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contiene - Il Mattino di Bolzano

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Exibart.onpaper aziende.39<br />

fissati con l'arte<br />

Da una piccola <strong>di</strong>tta familiare negli anni Sessanta ad un gruppo <strong>di</strong> oltre quattrocento aziende in tutto il mondo.<br />

Dal primo acquerello <strong>di</strong> Nolde ad una collezione <strong>di</strong> oltre ottomila pezzi. Sbarca a Roma, con un nuovo museo, il<br />

re dei sistemi <strong>di</strong> fissaggio, Reinhold Würth. Ecco la sua storia…<br />

�� Settantadue anni, rigorosamente<br />

tedesco. Nella fisionomia,<br />

negli occhi azzurri, nei meto<strong>di</strong>,<br />

nella serietà, anche se i capelli<br />

scompigliati gli danno un'aria da<br />

filosofo esistenzialista più che da<br />

magnate d'impresa. Una grande<br />

passione per l'arte, cominciata<br />

negli anni Sessanta con Emil<br />

Nolde e l'Espressionismo tedesco,<br />

poi proseguita fino al contemporaneo<br />

- Kapoor, Christo,<br />

Baselitz - ma anche volgendo gli<br />

occhi al Rinascimento germanico.<br />

È Reinhold Würth, il magnate dei<br />

bulloni, delle viti, stabilmente tra i<br />

cento uomini più ricchi del mondo,<br />

secondo la classifica stilata ogni<br />

anno da Forbes. Personaggio<br />

assolutamente particolare ed atipico,<br />

ha appena aperto nell'autunno<br />

scorso un museo presso la<br />

sede romana dell'azienda, in cui<br />

dalla fine <strong>di</strong> febbraio (e fino ad<br />

ottobre) sono ospitati i coloratissimi<br />

lavori <strong>di</strong> Hundertwasser, con<br />

un progetto <strong>di</strong> mecenatismo<br />

assolutamente ine<strong>di</strong>to: mettere<br />

l'arte tra i luoghi <strong>di</strong> lavoro. Ma facciamo<br />

un passo in<strong>di</strong>etro.<br />

È il 1954 quando Reinhold<br />

Würth, neanche ventenne, inizia a<br />

lavorare nell'azienda paterna che<br />

si occupa <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta all'ingrosso <strong>di</strong><br />

viti e bulloni. In un contesto industriale<br />

caratterizzato dalla forte<br />

espansione (erano gli anni della<br />

ricostruzione postbellica, segnati<br />

da tassi <strong>di</strong> crescita a due cifre<br />

nella Repubblica Federale<br />

Tedesca) e grazie alle capacità<br />

del giovane Reinhold, nel giro <strong>di</strong><br />

qualche anno l'azienda fa un salto<br />

<strong>di</strong> qualità, cui segue negli anni<br />

Settanta l'apertura delle prime<br />

filiali all'estero. Ora il gruppo, il cui<br />

core business rimane la commercializzazione<br />

<strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> fissaggio,<br />

è presente in più <strong>di</strong> ottanta<br />

paesi, dà lavoro ad oltre quarantacinquemila<br />

<strong>di</strong>pendenti ed è una<br />

delle più importanti realtà industriali<br />

della Germania.<br />

Potremmo <strong>di</strong>re che la passione<br />

per l'arte abbia seguito, quasi<br />

parallelamente, l'espansione dell'impresa.<br />

Negli anni Sessanta<br />

infatti Würth si appassiona all'arte<br />

ed inizia una vera e propria<br />

campagna acquisti, guidato "un<br />

po' dall'intuito, un po' dal gusto<br />

personale, un po' dalla storia dell'arte<br />

del mio paese". Si tratta <strong>di</strong><br />

una passione essenzialmente<br />

verso le singole opere, senza una<br />

linea precisa o una volontà <strong>di</strong> portare<br />

a compimento un<br />

progetto culturale<br />

forte - come ad esempio<br />

è il caso <strong>di</strong> Panza <strong>di</strong><br />

Biumo - da cui si evince<br />

il sincero e spontaneo<br />

trasporto per l'oggetto,<br />

alimentato da<br />

null'altro che il piacere<br />

personale. I primi<br />

amori sono<br />

l'Espressionismo<br />

Tedesco ed il gruppo<br />

Die Brücke, con opere<br />

<strong>di</strong> Max Liebermann, Ernst<br />

Ludwig Kirchner, Emil Nolde,<br />

Max Beckmann, ma anche autori<br />

come Edvard Munch e "qualcuno<br />

dei postimpressionisti francesi".<br />

Successivamente Würth comincia<br />

a sentire il fascino dell'astrat-<br />

to, nei particolari della cosiddetta<br />

École de Paris e dei pittori attivi a<br />

partire dagli anni Quaranta<br />

(Serge Poliakoff, Alberto<br />

Magnelli, Sonia Delaunay, Victor<br />

Vasarely, Franišek Kupka, Hans<br />

Hartung, Max Bill, Josef Albers),<br />

e a partire dagli anni Ottanta inizia<br />

a collezionare con una certa frequenza<br />

la scultura, tra cui spiccano<br />

una monumentale opera <strong>di</strong><br />

Henry Moore <strong>di</strong> oltre cinque<br />

metri <strong>di</strong> altezza e lavori <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> Tony Cragg e Anish<br />

Kapoor. Ma la passione fondamentale<br />

resta e resterà la pittura,<br />

anche nelle declinazioni neofigurative<br />

europee come i<br />

Neoespressionisti tedeschi e la<br />

Transavanguar<strong>di</strong>a. "Quando una<br />

persona colleziona arte da trenta<br />

o quarant'anni sviluppa un metodo<br />

personale sicuro per <strong>di</strong>re che<br />

cosa sia o non sia, per lui, la qualità<br />

nell'arte". Lontano infatti dall'idea<br />

enciclope<strong>di</strong>ca che hanno per<br />

esempio altri collezionisti abili<br />

invece a fare scelte più in linea<br />

con dettami storico-museali (ve<strong>di</strong><br />

Pinault) Würth ci racconta che<br />

comunque in una vita <strong>di</strong> collezionismo<br />

"ci sono anche scelte sbagliate,<br />

anche se non ho mai rivenduto<br />

un pezzo".<br />

<strong>Il</strong> progetto <strong>di</strong> fondere insieme<br />

mondo dell'arte con quello aziendale<br />

gli viene invece a metà degli<br />

anni '80, quando si presenta la<br />

necessità <strong>di</strong> costruire la nuova<br />

sede centrale <strong>di</strong> Kunzelsau. In<br />

quell'occasione viene ban<strong>di</strong>to un<br />

“<br />

L'idea è quin<strong>di</strong> che il<br />

mondo del lavoro possa essere<br />

migliorato proprio grazie alle<br />

interazioni positive tra persone<br />

ed oggetto artistico<br />

concorso <strong>di</strong> idee tra architetti<br />

(vinto dal duo Siegfried Muller &<br />

Maja Muller-Djordjevic) e il<br />

magnate decide che parte della<br />

sua collezione avrebbe trovato la<br />

propria degna casa tra le pareti<br />

degli uffici. Da quel momento, tra i<br />

corridoi e le sale dell'azienda, i<br />

<strong>di</strong>pendenti della Würth avrebbero<br />

lavorato convivendo con molti dei<br />

pezzi della sua raccolta. "Vivere e<br />

lavorare circondati da opere è<br />

in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> una grande qualità della<br />

vita", afferma, "tanto più perché <strong>di</strong><br />

tanto in tanto i <strong>di</strong>pendenti vengono<br />

con amici o parenti a fare un<br />

salto in azienda". L'idea è quin<strong>di</strong><br />

che il mondo del lavoro possa<br />

essere migliorato proprio "grazie<br />

alle interazioni positive tra persone<br />

ed oggetto artistico": e non si<br />

pensi quin<strong>di</strong> solo ad una <strong>di</strong>sincantata<br />

filantropia dato che rendere<br />

un ambiente lavorativo piacevole<br />

è un modo per stimolare l'efficienza<br />

e la produttività, "conferisce un<br />

orgoglio aziendale con delle ricadute<br />

<strong>di</strong>rette sulla motivazione".<br />

Ed inoltre è centrale il<br />

fatto che un'impresa<br />

caratterizzata da una<br />

forte presenza nel settore<br />

artistico può portare<br />

a delle ricadute positive<br />

anche in termini pubblicitari,<br />

come molte delle<br />

aziende più attente stanno<br />

sperimentando<br />

anche in Italia negli ultimi<br />

anni. Si pensi ad<br />

esempio al progetto <strong>di</strong> impacchettamento<br />

della sede aziendale centrale<br />

realizzato da Christo &<br />

Jeanne-Claude nel 1995 (con<br />

un'importante appen<strong>di</strong>ce musicale<br />

affidata a Philip Glass), che è<br />

stato un evento seguitissimo dai<br />

me<strong>di</strong>a e dal pubblico, e che ha sviluppato<br />

ricadute pubblicitarie stimate<br />

dai manager del gruppo sui<br />

cento milioni <strong>di</strong> vecchi marchi<br />

tedeschi. Ora l'e<strong>di</strong>ficio è visitato<br />

ogni anno da oltre centosessantamila<br />

persone, sono stati creati<br />

book shop, stu<strong>di</strong>ate linee <strong>di</strong> merchan<strong>di</strong>sing,<br />

creati appositi programmi<br />

educativi per l'infanzia.<br />

È in questa ottica che è stato<br />

aperto nel 2007 anche il Würth<br />

Art Forum a Capena, appena fuori<br />

Roma, ad ingresso rigorosamente<br />

gratuito, come gli altri musei<br />

europei dell'azienda. Si tratta <strong>di</strong> un<br />

nuovo spazio che, con la formula<br />

cara al fondatore, integra le esi-<br />

info.<br />

Art Forum Würth<br />

Viale della Buona Fortuna, 2<br />

00060 Capena, Loc. Scorano (Rm)<br />

Tel 06 90103800<br />

art.forum@wuerth.it<br />

www.artforumwuerth.it<br />

in alto: Reinhold Würth<br />

a fianco e sotto: La sede della Würth<br />

a Capena<br />

genze d'impresa - essenzialmente<br />

logistiche e <strong>di</strong>rezionali - con quelle<br />

del moderno contenitore per l'arte.<br />

Collocato al <strong>di</strong> fuori dei flussi<br />

turistici <strong>di</strong> massa della Capitale,<br />

è stato pensato per essere facilmente<br />

raggiungibile in auto e per<br />

intercettare un pubblico trasversale<br />

con particolare attenzione<br />

alle famiglie, sulle quali molto si è<br />

puntato sia per le visite guidate<br />

che per la <strong>di</strong>dattica. La mostra<br />

inaugurale è stata Percorsi da<br />

Spitzweg a Baselitz, che ha tracciato<br />

un insolito trait d'union tra<br />

la pittura Biedermaier e i maestri<br />

dell'ultimo Novecento, mentre<br />

fino all'autunno l'Art Forum<br />

ospiterà una complessa antologica<br />

<strong>di</strong> Hundertwasser, figura nota<br />

al grande pubblico anche per il<br />

suo lavoro <strong>di</strong> architetto a Vienna.<br />

Ovviamente, tra le oltre cento<br />

opere, la maggior parte è <strong>di</strong><br />

casa. �<br />

[daniele capra]

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