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wheels<br />

wheels<br />

genio volante<br />

Per i 60 anni di Citroën DS il Museo di Flaminio Bertoni si trasferisce a Volandia,<br />

a due passi dall’hub internazionale di Milano Malpensa. L’allestimento ripercorre<br />

la vita e le creazioni del designer varesino<br />

di Ilaria Salzano<br />

02 03<br />

01<br />

01. DS è oggi diventato<br />

un marchio a sé,<br />

sinonimo di lusso e<br />

innovazione. Una<br />

preziosa eredità che si<br />

deve alla DS 19, prima<br />

vettura della gamma<br />

Come fosse un passaggio temporale, dal terminal<br />

T1 dell’aeroporto di Milano Malpensa una passerella<br />

trasporta i curiosi direttamente a Volandia: il<br />

museo, concepito da principio per custodire pezzi<br />

unici del mondo dell’aeronautica, simulatori,<br />

archivi storici, oggi ha tutta l’intenzione di far volare<br />

i visitatori tra i successi di terra e cielo dello<br />

scorso secolo. L’omaggio “terrestre” va a Flaminio<br />

Bertoni, designer varesino nell’anima. Bertoni ha<br />

contribuito notevolmente nel settore proponendo<br />

automobili innovative, confortevoli e dallo<br />

stile inconfondibile. La collezione – installata dal<br />

2007 nella sede della provincia di Varese – dopo<br />

mesi di ricerca, dunque, adesso trova finalmente<br />

uno spazio ad hoc in grado di evocare le origini<br />

professionali del suo creatore. Siamo nell’ex<br />

lattoneria delle Officine Caproni. Chi conosce la<br />

storia sa che prima di andare a Parigi e iniziare<br />

la sua carriera Bertoni lavorò come lattoniere in<br />

alcune delle più importanti carrozzerie del posto<br />

(tra cui la Macchi, destinata a crescere come<br />

azienda aeronautica). Un filo che si ricongiunge,<br />

quindi, per partire dalla notte dei tempi e descrivere<br />

totalmente la personalità del genio. L’occasione<br />

è speciale: i 60 anni di Citroën DS, i marchi<br />

che più in assoluto ricordano il suo nome.<br />

L’allestimento, con una dozzina di stanze, ripercorre<br />

la sua vita, dai primi esordi nella scultura, ai<br />

bozzetti delle auto, intervallati da tutte le collaborazioni<br />

artistiche di cui nel contempo si cibava.<br />

Interessanti i pezzi unici, come ad esempio la curiosa<br />

vettura a tre ruote denominata V3R, oppure<br />

i prototipi dove Bertoni riponeva la sua creatività<br />

più fervida in attesa dei debutti.<br />

Era il 1934 quando venne lanciata sul mercato la<br />

Traction Avant, esposta in questa sede con tanto<br />

di manifesti pubblicitari e altre opportunità<br />

artistiche sviluppate al tempo. L’auto guadagnò<br />

subito il terzo premio di scultura alla quarta Exposition<br />

des Beaux Arts ad Asnières; fu un successo,<br />

così come accadde per la successiva 2 CV,<br />

attorniata nel museo da opere che si rifanno al<br />

tema del viaggio e della libertà. Temi con cui la<br />

vetturetta venne presentata nel 1948 al Salone<br />

dell’Automobile di Parigi e che contribuirono a<br />

renderla negli anni un fenomeno culturale.<br />

Quasi dieci anni dopo dall’elaborazione dei progetti<br />

è evidente come il designer si sentisse più<br />

vicino al mondo della natura: nello specifico, il<br />

disegno della DS 19 mostra come la calandra<br />

e il frontale riprendevano i tratti di un pesce.<br />

Quest’ultima produzione vinse il primo premio<br />

come opera d’arte industriale: presentata<br />

nel 1957, venne esposta alla Triennale di Milano<br />

come esemplare. Non fu l’ultimo lavoro per l’automotive.<br />

Con il mercato in aumento e le esigenze<br />

di un marchio in espansione, Bertoni in questi<br />

anni lavorò ancora per le quattro ruote. Fu la sua<br />

fatica più grande. Dal suo atelier di rue du Theatre<br />

48 nel 1964 uscì l’Ami6. Una storia lunga e<br />

tormentata.<br />

Per Citroën era indispensabile avere un segmento<br />

nuovo da poter inserire tra la 2CV e la DS. Per<br />

l’allora progetto M (M stava per milieu de gamme,<br />

che in francese significa di metà gamma), dunque,<br />

l’artista pensò a una due volumi con portellone:<br />

idea troppo innovativa per i tempi, che venne<br />

bocciata, come si vede dalle teche del museo. Il<br />

suo estro dunque diede vita a una versione con<br />

montante posteriore rovesciato, con cui i passeggeri<br />

posteriori avrebbero avuto spazio per la testa<br />

ma nel contempo anche un baule generoso. Non<br />

andò tutto liscio. Per ragioni di costo, il designer si<br />

vide costretto a ridisegnare di corsa il frontale, andando<br />

a ribassare in maniera drastica solo la parte<br />

centrale di muso e cofano. Per poi alzare anche<br />

l’alloggiamento dei fari anteriori e aumentare il<br />

fascio luminoso. «Sembra che abbia investito 3<br />

pedoni», commentò alla fine del proprio progetto.<br />

Nonostante ciò, la versione successiva, la Break,<br />

debuttata nel ‘64, riuscì a fregiarsi del titolo di<br />

“auto più venduta” in Francia (1965). Certo, per<br />

renderla accattivante, il nome scelto fu Amì (amico),<br />

venne pubblicizzata con donne bellissime a<br />

bordo e in luoghi da sogno. Ma il marketing poteva<br />

dirsi ancora agli antipodi. Quella fu la sua fortuna.<br />

Bertoni lo ricordiamo per il suo operato più<br />

puro. Male o bene, è così che ha lasciato il segno.<br />

02. Flaminio Bertoni<br />

lavorava di notte nel<br />

suo atelier. Per tutto<br />

ciò che diede alla<br />

cultura francese venne<br />

nominato Cavaliere<br />

dell’ordine delle Arti<br />

e delle Lettere della<br />

Repubblica Francese<br />

03. Il debutto in strada<br />

della DS negli anni<br />

del dopoguerra fu<br />

eclatante. Mai si era<br />

vista tanta eleganza<br />

“dentro” e tanta<br />

innovazione “fuori”<br />

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