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PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - gennaio 2019

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

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Portavoce<br />

N. 1 - GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong><br />

di san Leopoldo Mandić<br />

Mensile - anno 59 - n. 1 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD<br />

IL VESCOVO DAL CIN:<br />

PADRE <strong>LEOPOLDO</strong> INSEGNA<br />

AD ESSERE «PONTI»<br />

SETTIMANA <strong>DI</strong> PREGHIERA<br />

PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI<br />

«CERCATE <strong>DI</strong> ESSERE VERAMENTE GIUSTI»


PER RICEVERE LA RIVISTA<br />

UN ANNO = 9 NUMERI, CON CALENDARIO<br />

Quota associativa<br />

Italia € 20<br />

Europa € 30<br />

Altri Paesi USD 38<br />

sostenitore da € 50<br />

Portavoce<br />

di san Leopoldo Mandić<br />

Periodico di cultura religiosa<br />

dell’Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />

Direzione, Redazione, Amministrazione<br />

Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale Santa Croce, 44 - 35123 Padova<br />

Sito internet<br />

www.leopoldomandic.it<br />

Direttore e Redattore<br />

Giovanni Lazzara<br />

Dir. Responsabile<br />

Luciano Pastorello<br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

Massimo Ezio Putano, Flaviano G. Gusella,<br />

Paolo Cocco, Leopoldo Voltan, Mariano<br />

Steffan, mons. Fabio Dal Cin, Anna Boscolo<br />

Artmann, Alfredo Pescante, Gianfranco<br />

Tinello, Marco Roveroni e Fabio Camillo<br />

Impaginazione<br />

Barbara Callegarin<br />

Stampa<br />

Stampe Violato - Bagnoli di Sopra (PD)<br />

Editore<br />

Associazione «Amici di san Leopoldo»<br />

Spedizione in abbonamento postale<br />

Pubblicazione registrata presso il Tribunale<br />

di Padova il 18 ottobre 1961, n. 209 e al R.O.C.,<br />

n. 13870. Con approvazione ecclesiastica<br />

e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini<br />

Garanzia di riservatezza<br />

Nel rispetto del D.L. n. 196/2003 Portavoce di san<br />

Leopoldo Mandić garantisce che i dati personali<br />

relativi agli associati sono custoditi nel proprio<br />

archivio elettronico con le opportune misure di<br />

sicurezza. Tali dati sono trattati conformemente<br />

alla normativa vigente, non possono essere<br />

ceduti ad altri soggetti senza espresso consenso<br />

dell’interessato e sono utilizzati esclusivamente per<br />

l’invio della Rivista e iniziative connesse<br />

In copertina: padre Leopoldo in una foto<br />

finora inedita (foto Randi)<br />

Le foto, ove non espressamente indicato, hanno valore<br />

puramente illustrativo<br />

Questa testata non fruisce di contributi statali<br />

Chiuso in prestampa il 13 novembre 2018<br />

e consegnato a Poste Italiane<br />

tra il 10 e il 15 dicembre 2018<br />

■ versamento su conto corrente postale<br />

n. 68943901, intestato a<br />

«Associazione Amici di San Leopoldo»<br />

■ versamento on-line sul c.c.p. n. 68943901<br />

riservato ai titolari di un conto Bancoposta<br />

o di una carta Postepay,<br />

al sito https: //bancopostaonline.poste.it<br />

■ bonifico intestato a<br />

«Associazione Amici di San Leopoldo»<br />

IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901<br />

BIC(SWIFT): BPPIITRRXXX<br />

Solo per i Paesi che non usano Euro:<br />

IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901<br />

BIC(SWIFT): POSOIT22XXX<br />

■ assegno non trasferibile intestato a: «Provincia Veneta dei Frati<br />

Minori Cappuccini» e inviato a: Santuario san Leopoldo Mandić,<br />

piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />

L’associazione, che dà diritto di ricevere la rivista, può decorrere<br />

da qualsiasi mese dell’anno. Il cambio di indirizzo è gratuito:<br />

segnalatecelo al più presto per lettera o email<br />

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Invia una email a:<br />

Redazione: direttore@leopoldomandic.it<br />

Santuario: info@leopoldomandic.it<br />

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Redazione e santuario: 049 8802727<br />

Fax 049 8802465<br />

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Direttore Portavoce di san Leopoldo M.<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />

Rettore del santuario<br />

Fra Flaviano Giovanni Gusella<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova


Sommario<br />

N. 1 GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> ANNO 59<br />

3<br />

8<br />

10<br />

12<br />

16<br />

17<br />

22<br />

25<br />

28<br />

30<br />

38<br />

4<br />

6<br />

32<br />

34<br />

36<br />

Editoriali<br />

ABBASSO LA RASSEGNAZIONE! / AI LETTORI / di Giovanni Lazzara<br />

DOVE IL <strong>DI</strong>ALOGO CONTINUA / LA VOCE DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / di Flaviano G. Gusella<br />

Attualità ecclesiale<br />

GIOVANI CHE RESISTONO, SCEGLIENDO LA FEDE / PERISCOPIO CATTOLICO /<br />

a cura di Giovanni Lazzara<br />

LA SPIRITUALITÀ COME PROVOCAZIONE PER IL MONDO <strong>DI</strong> OGGI / ECUMENISMO /<br />

di Paolo Cocco<br />

CRISTIANI, CIOÈ FRATELLI / di Leopoldo Voltan<br />

«CERCATE <strong>DI</strong> ESSERE VERAMENTE GIUSTI» / SETTIMANA <strong>DI</strong> PREGHIERA PER L’UNITÀ<br />

DEI CRISTIANI / a cura della Redazione<br />

Fede & vita<br />

ALL’IMPROVVISO, LA STAGIONE DELLA MALATTIA / di Mariano Steffan<br />

San Leopoldo ieri e oggi<br />

IL <strong>SAN</strong>TO CAPPUCCINO INSEGNA AD ESSERE «PONTI» / di mons. Fabio Dal Cin<br />

L’ INCORONAZIONE DELLA VERGINE / ARTE IN <strong>SAN</strong>TUARIO / di Anna Boscolo Artmann<br />

<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> NELLA CHIESA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong>TO STEFANO D’UNGHERIA / DEVOZIONE /<br />

di Alfredo Pescante<br />

LA MIA CHIAMATA / UNA CREATURA NASCOSTA > 1 / FUMETTO / di Marco Roveroni<br />

Rubriche<br />

LA FOTO RACCONTA<br />

LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong> / di Massimo Ezio Putano<br />

GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> / a cura della Redazione<br />

VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / a cura della Redazione<br />

CALENDARIO LITURGICO / di Gianfranco Tinello<br />

GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 5


ATTUALITÀ ECCLESIALE<br />

La spiritualità come<br />

provocazione per il mondo di oggi<br />

Ecumenismo<br />

Crescere nella<br />

conoscenza delle<br />

reciproche tradizioni e<br />

stabilire relazioni sempre<br />

più fraterne tra cattolici<br />

e ortodossi: questo lo<br />

scopo del Simposio<br />

intercristiano svoltosi<br />

ad Assisi. Dall’incontro<br />

un deciso invito alla<br />

coerenza tra fede e<br />

vita di fronte al mondo.<br />

Perché il cristianesimo<br />

continui a “provocare”<br />

e a parlare di Cristo<br />

d i P a o l o C o c c o<br />

A<br />

venticinque anni dalla prima<br />

edizione, si è tenuto<br />

nella città di san Francesco,<br />

dal 28 al 30 agosto scorso,<br />

il 15° Simposio organizzato<br />

dall’Istituto francescano di spiritualità<br />

della Pontificia università Antonianum<br />

di Roma e dal Dipartimento<br />

di teologia dell’Università greca Aristotele<br />

di Salonicco (e sostenuto dalla<br />

Provincia Veneta dei cappuccini,<br />

ndr). Il tema di questa edizione è<br />

stato: «La spiritualità come provocazione<br />

per il mondo di oggi».<br />

COME TENERE IN PIE<strong>DI</strong> LA CHIESA<br />

I partecipanti sono stati subito “provocati”<br />

dall’omelia che l’arcivescovo<br />

di Corfù Ioannis Spiteris ha offerto<br />

nella messa di apertura del Simposio,<br />

celebrata presso la tomba di san<br />

Francesco. Il vescovo cappuccino<br />

ha ricordato come al Papa di allora<br />

sembrò che la Chiesa stesse crollando<br />

e che Francesco riuscisse a tenerla<br />

in piedi (sogno di Innocenzo III).<br />

In effetti Francesco tenne salda la<br />

Chiesa provocando i fedeli, ma poi<br />

anche “i saraceni e gli altri infedeli”<br />

non certo da solo, ma con i fratelli<br />

che Dio gli diede, col dare testimonianza<br />

di amore evangelico, solo a<br />

determinate condizioni proclamando<br />

il Vangelo con la parola (Regola<br />

non bollata, capitolo XVI).<br />

I MESSAGGI DEL PAPA<br />

E DEL PATRIARCA<br />

Ad attestare l’importanza di questa<br />

iniziativa ecumenica sono giunti,<br />

anche questa volta, i messaggi augurali<br />

del Papa e del Patriarca ortodos-<br />

12 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong>


so di Costantinopoli. Papa Francesco<br />

ha evidenziato come possiamo<br />

offrire risposte autentiche alla sete<br />

di Dio, illuminati e sostenuti dai santi<br />

che hanno perseguito valori inediti<br />

rispetto alla logica del mondo. Il<br />

patriarca Bartolomeo ha osservato<br />

che sono ancora tanti coloro che si<br />

recano nei monasteri per trovare<br />

vita autentica suscitata dallo Spirito,<br />

conforme a quanto è attestato nella<br />

Bibbia e negli scritti dei Padri.<br />

L’INTRODUZIONE DEI PRESI<strong>DI</strong><br />

Nel suo intervento fra Luca Bianchi,<br />

preside dell’Istituto francescano di<br />

spiritualità, ha ricordato l’invito di<br />

un suo formatore a indossare volentieri<br />

l’abito religioso, che di per sé<br />

è una forte provocazione agli occhi<br />

del mondo.<br />

Il prof. Panagiotis Skaltsis, preside<br />

del dipartimento di Teologia di<br />

Salonicco ha richiamato un passo<br />

sottoscritto in occasione del recente<br />

grande Sinodo delle Chiese ortodosse<br />

che si è tenuto a Creta. In esso<br />

si identifica la vita cristiana come<br />

invito rivolto a tutti a partecipare<br />

liberamente alla vita eterna. Egli ha<br />

poi ricordato come il recente incontro<br />

dei capi delle Chiese orientali<br />

assieme al Papa a Bari — nel quale<br />

si è pregato per la pace nei luoghi di<br />

conflitto — è stato una provocazione<br />

per i “grandi” della terra.<br />

Ambedue i presidi hanno voluto<br />

menzionare e onorare chi, fin dall’inizio,<br />

ha collaborato alla realizzazione<br />

di questa serie di Simposi, tra<br />

i quali i professori Petros Vasilliadis,<br />

Evangelia Omoiridou e l’arcivescovo<br />

Ioannis Spiteris.<br />

A sinistra, i partecipanti al Simposio<br />

presso la tomba di san Francesco<br />

d’Assisi, nella cripta della basilica.<br />

Sotto, un momento dei lavori<br />

<strong>DI</strong> FRONTE AL SECOLARISMO<br />

E AL FONDAMENTALISMO<br />

Nel suo intervento (dal titolo « Cristiani<br />

oggi in un mondo secolarizzato»),<br />

Spiteris ha evidenziato come la<br />

Chiesa oggi debba fare i conti con<br />

chi vorrebbe relegare la fede cristiana<br />

a una dimensione privata e promuove<br />

istanze che di fatto inducono<br />

a uno sgretolamento sociale e culturale.<br />

E deve pure fare i conti, all’opposto,<br />

con terroristi che vorrebbero<br />

imporre la loro immagine della religione,<br />

sradicando la presenza cristiana<br />

almeno in alcune regioni.<br />

La Chiesa, ha sostenuto Spiteris,<br />

deve guardarsi dal reagire con lo<br />

stesso tono mirando all’annientamento<br />

o anche solo a mettere a tacere<br />

gli avversari. Egli ha poi citato<br />

passi molto illuminanti del documento<br />

Testimonianza cristiana in un<br />

mondo multi-religioso: raccomandazioni<br />

per il comportamento, stilato<br />

dal Pontificio consiglio per il dialogo<br />

interreligioso con la cooperazione<br />

del Consiglio ecumenico delle<br />

Chiese e pubblicato nel 2011. In tale<br />

testo viene qualificato come privilegio<br />

e grazia il rendere ragione della<br />

speranza con dolcezza e rispetto,<br />

e si spiega come sia compito dello<br />

Spirito Santo convertire i cuori.<br />

Il prof. Miltiadis Konstantinou<br />

(«La chiesa e il mondo. Gli aspetti<br />

ambigui di un dialogo inevitabile»)<br />

ha evidenziato la portata rivoluzionaria<br />

della vita cristiana in quanto<br />

“comunione” piena tra coloro che<br />

partecipano di Gesù e quindi del<br />

suo rapporto col Padre, con il quale<br />

risulta inseparabile e distinto, nella<br />

libertà garantita dallo Spirito Santo.<br />

LA SAPIENZA DELLA CROCE<br />

E L’OBBE<strong>DI</strong>ENZA A <strong>DI</strong>O<br />

Il francescano prof. Stefano Cavalli<br />

(«”Ciò che è stoltezza di Dio è più<br />

sapiente degli uomini”». Parola di<br />

Dio: provocazione per un confronto<br />

costruttivo con il mondo») ha fatto<br />

notare che Dio rivolge la sua parola<br />

all’umanità permettendole di respingerla,<br />

fino al punto di inchiodare<br />

in croce Gesù. In tal modo giunge<br />

al culmine la rivelazione di Dio, parola<br />

che reclama autenticità e disponibilità<br />

a servire fino in fondo.<br />

Il prof. Moschos Goutzioudis («Le<br />

tre tentazioni di Cristo e della nostra<br />

epoca») ha offerto un approfondimento<br />

del racconto delle “tentazioni”<br />

di Gesù, attestato soprattutto<br />

GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 13


▶ LA SPIRITUALITÀ COME PROVOCAZIONE PER IL MONDO <strong>DI</strong> OGGI<br />

dall’evangelista Matteo. Gesù, obbedendo<br />

in tutto al Padre, insegna<br />

a non mettersi al centro dell’attenzione,<br />

ma a manifestare proprio<br />

con l’obbedienza a Dio la vera fede<br />

e l’amore più grande.<br />

NICOLA IL PELLEGRINO<br />

A due voci, i professori Panaghiotis<br />

Yfantis e il francescano conventuale<br />

Guglielmo Spirito — particolarmente<br />

attivi nell’organizzazione del Simposio<br />

— hanno presentato la figura<br />

di Nicola il pellegrino, nato in Grecia<br />

nel 1075 e morto a Trani (dove<br />

è venerato come santo patrono)<br />

all’età di 19 anni. Fu un uomo perseguitato<br />

e maltrattato sia dalla madre<br />

che da esponenti della società e della<br />

stessa Chiesa, perché con troppa<br />

spontaneità spesso e volentieri invocava<br />

a gran voce la misericordia<br />

di Dio, tanto da essere soprannominato<br />

Kyrieleison.<br />

BRANDANO<br />

Nel corso della mattinata del secondo<br />

giorno del Simposio, il gesuita<br />

prof. Massimo Pampaloni ha descritto<br />

e analizzato la figura di un italiano<br />

assimilabile ai cosiddetti “folli in Cristo”<br />

venerati in Oriente. Si tratta di<br />

Bartolomeo da Petroio detto Brandano,<br />

vissuto attorno al 1500.<br />

Questi, in occasione di una predicazione<br />

quaresimale, abbandonò<br />

il lavoro nei campi, la moglie e i figli<br />

perché si sentiva interiormente<br />

chiamato a predicare Cristo sulle<br />

strade dell’Europa. A Roma, ispirato,<br />

ammonì l’allora papa Clemente<br />

VII minacciando lui e l’intera città<br />

di imminenti castighi. Per tutta risposta<br />

fu condannato a morte, ma<br />

miracolosamente sopravvisse ai<br />

supplizi. Morì poi nella città che<br />

maggiormente ne custodisce la<br />

memoria: Siena. In lui si possono<br />

riscontrare alcune caratteristiche<br />

che maggiormente distinguono i veri<br />

profeti: la semplicità (che si può<br />

appunto scambiare per pazzia), lo<br />

spirito di profezia e l’imitazione di<br />

Cristo sulla strada della carità e della<br />

penitenza.<br />

FRANCESCO “NOVELLUS PAZZUS”<br />

Il francescano prof. Alceo Grazioli<br />

(«Il francescanesimo come provocazione»)<br />

ha presentato lo stesso san<br />

Francesco come esponente occidentale<br />

dei “folli in Cristo”. Spesso<br />

identificato semplicemente come<br />

uomo controcorrente, e perciò associato<br />

a movimenti contrapposti,<br />

in realtà egli in ogni circostanza della<br />

sua esistenza si lasciò interpellare<br />

e plasmare dalla novità del Vangelo<br />

e quindi da Dio. E per questo motivo<br />

risultò così capace di “provocare”<br />

in ogni tempo alla sequela di Cristo.<br />

La professoressa Anna Koltsiou<br />

(«La conversione come eredità spirituale<br />

e richiesta contemporanea»)<br />

ha passato in rassegna racconti di<br />

conversione, tratti dal Vangelo e da<br />

agiografie. Le diverse esperienze<br />

umane e vicende risultano una for-<br />

SPITERIS: PARLIAMO CON LA NOSTRA VITA<br />

Mons. Ioannis Spiteris, cappuccino, vescovo di Corfù (nella foto), è tra gli<br />

iniziatori dei Simposi ecumenici teologico-spirituali. Ai microfoni di Radio<br />

Vaticana, ha presentato il Simposio<br />

di Assisi.<br />

«La lettura dell’attualità rimanda a<br />

società sempre più scristianizzate,<br />

dove specie i giovani si allontanano<br />

dalla fede, dove gli Stati promuovono<br />

leggi contrarie alla morale cristiana.<br />

Ecco perché ciò che conta oggi è<br />

la testimonianza di una vita che<br />

resta fedele ai comandamenti di Dio,<br />

nonostante i credenti appaiano in<br />

minoranza».<br />

Filo conduttore il tema<br />

della “provocazione”…<br />

«Una provocazione che interroga<br />

il non credente. “Pochi credono<br />

oggi che si possa essere fedeli<br />

ai comandamenti di Dio: si parla<br />

sempre di interessi politici o<br />

economici. Se uno fa una professione di povertà, come per esempio nel<br />

monachesimo, questa suona come una provocazione… C’era un padre<br />

spirituale, un cappuccino, che raccomandava ai suoi confratelli: “Andate<br />

in giro con l’abito perché la gente quando vede i religiosi con l’abito dice:<br />

O questo è un pazzo o Dio esiste”. Uno che vive in maniera differente<br />

dagli altri già, si può dire, dà uno ‘schiaffo’ a chi non crede. Quando hanno<br />

domandato a san Francesco: Che cosa bisogna fare per convertire l’altro?,<br />

egli ha risposto: Essere santo. Essere consequenziale con la propria fede,<br />

non avere la doppia vita: una cosa diciamo, e poi viviamo in maniera<br />

differente…».<br />

Scandali, ma anche esempi di coerenza<br />

«Oggi si cerca di screditare la Chiesa in tante maniere… Io mi trovo in<br />

Grecia e ogni volta che si sente uno scandalo, i giornali, i telegiornali,<br />

cercano di screditare la Chiesa. Ma, quando hanno sentito che quei<br />

migranti che per giorni nessuno voleva se li è presi in carico la Conferenza<br />

episcopale italiana, anche questo l’hanno riferito come prima notizia ed<br />

è stata una bellissima testimonianza».<br />

14 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong>


te provocazione a volgersi in modo<br />

autentico verso Dio, anche per chi<br />

nella casa di Dio è rimasto o è già<br />

tornato.<br />

LA VITA CONSACRATA<br />

COME PROVOCAZIONE<br />

Nella sua relazione («Vita monastica<br />

come provocazione ieri e oggi»)<br />

Paolo Martinelli, frate cappuccino<br />

e vescovo ausiliare di Milano, ha<br />

illustrato come la vita consacrata,<br />

tanto nel passato come oggi, risulti<br />

un dono dello Spirito Santo che, nel<br />

contesto in cui sorge e fiorisce, agisce<br />

come provocazione. Così era (e<br />

ancora è) il carisma francescano in<br />

un contesto nel quale la borghesia<br />

emerge. Anche oggi, nella grande<br />

diocesi ambrosiana nella quale svolge<br />

il suo ministero, nuove forme<br />

di vita consacrata stanno sfidando<br />

contrapposizioni tra culture, tra posizioni<br />

diverse all’interno della Chiesa<br />

e tra identità di genere.<br />

Quale elemento della vita cristiana<br />

che particolarmente provoca, il<br />

prof. Petros Panaghiotopoulos ha<br />

approfondito il tema spirituale del<br />

digiuno («Parlando del digiuno oggi.<br />

La testimonianza del santo e grande<br />

Sinodo della Chiesa ortodossa»).<br />

Una pratica, questa, che tuttora è<br />

ritenuta ineludibile nelle Chiese ortodosse,<br />

tanto che se ne è trattato<br />

in maniera specifica nel corso del<br />

recente grande Sinodo evidenziandone<br />

l’importanza, i possibili fraintendimenti<br />

e i modi di praticarlo<br />

tenendo conto delle diverse circostanze<br />

personali e sociali.<br />

NON CONTRAPPOSIZIONE,<br />

MA TESTIMONIANZA<br />

Particolarmente ponderata e chiara<br />

è stata la relazione del prof. Cesare<br />

Alzati («Quale spiritualità opporre<br />

agli odierni fondamentalismi?»).<br />

Egli ha fatto notare come ogni fondamentalismo<br />

alimenti un atteggiamento<br />

ideologico di contrapposizione.<br />

Ad esso, il cristianesimo in<br />

Assisi, 30 agosto 2018. Per la prima<br />

volta nella storia, la Divina liturgia<br />

ortodossa è stata celebrata sull’altare<br />

presso la tomba di san Francesco<br />

(le foto di queste pagine sono di Marina<br />

Amato - Studio Fotografico Tony)<br />

quanto tale si sottrae per principio,<br />

alimentando un’identità e rapporti<br />

positivi a partire dal mistero che lo<br />

genera e manifesta, la pasqua di Cristo,<br />

a cui la nostra umanità si associa<br />

nella celebrazione del Battesimo<br />

e dell’Eucaristia.<br />

Il prof. Nikos Maghioros («La spiritualità<br />

ortodossa e lo spazio pubblico»)<br />

ha portato all’attenzione di<br />

tutti quanto è maturato nel recente<br />

grande Sinodo a proposito del rapporto<br />

tra Chiesa e Stato. È emersa la<br />

necessità di una testimonianza condivisa<br />

tra tutti i cristiani ortodossi<br />

nel rispetto della varietà delle culture<br />

nelle quali vivono.<br />

Su istanze sensibili, quali la bioetica,<br />

la questione degli armamenti<br />

e la possibilità della cremazione, si<br />

devono affermare dei principi e non<br />

un’unica soluzione concreta.<br />

<strong>DI</strong>VINA LITURGIA ORTODOSSA<br />

Un evento storico ha segnato la mattina<br />

dell’ultimo giorno del Simposio:<br />

per la prima volta la Divina liturgia<br />

ortodossa è stata celebrata presso la<br />

tomba di san Francesco. A presiederla,<br />

papàs Dimitrios Bikas, ieromonaco<br />

ortodosso. Un evento del genere,<br />

associato alla squisita ospitalità dimostrata<br />

dai frati del Sacro convento,<br />

è risultato una “provocazione” assai<br />

positiva per quanto riguarda il rapporto<br />

in generale tra ortodossi e cattolici,<br />

e tra italiani e greci.<br />

CONCLUSIONI<br />

Nel dibattito conclusivo, tra le altre<br />

cose, è emersa l’urgenza che iniziative<br />

come i Simposi o altre, a carattere<br />

tanto accademico che squisitamente<br />

ecumenico, continuino ancora. Magari<br />

coinvolgendo anche i giovani,<br />

senza limitarsi a trattazioni specialistiche,<br />

ma dando spazio al dibattito<br />

tra tutti i partecipanti, i quali potrebbero<br />

prendervi parte anche a distanza.<br />

Tutti i presenti alle giornate<br />

di Assisi, comunque, hanno ringraziato<br />

Dio per l’opportunità di avervi<br />

partecipato di persona. P<br />

GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 15


▶ ALL’IMPROVVISO, LA STAGIONE DELLA MALATTIA<br />

statato, la persona malata reagisce<br />

senza lasciarsi andare, essa diventa<br />

testimone di esperienze eroiche che<br />

rimangono indelebili.<br />

Insomma, da parte di chi cura<br />

o assiste, tutto deve concorrere al<br />

bene della persona che si trova in<br />

uno stato di malattia. E anche le<br />

persone che assistono o curano possono<br />

ricevere da quelle malate una<br />

ricchezza interiore che lascia segni<br />

indelebili. «Non dimenticherò mai»,<br />

mi sono sentito dire in diverse circostanze,<br />

«quello che mi ha detto<br />

quella persona prima di lasciarci».<br />

ATTENZIONE ALLA QUALITÀ<br />

DELLA RELAZIONE<br />

In seguito, il direttore di quell’hospice<br />

mi chiese se ero disposto a guidare<br />

un incontro con gli ospiti ammalati,<br />

i loro familiari e il personale<br />

curante. Il direttore sapeva che non<br />

mi sarei fermato per lungo tempo<br />

e voleva approfittare della mia permanenza<br />

per un momento di formazione<br />

e di verifica, che avrebbe<br />

coinvolto l’intero ambiente.<br />

Parlando con il direttore, avevo<br />

capito che nelle mie visite qualcuno<br />

aveva ricevuto un piccolo segnale di<br />

speranza. Ora, si trattava di condividere<br />

con tutti una linea operativa:<br />

prestare più attenzione alla qualità<br />

della relazione con le persone. In<br />

quell’ambiente, tale aspetto non è<br />

secondario, anzi, richiede il massimo<br />

impegno di tutti, al di là di ogni<br />

convinzione o credo religioso. Infatti,<br />

l’essere umano, specialmente<br />

quando è fragile, ha diritto di<br />

essere trattato con dignità e rispetto.<br />

Si tratta di mettere in atto<br />

strategie che favoriscano i rapporti<br />

umani, che sappiano comprendere<br />

e scusare, ponendosi con empatia<br />

al posto dell’altro che sta soffrendo.<br />

Il modo qualificato di rapportarsi<br />

— cioè il “come” fare, il “come” dire,<br />

il “come” porsi di fronte all’altro —<br />

contribuisce alla trasmissione di un<br />

modo di fare che valorizza gli altri.<br />

LA SOFFERENZA PIÙ<br />

GRANDE È CAUSATA<br />

DALL’ESSERE SOLI, DAL<br />

NON SENTIRSI AMATI,<br />

DAL NON AVERE NESSUNO<br />

(MADRE TERESA<br />

<strong>DI</strong> CALCUTTA)<br />

Le relazioni umane a volte possono<br />

registrare scontri, perdite, sconfitte,<br />

ripiegamenti, coperture, compromessi,<br />

che finiscono per diventare<br />

chiusura, difesa, maschera, dissimulazione,<br />

falsità, disumanizzazione.<br />

Tutto questo va evitato.<br />

Il risultato è che quell’ambiente<br />

(ospedale, hospice o casa di cura)<br />

diventa più vitale e positivo, perché<br />

usufruisce del beneficio di una<br />

comunione di verità, d’affetti e di<br />

valori che arricchiscono tutti, e non<br />

è più etichettato solo come un ambiente<br />

di sofferenza e di morte.<br />

Nell’incontro voluto dal direttore<br />

dell’hospice l’interrogativo «come<br />

trasformare i momenti drammatici<br />

in opportunità di crescita?» è rimasto,<br />

dall’inizio alla fine, l’interrogativo<br />

chiave per tutti. Se la persona<br />

si porta dietro perdite, sconfitte,<br />

compromessi, assurdità subite (e<br />

non le risolve almeno parzialmente),<br />

incontrerà difficoltà anche nello<br />

svolgimento della propria professione<br />

assistenziale o medica.<br />

La stessa cosa succede a chiunque<br />

deve affrontare delle situazioni di<br />

pericolo per la propria vita. Quando<br />

tale pericolo arriva, ci sorprende<br />

sempre e provoca un contraccolpo.<br />

La prima risposta è quella di cercare<br />

di superare l’ostacolo, ma<br />

quando non si può a causa dei<br />

limiti umani, viene fuori il grado<br />

di maturità della persona. S’incontrano,<br />

perciò, personalità più<br />

o meno mature, più o meno fragili,<br />

più o meno virtuose. Nel corso di<br />

quella riunione, mi permisi di esprimere<br />

una semplice provocazione:<br />

«È vero che tutti un giorno moriremo,<br />

ma qui ci troviamo difronte al<br />

fatto che ora tocca a me morire!»<br />

Questa riflessione, che creò una reazione<br />

spontanea sui presenti (sani),<br />

li spinse a concludere: «Se sto facendo<br />

di tutto per rendermi utile a questi<br />

pazienti, che sanno di dover morire,<br />

un domani, quando toccherà a<br />

me morire, sarei contento se venissi<br />

aiutato così anch’io. Ora faccio a loro<br />

ciò che vorrei fosse fatto a me!».<br />

L’incontro aiutò tutti a correggere<br />

il proprio atteggiamento interiore:<br />

sia coloro che erano arrivati<br />

vicini al “traguardo” della vita, che<br />

hanno saputo riconciliarsi con se<br />

stessi e con il proprio ambiente<br />

familiare, sociale e spirituale; sia<br />

coloro che assistevano e curavano,<br />

perché hanno compreso che il loro<br />

atteggiamento accanto a chi soffre<br />

diventa più vero e spontaneo<br />

se, attraverso un lavoro interiore<br />

su se stessi, sanno riconciliarsi<br />

con le proprie fragilità e i propri<br />

limiti, dando sempre il meglio di sé.<br />

Per tutti la partecipazione e il<br />

coinvolgimento empatico sono elementi<br />

della relazione importanti ed<br />

esigenti, e non devono certamente<br />

essere superficiali, nemmeno quando<br />

si avverte stanchezza. La partecipazione<br />

è un processo che aiuta la<br />

persona a essere protagonista.<br />

Il mistero della persona umana<br />

non si accosta tanto con una conoscenza<br />

puramente razionale, ma<br />

con quella relazione che riguarda<br />

me, gli altri e Dio stesso. Servono<br />

rispetto, conoscenze pratiche e<br />

affetto. In fondo, l’atteggiamento<br />

del “farsi vicini” o del “mantenersi<br />

a distanza” non ha ricette, ma richiede<br />

l’esercizio di un’arte. L’arte<br />

dell’incontro e della relazione, che<br />

fa appello a capacità razionali, culturali,<br />

motivazionali e umane, a seconda<br />

delle circostanze in cui ci si<br />

trova. P<br />

24 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong>


<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> IERI E OGGI<br />

Il santo cappuccino insegna<br />

ad essere «ponti»<br />

Celebrato il trentacinquesimo anniversario<br />

della canonizzazione di padre Leopoldo<br />

d i mons. Fa b i o Da l Ci n*<br />

«<br />

Coraggio! Alzati, ti chiama!»<br />

(dal vangelo della XXX<br />

domenica del Tempo ordinario,<br />

Mc 10,46-52, ndr).<br />

Questa parola si è incarnata<br />

nella vita di san Leopoldo, di cui<br />

oggi con particolare devozione celebriamo<br />

il 35° anniversario di canonizzazione.<br />

Ringrazio il rettore padre<br />

Fla viano, il vicario provinciale<br />

dei Cappuccini veneti, padre Elvio,<br />

e con loro tutta la comunità dei frati<br />

Cappuccini, che mi hanno invitato<br />

a pregare insieme con voi. Vi porto<br />

i saluti e la vicinanza spirituale dei<br />

Cappuccini di Loreto. […]<br />

«Coraggio! Alzati, ti chiama!». Sono<br />

parole di speranza che padre<br />

Leopoldo rivolgeva a quanti si<br />

accostavano a lui nel confessionale.<br />

Parole di grazia e di speranza —<br />

spesso pronunciate in dialetto — ma<br />

che rimettevano in piedi le persone<br />

riconciliandole con Dio. Parole che<br />

riaccendevano vite sino a quel momento<br />

spente dal peccato. Parole<br />

che aprivano orizzonti nuovi e facevano<br />

sentire quei penitenti unici e<br />

amati da Dio.<br />

Alla scuola di Gesù, il solo che<br />

conosce veramente il cuore di ogni<br />

uomo, padre Leopoldo aveva imparato<br />

che non poteva dire altre parole<br />

che queste.<br />

A tutti noi il santo cappuccino<br />

insegna che dobbiamo essere<br />

“ponti”, che non ostacolano ma<br />

favoriscono l’incontro con Dio; che<br />

tutti siamo chiamati a far risuonare<br />

la buona e bella notizia che ogni uomo<br />

è amato da Dio, la buona e bella<br />

notizia che il Padre non vuole che<br />

nessuno stia sul ciglio di una strada,<br />

ma che tutti affrontiamo il cammino<br />

della vita da risorti, continuamente<br />

chiamati alla vita e alla lotta contro<br />

il male. La Chiesa è chiamata a far<br />

arrivare a tutti — e soprattutto a chi<br />

ha perso la speranza — la voce del<br />

Maestro, come ha fatto questo umile<br />

frate.<br />

Mi ha sempre colpito l’immagine<br />

di questo piccolo francescano, con<br />

il volto incorniciato da una barba<br />

bianca, reclinato in atteggiamento<br />

di ascolto verso il penitente, con gli<br />

occhi socchiusi come per proteggere<br />

un segreto, che con la mano alzata<br />

assolve il penitente.<br />

Per molti anni, il suo fu un ministero<br />

nascosto, quasi invisibile.<br />

Direi addirittura “subìto”, perché il<br />

suo ardente desiderio era quello<br />

di andare in missione per promuovere<br />

l’unione dei cristiani<br />

orientali separati dalla Chiesa cattolica.<br />

Ebbe sempre una percezione<br />

chiara di questa sua vocazione<br />

ecumenica, eppure “abbracciò”<br />

sempre con grande umiltà quello<br />

che l’obbedienza gli chiedeva: fare il<br />

confessore! E lo fece con totale dedizione,<br />

senza risparmiarsi, sino a<br />

diventare martire del confessionale.<br />

Non fu facile piegare la sua indole<br />

alle esigenze del ministero richiesto,<br />

GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 25


▶ IL <strong>SAN</strong>TO CAPPUCCINO INSEGNA AD ESSERE «PONTI»<br />

ma per l’unità della Chiesa tutto offrì<br />

al Signore, anche il proprio travaglio<br />

interiore. Così, non potendo<br />

andare in Oriente, il suo Oriente<br />

divenne ogni persona, riportando<br />

pace e unità con Dio nelle coscienze.<br />

Il messaggio di San Leopoldo<br />

è di grande attualità. Il peccato<br />

crea divisione con Dio, in noi, tra<br />

di noi e nella Chiesa. E la divisione<br />

è uno dei peccati più gravi, perché<br />

non è opera di Dio, ma del diavolo,<br />

il quale è per definizione colui che<br />

separa, che rovina i rapporti, che<br />

insinua pregiudizi...<br />

Dobbiamo trovarci davvero in<br />

un momento particolare, se papa<br />

Francesco ha chiesto a tutti i cristiani<br />

di pregare ogni giorno di ottobre<br />

il rosario, per invocare la protezione<br />

della Chiesa dal diavolo, che sempre<br />

mira a dividerci da Dio e tra di noi<br />

(cf. Comunicato stampa Santa Sede,<br />

29.9.2018). Il Santo Padre ha chiesto<br />

inoltre di concludere il rosario con<br />

l’invocazione mariana «Sub Tuum<br />

praesidium» e con la tradizionale<br />

preghiera a san Michele Arcangelo.<br />

A quali divisione e polemiche il<br />

Papa si riferisca, tutti lo sappiamo.<br />

Ma credo che sarebbe un errore<br />

pensare solo ai dossier vaticani e<br />

ai corvi romani, o ad altri interessi<br />

extra-ecclesiali. Circoscrivere certe<br />

dinamiche di contrapposizione e di<br />

ritorsione al solo Vaticano, è un modo<br />

facile per lavarsi le mani e sentirsi<br />

sollevati da una responsabilità più<br />

diretta. È un meccanismo di difesa<br />

noto: guardare agli altri per scansare<br />

di fare i conti con la propria coscienza,<br />

e magari scoprirvi brutte<br />

sorprese.<br />

Nessuna comunità cristiana,<br />

nessuna istituzione, nessuna persona<br />

nel suo piccolo, è al riparo<br />

dal pericolo delle divisioni. E<br />

questo perché il diavolo lavora instancabilmente,<br />

non solo attorno ai<br />

cardinali e ai monsignori di Roma,<br />

ma — per così dire — si interessa di<br />

ciascuno di noi. Perciò nessuno può<br />

Il delegato pontificio mons. Fabio Dal Cin assieme ai concelebranti e al coro<br />

parrocchiale di Vigonovo (le foto di queste pagine sono di Daniele Bettella)<br />

sentirsi immune dalle tentazioni<br />

dell’ambizione, dell’imporsi sugli<br />

altri, della gelosia, dell’invidia, dello<br />

spirito di rivalsa e di vendetta, del<br />

rancore, dell’odio, della maldicenza,<br />

della calunnia, della mancanza<br />

di fede. E quando cediamo a una di<br />

queste tentazioni, compromettiamo<br />

l’unità della Chiesa e della nostra comunità<br />

cristiana. L’invito del Papa<br />

di pregare per l’unità della Chiesa, e<br />

l’esempio di san Leopoldo Mandić,<br />

ci spronano a fare un buon esame di<br />

coscienza, per verificare se per caso<br />

non siamo anche noi vittima delle<br />

suggestioni del divisore.<br />

Ripartiamo da questa Eucaristia<br />

con la viva consapevolezza che<br />

siamo tutti nella stessa barca (la<br />

barca di Pietro, che è la Chiesa) e<br />

dobbiamo remare tutti dalla stessa<br />

parte. Con Pietro e sotto la guida di<br />

Pietro. Cioè, con il Papa, il Papa che<br />

c’è. Adesso! Ci sia di esempio S. Leopoldo.<br />

Nella Chiesa non dobbiamo<br />

essere l’uno “contro” l’altro e nemmeno<br />

“accanto” (indifferenti) all’altro,<br />

ma piuttosto l’uno “per” l’altro<br />

e tutti per uno. E questo Uno è Gesù<br />

Cristo, unico e necessario salvatore<br />

di tutti gli uomini. P<br />

(Omelia tenuta in santuario, 28.10.2018)<br />

* arcivescovo, prelato di Loreto, delegato<br />

pontificio per il santuario della Santa<br />

Casa e per la basilica di Sant’Antonio in<br />

Padova<br />

26 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong>


OSTENSIONE PERMANENTE DEL CORPO <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

LETTERA DEL SUPERIORE DEI CAPPUCCINI<br />

Cari fedeli, nella felice memoria dei 35 anni dalla<br />

canonizzazione di san Leopoldo Mandić, con grande<br />

gioia vi annuncio che l’ostensione del suo corpo sarà<br />

permanente.<br />

Tutto è nato nell’anno giubilare della misericordia<br />

(8.12.2015 — 20.11.2016), quando papa Francesco chiese<br />

che le spoglie di san Leopoldo da Castelnuovo e san Pio<br />

da Pietrelcina fossero esposte alla venerazione pubblica<br />

dei fedeli per una settimana a Roma. Era il febbraio del<br />

2016. Nel cuore conserviamo il ricordo di quei giorni<br />

che hanno visto sfilare in San Pietro tantissimi fedeli e<br />

devoti. È stato un dono di grazia, un raggio di paradiso<br />

sulla terra.<br />

Il rientro a Padova delle spoglie di san Leopoldo non<br />

è stato da meno perché caratterizzato da una solenne<br />

celebrazione e processione che dalla Basilica del Santo<br />

si è snodata per le strade della città fino a questa chiesa<br />

di Santa Croce, luoghi amatissimi dal piccolo e umile<br />

frate cappuccino. Sono stati tutti momenti di forte<br />

e autentico fervore di fede. La sapienza liturgica ci<br />

ricorda che nei santi noi celebriamo l’iniziativa mirabile<br />

dell’amore di Dio: è Lui, mirabile nei suoi santi, l’unica<br />

fonte di ogni santità, che riporta l’uomo alla santità<br />

della sua prima origine.<br />

Il loro grande esempio e la loro fraterna intercessione ci<br />

sostengono nel cammino della vita e ci sollecitano ad<br />

affrettare nella speranza il nostro passo verso la Città<br />

del cielo, la santa Gerusalemme.<br />

Su questo solco, auspico che l’ostensione permanente<br />

di san Leopoldo da Castelnuovo diventi un forte appello<br />

a vivere la chiamata alla santità nella quotidianità. La<br />

sua spoglia celletta era un frammento di paradiso che si<br />

apriva agli uomini e alle donne segnate dalla precarietà,<br />

dal limite e dal peccato. La sua intercessione aiuti noi<br />

fedeli a rendere la nostra vita uno spicchio di paradiso<br />

sulla terra.<br />

fr. Roberto Tadiello<br />

Ministro provinciale, Provincia Veneta dei Cappuccini<br />

GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 27


GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

Padre Leopoldo<br />

ama la vita<br />

e i bambini<br />

La testimonianza che segue risale a un fatto accaduto<br />

nel lontano 1926, quando mio nonno aveva ventun<br />

anni e mia madre appena tre. Il fatto mi è stato<br />

raccontato molte volte da mia madre, ma non saprei<br />

indicare con precisione la data.<br />

Mio nonno, Mario Cecchinato (classe 1903), era<br />

sposato con Maria Rossetto (classe 1905) e abitava a<br />

Casalserugo, a una decina di chilometri da Padova.<br />

Una mattina del 1926 si recò nella chiesa dei<br />

Cappuccini per parlare con padre Leopoldo riguardo<br />

alla difficile situazione in cui si trovava la sua famiglia.<br />

Quel giorno nel corridoio della chiesa c’erano molti<br />

fedeli in attesa di padre Leopoldo. Il santo frate,<br />

però, venne fuori dal confessionale dicendo ai fedeli:<br />

«Scusatemi, ma questa mattina non posso ascoltare<br />

nessuno, perché ho un impegno».<br />

A quel punto tutti si avviarono per tornare a casa.<br />

A un tratto si udì la voce di padre Leopoldo: «Ehi tu,<br />

giovanotto!». Tutti si voltarono indietro per vedere a<br />

chi si stesse rivolgendo. Padre Leopoldo ripeté: «Tu —<br />

rivolgendosi a mio nonno — sì, proprio tu!». E continuò:<br />

«Allora, giovanotto, dimmi: che cosa ti succede?».<br />

Mio nonno rispose: «Ho una figlia di tre anni con la<br />

febbre e la broncopolmonite. Il medico del paese mi ha<br />

detto di rassegnarmi perché anche sua figlia di tre anni<br />

si è ammalata ed è morta di broncopolmonite… Inoltre<br />

ho tutto il bestiame che da giorni non mangia più e sta<br />

morendo!».<br />

Padre Leopoldo, dopo aver ascoltato tutto, mise<br />

una mano sulla spalla del nonno e gli disse con tono<br />

rassicurante: «Torna a casa: vedrai che le cose si<br />

sistemeranno». Ritornò a casa e, sorpresa: trovò la<br />

figlioletta che non aveva più la febbre e il bestiame<br />

che aveva ripreso a mangiare. A quel punto, mio nonno<br />

con le lacrime agli occhi si rivolse a sua moglie e le<br />

disse «Qua c’è la mano di padre Leopoldo!».<br />

I miei nonni Mario e Maria ebbero questa sola figlia,<br />

si chiamava Norma (classe 1923) ed è mia madre. Più<br />

tardi Norma si sposò con mio papà Gerardo Greggio<br />

ed ebbero tre figli: Adriana (io che scrivo), Ines e Lino.<br />

Sono grata e riconoscente a san Leopoldo perché<br />

grazie a lui mia madre, da bambina, è scampata alla<br />

morte e io ho avuto la possibilità di venire al mondo<br />

assieme ai miei fratelli.<br />

Adriana Greggio, Casalserugo (PD), 17.7.2017<br />

I medici «non trovarono<br />

più nulla»<br />

Sono una suora devota di san Leopoldo, dal quale ho<br />

ricevuto tante grazie. Leggendo la rivista Portavoce ho<br />

sentito che si vuole proclamare san Leopoldo patrono<br />

dei malati di tumore. Ecco quello che è successo<br />

anni fa a una sorella. Nel 1975 era stata colpita da un<br />

carcinoma mammellare. All’epoca mi capitò in mano<br />

un numero del Portavoce, la rivista del santuario di<br />

san Leopoldo, che io non conoscevo. Vi si raccontava<br />

che una persona aveva anche lei un carcinoma<br />

mammellare e venne guarita dopo aver pregato san<br />

Leopoldo con la novena. Trovandomi con lei dalle parti<br />

di Padova, mi recai al santuario e trovai un frate che<br />

aprì la vetrinetta dove si conserva il saio e il mantello<br />

di padre Leopoldo. Noi, poi, pregammo la novena.<br />

Ebbene, quando operarono la sorella non trovarono<br />

più nulla. Sono passati tanti anni e grazie a padre<br />

Leopoldo le cose sono continuate ad andare bene.<br />

Suor Graziella Mazzotta, Pisa, febbraio 2018<br />

«È il protettore<br />

di tutta la famiglia»<br />

Mi sono sposata il 28 maggio 1955. Arrivai a Padova in<br />

viaggio di nozze e lì ho conosciuto la chiesa di padre<br />

Leopoldo, che era stata bombardata e ricostruita, ma<br />

dove si era salvata la sua celletta-confessionale. Da quel<br />

giorno, in famiglia padre Leopoldo è sempre stato il<br />

nostro protettore, che invochiamo nelle circostanze<br />

più importanti o gravi. La vita è stata dura. Ho avuto<br />

cinque figli e il marito ha avuto tanti acciacchi a causa<br />

dei dieci anni di servizio militare e per le conseguenze<br />

della guerra e della prigionia.<br />

Una volta, arrivò all’ospedale di Bolzano con un<br />

tumore al colon. Cosa rara a quei tempi. Fu operato e<br />

quando uscì dalla sala operatoria il primario mi chiamò<br />

in disparte e mi disse: «Suo marito ha tre giorni di<br />

vita». Nella disperazione invocai il padre Leopoldo che<br />

32 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong>


facesse un miracolo. Piano piano mio marito si riprese<br />

ed ebbe altri 15 anni di vita. L’ospedale telefonava ogni due<br />

anni per avere notizie sul caso. Noi tutti siamo riconoscenti<br />

e devoti di padre Leopoldo, che ci ha aiutati in tutte le<br />

nostre difficoltà. È il protettore di tutta la famiglia. Io ho 91<br />

anni compiuti e il mio ricordo è… sempre più grato.<br />

Annamaria Ziller Covi, Seio-Sarnonico (TN), 14.4.2018<br />

Occhi gialli, occhi bianchi<br />

Qualche tempo fa, trovai un amico per strada, che mi<br />

disse: “Ubaldo, hai la faccia gialla. Vai subito a farti gli<br />

esami del fegato”. Dopo un po’ di tempo, precisamente<br />

il 16 aprile 2018, siamo venuti a Padova per pregare sulla<br />

tomba di padre Leopoldo. Prima, però, siamo andati a<br />

mangiare e mia moglie si è accorta che avevo la sclera<br />

degli occhi (il bianco dell’occhio, ndr) completamente<br />

gialla. Ho preso un po’ paura, ma non ho detto niente.<br />

Siamo arrivati al santuario di san Leopoldo e abbiamo<br />

pregato davanti all’urna del santo.<br />

Quando siamo usciti dal santuario e avviati verso<br />

la stazione ferroviaria, guardandomi mia moglie si è<br />

accorta che non avevo più la sclera degli occhi gialla,<br />

era trasparente e chiara. Credo che questo intervento<br />

immediato sia stato voluto dal Signore attraverso<br />

l’intercessione di san Leopoldo. Grazie di tutto cuore!<br />

Lettera firmata, 16.4.2018<br />

Brevi<br />

Ho avuto il cancro. Ma dopo avere tanto pregato san<br />

Leopoldo, sono guarito perfettamente. Non prendo più<br />

nessuna medicina. Grazie, padre Leopoldo!<br />

Maria Zammichieli, Vodo di Cadore (BL), 26.2.2018<br />

Voglio ringraziare san Leopoldo e dire quanto la preghiera<br />

sia potente. Ho ricevuto una grazia per mia sorella: avevo<br />

chiesto che potesse trovare un lavoro e il Signore ha fatto la<br />

grazia. Ringrazio tanto san Leopoldo e il Signore Gesù.<br />

M.D.P., Formiga (Minas Gerais, Brasile), 2.3.2018<br />

a cura della Redazione<br />

Scriveteci e inviateci testimonianze e racconti su grazie<br />

ricevute, esperienze umane e spirituali che riguardano il<br />

vostro rapporto con p. Leopoldo.<br />

Redazione Portavoce di san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale Santa Croce, 44 — 35123 Padova<br />

email: direttore@leopoldomandic.it<br />

GRAZIE, PADRE VITO<br />

Il 16 ottobre scorso nell’infermeria dei frati<br />

Cappuccini di Conegliano (TV), è morto p.<br />

Vito Conte. Nato ad Abbazia Pisani (frazione<br />

di Villa del Conte, Padova) il 2 aprile 1925,<br />

aveva vestito l’abito religioso il 7 settembre<br />

1941 ed era stato ordinato sacerdote il 26<br />

marzo 1950 a Venezia. Per 50 anni (1954-<br />

2003) fu instancabile missionario in Angola.<br />

Nel paese africano vide in faccia l’ingiustizia e<br />

la violenza della guerra, ma questa non riuscì<br />

a rubargli la “pace” dal cuore. Era animato<br />

da una vera passione per la formazione dei<br />

catechisti. Un’opera che ha fatto crescere<br />

tanti cristiani e numerose vocazioni alla<br />

Chiesa locale e all’Ordine, tra cui il vescovo<br />

mons. Afonso Nteka. Costretto da una<br />

gravissima malattia a rientrare in Italia,<br />

venne assegnato al convento di Padova<br />

dove svolse con impegno lo stesso ministero<br />

di san Leopoldo. Sempre considerò una<br />

grazia speciale il ministero di confessore.<br />

Nel 2015, all’affievolirsi delle forze fisiche,<br />

dovette essere trasferito nell’infermeria<br />

di Conegliano, dove continuò, anche se<br />

costretto in sedia a rotelle, a donare le sue<br />

ultime energie nell’accoglienza dei penitenti.<br />

Lo ricordiamo, riconoscenti per quanto è stato<br />

per la Provincia e per l’Angola, come frate<br />

semplice e sereno, umile e orante, generoso<br />

e attivo. La messa esequiale, presieduta<br />

dal Ministro provinciale, fr. Roberto Tadiello,<br />

ha avuto luogo il 18 ottobre nella parrocchiale<br />

di Abbazia Pisani.<br />

GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 33


VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />

Per la pubblicazione, inviate la foto del vostro<br />

pellegrinaggio di gruppo a: web@leopoldomandic.it<br />

Dal 2 ottobre all’11 novembre 2018 hanno visitato il<br />

nostro santuario circa 70 gruppi organizzati, per un<br />

totale di circa 3.600 persone, provenienti da Fiume<br />

(Croazia), Mannheim (Germania), Pavia, Salisburgo<br />

(Austria), Presov (Slovacchia), Francoforte (Germania),<br />

Zagabria (Croazia), Beirut (Libano), Dubrovnik (Croazia),<br />

Innsbruck (Austria), Prato, Kristin (Slovacchia),<br />

Spilimbergo (PN), Firenze, Rimini, Spalato (Croazia),<br />

Selvazzano Dentro (PD), Cracovia (Polonia), Presov<br />

(Polonia), Cesena, Nova Gorica (Slovenia), Fidenza (PR),<br />

Gallarate (VA), San Vito al Tagliamento (PN), Transilvania<br />

(Romania), Bratislava (Slovacchia), Zara (Croazia),<br />

Medjugorje (Bosnia-Erzegovina), Aachen (Germania),<br />

Roma, Parigi (Francia), Ivanić-Grad (Croazia), Baviera<br />

(Germania), Marostica (VI), Schio (VI), Budrio (FC),<br />

Ala di Trento (TN), Bagheria (PA), Montebelluna (TV),<br />

New Jersey (Usa), Ried im Innkreis (Austria), Vinkovci<br />

(Croazia), Brugine (PD), Ernstbrunn (Austria), Vigevano,<br />

Karlovac (Croazia), Assisi (PG), Cividale del Friuli (UD),<br />

Cavaso (TV), Possagno (TV) e inoltre da altre località<br />

di Austria, Polonia e Croazia.<br />

13.10.2018: bambini del catechismo con genitori e catechisti<br />

dalla parrocchia di Cristo Risorto in Padova<br />

27.10.2018: pellegrini da Budrio-Longiano (FC)<br />

Mario Tasini e Teresa Cominolli di Mori (TN) il<br />

20 settembre, in occasioned del 60° anniversario<br />

delle nozze, hanno ringraziato san Leopoldo per<br />

il traguardo del loro amore e per la protezione<br />

ricevuta<br />

27.10.2018: devoti da Bagheria (PA) con il francescano p. Tindaro<br />

28.10.2018: pellegrini da Montebelluna (TV) guidati dalla<br />

sig. Rosella Bordin<br />

24.10.2018: 65° anniversario di matrimonio di<br />

Renato Este e Elisabetta Drago di Grassobbio<br />

(BG). Come avevano fatto per il loro 25°, sono<br />

ritornati a Padova per ringraziare s. Leopoldo<br />

assieme 34 | <strong>PORTAVOCE</strong> alla figlia | GENNAIO-FEBBRAIO Giovanna <strong>2019</strong>


ITINERARI FRANCESCANI<br />

OR<strong>DI</strong>NE FRANCESCANO SECOLARE<br />

OGNI VENERDÌ, ORE 20.30<br />

Info fr. Andrea 3488188758<br />

GIOVANI FRANCESCANI (16-30 ANNI)<br />

OGNI VENERDÌ, ORE 20.30<br />

Info fr. Francesco 3497746552<br />

Elena 3483549239<br />

3.10.2018: l’Ordine francescano secolare e i giovani francescani, insieme a molti altri fedeli, hanno celebrato il Transito di<br />

san Francesco d’Assisi.<br />

20.10.2018: “Liduina story”, recital del coro Vasa Cantorum per celebrare il 16° anniversario della beatificazione di suor<br />

Liduina Meneguzzi e il 35° della canonizzazione di s. Leopoldo<br />

28.10.2018, duomo di San Pietro<br />

apostolo, Montegrotto Terme (PD).<br />

Inaugurazione della nuova statua<br />

di s. Leopoldo.<br />

Nella foto, il rettore del santuario<br />

di Padova, p. Flaviano, il parroco<br />

don Roberto Bicciato e le persone<br />

che hanno promosso l’iniziativa<br />

e l’hanno sostenuta concretamente<br />

GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 35


DA 59 ANNI PORTIAMO<br />

<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

A CASA TUA<br />

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falla conoscere<br />

e regalala<br />

a un tuo<br />

amico<br />

Modalità di pagamento<br />

■ versamento su<br />

conto corrente postale<br />

n. 68943901, intestato<br />

a «Associazione Amici<br />

di San Leopoldo»<br />

Quota<br />

associativa<br />

annuale<br />

■ versamento on-line sul c.c.p. n. 68943901<br />

riservato ai titolari di un conto Bancoposta<br />

o di una carta Postepay, al sito https: //bancopostaonline.poste.it<br />

Italia € 20<br />

Sostenitore da € 50<br />

Europa € 30<br />

Altri Paesi USD 38<br />

■ bonifico intestato a «Associazione Amici di San Leopoldo»<br />

IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901 - BIC(SWIFT): BPPIITRRXXX<br />

Solo per i Paesi che non usano Euro:<br />

IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901 - BIC(SWIFT): POSOIT22XXX<br />

■ assegno non trasferibile intestato a: «Provincia Veneta dei Frati<br />

Minori Cappuccini» e inviato a: Santuario san Leopoldo Mandić,<br />

piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />

ORARI DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />

APERTURA<br />

Chiesa<br />

ore 6.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

Cappella del santo<br />

ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

PENITENZIERIA<br />

Festivo<br />

ore 6.15-12.00 / 15.00-19.00<br />

Feriale<br />

ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

Il lunedì pomeriggio i frati sono<br />

impegnati in comunità, pertanto<br />

non sono disponibili<br />

per le confessioni<br />

<strong>SAN</strong>TE MESSE<br />

Festivo<br />

ore 6.30, 7.45, 9.00, 10.15,<br />

11.30, 16.00, 18.00<br />

Sabato pomeriggio e vigilia<br />

delle feste sante messe festive<br />

ore 16.00, 18.00<br />

Feriale<br />

ore 7.00, 8.30, 10.00, 18.00<br />

PREGARE CON I FRATI<br />

Al mattino ore 6.20:<br />

celebrazioni delle Lodi,<br />

meditazione e s. messa.<br />

Alla sera ore 19.00:<br />

recita del santo rosario<br />

e Vespri (giovedì: adorazione<br />

eucaristica e Vespri).<br />

Ogni 12 del mese<br />

(fino ad aprile), ore 21.00:<br />

veglia di preghiera<br />

“Un’ora con san Leopoldo”<br />

PELLEGRINAGGI<br />

Per informazioni o prenotazioni,<br />

telefonare al numero<br />

049 8802727 (orario di ufficio),<br />

email: info@leopoldomandic.it<br />

Chiediamo di indicare il numero<br />

dei pellegrini, la data e l’ora prevista<br />

dell’arrivo, la necessità di una<br />

presentazione del santuario,<br />

l’intenzione di di celebrare la santa<br />

messa con un sacerdote del gruppo.<br />

Ricordiamo che il santuario<br />

rimane chiuso dalle 12 alle 15<br />

I<br />

IN CASO <strong>DI</strong> MANCATO RECAPITO, RINVIARE ALL’UFFICIO POSTALE <strong>DI</strong> PADOVA C.M.P., DETENTORE<br />

DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA

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