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La Seat Leon Cup Racer, da quest’anno ribattezzata con il marchio “Cupra”, è la vettura che
nel 2015 ha ispirato la nascita della categoria TCR, a cui va il merito di avere rilanciato la
categoria Turismo sia a livello nazionale, dove in oltre venti paesi è diventata il punto di riferimento
per i campionati locali, sia a livello internazionale, tanto che da quest’anno con la denominazione
WTCR è diventata la protagonista del Campionato Mondiale Turismo FIA
mandando in pensione l’ormai anacronistica categoria TC1 con cui si disputava il WTCC.
Istruzioni per l’uso
Un cambiamento epocale, innanzitutto perché il WTCC era rivolto principalmente alle case
automobilistiche, almeno per le posizioni di vertice con pochi team privati a rimpolpare lo
schieramento, mentre ora il WTCR vede protagonisti solo team clienti, come vuole la filosofia
che ha ispirato il TCR con l’intento di contenere i costi. Allo scopo, giova ricordare brevemente
i capisaldi del regolamento TCR: prezzo massimo di vendita della vettura fissato in 125.000;
limitata possibilità di evoluzioni durante il ciclo di omologazione triennale della vettura, così da
salvaguardare il valore della vettura usata ma soprattutto evitare il continuo esborso da parte
dei team per acquistare le eventuali costose evoluzioni; “balance of performance” con
interventi su peso, altezza da terra e limitazione apertura farfalla, per bilanciare le prestazioni
tra le varie vetture evitando la corsa esasperata all’incremento di performance.
Evoluzione della specie
La Seat Leon Cup Racer, così come le “sorelle” del Gruppo VW Golf e Audi RS3, è stata omologata
fin dall’inizio sia con il cambio DSG, versione utilizzata in prevalenza per le gare endurance,
sia con il cambio Sadev sequenziale, la versione più competitiva nelle gare sprint. Dal
suo debutto nella stagione 2015, i tecnici spagnoli di Seat Sport sono intervenuti sulla Leon
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