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ollettino dell’associazione il pentagono In sommario – pagina 2 IL PENTAGONO Marzo Aprile 2017 La ricostruzione di Livorno nel dopoguerra SOMMARIO: pg. 3: In storia Le Leggi Livornine 1591-1593 pg. 4: In rassegna stampa Siamo la piccola EUR pg. 5: In storia La ricostruzione di Livorno nel dopoguerra pg. 8: In storia Santa Giulia. Un mistero svelato pg. 11: In arte Performance artistica di P. Pasquinelli pg. 12: In libreria Raccolta di istantanee livornesi pg. 14: In arte Enrico Bacci, un livornese alla Casa Bianca pg. 15: In mostra David Fedi in arte ZEB pg. 16: In libreria La nascita di Pisornopolis pg. 18: In DVD Mare matto pg. 19: In storia Osmana Benetti Benifei (1923 - 2016) pg. 20: In città Una lapide per Pietro Mascagni pg. 22: In archivio Il fondo librario Martino Friedman La casa editrice Donnino è nata a Livorno, nel 2004, con il proposito di dare spazio alle ricerche storiche in ambito locale. Autori: Gaetano Ciccone, Lina Sturmann Ciccone In questo spazio, pubblichiamo, senza didascalia, delle vecchie foto di Livorno con le immagini di palazzi, canali e strade oggi purtroppo scomparse. Sapete dirci: Il nome della via? Il nome della chiesa sulla sinistra? Perché la chiesa aveva quel nome? Perché la chiesa non c’è più? pentagono@granducato.com MONDI POSSIBILI RICCARDO UBERTI 11 Marzo - 8 Aprile Villa Fabbricotti - LIVORNO FOTO RICCARDO ROSSI Gli articoli firmati rispecchiano unicamente le opinioni degli autori La foto qui a destra e le altre immagini pubblicate su IL PENTAGONO sono state create in Italia (o in territorio italiano) e sono ora di pubblico dominio poiché il loro copyright è scaduto. Infatti secondo la Legge 22 aprile 1941 n. 633, modificata dalla legge 22 maggio 2004, n. 128 articolo 87 e articolo 92, le foto generiche e prive di carattere artistico e le riproduzioni di opere dell'arte figurativa divengono di pubblico dominio a partire dall'inizio dell'anno solare seguente al compimento del ventesimo anno dalla data di produzione. scrivi alla redazione: pentagono@granducato.com redazione@granducato.com IL PENTAGONO bollettino dell’associazione legblu ATstudio di Marzocchi Carlo Borgo dei Cappuccini,27 57126 Livorno 329 0152 998
ollettino dell’associazione il pentagono In storia – pagina 3 "Le Livornine del 1591 e del 1593", trascrizioni a cura di Paolo Castignoli. Stampato e pubblicato nel 1987, è un documento che ci spiega il contesto storico, il significato dei "privilegi", gli scopi e gli obiettivi che il Granduca si prefiggeva di raggiungere. La legge livornina del 1591 si compone di due parti, uno schema che ritroveremo anche nella seconda stesura del 1593. La prima parte comprende la presentazione: "DON FERDINANDO Medici per la Dio gratia Gran Duca di Toscana..."; Il saluto: "A tutti voi mercanti di qualsivoglia natione..."; Il preambolo: "...essendo noi mossi da degni rispetti..."; Le concessioni: "concediamo .... libero e amplissimo salvacondotto". La seconda parte si rivolge invece principalmente agli Ebrei: "Vi concediamo, che possiate tenere in detta Citta' di Pisa, e' terra di Livorno, una Sinagoga..." e ancora "Concediamo licentia, e' faculta' di poter tener libri di ogni sorte stampati, e a penna, in hebraico...". Le leggi furono trascritte nel quarto dei Libri dei Privilegi, conservati presso l'Archivio di Stato di Firenze, ed avevano a tutti gli effetti valore di legge. Le leggi livornine furono una iniziativa volta a favorire l’arrivo di esperti mercanti di diverse nazionalità e religioni affinché si insediassero a Pisa e a Livorno, c’era la necessità di trovare nuovi mercati per le manifatture fiorentine e far decollare il nuovo porto di Livorno. L’obiettivo, dichiarato era “ ...il benefitio publico…” per l’Italia, per i sudditi e specialmente per i poveri. In questi ultimi anni le leggi livornine vengono spesso citate/ ricordate quale documento istitutivo della città di Livorno, determinante nello sviluppo della città multietnica, multi religiosa, multirazziale. Un modello di democrazia che favorisce l'integrazione tra razze diverse, quasi una costituzione democratica, ma non è così. Le finalità delle Leggi livornine erano lo sviluppo commerciale, economico, della “Città di Pisa e Porto e scalo di Livorno” (obiettivo per altro pienamente raggiunto) e non certo quello di favorire l’integrazione e l'interazione sociale tra comunità diverse. Con le “livornine” NON si stabilivano delle libertà e dei diritti individuali ma dei privilegi, delle concessioni (che potevano quindi essere revocate) a dei gruppi etnici/religiosi, cioè a delle corporazioni chiamate all'epoca ‘Nazioni’. La conferma di questo progetto politico appare chiaramente da una lettura attenta di tutti gli articoli, in particolare riporto la trascrizione dell’art. 29 dei “Privilegi” del 1591: "Vi concediamo che i vostri schiavi che porterete et condurrete nella detta nostra città et luoghi come di sopra non possino havere libertà da suoi patroni se prima non pagaranno al patrone il valore di essi el giusto prezzo". Concessione confermata all’art. 27 nella successiva “Ampliatione” del 1593: "Vi concediamo che li vostri schiavi non possino haver libertà". Appare quindi improbabile, insostenibile una Livorno melting pot (termine anglosassone con il quale si definisce una società multirazziale) quando si permette, anzi si garantisce, che un essere umano portato a Livorno continuerà a vivere in condizioni di schiavitù. Nell'ultimo incontro mensile con la direzione dell'Archivio di Stato di Livorno la nostra associazione “Il Pentagono” ha proposto un evento/convegno per ‘ripresentare’ dopo trent'anni (1987-2017) questa importante pubblicazione e per ricordare la figura del dott. Paolo Castignoli, uno dei più importanti uomini di cultura della nostra città.
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