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Novembre 17

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LIVORNOnonstop è...<br />

8<br />

amarcord<br />

da pag. 7<br />

stata in “tariffa R”, ovvero a<br />

carico del Giornalino.<br />

All’indimenticato Vinicio Saltini<br />

capitò ancora di peggio,<br />

in occasione di un Cesena-<br />

Livorno, del 4 dicembre 1960,<br />

che vide la schiacciante vittoria<br />

degli amaranto per 3-0.<br />

Non essendo disponile per la<br />

trasferta Tognetti, Giovanni<br />

Lucchesi si affidò all’amicizia<br />

di Vinicio dicendogli se<br />

poteva effettuare i fatidici<br />

quattro collegamenti telefonici.<br />

Ebbene, il buon “Cicio”,<br />

che era inviato per Il Tirreno,<br />

per mantenere fede all’impegno<br />

con il Giornalino,<br />

non vide addirittura neppure<br />

un gol! Cosa successe? All’inizio<br />

della partita scese<br />

dalla tribuna per raggiungere<br />

la postazione telefonica che<br />

era collocata in una saletta.<br />

Il tempo di trovare l’assistente<br />

per farsi aprire la porta<br />

chiusa a chiave, chiamare la<br />

centralinista per la prenotazione<br />

in tariffa R, evidenziando<br />

l’urgenza trattandosi di<br />

servizio stampa, e, poi, dopo<br />

minuti di trepida attesa, finalmente,<br />

comunicare a Giovannino<br />

all’altro capo del telefono<br />

le formazioni scese in<br />

campo. Non fa in tempo a<br />

leggerle che sente un boato,<br />

sordo però. Torna velocemente<br />

in tribuna, vede il Cesena<br />

che batte la palla al<br />

centro e quindi realizza che<br />

il Livorno è in vantaggio. La<br />

conferma gli viene dall’abbraccio<br />

del vice presidente<br />

della società amaranto, dottor<br />

Gino Romano, e dal segretario<br />

Ottorino Giacomelli.<br />

Aveva segnato Lodi. Alla<br />

mezzora scende per la seconda<br />

telefonata e capita la<br />

stessa situazione: boato sordo,<br />

scalini saliti d’un balzo,<br />

palla al centro e nuovo abbraccio<br />

con i due dirigenti<br />

amaranto. 2-0 e gol, questa<br />

volta, di Gratton. Sembra incredibile<br />

ma la scena si ripete<br />

identica per la terza segnatura,<br />

con ancora Gratton<br />

protagonista. Roba da matti!<br />

Franco Ferretti, inviato del Giornalino,<br />

che guardava le partita sempre<br />

in piedi sulle scale, pronto a scattare<br />

per rispondere al telefono.<br />

Una partita che finisce con tre<br />

gol e l’«inviato» che neppure<br />

riesce a vederne l’ombra. Il<br />

giorno dopo seguì l’inevitabile<br />

incazzatura con Giovannino<br />

e il monito di “Mai e mai<br />

più chiedermi un favore del<br />

genere”. Poi, col tempo, riparlando<br />

dell’episodio, tra uno<br />

sfottò e l’altro, il buon ‘Cicio’<br />

disse che sarebbe stato pronto<br />

a dare una mano in caso<br />

di emergenza, a patto però<br />

che il risultato finale fosse<br />

stato lo stesso.<br />

In altre occasioni, quando Tognetti<br />

era indisponibile, Giovanni<br />

Lucchesi si affidò ad altri<br />

giornalisti che all’epoca seguivano<br />

costantemente il Livorno,<br />

ovvero ai compianti<br />

Bruno Castagnoli (La Nazione),<br />

Ulisse Cerri (Paese<br />

sera), Sergio Benincasa, Ermanno<br />

Benedetti e Mario<br />

Ferretti (quest’ultimi tre del<br />

Tirreno anche se Benedetti<br />

era pure la “penna” di Stadio).<br />

Proprio in questi giorni se ne<br />

è andato un’altra grande firma<br />

del giornalismo nostrano,<br />

quel Gino Bacci (gran carriera<br />

poi nella redazione di Tuttosport)<br />

che pure qualche volta<br />

ha “dato una mano” a quelli<br />

del Giornalino.<br />

Mariolino Tognetti è rimasto<br />

in sella per oltre vent’anni, a<br />

partire dalla fine degli anni<br />

Cinquanta. Poi il testimone<br />

passò a Franco Ferretti, altro<br />

tipo disinvolto, che levava<br />

il …fumo dalle schiacciate<br />

quando c’era da disimpegnarsi,<br />

in sella per un altro<br />

ventennio, su è giù per tutta<br />

la penisola, col solo rimborso<br />

spese. Già, perché al<br />

Giornalino si lavorava solo per<br />

la passione e l’amore per i<br />

colori amaranto, non certo<br />

per fare quattrini. Anzi, spesse<br />

volte, gli inviati si dovevano<br />

frugare!<br />

Con l’acquisto della linotype<br />

da parte della vecchia Pozzolini<br />

(con gli anni cambiò<br />

varie denominazioni, da Ellegi<br />

a Grafica Duemila a Novastampa),<br />

i tempi di uscita del<br />

Giornalino furono ulteriormente<br />

ridotti, mentre aumentò la<br />

tiratura. Il record fu quello<br />

delle 3000 copie, nel campionato<br />

1969/70 di serie B quando<br />

a Puccinelli subentrò alla<br />

guida tecnica Armando Picchi.<br />

Il “buon” Armandino riuscì<br />

nell’impresa di rivitalizzare<br />

la squadra portandola nella<br />

zona alta della classifica,<br />

grazie a dodici risultati utili<br />

consecutivi da gennaio a<br />

aprile, facendo addirittura<br />

sognare i tifosi per la promozione<br />

in serie A. Sogno che<br />

poi svanì nella parte conclusiva<br />

della stagione.<br />

Il Giornalino e il Chiosco Balloni<br />

erano ormai divenuti parte<br />

integrante e protagonisti<br />

delle domeniche pomeriggio<br />

cittadine. Tradizionale divenne<br />

anche l’esposizione della<br />

bandiera da parte dei coniugi<br />

Balloni, e poi dal figlio<br />

Franco, un segno distintivo<br />

che faceva cambiare di umore<br />

gli sportivi al loro ingresso<br />

in piazza Cavour. Di cosa si<br />

trattava? Se al chiosco era<br />

appesa la bandiera amaranto<br />

significava che il Livorno<br />

aveva vinto. Ma anche in<br />

caso di pareggio, però in trasferta,<br />

il risultato veniva considerato<br />

positivo per i nostri<br />

colori e puntualmente veniva<br />

esposto il vessillo. “Addio,<br />

non c’è la bandiera!”: questa<br />

invece l’espressione d’istinto<br />

dello sportivo, ancor prima<br />

di leggere il Giornalino,<br />

quando da lontano non scorgeva<br />

il drappo amaranto, accompagnato<br />

da “moccoli” e<br />

dallo sgomento più assoluto.<br />

Significava che il Livorno<br />

aveva perso o pareggiato in<br />

casa.<br />

segue a pag. 9<br />

<strong>17</strong>.1.1982: Franco Ferretti, inviato de Il Giornalino, con i colleghi Mario<br />

Ferretti (Il Tirreno), Bruno Castagnoli (La Nazione) e il presidente del Livorno<br />

Corasco Martelli ripresi a Caserta poco prima di Casertana-Livorno.

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