PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - marzo 2017
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
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▶ «sia santificato il tuo nome»<br />
ticolare relazione con Dio, non necessariamente<br />
perché sia una terra<br />
migliore delle altre, più buona, più<br />
fertile. La Settimana Santa si chiama<br />
così perché è in relazione particolare<br />
con il cuore del mistero di<br />
Gesù Cristo, che è la sua morte e<br />
la sua risurrezione, ed è per questo<br />
che viene distinta dalle altre settimane<br />
e viene chiamata «santa».<br />
Dunque, il concetto di «santo»,<br />
anche se applicato a realtà diverse<br />
tra loro, rimanda sempre a Dio.<br />
In modo analogo, i «santi», gli uomini<br />
e le donne riconosciuti e proclamati<br />
santi, sono persone che<br />
hanno vissuto in modo intenso e<br />
radicale la comunione con Dio.<br />
Concludendo, «santificare il<br />
nome» di Dio significa mostrare la<br />
realtà personale di Dio, far vedere<br />
chi è veramente, mostrarlo nella<br />
sua realtà, riconoscerlo per quello<br />
che è.<br />
«Padre, glorifica<br />
il tuo nome»<br />
Nel Vangelo di Giovanni, troviamo<br />
la seguente preghiera in bocca a<br />
Gesù. «È venuta l’ora che il Figlio<br />
dell’uomo sia glorificato. In verità,<br />
in verità io vi dico: se il chicco di<br />
grano, caduto in terra, non muore,<br />
rimane solo; se invece muore,<br />
produce molto frutto. Chi ama la<br />
propria vita, la perde e chi odia la<br />
propria vita in questo mondo, la<br />
conserverà per la vita eterna. Se<br />
uno mi vuole servire, mi segua, e<br />
dove sono io, là sarà anche il mio<br />
servitore. Se uno serve me, il Padre<br />
lo onorerà. Adesso l’anima mia<br />
è turbata; che cosa dirò? “Padre,<br />
salvami da quest’ora? Ma proprio<br />
per questo sono giunto a quest’ora!<br />
Padre, glorifica il tuo nome”.<br />
Venne allora una voce dal cielo:<br />
“L’ho glorificato e lo glorificherò<br />
ancora!”» (Gv 12,23-28).<br />
La radice della vita di Gesù è<br />
la preghiera che Gesù stesso fa, e<br />
che assomiglia alla preghiera rivolta<br />
a Dio nel Getsemani. Gesù<br />
dice: «L’anima mia è turbata», cioè<br />
«sono angosciato, mi trovo in una<br />
situazione molto difficile da affrontare,<br />
ma che devo dire? Tirami<br />
fuori da quest’ora? Evitamela?».<br />
No, Gesù continua: «Padre, glorifica<br />
il tuo nome». Che vuol dire:<br />
«Padre, mostra chi sei» proprio in<br />
questa situazione.<br />
In fondo la stessa richiesta («Sia<br />
santificato il tuo nome»), pronunciata<br />
da noi equivale a dire: «Fa’<br />
che noi possiamo mostrare chi sei».<br />
La parte che spetta a noi<br />
Per capire la ricaduta di questa<br />
preghiera nella nostra vita, ricorro<br />
a un esempio, forse un po’ banale.<br />
Immaginiamo una madre che deve<br />
recarsi a un ricevimento in casa<br />
di persone importanti. Prima di<br />
uscire, fa le sue raccomandazioni<br />
al figlio piccolo. Ricordandogli alcune<br />
regole di buona educazione,<br />
gli dice: «Mi raccomando: fammi<br />
fare bella figura!», oppure: «Non<br />
farmi fare brutta figura!». Immaginate,<br />
invece, che a quel ricevimento<br />
il bambino ne combini<br />
qualcuna delle sue: la madre resta<br />
sconvolta perché il comportamento<br />
del bambino le fa fare brutta figura,<br />
perché agli occhi degli altri<br />
sembra che lei non l’abbia educato.<br />
Chi vede il bambino comportarsi<br />
in quel modo può pensare che sua<br />
madre avrebbe dovuto insegnargli<br />
meglio certe norme di comportamento.<br />
La colpa, quindi, viene attribuita<br />
alla madre.<br />
Riprendendo l’espressione «sia<br />
santificato il tuo nome», con un linguaggio<br />
più semplice, si potrebbe<br />
tradurla così: «Signore, fa’ che non<br />
ti faccia fare brutta figura», perché<br />
so che con il mio comportamento<br />
posso rischiare di farti fare brutta<br />
figura. Infatti, mentre guardano<br />
me, a come io mi comporto, pensano<br />
a Dio. Il mio comportamento,<br />
la mia parola, i miei gesti, il mio<br />
modo di fare, proprio perché sono<br />
cristiano, «parlano» di lui. Il mio<br />
comportamento negativo non riguarda<br />
solo me, ma fa fare brutta<br />
figura anche a Dio, getta un’ombra<br />
di disonore su di lui. In quanto cristiano,<br />
io sono un «segno» di Dio<br />
per il mondo. Il mondo non può<br />
vedere Dio, vede me e, guardando<br />
me, che cosa pensa di Dio? Se ne<br />
fa un’idea buona o un’idea cattiva?<br />
Allora, dal momento che riconosco<br />
di non essere all’altezza,<br />
chiedo: «Padre nostro, sia santificato<br />
il tuo nome»: cioè, fa’ che<br />
possa mostrare bene il tuo santo<br />
nome, che possa farti fare bella<br />
figura, che possano vedere le mie<br />
opere buone in modo da rendere<br />
gloria a te, che siano portati ad avvicinarsi<br />
a te!<br />
Noi, come Chiesa, siamo non<br />
solo il segno, ma una delle «prove»<br />
di Dio. Perché la dimostrazione<br />
di Dio si ha anche attraverso<br />
l’esperienza concreta della nostra<br />
vita. L’esistenza della Chiesa – nella<br />
misura in cui vive come comunione,<br />
come comunità di persone<br />
che si amano – è la prova di Dio!<br />
Parlando ai suoi discepoli, Gesù<br />
spiega bene tale nostra responsabilità.<br />
Dice: «Voi siete il sale della<br />
terra; ma se il sale perdesse il sapore,<br />
con che cosa lo si potrà rendere<br />
salato? A null’altro serve che<br />
a essere gettato via e calpestato<br />
dagli uomini. Voi siete la luce del<br />
mondo; non può restare nascosta<br />
una città collocata sopra un monte,<br />
né si accende una lucerna per<br />
metterla sotto il moggio, ma sopra<br />
il lucerniere perché faccia luce a<br />
tutti quelli che sono nella casa. Così<br />
risplenda la vostra luce davanti<br />
agli uomini, perché vedano le vostre<br />
opere buone e rendano gloria<br />
al vostro Padre che è nei cieli» (Mt<br />
5,13-16). P<br />
(3–continua. Le puntate precedenti sono<br />
state pubblicate in Portavoce 1/2016 e<br />
3/2016)<br />
22 | Portavoce | <strong>marzo</strong> <strong>2017</strong>