PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - gennaio 2019
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
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Portavoce<br />
N. 1 - GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong><br />
di san Leopoldo Mandić<br />
Mensile - anno 59 - n. 1 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD<br />
IL VESCOVO DAL CIN:<br />
PADRE <strong>LEOPOLDO</strong> INSEGNA<br />
AD ESSERE «PONTI»<br />
SETTIMANA <strong>DI</strong> PREGHIERA<br />
PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI<br />
«CERCATE <strong>DI</strong> ESSERE VERAMENTE GIUSTI»
PER RICEVERE LA RIVISTA<br />
UN ANNO = 9 NUMERI, CON CALENDARIO<br />
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sostenitore da € 50<br />
Portavoce<br />
di san Leopoldo Mandić<br />
Periodico di cultura religiosa<br />
dell’Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />
Direzione, Redazione, Amministrazione<br />
Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />
Santuario san Leopoldo Mandić<br />
Piazzale Santa Croce, 44 - 35123 Padova<br />
Sito internet<br />
www.leopoldomandic.it<br />
Direttore e Redattore<br />
Giovanni Lazzara<br />
Dir. Responsabile<br />
Luciano Pastorello<br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
Massimo Ezio Putano, Flaviano G. Gusella,<br />
Paolo Cocco, Leopoldo Voltan, Mariano<br />
Steffan, mons. Fabio Dal Cin, Anna Boscolo<br />
Artmann, Alfredo Pescante, Gianfranco<br />
Tinello, Marco Roveroni e Fabio Camillo<br />
Impaginazione<br />
Barbara Callegarin<br />
Stampa<br />
Stampe Violato - Bagnoli di Sopra (PD)<br />
Editore<br />
Associazione «Amici di san Leopoldo»<br />
Spedizione in abbonamento postale<br />
Pubblicazione registrata presso il Tribunale<br />
di Padova il 18 ottobre 1961, n. 209 e al R.O.C.,<br />
n. 13870. Con approvazione ecclesiastica<br />
e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini<br />
Garanzia di riservatezza<br />
Nel rispetto del D.L. n. 196/2003 Portavoce di san<br />
Leopoldo Mandić garantisce che i dati personali<br />
relativi agli associati sono custoditi nel proprio<br />
archivio elettronico con le opportune misure di<br />
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alla normativa vigente, non possono essere<br />
ceduti ad altri soggetti senza espresso consenso<br />
dell’interessato e sono utilizzati esclusivamente per<br />
l’invio della Rivista e iniziative connesse<br />
In copertina: padre Leopoldo in una foto<br />
finora inedita (foto Randi)<br />
Le foto, ove non espressamente indicato, hanno valore<br />
puramente illustrativo<br />
Questa testata non fruisce di contributi statali<br />
Chiuso in prestampa il 13 novembre 2018<br />
e consegnato a Poste Italiane<br />
tra il 10 e il 15 dicembre 2018<br />
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Direttore Portavoce di san Leopoldo M.<br />
Santuario san Leopoldo Mandić<br />
Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />
Rettore del santuario<br />
Fra Flaviano Giovanni Gusella<br />
Santuario san Leopoldo Mandić<br />
Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova
Sommario<br />
N. 1 GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> ANNO 59<br />
3<br />
8<br />
10<br />
12<br />
16<br />
17<br />
22<br />
25<br />
28<br />
30<br />
38<br />
4<br />
6<br />
32<br />
34<br />
36<br />
Editoriali<br />
ABBASSO LA RASSEGNAZIONE! / AI LETTORI / di Giovanni Lazzara<br />
DOVE IL <strong>DI</strong>ALOGO CONTINUA / LA VOCE DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / di Flaviano G. Gusella<br />
Attualità ecclesiale<br />
GIOVANI CHE RESISTONO, SCEGLIENDO LA FEDE / PERISCOPIO CATTOLICO /<br />
a cura di Giovanni Lazzara<br />
LA SPIRITUALITÀ COME PROVOCAZIONE PER IL MONDO <strong>DI</strong> OGGI / ECUMENISMO /<br />
di Paolo Cocco<br />
CRISTIANI, CIOÈ FRATELLI / di Leopoldo Voltan<br />
«CERCATE <strong>DI</strong> ESSERE VERAMENTE GIUSTI» / SETTIMANA <strong>DI</strong> PREGHIERA PER L’UNITÀ<br />
DEI CRISTIANI / a cura della Redazione<br />
Fede & vita<br />
ALL’IMPROVVISO, LA STAGIONE DELLA MALATTIA / di Mariano Steffan<br />
San Leopoldo ieri e oggi<br />
IL <strong>SAN</strong>TO CAPPUCCINO INSEGNA AD ESSERE «PONTI» / di mons. Fabio Dal Cin<br />
L’ INCORONAZIONE DELLA VERGINE / ARTE IN <strong>SAN</strong>TUARIO / di Anna Boscolo Artmann<br />
<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> NELLA CHIESA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong>TO STEFANO D’UNGHERIA / DEVOZIONE /<br />
di Alfredo Pescante<br />
LA MIA CHIAMATA / UNA CREATURA NASCOSTA > 1 / FUMETTO / di Marco Roveroni<br />
Rubriche<br />
LA FOTO RACCONTA<br />
LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong> / di Massimo Ezio Putano<br />
GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> / a cura della Redazione<br />
VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / a cura della Redazione<br />
CALENDARIO LITURGICO / di Gianfranco Tinello<br />
GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 5
ATTUALITÀ ECCLESIALE<br />
La spiritualità come<br />
provocazione per il mondo di oggi<br />
Ecumenismo<br />
Crescere nella<br />
conoscenza delle<br />
reciproche tradizioni e<br />
stabilire relazioni sempre<br />
più fraterne tra cattolici<br />
e ortodossi: questo lo<br />
scopo del Simposio<br />
intercristiano svoltosi<br />
ad Assisi. Dall’incontro<br />
un deciso invito alla<br />
coerenza tra fede e<br />
vita di fronte al mondo.<br />
Perché il cristianesimo<br />
continui a “provocare”<br />
e a parlare di Cristo<br />
d i P a o l o C o c c o<br />
A<br />
venticinque anni dalla prima<br />
edizione, si è tenuto<br />
nella città di san Francesco,<br />
dal 28 al 30 agosto scorso,<br />
il 15° Simposio organizzato<br />
dall’Istituto francescano di spiritualità<br />
della Pontificia università Antonianum<br />
di Roma e dal Dipartimento<br />
di teologia dell’Università greca Aristotele<br />
di Salonicco (e sostenuto dalla<br />
Provincia Veneta dei cappuccini,<br />
ndr). Il tema di questa edizione è<br />
stato: «La spiritualità come provocazione<br />
per il mondo di oggi».<br />
COME TENERE IN PIE<strong>DI</strong> LA CHIESA<br />
I partecipanti sono stati subito “provocati”<br />
dall’omelia che l’arcivescovo<br />
di Corfù Ioannis Spiteris ha offerto<br />
nella messa di apertura del Simposio,<br />
celebrata presso la tomba di san<br />
Francesco. Il vescovo cappuccino<br />
ha ricordato come al Papa di allora<br />
sembrò che la Chiesa stesse crollando<br />
e che Francesco riuscisse a tenerla<br />
in piedi (sogno di Innocenzo III).<br />
In effetti Francesco tenne salda la<br />
Chiesa provocando i fedeli, ma poi<br />
anche “i saraceni e gli altri infedeli”<br />
non certo da solo, ma con i fratelli<br />
che Dio gli diede, col dare testimonianza<br />
di amore evangelico, solo a<br />
determinate condizioni proclamando<br />
il Vangelo con la parola (Regola<br />
non bollata, capitolo XVI).<br />
I MESSAGGI DEL PAPA<br />
E DEL PATRIARCA<br />
Ad attestare l’importanza di questa<br />
iniziativa ecumenica sono giunti,<br />
anche questa volta, i messaggi augurali<br />
del Papa e del Patriarca ortodos-<br />
12 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong>
so di Costantinopoli. Papa Francesco<br />
ha evidenziato come possiamo<br />
offrire risposte autentiche alla sete<br />
di Dio, illuminati e sostenuti dai santi<br />
che hanno perseguito valori inediti<br />
rispetto alla logica del mondo. Il<br />
patriarca Bartolomeo ha osservato<br />
che sono ancora tanti coloro che si<br />
recano nei monasteri per trovare<br />
vita autentica suscitata dallo Spirito,<br />
conforme a quanto è attestato nella<br />
Bibbia e negli scritti dei Padri.<br />
L’INTRODUZIONE DEI PRESI<strong>DI</strong><br />
Nel suo intervento fra Luca Bianchi,<br />
preside dell’Istituto francescano di<br />
spiritualità, ha ricordato l’invito di<br />
un suo formatore a indossare volentieri<br />
l’abito religioso, che di per sé<br />
è una forte provocazione agli occhi<br />
del mondo.<br />
Il prof. Panagiotis Skaltsis, preside<br />
del dipartimento di Teologia di<br />
Salonicco ha richiamato un passo<br />
sottoscritto in occasione del recente<br />
grande Sinodo delle Chiese ortodosse<br />
che si è tenuto a Creta. In esso<br />
si identifica la vita cristiana come<br />
invito rivolto a tutti a partecipare<br />
liberamente alla vita eterna. Egli ha<br />
poi ricordato come il recente incontro<br />
dei capi delle Chiese orientali<br />
assieme al Papa a Bari — nel quale<br />
si è pregato per la pace nei luoghi di<br />
conflitto — è stato una provocazione<br />
per i “grandi” della terra.<br />
Ambedue i presidi hanno voluto<br />
menzionare e onorare chi, fin dall’inizio,<br />
ha collaborato alla realizzazione<br />
di questa serie di Simposi, tra<br />
i quali i professori Petros Vasilliadis,<br />
Evangelia Omoiridou e l’arcivescovo<br />
Ioannis Spiteris.<br />
A sinistra, i partecipanti al Simposio<br />
presso la tomba di san Francesco<br />
d’Assisi, nella cripta della basilica.<br />
Sotto, un momento dei lavori<br />
<strong>DI</strong> FRONTE AL SECOLARISMO<br />
E AL FONDAMENTALISMO<br />
Nel suo intervento (dal titolo « Cristiani<br />
oggi in un mondo secolarizzato»),<br />
Spiteris ha evidenziato come la<br />
Chiesa oggi debba fare i conti con<br />
chi vorrebbe relegare la fede cristiana<br />
a una dimensione privata e promuove<br />
istanze che di fatto inducono<br />
a uno sgretolamento sociale e culturale.<br />
E deve pure fare i conti, all’opposto,<br />
con terroristi che vorrebbero<br />
imporre la loro immagine della religione,<br />
sradicando la presenza cristiana<br />
almeno in alcune regioni.<br />
La Chiesa, ha sostenuto Spiteris,<br />
deve guardarsi dal reagire con lo<br />
stesso tono mirando all’annientamento<br />
o anche solo a mettere a tacere<br />
gli avversari. Egli ha poi citato<br />
passi molto illuminanti del documento<br />
Testimonianza cristiana in un<br />
mondo multi-religioso: raccomandazioni<br />
per il comportamento, stilato<br />
dal Pontificio consiglio per il dialogo<br />
interreligioso con la cooperazione<br />
del Consiglio ecumenico delle<br />
Chiese e pubblicato nel 2011. In tale<br />
testo viene qualificato come privilegio<br />
e grazia il rendere ragione della<br />
speranza con dolcezza e rispetto,<br />
e si spiega come sia compito dello<br />
Spirito Santo convertire i cuori.<br />
Il prof. Miltiadis Konstantinou<br />
(«La chiesa e il mondo. Gli aspetti<br />
ambigui di un dialogo inevitabile»)<br />
ha evidenziato la portata rivoluzionaria<br />
della vita cristiana in quanto<br />
“comunione” piena tra coloro che<br />
partecipano di Gesù e quindi del<br />
suo rapporto col Padre, con il quale<br />
risulta inseparabile e distinto, nella<br />
libertà garantita dallo Spirito Santo.<br />
LA SAPIENZA DELLA CROCE<br />
E L’OBBE<strong>DI</strong>ENZA A <strong>DI</strong>O<br />
Il francescano prof. Stefano Cavalli<br />
(«”Ciò che è stoltezza di Dio è più<br />
sapiente degli uomini”». Parola di<br />
Dio: provocazione per un confronto<br />
costruttivo con il mondo») ha fatto<br />
notare che Dio rivolge la sua parola<br />
all’umanità permettendole di respingerla,<br />
fino al punto di inchiodare<br />
in croce Gesù. In tal modo giunge<br />
al culmine la rivelazione di Dio, parola<br />
che reclama autenticità e disponibilità<br />
a servire fino in fondo.<br />
Il prof. Moschos Goutzioudis («Le<br />
tre tentazioni di Cristo e della nostra<br />
epoca») ha offerto un approfondimento<br />
del racconto delle “tentazioni”<br />
di Gesù, attestato soprattutto<br />
GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 13
▶ LA SPIRITUALITÀ COME PROVOCAZIONE PER IL MONDO <strong>DI</strong> OGGI<br />
dall’evangelista Matteo. Gesù, obbedendo<br />
in tutto al Padre, insegna<br />
a non mettersi al centro dell’attenzione,<br />
ma a manifestare proprio<br />
con l’obbedienza a Dio la vera fede<br />
e l’amore più grande.<br />
NICOLA IL PELLEGRINO<br />
A due voci, i professori Panaghiotis<br />
Yfantis e il francescano conventuale<br />
Guglielmo Spirito — particolarmente<br />
attivi nell’organizzazione del Simposio<br />
— hanno presentato la figura<br />
di Nicola il pellegrino, nato in Grecia<br />
nel 1075 e morto a Trani (dove<br />
è venerato come santo patrono)<br />
all’età di 19 anni. Fu un uomo perseguitato<br />
e maltrattato sia dalla madre<br />
che da esponenti della società e della<br />
stessa Chiesa, perché con troppa<br />
spontaneità spesso e volentieri invocava<br />
a gran voce la misericordia<br />
di Dio, tanto da essere soprannominato<br />
Kyrieleison.<br />
BRANDANO<br />
Nel corso della mattinata del secondo<br />
giorno del Simposio, il gesuita<br />
prof. Massimo Pampaloni ha descritto<br />
e analizzato la figura di un italiano<br />
assimilabile ai cosiddetti “folli in Cristo”<br />
venerati in Oriente. Si tratta di<br />
Bartolomeo da Petroio detto Brandano,<br />
vissuto attorno al 1500.<br />
Questi, in occasione di una predicazione<br />
quaresimale, abbandonò<br />
il lavoro nei campi, la moglie e i figli<br />
perché si sentiva interiormente<br />
chiamato a predicare Cristo sulle<br />
strade dell’Europa. A Roma, ispirato,<br />
ammonì l’allora papa Clemente<br />
VII minacciando lui e l’intera città<br />
di imminenti castighi. Per tutta risposta<br />
fu condannato a morte, ma<br />
miracolosamente sopravvisse ai<br />
supplizi. Morì poi nella città che<br />
maggiormente ne custodisce la<br />
memoria: Siena. In lui si possono<br />
riscontrare alcune caratteristiche<br />
che maggiormente distinguono i veri<br />
profeti: la semplicità (che si può<br />
appunto scambiare per pazzia), lo<br />
spirito di profezia e l’imitazione di<br />
Cristo sulla strada della carità e della<br />
penitenza.<br />
FRANCESCO “NOVELLUS PAZZUS”<br />
Il francescano prof. Alceo Grazioli<br />
(«Il francescanesimo come provocazione»)<br />
ha presentato lo stesso san<br />
Francesco come esponente occidentale<br />
dei “folli in Cristo”. Spesso<br />
identificato semplicemente come<br />
uomo controcorrente, e perciò associato<br />
a movimenti contrapposti,<br />
in realtà egli in ogni circostanza della<br />
sua esistenza si lasciò interpellare<br />
e plasmare dalla novità del Vangelo<br />
e quindi da Dio. E per questo motivo<br />
risultò così capace di “provocare”<br />
in ogni tempo alla sequela di Cristo.<br />
La professoressa Anna Koltsiou<br />
(«La conversione come eredità spirituale<br />
e richiesta contemporanea»)<br />
ha passato in rassegna racconti di<br />
conversione, tratti dal Vangelo e da<br />
agiografie. Le diverse esperienze<br />
umane e vicende risultano una for-<br />
SPITERIS: PARLIAMO CON LA NOSTRA VITA<br />
Mons. Ioannis Spiteris, cappuccino, vescovo di Corfù (nella foto), è tra gli<br />
iniziatori dei Simposi ecumenici teologico-spirituali. Ai microfoni di Radio<br />
Vaticana, ha presentato il Simposio<br />
di Assisi.<br />
«La lettura dell’attualità rimanda a<br />
società sempre più scristianizzate,<br />
dove specie i giovani si allontanano<br />
dalla fede, dove gli Stati promuovono<br />
leggi contrarie alla morale cristiana.<br />
Ecco perché ciò che conta oggi è<br />
la testimonianza di una vita che<br />
resta fedele ai comandamenti di Dio,<br />
nonostante i credenti appaiano in<br />
minoranza».<br />
Filo conduttore il tema<br />
della “provocazione”…<br />
«Una provocazione che interroga<br />
il non credente. “Pochi credono<br />
oggi che si possa essere fedeli<br />
ai comandamenti di Dio: si parla<br />
sempre di interessi politici o<br />
economici. Se uno fa una professione di povertà, come per esempio nel<br />
monachesimo, questa suona come una provocazione… C’era un padre<br />
spirituale, un cappuccino, che raccomandava ai suoi confratelli: “Andate<br />
in giro con l’abito perché la gente quando vede i religiosi con l’abito dice:<br />
O questo è un pazzo o Dio esiste”. Uno che vive in maniera differente<br />
dagli altri già, si può dire, dà uno ‘schiaffo’ a chi non crede. Quando hanno<br />
domandato a san Francesco: Che cosa bisogna fare per convertire l’altro?,<br />
egli ha risposto: Essere santo. Essere consequenziale con la propria fede,<br />
non avere la doppia vita: una cosa diciamo, e poi viviamo in maniera<br />
differente…».<br />
Scandali, ma anche esempi di coerenza<br />
«Oggi si cerca di screditare la Chiesa in tante maniere… Io mi trovo in<br />
Grecia e ogni volta che si sente uno scandalo, i giornali, i telegiornali,<br />
cercano di screditare la Chiesa. Ma, quando hanno sentito che quei<br />
migranti che per giorni nessuno voleva se li è presi in carico la Conferenza<br />
episcopale italiana, anche questo l’hanno riferito come prima notizia ed<br />
è stata una bellissima testimonianza».<br />
14 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong>
te provocazione a volgersi in modo<br />
autentico verso Dio, anche per chi<br />
nella casa di Dio è rimasto o è già<br />
tornato.<br />
LA VITA CONSACRATA<br />
COME PROVOCAZIONE<br />
Nella sua relazione («Vita monastica<br />
come provocazione ieri e oggi»)<br />
Paolo Martinelli, frate cappuccino<br />
e vescovo ausiliare di Milano, ha<br />
illustrato come la vita consacrata,<br />
tanto nel passato come oggi, risulti<br />
un dono dello Spirito Santo che, nel<br />
contesto in cui sorge e fiorisce, agisce<br />
come provocazione. Così era (e<br />
ancora è) il carisma francescano in<br />
un contesto nel quale la borghesia<br />
emerge. Anche oggi, nella grande<br />
diocesi ambrosiana nella quale svolge<br />
il suo ministero, nuove forme<br />
di vita consacrata stanno sfidando<br />
contrapposizioni tra culture, tra posizioni<br />
diverse all’interno della Chiesa<br />
e tra identità di genere.<br />
Quale elemento della vita cristiana<br />
che particolarmente provoca, il<br />
prof. Petros Panaghiotopoulos ha<br />
approfondito il tema spirituale del<br />
digiuno («Parlando del digiuno oggi.<br />
La testimonianza del santo e grande<br />
Sinodo della Chiesa ortodossa»).<br />
Una pratica, questa, che tuttora è<br />
ritenuta ineludibile nelle Chiese ortodosse,<br />
tanto che se ne è trattato<br />
in maniera specifica nel corso del<br />
recente grande Sinodo evidenziandone<br />
l’importanza, i possibili fraintendimenti<br />
e i modi di praticarlo<br />
tenendo conto delle diverse circostanze<br />
personali e sociali.<br />
NON CONTRAPPOSIZIONE,<br />
MA TESTIMONIANZA<br />
Particolarmente ponderata e chiara<br />
è stata la relazione del prof. Cesare<br />
Alzati («Quale spiritualità opporre<br />
agli odierni fondamentalismi?»).<br />
Egli ha fatto notare come ogni fondamentalismo<br />
alimenti un atteggiamento<br />
ideologico di contrapposizione.<br />
Ad esso, il cristianesimo in<br />
Assisi, 30 agosto 2018. Per la prima<br />
volta nella storia, la Divina liturgia<br />
ortodossa è stata celebrata sull’altare<br />
presso la tomba di san Francesco<br />
(le foto di queste pagine sono di Marina<br />
Amato - Studio Fotografico Tony)<br />
quanto tale si sottrae per principio,<br />
alimentando un’identità e rapporti<br />
positivi a partire dal mistero che lo<br />
genera e manifesta, la pasqua di Cristo,<br />
a cui la nostra umanità si associa<br />
nella celebrazione del Battesimo<br />
e dell’Eucaristia.<br />
Il prof. Nikos Maghioros («La spiritualità<br />
ortodossa e lo spazio pubblico»)<br />
ha portato all’attenzione di<br />
tutti quanto è maturato nel recente<br />
grande Sinodo a proposito del rapporto<br />
tra Chiesa e Stato. È emersa la<br />
necessità di una testimonianza condivisa<br />
tra tutti i cristiani ortodossi<br />
nel rispetto della varietà delle culture<br />
nelle quali vivono.<br />
Su istanze sensibili, quali la bioetica,<br />
la questione degli armamenti<br />
e la possibilità della cremazione, si<br />
devono affermare dei principi e non<br />
un’unica soluzione concreta.<br />
<strong>DI</strong>VINA LITURGIA ORTODOSSA<br />
Un evento storico ha segnato la mattina<br />
dell’ultimo giorno del Simposio:<br />
per la prima volta la Divina liturgia<br />
ortodossa è stata celebrata presso la<br />
tomba di san Francesco. A presiederla,<br />
papàs Dimitrios Bikas, ieromonaco<br />
ortodosso. Un evento del genere,<br />
associato alla squisita ospitalità dimostrata<br />
dai frati del Sacro convento,<br />
è risultato una “provocazione” assai<br />
positiva per quanto riguarda il rapporto<br />
in generale tra ortodossi e cattolici,<br />
e tra italiani e greci.<br />
CONCLUSIONI<br />
Nel dibattito conclusivo, tra le altre<br />
cose, è emersa l’urgenza che iniziative<br />
come i Simposi o altre, a carattere<br />
tanto accademico che squisitamente<br />
ecumenico, continuino ancora. Magari<br />
coinvolgendo anche i giovani,<br />
senza limitarsi a trattazioni specialistiche,<br />
ma dando spazio al dibattito<br />
tra tutti i partecipanti, i quali potrebbero<br />
prendervi parte anche a distanza.<br />
Tutti i presenti alle giornate<br />
di Assisi, comunque, hanno ringraziato<br />
Dio per l’opportunità di avervi<br />
partecipato di persona. P<br />
GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 15
▶ ALL’IMPROVVISO, LA STAGIONE DELLA MALATTIA<br />
statato, la persona malata reagisce<br />
senza lasciarsi andare, essa diventa<br />
testimone di esperienze eroiche che<br />
rimangono indelebili.<br />
Insomma, da parte di chi cura<br />
o assiste, tutto deve concorrere al<br />
bene della persona che si trova in<br />
uno stato di malattia. E anche le<br />
persone che assistono o curano possono<br />
ricevere da quelle malate una<br />
ricchezza interiore che lascia segni<br />
indelebili. «Non dimenticherò mai»,<br />
mi sono sentito dire in diverse circostanze,<br />
«quello che mi ha detto<br />
quella persona prima di lasciarci».<br />
ATTENZIONE ALLA QUALITÀ<br />
DELLA RELAZIONE<br />
In seguito, il direttore di quell’hospice<br />
mi chiese se ero disposto a guidare<br />
un incontro con gli ospiti ammalati,<br />
i loro familiari e il personale<br />
curante. Il direttore sapeva che non<br />
mi sarei fermato per lungo tempo<br />
e voleva approfittare della mia permanenza<br />
per un momento di formazione<br />
e di verifica, che avrebbe<br />
coinvolto l’intero ambiente.<br />
Parlando con il direttore, avevo<br />
capito che nelle mie visite qualcuno<br />
aveva ricevuto un piccolo segnale di<br />
speranza. Ora, si trattava di condividere<br />
con tutti una linea operativa:<br />
prestare più attenzione alla qualità<br />
della relazione con le persone. In<br />
quell’ambiente, tale aspetto non è<br />
secondario, anzi, richiede il massimo<br />
impegno di tutti, al di là di ogni<br />
convinzione o credo religioso. Infatti,<br />
l’essere umano, specialmente<br />
quando è fragile, ha diritto di<br />
essere trattato con dignità e rispetto.<br />
Si tratta di mettere in atto<br />
strategie che favoriscano i rapporti<br />
umani, che sappiano comprendere<br />
e scusare, ponendosi con empatia<br />
al posto dell’altro che sta soffrendo.<br />
Il modo qualificato di rapportarsi<br />
— cioè il “come” fare, il “come” dire,<br />
il “come” porsi di fronte all’altro —<br />
contribuisce alla trasmissione di un<br />
modo di fare che valorizza gli altri.<br />
LA SOFFERENZA PIÙ<br />
GRANDE È CAUSATA<br />
DALL’ESSERE SOLI, DAL<br />
NON SENTIRSI AMATI,<br />
DAL NON AVERE NESSUNO<br />
(MADRE TERESA<br />
<strong>DI</strong> CALCUTTA)<br />
Le relazioni umane a volte possono<br />
registrare scontri, perdite, sconfitte,<br />
ripiegamenti, coperture, compromessi,<br />
che finiscono per diventare<br />
chiusura, difesa, maschera, dissimulazione,<br />
falsità, disumanizzazione.<br />
Tutto questo va evitato.<br />
Il risultato è che quell’ambiente<br />
(ospedale, hospice o casa di cura)<br />
diventa più vitale e positivo, perché<br />
usufruisce del beneficio di una<br />
comunione di verità, d’affetti e di<br />
valori che arricchiscono tutti, e non<br />
è più etichettato solo come un ambiente<br />
di sofferenza e di morte.<br />
Nell’incontro voluto dal direttore<br />
dell’hospice l’interrogativo «come<br />
trasformare i momenti drammatici<br />
in opportunità di crescita?» è rimasto,<br />
dall’inizio alla fine, l’interrogativo<br />
chiave per tutti. Se la persona<br />
si porta dietro perdite, sconfitte,<br />
compromessi, assurdità subite (e<br />
non le risolve almeno parzialmente),<br />
incontrerà difficoltà anche nello<br />
svolgimento della propria professione<br />
assistenziale o medica.<br />
La stessa cosa succede a chiunque<br />
deve affrontare delle situazioni di<br />
pericolo per la propria vita. Quando<br />
tale pericolo arriva, ci sorprende<br />
sempre e provoca un contraccolpo.<br />
La prima risposta è quella di cercare<br />
di superare l’ostacolo, ma<br />
quando non si può a causa dei<br />
limiti umani, viene fuori il grado<br />
di maturità della persona. S’incontrano,<br />
perciò, personalità più<br />
o meno mature, più o meno fragili,<br />
più o meno virtuose. Nel corso di<br />
quella riunione, mi permisi di esprimere<br />
una semplice provocazione:<br />
«È vero che tutti un giorno moriremo,<br />
ma qui ci troviamo difronte al<br />
fatto che ora tocca a me morire!»<br />
Questa riflessione, che creò una reazione<br />
spontanea sui presenti (sani),<br />
li spinse a concludere: «Se sto facendo<br />
di tutto per rendermi utile a questi<br />
pazienti, che sanno di dover morire,<br />
un domani, quando toccherà a<br />
me morire, sarei contento se venissi<br />
aiutato così anch’io. Ora faccio a loro<br />
ciò che vorrei fosse fatto a me!».<br />
L’incontro aiutò tutti a correggere<br />
il proprio atteggiamento interiore:<br />
sia coloro che erano arrivati<br />
vicini al “traguardo” della vita, che<br />
hanno saputo riconciliarsi con se<br />
stessi e con il proprio ambiente<br />
familiare, sociale e spirituale; sia<br />
coloro che assistevano e curavano,<br />
perché hanno compreso che il loro<br />
atteggiamento accanto a chi soffre<br />
diventa più vero e spontaneo<br />
se, attraverso un lavoro interiore<br />
su se stessi, sanno riconciliarsi<br />
con le proprie fragilità e i propri<br />
limiti, dando sempre il meglio di sé.<br />
Per tutti la partecipazione e il<br />
coinvolgimento empatico sono elementi<br />
della relazione importanti ed<br />
esigenti, e non devono certamente<br />
essere superficiali, nemmeno quando<br />
si avverte stanchezza. La partecipazione<br />
è un processo che aiuta la<br />
persona a essere protagonista.<br />
Il mistero della persona umana<br />
non si accosta tanto con una conoscenza<br />
puramente razionale, ma<br />
con quella relazione che riguarda<br />
me, gli altri e Dio stesso. Servono<br />
rispetto, conoscenze pratiche e<br />
affetto. In fondo, l’atteggiamento<br />
del “farsi vicini” o del “mantenersi<br />
a distanza” non ha ricette, ma richiede<br />
l’esercizio di un’arte. L’arte<br />
dell’incontro e della relazione, che<br />
fa appello a capacità razionali, culturali,<br />
motivazionali e umane, a seconda<br />
delle circostanze in cui ci si<br />
trova. P<br />
24 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong>
<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> IERI E OGGI<br />
Il santo cappuccino insegna<br />
ad essere «ponti»<br />
Celebrato il trentacinquesimo anniversario<br />
della canonizzazione di padre Leopoldo<br />
d i mons. Fa b i o Da l Ci n*<br />
«<br />
Coraggio! Alzati, ti chiama!»<br />
(dal vangelo della XXX<br />
domenica del Tempo ordinario,<br />
Mc 10,46-52, ndr).<br />
Questa parola si è incarnata<br />
nella vita di san Leopoldo, di cui<br />
oggi con particolare devozione celebriamo<br />
il 35° anniversario di canonizzazione.<br />
Ringrazio il rettore padre<br />
Fla viano, il vicario provinciale<br />
dei Cappuccini veneti, padre Elvio,<br />
e con loro tutta la comunità dei frati<br />
Cappuccini, che mi hanno invitato<br />
a pregare insieme con voi. Vi porto<br />
i saluti e la vicinanza spirituale dei<br />
Cappuccini di Loreto. […]<br />
«Coraggio! Alzati, ti chiama!». Sono<br />
parole di speranza che padre<br />
Leopoldo rivolgeva a quanti si<br />
accostavano a lui nel confessionale.<br />
Parole di grazia e di speranza —<br />
spesso pronunciate in dialetto — ma<br />
che rimettevano in piedi le persone<br />
riconciliandole con Dio. Parole che<br />
riaccendevano vite sino a quel momento<br />
spente dal peccato. Parole<br />
che aprivano orizzonti nuovi e facevano<br />
sentire quei penitenti unici e<br />
amati da Dio.<br />
Alla scuola di Gesù, il solo che<br />
conosce veramente il cuore di ogni<br />
uomo, padre Leopoldo aveva imparato<br />
che non poteva dire altre parole<br />
che queste.<br />
A tutti noi il santo cappuccino<br />
insegna che dobbiamo essere<br />
“ponti”, che non ostacolano ma<br />
favoriscono l’incontro con Dio; che<br />
tutti siamo chiamati a far risuonare<br />
la buona e bella notizia che ogni uomo<br />
è amato da Dio, la buona e bella<br />
notizia che il Padre non vuole che<br />
nessuno stia sul ciglio di una strada,<br />
ma che tutti affrontiamo il cammino<br />
della vita da risorti, continuamente<br />
chiamati alla vita e alla lotta contro<br />
il male. La Chiesa è chiamata a far<br />
arrivare a tutti — e soprattutto a chi<br />
ha perso la speranza — la voce del<br />
Maestro, come ha fatto questo umile<br />
frate.<br />
Mi ha sempre colpito l’immagine<br />
di questo piccolo francescano, con<br />
il volto incorniciato da una barba<br />
bianca, reclinato in atteggiamento<br />
di ascolto verso il penitente, con gli<br />
occhi socchiusi come per proteggere<br />
un segreto, che con la mano alzata<br />
assolve il penitente.<br />
Per molti anni, il suo fu un ministero<br />
nascosto, quasi invisibile.<br />
Direi addirittura “subìto”, perché il<br />
suo ardente desiderio era quello<br />
di andare in missione per promuovere<br />
l’unione dei cristiani<br />
orientali separati dalla Chiesa cattolica.<br />
Ebbe sempre una percezione<br />
chiara di questa sua vocazione<br />
ecumenica, eppure “abbracciò”<br />
sempre con grande umiltà quello<br />
che l’obbedienza gli chiedeva: fare il<br />
confessore! E lo fece con totale dedizione,<br />
senza risparmiarsi, sino a<br />
diventare martire del confessionale.<br />
Non fu facile piegare la sua indole<br />
alle esigenze del ministero richiesto,<br />
GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 25
▶ IL <strong>SAN</strong>TO CAPPUCCINO INSEGNA AD ESSERE «PONTI»<br />
ma per l’unità della Chiesa tutto offrì<br />
al Signore, anche il proprio travaglio<br />
interiore. Così, non potendo<br />
andare in Oriente, il suo Oriente<br />
divenne ogni persona, riportando<br />
pace e unità con Dio nelle coscienze.<br />
Il messaggio di San Leopoldo<br />
è di grande attualità. Il peccato<br />
crea divisione con Dio, in noi, tra<br />
di noi e nella Chiesa. E la divisione<br />
è uno dei peccati più gravi, perché<br />
non è opera di Dio, ma del diavolo,<br />
il quale è per definizione colui che<br />
separa, che rovina i rapporti, che<br />
insinua pregiudizi...<br />
Dobbiamo trovarci davvero in<br />
un momento particolare, se papa<br />
Francesco ha chiesto a tutti i cristiani<br />
di pregare ogni giorno di ottobre<br />
il rosario, per invocare la protezione<br />
della Chiesa dal diavolo, che sempre<br />
mira a dividerci da Dio e tra di noi<br />
(cf. Comunicato stampa Santa Sede,<br />
29.9.2018). Il Santo Padre ha chiesto<br />
inoltre di concludere il rosario con<br />
l’invocazione mariana «Sub Tuum<br />
praesidium» e con la tradizionale<br />
preghiera a san Michele Arcangelo.<br />
A quali divisione e polemiche il<br />
Papa si riferisca, tutti lo sappiamo.<br />
Ma credo che sarebbe un errore<br />
pensare solo ai dossier vaticani e<br />
ai corvi romani, o ad altri interessi<br />
extra-ecclesiali. Circoscrivere certe<br />
dinamiche di contrapposizione e di<br />
ritorsione al solo Vaticano, è un modo<br />
facile per lavarsi le mani e sentirsi<br />
sollevati da una responsabilità più<br />
diretta. È un meccanismo di difesa<br />
noto: guardare agli altri per scansare<br />
di fare i conti con la propria coscienza,<br />
e magari scoprirvi brutte<br />
sorprese.<br />
Nessuna comunità cristiana,<br />
nessuna istituzione, nessuna persona<br />
nel suo piccolo, è al riparo<br />
dal pericolo delle divisioni. E<br />
questo perché il diavolo lavora instancabilmente,<br />
non solo attorno ai<br />
cardinali e ai monsignori di Roma,<br />
ma — per così dire — si interessa di<br />
ciascuno di noi. Perciò nessuno può<br />
Il delegato pontificio mons. Fabio Dal Cin assieme ai concelebranti e al coro<br />
parrocchiale di Vigonovo (le foto di queste pagine sono di Daniele Bettella)<br />
sentirsi immune dalle tentazioni<br />
dell’ambizione, dell’imporsi sugli<br />
altri, della gelosia, dell’invidia, dello<br />
spirito di rivalsa e di vendetta, del<br />
rancore, dell’odio, della maldicenza,<br />
della calunnia, della mancanza<br />
di fede. E quando cediamo a una di<br />
queste tentazioni, compromettiamo<br />
l’unità della Chiesa e della nostra comunità<br />
cristiana. L’invito del Papa<br />
di pregare per l’unità della Chiesa, e<br />
l’esempio di san Leopoldo Mandić,<br />
ci spronano a fare un buon esame di<br />
coscienza, per verificare se per caso<br />
non siamo anche noi vittima delle<br />
suggestioni del divisore.<br />
Ripartiamo da questa Eucaristia<br />
con la viva consapevolezza che<br />
siamo tutti nella stessa barca (la<br />
barca di Pietro, che è la Chiesa) e<br />
dobbiamo remare tutti dalla stessa<br />
parte. Con Pietro e sotto la guida di<br />
Pietro. Cioè, con il Papa, il Papa che<br />
c’è. Adesso! Ci sia di esempio S. Leopoldo.<br />
Nella Chiesa non dobbiamo<br />
essere l’uno “contro” l’altro e nemmeno<br />
“accanto” (indifferenti) all’altro,<br />
ma piuttosto l’uno “per” l’altro<br />
e tutti per uno. E questo Uno è Gesù<br />
Cristo, unico e necessario salvatore<br />
di tutti gli uomini. P<br />
(Omelia tenuta in santuario, 28.10.2018)<br />
* arcivescovo, prelato di Loreto, delegato<br />
pontificio per il santuario della Santa<br />
Casa e per la basilica di Sant’Antonio in<br />
Padova<br />
26 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong>
OSTENSIONE PERMANENTE DEL CORPO <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
LETTERA DEL SUPERIORE DEI CAPPUCCINI<br />
Cari fedeli, nella felice memoria dei 35 anni dalla<br />
canonizzazione di san Leopoldo Mandić, con grande<br />
gioia vi annuncio che l’ostensione del suo corpo sarà<br />
permanente.<br />
Tutto è nato nell’anno giubilare della misericordia<br />
(8.12.2015 — 20.11.2016), quando papa Francesco chiese<br />
che le spoglie di san Leopoldo da Castelnuovo e san Pio<br />
da Pietrelcina fossero esposte alla venerazione pubblica<br />
dei fedeli per una settimana a Roma. Era il febbraio del<br />
2016. Nel cuore conserviamo il ricordo di quei giorni<br />
che hanno visto sfilare in San Pietro tantissimi fedeli e<br />
devoti. È stato un dono di grazia, un raggio di paradiso<br />
sulla terra.<br />
Il rientro a Padova delle spoglie di san Leopoldo non<br />
è stato da meno perché caratterizzato da una solenne<br />
celebrazione e processione che dalla Basilica del Santo<br />
si è snodata per le strade della città fino a questa chiesa<br />
di Santa Croce, luoghi amatissimi dal piccolo e umile<br />
frate cappuccino. Sono stati tutti momenti di forte<br />
e autentico fervore di fede. La sapienza liturgica ci<br />
ricorda che nei santi noi celebriamo l’iniziativa mirabile<br />
dell’amore di Dio: è Lui, mirabile nei suoi santi, l’unica<br />
fonte di ogni santità, che riporta l’uomo alla santità<br />
della sua prima origine.<br />
Il loro grande esempio e la loro fraterna intercessione ci<br />
sostengono nel cammino della vita e ci sollecitano ad<br />
affrettare nella speranza il nostro passo verso la Città<br />
del cielo, la santa Gerusalemme.<br />
Su questo solco, auspico che l’ostensione permanente<br />
di san Leopoldo da Castelnuovo diventi un forte appello<br />
a vivere la chiamata alla santità nella quotidianità. La<br />
sua spoglia celletta era un frammento di paradiso che si<br />
apriva agli uomini e alle donne segnate dalla precarietà,<br />
dal limite e dal peccato. La sua intercessione aiuti noi<br />
fedeli a rendere la nostra vita uno spicchio di paradiso<br />
sulla terra.<br />
fr. Roberto Tadiello<br />
Ministro provinciale, Provincia Veneta dei Cappuccini<br />
GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 27
GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
Padre Leopoldo<br />
ama la vita<br />
e i bambini<br />
La testimonianza che segue risale a un fatto accaduto<br />
nel lontano 1926, quando mio nonno aveva ventun<br />
anni e mia madre appena tre. Il fatto mi è stato<br />
raccontato molte volte da mia madre, ma non saprei<br />
indicare con precisione la data.<br />
Mio nonno, Mario Cecchinato (classe 1903), era<br />
sposato con Maria Rossetto (classe 1905) e abitava a<br />
Casalserugo, a una decina di chilometri da Padova.<br />
Una mattina del 1926 si recò nella chiesa dei<br />
Cappuccini per parlare con padre Leopoldo riguardo<br />
alla difficile situazione in cui si trovava la sua famiglia.<br />
Quel giorno nel corridoio della chiesa c’erano molti<br />
fedeli in attesa di padre Leopoldo. Il santo frate,<br />
però, venne fuori dal confessionale dicendo ai fedeli:<br />
«Scusatemi, ma questa mattina non posso ascoltare<br />
nessuno, perché ho un impegno».<br />
A quel punto tutti si avviarono per tornare a casa.<br />
A un tratto si udì la voce di padre Leopoldo: «Ehi tu,<br />
giovanotto!». Tutti si voltarono indietro per vedere a<br />
chi si stesse rivolgendo. Padre Leopoldo ripeté: «Tu —<br />
rivolgendosi a mio nonno — sì, proprio tu!». E continuò:<br />
«Allora, giovanotto, dimmi: che cosa ti succede?».<br />
Mio nonno rispose: «Ho una figlia di tre anni con la<br />
febbre e la broncopolmonite. Il medico del paese mi ha<br />
detto di rassegnarmi perché anche sua figlia di tre anni<br />
si è ammalata ed è morta di broncopolmonite… Inoltre<br />
ho tutto il bestiame che da giorni non mangia più e sta<br />
morendo!».<br />
Padre Leopoldo, dopo aver ascoltato tutto, mise<br />
una mano sulla spalla del nonno e gli disse con tono<br />
rassicurante: «Torna a casa: vedrai che le cose si<br />
sistemeranno». Ritornò a casa e, sorpresa: trovò la<br />
figlioletta che non aveva più la febbre e il bestiame<br />
che aveva ripreso a mangiare. A quel punto, mio nonno<br />
con le lacrime agli occhi si rivolse a sua moglie e le<br />
disse «Qua c’è la mano di padre Leopoldo!».<br />
I miei nonni Mario e Maria ebbero questa sola figlia,<br />
si chiamava Norma (classe 1923) ed è mia madre. Più<br />
tardi Norma si sposò con mio papà Gerardo Greggio<br />
ed ebbero tre figli: Adriana (io che scrivo), Ines e Lino.<br />
Sono grata e riconoscente a san Leopoldo perché<br />
grazie a lui mia madre, da bambina, è scampata alla<br />
morte e io ho avuto la possibilità di venire al mondo<br />
assieme ai miei fratelli.<br />
Adriana Greggio, Casalserugo (PD), 17.7.2017<br />
I medici «non trovarono<br />
più nulla»<br />
Sono una suora devota di san Leopoldo, dal quale ho<br />
ricevuto tante grazie. Leggendo la rivista Portavoce ho<br />
sentito che si vuole proclamare san Leopoldo patrono<br />
dei malati di tumore. Ecco quello che è successo<br />
anni fa a una sorella. Nel 1975 era stata colpita da un<br />
carcinoma mammellare. All’epoca mi capitò in mano<br />
un numero del Portavoce, la rivista del santuario di<br />
san Leopoldo, che io non conoscevo. Vi si raccontava<br />
che una persona aveva anche lei un carcinoma<br />
mammellare e venne guarita dopo aver pregato san<br />
Leopoldo con la novena. Trovandomi con lei dalle parti<br />
di Padova, mi recai al santuario e trovai un frate che<br />
aprì la vetrinetta dove si conserva il saio e il mantello<br />
di padre Leopoldo. Noi, poi, pregammo la novena.<br />
Ebbene, quando operarono la sorella non trovarono<br />
più nulla. Sono passati tanti anni e grazie a padre<br />
Leopoldo le cose sono continuate ad andare bene.<br />
Suor Graziella Mazzotta, Pisa, febbraio 2018<br />
«È il protettore<br />
di tutta la famiglia»<br />
Mi sono sposata il 28 maggio 1955. Arrivai a Padova in<br />
viaggio di nozze e lì ho conosciuto la chiesa di padre<br />
Leopoldo, che era stata bombardata e ricostruita, ma<br />
dove si era salvata la sua celletta-confessionale. Da quel<br />
giorno, in famiglia padre Leopoldo è sempre stato il<br />
nostro protettore, che invochiamo nelle circostanze<br />
più importanti o gravi. La vita è stata dura. Ho avuto<br />
cinque figli e il marito ha avuto tanti acciacchi a causa<br />
dei dieci anni di servizio militare e per le conseguenze<br />
della guerra e della prigionia.<br />
Una volta, arrivò all’ospedale di Bolzano con un<br />
tumore al colon. Cosa rara a quei tempi. Fu operato e<br />
quando uscì dalla sala operatoria il primario mi chiamò<br />
in disparte e mi disse: «Suo marito ha tre giorni di<br />
vita». Nella disperazione invocai il padre Leopoldo che<br />
32 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong>
facesse un miracolo. Piano piano mio marito si riprese<br />
ed ebbe altri 15 anni di vita. L’ospedale telefonava ogni due<br />
anni per avere notizie sul caso. Noi tutti siamo riconoscenti<br />
e devoti di padre Leopoldo, che ci ha aiutati in tutte le<br />
nostre difficoltà. È il protettore di tutta la famiglia. Io ho 91<br />
anni compiuti e il mio ricordo è… sempre più grato.<br />
Annamaria Ziller Covi, Seio-Sarnonico (TN), 14.4.2018<br />
Occhi gialli, occhi bianchi<br />
Qualche tempo fa, trovai un amico per strada, che mi<br />
disse: “Ubaldo, hai la faccia gialla. Vai subito a farti gli<br />
esami del fegato”. Dopo un po’ di tempo, precisamente<br />
il 16 aprile 2018, siamo venuti a Padova per pregare sulla<br />
tomba di padre Leopoldo. Prima, però, siamo andati a<br />
mangiare e mia moglie si è accorta che avevo la sclera<br />
degli occhi (il bianco dell’occhio, ndr) completamente<br />
gialla. Ho preso un po’ paura, ma non ho detto niente.<br />
Siamo arrivati al santuario di san Leopoldo e abbiamo<br />
pregato davanti all’urna del santo.<br />
Quando siamo usciti dal santuario e avviati verso<br />
la stazione ferroviaria, guardandomi mia moglie si è<br />
accorta che non avevo più la sclera degli occhi gialla,<br />
era trasparente e chiara. Credo che questo intervento<br />
immediato sia stato voluto dal Signore attraverso<br />
l’intercessione di san Leopoldo. Grazie di tutto cuore!<br />
Lettera firmata, 16.4.2018<br />
Brevi<br />
Ho avuto il cancro. Ma dopo avere tanto pregato san<br />
Leopoldo, sono guarito perfettamente. Non prendo più<br />
nessuna medicina. Grazie, padre Leopoldo!<br />
Maria Zammichieli, Vodo di Cadore (BL), 26.2.2018<br />
Voglio ringraziare san Leopoldo e dire quanto la preghiera<br />
sia potente. Ho ricevuto una grazia per mia sorella: avevo<br />
chiesto che potesse trovare un lavoro e il Signore ha fatto la<br />
grazia. Ringrazio tanto san Leopoldo e il Signore Gesù.<br />
M.D.P., Formiga (Minas Gerais, Brasile), 2.3.2018<br />
a cura della Redazione<br />
Scriveteci e inviateci testimonianze e racconti su grazie<br />
ricevute, esperienze umane e spirituali che riguardano il<br />
vostro rapporto con p. Leopoldo.<br />
Redazione Portavoce di san Leopoldo Mandić<br />
Piazzale Santa Croce, 44 — 35123 Padova<br />
email: direttore@leopoldomandic.it<br />
GRAZIE, PADRE VITO<br />
Il 16 ottobre scorso nell’infermeria dei frati<br />
Cappuccini di Conegliano (TV), è morto p.<br />
Vito Conte. Nato ad Abbazia Pisani (frazione<br />
di Villa del Conte, Padova) il 2 aprile 1925,<br />
aveva vestito l’abito religioso il 7 settembre<br />
1941 ed era stato ordinato sacerdote il 26<br />
marzo 1950 a Venezia. Per 50 anni (1954-<br />
2003) fu instancabile missionario in Angola.<br />
Nel paese africano vide in faccia l’ingiustizia e<br />
la violenza della guerra, ma questa non riuscì<br />
a rubargli la “pace” dal cuore. Era animato<br />
da una vera passione per la formazione dei<br />
catechisti. Un’opera che ha fatto crescere<br />
tanti cristiani e numerose vocazioni alla<br />
Chiesa locale e all’Ordine, tra cui il vescovo<br />
mons. Afonso Nteka. Costretto da una<br />
gravissima malattia a rientrare in Italia,<br />
venne assegnato al convento di Padova<br />
dove svolse con impegno lo stesso ministero<br />
di san Leopoldo. Sempre considerò una<br />
grazia speciale il ministero di confessore.<br />
Nel 2015, all’affievolirsi delle forze fisiche,<br />
dovette essere trasferito nell’infermeria<br />
di Conegliano, dove continuò, anche se<br />
costretto in sedia a rotelle, a donare le sue<br />
ultime energie nell’accoglienza dei penitenti.<br />
Lo ricordiamo, riconoscenti per quanto è stato<br />
per la Provincia e per l’Angola, come frate<br />
semplice e sereno, umile e orante, generoso<br />
e attivo. La messa esequiale, presieduta<br />
dal Ministro provinciale, fr. Roberto Tadiello,<br />
ha avuto luogo il 18 ottobre nella parrocchiale<br />
di Abbazia Pisani.<br />
GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 33
VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />
Per la pubblicazione, inviate la foto del vostro<br />
pellegrinaggio di gruppo a: web@leopoldomandic.it<br />
Dal 2 ottobre all’11 novembre 2018 hanno visitato il<br />
nostro santuario circa 70 gruppi organizzati, per un<br />
totale di circa 3.600 persone, provenienti da Fiume<br />
(Croazia), Mannheim (Germania), Pavia, Salisburgo<br />
(Austria), Presov (Slovacchia), Francoforte (Germania),<br />
Zagabria (Croazia), Beirut (Libano), Dubrovnik (Croazia),<br />
Innsbruck (Austria), Prato, Kristin (Slovacchia),<br />
Spilimbergo (PN), Firenze, Rimini, Spalato (Croazia),<br />
Selvazzano Dentro (PD), Cracovia (Polonia), Presov<br />
(Polonia), Cesena, Nova Gorica (Slovenia), Fidenza (PR),<br />
Gallarate (VA), San Vito al Tagliamento (PN), Transilvania<br />
(Romania), Bratislava (Slovacchia), Zara (Croazia),<br />
Medjugorje (Bosnia-Erzegovina), Aachen (Germania),<br />
Roma, Parigi (Francia), Ivanić-Grad (Croazia), Baviera<br />
(Germania), Marostica (VI), Schio (VI), Budrio (FC),<br />
Ala di Trento (TN), Bagheria (PA), Montebelluna (TV),<br />
New Jersey (Usa), Ried im Innkreis (Austria), Vinkovci<br />
(Croazia), Brugine (PD), Ernstbrunn (Austria), Vigevano,<br />
Karlovac (Croazia), Assisi (PG), Cividale del Friuli (UD),<br />
Cavaso (TV), Possagno (TV) e inoltre da altre località<br />
di Austria, Polonia e Croazia.<br />
13.10.2018: bambini del catechismo con genitori e catechisti<br />
dalla parrocchia di Cristo Risorto in Padova<br />
27.10.2018: pellegrini da Budrio-Longiano (FC)<br />
Mario Tasini e Teresa Cominolli di Mori (TN) il<br />
20 settembre, in occasioned del 60° anniversario<br />
delle nozze, hanno ringraziato san Leopoldo per<br />
il traguardo del loro amore e per la protezione<br />
ricevuta<br />
27.10.2018: devoti da Bagheria (PA) con il francescano p. Tindaro<br />
28.10.2018: pellegrini da Montebelluna (TV) guidati dalla<br />
sig. Rosella Bordin<br />
24.10.2018: 65° anniversario di matrimonio di<br />
Renato Este e Elisabetta Drago di Grassobbio<br />
(BG). Come avevano fatto per il loro 25°, sono<br />
ritornati a Padova per ringraziare s. Leopoldo<br />
assieme 34 | <strong>PORTAVOCE</strong> alla figlia | GENNAIO-FEBBRAIO Giovanna <strong>2019</strong>
ITINERARI FRANCESCANI<br />
OR<strong>DI</strong>NE FRANCESCANO SECOLARE<br />
OGNI VENERDÌ, ORE 20.30<br />
Info fr. Andrea 3488188758<br />
GIOVANI FRANCESCANI (16-30 ANNI)<br />
OGNI VENERDÌ, ORE 20.30<br />
Info fr. Francesco 3497746552<br />
Elena 3483549239<br />
3.10.2018: l’Ordine francescano secolare e i giovani francescani, insieme a molti altri fedeli, hanno celebrato il Transito di<br />
san Francesco d’Assisi.<br />
20.10.2018: “Liduina story”, recital del coro Vasa Cantorum per celebrare il 16° anniversario della beatificazione di suor<br />
Liduina Meneguzzi e il 35° della canonizzazione di s. Leopoldo<br />
28.10.2018, duomo di San Pietro<br />
apostolo, Montegrotto Terme (PD).<br />
Inaugurazione della nuova statua<br />
di s. Leopoldo.<br />
Nella foto, il rettore del santuario<br />
di Padova, p. Flaviano, il parroco<br />
don Roberto Bicciato e le persone<br />
che hanno promosso l’iniziativa<br />
e l’hanno sostenuta concretamente<br />
GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 35
DA 59 ANNI PORTIAMO<br />
<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
A CASA TUA<br />
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falla conoscere<br />
e regalala<br />
a un tuo<br />
amico<br />
Modalità di pagamento<br />
■ versamento su<br />
conto corrente postale<br />
n. 68943901, intestato<br />
a «Associazione Amici<br />
di San Leopoldo»<br />
Quota<br />
associativa<br />
annuale<br />
■ versamento on-line sul c.c.p. n. 68943901<br />
riservato ai titolari di un conto Bancoposta<br />
o di una carta Postepay, al sito https: //bancopostaonline.poste.it<br />
Italia € 20<br />
Sostenitore da € 50<br />
Europa € 30<br />
Altri Paesi USD 38<br />
■ bonifico intestato a «Associazione Amici di San Leopoldo»<br />
IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901 - BIC(SWIFT): BPPIITRRXXX<br />
Solo per i Paesi che non usano Euro:<br />
IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901 - BIC(SWIFT): POSOIT22XXX<br />
■ assegno non trasferibile intestato a: «Provincia Veneta dei Frati<br />
Minori Cappuccini» e inviato a: Santuario san Leopoldo Mandić,<br />
piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />
ORARI DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />
APERTURA<br />
Chiesa<br />
ore 6.00-12.00 / 15.00-19.00<br />
Cappella del santo<br />
ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />
PENITENZIERIA<br />
Festivo<br />
ore 6.15-12.00 / 15.00-19.00<br />
Feriale<br />
ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />
Il lunedì pomeriggio i frati sono<br />
impegnati in comunità, pertanto<br />
non sono disponibili<br />
per le confessioni<br />
<strong>SAN</strong>TE MESSE<br />
Festivo<br />
ore 6.30, 7.45, 9.00, 10.15,<br />
11.30, 16.00, 18.00<br />
Sabato pomeriggio e vigilia<br />
delle feste sante messe festive<br />
ore 16.00, 18.00<br />
Feriale<br />
ore 7.00, 8.30, 10.00, 18.00<br />
PREGARE CON I FRATI<br />
Al mattino ore 6.20:<br />
celebrazioni delle Lodi,<br />
meditazione e s. messa.<br />
Alla sera ore 19.00:<br />
recita del santo rosario<br />
e Vespri (giovedì: adorazione<br />
eucaristica e Vespri).<br />
Ogni 12 del mese<br />
(fino ad aprile), ore 21.00:<br />
veglia di preghiera<br />
“Un’ora con san Leopoldo”<br />
PELLEGRINAGGI<br />
Per informazioni o prenotazioni,<br />
telefonare al numero<br />
049 8802727 (orario di ufficio),<br />
email: info@leopoldomandic.it<br />
Chiediamo di indicare il numero<br />
dei pellegrini, la data e l’ora prevista<br />
dell’arrivo, la necessità di una<br />
presentazione del santuario,<br />
l’intenzione di di celebrare la santa<br />
messa con un sacerdote del gruppo.<br />
Ricordiamo che il santuario<br />
rimane chiuso dalle 12 alle 15<br />
I<br />
IN CASO <strong>DI</strong> MANCATO RECAPITO, RINVIARE ALL’UFFICIO POSTALE <strong>DI</strong> PADOVA C.M.P., DETENTORE<br />
DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA