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cooperativa - ambm

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luglio 2007<br />

tanto pesanti da informicolire le dita. Ma<br />

tutte le donne li usano, anche quelle che<br />

hanno sostituito la borsa con un carrellino<br />

a rotelle, con un comodo manico e una<br />

capiente sacca di stoffa dal disegno vagamente<br />

scozzese: nella sacca ripongono i<br />

sacchetti di plastica pieni e poi, camminando<br />

di sbieco, trascinano sino a casa il<br />

carrello. Così non s’indolenziscono le dita.<br />

Ma da una certa età in poi camminare di<br />

sbieco non fa bene ai muscoli e favorisce<br />

l’artrosi, soprattutto cervicale.<br />

In alcune bancarelle di frutta e verdura<br />

c’è la coda, in altre no. Mi soffermo<br />

per capire perché. Guardo i prezzi: non<br />

c’è differenza; la qualità di mele finocchi<br />

fragole insalate pare la stessa;<br />

entrambi i fruttivendoli sono svelti nel<br />

pesare la merce e riempire i sacchetti.<br />

Allora, perché a un banco c’è la coda e<br />

all’altro no? Perché dove c’è la coda il<br />

fruttivendolo sorride affabilmente e tra<br />

un sacchetto e l’altro fa un complimento<br />

alla signora che sta servendo<br />

(“Pecàa, sciura, che sun gemò spusàa,<br />

se no stasera la purtarisi a balàa”).<br />

L’altro fruttivendolo invece parla a<br />

denti stretti, con un’aria ingrugnita. E<br />

Sopra e a destra<br />

bancarelle del mercato<br />

di via Val di Ledro<br />

VITA DI QUARTIERE Niguarda<br />

se non bastasse, non prende nemmeno<br />

una mela tra quelle belle davanti: prende<br />

solo quelle dietro, ingrugnite come<br />

la sua faccia.<br />

Perché si dice che al mercato si va per<br />

fare la spesa e nei negozi del centro per<br />

fare shopping? Forse perché nel primo<br />

caso è sotteso un dovere e nel secondo<br />

un piacere? Oppure perché sono diverse<br />

le classi - nel senso marxiano - delle<br />

persone che usano i due diversi modi di<br />

dire? Non ne sono sicuro, ma ho l’impressione<br />

che le signore che fanno<br />

Iniziativa benefica al Centro Achille Ghiglione<br />

Contro la distrofia muscolare<br />

La sezione milanese dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia<br />

Muscolare ringrazia la Società Edificatrice Niguarda e tutti i<br />

cittadini che, dal 29 al 31 marzo, hanno voluto contribuire all’inizitiva<br />

“Aiuta con Dolcezza a Combattere le Distrofie Muscolari”.<br />

La manifestazione benefica, che si è svolta presso la Sala<br />

Ghiglione, ha portato alla raccolta di 1763 Euro, che verran-<br />

2007<br />

dalla nostra<br />

<strong>cooperativa</strong> <strong>cooperativa</strong><br />

shopping vadano raramente al mercato<br />

e che le donne che vanno al mercato<br />

raramente facciano shopping.<br />

Quello dei salumi e formaggi non è una<br />

bancarella, ma un furgone a pancia semiaperta,<br />

colma di forme di parmigiano-reggiano<br />

(o è grana padano?), di gruviera e<br />

casera, di mortadelle di fegato, salsicce e<br />

salame felino. E di gorgonzola.<br />

Ricordo che da piccolo - avevo sei, forse<br />

sette anni - ogni martedì andavo con mia<br />

madre al mercato e lo compravamo sempre,<br />

per mangiarlo dopo la minestra<br />

(carne solo la domenica: un pezzetto di<br />

biancostato, indispensabile secondo mio<br />

padre per il brodo del risotto). Allora, il<br />

gorgonzola costava 25 lire l’etto. Con il<br />

salario di mio padre - 27.000 lire al<br />

mese - si sarebbe potuto comprarne 108<br />

chili. Oggi, è meno gustoso di quello<br />

d’allora e costa più o meno 12 euro l’etto:<br />

con uno stipendio o pensione di<br />

1.700 euro - che a più d’uno non sembrerà<br />

poco - si potrebbe comprarne solo<br />

14 chili e mezzo, pressapoco l’85% in<br />

meno di allora.<br />

Quando intorno al 1720 Giambattista<br />

Vico nel suo libro Principi di una scienza<br />

nuova d’intorno alla commune natura<br />

delle Nazioni elaborò la teoria dei corsi e<br />

ricorsi storici - banalizzabile nel detto “la<br />

storia si ripete” -, dimenticò di scrivere<br />

che ogni volta che si ripete aumentano i<br />

prezzi, anche al mercato.<br />

no impiegati per sostenere il progetto per l’apertura del<br />

“Centro Clinico Nemo”, che sorgerà presso l’Ospedale<br />

Niguarda di Milano.<br />

Un ringraziamento particolare va al Presidente Giovanni Poletti e<br />

alla Dott.ssa Paola Cavaleri per la collaborazione e la disponbilità<br />

che hanno dimostrato nel sostenere e promuovere l’inziativa.<br />

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