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Messaggero_di_sant_Antonio__Luglio-Agosto_2017

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UOMO<br />

E SOCIETÀ<br />

SUDAMERICA<br />

Tra recessione<br />

e guerra civile<br />

La crisi più drammatica<br />

è quella che sta vivendo<br />

il Venezuela. Il Paese<br />

è stretto dalla morsa<br />

della recessione<br />

e <strong>di</strong> una «guerra<br />

civile istituzionale<br />

a bassa intensità» tra<br />

Parlamento e governo<br />

del presidente Maduro.<br />

Nella foto, alcuni<br />

scontri, lo scorso<br />

maggio, durante<br />

manifestazioni<br />

antigovernative.<br />

no la Santa Sede ha accettato il<br />

ruolo <strong>di</strong> «facilitatore» nel <strong>di</strong>alogo<br />

tra governo e opposizione<br />

promosso dall’Unione degli<br />

Stati sudamericani (Unasur).<br />

L’arroccamento delle parti sulle<br />

reciproche posizioni ha fatto,<br />

però, naufragare il processo.<br />

Purtroppo, nei mesi successivi,<br />

la tensione s’è ulteriormente<br />

intensificata. Il 29<br />

marzo, la sentenza 156 dell’Alta<br />

Corte ha esautorato l’organo<br />

parlamentare dalle sue funzioni<br />

per «oltraggio». Nonostante<br />

la contestatissima misura sia<br />

stata ritirata due giorni dopo,<br />

il tentativo <strong>di</strong> colpo <strong>di</strong> mano<br />

ha scatenato l’ira dell’opposizione,<br />

riunita nella Mesa de<br />

Unidad Democrática (Mud). Le<br />

proteste <strong>di</strong> piazza, inaugurate<br />

dallo scontro del 4 aprile,<br />

sono tuttora in corso, con un<br />

bilancio <strong>di</strong> almeno quaranta<br />

vittime.<br />

Caos in Messico<br />

e America Centrale<br />

Non meno grave è il caos,<br />

ormai cronico, in Messico e<br />

America Centrale, dove la violenza<br />

inau<strong>di</strong>ta – è da anni la<br />

regione più pericolosa al mondo<br />

– svela il dramma <strong>di</strong> una<br />

politica «ostaggio» <strong>di</strong> potenti<br />

gruppi criminali transnazionali.<br />

Con poche eccezioni, dal<br />

Rio Bravo alla Terra del Fuoco,<br />

l’America Latina ribolle.<br />

La tentazione <strong>di</strong> leggere la crisi<br />

attuale come un regresso al<br />

passato è forte. E, ancor più,<br />

quella <strong>di</strong> interpretarla in base<br />

allo schema «rivoluzione–<br />

controrivoluzione–<strong>di</strong>ttatura»<br />

(marxista in senso lato la<br />

prima e spesso con contributo<br />

esterno la seconda), proprio<br />

del Novecento.<br />

Lo spettro<br />

della <strong>di</strong>seguaglianza<br />

Il panorama internazionale,<br />

però, è mutato. Il muro <strong>di</strong><br />

Berlino è crollato. E con esso<br />

anche i suoi ostinati «derivati»<br />

dall’altro lato dell’Atlantico.<br />

Il 17 <strong>di</strong>cembre 2014 – dopo<br />

oltre mezzo secolo –, Cuba<br />

e gli Stati Uniti hanno riallacciato<br />

i rapporti <strong>di</strong>plomatici<br />

spezzati dalla Guerra Fredda.<br />

Lo scorso primo <strong>di</strong>cembre,<br />

il governo colombiano e<br />

la principale guerriglia d’ispirazione<br />

marxista, le Fuerzas<br />

Armadas Revolucionarias de<br />

Colombia (Farc), hanno messo<br />

fine a cinquantadue anni<br />

<strong>di</strong> ostilità. Un’ulteriore cesura<br />

è rappresentata dall’irruzione<br />

alla Casa Bianca <strong>di</strong> Donald<br />

Trump, del tutto <strong>di</strong>sinteressato<br />

– a parte l’ossessione<br />

del muro per fermare i migranti<br />

– alle questioni latinoamericane.<br />

Le «crisi novecentesche» sono<br />

ormai giunte al capolinea.<br />

FEDERICO PARRA / AFP / GETTY IMAGES<br />

A sopravvivere sono, semmai,<br />

le cause che le avevano<br />

provocate. Amplificate da decenni<br />

<strong>di</strong> «soluzioni-tampone»<br />

a colpi <strong>di</strong> repressione o<br />

<strong>di</strong>ttature. La pseudo-terapia,<br />

tuttavia, non ha fatto che accrescere<br />

il male. Né il boom<br />

ha potuto curarlo. Accelerati<br />

dall’effetto-globalizzazione,<br />

ora i no<strong>di</strong> irrisolti stanno<br />

venendo al pettine. In primis,<br />

la cronica fragilità delle istituzioni.<br />

La fine dei regimi e<br />

dei conflitti civili, inoltre, ha<br />

lasciato <strong>di</strong>soccupati una serie<br />

<strong>di</strong> gruppi paramilitari addestrati<br />

alla violenza e forniti<br />

<strong>di</strong> ogni genere <strong>di</strong> armi. Assuefatti<br />

all’impunità, questi si<br />

sono facilmente riciclati sul<br />

mercato criminale, rafforzando<br />

le mafie emergenti.<br />

Altro dramma irrisolto è la<br />

<strong>di</strong>seguaglianza feroce. Nonostante<br />

i recenti progressi, l’America<br />

Latina è ancora la regione<br />

con maggior <strong>di</strong>slivello<br />

tra ricchi e poveri. Poiché<br />

la politica tributaria prevede<br />

imposte bassissime su patrimoni<br />

e transazioni finanziarie,<br />

gran parte della ricchezza<br />

prodotta dal boom è rimasta<br />

intrappolata nelle tasche <strong>di</strong><br />

pochi privilegiati. È questo<br />

mix <strong>di</strong> fattori che alimenta la<br />

turbolenza attuale. I cui esiti<br />

non sono per niente scontati.<br />

I cent’anni <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne, però,<br />

sono finiti.<br />

<br />

M ESSAGGERO DI SANT’ A NTONIO<br />

20 | EDIZIONE I TALIANA P ER L ’ ESTERO - 0 7 - 0 8 / 1 7

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