SUONO n° 525
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ANTENNA<br />
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Edge: 50 anni e non sentirli<br />
Mantenendo più o meno inalterata la fortunata formula del value<br />
for money l’inglese Cambridge ha conservato in gran parte il suo<br />
spirito originario a distanza di 50 anni dalla sua nascita.<br />
di Paolo Corciulo<br />
Era un gruppo di volenterosi e intelligenti studenti, né sarebbe<br />
potuto essere diversamente da così, cresciuti all’ombra di una<br />
delle più importanti università britanniche. Era il 1968 e con<br />
alla guida “il professore” (al secolo Gordon Edge) la neonata Cambridge<br />
Audio stava per dare i natali al suo primo prodotto, il P40, un integrato<br />
che, stando alle note aziendali, “per la prima volta al mondo utilizzava<br />
un trasformatore toroidale”, soluzione che poi sarebbe diventata una<br />
delle cifre aziendali... Il P40 e i prodotti che si succedettero rappresentano,<br />
insieme al resto della novelle vague britannica, parte integrante<br />
del successo del cosiddetto “value for money”, il movimento che avrebbe<br />
anticipato l’Hi-end ma che partiva da un’importante presupposto<br />
(“nothing added, nothing taken away” - nulla in più, nulla da togliere,<br />
che fa un po’ il paio con il detto marinaresco per cui “quello che non c’è<br />
non si rompe”, la cui origine è comunque attribuibile a Henry Ford...):<br />
un minimalismo teso a separare ciò che è indispensabile da ciò che è<br />
superfluo. Negli anni, purtroppo, la maggior parte dei costruttori ha<br />
disconosciuto o dimenticato tale presupposto con una progressiva<br />
magniloquenza, verbale e ideologica, come presupposto delle proprie<br />
realizzazioni; Cambridge meno di altri...<br />
Eppure per commemorare il suo cinquantesimo traguardo la casa si affida<br />
Il primo prodotto Cambridge: l’intergato P40 (1968).<br />
proprio a una linea top che eccede l’immagine consolidata di Cambridge:<br />
Edge, il limite, la soglia, forse l’assoluto, è una linea di prodotti (tre)<br />
ognuno sopra i 3.000 dollari (in Europa il prezzo al momento non è<br />
ancora stato fissato), quindi ben distante anche dalla serie Azur, un mid<br />
end che fino a ora ha rappresentato il top della produzione Cambridge.<br />
Si tratta di un anniversario, certo, ma anche l’occasione per mostrare<br />
i muscoli di un’azienda che dopo le inevitabili peripezie nel momento<br />
di transizione del mercato (prima nel 1971 per crisi da crescita, poi<br />
nel 1980 e successivamente nel 1988 per approdare al gruppo IAG di<br />
Wharfedale), dal 1994 è orgogliosamente degli stessi due proprietari<br />
(James Johnson-Flint e Julian Richer); azienda che nelle sue fila ha<br />
visto transitare tecnici del valore di Stan Curtis (negli anni ’70 e ’80 era<br />
un valore vedere la forma di Curtis su un circuito stampato!) e tutt’ora<br />
utilizza il metodo della tempesta di cervelli, uno staff di 24 ingegneri<br />
occidentali disseminati tra Londra e Cambridge con delocalizzazione<br />
della produzione in Cina, dove però il marchio, che proprio nel 1984 fu<br />
uno dei primi a guardare all’oriente per la produzione, ha due società e<br />
un gruppo di ingegneri addetti al controllo della qualità.<br />
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6 <strong>SUONO</strong> aprile 2018