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LNS Novembre 2019

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4<br />

Modigliani<br />

▲<br />

▲<br />

Ritratto di Léopold Zborowski<br />

da Jonas Netter che fu il<br />

primo sostenitore del pittore.<br />

La mostra comprende centoventidue<br />

opere, fra le quali<br />

quattordici dipinti di Modigliani<br />

(otto provenienti dalla collezione<br />

privata Jonas Netter,<br />

quattro di Gérard Netter e<br />

due della Numinvest in arrivo<br />

da Singapore), cui si aggiungono<br />

dodici suoi disegni,<br />

provenienti dalla collezione<br />

Alexandre, raramente esposti<br />

al pubblico.<br />

Per la prima volta quindi sarà<br />

possibile ammirarli tutti insieme,<br />

un un’unica mostra che<br />

offre una panoramica della<br />

produzione della cosiddetta<br />

École de Paris, dato che sono<br />

presenti anche opere importantissime<br />

dei numerosi artisti<br />

attivi a Parigi all’inizio del<br />

XX secolo, fra i quali Maurice<br />

Utrillo, Chaïm Soutine,<br />

Pierre Bonnard, Fernand Léger,<br />

André Derain senza dimenticare<br />

la compagna di Modigliani,<br />

Jeanne Hébuterne.<br />

Perché sono così importanti<br />

queste due raccolte?<br />

Vale la pena conoscere qualcosa<br />

di più dei due collezionisti.<br />

Jonas Netter, ebreo alsaziano<br />

trapiantato a Parigi, di<br />

professione rappresentante<br />

per varie ditte, fu subito folgorato<br />

dalla bellezza dell’arte,<br />

in particolare della pittura,<br />

che stimolò in lui la necessità<br />

di acquistare le opere che,<br />

ovviamente, poteva permettersi.<br />

Gli altri grandi collezionisti<br />

del tempo erano gli americani<br />

Barnes e Rockefeller o<br />

i russi Schukin e Morozov<br />

ma, a differenza di loro, Netter<br />

non era un milionario e le<br />

sue entrate erano relativamente<br />

ridotte. Scartando i<br />

dipinti degli impressionisti.<br />

che più gli interessavano ma<br />

che erano fuori dalla portata<br />

delle sue tasche, rivolse la sua<br />

attenzione verso quegli artisti<br />

che avrebbero poi dato<br />

vita alla famosa École de Paris;<br />

entrò in contatto con il<br />

poeta e gallerista polacco<br />

Léopold Zborowski e fu così<br />

che si innamorò dei dipinti di<br />

Amedeo Modigliani di cui diventò<br />

uno dei primi e principali<br />

acquirenti oltre che tra i<br />

primi a capire lo spessore di<br />

questo artista. Questo mette<br />

ancora più in risalto il suo indiscutibile<br />

intuito, che non si<br />

limitò a fargli scoprire soltanto<br />

l’originalità di Modigliani<br />

ma lo spinse anche ad apprezzare<br />

e poi ad acquistare<br />

regolarmente le opere di<br />

bohémiens della cerchia dell’artista<br />

livornese, come quelle<br />

del lituano Chaïm Soutine<br />

e di Maurice Utrillo, figlio illegittimo<br />

della modella e pittrice<br />

Suzanne Valadon, altri<br />

due artisti di cui Netter diventò<br />

il principale collezionista.<br />

La sua forte passione per<br />

l’artista livornese, che tanto<br />

ricorda quella che travolse<br />

anche Paul Alexandre, portò<br />

Netter a possedere alla fine<br />

degli anni Trenta cinquantasei<br />

dei dipinti di “Dedo” che<br />

possiamo tranquillamente annoverare<br />

tra i più belli realizzati<br />

nella sua breve ma intensa<br />

carriera.<br />

Paul Alexandre, primo grande<br />

amico e confidente di<br />

Modigliani, fu il suo mentore<br />

e la sua unica fonte di sostentamento<br />

specie nei primi anni<br />

trascorsi a Parigi. I due si<br />

conobbero grazie al pittore<br />

francese Henri Doucet il quale<br />

incontrò Modì al Lapin Agile,<br />

un’osteria molto frequentata<br />

dagli artisti e dai poeti del<br />

▲<br />

Foto “teatrale” scattata nel 1913 nello studio di Rue du Delta 7. Da<br />

sinistra verso destra: Maurice Drouard, Henri Doucet con la sua compagna,<br />

un manichino, Paul Alexandre con un turbante in testa e Raymonde.<br />

Alle pareti due quadri di Modigliani, “L’Ebrea” e “Ritratto di Drouard”.<br />

L’edificio di Rue du Delta che ospitò la colonia di artisti di vario genere<br />

di cui faceva parte anche Amedeo Modigliani. Per strada con le mani in<br />

tasca si riconosce Henri Doucet<br />

A sin.: Trasloco dal Delta, si vede<br />

Paul Alexandre appoggiato al carro,<br />

per terra due quadri di Modigliani,<br />

“Testa di donna di profilo”<br />

(1907) e “Studio di nudo” (1908).<br />

Sopra: Altro momento del trasloco:<br />

. il carro si dirige da Rue du<br />

Delta verso Place Dancourt

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