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1C_La responsabilità civile, penale ed il D.Lgs. 231-01.ppt

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Aggiornamento della Formazione per <strong>il</strong> Dirigente<br />

D.<strong>Lgs</strong>. 9 apr<strong>il</strong>e 2008, n. 81 e s.m.i., art. 37 comma 7<br />

Conferenza Stato – Regioni del 21/12/2011 – G.U. N. 8 del 11/01/2012<br />

Sezione <strong>1C</strong>: Modulo Giuridico e Normatvo<br />

<strong>La</strong> <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> <strong>civ<strong>il</strong>e</strong>, <strong>penale</strong> <strong>ed</strong> <strong>il</strong> D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>-01<br />

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Modulo 1<br />

IL D.LGS. <strong>231</strong>-01<br />

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RESPONSABILITÁ CIVILE E PENALE<br />

Accenni di diritto <strong>penale</strong><br />

Dalla giurisprudenza possiamo sintetizzare riportando i due tipi di<br />

<strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> che possono coinvolgere un individuo:<br />

❑ Penale: <strong>il</strong> fatto ipotizzato dalla norma consiste in una condotta o in un<br />

evento detto reato, che produce, in capo a determinati organi dello Stato, <strong>il</strong><br />

dovere di promuovere l’applicazione, ai soggetti cui condotta od evento<br />

sono attribuiti, di sanzioni, dette pene, che si chiamano ammenda e<br />

arresto (e allora <strong>il</strong> reato è una contravvenzione) oppure multa, reclusione<br />

od ergastolo (<strong>ed</strong> allora <strong>il</strong> reato è un delitto).<br />

❑ Non–<strong>penale</strong>: consistente nella costituzione, a carico dei soggetti autori<br />

di condotte od eventi, o che si trovano in determinate situazioni non<br />

necessariamente di autore con tali fatti, del dovere di compiere<br />

prestazioni di dare o di fare o altre conseguenze negative, diverse dalle<br />

sanzioni penali.<br />

Il termine “non <strong>penale</strong>” vuole in linea di massima comprendere la<br />

<strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> <strong>civ<strong>il</strong>e</strong> da fatto <strong>il</strong>lecito, la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> contrattuale, quella<br />

amministrativa e contab<strong>il</strong>e dell’investito di pubbliche funzioni.<br />

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RESPONSABILITÁ CIVILE E PENALE<br />

Accenni di diritto <strong>penale</strong><br />

<strong>La</strong> <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> <strong>penale</strong> è personale, nel senso che può riguardare “solo<br />

la persona fisica” effettivamente autrice della condotta commissiva od<br />

omissiva punita in quanto tale o perché causa dell’evento previsto come<br />

reato.<br />

Al secondo comma dell'articolo 27 della Costituzione è espresso <strong>il</strong> principio<br />

di presunzione dell’innocenza sino a prova contraria e si rinvia la materia<br />

alla disciplina del codice di proc<strong>ed</strong>ura <strong>penale</strong>. L'art.27 della Costituzione<br />

dispone che le pene non possono essere contrarie al senso di umanità e<br />

devono tendere alla ri<strong>ed</strong>ucazione del condannato: escludendo l'ipotesi di<br />

condanna a morte e prev<strong>ed</strong>endo una corrispondenza, o meglio una<br />

proporzione, tra gravità della pena inferta e gravità del reato commesso<br />

(cosiddetta "misura delle pene", che può essere oggetto del "giudizio di<br />

ragionevolezza" con cui si esprime la Corte Costituzionale.<br />

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RESPONSABILITÁ CIVILE E PENALE<br />

Introduzione<br />

<strong>La</strong> <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> <strong>civ<strong>il</strong>e</strong> a differenza di quella <strong>penale</strong> non è strettamente<br />

personale e ha, quale conseguenza più r<strong>il</strong>evante, l’obbligo di risarcire <strong>il</strong><br />

danno. Anzi, si può ritenere la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> <strong>civ<strong>il</strong>e</strong> come istituto giuridico<br />

integrativo di quello della <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> <strong>penale</strong>, perché essa risponde<br />

all’esigenza di tutelare direttamente <strong>il</strong> danneggiato. L’area della<br />

<strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> <strong>civ<strong>il</strong>e</strong> è più ampia di quella <strong>penale</strong> sia perché molti fatti<br />

<strong>il</strong>leciti non configurano reati, per assenza di elementi soggettivi, è<br />

perchè non è sottoposta al principio di “tipicità” stab<strong>il</strong>ito, per motivi di<br />

garantismo, con riguardo alle fattispecie criminose (solo alcuni fatti<br />

compiutamente descritti costituiscono reato, ma non esiste un “catalogo”<br />

legale dei fatti <strong>il</strong>leciti fonti dell’obbligo di risarcire <strong>il</strong> danno). Esistono due tipi<br />

di <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> <strong>civ<strong>il</strong>e</strong>, quella contrattuale e quella extracontrattuale.<br />

Contrattuale: si verifica a seguito di violazioni di obblighi scaturenti da un accordo<br />

contrattuale.<br />

Extra-contrattuale: “Qualunque fatto doloso o colposo arrechi ad altri un danno<br />

ingiusto, obbliga chi ha commesso <strong>il</strong> fatto, a risarcire <strong>il</strong> danno” – art. 2043 del codice<br />

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<strong>civ<strong>il</strong>e</strong>. Il risarcimento per <strong>il</strong>lecito <strong>civ<strong>il</strong>e</strong>, nato per danni prettamente patrimoniali, è stato in<br />

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seguito esteso anche a danni di natura non patrimoniale.


RESPONSABILITÁ CIVILE E PENALE<br />

Premessa storica<br />

Il crescente fenomeno dei cosiddetti “white collar crimes” (reati dei colletti bianchi,<br />

vale a dire di criminalità economica), registrato fin dagli anni ‘70, ha reso pressante<br />

per l’Unione Europea l’esigenza di introdurre un efficace sistema di contrasto<br />

dell’attività criminale, non di matrice individuale, ma riferib<strong>il</strong>e agli Enti intesi<br />

come persone giuridiche, società e associazioni anche prive di personalità<br />

giuridica.<br />

Al finire degli anni ‘90 rispondere a tale esigenza è divenuto indispensab<strong>il</strong>e<br />

vista la gravità e la frequenza degli scandali imprenditoriali internazionali<br />

quali quelli di Enron, Worldcom, Vivendi, e quelli italiani di Cirio, Parmalat <strong>ed</strong><br />

altri.<br />

Il fenomeno considerato ha riguardato non solo le imprese intrinsecamente <strong>il</strong>lecite,<br />

cioè operanti per <strong>il</strong> perseguimento di un fine criminale, ma anche gli enti mossi da<br />

fine in sé leciti, ma perseguiti con policies aziendali aperte a pratiche <strong>il</strong>lecite quali<br />

la corruzione, la truffa finanziaria, la lesione di interessi patrimoniali pubblici, etc.<br />

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RESPONSABILITÁ CIVILE E PENALE<br />

Premessa storica<br />

Ciò ha indotto <strong>il</strong> legislatore comunitario a sollecitare i singoli legislatori<br />

nazionali ad assumere strumenti legislativi capaci di perseguire direttamente<br />

le persone giuridiche ritenute responsab<strong>il</strong>i di reati economici.<br />

Su tali premesse interviene a livello nazionale la Legge Delega n. 300/2000,<br />

che configura storicamente un punto di partenza in quanto per la prima<br />

volta <strong>il</strong> legislatore italiano è chiamato a disciplinare la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong><br />

amministrativa degli Enti collettivi per gli <strong>il</strong>leciti dipendenti da reato.<br />

Ciò ha costituito un’importante novità per <strong>il</strong> nostro ordinamento<br />

giuridico, che, più di altri, ha sempre manifestato una forte resistenza<br />

all’accoglimento del principio della <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> <strong>penale</strong> degli enti, trovando<br />

un ostacolo insormontab<strong>il</strong>e nel principio “societas delinquere non potest”<br />

codificato nell’art. 27 della Costituzione.<br />

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RESPONSABILITÁ CIVILE E PENALE<br />

<strong>La</strong> <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> <strong>penale</strong> è personale<br />

Per dare applicazione al mandato della Legge Delega 300/2000, è stato<br />

emanato <strong>il</strong> D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001, che istituisce la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong><br />

amministrativa dell’Ente per i reati posti in essere dai suoi<br />

amministratori, dirigenti o dipendenti nell’interesse e/o a vantaggio<br />

dell’Ente stesso.<br />

Il D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001 persegue l’intento di sensib<strong>il</strong>izzare gli stessi operatori<br />

economici sui fenomeni della criminalità d’impresa, coinvolgendoli<br />

nell’azione di contrasto dei reati e rompendo quella relazione di “estraneità”<br />

in virtù della quale <strong>il</strong> reato di natura economica veniva percepito come un<br />

evento episodico <strong>ed</strong> individuale del quale l’ente poteva disinteressarsi.<br />

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RESPONSABILITÁ CIVILE E PENALE<br />

<strong>La</strong> <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> <strong>penale</strong> è personale?<br />

Prima del D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001 in Italia non era previsto un sistema<br />

normativo che prev<strong>ed</strong>esse conseguenze sanzionatorie dirette nei<br />

confronti di persone giuridiche, onlus, fondazioni, società partecipate<br />

(ovvero alle c.d. “Organizzazioni”), per reati posti in essere a vantaggio di<br />

queste ultime da amministratori, dirigenti o dipendenti.<br />

Era previsto solo quanto disposto ex artt. 196 e 197 Codice Penale di un<br />

obbligo per l’ente di farsi carico del pagamento di multe e ammende<br />

inflitte personalmente al rappresentante legale e all’amministratore <strong>ed</strong><br />

in caso di insolvenza dei soggetti che hanno compiuto <strong>il</strong> reato.<br />

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IL D.LGS. <strong>231</strong>/01<br />

Societas Delinquere Potest<br />

Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. <strong>231</strong>, recante “Disciplina della<br />

<strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> amministrativa delle persone giuridiche, delle società e<br />

delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’art.<br />

11 della legge 29 settembre 2000, n. 300” ha introdotto per la prima volta<br />

nel nostro ordinamento la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> in s<strong>ed</strong>e <strong>penale</strong> delle<br />

organizzazioni, che si aggiunge a quella della persona fisica che ha<br />

realizzato materialmente <strong>il</strong> fatto <strong>il</strong>lecito, a “vantaggio<br />

dell’organizzazione”, o anche solamente “nell’interesse<br />

dell’organizzazione”, senza che ne sia ancora derivato necessariamente<br />

un vantaggio concreto.<br />

Quanto sopra vale sia che <strong>il</strong> reato sia commesso da soggetti in posizione<br />

apicale che da soggetti sottoposti all’altrui direzione, inclusi i soggetti non<br />

necessariamente in organigramma, come consulenti o procacciatori.<br />

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IL D.LGS. <strong>231</strong>/01<br />

Societas Delinquere Potest<br />

<strong>La</strong> società non risponde, per espressa previsione legislativa (art. 5,<br />

comma 2, D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001), se le persone indicate hanno agito<br />

nell’interesse esclusivo proprio o di terzi.<br />

Sul caso dei soggetti non in organigramma, come i consulenti, facciamo un<br />

esempio.<br />

“Un consulente tecnico viene incaricato di disbrigare le pratiche inerenti<br />

l’ottenimento di un’autorizzazione amministrativa e costui, assolutamente<br />

all’insaputa del suo onesto committente, per ottenere la suddetta<br />

autorizzazione in assenza dei requisiti e non perdere l’opportunità di<br />

guadagnarsi la propria parcella, corrompe (o prova a corrompere) un<br />

funzionario pubblico”.<br />

Emergendo in qualche maniera <strong>il</strong> reato, seppur si possa obiettare che <strong>il</strong><br />

consulente abbia commesso <strong>il</strong> reato nell’interesse esclusivo proprio, occorre<br />

r<strong>il</strong>evare come <strong>il</strong> vantaggio derivante dal reato sia riconducib<strong>il</strong>e anche<br />

all’azienda committente che, proprio grazie all’autorizzazione amministrativa<br />

incriminata, ricaverà <strong>il</strong> vantaggio di poter esercitare una determinata attività.<br />

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IL D.LGS. <strong>231</strong>/01<br />

Societas Delinquere Potest<br />

L’ampliamento della <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong>, quindi, mira a coinvolgere nella<br />

punizione di taluni <strong>il</strong>leciti penali <strong>il</strong> patrimonio delle organizzazioni e, in<br />

definitiva, gli interessi economici dei soci, i quali, fino all’entrata in<br />

vigore della legge in esame, non pativano conseguenze dalla<br />

realizzazione di reati commessi, con vantaggio della società, da<br />

amministratori o dipendenti.<br />

Il principio di personalità della <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> <strong>penale</strong> li lasciava, infatti,<br />

indenni da conseguenze sanzionatorie, diverse dall’eventuale risarcimento<br />

del danno, se esistente (quasi sempre, tra l’altro, “coperto” da polizze<br />

assicurative).<br />

Sul piano delle conseguenze penali, infatti, soltanto gli artt. 196 e 197<br />

Codice Penale prev<strong>ed</strong>ono un’obbligazione <strong>civ<strong>il</strong>e</strong> per <strong>il</strong> pagamento di multe o<br />

ammende inflitte, in caso d’insolvib<strong>il</strong>ità dell’autore materiale del fatto.<br />

❑ Art. 196 C.P. “Obbligazione <strong>civ<strong>il</strong>e</strong> per le multe e le ammende inflitte a<br />

persona dipendente”<br />

❑ Art. 197 C.P. “Obbligazione <strong>civ<strong>il</strong>e</strong> delle persone giuridiche per <strong>il</strong><br />

pagamento delle multe e delle ammende”<br />

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IL D.LGS. <strong>231</strong>/01<br />

Societas Delinquere Potest<br />

L’innovazione normativa, perciò, è di non poco conto, in quanto né<br />

l’organizzazione, né i soci possono dirsi estranei al proc<strong>ed</strong>imento <strong>penale</strong><br />

per reati commessi a vantaggio o nell’interesse della stessa<br />

organizzazione.<br />

Ciò, ovviamente, determina un interesse di quei soggetti (soci, CdA,<br />

Collegio Sindacale, ecc.) che partecipano alle vicende patrimoniali<br />

dell’ente, al controllo della regolarità e della legalità dell’operato<br />

sociale.<br />

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IL D.LGS. <strong>231</strong>/01<br />

L’applicab<strong>il</strong>ità del D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/01<br />

Il regime della <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> amministrativa degli Enti, introdotto,<br />

presenta le seguenti caratteristiche:<br />

❑ Destinatari: Enti forniti di personalità giuridica, società fornite di<br />

personalità giuridica e associazioni anche prive di personalità giuridica (es.<br />

s.p.a. – s.r.l., ONLUS);<br />

❑ Soggetti esclusi: Stato, Enti pubblici territoriali* <strong>ed</strong> Enti con funzioni di<br />

r<strong>il</strong>ievo costituzionale (es. Regione, Partiti, Sindacati), imprese individuali**<br />

*Sentenza corte cassazione del 2010 n.28699<br />

<strong>La</strong> cassazione chiarisce un punto fondamentale: per l’esenzione dalla <strong>231</strong> e’<br />

necessaria la presenza di un soggetto collettivo che svolga “funzioni” costituzionali<br />

non che ne tuteli i “valori” (es. <strong>La</strong> salute). Decisivo inoltre e’ lo svolgimento della<br />

attivita’ economica da parte dell’ente pubblico.<br />

**Sentenza corte cassazione del 2004<br />

<strong>La</strong> corte aveva sostenuto che la responsab<strong>il</strong>ita’ amministrativa poteva essere<br />

applicata solo agli enti dotati di personalita’ giuridica che siano strutturati in forma<br />

societaria o pluripersonale.<br />

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IL D.LGS. <strong>231</strong>/01<br />

L’applicab<strong>il</strong>ità del D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/01<br />

**Sentenza corte cassazione del 2011 n.18941<br />

Per la cassazione non si puo’ negare che l’impresa individuale possa essere<br />

assim<strong>il</strong>ata a una persona giuridica. I giudici arrivano alla conclusione che <strong>il</strong> fatto che<br />

non ci sia un riferimento esplicito alle imprese individuali non equivale a una<br />

esclusione ma semmai a una implicita inclusione tra i destinatari della norma.<br />

❑ Quando: per reati commessi nel loro interesse o a loro vantaggio (è<br />

esclusa la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> dell’ente qualora la persona fisica abbia<br />

commesso <strong>il</strong> reato per esclusivo vantaggio proprio o di terzi):<br />

❑ Reati commessi da:<br />

Art. 5 Lettera A - soggetti che rivestono funzioni di rappresentanza,<br />

amministrazione o direzione dell’Ente stesso o di una sua unità<br />

organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale o che ne<br />

esercitano, anche di fatto, la gestione <strong>ed</strong> <strong>il</strong> controllo (i c.d. soggetti apicali);<br />

Art. 5 Lettera B - persone sottoposte alla direzione o vig<strong>il</strong>anza di uno dei<br />

soggetti di cui alla lettera A;<br />

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IL D.LGS. <strong>231</strong>/01<br />

L’applicab<strong>il</strong>ità del D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/01<br />

❑ Casi di esonero: adozione da parte degli Enti di modelli organizzativi<br />

idonei a prevenire <strong>il</strong> compimento dei reati.<br />

Si discute, peraltro, in dottrina <strong>ed</strong> in giurisprudenza circa la natura della<br />

<strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> dell’Ente, ovvero se la stessa sia una <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong><br />

amministrativa ovvero una <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> <strong>penale</strong>.<br />

In realtà, analizzando <strong>il</strong> sistema introdotto nel 2001, ci si trova di<br />

fronte ad un “tertium genus” di <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> che coniuga i tratti<br />

essenziali del sistema <strong>penale</strong> con quelli del sistema<br />

amministrativo.<br />

Ciò che r<strong>il</strong>eva, in sintesi è che:<br />

1) Il D.<strong>Lgs</strong> <strong>231</strong>/01 introduce la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> in s<strong>ed</strong>e <strong>penale</strong> dell’Ente che<br />

va ad aggiungersi a quella della persona fisica;<br />

2) <strong>La</strong> <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> coinvolge <strong>il</strong> patrimonio dell’ente e, indirettamente,<br />

gli interessi economici dei soci;<br />

3) <strong>il</strong> superamento del principio “societas delinquere non potest”, ex Art. 27<br />

Costituzione.<br />

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REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

L’estero e le organizzazioni straniere<br />

Per reati commessi all’estero, nei casi e alle condizioni previsti dagli articoli<br />

7, 8, 9 e 10 del codice <strong>penale</strong>, le organizzazioni aventi nel territorio dello<br />

Stato la s<strong>ed</strong>e principale rispondono anche in relazione ai reati<br />

commessi all'estero, purchè nei loro confronti non proc<strong>ed</strong>a lo Stato del<br />

luogo in cui è stato commesso <strong>il</strong> fatto.<br />

Nei casi in cui la legge prev<strong>ed</strong>e che <strong>il</strong> colpevole sia punito a richiesta del<br />

Ministro della giustizia, si proc<strong>ed</strong>e contro l’organizzazione solo se la richiesta<br />

e' formulata anche nei confronti di quest’ultimo.<br />

Per reati commessi da organizzazioni straniere sul territorio italiano in<br />

una delle prime decisioni giurisprudenziali note si è affermato <strong>il</strong> principio<br />

secondo cui le norme del D.<strong>Lgs</strong>. n. <strong>231</strong>-01 sono applicab<strong>il</strong>i anche nei<br />

confronti di società straniera che, pur avendo la s<strong>ed</strong>e principale<br />

all'estero, operi in Italia tramite un'associazione temporanea di imprese<br />

nazionali.<br />

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REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

L’estero e le organizzazioni straniere<br />

A fondamento dell'applicab<strong>il</strong>ità della normativa italiana si è sostenuto che<br />

le persone giuridiche straniere, nel momento in cui operano nel<br />

nostro Paese, anche eventualmente tramite un'associazione temporanea<br />

di imprese, hanno <strong>il</strong> dovere di osservare e rispettare la legge italiana,<br />

indipendentemente dall'esistenza o meno nel Paese di appartenenza di<br />

norme che regolino in modo analogo la m<strong>ed</strong>esima materia.<br />

I criteri del D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/01 in merito all’istituzione della <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong><br />

amministrativa degli Enti per i reati posti in essere da amministratori,<br />

dirigenti e/o dipendenti sottoposti nell’interesse o a vantaggio dell’Ente<br />

stesso sono stati riconosciuti validi anche all’interno dei gruppi di<br />

società, tra capogruppo e partecipate:<br />

- laddove esista una situazione di coordinamento e direzione tra le società<br />

holdinge le partecipate;<br />

- laddove sia comunque rintracciab<strong>il</strong>e un interesse comune che coinvolga società<br />

all’interno del m<strong>ed</strong>esimo gruppo, ad esempio per un atto compiuto all’interno della<br />

società controllante con la quale esiste un rapporto organico operativo;<br />

- laddove si tratti di società operante in Italia per conto di partecipante estera.<br />

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REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

Le ipotesi di reato principale per le quali al momento si configura la<br />

<strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> amministrativa dell’Ente sono:<br />

❑ Reati commessi nei rapporti della Pubblica Amministrazione<br />

❑ Reati di falsità in monete, in carte di pubblico cr<strong>ed</strong>ito e in valori di bollo<br />

❑ Reati societari<br />

❑ Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico<br />

❑ Reati contro la personalità individuale<br />

❑ Antiriciclaggio e ricettazione<br />

❑ Reati ambientali (art. 25-undecies D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/01 come introdotto da<br />

D.<strong>Lgs</strong>. 121 del 07/07/11 in vigore da 16/08/11)<br />

❑ Omicidio colposo e lesioni gravi e gravissime colpose per violazioni<br />

della norma antinfortunistica (Art. 589 e 590 C.P.)<br />

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REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

In ossequio al “principio di legalità” di cui all‟<br />

art. 2 c.p., <strong>il</strong> Legislatore ha enucleato<br />

un numerus clausus di reati per i quali l‟<br />

Ente può essere chiamato a rispondere<br />

(cosiddetti reati-presupposto).<br />

Le fattispecie di reato dalle quali può scaturire la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> dell‟<br />

Ente,<br />

tassativamente elencate dal Decreto, sono le seguenti:<br />

Reati contro la Pubblica Amministrazione (Art. 25 D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

- concussione (art. 317 c.p.);<br />

- corruzione per un atto d‟<br />

ufficio (art. 318 c.p.);<br />

- corruzione per un atto contrario ai doveri d‟<br />

ufficio (art. 319 c.p.) oltre alle eventuali<br />

aggravanti di cui all‟ art. 319-bis;<br />

- corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter c.p.);<br />

- corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (art. 320 c.p.);<br />

- corruzione, pene per <strong>il</strong> corruttore (art. 321 c.p.);<br />

- istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.);<br />

- peculato, concussione <strong>ed</strong> istigazione alla corruzione di membri degli Organi della<br />

Comunità Europea e di funzioni della Comunità Europea e degli Stati esteri (art.<br />

322-bis c.p.).<br />

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REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

Falsità in monete, in carte di pubblico cr<strong>ed</strong>ito, in valori di bollo e in strumenti o<br />

segni di riconoscimento (Art. 25-bis D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

L’art 6 del D.<strong>Lgs</strong>. n. 350/2001, recante “Disposizioni urgenti in vista dell’introduzione<br />

dell’euro”, ha introdotto nel Decreto l‟ art. 25-bis e, dunque, le seguenti fattispecie di<br />

reato-presupposto:<br />

- falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di<br />

monete falsificate (art. 453 c.p.);<br />

- alterazione di monete (art. 454 c.p.);<br />

- spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate (art. 455<br />

c.p.);<br />

- spendita di monete falsificate ricevute in buona f<strong>ed</strong>e (art. 457 c.p.);<br />

- falsificazione dei valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o<br />

messa in circolazione di valori di bollo falsificati (art. 459 c.p.);<br />

- contraffazione di carta f<strong>il</strong>igranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico<br />

cr<strong>ed</strong>ito o di valori di bollo (art. 460 c.p.);<br />

- fabbricazione o detenzione di f<strong>il</strong>igrane o di strumenti destinati alla falsificazione di<br />

monete, di valori di bollo o di carta f<strong>il</strong>igranata (art. 461 c.p.);<br />

- uso di valori di bollo contraffatti o alterati (art. 464 c.p.).<br />

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REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

<strong>La</strong> Legge n. 99/2009 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 176 del 31 luglio 2009),<br />

modificando la rubrica dell‟ art. 25-bis del D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001 con l’aggiunta del<br />

riferimento agli “strumenti o segni di riconoscimento”, ha introdotto due ulteriori<br />

fattispecie di reato-presupposto:<br />

-contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti,<br />

modelli o disegni (art. 473 c.p.);<br />

- introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.).<br />

Reati contro <strong>il</strong> patrimonio della Pubblica Amministrazione (Art. 24 D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

- truffa a danno dello Stato o di altro Ente pubblico (art. 640, co. 2, n. 1, c.p.);<br />

frode informatica in danno dello Stato o di altro Ente Pubblico (art. 640-ter, co. 2 c.p.).<br />

Reati in materia di finanziamenti pubblici (Art. 24 D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

- malversazione a danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 316-bis c.p.);<br />

- indebita percezione di contributi, finanziamenti o altre erogazioni da parte dello Stato o di<br />

altro ente pubblico (art. 316-ter c.p.);<br />

- truffa aggravata per <strong>il</strong> conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.).<br />

ED01 REV01<br />

22


REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

Reati societari (Art. 25-ter D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

Con la riforma delle norme penali previste dal Codice Civ<strong>il</strong>e in materia di disciplina<br />

degli <strong>il</strong>leciti (penali e amministrativi) connessi alle società commerciali, tali fattispecie<br />

<strong>il</strong>lecite sono state introdotte nell’ambito della disciplina con l’art. 25-ter:<br />

- Art. 2621 c.c. False comunicazioni sociali<br />

- Art. 2622 c.c. False comunicazioni sociali in danno della società, dei soci o dei<br />

cr<strong>ed</strong>itori<br />

- Art. 2625 c.c. Imp<strong>ed</strong>ito controllo<br />

- Art. 2626 c.c. Indebita restituzione di conferimenti<br />

- Art. 2627 c.c. Illegale ripartizione di ut<strong>il</strong>i e riserve<br />

- Art. 2628 c.c. Illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società<br />

controllante<br />

- Art. 2629 c.c. Operazioni in pregiudizio dei cr<strong>ed</strong>itori<br />

- Art. 2629-bis c.c. Omessa comunicazione del conflitto di interessi<br />

- Art. 2632 c.c. Formazione fittizia del capitale<br />

- Art. 2633 c.c. Indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori<br />

- Art. 2636 c.c. Illecita influenza sull'assemblea<br />

- Art. 2637 c.c. Aggiotaggio<br />

- Art. 2638 c.c. Ostacolo all’esercizio delle autorità pubbliche di vig<strong>il</strong>anza<br />

ED01 REV01<br />

23


REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico previsti<br />

dal Codice <strong>penale</strong> e dalle leggi speciali (Art. 25-quater D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

L’art. 3 della Legge n. 7/2003 – di ratifica della Convenzione internazionale per la<br />

repressione del finanziamento del terrorismo del 1999 – ha introdotto nel Decreto<br />

l’art. 25 quater.<br />

L’art. 25-quater non elenca specificamente i reati aventi finalità di terrorismo o di<br />

eversione dell‟<br />

ordine democratico per i quali è prevista la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> dell’Ente,<br />

limitandosi a richiamare, al comma 1, i delitti previsti dal codice <strong>penale</strong> e dalle leggi<br />

speciali e, al comma 4, i delitti diversi da quelli disciplinati dal comma 1, ma posti in<br />

essere in violazione di quanto stab<strong>il</strong>ito dall’art. 2 della Convenzione di New York.<br />

Delitti contro la persona (Art. 25-quater 1 D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

Con la Legge n. 7/2006, contenente disposizioni in materia di prevenzione e divieto<br />

delle pratiche di infibulazione, <strong>il</strong> Legislatore ha esteso l‟<br />

ambito di applicazione del<br />

Decreto alla seguente fattispecie di reato:<br />

- pratiche di mut<strong>il</strong>azione degli organi genitali femmin<strong>il</strong>i (art. 583-bis c.p.).<br />

ED01 REV01<br />

24


REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

Delitti contro la personalità individuale (Art. 25-quinquies D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

L’art. 5 della Legge n. 228/2003, relativo alle misure contro la tratta di persone, ha<br />

aggiunto al Decreto l’art. 25-quinquies. Successivamente tale articolo è stato<br />

integrato ad opera dell’art. 10 della Legge n. 38/2006, contenente “Disposizioni in<br />

materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la p<strong>ed</strong>opornografia<br />

anche a mezzo di internet”.<br />

L’art. 25-quinquies del Decreto prev<strong>ed</strong>e l’applicazione di sanzioni amministrative alle<br />

persone giuridiche per la commissione dei seguenti reati:<br />

- riduzione in schiavitù (art. 600 c.p.);<br />

- prostituzione minor<strong>il</strong>e (art. 600-bis c.p.);<br />

- pornografia minor<strong>il</strong>e (art. 600-ter c.p.);<br />

- detenzione di materiale pornografico (art. 600-quater c.p.);<br />

- pornografia virtuale (art. 600-quater 1 c.p. – introdotto con la L. 38/2006);<br />

- iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minor<strong>il</strong>e (art. 600-<br />

quinquies c.p.);<br />

- tratta e commercio di schiavi (art. 601 c.p.);<br />

- alienazione e acquisto di schiavi (art. 602 c.p.).<br />

ED01 REV01<br />

25


REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

Reati transnazionali<br />

<strong>La</strong> Legge n. 146/2006 di "Ratifica <strong>ed</strong> esecuzione della Convenzione e dei<br />

Protocolli delle Nazioni Unite contro <strong>il</strong> crimine organizzato transnazionale, adottati<br />

dall’Assemblea generale <strong>il</strong> 15 novembre 2000 <strong>ed</strong> <strong>il</strong> 31 maggio 2001" all‟<br />

art. 10 ha<br />

previsto la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> amministrativa degli Enti per i seguenti reati:<br />

- induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci<br />

all’autorità giudiziaria (art. 377-bis c.p.);<br />

- favoreggiamento personale (art. 378 c.p.);<br />

- associazione per delinquere (art. 416 c.p.);<br />

- associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.);<br />

- associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri<br />

(art. 291-quater D.P.R. n. 43/73);<br />

- associazione finalizzata al traffico <strong>il</strong>lecito di sostanze stupefacenti o psicotrope<br />

(art. 74 D.P.R. 309/90);<br />

-disposizioni contro le immigrazioni clandestine (art. 12 del D.lgs. 286/98 e<br />

successive modifiche, commi 3, 3-bis, 3-ter e 5).<br />

ED01 REV01<br />

26


REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

Delitti in violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul<br />

lavoro (Art. 25-septies D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

L’art. 25-septies, inserito dall‟<br />

art. 9 della Legge n. 123/07 e successivamente<br />

sostituito dall‟<br />

art. 300 D.<strong>Lgs</strong>. n. 81/2008, ha introdotto la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong><br />

amministrativa dell‟<br />

Ente nel caso di delitti commessi esclusivamente con<br />

violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e della salute sul<br />

lavoro. In particolare:<br />

- omicidio colposo (art. 589 c.p.) commesso con violazione dell‟<br />

art. 55, co. 2 del<br />

decreto legislativo attuativo della delega di cui alla Legge n. 123/07;<br />

- omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla tutela della salute e<br />

sicurezza sul lavoro (art. 589 co. 2 c.p.);<br />

- lesioni colpose gravi o gravissime (art. 590 co. 3 c.p.).<br />

ED01 REV01<br />

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REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

Abusi di mercato (Art. 25-sexies D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

Con l’art. 9 della Legge n. 62/2005 (Legge Comunitaria per <strong>il</strong> 2004), che ha recepito<br />

la direttiva 2003/6/Ce del Parlamento e del Consiglio, del 28 gennaio 2003, relativa<br />

all‟<br />

abuso di informazioni priv<strong>il</strong>egiate e alla manipolazione del mercato, è stato<br />

introdotto nel Decreto l’art. 25-sexies. Tale norma ha esteso l’ambito di<br />

applicazione della disciplina della <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> amministrativa delle persone<br />

giuridiche alle condotte che integrano i seguenti reati:<br />

- abuso di informazioni priv<strong>il</strong>egiate (art. 184 del D.<strong>Lgs</strong>. 58/98);<br />

manipolazione del mercato (art. 185 del D.<strong>Lgs</strong>. 58/98).<br />

ED01 REV01<br />

28


REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

Delitti di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o altre ut<strong>il</strong>ità di<br />

provenienza <strong>il</strong>lecita previsti rispettivamente dagli artt. 648, 648-bis e 648-ter<br />

c.p. (Art. 25-octies D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

Il D.<strong>Lgs</strong>. n. <strong>231</strong>/2007 ha dato attuazione alla Direttiva 2005/60/CE del Parlamento e<br />

del Consiglio del 26 ottobre 2005, concernente la prevenzione dell‟<br />

ut<strong>il</strong>izzo del<br />

sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di<br />

finanziamento del terrorismo (cosiddetta III Direttiva Antiriciclaggio), e alla Direttiva<br />

2006/70/CE della Commissione che ne reca le misure di esecuzione.<br />

L’art. 63, co. 3 del D.<strong>Lgs</strong>. n. <strong>231</strong>/2007 ha introdotto nel Decreto l’art. 25-octies,<br />

estendendo la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> amministrativa degli Enti alle seguenti fattispecie di<br />

reato:<br />

- ricettazione (art. 648 c.p.);<br />

- riciclaggio (art. 648-bis c.p.);<br />

- impiego di denaro, beni o ut<strong>il</strong>ità di provenienza <strong>il</strong>lecita (art. 648-ter c.p.).<br />

ED01 REV01<br />

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REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

Delitti informatici e trattamento <strong>il</strong>lecito di dati (Art. 24-bis D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

L’art. 7 della Legge n. 48/2008 di “Ratifica <strong>ed</strong> esecuzione della Convenzione del<br />

Consiglio d’Europa sulla criminalità informatica, fatta a Budapest <strong>il</strong> 23 novembre<br />

2001, e norme di adeguamento dell’ordinamento interno” ha introdotto la<br />

<strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> amministrativa degli Enti per i seguenti reati:<br />

- falsità di documenti informatici (art. 491-bis c.p.);<br />

- accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615-ter);<br />

- detenzione e diffusione abusiva di codici d‟<br />

accesso a sistemi informatici e<br />

telematici (art. 615-quater c.p.);<br />

- diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a<br />

danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico (art. 615-<br />

quinquies);<br />

- intercettazione, imp<strong>ed</strong>imento o interruzione <strong>il</strong>lecita di comunicazioni informatiche<br />

o telematiche (art. 617-quater);<br />

- installazione di apparecchiature atte ad intercettare, imp<strong>ed</strong>ire o interrompere<br />

comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quinqiues);<br />

- danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635-bis);<br />

ED01 REV01<br />

30


REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

- sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione (art. 630 c.p.);<br />

- associazione finalizzata al traffico <strong>il</strong>lecito di sostanze stupefacenti o psicotrope<br />

(art. 74 del D.P.R. 309/90);<br />

- delitti di <strong>il</strong>legale fabbricazione, introduzione nello Stato, messa in vendita,<br />

cessione, detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi da<br />

guerra o tipo guerra o parti di esse, esplosivi <strong>ed</strong> armi clandestine, nonché di più<br />

armi comuni da sparo, escluse quelle previste dall'articolo 2, terzo comma, della<br />

Legge 110/1975 (art. 407, co. 2, lett. a), n. 5, c.p.p.).<br />

ED01 REV01<br />

31


REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

- danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici ut<strong>il</strong>izzati dallo Stato o<br />

da altro Ente pubblico o comunque di pubblica ut<strong>il</strong>ità (art. 635-ter);<br />

- danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635-quater);<br />

- danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica ut<strong>il</strong>ità (art. 635-<br />

quinquies);<br />

- frode informatica del soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica<br />

(art. 640-quinquies).<br />

Delitti di criminalità organizzata (Art. 24-ter D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

<strong>La</strong> Legge n. 94/2009 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 170 del 24 luglio 2009)<br />

ha introdotto le seguenti fattispecie di reato-presupposto:<br />

- associazione per delinquere (art. 416, ad eccezione del co. 6 c.p.);<br />

- associazione per delinquere finalizzata alla riduzione o al mantenimento in schiavitù<br />

o in servitù, alla tratta di persone, all‟ acquisto e all‟<br />

alienazione di schiavi <strong>ed</strong> ai reati<br />

concernenti le violazioni delle disposizioni sull‟<br />

immigrazione clandestina di cui<br />

all‟<br />

art. 12 del D.<strong>Lgs</strong>. 286/98 (art. 416, co. 6 c.p.);<br />

- associazioni di tipo mafioso anche straniere (art. 416-bis c.p.);<br />

- scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter c.p.);<br />

ED01 REV01<br />

32


REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

Delitti contro l’industria e <strong>il</strong> commercio (Art. 25-bis.1 D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

<strong>La</strong> Legge n. 99/2009 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 176 del 31 luglio 2009)<br />

ha introdotto le seguenti fattispecie di reato-presupposto:<br />

- turbata libertà dell‟<br />

industria e del commercio (art. 513 c.p.);<br />

- <strong>il</strong>lecita concorrenza con minaccia o violenza (art. 513-bis c.p.);<br />

- frodi contro le industrie nazionali (art. 514 c.p.);<br />

- frode nell‟<br />

esercizio del commercio (art. 515 c.p.);<br />

- vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.);<br />

- vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.);<br />

- fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà<br />

industriale (art. 517-ter c.p.);<br />

- contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti<br />

agroalimentari (art. 517-quater c.p.).<br />

ED01 REV01<br />

33


REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

Delitti in materia di violazione del diritto d’autore (Art. 25 novies D.<strong>Lgs</strong>.<br />

<strong>231</strong>/2001)<br />

<strong>La</strong> Legge n. 99/2009 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 176 del 31 luglio 2009)<br />

ha introdotto tra le fattispecie di reato-presupposto i delitti previsti dagli artt. 171,<br />

co. 1, lett. a-bis) e co. 3, 171-bis, 171-ter, 171-septies e 171-octies della Legge 22<br />

apr<strong>il</strong>e 1941 n. 633.<br />

Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci<br />

all’autorità giudiziaria (Art. 25 decies D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

<strong>La</strong> Legge n. 116/2009 ha introdotto tra i reati-presupposto l’art. 377-bis c.p.<br />

(Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci<br />

all’autorità giudiziaria), già presente tra le fattispecie di reato-presupposto elencate<br />

nell‟<br />

art. 10 della Legge n. 146/06: la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> delle persone giuridiche è stata<br />

così estesa a questo reato indipendentemente dalla presenza o meno del requisito<br />

della transnazionalità.<br />

ED01 REV01<br />

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REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

Reati ambientali (Art. 25 undecies D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001)<br />

Da ultimo, l‟ art. 2 del D.<strong>Lgs</strong>. n. 121 del 7 luglio 2011, “ di attuazione delle Direttive<br />

2008/99/CE sulla tutela <strong>penale</strong> ambientale, nonché della Direttiva 2009/123/CE, che<br />

modifica la Direttiva 2005/35/CE, relativa all’inquinamento provocato dalle navi e<br />

all’introduzione di sanzioni per violazioni”, ha inserito nel Decreto l‟ art. 25 undecies<br />

in tema di reati ambientali, che ha introdotto i seguenti reati-presupposto:<br />

- Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o<br />

vegetali selvatiche protette (art. 727 bis c.p.);<br />

- Distruzione o deterioramento di habitat all'interno di un sito protetto (art. 733 bis<br />

c.p.);<br />

- Divieti di scarico – Sanzioni penali (Art. 137 del D.<strong>Lgs</strong>. n. 152/2006);<br />

- Attività di gestione di rifiuti non autorizzata (art. 256 del D.<strong>Lgs</strong>. n. 152/2006);<br />

- Inquinamento dei siti (art. 257 del D.<strong>Lgs</strong>. n. 152/2006);<br />

- Violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei<br />

formulari (art. 258 del D.<strong>Lgs</strong>. n. 152/2006);<br />

- Traffico <strong>il</strong>lecito di rifiuti (art. 259 del D.<strong>Lgs</strong>. n. 152/2006);<br />

- Attività organizzate per <strong>il</strong> traffico <strong>il</strong>lecito di rifiuti (art. 260 del D.<strong>Lgs</strong>. n. 152/2006);<br />

- Violazioni concernenti <strong>il</strong> sistema informatico di controllo della tracciab<strong>il</strong>ità dei rifiuti<br />

(art. 260 bis del D.<strong>Lgs</strong>. n. 152/2006);<br />

ED01 REV01<br />

35


REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Principali reati contemplati dalla norma<br />

- Superamento dei valori limite di emissione (Art. 279 del D.<strong>Lgs</strong>. n. 152/2006);<br />

- Impiego, produzione, consumo, importazione, esportazione, detenzione e<br />

commercializzazione di sostanze lesive (Art. 3 della Legge n. 549/1993);<br />

- Inquinamento doloso (Art. 8. del D.<strong>Lgs</strong>. n. 202/2007);<br />

- Inquinamento colposo (Art. 9 del D.<strong>Lgs</strong>. n. 202/2007).<br />

Sono state inoltre incluse tra i reati-presupposto le fattispecie previste dagli artt. 1,<br />

comma 1 e 2; 2, commi 1 e 2; 6, comma 4 della legge 7 febbraio 1992, n. 150 (in<br />

materia di tutela delle specie animali e vegetali in via d’estinzione e di<br />

commercializzazione e detenzione di animali pericolosi) <strong>ed</strong> i reati contro la f<strong>ed</strong>e<br />

pubblica del Codice Penale richiamati dall’art. 3 bis, comma 1 della stessa legge 7<br />

febbraio 1992, n. 150, concernenti falsificazione o alterazione di certificati, licenze,<br />

notifiche di importazione, dichiarazioni, comunicazione di informazioni al fine<br />

dell’acquisizione di una licenza o di un certificato, uso di certificati o licenze falsi o<br />

alterati.<br />

ED01 REV01<br />

36


REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Responsab<strong>il</strong>ità <strong>ed</strong> oneri di prova<br />

Secondo i proc<strong>ed</strong>imenti instaurati dal D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/01 è previsto un<br />

regime di <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> con l’inversione dell’onere della prova.<br />

In particolare (art. 6), se <strong>il</strong> reato è commesso da soggetti in posizione<br />

apicale (art. 5, lett. a) è necessario che l’Ente (quindi l’azienda) provi:<br />

❑ di aver adottato <strong>ed</strong> efficacemente attuato, prima della commissione del<br />

reato, modelli organizzativi e di gestione idonei a prevenire le<br />

fattispecie di reati prec<strong>ed</strong>entemente indicate;<br />

❑ di aver affidato ad un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di<br />

iniziativa e di controllo <strong>il</strong> compito di vig<strong>il</strong>are sul funzionamento e<br />

sull’osservanza di detti modelli e di curare <strong>il</strong> loro aggiornamento;<br />

❑ che <strong>il</strong> reato è stato commesso eludendo fraudolentemente i modelli<br />

di organizzazione e gestione;<br />

❑ che non vi è stata omessa o insufficienza vig<strong>il</strong>anza da parte<br />

dell’organismo di controllo di cui alla prec<strong>ed</strong>ente lettera;<br />

ED01 REV01<br />

37


REQUISITI GENERALI E AMBITO<br />

Responsab<strong>il</strong>ità <strong>ed</strong> oneri di prova<br />

Se, invece, <strong>il</strong> reato è stato commesso da un dipendente (art. 7), mentre<br />

non è ammessa la prova della elusione fraudolenta dei protocolli preventivi,<br />

sono ammesse tutte le altre prove.<br />

In breve si ricorda che la giurisprudenza riconosce come “Soggetti Apicali”<br />

coloro che svolgono funzioni di rappresentanza, di amministrazione e di<br />

direzione.<br />

Per i reati commessi da persone subordinate l’Ente risponde solo se <strong>il</strong> reato<br />

sia stato reso possib<strong>il</strong>e dal mancato adempimento degli obblighi di direzione<br />

o vig<strong>il</strong>anza. In questo caso è compito del giudice <strong>penale</strong> darne prova.<br />

ED01 REV01<br />

38


IL D.LGS. <strong>231</strong>/01<br />

Il modello di organizzazione<br />

Il modello di organizzazione e gestione" o "Modello ex D.<strong>Lgs</strong>. n. <strong>231</strong>/01 è<br />

un atto privato adottato da una persona giuridica, o associazione priva<br />

di personalità giuridica, volto a prevenire la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> <strong>penale</strong><br />

derivante dal D.<strong>Lgs</strong>. n. <strong>231</strong>/01.<br />

Tale normativa, avente ad oggetto la “Disciplina della <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong><br />

amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni<br />

anche prive di personalità giuridica”, in vigore dal 4 luglio 2001, ha introdotto<br />

nell’ordinamento italiano, in conformità a quanto previsto anche a livello<br />

europeo, un nuovo regime di <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> denominata “da reato”,<br />

derivante dalla commissione o tentata commissione di determinate<br />

fattispecie di reato nell’interesse o a vantaggio degli enti stessi.<br />

ED01 REV01<br />

39


IL D.LGS. <strong>231</strong>/01<br />

Caratteristiche del modello<br />

L’art. 6 D.lgs. <strong>231</strong>/2001 prev<strong>ed</strong>e che: “i modelli di organizzazione e controllo<br />

possono essere adottati (…) sulla base di codici di comportamento r<strong>ed</strong>atti<br />

dalle associazioni rappresentative degli enti e comunicati al Ministero<br />

della Giustizia…”.<br />

Sono molte le caratteristiche che un modello di organizzazione e gestione<br />

deve rivestire per rispondere ai requisiti richiesti dalla legge, possiamo<br />

sintetizzarle di seguito:<br />

- individuazione delle attività nel cui ambito possono essere commessi i reati;<br />

- previsione di specifici protocolli diretti a programmare la formazione e<br />

l’attuazione delle decisioni dell’Ente in relazione ai reati da prevenire;<br />

- individuazione di modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee a<br />

imp<strong>ed</strong>ire <strong>il</strong> compimento dei reati;<br />

- previsione di obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato<br />

a vig<strong>il</strong>are sul funzionamento e sull’osservanza dei modelli;<br />

- introduzione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare <strong>il</strong> mancato<br />

rispetto delle misure indicate nel modello.<br />

ED01 REV01<br />

40


IL D.LGS. <strong>231</strong>/01<br />

Caratteristiche del modello<br />

Il tutto, peraltro, deve avvenire sotto la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> di uno specifico<br />

organismo dell’Ente, dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo,<br />

responsab<strong>il</strong>e della Vig<strong>il</strong>anza sul funzionamento del modello.<br />

In ogni caso spetta al giudice <strong>penale</strong> la valutazione in merito alla<br />

rispondenza dei codici comportamentali adottati dall’Ente ai parametri<br />

elencati nell’art. 6, comma 2, D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/2001.<br />

Attraverso <strong>il</strong> ‘Modello di organizzazione, gestione e controllo ’ <strong>il</strong><br />

Decreto ha previsto, a supporto dell’azienda, una sorta di<br />

“paracadute”: l'Organizzazione non risponde del reato se dimostra di<br />

avere adottato <strong>ed</strong> efficacemente attuato un modello organizzativo<br />

idoneo a prevenire la commissione di tali <strong>il</strong>leciti. L'azienda deve cioè<br />

dotarsi di un complesso di regole, strumenti e condotte costruito al fine<br />

della prevenzione dei reati e ragionevolmente idoneo ad individuare e<br />

prevenire le condotte penalmente r<strong>il</strong>evanti poste in essere dalle figure<br />

apicali o dai loro sottoposti.<br />

ED01 REV01<br />

41


Modulo 2<br />

PROCEDIMENTO DI<br />

ACCERTAMENTO E<br />

RISVOLTI LEGALI<br />

ED01 REV01<br />

42


PROCEDIMENTO DI ACCCERTAMENTO DELLA RESPONSABILITÁ<br />

AMMINISTRATIVA DELL’ENTE<br />

Reato presupposto in materia di Sicurezza Sui Luoghi di <strong>La</strong>voro<br />

Interviene l’organo di vig<strong>il</strong>anza<br />

Esiste un modello di<br />

organizzazione e di gestione<br />

NO<br />

Requisito omesso, R<strong>ed</strong>igere<br />

formale attestazione<br />

SI<br />

Acquisizione di eventuale<br />

documentazione che possa attestare<br />

interesse o vantaggio dell’ente<br />

Acquisizione di documentazione, anche<br />

tramite sequestro, o r<strong>ed</strong>azione di atti<br />

finalizzati a verificare l’efficace attuazione<br />

del modello e dell’organigramma dell’ente<br />

Autorità giudiziaria<br />

ED01 REV01<br />

43


PROCEDIMENTO DI ACCCERTAMENTO DELLA RESPONSABILITÁ<br />

AMMINISTRATIVA DELL’ENTE<br />

Requisito omesso, R<strong>ed</strong>igere<br />

formale attestazione<br />

Autorità giudiziaria<br />

Inquadramento funzionale all’ente del reo soggetto<br />

Soggetto sottoposto<br />

Soggetto apicale<br />

Valutazione di un interesse o vantaggio relativo<br />

alla condotta che ha comportato <strong>il</strong> reato. Riscontro<br />

SI<br />

Imputazione all’ente per <strong>il</strong> reato occorso e valutazione<br />

dei requisiti imp<strong>ed</strong>itivi la commissione del reato<br />

eventualmente adottati e presentati dall’ente<br />

NO<br />

L’ente non è<br />

imputab<strong>il</strong>e<br />

ED01 REV01<br />

44


Proc<strong>ed</strong>imento di accertamento della<br />

PROCEDIMENTO DI ACCCERTAMENTO DELLA RESPONSABILITÁ<br />

AMMINISTRATIVA DELL’ENTE<br />

Requisito omesso, R<strong>ed</strong>igere formale<br />

attestazione<br />

Soggetto sottoposto<br />

L’ente non è<br />

imputab<strong>il</strong>e<br />

SI<br />

NO<br />

Valutazione di un interesse o vantaggio relativo alla<br />

condotta che ha comportato <strong>il</strong> reato. Riscontro:<br />

Verifica quali-quantitativa<br />

del sistema di controllo in<br />

rapporto causale a reato<br />

Valutazione della struttura del modello<br />

e della sua efficace attuazione in<br />

rapporto causale con <strong>il</strong> reato<br />

Imputazione dell’ente per<br />

<strong>il</strong> reato occorso e dovuta<br />

a colpa d’organizzazione<br />

Verifica di un sistema<br />

disciplinare idoneo a sanzionare<br />

<strong>il</strong> comportamento <strong>il</strong>lecito<br />

ED01 REV01<br />

45


PROCEDIMENTO DI ACCCERTAMENTO DELLA RESPONSABILITÁ<br />

AMMINISTRATIVA DELL’ENTE<br />

Verifica quali-quantitativa del sistema di<br />

controllo in rapporto causale a reato<br />

Verifica di un sistema disciplinare idoneo a<br />

sanzionare <strong>il</strong> comportamento <strong>il</strong>lecito<br />

Valutazione della struttura del modello<br />

e della sua efficace attuazione in<br />

rapporto causale con <strong>il</strong> reato<br />

Valutazione positiva dell’efficacia<br />

imp<strong>ed</strong>itiva del reato<br />

Valutazione negativa dell’efficacia<br />

imp<strong>ed</strong>itiva del reato<br />

L’ente non viene imputato<br />

Imputazione dell’ente per <strong>il</strong> reato occorso e<br />

dovuta a colpa dell’organizzazione<br />

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46


PROCEDIMENTO DI ACCCERTAMENTO DELLA RESPONSABILITÁ<br />

AMMINISTRATIVA DELL’ENTE<br />

Vicende modificative dell’ente<br />

Di seguito verranno analizzate le conseguenze in tema di <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong><br />

amministrativa ex D.<strong>Lgs</strong>. n. <strong>231</strong>/2001 derivanti da possib<strong>il</strong>i vicende<br />

modificative dell’Ente:<br />

a) trasformazione<br />

Resta ferma la <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> della società trasformata (già corollario dell’art.2498, III<br />

comma, c.c.);<br />

b) fusione<br />

<strong>La</strong> <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> si trasferisce in capo alla società risultante dalla fusione (già<br />

corollario dell’art. 2504 bis c.c.);<br />

c) scissione<br />

1) In caso di scissione parziale, la società scissa rimane responsab<strong>il</strong>e per i reati<br />

commessi anteriormente alla data in cui la scissione ha avuto effetto;<br />

2) tanto in caso di scissione parziale che totale, gli enti saranno responsab<strong>il</strong>i in solido<br />

nei limiti del patrimonio netto ad essi trasferito.<br />

L’ente beneficiario al quale sia stato trasferito <strong>il</strong> ramo d’azienda nel quale è commesso<br />

<strong>il</strong> reato:<br />

- sarà responsab<strong>il</strong>e oltre i limiti altrimenti previsti;<br />

ED01 REV01<br />

-sarà responsab<strong>il</strong>e anche per i reati commessi anteriormente alla data in cui la<br />

47<br />

scissione ha avuto effetto.


PROCEDIMENTO DI ACCERTAMENTO<br />

Vicende modificative dell’ente<br />

d) cessione e conferimento d’azienda<br />

Si prev<strong>ed</strong>e la solidarietà del cessionario per <strong>il</strong> pagamento della sanzione pecuniaria,<br />

purchè ricorrano due condizioni:<br />

1) <strong>il</strong> debito (la sanzione) risulti dai libri contab<strong>il</strong>i obbligatori;<br />

2) <strong>il</strong> cessionario, in alternativa, sia comunque a conoscenza degli <strong>il</strong>leciti commessi in<br />

prec<strong>ed</strong>enza.<br />

E’, tuttavia, fatto salvo <strong>il</strong> beneficio della preventiva escussione del c<strong>ed</strong>ente, nei limiti<br />

del valore dell’azienda c<strong>ed</strong>uta.<br />

Per quanto concerne l’accertamento e l’applicazione delle sanzioni<br />

amministrative è disciplinata dagli artt. 34, 55, 58.<br />

Principio generale è che nell’accertamento delle <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> delle imprese si<br />

seguono le regole del processo <strong>penale</strong>, con la conseguenza che all’ente si applicano<br />

le disposizioni processuali relative all’imputato (art. 34). In tal senso si prev<strong>ed</strong>e<br />

l’annotazione del P.M. nel registro delle notizie di reato (art. 55), nonché l’invio di una<br />

eventuale informazione di garanzia all’ente, <strong>il</strong> diritto dell’ente di partecipare al<br />

proc<strong>ed</strong>imento <strong>penale</strong> nonché, infine, la possib<strong>il</strong>ità di applicazione di misure cautelari<br />

interdittive (art. 58).<br />

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48


PROCEDIMENTO DI ACCERTAMENTO<br />

Le sanzioni previste<br />

Le sanzioni previste dalla legge a carico della società in conseguenza<br />

della commissione o tentata commissione degli specifici reati sopra<br />

menzionati sono le seguenti:<br />

a) sanzione pecuniaria fino ad un massimo di Euro 1.549.370 (e sequestro<br />

conservativo in s<strong>ed</strong>e cautelare);<br />

b) sanzioni interdittive (applicab<strong>il</strong>i anche come misura cautelare) di durata<br />

non inferiore a tre mesi e non superiore a due anni;<br />

c) confisca del profitto che la società ha tratto dal reato (sequestro<br />

conservativo, in s<strong>ed</strong>e cautelare);<br />

d) pubblicazione della sentenza di condanna (che può essere disposta in<br />

caso di applicazione di una sanzione interdittiva);<br />

In relazione alle sanzioni pecuniarie, <strong>il</strong> legislatore introduce un particolare<br />

sistema commisurativo per quote, fissando quale minimo <strong>ed</strong>ittale la<br />

somma di € 25.822,84 e quale massimo <strong>ed</strong>ittale la somma di €<br />

1.549.370,69.<br />

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49


PROCEDIMENTO DI ACCERTAMENTO<br />

Le sanzioni previste<br />

Tale sistema commisurativo si suddivide in due distinte fasi:<br />

a) la fase n. 1 prev<strong>ed</strong>e l’individuazione di un numero di quote in base a indici<br />

di gravità dell’<strong>il</strong>lecito;<br />

b) la fase n. 2 prev<strong>ed</strong>e l’assegnazione di un valore monetario alle quote in<br />

base alle condizioni economiche dell’ente;<br />

Sono, peraltro, previste ipotesi di riduzione della sanzione pecuniaria (art. 12)<br />

e, precisamente:<br />

- la sanzione pecuniaria è ridotta della metà se:<br />

a) l'autore del reato ha commesso <strong>il</strong> fatto nel prevalente interesse proprio o di<br />

terzi e l'ente non ne ha ricavato vantaggio o ne ha ricavato un vantaggio<br />

minimo;<br />

b) <strong>il</strong> danno patrimoniale cagionato è di particolare tenuità;<br />

- la sanzione è ridotta da un terzo alla metà se, prima della dichiarazione di<br />

apertura del dibattimento di primo grado:<br />

a) l'ente ha risarcito integralmente <strong>il</strong> danno e ha eliminato le conseguenze<br />

dannose o pericolose del reato ovvero si è comunque efficacemente<br />

adoperato in tal senso;<br />

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50


PROCEDIMENTO DI ACCERTAMENTO<br />

Le sanzioni previste<br />

b) è stato adottato e reso operativo un modello organizzativo idoneo a<br />

prevenire reati della specie di quello verificatosi;<br />

- nel caso in cui concorrono entrambe le condizioni previste dai numeri 1)<br />

e 2), la sanzione è ridotta dalla metà ai due terzi.<br />

Le sanzioni interdittive si applicano in relazione ai reati per i quali sono<br />

espressamente previste, quando ricorre almeno una delle seguenti<br />

condizioni:<br />

a) l'ente ha tratto dal reato un profitto di r<strong>il</strong>evante entità e <strong>il</strong> reato è stato<br />

commesso da soggetti in posizione apicale ovvero da soggetti sottoposti<br />

all'altrui direzione quando, in questo caso, la commissione del reato è<br />

stata determinata o agevolata da gravi carenze organizzative;<br />

b) in caso di reiterazione degli <strong>il</strong>leciti.<br />

Le sanzioni interdittive (applicab<strong>il</strong>i anche come misura cautelare) hanno<br />

una durata non inferiore a tre mesi e non superiore a due anni.<br />

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51


PROCEDIMENTO DI ACCERTAMENTO<br />

Le sanzioni previste<br />

Le sanzioni interdittive possono consistere in:<br />

- interdizione dall’esercizio dell’attività;<br />

- sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni<br />

funzionali alla commissione dell’<strong>il</strong>lecito;<br />

- divieto di contrarre con la pubblica amministrazione;<br />

- esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi <strong>ed</strong><br />

eventuale revoca di quelli concessi;<br />

- divieto di pubblicizzare beni o servizi.<br />

Ferma l'applicazione delle sanzioni pecuniarie, le sanzioni interdittive non<br />

si applicano quando, prima della dichiarazione di apertura del<br />

dibattimento di primo grado, concorrono le seguenti condizioni:<br />

a) l'ente ha risarcito integralmente <strong>il</strong> danno e ha eliminato le conseguenze<br />

dannose o pericolose del reato, ovvero si è comunque efficacemente<br />

adoperato in tal senso;<br />

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PROCEDIMENTO DI ACCERTAMENTO<br />

Le sanzioni previste<br />

b) l'ente ha eliminato le carenze organizzative che hanno determinato <strong>il</strong><br />

reato m<strong>ed</strong>iante l'adozione e l'attuazione di modelli organizzativi idonei a<br />

prevenire reati della specie di quello verificatosi;<br />

c) l'ente ha messo a disposizione <strong>il</strong> profitto conseguito ai fini della confisca.<br />

Le sanzioni interdittive non si applicano inoltre nei casi previsti dall’art 12,<br />

comma primo, cioè se l'autore del reato ha commesso <strong>il</strong> fatto nel prevalente<br />

interesse proprio o di terzi e l'ente non ne ha ricavato vantaggio o ne ha<br />

ricavato un vantaggio minimo o se <strong>il</strong> danno patrimoniale cagionato è di<br />

particolare tenuità.<br />

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ESEMPI DI RESPONSABILITÁ<br />

Alcune sentenze alla luce del D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/01<br />

<strong>La</strong> sentenza Thyssenkrupp e la responsab<strong>il</strong>ita’ amministrativa dell’ente<br />

Secondo la Corte d’Assise di Torino è fondata una <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong><br />

amministrativa anche per l’acciaieria ai sensi del D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/01.<br />

Di grande interesse risulta quella parte della condanna relativa alla confisca<br />

del prezzo del profitto derivante dal reato, ovvero gli 800 m<strong>il</strong>a euro<br />

risparmiati dalla Thyssen omettendo l’installazione del necessario impianto<br />

di spegnimento automatico degli incendi, necessario a causa di gravi<br />

prec<strong>ed</strong>enti incendi aziendali, e richiesto dalla compagnia di assicurazione<br />

dell’azienda, dai vig<strong>il</strong>i del fuoco e da funzioni aziendali e di gruppo<br />

competenti.<br />

Per la prima volta viene adottata questa misura in materia di<br />

<strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> amministrativa, ovvero viene confiscato <strong>il</strong> controvalore<br />

economico del risparmio realizzato tagliando quei costi della sicurezza<br />

la cui mancanza ha prodotto la morte cruente di sette lavoratori.<br />

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54


ESEMPI DI RESPONSABILITÁ<br />

Alcune sentenze alla luce del D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/01<br />

Sanzioni alla Società:<br />

sanzione pecuniaria di 1 m<strong>il</strong>ione, l’addebito a titolo di confisca di Euro<br />

800.000, oltre che l’applicazione di sanzioni interdittive tra le quali: <strong>il</strong> divieto<br />

di pubblicizzare i propri prodotti per 6 mesi, l’esclusione per 6 mesi da<br />

contributi e sovvenzioni pubbliche.<br />

<strong>La</strong> pubblicazione sui principali quotidiani nazionali della sentenza.<br />

<strong>La</strong> sentenza Truck Center<br />

Con la sentenza del 11/01/2010 del Tribunale di Trani (Sezione di Molfetta),<br />

in relazione all’infortunio sul lavoro del 2008 presso la Truck Center con 5<br />

morti e un ferito grave in seguito a inalazione di acido solfidrico, ha<br />

“sanzionato in via amministrativa (D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/01) tre società che, non<br />

avendo rispettato le disposizioni per la protezione dei lavoratori previste dal<br />

T.U., avevano concorso al verificarsi di un incidente sul lavoro di particolare<br />

gravità occorso nell’ambito di un appalto”.<br />

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ESEMPI DI RESPONSABILITÁ<br />

Alcune sentenze alla luce del D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/01<br />

In particolare “<strong>il</strong> Tribunale ha deciso che <strong>il</strong> documento di valutazione dei<br />

rischi non può essere considerato come un modello organizzativo<br />

previsto dal D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/01 al fine di evitare la sanzionab<strong>il</strong>ità. I modelli<br />

organizzativi devono infatti caratterizzarsi non solo per la mappatura e<br />

per la gestione dei rischi legati agli infortuni sul lavoro, ma anche per un<br />

sistema di controllo sul sistema organizzativo per assicurarne la verifica e<br />

l’effettività”.<br />

Inoltre la sentenza del 11/01/2010 <strong>il</strong> Tribunale di Trani afferma che:<br />

“<strong>La</strong> fondamentale importanza dello strumento discende dalla circostanza<br />

che, se preventivamente adottati <strong>ed</strong> attuati, i modelli possono<br />

determinare l’esenzione da <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong> e, se adottati <strong>ed</strong> attuati<br />

posteriormente ma prima dell’apertura del dibattimento di primo grado, gli<br />

stessi garantiscono sia una riduzione della sanzione pecuniaria, sia, a<br />

determinate condizioni l’inoperatività delle sanzioni interdittive. In tal<br />

modo l’ente non rimane più insensib<strong>il</strong>e al rispetto delle norme di<br />

prevenzione.<br />

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ESEMPI DI RESPONSABILITÁ<br />

Alcune sentenze alla luce del D.<strong>Lgs</strong>. <strong>231</strong>/01<br />

<strong>La</strong> sentenza e le indicazioni del Tribunale di Mondovì<br />

Nella sentenza del tribunale di Mondovì del 24/4/2001 n. 257, in un caso<br />

di incidente sul lavoro, anticipando i tempi ha riconosciuto alla<br />

certificazione del SGA a norma ISO 14001 <strong>il</strong> ruolo r<strong>il</strong>evante di prova<br />

documentale dell’ “atteggiamento virtuoso dell’impresa” e ha, pertanto,<br />

scagionato <strong>il</strong> legale rappresentante da ogni <strong>responsab<strong>il</strong>ità</strong>, sostenendo<br />

che «la previsione di proc<strong>ed</strong>ure produttive in occasione della richiesta di<br />

certificazione è un primo significativo passo verso <strong>il</strong> conseguimento di una<br />

quota di sicurezza adeguata» e che «la certificazione ottenuta e i<br />

documenti prodotti e/o acquisiti dal perito hanno dimostrato una sola cosa:<br />

di più non si poteva fare. Di più, dunque,non era corretto esigere»<br />

ED01 REV01<br />

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