ed è così che nei cinque<br />

piani più interrato del building Feltrinelli ha<br />

già preso vita e corpo tutto questo. Cominciando<br />

dall’alto il quinto e ultimo piano, quello dove<br />

davvero sembra di toccare il cielo, è una sala di<br />

lettura aperta a tutti con quaranta postazioni per<br />

la consultazione più altre poltrone a uso libero.<br />

Quarto e terzo piano sono dedicati agli uffici della<br />

Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, oltre che<br />

spazio di co-produzione, ricerca e didattica. Cuore<br />

del progetto è la sala polifunzionale del primo<br />

e secondo piano, un luogo di ritrovo, incontro e<br />

Qualcosa in viale Pasubio è cambiato, dove prima<br />

c’era un vivaio storico, adesso c’è un vivaio di idee<br />

o meglio un nuovo spazio di cittadinanza che ha<br />

la forma di un edificio possente, ma anche leggero,<br />

con lo scheletro in cemento armato e le superfici<br />

vetrate. Nei suoi 188 metri di lunghezza per 32 di<br />

altezza sulla cuspide, il palazzo è una piccola meraviglia<br />

che non lascia certo indifferente nemmeno<br />

il passante più distratto. Progettato dallo studio<br />

di architettura Herzog & De Meuron, che l’ha<br />

voluto aguzzo come il gotico locale e fortemente<br />

orizzontale come le cascine delle campagne della<br />

Lombardia, l’edificio alterna pieni e vuoti secondo<br />

un ritmo costante e crea un gioco di riflessi e<br />

viste prospettiche sul quartiere che mescolano il<br />

vecchio e il nuovo in un tutt’uno organico e originale.<br />

E questo è “il fuori”, ma il progetto nutre l’ambiscambio<br />

tra cittadini e realtà all’avanguardia in<br />

campo artistico e divulgativo nell’ambito della<br />

ricerca delle scienze sociali. Il piano interrato accoglie<br />

infine il materiale della biblioteca e degli<br />

archivi della Fondazione, mentre al piano terra c’è<br />

l’immancabile libreria che qui è anche il satellite<br />

culturale che orbita attorno alle attività di ricerca<br />

e divulgazione della Fondazione, accompagnando<br />

i lettori nell’esplorazione dei temi proposti: globalizzazione<br />

e sostenibilità, cittadinanza europea,<br />

innovazione politica, futuro del lavoro e fonti della<br />

Storia. L’assortimento dei circa 15mila titoli è<br />

stato, infatti, realizzato privilegiando le scienze<br />

umane e sociali, la letteratura e le arti visive. E<br />

considerata la generale vocazione all’incontro e<br />

alla socialità non poteva mancare neppure uno<br />

spazio di ristoro: il Babitonga Caffè, che deve il<br />

suo nome alla comunità brasiliana della Baia di<br />

Babitonga autrice già nel 1842 di un importante<br />

esperimento sociale all’insegna di un mondo più<br />

giusto. Ecco allora che l’eco di quest’utopia e il<br />

richiamo verso mondi nascosti sono ulteriori risonanze<br />

di un luogo che vuole combinare insieme<br />

cultura e convivialità. Insomma le suggestioni<br />

sono davvero tante: a noi non resta che andare a<br />

curiosare, approfittando il più possibile di questa<br />

occasione da vivere in maniera attiva.<br />

02. Vista dall’alto della<br />

Fondazione, il primo<br />

edificio pubblico<br />

italiano progettato da<br />

Herzog & de Meuron<br />

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