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FuoriAsse#20

Officina della cultura

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mento del discorso, riuscii, con sotterfugi<br />

teatrali, a disinnescare quello che poteva<br />

rappresentare il funesto prologo di una<br />

giornata speciale.<br />

In effetti arrivammo a Catania alle sei<br />

e mezzo e aspettammo parecchio davanti<br />

al cancello del Distretto militare che si<br />

popolò di ragazzi almeno dopo un’ora.<br />

Finalmente alle otto precise le ante di<br />

quel cancello si aprirono e, come tante<br />

lepri in preda all’istinto di scappare davanti<br />

al cacciatore, tutti i ragazzi si assembrarono<br />

nel cortile antistante gli<br />

uffici.<br />

Dopo un’estenuante attesa sotto il sole,<br />

fui chiamato anch’io e indirizzato verso<br />

un lungo corridoio e, da lì, in un salone<br />

del tutto disadorno che faceva da cassa<br />

di risonanza ad ogni parola che si<br />

pronunciava.<br />

Entrando, trovai uno spettacolo indecoroso:<br />

dritti come salamini ad essiccare<br />

tanti ragazzi nudi erano nell’attesa di<br />

essere passati in rassegna da un gruppo<br />

di graduati con camice bianco.<br />

Quei medici o pseudo tali, ma certamente<br />

senza alcun obbligo deontologico, “cantavano<br />

ai quattro venti” e ironizzavano sul -<br />

le patologie più o meno serie o più o meno<br />

veritiere che quei ragazzi asserivano di<br />

patire.<br />

A quella vista rimasi impietrito e d’istinto,<br />

mi distaccai dal gruppo, come per<br />

volerne dichiarare la mia estraneità.<br />

Aspettai il mio turno con fibrillazione ma<br />

assolutamente vestito.<br />

Nel momento in cui quel plotone mi fu<br />

dinanzi, e alcuni già mi scrutavano con<br />

sospetto e indispettiti per quello che sembrava<br />

essere un mio palese atto di sfida,<br />

affiorò in loro e come d’incanto quella<br />

professionalità che proprio da quella<br />

categoria di professionisti, tutti vorremmo<br />

che mai venisse meno: l’ampia documentazione<br />

che avevamo consegnato<br />

all’arrivo, e che ora stavano valutando,<br />

produceva quella trasformazione.<br />

Non vollero riscontrare neppure quanto<br />

stavano leggendo da quelle certificazioni<br />

e, all’uscita della caserma sventolai quel<br />

certificato di riforma come trofeo talché<br />

alcuni ragazzi ignari certamente di<br />

quanto ci avrebbero rimesso me ne<br />

invidiarono il possesso.<br />

Ritornato alla vita di sempre, quel modo<br />

di dire “chiodo scaccia chiodo” alludendo<br />

all’attenzione per Franca per dimenticare<br />

Gemma, riaffiorò fra le mie priorità<br />

del momento.<br />

Volevo approfondire, infatti, la sua conoscenza,<br />

non tanto per motivi affettivi,<br />

quanto per liberarmi di quel “fantasma”,<br />

che ritornava di continuo e alquanto<br />

vigoroso.<br />

Sapevo che Franca era innamorata di<br />

Rosario e sapevo anche che lui non voleva<br />

proprio saperne, anche perché già<br />

innamorato (si fa per dire) di un’altra.<br />

Rosario frequentava l’Istituto d’Arte e<br />

divenimmo in poco tempo ottimi amici.<br />

La nostra amicizia si rafforzò ancora di<br />

più quando ebbe a confidarmi un suo<br />

intimo e personale segreto: a seguito di<br />

un incidente stradale, aveva subito l’am -<br />

putazione di un piede fino all’altezza del<br />

ginocchio e deambulava per mezzo di<br />

una protesi, ma così perfetta che non<br />

lasciava trasparire nulla d’anomalo<br />

all’esterno.<br />

Quel ragazzo, apparentemente spensierato,<br />

in effetti, conviveva con un problema<br />

grave che certamente lo limitava e<br />

forse riusciva anche a condizionarlo.<br />

Franca abitava in un paesino di poche<br />

anime, dedite sopratutto alla redditizia<br />

attività della coltivazione in serre d’ogni<br />

sorta d’ortaggi. Era una ragazza semplice<br />

e certamente abituata a non pochi<br />

sacrifici. La notai presso lo stesso bar<br />

dove ogni giorno aspettavo mio fratello<br />

all’uscita dalla scuola e dove anche<br />

lei aspettava l’ora di rientro in classe<br />

dovendo come me fare due rientri<br />

settimanali.<br />

FUOR ASSE<br />

24 Riflessi Metropolitani

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