05.03.2017 Views

PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - marzo 2017

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

▶ «sia santificato il tuo nome»<br />

ticolare relazione con Dio, non necessariamente<br />

perché sia una terra<br />

migliore delle altre, più buona, più<br />

fertile. La Settimana Santa si chiama<br />

così perché è in relazione particolare<br />

con il cuore del mistero di<br />

Gesù Cristo, che è la sua morte e<br />

la sua risurrezione, ed è per questo<br />

che viene distinta dalle altre settimane<br />

e viene chiamata «santa».<br />

Dunque, il concetto di «santo»,<br />

anche se applicato a realtà diverse<br />

tra loro, rimanda sempre a Dio.<br />

In modo analogo, i «santi», gli uomini<br />

e le donne riconosciuti e proclamati<br />

santi, sono persone che<br />

hanno vissuto in modo intenso e<br />

radicale la comunione con Dio.<br />

Concludendo, «santificare il<br />

nome» di Dio significa mostrare la<br />

realtà personale di Dio, far vedere<br />

chi è veramente, mostrarlo nella<br />

sua realtà, riconoscerlo per quello<br />

che è.<br />

«Padre, glorifica<br />

il tuo nome»<br />

Nel Vangelo di Giovanni, troviamo<br />

la seguente preghiera in bocca a<br />

Gesù. «È venuta l’ora che il Figlio<br />

dell’uomo sia glorificato. In verità,<br />

in verità io vi dico: se il chicco di<br />

grano, caduto in terra, non muore,<br />

rimane solo; se invece muore,<br />

produce molto frutto. Chi ama la<br />

propria vita, la perde e chi odia la<br />

propria vita in questo mondo, la<br />

conserverà per la vita eterna. Se<br />

uno mi vuole servire, mi segua, e<br />

dove sono io, là sarà anche il mio<br />

servitore. Se uno serve me, il Padre<br />

lo onorerà. Adesso l’anima mia<br />

è turbata; che cosa dirò? “Padre,<br />

salvami da quest’ora? Ma proprio<br />

per questo sono giunto a quest’ora!<br />

Padre, glorifica il tuo nome”.<br />

Venne allora una voce dal cielo:<br />

“L’ho glorificato e lo glorificherò<br />

ancora!”» (Gv 12,23-28).<br />

La radice della vita di Gesù è<br />

la preghiera che Gesù stesso fa, e<br />

che assomiglia alla preghiera rivolta<br />

a Dio nel Getsemani. Gesù<br />

dice: «L’anima mia è turbata», cioè<br />

«sono angosciato, mi trovo in una<br />

situazione molto difficile da affrontare,<br />

ma che devo dire? Tirami<br />

fuori da quest’ora? Evitamela?».<br />

No, Gesù continua: «Padre, glorifica<br />

il tuo nome». Che vuol dire:<br />

«Padre, mostra chi sei» proprio in<br />

questa situazione.<br />

In fondo la stessa richiesta («Sia<br />

santificato il tuo nome»), pronunciata<br />

da noi equivale a dire: «Fa’<br />

che noi possiamo mostrare chi sei».<br />

La parte che spetta a noi<br />

Per capire la ricaduta di questa<br />

preghiera nella nostra vita, ricorro<br />

a un esempio, forse un po’ banale.<br />

Immaginiamo una madre che deve<br />

recarsi a un ricevimento in casa<br />

di persone importanti. Prima di<br />

uscire, fa le sue raccomandazioni<br />

al figlio piccolo. Ricordandogli alcune<br />

regole di buona educazione,<br />

gli dice: «Mi raccomando: fammi<br />

fare bella figura!», oppure: «Non<br />

farmi fare brutta figura!». Immaginate,<br />

invece, che a quel ricevimento<br />

il bambino ne combini<br />

qualcuna delle sue: la madre resta<br />

sconvolta perché il comportamento<br />

del bambino le fa fare brutta figura,<br />

perché agli occhi degli altri<br />

sembra che lei non l’abbia educato.<br />

Chi vede il bambino comportarsi<br />

in quel modo può pensare che sua<br />

madre avrebbe dovuto insegnargli<br />

meglio certe norme di comportamento.<br />

La colpa, quindi, viene attribuita<br />

alla madre.<br />

Riprendendo l’espressione «sia<br />

santificato il tuo nome», con un linguaggio<br />

più semplice, si potrebbe<br />

tradurla così: «Signore, fa’ che non<br />

ti faccia fare brutta figura», perché<br />

so che con il mio comportamento<br />

posso rischiare di farti fare brutta<br />

figura. Infatti, mentre guardano<br />

me, a come io mi comporto, pensano<br />

a Dio. Il mio comportamento,<br />

la mia parola, i miei gesti, il mio<br />

modo di fare, proprio perché sono<br />

cristiano, «parlano» di lui. Il mio<br />

comportamento negativo non riguarda<br />

solo me, ma fa fare brutta<br />

figura anche a Dio, getta un’ombra<br />

di disonore su di lui. In quanto cristiano,<br />

io sono un «segno» di Dio<br />

per il mondo. Il mondo non può<br />

vedere Dio, vede me e, guardando<br />

me, che cosa pensa di Dio? Se ne<br />

fa un’idea buona o un’idea cattiva?<br />

Allora, dal momento che riconosco<br />

di non essere all’altezza,<br />

chiedo: «Padre nostro, sia santificato<br />

il tuo nome»: cioè, fa’ che<br />

possa mostrare bene il tuo santo<br />

nome, che possa farti fare bella<br />

figura, che possano vedere le mie<br />

opere buone in modo da rendere<br />

gloria a te, che siano portati ad avvicinarsi<br />

a te!<br />

Noi, come Chiesa, siamo non<br />

solo il segno, ma una delle «prove»<br />

di Dio. Perché la dimostrazione<br />

di Dio si ha anche attraverso<br />

l’esperienza concreta della nostra<br />

vita. L’esistenza della Chiesa – nella<br />

misura in cui vive come comunione,<br />

come comunità di persone<br />

che si amano – è la prova di Dio!<br />

Parlando ai suoi discepoli, Gesù<br />

spiega bene tale nostra responsabilità.<br />

Dice: «Voi siete il sale della<br />

terra; ma se il sale perdesse il sapore,<br />

con che cosa lo si potrà rendere<br />

salato? A null’altro serve che<br />

a essere gettato via e calpestato<br />

dagli uomini. Voi siete la luce del<br />

mondo; non può restare nascosta<br />

una città collocata sopra un monte,<br />

né si accende una lucerna per<br />

metterla sotto il moggio, ma sopra<br />

il lucerniere perché faccia luce a<br />

tutti quelli che sono nella casa. Così<br />

risplenda la vostra luce davanti<br />

agli uomini, perché vedano le vostre<br />

opere buone e rendano gloria<br />

al vostro Padre che è nei cieli» (Mt<br />

5,13-16). P<br />

(3–continua. Le puntate precedenti sono<br />

state pubblicate in Portavoce 1/2016 e<br />

3/2016)<br />

22 | Portavoce | <strong>marzo</strong> <strong>2017</strong>

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!