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PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - gennaio 2019

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

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▶ LA SPIRITUALITÀ COME PROVOCAZIONE PER IL MONDO <strong>DI</strong> OGGI<br />

dall’evangelista Matteo. Gesù, obbedendo<br />

in tutto al Padre, insegna<br />

a non mettersi al centro dell’attenzione,<br />

ma a manifestare proprio<br />

con l’obbedienza a Dio la vera fede<br />

e l’amore più grande.<br />

NICOLA IL PELLEGRINO<br />

A due voci, i professori Panaghiotis<br />

Yfantis e il francescano conventuale<br />

Guglielmo Spirito — particolarmente<br />

attivi nell’organizzazione del Simposio<br />

— hanno presentato la figura<br />

di Nicola il pellegrino, nato in Grecia<br />

nel 1075 e morto a Trani (dove<br />

è venerato come santo patrono)<br />

all’età di 19 anni. Fu un uomo perseguitato<br />

e maltrattato sia dalla madre<br />

che da esponenti della società e della<br />

stessa Chiesa, perché con troppa<br />

spontaneità spesso e volentieri invocava<br />

a gran voce la misericordia<br />

di Dio, tanto da essere soprannominato<br />

Kyrieleison.<br />

BRANDANO<br />

Nel corso della mattinata del secondo<br />

giorno del Simposio, il gesuita<br />

prof. Massimo Pampaloni ha descritto<br />

e analizzato la figura di un italiano<br />

assimilabile ai cosiddetti “folli in Cristo”<br />

venerati in Oriente. Si tratta di<br />

Bartolomeo da Petroio detto Brandano,<br />

vissuto attorno al 1500.<br />

Questi, in occasione di una predicazione<br />

quaresimale, abbandonò<br />

il lavoro nei campi, la moglie e i figli<br />

perché si sentiva interiormente<br />

chiamato a predicare Cristo sulle<br />

strade dell’Europa. A Roma, ispirato,<br />

ammonì l’allora papa Clemente<br />

VII minacciando lui e l’intera città<br />

di imminenti castighi. Per tutta risposta<br />

fu condannato a morte, ma<br />

miracolosamente sopravvisse ai<br />

supplizi. Morì poi nella città che<br />

maggiormente ne custodisce la<br />

memoria: Siena. In lui si possono<br />

riscontrare alcune caratteristiche<br />

che maggiormente distinguono i veri<br />

profeti: la semplicità (che si può<br />

appunto scambiare per pazzia), lo<br />

spirito di profezia e l’imitazione di<br />

Cristo sulla strada della carità e della<br />

penitenza.<br />

FRANCESCO “NOVELLUS PAZZUS”<br />

Il francescano prof. Alceo Grazioli<br />

(«Il francescanesimo come provocazione»)<br />

ha presentato lo stesso san<br />

Francesco come esponente occidentale<br />

dei “folli in Cristo”. Spesso<br />

identificato semplicemente come<br />

uomo controcorrente, e perciò associato<br />

a movimenti contrapposti,<br />

in realtà egli in ogni circostanza della<br />

sua esistenza si lasciò interpellare<br />

e plasmare dalla novità del Vangelo<br />

e quindi da Dio. E per questo motivo<br />

risultò così capace di “provocare”<br />

in ogni tempo alla sequela di Cristo.<br />

La professoressa Anna Koltsiou<br />

(«La conversione come eredità spirituale<br />

e richiesta contemporanea»)<br />

ha passato in rassegna racconti di<br />

conversione, tratti dal Vangelo e da<br />

agiografie. Le diverse esperienze<br />

umane e vicende risultano una for-<br />

SPITERIS: PARLIAMO CON LA NOSTRA VITA<br />

Mons. Ioannis Spiteris, cappuccino, vescovo di Corfù (nella foto), è tra gli<br />

iniziatori dei Simposi ecumenici teologico-spirituali. Ai microfoni di Radio<br />

Vaticana, ha presentato il Simposio<br />

di Assisi.<br />

«La lettura dell’attualità rimanda a<br />

società sempre più scristianizzate,<br />

dove specie i giovani si allontanano<br />

dalla fede, dove gli Stati promuovono<br />

leggi contrarie alla morale cristiana.<br />

Ecco perché ciò che conta oggi è<br />

la testimonianza di una vita che<br />

resta fedele ai comandamenti di Dio,<br />

nonostante i credenti appaiano in<br />

minoranza».<br />

Filo conduttore il tema<br />

della “provocazione”…<br />

«Una provocazione che interroga<br />

il non credente. “Pochi credono<br />

oggi che si possa essere fedeli<br />

ai comandamenti di Dio: si parla<br />

sempre di interessi politici o<br />

economici. Se uno fa una professione di povertà, come per esempio nel<br />

monachesimo, questa suona come una provocazione… C’era un padre<br />

spirituale, un cappuccino, che raccomandava ai suoi confratelli: “Andate<br />

in giro con l’abito perché la gente quando vede i religiosi con l’abito dice:<br />

O questo è un pazzo o Dio esiste”. Uno che vive in maniera differente<br />

dagli altri già, si può dire, dà uno ‘schiaffo’ a chi non crede. Quando hanno<br />

domandato a san Francesco: Che cosa bisogna fare per convertire l’altro?,<br />

egli ha risposto: Essere santo. Essere consequenziale con la propria fede,<br />

non avere la doppia vita: una cosa diciamo, e poi viviamo in maniera<br />

differente…».<br />

Scandali, ma anche esempi di coerenza<br />

«Oggi si cerca di screditare la Chiesa in tante maniere… Io mi trovo in<br />

Grecia e ogni volta che si sente uno scandalo, i giornali, i telegiornali,<br />

cercano di screditare la Chiesa. Ma, quando hanno sentito che quei<br />

migranti che per giorni nessuno voleva se li è presi in carico la Conferenza<br />

episcopale italiana, anche questo l’hanno riferito come prima notizia ed<br />

è stata una bellissima testimonianza».<br />

14 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong>

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