PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - gennaio 2019
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
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te provocazione a volgersi in modo<br />
autentico verso Dio, anche per chi<br />
nella casa di Dio è rimasto o è già<br />
tornato.<br />
LA VITA CONSACRATA<br />
COME PROVOCAZIONE<br />
Nella sua relazione («Vita monastica<br />
come provocazione ieri e oggi»)<br />
Paolo Martinelli, frate cappuccino<br />
e vescovo ausiliare di Milano, ha<br />
illustrato come la vita consacrata,<br />
tanto nel passato come oggi, risulti<br />
un dono dello Spirito Santo che, nel<br />
contesto in cui sorge e fiorisce, agisce<br />
come provocazione. Così era (e<br />
ancora è) il carisma francescano in<br />
un contesto nel quale la borghesia<br />
emerge. Anche oggi, nella grande<br />
diocesi ambrosiana nella quale svolge<br />
il suo ministero, nuove forme<br />
di vita consacrata stanno sfidando<br />
contrapposizioni tra culture, tra posizioni<br />
diverse all’interno della Chiesa<br />
e tra identità di genere.<br />
Quale elemento della vita cristiana<br />
che particolarmente provoca, il<br />
prof. Petros Panaghiotopoulos ha<br />
approfondito il tema spirituale del<br />
digiuno («Parlando del digiuno oggi.<br />
La testimonianza del santo e grande<br />
Sinodo della Chiesa ortodossa»).<br />
Una pratica, questa, che tuttora è<br />
ritenuta ineludibile nelle Chiese ortodosse,<br />
tanto che se ne è trattato<br />
in maniera specifica nel corso del<br />
recente grande Sinodo evidenziandone<br />
l’importanza, i possibili fraintendimenti<br />
e i modi di praticarlo<br />
tenendo conto delle diverse circostanze<br />
personali e sociali.<br />
NON CONTRAPPOSIZIONE,<br />
MA TESTIMONIANZA<br />
Particolarmente ponderata e chiara<br />
è stata la relazione del prof. Cesare<br />
Alzati («Quale spiritualità opporre<br />
agli odierni fondamentalismi?»).<br />
Egli ha fatto notare come ogni fondamentalismo<br />
alimenti un atteggiamento<br />
ideologico di contrapposizione.<br />
Ad esso, il cristianesimo in<br />
Assisi, 30 agosto 2018. Per la prima<br />
volta nella storia, la Divina liturgia<br />
ortodossa è stata celebrata sull’altare<br />
presso la tomba di san Francesco<br />
(le foto di queste pagine sono di Marina<br />
Amato - Studio Fotografico Tony)<br />
quanto tale si sottrae per principio,<br />
alimentando un’identità e rapporti<br />
positivi a partire dal mistero che lo<br />
genera e manifesta, la pasqua di Cristo,<br />
a cui la nostra umanità si associa<br />
nella celebrazione del Battesimo<br />
e dell’Eucaristia.<br />
Il prof. Nikos Maghioros («La spiritualità<br />
ortodossa e lo spazio pubblico»)<br />
ha portato all’attenzione di<br />
tutti quanto è maturato nel recente<br />
grande Sinodo a proposito del rapporto<br />
tra Chiesa e Stato. È emersa la<br />
necessità di una testimonianza condivisa<br />
tra tutti i cristiani ortodossi<br />
nel rispetto della varietà delle culture<br />
nelle quali vivono.<br />
Su istanze sensibili, quali la bioetica,<br />
la questione degli armamenti<br />
e la possibilità della cremazione, si<br />
devono affermare dei principi e non<br />
un’unica soluzione concreta.<br />
<strong>DI</strong>VINA LITURGIA ORTODOSSA<br />
Un evento storico ha segnato la mattina<br />
dell’ultimo giorno del Simposio:<br />
per la prima volta la Divina liturgia<br />
ortodossa è stata celebrata presso la<br />
tomba di san Francesco. A presiederla,<br />
papàs Dimitrios Bikas, ieromonaco<br />
ortodosso. Un evento del genere,<br />
associato alla squisita ospitalità dimostrata<br />
dai frati del Sacro convento,<br />
è risultato una “provocazione” assai<br />
positiva per quanto riguarda il rapporto<br />
in generale tra ortodossi e cattolici,<br />
e tra italiani e greci.<br />
CONCLUSIONI<br />
Nel dibattito conclusivo, tra le altre<br />
cose, è emersa l’urgenza che iniziative<br />
come i Simposi o altre, a carattere<br />
tanto accademico che squisitamente<br />
ecumenico, continuino ancora. Magari<br />
coinvolgendo anche i giovani,<br />
senza limitarsi a trattazioni specialistiche,<br />
ma dando spazio al dibattito<br />
tra tutti i partecipanti, i quali potrebbero<br />
prendervi parte anche a distanza.<br />
Tutti i presenti alle giornate<br />
di Assisi, comunque, hanno ringraziato<br />
Dio per l’opportunità di avervi<br />
partecipato di persona. P<br />
GENNAIO-FEBBRAIO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 15