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Tecnologie Alimentari N° 4 Settembre 2020

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

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VEGA completa la strumentazione<br />

di misura per l’industria alimentare<br />

RIVISTA DELLE<br />

La gestione della food<br />

safety da remoto<br />

L’automazione robotica<br />

in un mulino<br />

SISTEMI PER PRODURRE<br />

ANNOXXXI N.4 SETTEMBRE <strong>2020</strong><br />

Interruttori di livello compatti<br />

con visualizzazione a<br />

360° dello stato d‘intervento<br />

Calibrazione tramite smartphone<br />

Design igienico<br />

Semplicità di integrazione grazie a IO-Link


MOVIMENTAZIONE<br />

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sommario<br />

6 In primo piano<br />

Qualità su tutti i livelli<br />

VEGA completa il proprio portafoglio di strumenti di misura con sensori<br />

di pressione e interruttori di livello compatti per applicazioni igieniche<br />

nell’industria alimentare.<br />

22 Il food italiano riparte dalle esportazioni<br />

L’export di prodotti made in Italy cresce anche nell’anno della pandemia,<br />

compensando il calo interno. Sicurezza, trasparenza delle informazioni, aspetti<br />

ambientali e sociali saranno le leve per intercettare la domanda globale.<br />

pag. 22<br />

pag. 6<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 SETTEMBRE <strong>2020</strong><br />

2<br />

34 Un software per la gestione di più siti produttivi<br />

Safeaty è il sistema che permette di guidare, da remoto, alla costruzione<br />

di un piano di sicurezza alimentare: un unico cruscotto per più siti produttivi<br />

che sintetizza al meglio l’avanguardia del settore food.<br />

40 La robotica al servizio di un mulino d’eccellenza<br />

Mulino Marino ha aperto le sue porte ai robot Yaskawa riuscendo<br />

a valorizzare ulteriormente la qualità della propria tradizione produttiva.<br />

42 Plastica: il cambiamento ha bisogno di tempo<br />

L’emergenza sanitaria ha fatto riscoprire l’utilità della plastica monouso,<br />

su cui però grava un futuro incerto. Omboni (ProFood): “Tassare gli imballaggi?<br />

Siamo pronti, ma lo si faccia in proporzione a dati oggettivi sull’impatto<br />

di ogni materiale. La plastica ne uscirebbe tutt’altro che male”.<br />

EDITORIALI<br />

Un futuro (non solo) digitale (A. Bignami) 4<br />

IN COPERTINA<br />

Qualità su tutti i livelli (E. De Vecchis) 6<br />

ATTUALITÀ E APPUNTAMENTI<br />

Le strategie di ripresa delle IG italiane (E. De Vecchis) 10<br />

Notizie attualità 14<br />

Il food italiano riparte dalle esportazioni 22<br />

Notizie appuntamenti 24<br />

INGREDIENTI<br />

Negli scarti della mela la nuova frontiera di nutraceutica e panificazione 26<br />

Notizie ingredienti 28<br />

SCIENZA E TECNOLOGIA<br />

Notizie scienza e tecnologia 30<br />

pag. 40<br />

pag. 34<br />

pag. 42<br />

MACCHINE<br />

Notizie macchine 32<br />

ENERGIA<br />

Notizie energia 33<br />

SICUREZZA<br />

Un software per la gestione di più siti produttivi (E. De Vecchis) 34<br />

Notizie sicurezza 37<br />

AUTOMAZIONE E STRUMENTAZIONE<br />

Notizie strumentazione 38<br />

La robotica al servizio di un mulino d’eccellenza 40<br />

PACKAGING<br />

Plastica: il cambiamento ha bisogno di tempo (E. De Vecchis) 42<br />

Notizie packaging 46<br />

RUBRICHE<br />

Elenco inserzionisti 48


editoriale<br />

Eeditoriale<br />

|di Alessandro Bignami<br />

Ancora non abbiamo del tutto compreso la portata del cambiamento che il virus sta imponendo ai nostri rapporti<br />

personali, alla società, all’economia, all’industria, alle città, perfino al nostro modo di vedere e percepire il mondo<br />

che ci circonda. Non l’abbiamo del tutto compreso in primo luogo perché non ne siamo ancora venuti fuori. E<br />

niente come un evento traumatico e mai conosciuto prima ha bisogno di distacco per essere analizzato ed elaborato.<br />

Tuttavia, mentre ancora stiamo faticosamente ammassando sacchi di sabbia attorno alla trincea per ostacolare<br />

la seconda ondata, qualcosa su ciò che può aspettarci negli anni post-Covid è già possibile intuirlo. Un punto<br />

centrale riguarda chiaramente la digitalizzazione, su cui l’Italia, primo paese occidentale ad essere martoriato dal<br />

virus, è stata chiamata improvvisamente a colmare il suo gap e ad accelerare. Al di là delle riunioni operative o<br />

delle trattative commerciali, dove il ricorso alle piattaforme digitali era piuttosto scontato, in questi mesi abbiamo<br />

UN FUTURO (NON SOLO)<br />

DIGITALE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

4<br />

visto molte aziende eseguire da remoto operazioni che fino a febbraio non avrebbero mai pensato di poter proporre<br />

o richiedere in tale modalità, anche per ragioni di diffidenza verso la sua efficacia. Tutti questi dubbi o abitudini<br />

che si erano consolidati nel corso del tempo sono stati superati, per non dire spazzati via, nel giro di qualche<br />

settimana. Abbiamo visto – anche presso industrie di processo dove gli standard di qualità e sicurezza sono elevatissimi,<br />

come quelle alimentari e farmaceutiche – macchinari collaudati a distanza, validazioni basate quasi esclusivamente<br />

sull’analisi dei dati dei sistemi di controllo, audit e percorsi di certificazione, nonché interventi di assistenza<br />

tecnica, in videocollegamento. Il futuro non sarà solo questo. L’economia, lo scambio – sia commerciale sia<br />

tecnico – fra le aziende, lo stesso sviluppo di idee innovative sono fenomeni umani che portano con sé uno slancio<br />

emotivo ineliminabile e indispensabile, che ha bisogno anche della presenza fisica, di guardarsi negli occhi senza<br />

la mediazione degli schermi o semplicemente di bere un caffè insieme. Una volta che ci lasceremo alle spalle questa<br />

terribile emergenza, sarà necessario trovare il giusto equilibrio fra attività a distanza e a contatto. Appare comunque<br />

già chiaro che il modo di lavorare insieme sarà profondamente modificato, anche in quelle operazioni<br />

che ritenevamo, fino a qualche mese fa con molte ragioni, destinate a essere fatte sempre allo stesso modo. Il<br />

Covid ha intaccato in maniera irreversibile tante certezze. Spetta a ogni azienda, e a ognuno di noi, saperle abbandonare<br />

e percorrere nuove strade per raggiungere i propri obiettivi.<br />

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food per offrire le migliori performance di prodotto dal punto di vista del<br />

sapore, texture, profilo nutrizionale e shelf life.<br />

Nei nostri Centri di Applicazione e Sviluppo Food, selezioniamo ingredienti e<br />

sviluppiamo soluzioni su misura, realizzate nei nostri impianti produttivi per<br />

le esigenze specifiche di ogni prodotto e in tutti i settori: dairy & ice cream;<br />

meat poultry & fish; bread & bakery; beverages; chocolate & confectionery;<br />

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in copertina<br />

VEGA completa il proprio<br />

portafoglio di strumenti<br />

di misura con sensori di<br />

pressione e interruttori<br />

di livello compatti per<br />

applicazioni igieniche<br />

nell’industria alimentare.<br />

I nuovi sensori di pressione<br />

compatti con funzione<br />

di pressostato VEGABAR<br />

e i nuovi interruttori di livello<br />

capacitivi VEGAPOINT sono<br />

realizzati ad hoc<br />

per le applicazioni standard.<br />

L’innovativa visualizzazione<br />

a 360° dello stato<br />

d’intervento, il cui colore<br />

è selezionabile a piacere<br />

tra oltre 256 tonalità,<br />

consente il rapido<br />

riconoscimento degli stati<br />

d’intervento da qualsiasi<br />

punto di osservazione<br />

a cura di<br />

| Eva De Vecchis<br />

QUALITÀ SU TUTTI I LIVELLI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

6<br />

La produzione di alimenti è una questione di fiducia e l’igiene<br />

riveste un ruolo di primo piano nei processi produttivi. Il<br />

successo dipende sia dalla sicurezza che dall’efficienza con<br />

cui è possibile produrre in maniera ineccepibile nel confezionamento,<br />

nell’evaporazione o nella pulizia CIP. Per questo,<br />

per i gestori di impianti è fondamentale disporre di una tecnica<br />

di misura su cui poter fare affidamento al 100%. Grazie<br />

alla propria affidabilità e longevità, i sensori di livello e pressione<br />

di VEGA si sono affermati ormai da decenni.<br />

Robustezza, versatilità e praticità contraddistinguono questi<br />

strumenti che contribuiscono in maniera decisiva alla sicurezza<br />

e all’efficienza degli impianti anche in presenza di condizioni<br />

estreme o di una rigida regolamentazione.<br />

SOLUZIONI COMPLETE PER LIVELLO E PRESSIONE<br />

Con le nuove serie di strumenti compatti per la misura di<br />

livello e soglia di livello, VEGA completa ora il proprio portafoglio<br />

di tecnica di misura per la produzione alimentare. Le<br />

famiglie di prodotti VEGABAR e VEGAPOINT dimostrano<br />

che l’automazione può essere particolarmente semplice e<br />

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allo stesso tempo estremamente efficiente,<br />

senza scendere a compromessi<br />

sul piano della sicurezza, dell’igiene o<br />

della precisione. I nuovi strumenti di<br />

misura sono realizzati ad hoc per le applicazioni<br />

standard che non vogliono<br />

scendere a compromessi sulla qualità.<br />

Il sistema di adattatori igienici standar-<br />

Il sistema di<br />

adattatori igienici<br />

standardizzato<br />

e flessibile della<br />

nuova serie di<br />

strumenti riduce<br />

gli oneri e minimizza<br />

la gestione<br />

del magazzino<br />

La sede centrale di<br />

VEGA a Schiltach,<br />

in Germania<br />

dizzato garantisce la flessibilità necessaria<br />

per contenere gli oneri e minimizzare<br />

la gestione del magazzino. Gli<br />

attacchi di processo sono selezionabili<br />

secondo le esigenze specifiche e possono<br />

essere adattati alle condizioni in<br />

loco.<br />

MASSIMA SICUREZZA GRAZIE ALLA VI-<br />

SUALIZZAZIONE A 360° DELLO STATO<br />

D’INTERVENTO<br />

L’indicazione dello stato d’intervento<br />

consente il riconoscimento visivo degli<br />

stati d’intervento da qualsiasi punto di<br />

osservazione. Il colore dell’anello luminoso,<br />

selezionabile a piacere tra oltre<br />

256 tonalità, è ben visibile anche con<br />

intensa luce diurna. Basta uno sguardo<br />

per riconoscere se la misura è in corso,<br />

se il sensore interviene o se eventualmente<br />

è presente un’anomalia nel processo.<br />

CONNESSIONE IO-LINK INTELLIGENTE<br />

La nuova serie compatta si contraddistingue<br />

anche per l’intelligenza dei<br />

sensori: la comunicazione universale e<br />

allo stesso tempo particolarmente semplice<br />

è assicurata dal protocollo standard<br />

IO-Link. Gli strumenti dispongono<br />

pertanto di una piattaforma di comunicazione<br />

standardizzata che consente<br />

il trasferimento diretto dei dati e la<br />

semplice integrazione nell’impianto.<br />

CALIBRAZIONE WIRELESS<br />

Le nuove serie di strumenti di misura<br />

VEGABAR e VEGAPOINT possono essere<br />

lette e configurate in tutta comodità<br />

tramite smartphone o tablet.<br />

Questo semplifica in maniera determinante<br />

la messa in servizio e la calibrazione<br />

in ambienti come le camere bianche,<br />

il cui accesso è connesso a<br />

procedure complesse e delicate.<br />

I nuovi sensori di pressione VEGABAR<br />

e i nuovi interruttori di livello<br />

VEGAPOINT rappresentano un’importante<br />

pietra miliare per VEGA. Oltre che<br />

di una gamma completa di strumenti<br />

di misura di livello e di pressione, perfettamente<br />

integrabili nel processo e<br />

dotati di un design igienico ottimizzato,<br />

gli utenti beneficiano anche di una<br />

combinazione di sicurezza, flessibilità e<br />

riproducibilità conforme alle esigenze<br />

di processo del settore alimentare.<br />

I settori food, chimico e farmaceutico –<br />

che rappresentano importanti campi di<br />

applicazione dei prodotti VEGA – sono<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

7


Digitalizzazione e soluzioni<br />

su misura per continuare a crescere<br />

dovuto agli spostamenti. Ciò non toglie<br />

che gli incontri tradizionali restino<br />

per noi prioritari.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

Proprio il settore food, insieme al chimico-farmaceutico,<br />

di cui l’azienda si occupa,<br />

sono stati quelli che meglio hanno<br />

resistito durante il periodo del lockdown<br />

causato dall’emergenza Covid. Mesi di<br />

incertezza e di difficoltà contingenti che<br />

l’azienda tedesca ha deciso di affrontare<br />

in un modo che fosse il più possibile mirato<br />

alla comunicazione con i propri dipendenti<br />

e i propri clienti. Una comunicazione<br />

limpida e attenta alla salute<br />

delle persone, prima ancora che al business.<br />

Questo tipo di attenzione ha permesso<br />

a VEGA Italia di implementare la<br />

strategia web, portare avanti un approccio<br />

di tipo frontale e soprattutto garantire,<br />

all’interno di un clima sicuro e a<br />

norma, la propria presenza alle prossime<br />

fiere. Daniele Romano, Marketing<br />

Manager and Business Development<br />

Manager VEGA Italia, ci racconta come<br />

sia stata un’esperienza comunque positiva<br />

quella di lavorare in VEGA durante<br />

un periodo così complicato, e di come<br />

l’azienda abbia preferito sfruttare al meglio<br />

i tempi dilatati offerti in quei mesi,<br />

piuttosto che limitarsi ad aspettare la<br />

fine della pandemia.<br />

Daniele Romano, qual è stato l’impatto<br />

dell’epidemia e del lockdown di questa<br />

primavera sul vostro lavoro?<br />

Durante il lockdown abbiamo attivato<br />

nuovi modi di comunicare spingendo<br />

sui canali digitali e potenziando le forme<br />

di comunicazione, anche in termini<br />

di investimento, a partire dallo sfruttamento<br />

di nuove modalità di webinar.<br />

Questi ultimi sono stati dedicati alla<br />

comunicazione interna per il primo periodo<br />

e si sono rivelati uno strumento<br />

ottimale per stare insieme e rivederci,<br />

oltre che uno spazio per gli incontri di<br />

formazione: il risultato è stato più che<br />

positivo, c’è stata una forte partecipazione;<br />

successivamente abbiamo attivato<br />

lo stesso modello di comunicazione<br />

anche verso l’esterno.<br />

In verità, a differenza di altri competitor,<br />

siamo stati un po’ più cauti ad attivare i<br />

webinar, riservandoci del tempo per decidere<br />

quale impronta dare a questi incontri<br />

on line. Alla fine, abbiamo optato<br />

per due tipi, entrambi con demo live. Il<br />

primo lo abbiamo chiamato “one to<br />

one”: interessante perché con gli oggetti<br />

che avevano a casa, i nostri tecnici hanno<br />

simulato al meglio le condizioni di<br />

processo (sporcizia, disturbi ecc.), una<br />

vera e propria opportunità di formazione<br />

che ci ha permesso di realizzare circa 170<br />

incontri. Il secondo tipo di webinar ha riguardato<br />

i “live-demo”, con dimostrazioni<br />

dal vivo che utilizzano modelli funzionanti<br />

di simulazione (per esempio la<br />

stazione di pompaggio per le acque, la<br />

presenza di gas) che accompagnavano le<br />

slides in maniera estremamente interattiva.<br />

Si tratta di strumenti digitali che abbiamo<br />

intenzione di continuare a utilizzare.<br />

Com’è la situazione dell’azienda in questa<br />

fase di lento ritorno alla normalità?<br />

L’emergenza non è finita, però abbiamo<br />

deciso di partecipare alle fiere ancora<br />

in programma nei prossimi mesi,<br />

saremo quindi presenti a Ecomondo a<br />

Rimini nel mese di novembre.<br />

Sicuramente sarà un’edizione meno<br />

partecipata, ma noi ci sentiamo pronti<br />

per ricominciare a esporre in serenità.<br />

Abbiamo studiato le normative e ci siamo<br />

dotati di dispositivi di sicurezza perché<br />

una cosa alla quale non vogliamo<br />

rinunciare è l’incontro con le persone.<br />

Per questo, seguendo l’andamento dei<br />

contagi e le normative vigenti, l’attenzione<br />

sarà volta a riprendere un’attività<br />

di incontri il più possibile “reale”.<br />

Inoltre, molti dei nostri venditori hanno<br />

iniziato a incontrare i clienti ormai in<br />

maniera continuativa e da giugno abbiamo<br />

ripreso a fare anche le visite,<br />

anche se alcune modalità sono cambiate.<br />

Non ci dispiace affatto utilizzare<br />

la comunicazione da remoto, anche<br />

perché ha numerosi vantaggi, tra cui<br />

quello di limitare l’impatto ambientale<br />

Daniele Romano,<br />

Marketing Manager<br />

and Business<br />

Development<br />

Manager VEGA<br />

Italia<br />

La sede di VEGA<br />

Italia a Milano<br />

Avevate già pianificato un potenziamento<br />

degli strumenti di comunicazione<br />

on line?<br />

Ne avevamo già l’intenzione ma era<br />

sempre mancato il tempo per dedicarci<br />

in maniera efficace a questo progetto.<br />

Adesso invece l’abbiamo implementato<br />

e stiamo investendo molto,<br />

soprattutto nella comunicazione video.<br />

In questo senso abbiamo deciso di attrezzarci<br />

con telecamere e strumenti<br />

per il video mix e di creare una linea<br />

web dedicata. Vogliamo sfruttare queste<br />

modalità di comunicazione in maniera<br />

strutturata e professionale.<br />

Due comparti rimasti per lo più attivi in<br />

questi mesi sono stati proprio il farmaceutico<br />

e l’alimentare: si può dire che<br />

la situazione vi abbia aiutato a comprendere<br />

meglio le opportunità offerte<br />

da questi due settori?<br />

Effettivamente prima non eravamo<br />

così consapevoli di quanto la nostra<br />

attività fosse a servizio della catena primaria.<br />

Ci hanno aperto gli occhi le richieste<br />

da parte di alcuni clienti del<br />

settore, quello farmaceutico in particolare,<br />

che volevano rimanessimo aperti.<br />

Ce ne siamo accorti anche osservando<br />

l’entrata ordini, viste le domande che<br />

durante il mese di marzo hanno superato<br />

le attese sia nel settore chimicofarmaceutico<br />

sia in quello alimentare.<br />

In generale il reparto farmaceutico e<br />

quello chimico stanno vivendo un<br />

8<br />

www.interprogettied.com


uon periodo, così come il settore alimentare<br />

che vuol dire agrifood, mangimifici<br />

e tutta la catena che parte dalla<br />

raccolta della materia prima e dalla<br />

sua trasformazione per arrivare alla<br />

distribuzione del prodotto finito. Le<br />

aziende credono che il loro mercato<br />

continuerà a crescere e non scordiamoci<br />

che l’Italia rappresenta un grande<br />

paese industriale.<br />

L’epidemia ha rallentato la conclusione<br />

di progetti in corso?<br />

Assolutamente sì. Maggio e giugno<br />

sono stati mesi scarichi di progetti, però<br />

abbiamo visto che a luglio sono ripartiti<br />

e ci aspettiamo che a settembre e<br />

ottobre almeno una parte delle commesse<br />

riuscirà a sbloccarsi.<br />

I progetti quindi sono rimasti in standby,<br />

ma dal mese di luglio abbiamo avvertito<br />

un cambiamento in positivo che<br />

speriamo di confermare dopo l’estate.<br />

Il vero problema, a mio parere, non è<br />

legato soltanto all’Italia ma al rapporto<br />

con l’estero. Come sede italiana siamo<br />

molto legati all’esportazione di macchine<br />

made in Italy, ma molte aziende stanno<br />

avendo difficoltà a vendere i loro<br />

impianti oltre i confini nazionali, fatto<br />

che, di conseguenza, ci preoccupa.<br />

Anche sul fronte del food VEGA ha una<br />

forte incidenza sul mercato estero ed<br />

extraeuropeo, speriamo quindi che questo<br />

squilibrio rientri presto e che i nostri<br />

clienti riprendano un ritmo normale.<br />

Com’è cambiato in questi mesi il contatto<br />

con partner e clienti?<br />

Per il nostro business è importante incontrarsi,<br />

vedere gli impianti, le macchine.<br />

Per esempio noi avevamo in<br />

programma un mese di tour a bordo<br />

del VEGATRUCK, un truck espositivo,<br />

con modelli funzionanti e sala training.<br />

Questa sala espositiva mobile, itinerante<br />

in tutta Europa, è l’occasione per<br />

scoprire da vicino la tecnologia di misura<br />

VEGA, incontrare i nostri tecnici<br />

sul posto e/o organizzare dei mini training<br />

specifici.<br />

In genere lo organizziamo ogni due<br />

anni. Quest’anno avevamo molti dub-<br />

Dal 28 settembre<br />

al 20 ottobre il<br />

VEGATRUCK girerà<br />

per alcune aziende<br />

del Nord Italia<br />

con lo scopo di far<br />

conoscere da vicino<br />

la tecnologia VEGA<br />

bi ma alla fine abbiamo deciso di attivarlo<br />

dopo aver sondato la disponibilità<br />

delle aziende a partecipare. Così, dal<br />

28 settembre al 20 ottobre faremo il<br />

nostro giro nel Nord Italia, per un numero<br />

limitato di aziende. Abbiamo<br />

deciso di attivare lo stesso questa modalità<br />

di incontro, nonostante la pesantezza<br />

delle normative che obbligano ad<br />

una serie di ristrettezze e attenzioni<br />

maggiori, perché abbiamo a cuore lo<br />

scambio diretto con i clienti e vogliamo<br />

dimostrare che per tutti coloro che<br />

hanno voglia di vederci, noi ci siamo.<br />

C’è qualcosa che state imparando da<br />

questa drammatica esperienza e che<br />

potrà servire al futuro dell’azienda?<br />

L’approccio, impostato direttamente<br />

della casa madre in Germania, ha posto<br />

tutta l’attenzione alla salute dei<br />

clienti e dei dipendenti. Il messaggio<br />

lanciato in quei mesi era: “state a casa,<br />

state tranquilli e al sicuro con le vostre<br />

famiglie, non fate niente che possa<br />

nuocere alla vostra salute e a quella dei<br />

vostri clienti”.<br />

Questo messaggio è stato continuativo<br />

e noi stessi lo abbiamo trasmesso.<br />

Non a caso a partire da marzo è cambiato<br />

lo stesso modo interno di comunicare,<br />

volto prima di tutto a fare domande<br />

sulla salute e poi sul lavoro, la<br />

formazione e argomenti prettamente<br />

aziendali.<br />

Era triste guardarsi intorno, ascoltare le<br />

notizie e vedere persone preoccupate per<br />

il futuro, non solo quello sanitario, una<br />

preoccupazione legittima ma per noi attenuata<br />

grazie ad una dirigenza che ci ha<br />

tranquillizzati in maniera totale.<br />

Ci sono altre iniziative o progetti recenti<br />

che ci vuole brevemente descrivere?<br />

Il progetto del sensore AURA sta andando<br />

avanti. In quest’ottica stiamo lavorando<br />

in tante direzioni perché è un progetto<br />

che non è solo industriale. Stiamo<br />

lavorando in collaborazione con l’Osservatorio<br />

Smart Agrifood del Politecnico di<br />

Milano per portare avanti dei business<br />

case in grado di valutare quale sia l’impatto,<br />

in una catena alimentare che va<br />

dal mangimificio al produttore, dato<br />

dall’utilizzo di una tecnologia IoT come<br />

AURA. Stiamo eseguendo i primi test di<br />

campo. Si tratta di un processo alquanto<br />

lungo, trattandosi non solo del prodotto<br />

in sé, ma anche di un modo diverso di<br />

prendere la misura da parte dei clienti.<br />

Non è un mercato nuovo ma sicuramente<br />

è un modo alternativo di approcciarsi<br />

alla misurazione.<br />

In ambito farmaceutico siamo riusciti a<br />

portare avanti forniture importanti di<br />

decine di misuratori di livello in aziende<br />

del comparto. A queste si aggiungono<br />

altre attività che abbiamo fatto e che a<br />

mio parere sono state vincenti grazie<br />

alla maggiore disponibilità di tempo<br />

che tutti avevamo in quei mesi. Ci siamo<br />

infatti dedicati ai clienti studiando<br />

installazioni e soluzioni dedicate che si<br />

combinassero al meglio con le loro necessità.<br />

Per questo il tempo è stato fondamentale:<br />

ci ha permesso di dare la<br />

giusta consulenza alle aziende consentendo<br />

loro di personalizzare al meglio<br />

il sensore da abbinare alle diverse tipologie<br />

di macchinari, in applicazioni e<br />

situazioni difficili.<br />

È interessante vedere come i settori che<br />

sembravano fermi, in realtà stiano investendo:<br />

raffinerie, aziende di prodotti<br />

chimici pesanti con impianti – e dunque<br />

necessità di manutenzione e<br />

d’aggiornamento – che vanno avanti.<br />

In conclusione, possiamo dire che il<br />

mese di luglio ci ha fatto sperare in un<br />

ritorno veloce alla normalità da un punto<br />

di vista commerciale; dal punto di<br />

vista del contatto con i clienti e gli incontri<br />

faccia a faccia ci vorrà un po’ di<br />

più, ma siamo convinti che anche quel<br />

momento non tarderà ad arrivare.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

9


attualità<br />

L’emergenza sanitaria<br />

ha indebolito il mercato<br />

internazionale<br />

delle DOP e IGP made<br />

in Italy. I consorzi<br />

di tutela si preparano<br />

però alla ripartenza,<br />

accelerando alcuni<br />

processi di innovazione,<br />

come la condivisione<br />

su piattaforme digitali<br />

delle informazioni<br />

sulle produzioni<br />

alimentari di qualità.<br />

A cura di<br />

Eva De Vecchis<br />

LE STRATEGIE DI RIPRESA<br />

DELLE IG ITALIANE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

10<br />

Nei mesi di chiusura a causa dell’emergenza sanitaria gli<br />

scambi internazionali si sono fermati, sono cresciuti i casi<br />

di quarantena per chi viaggia da un paese all’altro, le<br />

fiere alimentari sono state annullate o sospese a data da<br />

destinarsi. Tutto questo ha contribuito in maniera sostanziale<br />

ad aumentare la fragilità dei prodotti DOP e IGP sul<br />

mercato. Da subito però, associazioni come OriGIn, volte<br />

a tutelare i Consorzi italiani, hanno messo a disposizione<br />

il loro supporto per sostenere un settore indispensabile<br />

non solo alla sussistenza del Paese, ma anche al supporto<br />

economico dell’economia italiana nel mondo.<br />

L’Assemblea OriGIn e il Comitato Strategico sono stati due<br />

importanti occasioni per sondare quelli che potranno essere<br />

gli aiuti e i progetti mirati al supporto dei prodotti IG.<br />

Nel frattempo però, tra i Consorzi, appare chiara la voglia<br />

di cambiamento e di unione per governare insieme, piuttosto<br />

che subire, la ripartenza dopo il Coronavirus. Molti<br />

di loro hanno attivato strategie di ripresa che partono dal<br />

digitale e dalla comunicazione trasparente.<br />

Durante questi mesi di emergenza sanitaria il comparto<br />

agroalimentare ha continuato a lavorare molto più rispetto<br />

ad altri che invece hanno dovuto fare marcia indietro.<br />

Nonostante questo ci sono state novità e modifiche anche<br />

per il comparto agrifood e per i fondamentali prodotti<br />

DOP IGP che, sia pur a scartamento ridotto, hanno subito<br />

le conseguenze dirette del blocco del canale Horeca e<br />

quello dei flussi turistici.<br />

Da un’indagine sui Consorzi produttori di alimenti italiani<br />

DOP e IGP, con lo scopo di capire meglio quale sia la situazione<br />

attuale e il tempo di ripresa, è emersa la generale<br />

preoccupazione per una crisi arrivata senza preavviso e<br />

capace di spazzare via, nel giro di qualche settimana, tutte<br />

le certezze acquisite in decenni di crescita agricola.<br />

L’emergenza Coronavirus, e questo ormai si sa, ha porta-<br />

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attualità<br />

to a una decrescita colpendo al cuore<br />

la produzione e creando una serie a<br />

catena di complicazioni finanziarie.<br />

Eppure, c’è un lato positivo: la pandemia<br />

e le conseguenti distanze sociali<br />

hanno anche accelerato quel<br />

processo di innovazione aziendale già<br />

in corso, che oggi sta dando i suoi<br />

frutti in ambito di commercializzazione,<br />

rinnovamento e investimenti digitali,<br />

di nuove proposte in ambito<br />

turistico e di risposte a sfide quali la<br />

sostenibilità e l’ambientalismo.<br />

TORNARE A CRESCERE NONOSTANTE<br />

IL CORONAVIRUS<br />

Nell’ottica di una ripresa delle denominazioni<br />

ai tempi del Coronavirus,<br />

OriGIn Italia, l’Associazione Italiana<br />

Consorzi Indicazioni Geografiche, fin<br />

dal primo giorno dell’emergenza sanitaria<br />

ha garantito la qualità e l’approvvigionamento<br />

di cibo sulle tavole<br />

degli italiani.<br />

Durante quei mesi segnati da un clima<br />

incerto che ha condotto molte persone<br />

all’accaparramento dei generi alimentari<br />

in maniera quasi indiscriminata,<br />

i Consorzi che rappresentano il<br />

mondo delle Indicazioni Geografiche<br />

hanno continuato a lavorare incessantemente<br />

e a dialogare con la politica e<br />

le istituzioni per supportare le imprese.<br />

Secondo OriGIn però, oltre agli interventi<br />

nazionali indispensabili nelle filiere<br />

DOP e IGP e a quelli legati al<br />

comparto, è necessario programmare<br />

azioni mirate per le filiere agroalimentari<br />

di origine geografica insieme<br />

ad una semplificazione delle procedure<br />

amministrative, viste e considerate<br />

le limitazioni avute fino ad oggi.<br />

BELLANOVA: “CHI PRODUCE QUALITÀ<br />

HA UN RUOLO STRATEGICO”<br />

Di queste e altre necessità si è discusso<br />

nel corso dell’Assemblea <strong>2020</strong> di<br />

Origin Italia che ha visto la partecipazione<br />

di tutti i Consorzi di tutela aderenti<br />

(circa un centinaio), con interventi<br />

dei rappresentanti del mondo<br />

produttivo DOP IGP, delle istituzioni e<br />

della politica.<br />

Ai lavori hanno partecipato anche la<br />

ministra delle Politiche agricole e forestali<br />

Teresa Bellanova, l’europarlamentare<br />

Paolo De Castro, il presidente<br />

ComAgri Camera Gallinella, il direttore<br />

generale Ismea Borriello, il comandante<br />

dei Carabinieri per la tutela<br />

agroalimentare Luigi Cortellessa e il<br />

capo dipartimento ICQRF Stefano<br />

Vaccari. Fra i saluti quelli di Cesare<br />

Mazzetti, presidente Fondazione<br />

Qualivita e di Riccardo Ricci Curbastro,<br />

presidente di Federdoc.<br />

Nello specifico, si sottolineano le parole<br />

della ministra Bellanova la quale<br />

ha insistito sull’importanza della filiera<br />

alimentare assicurando che, con il<br />

DI Rilancio, si aggiungerà 1 miliardo<br />

e 150 milioni di euro oltre a quanto<br />

stanziato con il Cura Italia, con l’obiettivo<br />

di riconoscere il ruolo fondamentale<br />

e strategico della filiera ali-<br />

L’Assemblea <strong>2020</strong><br />

di OriGIn Italia,<br />

che si è svolta<br />

on line, ha visto<br />

la partecipazione<br />

di tutti i Consorzi<br />

di tutela aderenti<br />

(circa un centinaio),<br />

con interventi dei<br />

rappresentanti<br />

del mondo<br />

produttivo DOP IGP,<br />

delle istituzioni<br />

e della politica<br />

L’intervento on<br />

line della ministra<br />

delle Politiche<br />

agricole e forestali<br />

Teresa Bellanova<br />

all’assemblea<br />

di OriGIn Italia<br />

mentare nel Paese “perché nessuna<br />

delle aziende che producono qualità<br />

sia indebolita da questa crisi”. Parole<br />

rassicuranti, sembrerebbe, soprattutto<br />

se affiancate alle iniziative di difesa<br />

delle Indicazioni Geografiche già presenti<br />

nel Cura Italia con 27 milioni di<br />

euro per l’acquisto di prodotti DOP.<br />

Poi, sempre la ministra ha ricordato il<br />

Pegno rotativo per i prodotti DOP e<br />

IGP: “lo schema di decreto è pronto<br />

ma abbiamo bisogno dei Consorzi per<br />

renderlo operativo”. Infine la proposta<br />

di un tavolo al Mipaaf per mettere a<br />

valore il sistema delle Indicazioni<br />

Geografiche e indicare al meglio la<br />

strategia per l’internazionalizzazione<br />

per mezzo di un confronto con il<br />

Ministero degli affari esteri e l’ICE.<br />

Tra i vari argomenti affrontati nel corso<br />

dell’Assemblea, anche il progetto<br />

Farm to Fork che detta le linee guida<br />

dello sviluppo dell’agroalimentare del<br />

futuro e pone l’attenzione sul tema<br />

della sostenibilità ambientale.<br />

Importante sarà anche lavorare sul<br />

turismo enogastronomico: risorsa irrinunciabile<br />

per molti prodotti e che<br />

con il Covid-19 dovrà essere un’altra<br />

strada da percorrere con cautela ed<br />

impegno.<br />

Altro ruolo svolto da OriGIn è stato<br />

quello del Comitato Strategico dello<br />

scorso luglio: dal Testo Unico sui<br />

Consorzi di Tutela fino al nuovo piano<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

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11


attualità<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

dell’export per il Made in Italy delle<br />

Dop e Igp, l’Associazione Italiana<br />

Consorzi Indicazioni Geografiche ha<br />

toccato una serie di argomenti con<br />

l’obiettivo di affrontare le nuove sfide<br />

di mercato durante l’emergenza<br />

Covid. Argomenti che si sono sovrapposti<br />

o aggiunti a quelli esposti nel<br />

corso dell’Assemblea di maggio.<br />

Il Comitato Strategico unisce imprenditori<br />

dell’agroalimentare italiano,<br />

presidenti di alcuni fra i più importanti<br />

Consorzi di tutela di produzioni<br />

DOP e IGP, e rappresenta le più importanti<br />

filiere dell’agroalimentare di<br />

qualità: dal lattiero-caseario fino a<br />

quella dei salumi e zootecnico; dal<br />

comparto degli oli extravergine d’oliva<br />

passando per l’ortofrutta e gli aceti<br />

balsamici.<br />

Fra i principali temi centro dell’attenzione,<br />

il Testo Unico sui Consorzi di<br />

Tutela ancora in fase di discussione al<br />

Ministero delle Politiche agricole; il<br />

nuovo Piano dell’Export del Ministero<br />

degli Esteri e ancora la Farm To Fork<br />

dell’Unione Europea, che punta alla<br />

creazione di un patto di fiducia tra produttori<br />

e consumatori UE. Si è parlato<br />

inoltre del tanto discusso Nutriscore,<br />

la proposta di etichettatura sviluppata<br />

in Francia e sul quale deciderà l’Ue entro<br />

il 2022: una semplificazione a disposizione<br />

della grande distribuzione<br />

e delle multinazionali secondo il parere<br />

dell’Italia e dei Consorzi da sempre<br />

contrari alla sua applicazione.<br />

COSA VOGLIONO I CONSORZI<br />

Viste le proposte che li riguardano e<br />

gli obiettivi discussi nel corso dell’Assemblea<br />

OriGIn e del Comitato<br />

Strategico è doveroso chiedersi:<br />

“cosa vogliono i Consorzi?”.<br />

Dalla loro, per risollevare al più presto<br />

la situazione e avere un ruolo attivo<br />

nella ripresa, i Consorzi di tutela italiani<br />

vogliono essere ancora più al centro<br />

della gestione del settore agroalimentare.<br />

Spinti dal vento di cambiamento<br />

e dalla necessità di fare squadra, e<br />

forti di 825 prodotti DOP e IGP per un<br />

valore di 16,2 miliardi di euro, queste<br />

Con 825 prodotti<br />

DOP e IGP, per<br />

un valore di 16,2<br />

miliardi di euro, i<br />

Consorzi di tutela<br />

rappresentano una<br />

fetta importante<br />

dell’economia<br />

nazionale<br />

realtà fondamentali per l’economia<br />

nazionale vogliono incidere anche sui<br />

mercati internazionali: nei canali<br />

Horeca soprattutto, ma anche nella<br />

grande distribuzione organizzata<br />

dopo la contrazione dei consumi globali<br />

e le difficoltà dell’export.<br />

IL BONUS FILIERA<br />

Infine, tra le varie proposte di rilancio<br />

c’è il Bonus Filiera. Un’idea di Teresa<br />

Bellanova approvata da Origin Italia.<br />

Cos’è? Secondo le parole della ministra<br />

si tratta di un sostegno al settore della<br />

ristorazione “una vetrina unica per l’intero<br />

agroalimentare Made in Italy e<br />

soprattutto per i nostri prodotti DOP<br />

IGP”. L’intento è di destinare 1 miliardo<br />

di euro alla filiera della ristorazione per<br />

l’acquisto di prodotti 100% italiani.<br />

La proposta – come ha illustrato la<br />

ministra – prevede 5 mila euro a fondo<br />

perduto per ogni impresa, con il<br />

solo vincolo di acquistare prodotto<br />

Made in Italy.<br />

Il meccanismo consiste nel dare un<br />

adeguato anticipo al momento della<br />

domanda – corredata di documenti<br />

che attestino gli acquisti effettuati e<br />

ancora non pagati dai ristoratori – e<br />

ottenere il saldo alla presentazione<br />

delle certificazioni d’acquisto attraverso<br />

modalità di pagamento tracciabili.<br />

Secondo Bellanova, infatti, le risorse<br />

a fondo perduto garantiscono “la<br />

possibilità immediata per i ristoratori<br />

di acquistare prodotti dalle aziende<br />

agricole, agroalimentari, della pesca<br />

e dell’acquacoltura soprattutto nei<br />

segmenti di eccellenza più colpiti dalla<br />

crisi”. Un modo per arieggiare il<br />

mercato interno e combattere lo<br />

spreco alimentare.<br />

PUNTARE SUL DIGITALE<br />

Nel cerchio della ripresa c’è anche<br />

l’attenzione al web, una risorsa che si<br />

è rivelata fondamentale in questi<br />

mesi per rimanere connessi e portare<br />

avanti ciò che non poteva essere fatto<br />

in presenza, ma che ora svolge un<br />

ruolo indispensabile per comunicare<br />

progetti futuri e parlare di sicurezza.<br />

A tal proposito Fondazione Qualivita<br />

ha promosso sui canali digitali la campagna<br />

#sicurezzadop, per esporre in<br />

maniera limpida e diretta la risposta<br />

che le produzioni certificate sono state<br />

capaci di dare nel corso dell’emergenza<br />

ma anche per ribadire come,<br />

in momenti di difficoltà, i prodotti<br />

DOP e IGP riescano comunque a garantire<br />

qualità e sicurezza.<br />

Sempre in vista di un supporto concreto<br />

al sistema IG, Fondazione<br />

Qualivita ha lanciato da poco il suo<br />

sito web composto da un portale che<br />

mette al servizio dei Consorzi e<br />

dell’intero settore un patrimonio di<br />

informazioni, ricerche e dati per valorizzare<br />

tutti i prodotti DOP IGP STG.<br />

Infine, tra le prospettive digitali a servizio<br />

del sistema IG anche la nuova piattaforma<br />

“TRUST IT” che è stata lanciata<br />

da IPZS e permette di consultare il patrimonio<br />

informativo come riferimento<br />

per le esigenze di rilancio, valorizzazione<br />

e tutela alimentare di qualità.<br />

12<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

FARAVELLI TRA LE VINCITRICI DEL “BEST MANAGED COMPANIES”<br />

Giusto Faravelli Spa è tra le vincitrici della 3° edizione del “Best<br />

Managed Companies”, iniziativa promossa da Deloitte per supportare<br />

e premiare le aziende italiane eccellenti per capacità organizzativa,<br />

strategia e performance. Valutati da Deloitte sono<br />

stati 6 pillar: strategia, competenze e innovazione, corporate<br />

social responsibility, impegno e cultura aziendale, governance<br />

e misurazione delle performance, internazionalizzazione.<br />

“La soddisfazione è grande. Essere tra le 59 realtà premiate a<br />

livello nazionale è un risultato a cui ambivamo, ma che sapevamo<br />

non essere facile da raggiungere: sono davvero tante le<br />

aziende che in Italia lavorano sotto il segno dell’eccellenza e la<br />

‘concorrenza’ è stata agguerrita”, ha dichiarato Luca Benati,<br />

CEO di Faravelli. “Il processo di valutazione è stato lungo,<br />

impegnativo, anche particolare date le circostanze dettate<br />

dalla pandemia, ma avvincente. Ci ha permesso di mettere<br />

ancora più a fuoco le caratteristiche che rendono Faravelli<br />

un’azienda di eccellenza, ma anche i punti su cui occorrerà<br />

impegnarsi maggiormente in futuro per migliorare ancora.<br />

Il merito di questo riconoscimento va a tutti i nostri collaboratori<br />

e al lavoro svolto sempre con grande impegno e<br />

dedizione. Credo possiamo essere tutti orgogliosi”.<br />

“Congratulazioni a Giusto Faravelli Spa per questo importante<br />

riconoscimento”, hanno commentato Ernesto Lanzillo,<br />

Private Leader per l’Italia, Grecia e Malta, e Andrea Restelli,<br />

Partner Deloitte e responsabile BMC. “Le aziende premiate in<br />

questa terza edizione hanno dimostrato non solo eccellenza,<br />

ma anche grande capacità e resilienza nell’affrontare la crisi<br />

determinata dalla pandemia da Covid-19 in atto. La valutazione<br />

delle candidate si è infatti protratta più a lungo del<br />

previsto proprio per permetterci di approfondire le modalità<br />

di gestione dell’emergenza da parte delle candidate. Le 59<br />

Best Managed Companies di questa edizione sono quindi<br />

lo specchio di un’Italia fatta di eccellenze che, facendo leva<br />

sui propri punti di forza e attraverso una gestione oculata,<br />

sta superando con successo un periodo di incertezza senza<br />

precedenti”.<br />

IL POTERE DEL SOTTOVUOTO SECONDO SEALED AIR<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

Temi come la sostenibilità, la riduzione<br />

degli sprechi alimentari, il<br />

miglioramento della sicurezza alimentare<br />

e l’estensione della durata<br />

di conservazione sono stati i temi<br />

principali nell’agenda del recente<br />

evento online di Sealed Air che ha<br />

permesso di far conoscere “Il potere<br />

del sottovuoto” ad un’audience di<br />

professionisti dell’industria alimentare<br />

di tutta Europa. Ciò ha incluso<br />

presentazioni e sessioni interattive<br />

con domande e risposte sul ruolo<br />

sempre più critico degli imballaggi<br />

sottovuoto nella protezione<br />

degli alimenti.<br />

“I professionisti coinvolti<br />

nella produzione alimentare,<br />

nella lavorazione, nell’imballaggio,<br />

nella distribuzione<br />

e nella vendita al retail<br />

hanno potuto ascoltare<br />

come Sealed Air sta aiutando<br />

a risolvere alcune delle<br />

più grandi sfide nella catena<br />

di approvvigionamento<br />

alimentare”, ha dichiarato<br />

Duncan McIntyre, Marketing<br />

Director EMEA di Sealed Air. “I consumatori,<br />

giustamente, chiedono<br />

alimenti più freschi, più sicuri e più<br />

sostenibili. Le nostre soluzioni per gli<br />

imballaggi sottovuoto sono progettate<br />

per aiutare le aziende a soddisfare<br />

questa domanda e, in ultima<br />

analisi, aumentare le vendite”.<br />

Il team Sealed Air ha illustrato le<br />

proprie competenze nei sistemi di<br />

imballaggio sottovuoto Cryovac ® ,<br />

tra cui la vasta gamma di sacchi<br />

termoretraibili, di materiali per il<br />

sottovuoto skin Cryovac Darfresh ®<br />

e i sacchi di ultima generazione<br />

OptiDure TM . Questi sistemi forniscono<br />

ai clienti un modo completo<br />

per proteggere il cibo e migliorare<br />

l’efficienza operativa.<br />

I partecipanti hanno inoltre avuto<br />

l’occasione di ascoltare l’intervento<br />

di Denise Mathieson, Senior UK<br />

Technical Packaging Manager - Fresh<br />

and Packed Quality di Tesco. Denise<br />

ha illustrato come il supermercato<br />

leader Tesco utilizzi gli imballaggi<br />

come parte degli sforzi continui per<br />

sostenere un’economia circolare.<br />

“Molte aziende lungimiranti adesso<br />

considerano l’imballaggio una parte<br />

strategica nelle loro operazioni<br />

quotidiane e un modo per rendere<br />

rilevanti i loro marchi per i clienti”,<br />

ha concluso McIntyre. “Ciò aiuta le<br />

aziende ad adattarsi continuamente<br />

ai mercati in rapida evoluzione mettendole<br />

in una salda posizione per<br />

cogliere le opportunità di un modo<br />

di vivere e di lavorare sempre più<br />

circolare”.<br />

14<br />

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BARILLA SI AFFIDA A MICROSOFT<br />

PER IL RIENTRO SICURO IN UFFICIO<br />

Barilla ha scelto la tecnologia<br />

Microsoft per supportare digitalmente<br />

il piano di rientro in<br />

ufficio dei dipendenti italiani<br />

nel pieno rispetto delle norme<br />

di sicurezza vigenti. Sebbene a<br />

partire da marzo <strong>2020</strong> lo smart<br />

working sia impiegato in maniera<br />

estesa da Barilla per la<br />

massima tutela delle sue persone,<br />

l’azienda ha voluto dare<br />

la possibilità a una percentuale<br />

della popolazione di accedere<br />

alla sede di Pedrignano: grazie<br />

a Microsoft Power Apps, il<br />

Gruppo ha potuto implementare<br />

in breve tempo una soluzione<br />

estremamente personalizzata<br />

che semplifica la gestione degli<br />

spazi aziendali e il monitoraggio<br />

delle presenze in ufficio.<br />

Barilla ha da tempo avviato<br />

una partnership con Microsoft<br />

per la propria trasformazione<br />

digitale, scegliendo il cloud di<br />

Azure e la suite di produttività<br />

Microsoft 365 per la propria<br />

infrastruttura e per la collaborazione<br />

digitale. Al termine<br />

del lockdown, in collaborazione<br />

con Microsoft, Barilla ha<br />

sviluppato una soluzione che<br />

consente ai propri dipendenti<br />

di gestire semplicemente il rientro<br />

in ufficio, permettendo la<br />

prenotazione autonoma degli<br />

spazi con le massime garanzie<br />

di sicurezza e distanziamento<br />

sociale. In sole due settimane,<br />

è quindi nata l’applicazione<br />

MyBarillaSpace, disponibile per<br />

PC, smartphone e tablet, che<br />

fa leva sul Cloud di Microsoft,<br />

sulle planimetrie reali degli edifici<br />

e su un’interfaccia intuitiva<br />

per consentire agli utenti di<br />

prenotare in pochi clic la propria<br />

scrivania nell’open space,<br />

il posto in mensa e persino lo<br />

spogliatoio.<br />

L’app MyBarillaSpace, implementata<br />

grazie al supporto del<br />

partner SoftJam, si integra con<br />

le altre soluzioni già utilizzate in<br />

azienda, consentendo ai manager<br />

di definire settimanalmente<br />

le persone che dovranno recarsi<br />

in ufficio, ai dipendenti di<br />

visualizzare l’elenco dei propri<br />

turni e aggiungerli direttamente<br />

al calendario di Outlook, e ai<br />

Facility Manager di avere una<br />

visione più precisa del numero<br />

di persone presenti ogni giorno<br />

in ciascun edificio.<br />

Infine, l’elevata modularità<br />

e l’approccio low code di<br />

Microsoft Power Apps offrono<br />

la possibilità di continuare<br />

a personalizzare e ampliare<br />

MyBarillaSpace in modo semplice.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

15


news [fatti, persone, aziende]<br />

ANTARES VISION: PRIMO SEMESTRE POSITIVO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

Massimo<br />

Bonardi<br />

(a sinistra)<br />

ed Emidio<br />

Zorzella,<br />

cofondatori<br />

di Antares<br />

Vision<br />

Il Consiglio di Amministrazione<br />

di Antares Vision ha approvato la<br />

Relazione finanziaria semestrale consolidata<br />

al 30 giugno <strong>2020</strong>.<br />

“Il corso del primo semestre è stato segnato<br />

dall’emergenza sanitaria Covid<br />

-19 che ha avuto un impatto su tutti i<br />

settori, e sicuramente anche per noi<br />

ha causato un rallentamento. Il nostro<br />

business ha però dimostrato un buon<br />

grado di resilienza”, ha dichiarato<br />

Emidio Zorzella, presidente e CEO di<br />

Antares Vision. “Il nostro percorso<br />

industriale sta continuando senza esitazioni:<br />

è stata costituita una nuova<br />

filiale in Germania, abbiamo acquisito<br />

due aziende strategiche nel nostro<br />

business (Tradeticity nella tracciatura e<br />

Convel nelle tecnologie di ispezione) e<br />

abbiamo sottoscritto una partnership<br />

importante con IMA”.<br />

Principali risultati<br />

Il Bilancio intermedio consolidato è<br />

stato redatto secondo i principi contabili<br />

internazionali e presenta un Valore<br />

della Produzione pari a 63,3 milioni di<br />

euro, sostanzialmente in linea con il<br />

primo semestre 2019 (63,0 milioni di<br />

euro). I Ricavi sono pari a 58,3 milioni<br />

di euro, anche grazie al contributo di<br />

FT System (rivelatasi un’acquisizione<br />

di successo, eseguita al momento giusto),<br />

e si confrontano con 59,2 milioni<br />

di euro nel primo semestre 2019.<br />

Il Primo Margine, che si attesta a 46,9<br />

milioni di euro, +5,3% rispetto a 44,5<br />

milioni di euro nel primo semestre<br />

2019, conferma il trend di miglioramento,<br />

mostrando un’incidenza sul<br />

fatturato pari all’80,3% (75,2% nel<br />

primo semestre 2019). Il significativo<br />

miglioramento della marginalità (+5,1<br />

p.p.) è legato alla crescente e maggiore<br />

incidenza della componente di servizi<br />

post-vendita e ad una riduzione delle<br />

commissioni e dell’utilizzo nei processi<br />

di installazione di risorse esterne a vantaggio<br />

di quelle interne.<br />

Ciò si è positivamente riflesso anche<br />

nel Valore Aggiunto (pari a 36,7 milioni<br />

di euro, +4,6% rispetto a 35,1 milioni<br />

di euro nel primo semestre 2019)<br />

che similarmente migliora la propria<br />

incidenza sul fatturato di 3,8 p.p. passando<br />

dal 59,2% nel primo semestre<br />

2019 al 63,0% nel primo semestre<br />

<strong>2020</strong>. Il Margine Operativo Lordo<br />

(EBITDA) si è attestato a 15,3 milioni<br />

di euro rispetto a 19,0 milioni di euro<br />

nel primo semestre 2019, con un’incidenza<br />

sul fatturato pari al 26,3%<br />

(32,0% nel primo semestre 2019). Tale<br />

dinamica può essere meglio compresa<br />

se si considera l’eccezionalità del 2019<br />

(evidenziata anche dall’elevata marginalità),<br />

che aveva beneficiato della<br />

intensa attività di installazione delle<br />

soluzioni di tracciatura per contrastare<br />

la contraffazione dei farmaci a seguito<br />

dell’entrata in vigore in Europa della<br />

normativa EU-FMD (9 febbraio 2019).<br />

Si può, infatti, riscontrare una crescita<br />

pari al 22% dell’EBITDA del primo semestre<br />

<strong>2020</strong>, se lo si confronta al dato<br />

del secondo semestre 2019 (12,6 milioni<br />

di euro), che esclude l’effetto indotto<br />

dalla normativa europea e che,<br />

parimenti, include il contributo positivo<br />

di FT System a partire dall’ultimo<br />

trimestre dell’anno.<br />

Il Risultato Operativo (EBIT) è pari a<br />

13,8 milioni di euro rispetto a 18,3 milioni<br />

di euro nel primo semestre 2019,<br />

con un’incidenza sul fatturato pari al<br />

23,6% (30,8% nel primo semestre<br />

2019).<br />

Il Risultato Netto Adjusted si attesta a<br />

10,3 milioni di euro rispetto a 12,3 milioni<br />

di euro nel primo semestre 2019,<br />

con un’incidenza sul fatturato pari al<br />

17,7% (20,8% nel primo semestre<br />

2019).<br />

Il Risultato ante Imposte ed il Risultato<br />

Netto si attestano, rispettivamente a<br />

6,2 milioni di euro (15,2 milioni di euro<br />

nel primo semestre 2019) e 4,6 milioni<br />

di euro (10,6 milioni di euro nel primo<br />

semestre 2019).<br />

Il Patrimonio Netto è pari a 122,0 milioni<br />

di euro, in aumento rispetto a<br />

117,6 milioni di euro nel 2019 e beneficia<br />

dell’utile di esercizio.<br />

La Posizione Finanziaria Netta (esclusi<br />

gli effetti derivanti dalla contabilizzazione<br />

a valori di mercato dei warrant,<br />

e dalla valorizzazione al fair value dei<br />

derivati) risulta positiva per 9,0 milioni<br />

di euro, rispetto al valore positivo<br />

di 15,3 milioni di euro del 31 dicembre<br />

2019.<br />

La variazione della Posizione<br />

Finanziaria Netta normalizzata di 6,3<br />

milioni di euro risulta essere la combinazione<br />

di un free cash flow operativo<br />

positivo di quasi 13 milioni di euro che<br />

ha finanziato buona parte dell’esborso<br />

(esclusa la cassa acquisita) di 14,2<br />

milioni di euro, legato alle acquisizioni<br />

di Tradeticity e di Convel, oltre che gli<br />

investimenti in immobilizzazioni, gli<br />

oneri finanziari e gli oneri straordinari<br />

monetari.<br />

16<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

18<br />

VALLE SPLUGA AMPLIA IL SITO<br />

PRODUTTIVO DI GORDONA<br />

Valle Spluga Spa, azienda da oltre 50 anni sinonimo di qualità e<br />

tradizione nel settore food, rinomata per il suo prodotto di punta il<br />

Galletto Vallespluga, ha ampliato lo stabilimento di Gordona (SO)<br />

con l’introduzione di nuove aree dedicate alla lavorazione delle<br />

carni.<br />

L’ampliamento è stato realizzato grazie anche ai fondi regionali<br />

previsti dal PSR (Piano di sviluppo rurale) di Regione Lombardia, avrà<br />

un impatto importante sulla filiera di Valle Spluga, 100% italiana.<br />

L’intervento ha permesso a Valle Spluga di ristrutturare lo stabilimento<br />

secondo i più moderni standard internazionali, nell’ottica di<br />

conseguire le certificazioni di qualità più avanzate.<br />

Nell’ambito di questa riqualificazione, sono state create delle aree<br />

di produzione che saranno destinate a nuovi prodotti elaborati a<br />

base di Galletto, ideati per assecondare nuovi trend di consumo, sia<br />

all’interno del canale GDO, che all’interno del canale ristorazione.<br />

Per celebrare la chiusura di una prima importante tranche di lavori,<br />

l’azienda ha accolto in visita Fabio Rolfi, assessore regionale all’Agricoltura,<br />

Alimentazione e Sistemi verdi di Regione Lombardia.<br />

“Questo investimento ci permette di sviluppare e rendere ancora più<br />

solida la nostra filiera integrata di proprietà, una leva distintiva che<br />

permette la tracciabilità produttiva e distributiva a garanzia dell’eccellente<br />

qualità dei nostri prodotti”, ha commentato Dante Milani,<br />

General Manager di Valle Spluga Spa. “Siamo orgogliosi di aver portato<br />

avanti questo ampliamento, soprattutto nel momento storico<br />

attuale e in una regione fortemente colpita come la Lombardia, in<br />

cui per ripartire è prioritario investire nella filiera agroalimentare a<br />

tutela della produzione e del made in Italy”.<br />

“L’agroalimentare è il motore del rilancio economico della<br />

Lombardia. Questi interventi non solo avranno un impatto positivo<br />

sull’indotto, ma rappresentano un segnale forte in un momento<br />

difficile”, ha aggiunto Fabio Rolfi. “La Regione vuole essere al fianco<br />

delle aziende che investono in nuovi spazi e in nuove tecnologie<br />

per aiutare le filiere produttive a qualificare meglio l’attività alla<br />

luce delle più importanti certificazioni internazionali, nell’ottica della<br />

sostenibilità e guardando all’aumento dei prodotti per assecondare<br />

i nuovi consumi basati anche sulla componente del servizio”.<br />

“ETICHETTATURA<br />

TRASPARENTE,<br />

UN VALORE AGGIUNTO<br />

PER LE CARNI SUINE”<br />

Il Gruppo Lifeanalytics, azienda italiana specializzata<br />

da oltre 40 anni nei servizi di analisi<br />

chimica, microbiologica e biologica, accoglie<br />

la notizia della firma del decreto interministeriale<br />

sull’etichettatura trasparente delle carni<br />

suine promossa da Coldiretti e sottoscritta dai<br />

ministri dell’Agricoltura, Sviluppo Economico<br />

e Salute.<br />

“Siamo contenti che gli allevatori e le aziende<br />

della norcineria italiana abbiano finalmente<br />

raggiunto questo importante risultato. Così<br />

vince il vero Made in Italy”, ha commentato<br />

Giovanni Giusto, amministratore delegato e<br />

CEO di Lifeanalytics. “Il nostro Gruppo promuove<br />

da sempre l’etichettatura trasparente<br />

come valore aggiunto non solo per l’allevatore<br />

ma anche per il consumatore finale che sceglie<br />

quali prodotti portare in tavola con più consapevolezza<br />

anche sull’origine della carne”.<br />

Il decreto introduce l’obbligo di dichiarare la<br />

provenienza delle carni suine trasformate.<br />

Arriva quindi una garanzia in più sulla tavola<br />

dei 35 milioni di italiani che, secondo la<br />

Coldiretti sui dati Istat, consumano salumi<br />

almeno una volta a settimana. Cambierà anche<br />

la certificazione e l’etichetta di prodotto<br />

“100% italiano” sarà conferita soltanto agli<br />

alimenti che indicano come paese di nascita,<br />

di allevamento e di macellazione l’Italia.<br />

I tecnici del Gruppo Lifenalytics, che lavorano<br />

in 23 laboratori altamente specializzati presenti<br />

su tutto il territorio nazionale, supportano le<br />

aziende proprio con attività mirate alla certificazione<br />

del prodotto ma con una visione a 360<br />

gradi sull’intero processo della filiera.<br />

“Il nostro ruolo è quello di condurre specifiche<br />

analisi per assicurare la qualità, la sicurezza<br />

e l’autenticità degli alimenti”, ha aggiunto<br />

Giusto. “Valori importanti per un’azienda<br />

del settore agroalimentare che, secondo noi,<br />

possono essere garantiti con la certificazione<br />

del prodotto ma anche attraverso la corretta<br />

indicazione per lo smaltimento del packaging<br />

o degli scarti”.<br />

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SACMI ACQUISISCE<br />

IPREL E PACK SUD<br />

Sacmi acquisisce il 100% di Iprel e Pack Sud per ampliare la digitalizzazione<br />

e completare la propria gamma di offerta tecnologica.<br />

Iprel è un’azienda specializzata nella progettazione hardware e software<br />

e nello sviluppo di sistemi di supervisione. Potenziare, in una<br />

logica di Gruppo, la capacità di sviluppo e offerta di servizi digitali di<br />

progettazione e automazione industriale è l’obiettivo dell’operazione,<br />

deliberata dall’Assemblea dei Soci di Sacmi Imola.<br />

Con 120 tecnici di alto livello, Iprel è cresciuta in questi anni come<br />

realtà strategica sia in una logica di servizio a tutte le Divisioni e BU del<br />

Gruppo Sacmi, sia nello sviluppo di soluzioni per clienti terzi, anche in<br />

collaborazione con laboratori, Università ed enti di ricerca. Da qui la<br />

scelta di portare la partecipazione della capogruppo Sacmi dal precedente<br />

50% all’attuale 100% delle quote, in prospettiva di un ulteriore<br />

potenziamento della capacità di presidio di queste tipologie di servizi<br />

sia all’interno sia extra-Gruppo.<br />

Iprel continuerà ad operare all’interno del “pacchetto dell’innovazione”<br />

Sacmi, che promuove lo sviluppo di servizi avanzati per l’innovazione<br />

digitale in azienda e sul territorio. Tra gli obiettivi in corsi, il potenziamento<br />

e il consolidamento di relazioni collaborative, in particolare in<br />

ambito big data, con l’obiettivo di realizzare nuovi progetti pilota per<br />

tutti i business del Gruppo.<br />

Pack Sud invece è stata fondata nel 2003. Si tratta di un’azienda giovane<br />

e dinamica che porta all’interno della Divisione Packaging &<br />

Chocolate di Sacmi un importante know how tecnologico nella progettazione<br />

e commercializzazione di confezionatrici verticali. Accanto,<br />

l’azienda ha sviluppato nel corso degli anni uno stretto rapporto con le<br />

aziende del territorio che operano nel segmento bakery (come tarallifici<br />

e altri prodotti derivati del pane), tipicamente legate ai plus progettuali<br />

di questo tipo di macchine, molto versatili e dal costo contenuto.<br />

Con l’acquisizione, Sacmi ha confermato il management di Pack Sud,<br />

avviando una stretta collaborazione tra i team tecnici e commerciali<br />

delle due aziende. L’obiettivo è inserire questa realtà nella più vasta rete<br />

di referenze commerciali Sacmi in tutto il mondo, completando l’offerta<br />

sia sulle confezionatrici verticali sia sul packaging primario orizzontale<br />

a medio-basse velocità.<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

CONFERMATO IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO MORTADELLA BOLOGNA<br />

Corradino Marconi<br />

L’assemblea generale del Consorzio<br />

Mortadella Bologna ha confermato<br />

all’unanimità - alla carica di presidente<br />

- Corradino Marconi per il triennio <strong>2020</strong>-<br />

2023. Per Marconi - in carica dal 2011<br />

- si tratta del terzo mandato consecutivo<br />

alla guida del Consorzio. “Sono ovviamente<br />

molto onorato e soddisfatto che<br />

l’Assemblea mi abbia confermato alla<br />

Presidenza. È il miglior riconoscimento<br />

dell’attività fin qui svolta. Anche quello<br />

che si è appena concluso è stato, infatti,<br />

un triennio estremamente importante<br />

che ha visto il Consorzio impegnato su<br />

diversi fronti”, ha commentato Marconi.<br />

Sotto la guida del presidente Marconi,<br />

il Consorzio ha sviluppato il legame col<br />

territorio, attraverso l’apertura della<br />

Fabbrica Trasparente della Mortadella<br />

Bologna all’interno di FICO e l’inaugurazione<br />

dell’ala del Museo della Storia<br />

di Bologna - Palazzo Pepoli - interamente<br />

dedicata alla Mortadella Bologna. È<br />

stato anche spostato il baricentro dei<br />

mercati di vendita, con l’aumento<br />

dell’export verso i mercati UE ed extra<br />

UE. È stata infine potenziata la comunicazione,<br />

attraverso numerosi eventi, tra<br />

i quali il principale è il “Mortadella Day”<br />

che si svolge a Bologna il 24 ottobre di<br />

ogni anno. E, non da ultimo, l’intensificarsi<br />

dell’impegno nel canale digital.<br />

Il primo obiettivo per il prossimo triennio<br />

consiste nel mettere in atto azioni di contrasto<br />

alle pratiche svalorizzanti, intendendo<br />

tutte quelle iniziative, anche di carattere<br />

commerciale, che per loro natura<br />

e per le modalità con cui possono essere<br />

messe in atto, presentano concreti rischi<br />

di svalorizzazione dell’immagine del prodotto<br />

IGP. Un ulteriore obiettivo è proseguire<br />

nel miglioramento qualitativo del<br />

prodotto IGP per offrire una Mortadella<br />

IGP di qualità sempre maggiore e sempre<br />

più rispondente alle nuove esigenze del<br />

consumatore. Proseguirà, inoltre, l’azione<br />

di sviluppo dei mercati esteri. E infine,<br />

ci sarà una forte attenzione alla sostenibilità<br />

etica e ambientale, in modo da<br />

garantire modalità di produzione e sviluppo<br />

economico che, oltre a soddisfare<br />

le attuali generazioni, siano in grado di<br />

salvaguardare l’ambiente per le generazioni<br />

future.<br />

Corradino Marconi, laureato in<br />

Economia e Commercio all’Università<br />

di Bologna, dal 1997 lavora alla Villani<br />

Salumi dove attualmente ricopre il ruolo<br />

di direttore generale. È anche direttore<br />

generale della Maletti Srl e consigliere<br />

di ISIT - Istituto Salumi Italiani Tutelati.<br />

Prima di arrivare in Villani, Marconi ha<br />

avuto un’importante esperienza nella<br />

divisione Bakery di Barilla.<br />

ASSINDUSTRIA: UN PATTO DI FILIERA PER L’AGROALIMENTARE VENETO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

20<br />

Giovanni Taliana, presidente del Gruppo Alimentare<br />

di Assindustria Venetocentro<br />

“Sostenere la promozione<br />

e la vendita dei prodotti tipici<br />

e di qualità del ‘Made<br />

in Veneto’ è una battaglia<br />

strategica che riguarda tutta<br />

la filiera, dai produttori<br />

agricoli e caseari alla trasformazione<br />

industriale e<br />

distribuzione commerciale<br />

ai consumatori delle eccellenze<br />

del Veneto. Specie in<br />

questa fase di incertezza e<br />

debolezza dei consumi e di<br />

faticosa ripartenza a seguito<br />

dell’emergenza Covid, i cui effetti continueranno a vedersi<br />

per mesi sui consumi degli italiani”, ha dichiarato Giovanni<br />

Taliana, presidente del Gruppo Alimentare di Assindustria<br />

Venetocentro, in merito all’adesione di Aspiag Service al protocollo<br />

di filiera realizzato dalla Regione Veneto per valorizzare<br />

i prodotti tipici regionali del settore<br />

agricolo e caseario e sostenerli dalla<br />

produzione fino alla vendita.<br />

“Come Assindustria Venetocentro – ha<br />

aggiunto Taliana – esprimiamo grande<br />

apprezzamento per la collaborazione<br />

tra Aspiag Service e la Regione Veneto<br />

al progetto di sviluppo della filiera agroalimentare<br />

veneta dal campo alla vendita,<br />

e siamo pronti a lavorare perché il<br />

‘patto di filiera’ si allarghi e coinvolga<br />

altri gruppi della grande distribuzione, a beneficio della ripartenza<br />

dei produttori agricoli e caseari del nostro territorio,<br />

della tenuta dell’occupazione, delle imprese di trasformazione<br />

e distribuzione commerciale, della tutela della qualità, quindi<br />

dei consumatori delle eccellenze del Made in Veneto’”.<br />

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attualità<br />

L’export di prodotti alimentari<br />

made in Italy cresce anche<br />

nell’anno della pandemia,<br />

compensando il calo interno.<br />

Sicurezza, trasparenza<br />

delle informazioni, aspetti<br />

ambientali e sociali saranno<br />

le leve per intercettare la<br />

domanda globale.<br />

IL FOOD ITALIANO RIPARTE<br />

DALLE ESPORTAZIONI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

22<br />

Il peggio è davvero passato? Mentre l’Asia e l’Europa si avviano<br />

gradualmente verso la “nuova normalità”, le Americhe<br />

stanno ancora fronteggiando il picco dell’epidemia e molti<br />

Paesi sono impegnati a contenere possibili nuovi focolai e le<br />

conseguenze economiche sono ancora incerte.<br />

L’agroalimentare ha finora risentito meno di altri settori ma,<br />

avverte la FAO nel suo Food Outlook Report di giugno, c’è<br />

ancora da lavorare per evitare che l’emergenza sanitaria si<br />

trasformi in emergenza alimentare. In questo sarà fondamentale<br />

il ruolo del commercio internazionale, sottolinea l’organizzazione:<br />

a oggi il Report prevede una crescita del 2,2% tra<br />

<strong>2020</strong> e 2021 per i cereali e moderati incrementi anche per<br />

carni, ittico e oli vegetali.<br />

LA RESILIENZA DEGLI SCAMBI INTERNAZIONALI<br />

I dati dell’export italiano nel primo trimestre dell’anno, pubblicati<br />

dall’ISTAT, sembrano confermare la resilienza del settore.<br />

La pasta italiana, in particolare, dopo il record di 2,6<br />

miliardi di euro in esportazioni nel 2019 a marzo ha fatto<br />

registrare un ulteriore balzo nelle vendite all’estero di ben il<br />

21% in volume, con 97 mila tonnellate esportate in più, di<br />

cui 72 mila sui mercati comunitari. Positivo contro ogni aspettativa<br />

anche il risultato del vino, con un +5,1% sui mercati<br />

extra UE nel primo quadrimestre <strong>2020</strong>.<br />

Gli scambi internazionali saranno, secondo le stime elaborate<br />

da FIM (Food Industry Monitor), il traino per la crescita del<br />

comparto del settore food&beverage che quest’anno subirà,<br />

per cause di forza maggiore, un calo del 5%: le esportazioni<br />

del settore cresceranno mediamente dell’11% nel biennio<br />

<strong>2020</strong>-2021 e meglio degli altri comparti faranno distillati,<br />

farine, food equipment, dolci, acqua, caffè e latte. I comparti<br />

salumi, vino, birra e packaging si presenteranno in linea con<br />

la media del settore. I comparti delle conserve e della pasta<br />

registreranno la progressione più limitata.<br />

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attualità<br />

UNA DOMANDA GLOBALE<br />

IN EVOLUZIONE<br />

Ma quali sono i fattori davvero importanti<br />

per i consumatori internazionali,<br />

quando acquistano un prodotto? La<br />

ricerca “What matters to consumers<br />

when buying food?” condotta a livello<br />

globale da DNV GL – tra gli enti di certificazione<br />

più attivi nel settore – evidenzia<br />

come l’emergenza Covid abbia<br />

portato in primo piano i temi della sicurezza<br />

alimentare. Importanti anche gli<br />

aspetti ambientali e sociali. In particolare,<br />

i consumatori sono attenti a una lista<br />

ingredienti chiara e all’origine del prodotto<br />

e degli ingredienti ma anche ad<br />

aspetti di sostenibilità come confezioni<br />

compostabili o riciclabili, misure per ridurre<br />

lo spreco alimentare e rispetto per<br />

il benessere animale.<br />

Nell’ambito della costante interazione<br />

di TUTTOFOOD (la fiera che si terrà a<br />

Milano dal 17 al 20 maggio 2021) con<br />

tutti gli attori delle filiere, l’Osservatorio<br />

ha integrato la comparazione dei dati<br />

anche con un’analisi qualitativa basata<br />

su interviste ai buyer di una selezione tra<br />

le più importanti catene internazionali<br />

della GDO. Il quadro che ne emerge<br />

indica, tra le altre cose, che l’accelerazione<br />

verso l’e-commerce e l’home delivery<br />

viene sospinta da richieste sempre<br />

più dirette degli utenti stessi. Non sempre<br />

le tendenze d’acquisto online e offline<br />

appaiono coerenti, però, e questo<br />

pone nuove sfide agli operatori.<br />

Uno dei principali impegni che attende<br />

la GDO è supportare i consumatori nella<br />

loro esigenza sempre più sentita di fare<br />

Foto Craig Melville (Pixabay)<br />

scelte consapevoli.<br />

Si stanno quindi<br />

moltiplicando le catene<br />

che rendono<br />

trasparente al consumatore<br />

questo aspetto<br />

tramite “bollini” di sostenibilità<br />

e punteggi che misurano l’impronta<br />

ecologica del prodotto.<br />

Da tenere sotto osservazione anche<br />

il fenomeno della scelta di prodotti<br />

legati alla territorialità e alla<br />

prossimità, fenomeno di per sé positivo<br />

ma che occorre monitorare con<br />

attenzione. È probabile, infatti, che con<br />

la ripresa dei commerci internazionali<br />

questa dinamica si possa attenuare, ma<br />

un effetto a medio-lungo termine sarà<br />

che sicuramente i brand dovranno porre<br />

ancora più attenzione agli aspetti<br />

reputazionali.<br />

I MERCATI IN CRESCITA<br />

Quali Paesi tenere d’occhio nel Food &<br />

Beverage? Il Consumer Spending<br />

Tracking di IRI analizza la spesa nella<br />

distribuzione organizzata in 8 principali<br />

mercati avanzati (Italia, Francia,<br />

Germania, Spagna, Paesi Bassi, Regno<br />

Unito, Stati Uniti e Nuova Zelanda). La<br />

più recente edizione (maggio) segnala,<br />

per l’alimentare in generale, le crescite<br />

più elevate in Nuova Zelanda (+21,2%)<br />

e Stati Uniti (20,3%) mentre tra gli inseguitori<br />

troviamo Paesi Bassi (12,5%),<br />

Spagna (12,2%) e Regno Unito<br />

(10,4%). Meno dinamiche ma comunque<br />

in partita Germania (8,9%) e Italia<br />

(6,4%), mentre fanalino di coda è la<br />

Francia (-0,7%).<br />

Fra i trend generalizzati più interessanti,<br />

continua in tutti Paesi in varia misura la<br />

crescita del private label, ovvero i prodotti<br />

a etichetta bianca, con picchi in<br />

Francia, nei Paesi Bassi e soprattutto nel<br />

Regno Unito: nonostante la crescita sia<br />

fino ad oggi negativa (2,4%), bisogna<br />

tenere presente una penetrazione che<br />

vale già oltre la metà del totale (53%).<br />

Riguardo all’Italia, la priorità sarà diversificare<br />

i canali. Il primo della classe del<br />

<strong>2020</strong> sarà sicuramente l’e-commerce,<br />

con una crescita del Food & Grocery che<br />

Secondo il Food<br />

Industry Monitor,<br />

le esportazioni del<br />

food&beverage<br />

italiano cresceranno<br />

mediamente<br />

dell’11% nel biennio<br />

<strong>2020</strong>-2021 e<br />

meglio degli altri<br />

comparti faranno<br />

distillati, farine, food<br />

equipment, dolci,<br />

acqua, caffè e latte<br />

l’Osservatorio eCommerce B2C, promosso<br />

dalla School of Management del<br />

Politecnico di Milano e da Netcomm,<br />

stima al +55% per un totale di quasi un<br />

miliardo di euro in valore. Bene anche i<br />

negozi di prossimità.<br />

CINQUE TREND PER AFFERMARSI<br />

1. Il boom dell’e-commerce continuerà.<br />

Anche nel food. I piccoli negozi<br />

e i locali indipendenti stanno scoprendo<br />

il digitale, per un’offerta sempre più<br />

diversificata e adatta anche alle richieste<br />

di target esigenti, come i Millennial.<br />

2. La sostenibilità non è una moda.<br />

Con l’emergenza, anche i più scettici si<br />

sono resi conto che adottare un approccio<br />

responsabile verso l’ambiente, le<br />

persone e le risorse non è greenwashing,<br />

ma una necessità per continuare<br />

a crescere nel medio-lungo termine.<br />

3. La qualità paga, In tutti i sensi. Che<br />

i consumatori siano più consapevoli e<br />

informati ce lo ripetiamo da tempo, ma<br />

i dati lo confermano. E, sorpresa, non<br />

sono poi tanto social: contano di più le<br />

etichette e una qualità certificata, per cui<br />

sono disposti a pagare di più.<br />

4. Costruire la brand awareness. Le<br />

ricerche confermano che il consumatore<br />

si fida di più delle marche che conosce<br />

bene. E anche il White Label può<br />

essere “marca” se sostenuto dal prestigio<br />

della catena. Investire sulla brand<br />

awareness sono soldi ben spesi.<br />

5. Il mercato è il mondo. Sarà soprattutto<br />

il commercio internazionale a sostenere<br />

la ripresa tra il <strong>2020</strong> e il 2021.<br />

Per chi non si è ancora aperto ai mercati<br />

esteri, è il momento di farlo, scegliendo<br />

partner istituzionali affidabili.<br />

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23


appuntamenti<br />

ANUGA 2021: RICOMINCIARE DA UNA FIERA LEADER<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

Anuga, il più grande evento<br />

mondiale per l’industria del<br />

food&beverage, continua a porre<br />

l’interesse di espositori e visitatori<br />

in cima ai propri obiettivi,<br />

lavorando con largo anticipo a<br />

una edizione 2021 che sia il vero,<br />

autentico luogo dove riprendere i<br />

discorsi interrotti. La prossima edizione,<br />

infatti, permetterà di riallacciare<br />

relazioni, verificare situazioni,<br />

rivalutare opportunità nuove<br />

dopo la tempesta scatenata dalla<br />

pandemia che ha fermato l’intera<br />

economia mondiale.<br />

Una emergenza che ha imposto<br />

nuove sfide e che obbliga a nuove<br />

attenzioni, ma che vedrà sempre<br />

gli eventi fieristici in prima linea<br />

nella riattivazione dei rapporti<br />

economici, componente fondamentale<br />

per la crescita economica<br />

delle aziende. La prossima Anuga,<br />

che si terrà a Colonia dal 9 al 13<br />

ottobre 2021, sarà più che mai il<br />

cuore pulsante di un network di<br />

appuntamenti che offrono un<br />

accesso straordinario all’intera<br />

industria alimentare internazionale,<br />

anche in mercati in crescita<br />

come Brasile, Colombia, Cina,<br />

Thailandia ed Emirati Arabi Uniti.<br />

Una piattaforma che, complessivamente,<br />

conta oramai su 19 mila<br />

espositori e poco meno di 600<br />

mila visitatori.<br />

“Sarà, come sempre, la piattaforma<br />

più importante a livello internazionale<br />

anche per le industrie<br />

italiane del settore, da sempre<br />

protagoniste di Anuga”, ha commentato<br />

Thomas Rosolia, amministratore<br />

delegato di Koelnmesse<br />

Italia. “L’edizione 2019, edizione<br />

nella quale celebrammo i cento<br />

anni di Anuga, fu da record assoluto:<br />

oltre 7.500 espositori, di cui<br />

il 90% stranieri, e fra loro più di<br />

1.100 imprese italiane, un contingente<br />

più numeroso perfino<br />

della partecipazione tedesca! Fu<br />

un autentico 'successo italiano’,<br />

arricchito dalle nostre collettive,<br />

da degustazioni, eventi e incontri<br />

con buyer da tutto il mondo che<br />

hanno permesso anche alle tante<br />

piccole e medie realtà del ‘made<br />

in Italy’ di essere sotto i riflettori,<br />

potendo incontrare più di 170mila<br />

visitatori da tutto il mondo”.<br />

Ricchissima e come sempre molto<br />

articolata l’offerta, strutturata<br />

in dieci saloni tematici e temi di<br />

tendenza del settore: dai prodotti<br />

“free from…”, che nell’ultimo<br />

anno sono cresciuti in modo<br />

esponenziale in tutto il mondo,<br />

agli alimenti Halal, dai prodotti<br />

“no-ogm” ai Kosher, dagli “organic<br />

products” alle denominazioni<br />

di origine protette, dai<br />

“ready to eat” ai “superfoods”,<br />

passando dalla nicchia dei prodotti<br />

di giornata, ai “vegan”,<br />

alle proposte per il mondo del<br />

vegetarianesimo.<br />

La sicurezza innanzitutto<br />

Superfluo dire che, pur nella<br />

certezza che il mondo potrà affrontare<br />

eventuali, nuove emergenze<br />

sanitarie con minori preoccupazioni,<br />

Koelnmesse è oramai<br />

da mesi impegnata nel definire<br />

comportamenti rigorosi in tema<br />

di sicurezza per espositori e visitatori.<br />

Da settimane è stato adottato<br />

il nuovo protocollo #B-safe,<br />

che prevede una trentina di misure,<br />

fra cui la vendita dei biglietti<br />

solo online; la disinfezione e pulizia<br />

continua di tutte le superfici;<br />

l’obbligo di protezione di bocca e<br />

naso; sistemi di ventilazione adeguati;<br />

massima igiene ovunque;<br />

percorsi “contact-free”; controllo<br />

e organizzazione delle presenze<br />

in fiera; ampliamento delle aree<br />

per garantire la distanza minima;<br />

nuovi regolamenti per seminari,<br />

incontri, conferenze stampa;<br />

aree di ingresso più ampie; regole<br />

ferree sulle condizioni negli<br />

stand; monitoraggio costante<br />

dei flussi grazie a una apposita<br />

app; nuova segnaletica digitale;<br />

possibilità di partecipare alla fiera<br />

“virtualmente”.<br />

24<br />

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L’agenda<br />

Analytica Virtual<br />

19-23 ottobre <strong>2020</strong><br />

www.analytica.de<br />

Mct Alimentare (web edition)<br />

26 ottobre <strong>2020</strong><br />

www.mctalimentare.com/<br />

verona<br />

B/Open<br />

23-24 novembre <strong>2020</strong><br />

Verona<br />

www.veronafiere.it<br />

Innova Food Tech<br />

26-28 novembre <strong>2020</strong><br />

Bari<br />

www.innovafoodtech.it<br />

Anutec International<br />

Foodtec India<br />

26-28 novembre <strong>2020</strong><br />

Mumbai, India<br />

anutecindia.com<br />

FI Europe Connect (virtuale)<br />

23 novembre - 4 dicembre <strong>2020</strong><br />

www.figlobal.com<br />

IPPE<br />

26-28 gennaio 2021<br />

Atlanta, Usa<br />

www.ippexpo.org<br />

Biofach<br />

17-20 febbraio 2021<br />

Norimberga, Germania<br />

www.biofach.de<br />

Interpack<br />

25 febbraio-3 marzo 2021<br />

Düsseldorf, Germania<br />

www.interpack.de<br />

Sigep<br />

15-17 marzo 2021<br />

Rimini<br />

www.sigep.it<br />

Anuga FoodTec<br />

23-26 marzo 2021<br />

Colonia, Germania<br />

www.anugafoodtec.com<br />

Anufood China<br />

21-23 aprile 2021<br />

Shenzen, Cina<br />

www.koelnmesse.it<br />

The Innovation Alliance<br />

4-7 maggio 2021<br />

Milano<br />

www.theinnovationalliance.it<br />

Meat-Tech<br />

4-7 maggio 2021<br />

Milano<br />

www.ipackima.com<br />

Tuttofood<br />

17-20 maggio 2021<br />

Milano<br />

www.tuttofood.it<br />

Packaging Première<br />

25-27 maggio 2021<br />

Milano<br />

www.packagingpremiere.it<br />

SIC - Salone Industria<br />

Casearia e Conserviera<br />

22-24 ottobre 2021<br />

San Marco Evangelista (CE)<br />

www.saloneindustriacasearia.it<br />

FI Europe<br />

30 novembre - 2 dicembre 2021<br />

Francoforte, Germania<br />

www.figlobal.com/<br />

Ipack-Ima<br />

3-6 maggio 2022<br />

Milano<br />

www.ipackima.com<br />

IFFA<br />

14-19 maggio 2022<br />

Monaco di Baviera, Germania<br />

www.iffa.de<br />

Cibus Tec<br />

25-28 ottobre 2022<br />

Parma<br />

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tenuta meccanica sul cavo<br />

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ingredienti<br />

Un ingrediente da miscelare<br />

alla farina di grano<br />

per un pane a maggior<br />

contenuto di fibre<br />

o un integratore utile<br />

a contrastare i processi<br />

di ossidazione.<br />

Sono i due prodotti<br />

nati nel laboratorio<br />

Micro4Food dagli scarti<br />

della lavorazione<br />

della mela per la<br />

produzione industriale.<br />

NEGLI SCARTI DELLA MELA<br />

LA NUOVA FRONTIERA DI<br />

NUTRACEUTICA E PANIFICAZIONE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

Raffaella Di Cagno,<br />

microbiologa<br />

e docente alla<br />

Facoltà di Scienze<br />

e Tecnologia alla<br />

Libera Università<br />

di Bolzano<br />

Dai silos dove vengono raccolti i resti della lavorazione della<br />

mela emerge una nuova opportunità di produrre alimenti<br />

funzionali sostenibili, naturali e a basso costo. Gli autori dello<br />

studio sono i ricercatori e le ricercatrici del Micro4Food Lab<br />

– specializzati nella ricerca dei processi di fermentazione<br />

in ambito alimentare – guidati dalla professoressa<br />

Raffaella Di Cagno e dal professor Marco<br />

Gobbetti, microbiologi e docenti alla Facoltà di<br />

Scienze e Tecnologia. Nei due lavori, recentemente<br />

pubblicati sulle riviste Food Chemistry e Frontiers<br />

in Microbiology, Di Cagno ha descritto il processo<br />

di fermentazione attraverso il quale assieme<br />

ai suoi collaboratori è riuscita ad ottenere<br />

dagli scarti del frutto – essenzialmente<br />

polpa e buccia – due nuovi prodotti interessanti<br />

sia per l’industria nutraceutica che, in<br />

generale, per quella della panificazione. Si<br />

tratta di un ingrediente in polvere da aggiungere alla farina<br />

di grano per fortificare il pane, incrementandone la disponibilità<br />

di fibre, e di un integratore alimentare, anch’esso ricco<br />

di fibre e composti fenolici, quindi con proprietà antiossidanti<br />

e anti-infiammatorie.<br />

LA COLLABORAZIONE CON L’AZIENDA<br />

CHE PRODUCE STRUDEL<br />

L’innovazione è sorta nel contesto della collaborazione<br />

scientifica avviata dal laboratorio di ricerca<br />

della Libera Università di Bolzano con l’azienda<br />

Pan Surgelati Srl, impresa altoatesina del settore<br />

alimentare e nota produttrice di strudel.<br />

La protagonista delle due linee di ricerca, sviluppate<br />

in parallelo dai ricercatori del laboratorio,<br />

non poteva che essere la regina dei<br />

frutti della provincia di Bolzano: la mela, di<br />

26<br />

www.interprogettied.com


ingredienti<br />

cui l’Alto Adige è il produttore leader<br />

in Italia.<br />

Attualmente, la lavorazione industriale<br />

della frutta e ortaggi genera scarti sotto<br />

forma di bucce, torsoli e vinacce.<br />

L’intuizione della professoressa Di Cagno<br />

è stata quella di caratterizzare chimicamente<br />

e microbiologicamente la biomassa<br />

contenuta nei silos per valutare la<br />

possibilità di un utilizzo alternativo in<br />

ambito alimentare oltre alla produzione<br />

di succhi di frutta. “Nel nostro lavoro di<br />

ricerca abbiamo messo a punto protocolli<br />

naturali basati su un processo a basso<br />

impatto ambientale come la fermentazione”,<br />

spiega Di Cagno. “Ne sono<br />

nate due linee di ricerca, entrambe animate<br />

dalla volontà di dare valore a un<br />

prodotto di scarto presente in abbondanza,<br />

reintroducendolo nel ciclo della<br />

produzione”.<br />

UN INGREDIENTE PER RENDERE<br />

IL PANE PIÙ NUTRIENTE E DURATURO<br />

La prima linea di ricerca è sfociata nella<br />

produzione di un ingrediente che, aggiunto<br />

alla farina di grano, consente di<br />

ottenere un pane dalle migliori qualità<br />

nutrizionali e a più lunga conservazione.<br />

L’ingrediente è frutto della fermentazione<br />

degli scarti con batteri lattici, provenienti<br />

sia da collezioni di microorganismi<br />

del laboratorio sia dagli scarti stessi: questi<br />

ultimi rappresentano un ulteriore<br />

valore aggiunto all’intero processo perché<br />

hanno un metabolismo più efficace.<br />

Dopo la fermentazione, la poltiglia<br />

dei residui della mela è stata fatta essiccare<br />

per ricavarne una polvere:<br />

l’ingrediente da miscelare alla farina<br />

di grano. Tale polvere più ricca di fibre<br />

rispetto allo scarto è interessante per<br />

il settore alimentare, votato a un miglioramento<br />

costante del profilo nutrizionale<br />

dei suoi prodotti. In precedenza<br />

alcuni prodotti da forno erano<br />

già stati fortificati utilizzando scarti<br />

della lavorazione di frutta e verdura<br />

ma i risultati non erano stati particolarmente<br />

confortanti: il profilo sensoriale<br />

e reologico dei prodotti era peggiorato.<br />

Invece, in una percentuale<br />

tra il 5 e il 10%, l’ingrediente messo<br />

Foto Mircea Ploscar<br />

(Pixabay)<br />

a punto dai ricercatori di unibz non<br />

inficia la struttura e il colore del pane.<br />

Oltre al surplus di fibre rispetto al suo<br />

omologo ordinario, il pane preparato<br />

negli impianti pilota del NOI Techpark<br />

con questa miscela fermentata possiede<br />

un profilo aromatico più complesso<br />

come evidenziato dall’analisi dei composti<br />

volatili, evidenzia una migliore<br />

viscosità dell’impasto ed è meno predisposto<br />

alla contaminazione da muffe<br />

e al raffermamento. L’aumento<br />

della shelf life è stato ottenuto senza<br />

conservanti chimici, solo con l’ausilio<br />

dell’ingrediente fermentato, essenziale<br />

per trattenere umidità: così il pane<br />

resta morbido più a lungo.<br />

L’INTEGRATORE ALIMENTARE PER<br />

COMBATTERE I PROCESSI OSSIDATIVI<br />

Nella seconda linea di ricerca, l’équipe<br />

del Micro4Food Lab, ha realizzato un<br />

integratore alimentare (in pastiglie o<br />

in polvere). Dopo il processo di fermentazione,<br />

l’estratto ha dimostrato<br />

una marcata biodisponibilità di fibre<br />

totali e insolubili e di composti fenolici<br />

derivati dal metabolismo dei batteri<br />

lattici. Questi ultimi sono composti<br />

con notevoli proprietà antiinfiammatorie<br />

e capaci di catturare i radicali liberi,<br />

nocivi per le cellule umane.<br />

“Per valutare la possibile funzionalità<br />

Il team del<br />

Micro4Food Lab<br />

al NOI Techpark,<br />

con al centro<br />

i professori Raffaella<br />

Di Cagno e Marco<br />

Gobbetti<br />

di questo integratore, abbiamo effettuato<br />

diversi test su una specifica linea<br />

cellulare umana considerata uno<br />

dei modelli in vitro più utilizzati per<br />

imitare la mucosa intestinale.<br />

Abbiamo potuto constatare che i<br />

composti fenolici liberati durante la<br />

fermentazione aiutano a contrastare<br />

i processi infiammatori e gli effetti<br />

dello stress ossidativo nelle cellule e<br />

hanno preservato l’integrità della mucosa<br />

intestinale”, conclude la microbiologa<br />

Di Cagno.<br />

“Adesso ci piacerebbe continuare a<br />

verificare l’efficacia di questo integratore<br />

anche nei processi di rigenerazione<br />

dell’epidermide”.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

27


ingredienti<br />

CRESCE LA DOMANDA DEGLI ALIMENTI A BASE VEGETALE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

La domanda di alimenti a base<br />

vegetale è in crescita, insieme<br />

ad un aumento delle alternative<br />

in molte categorie alimentari. Si<br />

stima che entro il 2050 circa 9,7<br />

milioni di persone consumeranno<br />

alimenti plant based (fonte:<br />

ourworldindata.org).<br />

ProVeg International ha recentemente<br />

intervistato più di 6.000<br />

consumatori in nove paesi europei,<br />

con lo scopo di identificare le<br />

priorità per il miglioramento e lo<br />

sviluppo dei prodotti, sulla base<br />

dell’esperienza dei consumatori<br />

nell’acquisto e nel consumo<br />

di prodotti a base vegetale: la<br />

maggior parte degli intervistati<br />

ritiene che nei negozi non siano<br />

disponibili sufficienti opzioni; i<br />

consumatori vorrebbero maggior<br />

varietà di sapori, consistenza<br />

e tipologie di prodotti. Tra le<br />

offerte più presenti sul mercato,<br />

troviamo una vasta gamma di<br />

formaggi alternativi, pur con<br />

ampio margine di miglioramento<br />

sul gusto. In questo scenario<br />

si inseriscono gli aromi vegani di<br />

Jeneil che permettono di ottenere<br />

ad un basso dosaggio un prodotto<br />

gustoso e saporito, che ricrea<br />

le note aromatiche tipiche del<br />

formaggio. Anche i piatti pronti,<br />

alternative alla carne e ai prodotti<br />

da forno, sono molto richiesti:<br />

gli estratti di lievito, i lieviti autolisati<br />

e i lieviti inattivi Lallemand<br />

possono contribuire a conferire<br />

caratteristiche migliorative alle<br />

applicazioni plant based (burger<br />

e formaggi a base vegetale),<br />

garantendo una percezione del<br />

sapore più duratura, riducendo<br />

al tempo stesso il sodio, e contribuire<br />

al miglioramento della<br />

consistenza e della reologia in<br />

fase di preparazione.<br />

Nell’alimentazione vegana uno<br />

dei problemi principali è la carenza<br />

di vitamine e sali minerali. Gli<br />

alimenti privi di prodotti di origine<br />

animale risultano carenti di vitamine<br />

del gruppo B, soprattutto<br />

vitamina B12, la cui carenza può<br />

portare a scompensi del sistema<br />

nervoso ed anemia. Sono poveri,<br />

inoltre, di Ferro, necessario per la<br />

crescita, lo sviluppo e il funzionamento<br />

cellulare, di Calcio, indispensabile<br />

per il sistema scheletrico,<br />

per i muscoli e il sistema<br />

nervoso, e di Iodio, da cui dipendono<br />

le funzionalità della tiroide<br />

e del sistema immunitario.<br />

Lallemand Health Solution ha<br />

studiato un portfolio di lieviti<br />

naturalmente arricchiti con<br />

questi macronutrienti che<br />

possono essere aggiunti direttamente<br />

a qualsiasi preparazione,<br />

ottimi per compensare<br />

i deficit (di macronutrienti) in<br />

questa tipologia di diete. Per<br />

chi invece preferisse i sali nella<br />

loro forma organica ed inorganica<br />

Dr. Paul Lohmann può<br />

vantare un portfolio molto ampio,<br />

adatto a tutte le esigenze.<br />

Da un punto di vista tecnologico,<br />

invece, la maggior parte delle<br />

aziende produttrici sono alla ricerca<br />

di addensanti, strutturanti<br />

che permettano di ottenere<br />

strutture stabili, anche in seguito<br />

a cottura. SMS Corporation ha<br />

studiato la funzionalità dell’amido<br />

di tapioca modificato su<br />

queste tipologie di prodotti (ad<br />

esempio burger vegetale), osservando<br />

che si riesce ad ottenere<br />

un prodotto con migliore resa in<br />

cottura sia per consistenza che<br />

per mantenimento della forma<br />

e del volume, rispetto ad un prodotto<br />

in cui si utilizza metilcellulosa<br />

o carragenina.<br />

L’amido di tapioca non sembra<br />

essere l’unica alternativa.<br />

In questo scenario entra in<br />

gioco anche uno zucchero<br />

polifunzionale: il trealosio di<br />

Hayashibara Co. previene la<br />

retrogradazione degli amidi, la<br />

denaturazione delle proteine<br />

e l’ossidazione/degradazione<br />

degli acidi grassi, preservando<br />

la qualità dei cibi.<br />

Conferire struttura e stabilità<br />

ai prodotti naturali<br />

Allo stesso modo la Faravelli<br />

Food Division entra in gioco con<br />

i Faramix, miscele a base di stabilizzanti<br />

ed emulsionanti che<br />

aiutano a conferire struttura e<br />

stabilità ai prodotti plant based.<br />

Trattandosi di ingredienti naturali,<br />

molto spesso il problema<br />

principale è la shelf-life del<br />

prodotto finito. Per migliorare<br />

la conservazione e proteggere<br />

il prodotto dalla Listeria<br />

SMonocytgenes Galactic ha<br />

creato delle soluzioni clean label<br />

molto efficaci: si tratta di prodotti<br />

delle fermentazioni acetica<br />

e fermentazione lattica, in grado<br />

di sostituire il potassio sorbato<br />

ed i tradizionali conservanti.<br />

Queste soluzioni permettono di<br />

arrivare a consumatori che non<br />

solo hanno scelto per ragioni<br />

etiche o ambientaliste di considerare<br />

l’alimentazione vegana<br />

come uno stile di vita, ma anche<br />

di ottenere etichette che siano<br />

più pulite e naturali possibili.<br />

Per ulteriori informazioni:<br />

Faravelli Food Division, food@<br />

faravelli.it.<br />

28<br />

www.interprogettied.com


ingredienti<br />

FIBRE AD ALTA BIOATTIVITÀ<br />

L’autunno <strong>2020</strong> inizia per ABS<br />

Food con l’arricchimento in<br />

gamma delle nuove fibre di<br />

farro, segale, grano tenero e<br />

grano duro. Queste fibre, ad<br />

alta bioattività, possono essere<br />

utilizzate per elevare il profilo<br />

nutrizionale del prodotto finito,<br />

per migliorarne la colorazione<br />

ed il gusto. Sono naturalmente<br />

ricche di vitamine B1 ed E,<br />

acido folico, minerali, oligoelementi<br />

e acidi grassi essenziali<br />

polinsaturi.<br />

Le fibre hanno l’importante<br />

funzione di abbassare il livello<br />

di colesterolo LDL nel sangue,<br />

svolgono un ruolo di controllo<br />

te in proporzione nei prodotti<br />

da forno a ridotto contenuto di<br />

carboidrati come pane e focacce<br />

proteiche, prodotti senza farina<br />

o a base di semi oleosi; per<br />

il loro valore nutritivo integrale<br />

sono impiegate anche nella<br />

produzione di pane da toast.<br />

Trovano applicazione anche nelle<br />

fette biscottate, migliorandone<br />

la texture e contribuendo a<br />

riempire eventuali spazi rimasti<br />

vuoti nel prodotto finito. Nella<br />

produzione di cracker rendono<br />

il prodotto più scorrevole, impedendo<br />

l’intasamento delle<br />

matrici di pressione.<br />

Nella produzione di pasta inte-<br />

Possono essere infine utilizzate<br />

nella produzione di barrette<br />

energetiche a base muesli e nei<br />

prodotti complementari, aumentando<br />

il contenuto di crusca<br />

naturale e di vitamine.<br />

Insieme a queste fibre ABS Food<br />

propone anche il germe di grano<br />

termotrattato e stabilizzato,<br />

la parte del chicco che spesso è<br />

eliminata durante i processi di<br />

lavorazione e raffinazione.<br />

Il germe di grano è un vero e<br />

proprio concentrato di micronutrienti<br />

come aminoacidi,<br />

vitamine del gruppo B, tocoferoli<br />

(vitamina E) e spermidina;<br />

apporta un altissimo livello di<br />

della glicemia, favoriscono il<br />

senso di sazietà, e hanno un effetto<br />

prebiotico. Arricchendo il<br />

valore nutrizionale del prodotto<br />

finito, senza però intaccarne le<br />

proprietà organolettiche, queste<br />

fibre trovano applicazione<br />

in primis nei prodotti da forno<br />

come biscotti di pasta frolla,<br />

cialde e wafer, ma anche nei<br />

lievitati come ciambelloni e<br />

muffin.<br />

Ottimizzano il processo di acidificazione<br />

e il profilo gustativo<br />

nella preparazione del preimpasto<br />

o quando impiegati<br />

insieme al lievito madre.<br />

Le fibre possono essere utilizza-<br />

grale, servono per migliorare<br />

consistenza e aspetto del prodotto<br />

finito, senza però condizionarne<br />

le qualità gustative. I<br />

vantaggi qualitativi e applicativi<br />

di queste fibre si riscontrano<br />

anche nella possibilità di loro<br />

utilizzo nei prodotti estrusi e<br />

puffed, in quanto apportano<br />

un’alta percentuale di crusca e<br />

ottimizzano il processo di estrusione.<br />

Anche l’industria del beverage<br />

arricchisce frullati, smoothies e<br />

bevande con queste fibre, che<br />

contribuiscono ad aumentare la<br />

percentuale di crusca e influenzano<br />

la viscosità dei liquidi.<br />

proteine, un’ottima qualità dei<br />

grassi (per lo più polinsaturi),<br />

ed è un concentrato di sali minerali.<br />

Tra i minerali meritano di essere<br />

segnalati il magnesio, utile<br />

nella contrazione muscolare, il<br />

selenio, dal forte potere antiossidante,<br />

e il potassio (il germe di<br />

grano ne contiene più del doppio<br />

rispetto alle banane), che<br />

gioca un ruolo fondamentale<br />

nell’equilibrare la pressione arteriosa<br />

ed è fondamentale per<br />

evitare l’affaticamento muscolare<br />

dopo l’attività fisica: è quindi<br />

un ottimo integratore per<br />

sportivi ed atleti professionisti.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

29


scienza e tecnologia<br />

IL PARASSITOIDE CHE COMBATTE LA DROSOPHILA SUZUKII<br />

Ottenuta l’autorizzazione ministeriale<br />

per l’importazione, su<br />

parere espresso dal Servizio<br />

Agricoltura-Ufficio Fitosanitario<br />

della Provincia Autonoma di<br />

Trento, del Ganaspis brasiliensis,<br />

il parassitoide che servirà a combattere<br />

la Drosophila suzukii<br />

arrivato Italia per iniziare la sperimentazione<br />

alla Fondazione<br />

Edmund Mach che coordina il<br />

programma a livello nazionale.<br />

L’antagonista esotico è stato prelevato, seguendo tutte<br />

le misure di sicurezza previste dai regolamenti, dai<br />

laboratori del CAB International, importante centro di<br />

ricerca svizzero con cui FEM si coordina a livello internazionale<br />

nell’ambito della lotta alla Drosophila suzukii,<br />

il moscerino dagli occhi rossi che si nutre della polpa<br />

della frutta rossa prima che giunga a maturazione.<br />

Ora per il Ganaspis inizia il periodo di sperimentazione<br />

in quarantena; il prossimo passo<br />

sarà la presentazione dello<br />

studio del rischio che valuti<br />

l’impatto del parassitoide sugli<br />

ecosistemi locali in caso di liberazione<br />

sul territorio. Tale studio<br />

è un requisito fondamentale<br />

per ottenere l’autorizzazione<br />

al rilascio e verrà presentato alle<br />

autorità preposte entro la primavera<br />

2021.<br />

In questo lavoro FEM integrerà gli studi già svolti<br />

presso CAB e negli Stati Uniti prendendo in considerazione<br />

le condizioni ecologiche specifiche degli ambienti<br />

italiani.<br />

Per dare maggior rilevanza allo studio, la Fondazione<br />

ha ritenuto opportuno creare un gruppo di lavoro coinvolgendo<br />

nel progetto il CREA Firenze e numerose<br />

università e istituti di ricerca sparsi sul territorio nazionale<br />

e assumendo il ruolo di coordinatrice dei lavori.<br />

PROGETTO EUROPEO PER LA LOTTA ALLA DESERTIFICAZIONE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

Rigenerare i suoli agricoli a rischio<br />

desertificazione attraverso un innovativo<br />

biotrattamento che coniuga<br />

ricerca scientifica, economia<br />

circolare e bassi costi di<br />

produzione. È l’obiettivo di<br />

Porem, un progetto da quasi 1,5<br />

milioni di euro del programma<br />

europeo Life, che vede la partecipazione<br />

per l’Italia di Enea,<br />

Gruppo Soldano srl di Limbadi<br />

(Vibo Valentia) e Astra Sviluppo e<br />

Innovazione di Faenza (Ravenna)<br />

nel ruolo di coordinatore.<br />

Il gruppo di ricerca, che comprende<br />

anche partner provenienti da<br />

Spagna e Repubblica Ceca, ha<br />

messo a punto un nuovo bioattivatore<br />

che utilizza come materie<br />

prime la pollina – il principale sottoprodotto<br />

dell’allevamento di<br />

pollame – e un preparato enzimatico<br />

naturale.<br />

“Il 45% dei suoli europei è a rischio<br />

desertificazione e puntare<br />

su nuovi fertilizzanti non basta<br />

più”, ha spiegato Alessandra<br />

Strafella del laboratorio Enea di<br />

<strong>Tecnologie</strong> dei materiali di Faenza.<br />

“Con Porem abbiamo ideato una<br />

nuova tecnica capace di rigenerare<br />

il terreno, migliorare produttività<br />

e biodiversità e, soprattutto,<br />

ridurre il fabbisogno d’acqua aumentando<br />

del 25-35% la ritenzione<br />

idrica del suolo”.<br />

Concretamente, il biotrattamento<br />

Porem è in grado di fissare nel suolo<br />

il carbonio (+40%), che rappresenta<br />

la sostanza organica che<br />

aumenta la fertilità del terreno e ne<br />

migliora la struttura riducendo i<br />

fenomeni di erosione e preservando<br />

la sua capacità di regolare i flussi<br />

idrici superficiali e profondi.<br />

Inoltre, determina un aumento<br />

delle sostanze nutritive per le piante,<br />

come fosforo (+20%) e azoto<br />

(+40%), che vengono trattenute<br />

nel suolo e rilasciate lentamente.<br />

Ma c’è di più. La produzione del<br />

bioattivatore è a basso impatto<br />

ambientale perché riduce le emissioni<br />

di gas serra e abbatte il contenuto<br />

di ammoniaca (-80%),<br />

responsabile del cattivo odore,<br />

rispetto alla pollina non trattata.<br />

Finora nel nostro paese (precisamente<br />

in Calabria e in Puglia),<br />

sono state prodotte circa 3 tonnellate<br />

di bioattıvatore; in questa<br />

prima fase Enea si è occupata del<br />

monitoraggio delle emissioni di<br />

CO 2<br />

, ammoniaca, metano e idrogeno<br />

solforato, attraverso l’utilizzo<br />

sensori posti all’interno e sulla<br />

superficie dei cumuli, e dell’analisi<br />

delle caratteristiche chimico-fisiche<br />

del bioattivatore per valutare<br />

evoluzione, stabilità termica e<br />

decomposizione.<br />

I primi test in campo sono stati<br />

condotti da Astra su campi coltivati<br />

a pomodoro a Cesena e a<br />

orzo, in provincia di Foggia.<br />

30<br />

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HYGIENIC AND ASEPTIC SOLUTIONS<br />

SAMSON -Aname recognized worldwide as a synonym for high-quality work, entrepreneurial spirit and innovative<br />

strength. Today SAMSON is a worldwide leading manufacturer of expertly engineered control valves, solutions and<br />

accessories for all industrial processes.<br />

In order to further strengthen its presence in the pharmaceutical and biotechnological sector as well as in the food,<br />

bottling and water treatment sectors, SAMSON has extended the range of products to the following categories:<br />

Diaphragm Valves for industrial applications<br />

Diaphragm Valves made of plastic material<br />

Diaphragm Valves for Aseptic applications<br />

Variable Area Flowmeters<br />

Angle Seat Valves<br />

Sampling unit<br />

Control and automation systems<br />

DISTILLATION<br />

DAIRY<br />

PHARMACEUTICAL<br />

PACKAGING<br />

BIOTECHNOLOGY<br />

LIFE SCIENCE<br />

SAMSON SRL ⋅ Via Figino 109 ⋅ 20016 ⋅ Pero (MI) +39 02 3391 1159 info@samson.it www.samson.it<br />

SMART IN FLOW CONTROL.


macchine<br />

SOLUZIONI PER LA MISCELAZIONE DELL’IMPASTO<br />

Sigma e Spiromatic annunciano Scudo, “newco” con già oltre<br />

100 anni di esperienza, che nasce per progettare e realizzare soluzioni<br />

innovative per la miscelazione dell’impasto dedicate al<br />

mercato della panificazione e della pasticceria industriale.<br />

L’italiana Sigma, azienda esperta in produzione di macchine impastatrici<br />

e planetarie per l’arte bianca, e la belga Spiromatic,<br />

conosciuta a livello internazionale per le soluzioni industriali di<br />

gestione e trasporto degli ingredienti, annunciano la creazione di<br />

Scudo, una joint venture creata con l’obiettivo di offrire alle imprese<br />

industriali del settore della panificazione e pasticceria, soluzioni<br />

specializzate e personalizzate per la produzione dell’impasto.<br />

Il nome Scudo è acronimo di Specialized and CUstomized DOugh-<br />

Mixing Solutions. L’implementazione delle nuove tecnologie, la<br />

riduzione dei costi e degli sprechi del processo produttivo, il controllo<br />

e la gestione di sistemi produttivi sempre più complessi sono<br />

solo alcune di queste sfide. Scudo risponde con soluzioni flessibili<br />

completamente automatizzate per la piena integrazione fra le<br />

fasi di gestione degli ingredienti e quelle di produzione dell’impasto.<br />

L’hygienic design e il monitoraggio di parametri predittivi per<br />

il miglioramento delle performance sono due aspetti fondamentali<br />

delle soluzioni Scudo.<br />

Scudo mette a sistema i 100 anni di esperienza che insieme vantano<br />

le aziende fondatrici nei rispettivi campi, valorizzandoli con<br />

una forte competenza nell’automazione del processo produttivo e<br />

un deciso orientamento all’innovazione. Con queste credenziali<br />

si candida ad essere punto di riferimento nel mercato internazionale<br />

delle soluzioni industriali per l’impasto di prodotti come pane,<br />

pizza, tortilla, pasticceria, biscotti, waffles e torte.<br />

UN PROGETTO VINCENTE PER IMPIANTI DI RIEMPIMENTO AVANZATI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

Risultati sempre più positivi per<br />

OCME che si afferma nel campo<br />

dell’innovazione e della tecnologia,<br />

risultando tra i vincitori del bando indetto<br />

nell’ambito della Strategia nazionale<br />

di specializzazione intelligente<br />

che ha visto la registrazione di 153<br />

proposte progettuali presentate da<br />

imprese che svolgono attività industriali,<br />

agroindustriali, artigiane e di<br />

servizi alle industrie.<br />

M_A_F (Macchine Autonome &<br />

Flessibili a elevatissima affidabilità per<br />

impianti di riempimento e confezionamento<br />

di nuova generazione con<br />

soluzioni avanzate di ottimizzazione<br />

e logistica) è, infatti, il progetto OCME<br />

compreso tra i 30 Accordi per l’Innovazione<br />

che il Ministero dello Sviluppo<br />

Economico ha sottoscritto lo scorso<br />

22 maggio <strong>2020</strong> per sostenere programmi<br />

di ricerca e sviluppo negli<br />

ambiti “Agrifood”, “Fabbrica<br />

Intelligente” e “Scienze della Vita”.<br />

Si tratta di un importante investimento<br />

sul territorio per un valore complessivo<br />

di 221 milioni di euro, di cui 90 milioni<br />

destinati ai 12 progetti per la “Fabbrica<br />

Intelligente” di cui OCME fa parte.<br />

Il progetto della durata triennale<br />

(gennaio <strong>2020</strong> - dicembre 2022), ha<br />

una vocazione ad ampio sviluppo basata<br />

prevalentemente sulla realizzazione<br />

di sistemi di visione e di intelligenza<br />

artificiale, applicati a contesti<br />

robotici e logistici.<br />

Infatti, OCME ha colto la nuova sfida<br />

offerta dalle attuali esigenze di mercato,<br />

affrontando i cambiamenti radicali<br />

determinati proprio dalla convergenza<br />

tra Information Technology<br />

(IT) e Operation Technology (OT).<br />

Si tratta di adeguare i macchinari e<br />

le tecnologie in un’ottica data-centrica,<br />

dove l’operatore umano diventa<br />

un’estensione fondamentale per<br />

il mantenimento di elevate performances<br />

grazie a una migliore interazione<br />

uomo-macchina, resa più<br />

completa e intuitiva.<br />

OCME ha delineato un piano pluriennale<br />

di attività con l’obiettivo di migliorare<br />

ulteriormente le proprie soluzioni<br />

a tutti i possibili livelli. E lo ha<br />

fatto rafforzando uno scambio tecnologico<br />

con gli enti e i centri di ricerca<br />

presenti sul territorio locale e nazionale<br />

al fine di alimentare una virtuosa<br />

sinergia e di elevare a livello industriale<br />

gli studi e le analisi disponibili.<br />

Le collaborazioni in essere, o in corso<br />

di attivazione, con Università e Centri<br />

di Ricerca della Regione Emilia<br />

Romagna vogliono rimarcare il valore<br />

che il territorio e la Packaging Valley<br />

hanno per OCME.<br />

32<br />

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sicurezza<br />

PRODUZIONE SOSTENIBILE DI TONNO CON LA TRIGENERAZIONE<br />

La volontà di razionalizzare i consumi di energia<br />

e di ridimensionare l’impatto ambientale,<br />

unita alla necessità di impiegare energia in<br />

una triplice forma hanno spinto Bolton Food<br />

a optare per una soluzione tecnologicamente<br />

avanzata. L’azienda ha così deciso di installare<br />

un impianto di trigenerazione affidandosi<br />

ad AB, esperta nel settore a livello<br />

internazionale, realizzando un sistema per la<br />

produzione integrata di energia elettrica, termica<br />

e frigorifera.<br />

Bolton Food Spa è parte della multinazionale<br />

Bolton Group che produce e commercializza<br />

un’ampia gamma di beni di largo consumo<br />

di marche primarie ed è presente in<br />

146 paesi con 11 mila dipendenti. L’azienda<br />

ha più di 50 linee di prodotto di marchi conosciuti<br />

e rinomati tra cui Rio Mare,<br />

Simmenthal, Omino Bianco, WCNet, Bostick,<br />

UHU, Collistar, Somatoline e NeutroRoberts.<br />

Le linee produttive all’interno dello stabilimento<br />

di Cermenate (CO) consumano sia<br />

molta energia elettrica sia energia termica<br />

per tutta la fase di sterilizzazione dei prodotti<br />

e per questo motivo si è scelto la soluzione<br />

della trigenerazione AB che permette di<br />

sfruttare al meglio la parte termica dell’impianto.<br />

L’energia elettrica prodotta viene così<br />

interamente autoconsumata mentre il vapore<br />

viene utilizzato durante la fase calda del<br />

processo di sterilizzazione e l’acqua fredda,<br />

prodotta dall’assorbitore, è usata per la fase<br />

di raffreddamento del ciclo di sterilizzazione.<br />

“Bolton Food è molto attenta alla crescita<br />

sostenibile”, ha dichiarato Gian Battista<br />

Regonesi, Director of Engineering di Bolton<br />

Food. “Accanto agli obiettivi di business bisogna<br />

sempre agire avendo ben presente la<br />

salvaguardia dell’ambiente e secondo noi la<br />

trigenerazione è un investimento che sposa<br />

appieno questa politica. Il sistema di AB ci ha<br />

permesso un buon risparmio dal punto di<br />

vista economico ma contemporaneamente<br />

ha modificato il nostro footprint energetico<br />

facendoci risparmiare molta energia e abbassando<br />

notevolmente la CO 2<br />

immessa<br />

nell’ambiente”.<br />

Le caratteristiche tecniche<br />

dell’impianto<br />

L’impianto di trigenerazione progettato da<br />

AB per Bolton Food è composto da un modulo<br />

cogeneratore e un modulo assorbitore.<br />

Il modulo cogeneratore è equipaggiato con<br />

un motore alimentato a gas naturale della<br />

potenza di 2.678 Kilowatt in grado di erogare<br />

questa potenza con un rendimento del<br />

46% e immettere in atmosfera valori inferiori<br />

a 75mg/Nm 3 di NOx e 100 di CO. Il modulo<br />

cogeneratore ECOMAX ® è inoltre equipaggiato<br />

con tutti gli ausiliari necessari al<br />

funzionamento dello stesso a partire dalla<br />

sala controllo che è in grado di gestire il corretto<br />

esercizio del motore stesso nonché tutti<br />

gli ausiliari elettrici che sono necessari per la<br />

connessione alla rete elettrica. Il cogeneratore<br />

è fornito di un alternatore in grado di erogare<br />

la potenza elettrica alla tensione di 10,5<br />

kV e un trasformatore in resina che consente<br />

di elevare la tensione a 15 kV per l’immissione<br />

in rete. Sono presenti inoltre tutti i sistemi di<br />

recupero termico opportuni per la cogenerazione<br />

stessa, come un generatore di vapore<br />

in grado di produrre 1309 kilogrammi ora di<br />

vapore saturo a 10 bar, installato sulla copertura<br />

del container principale, in grado di immettere<br />

questo vapore direttamente nel collettore<br />

dell’utenza. Il modulo inoltre è<br />

equipaggiato con un catalizzatore ossidante<br />

e un catalizzatore SCR, anch’essi installati<br />

sulla copertura del container e poi un camino<br />

per l’emissione in atmosfera che comprende<br />

direttamente il silenziatore per l’abbattimento<br />

delle emissioni acustiche dei gas di scarico.<br />

La sala di controllo presente nel modulo ospita<br />

sia il sistema di controllo di tutto l’impianto<br />

sia il sistema di analisi delle emissioni e la quadristica<br />

elettrica necessaria alla connessione<br />

in rete e alla gestione degli ausiliari. Il modulo<br />

assorbitore è in grado di utilizzare la potenza<br />

termica generata dal raffreddamento del cogeneratore<br />

per produrre acqua fredda. La<br />

potenza termica erogata è 1558 kilowatt e<br />

l’assorbitore è in grado di utilizzarla erogando<br />

una potenza frigorifera pari a 1170 kilowatt<br />

a temperatura di 7 gradi centigradi.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

33


sicurezza<br />

Safeaty è il sistema<br />

che permette<br />

di guidare, da remoto,<br />

alla costruzione<br />

di un piano di sicurezza<br />

alimentare: un unico<br />

cruscotto per più siti<br />

produttivi che sintetizza<br />

al meglio l’avanguardia<br />

del settore food.<br />

a cura di<br />

Eva De Vecchis<br />

UN SOFTWARE PER LA GESTIONE<br />

DI PIÙ SITI PRODUTTIVI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

Alessandra Guidi,<br />

docente di Scienze<br />

Veterinarie presso<br />

l’Università di Pisa<br />

e fondatrice<br />

di Safeaty Srl<br />

“Il Covid ci ha costretti a diventare più tecnologici e a<br />

cambiare i nostri modelli di lavoro, velocizzando dei processi<br />

che in tempi normali sarebbero stati molto più lunghi”,<br />

sostiene Alessandra Guidi, docente di Scienze<br />

Veterinarie presso l’Università di Pisa e fondatrice di<br />

Safeaty Srl, il sistema informatizzato in grado di guidare<br />

alla costruzione di tutte quelle attività necessarie alla gestione<br />

di un piano di sicurezza alimentare.<br />

Il settore food, che in questo periodo di crisi sanitaria è stato<br />

uno di quelli sottoposti a maggiore stress, si sta trovando ad<br />

affrontare il balzo in avanti delle tecnologie e le nuove necessità<br />

di lavoro da remoto che il periodo del virus Covid-19<br />

ci ha costretti a implementare. Safeaty Srl, spin-off dell’Università<br />

di Pisa, si occupa proprio di questo garantendo solidità,<br />

efficacia e dinamicità nella fruizione delle informazioni.<br />

Un software che, attraverso un unico cruscotto, permette<br />

di gestire contemporaneamente ed in tempo reale più<br />

siti produttivi “visualizzando le attività da svolgere, svolte<br />

e le non conformità”.<br />

Tutto questo, se inserito nell’ottica del futuro dell’industria<br />

alimentare, permette di risparmiare tempo, ottimizzare<br />

le risorse, ridurre i costi di mobilità ed abbatte l’utilizzo<br />

della carta.<br />

34<br />

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sicurezza<br />

Professoressa Alessandra Guidi, cos’è<br />

Safeaty e com’è nata quest’idea?<br />

L’idea è nata da un’analisi in campo<br />

dei “piani di Autocontrollo”, ovvero<br />

dei sistemi di gestione della sicurezza<br />

alimentare, che l’OSA (Operatore del<br />

Settore Alimentare, ndr) è chiamato<br />

a implementare dalla vigente normativa,<br />

in aziende alimentari di diversa<br />

dimensione e tipologia. Lo studio ha<br />

riscontrato, soprattutto nelle micro e<br />

piccole imprese, una scarsa customizzazione<br />

e disomogeneità nell’applicazione<br />

con una conseguente perdita<br />

di efficacia del piano stesso. In<br />

generale, invece, abbiamo riscontrato<br />

difficoltà nella condivisione e trasferimento<br />

delle informazioni legate<br />

agli aspetti della sicurezza alimentare.<br />

La ricerca ha inoltre rilevato che tali<br />

difficoltà avevano riflessi sul controllo<br />

ufficiale che si trovava ad affrontare<br />

situazioni molto diverse tra loro a<br />

fronte di una stessa normativa.<br />

Per questo motivo abbiamo cominciato<br />

a pensare come poter facilitare la<br />

realizzazione e l’implementazione dei<br />

piani di sicurezza alimentare in modo<br />

da poterli rendere specifici per ciascuna<br />

azienda, di facile gestione e migliorarne<br />

la condivisione e l’efficacia.<br />

Il core business di Safeaty consiste in<br />

una piattaforma integrata con sistemi<br />

di rilevazione smart (IoT) per lo sviluppo,<br />

l’implementazione e la gestione dei<br />

piani di sicurezza e tracciabilità alimentare.<br />

Ci può spiegare meglio come funziona<br />

e perché la tecnologia è al primo<br />

posto in questo progetto di management<br />

della sicurezza alimentare?<br />

Safeaty SCM è un sistema informatizzato<br />

che guida alla costruzione di<br />

tutte quelle attività necessarie alla<br />

gestione di un piano di sicurezza alimentare<br />

garantendo solidità, efficacia<br />

e dinamicità nella fruizione delle<br />

informazioni. Il sistema è modulare,<br />

scalabile, semplice da utilizzare e permette<br />

all’operatore stesso di modificare<br />

il sistema a fronte di qualsiasi<br />

variazione aziendale senza la necessità<br />

di un tecnico informatico.<br />

Attraverso un unico cruscotto permette<br />

di gestire contemporaneamente<br />

e in tempo reale più siti produttivi,<br />

visualizzando le attività da<br />

svolgere, svolte e le non conformità;<br />

tutto questo consente di risparmiare<br />

tempo, ottimizzare le risorse, ridurre<br />

i costi di mobilità ed abbattere l’uti-<br />

Il software Safeaty<br />

permette<br />

di risparmiare<br />

tempo, ottimizzare<br />

le risorse, ridurre<br />

i costi di mobilità<br />

ed abbattere<br />

l’utilizzo della<br />

carta<br />

“Attraverso un unico cruscotto, Safeaty<br />

permette di gestire contemporaneamente<br />

e in tempo reale più siti produttivi,<br />

visualizzando le attività da svolgere,<br />

quelle svolte e le non conformità”<br />

lizzo della carta, permettendo, tuttavia,<br />

la stampa al bisogno. Il software,<br />

allineato alla vigente normativa e alle<br />

norme ISO 22000, BRC e IFS, si basa<br />

sul sistema dei prerequisiti, implementa<br />

la metodologia HACCP e gestisce<br />

i sistemi di tracciabilità e la<br />

formazione degli operatori. Inoltre, il<br />

sistema è facilmente integrabile con<br />

i principali gestionali e con sistemi di<br />

rilevazione basati sull’IoT (T°, pH.) ed<br />

è pronto alla condivisione dei dati in<br />

ottica blockchain.<br />

Naturalmente il sistema può essere<br />

utilizzato anche in consulenza come<br />

strumento di audit o di analisi dei controlli<br />

in presenza o in remoto. Infine,<br />

migliora il dialogo con il controllo ufficiale<br />

attraverso la tracciabilità delle<br />

revisioni del piano e la possibilità di richiamare<br />

in maniera specifica e precisa<br />

nel tempo lo storico aziendale.<br />

La quarta rivoluzione industriale sta<br />

investendo tutti i settori e l’industria<br />

alimentare non può rimanerne fuori.<br />

Nel nostro caso la tecnologia aiuta a<br />

rendere più preciso e puntuale il controllo<br />

sulla qualità igienico sanitaria<br />

delle produzioni e facilita la tracciabilità<br />

e la condivisione delle informazioni.<br />

Sbaglia chi pensa che l’innovazione<br />

non possa convivere con la “tradizionalità”<br />

delle nostre produzioni, al contrario,<br />

ne è un valido supporto. In<br />

questo momento stiamo applicando<br />

il sistema in realtà di diverse dimensioni,<br />

ma posso assicurare che anche realtà<br />

piccole e tradizionali lo stanno<br />

applicando con grande soddisfazione.<br />

L’azienda è stata riconosciuta tra le<br />

migliori 10 realtà europee del Food<br />

tech dalla rivista americana “Food &<br />

Beverage technical review”, cosa le<br />

ha garantito questo posto di rilievo?<br />

Sicuramente ci ha dato molta soddisfazione,<br />

nel senso che dopo tanto<br />

lavoro, ottenere questo risultato ci ha<br />

fatto capire che siamo sulla strada<br />

giusta. Cinque anni fa, quando abbiamo<br />

cominciato a parlare di questo<br />

progetto, abbiamo incontrato molta<br />

diffidenza, ed ancora oggi in Italia<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

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35


sicurezza<br />

qualcuno ha difficoltà a capire l’utilità<br />

del sistema. Ma questo riconoscimento<br />

ci ha garantito una visibilità<br />

internazionale e ci ha permesso di<br />

entrare in contatto con realtà nuove<br />

dove il concetto di industria 4.0 è già<br />

radicato. Inoltre siamo stati contattati<br />

da aziende che hanno subito compreso<br />

i benefici del sistema, inclusa la<br />

possibilità di accedere alle incentivazioni<br />

governative per la digitalizzazione<br />

delle imprese, che soprattutto in<br />

questo momento sono importanti.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

A causa dell’emergenza Covid anche<br />

l’agrifood ha dovuto adattarsi e modificarsi,<br />

come pensa che sarà il futuro<br />

del comparto nei prossimi mesi?<br />

Sicuramente l’impatto è stato importante,<br />

alcuni settori hanno perso fette<br />

di mercato, altri hanno aumentato le<br />

produzioni, ma tutto il comparto è<br />

stato chiamato alla responsabilità di<br />

assicurare il proprio servizio attuando<br />

misure straordinarie per tutelare sia i<br />

propri dipendenti sia i consumatori,<br />

garantendo la qualità e la salubrità dei<br />

prodotti. In questo momento, in tutti<br />

i settori, stiamo assistendo allo sviluppo<br />

di soluzioni che garantiscano il corretto<br />

funzionamento aziendale con<br />

una ridotta presenza dei lavoratori, e i<br />

sistemi in remoto sono quelli più gettonati.<br />

Per quanto riguarda il futuro, il<br />

Covid ci ha costretto a diventare più<br />

tecnologici e a cambiare i nostri modelli<br />

di lavoro, velocizzando dei processi<br />

che in tempi normali sarebbero<br />

stati molto più lunghi. Sicuramente<br />

anche il settore alimentare saprà sfruttare<br />

al meglio questo balzo in avanti,<br />

riuscendo a trovare il giusto equilibrio<br />

tra tradizione e innovazione.<br />

Il core business<br />

di Safeaty consiste<br />

in una piattaforma<br />

integrata<br />

con sistemi<br />

di rilevazione<br />

smart (IoT)<br />

per lo sviluppo,<br />

l’implementazione<br />

e la gestione dei<br />

piani di sicurezza<br />

e tracciabilità<br />

alimentare<br />

“La nostra tecnologia aiuta a rendere<br />

più preciso e puntuale il controllo<br />

sulla qualità igienico sanitaria delle produzioni<br />

e facilita la tracciabilità e la condivisione<br />

delle informazioni”<br />

Le tecnologie alimentari hanno imparato<br />

qualcosa dall’emergenza sanitaria?<br />

Hanno subito un’accelerazione o<br />

una decrescita?<br />

Assolutamente un’accelerazione,<br />

non tanto nei processi produttivi,<br />

quanto piuttosto in tutto quello che<br />

gravita intorno alla produzione, dalla<br />

logistica al controllo qualità, spingendo<br />

il settore verso la digitalizzazione.<br />

La pandemia ha colpito anche il sistema<br />

del controllo ufficiale, determinando<br />

una forte riduzione delle attività,<br />

aprendo il campo all’insorgenza di<br />

problematiche sanitarie. Questo impone<br />

un ripensamento profondo sulle<br />

tecniche e i metodi di svolgimento dei<br />

controlli fino a ora basati su una logica<br />

più di verifica del prodotto e del processo<br />

con conseguente presenza fisica<br />

dei controllori nelle realtà produttive.<br />

L’applicazione del nostro sistema permetterebbe<br />

di svolgere una parte del<br />

controllo da remoto; infatti stiamo<br />

lavorando per effettuare dei test in<br />

collaborazione col controllo ufficiale.<br />

Pensa che sistemi di gestione da remoto<br />

come Safeaty saranno l’avanguardia<br />

dell’agrifood? O bisogna<br />

mantenere attivi anche dei sistemi di<br />

gestione e controllo tradizionali?<br />

Io credo che il progresso non possa<br />

essere fermato, l’uomo da sempre<br />

cerca di trovare soluzioni migliorative<br />

e più efficaci per svolgere il proprio<br />

lavoro. Basta pensare alla contabilità,<br />

prima c’erano i libri<br />

contabili, si usava carta e penna,<br />

oggi si affidano tutti all’informatica<br />

e nessuno definirebbe avanguardia<br />

uno dei tanti gestionali in commercio.<br />

Il nostro sistema nasce dalla volontà<br />

di superare alcuni problemi, è<br />

pensato per rendere più semplice e<br />

al tempo stesso più efficace ed economico<br />

un piano di gestione della<br />

sicurezza alimentare; forse, al momento,<br />

possiamo parlare di avanguardia,<br />

ma sono convinta che in<br />

futuro diventerà la normalità.<br />

36<br />

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sicurezza<br />

MODULI I/O PER CONNESSIONI IN AREE PERICOLOSE<br />

I produttori industriali possono collegare<br />

in modo più semplice ed efficiente<br />

i dispositivi in aree pericolose<br />

utilizzando i nuovi moduli I/O Ex<br />

1718 di Rockwell Automation. I<br />

moduli I/O distribuiti a sicurezza intrinseca<br />

forniscono connettività<br />

EtherNet/IP ai dispositivi di campo<br />

nelle aree pericolose della Zona 0 e<br />

della Zona 1.<br />

I moduli I/O Ex 1718 aiutano a ridurre<br />

il cablaggio nelle applicazioni<br />

industriali perché possono essere<br />

montati in Zona 1, più vicino ai dispositivi<br />

di campo nelle aree pericolose.<br />

I moduli I/O consentono<br />

inoltre di risparmiare spazio grazie<br />

ad un design compatto, basato su<br />

chassis, che contiene l’alimentatore<br />

primario e un alimentatore ridondante<br />

opzionale.<br />

Varie tipologie di chassis e dimensioni<br />

degli slot assicurano flessibilità<br />

ai moduli I/O 1718 Ex per<br />

soddisfare un’ampia gamma di<br />

requisiti di sistema.<br />

I profili add-on nell’applicazione<br />

Studio 5000 Logix Designer aiutano<br />

a semplificare la configurazione<br />

dei moduli.<br />

Inoltre un adattatore EtherNet/IP a<br />

doppia porta per topologia Device<br />

Level Ring (DLR) contribuisce a migliorare<br />

la resilienza della rete.<br />

I moduli I/O 1718 Ex sono progettati<br />

per applicazioni pericolose in<br />

settori come quello alimentare<br />

chimico ed Oil & Gas. Per il montaggio<br />

dei moduli I/O 1718 Ex in<br />

un’area ATEX Zona 1 è necessaria<br />

una custodia certificata ATEX.<br />

Per offrire una soluzione completa,<br />

Rockwell Automation collabora<br />

con il partner Encompass Pepperl+Fuchs,<br />

che fornisce custodie<br />

certificate per Zona 1.<br />

La famiglia di I/O distribuiti a sicurezza<br />

intrinseca Allen-Bradley<br />

comprende anche gli I/O 1719<br />

Ex, certificati per il montaggio in<br />

aree pericolose di Classe I,<br />

Divisione 2 (Nord America) e<br />

Zona 2 (globale).<br />

> estrusori > dosatori > componenti > trasporto pneumatico > sistemi completi<br />

ROTOCELLE COPERION.<br />

TECNOLOGIA INNOVATIVA.<br />

DESIGN IGIENICO.<br />

+ Sistema di controllo velocità rotore RotorCheck<br />

+ Disponibili versioni per lavaggio in CIP<br />

+ Massima affidabilità operativa<br />

+ Accessibilità ottimale<br />

+ Pulizia senza residui<br />

I componenti innovativi di Coperion definiscono gli standard nelle applicazioni sanitarie. Risparmiano tempo<br />

e costi dovuti alla pulizia rapida ed efficiente e si sono dimostrati efficaci in applicazioni come la produzione<br />

di latte in polvere e alimenti per l’infanzia. Ulteriori informazioni su www.coperion.com/rotary-valves<br />

www.interprogettied.com<br />

Montenegro S.r.l.<br />

Via Volturno, 37<br />

20861 Brugherio (MB)<br />

Tel: +39 039 883107<br />

Fax: +39 039 880023<br />

info@montenegrosrl.it<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

37


strumentazione<br />

OTTIMIZZARE IL PROCESSO DI PASTORIZZAZIONE<br />

Ifm è impegnata quotidianamente<br />

nella ricerca e sviluppo di prodotti<br />

con elevati standard qualitativi, che<br />

consentano ai costruttori e ai produttori<br />

di evitare sprechi e<br />

consumi eccessivi grazie a<br />

una gestione efficiente delle<br />

risorse.<br />

L’aggiunta di alcuni ingredienti<br />

fondamentali rende<br />

possibile raggiungere questo<br />

obiettivo: 5 anni di garanzia<br />

su tutti i prodotti; grado di<br />

protezione elevato (IP67, 68 e 69 K)<br />

per la maggior parte dei prodotti<br />

specifici per il settore agroalimentare;<br />

Factory Certificate, ovvero una certificazione<br />

a tre punti effettuata a fine<br />

linea per i prodotti della gamma di<br />

processo, scaricabile online gratuitamente;<br />

omologazioni e certificazioni<br />

legate alle più importanti normative<br />

nazionali e internazionali; 50 anni di<br />

esperienza tradotta sul campo.<br />

Grazie anche ad IO-Link, ifm accetta<br />

le sfide che i player dell’industria<br />

agroalimentare devono affrontare<br />

quotidianamente in diverse applicazioni.<br />

Prendiamo, a titolo d’esempio,<br />

un pastorizzatore.<br />

Il monitoraggio della temperatura in<br />

questa fase è essenziale per la riuscita<br />

del prodotto. Grazie al processo<br />

ottimizzato di calibrazione continua,<br />

l’innovativo sensore di temperatura<br />

TCC protegge il processo e la qualità<br />

del prodotto, monitorando costantemente<br />

il proprio comportamento<br />

e segnalando eventuali derive del<br />

valore letto. Il gestore dell’impianto<br />

può così rilevare derive in ogni processo<br />

e ad ogni temperatura, senza<br />

attendere il successivo intervallo di<br />

calibrazione programmato o duplicando<br />

le sonde in campo, azzerando<br />

il rischio di pastorizzare ad errate<br />

temperature.<br />

Verificare che lo scambiatore sia indenne<br />

da perdite e quindi contaminazioni<br />

è un’altra sfida. Il nuovo<br />

compatto conduttivimetro LDL100<br />

controlla la transizione di fase in<br />

modo innovativo.<br />

Montato ad esempio sul lato acqua<br />

dello scambiatore, consente di verificare<br />

contaminazioni tra il liquido di<br />

processo e l’acqua.<br />

Infine, controllare la pressione anche<br />

su tubazioni di piccoli diametri è una<br />

necessità di numerose aziende del<br />

settore alimentare. ifm fornisce il<br />

nuovo sensore di pressione PM15<br />

con cella di misura in ceramica robusta,<br />

affiorante e con raccordo G1/2,<br />

con tutte le certificazioni alimentari.<br />

ENCODER LINEARI ASSOLUTI IN VERSIONE SAFETY<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

TTK50S e TTK70S di Sick le nuove varianti safety di una serie di sistemi<br />

di misura assoluti che ha conquistato il mercato grazie alla sua<br />

precisione, alla misurazione senza contatto e all’interfaccia<br />

Hiperface ® . Ogni prodotto Sick della famiglia TTK è formato da due<br />

componenti: una testa di lettura e una banda magnetica.<br />

La testa di lettura, disponibile in taglia 50 e 70, permette una<br />

misurazione senza contatto e senza riferimento di corsa, nemmeno<br />

dopo una perdita di tensione o un restart del sistema.<br />

Infatti, la banda magnetica genera, oltre alla traccia incrementale,<br />

una traccia assoluta.<br />

La lunghezza di misura è determinata dalla banda magnetica, che<br />

arriva fino a 1.000 mm nel caso del TTK50/TTK50S e fino a 4.000<br />

mm nel caso del TTK70/TTK70S.<br />

L’housing di appena 50 o 70 mm ne permette l’installazione in<br />

qualsiasi spazio, senza rinunciare ad alte perfomance: accuratezza<br />

di ±10 µm, ripetibilità inferiore ai 5 µm e velocità di lavoro<br />

fino a 10 m/s.Caratteristiche garantite persino in ambienti difficili,<br />

dal momento che l’elettronica è completamente chiusa nella<br />

testa di lettura.<br />

Le versioni TTK50S e TTK70S, infatti, possiedono certificazione SIL2<br />

- PL d, una vera rarità per questa tipologia di encoder.<br />

Essendo senza contatto, questa tipologia di rilevamento riduce l’usura<br />

del sensore stesso e fa sì che il dispositivo non richieda frequenti<br />

interventi di manutenzione.<br />

Errata Corrige: nello scorso numero è stata pubblicata erroneamente<br />

la foto del prodotto MCS200HW di Sick al posto degli<br />

encoder TTK50S-TTK70S. Ci scusiamo con i lettori e l’azienda<br />

interessata.<br />

TTK50S-TTK70S<br />

38<br />

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strumentazione<br />

MONITORAGGIO SICURO DELLA CATENA DEL FREDDO<br />

Oggi i prodotti freschi provengono da tutto il mondo.<br />

Il controllo ininterrotto della catena del freddo<br />

nel settore alimentare deve essere sempre rigoroso<br />

per garantire la qualità dei prodotti e la sicurezza<br />

dei consumatori. Sono richiesti sistemi precisi, affidabili<br />

e semplici da utilizzare per assicurarsi che i<br />

prodotti vengano immagazzinati e trasportati alla<br />

temperatura corretta.<br />

Ellab consiglia di utilizzare i datalogger LogTag ® .<br />

Questi dispositivi hanno le caratteristiche ideali per<br />

poter registrare la temperatura anche in caso di<br />

consegne con tempi molto lunghi.<br />

Tra i numerosi modelli disponibili, il LogTag<br />

USRID-16 è un datalogger con display e connettore<br />

USB integrato ed è il prodotto ideale se cercate<br />

un registratore di temperatura economico e monouso.<br />

Esso misura e registra in tempo reale temperature<br />

comprese nel range tra -30°C a +60°C. Combina<br />

tutte le caratteristiche di un datalogger di temperatura<br />

avanzato con una capacità di memoria di<br />

16.000 valori, con una durata della batteria di due<br />

anni prima della configurazione (nella modalità di<br />

ibernazione standard) e con una durata operativa<br />

di 6 mesi. Il display è progettato per mostrare “a<br />

colpo d’occhio” se si è verificata un’escursione di<br />

temperatura. Il LogTag USRID-16 si collega direttamente<br />

alla porta USB del computer per una facile<br />

configurazione da parte dell’utente e per scaricare<br />

con facilità i dati. Al momento del download, si<br />

genera automaticamente un report dettagliato in<br />

pdf. Il software LogTag Analyzer è disponibile gratuitamente<br />

per un’analisi più dettagliata.<br />

SISTEMA DI CONTROLLO DEI DOSATORI<br />

Coperion K-Tron, distribuita in Italia da<br />

Montenegro, presenta la nuova generazione<br />

del collaudato controllore KCM.<br />

Recentemente riprogettato, il KCM-III possiede<br />

una varietà di nuove funzionalità, tra<br />

cui uno schermo LCD da 5 pollici più grande<br />

con un’interfaccia utente migliorata, guida<br />

sensibile al contesto, custodia in acciaio<br />

inossidabile e funzionalità Ethernet integrata<br />

con wi-fi opzionale.<br />

Il controller KCM-III combina l’azionamento<br />

del motore, il modulo di controllo di un dosatore<br />

e i suoi componenti ausiliari in un<br />

unico componente ed è generalmente<br />

montato direttamente sul dosatore, precablato<br />

e pre-testato in fabbrica. Tutte le<br />

funzioni di configurazione del motore, diagnostica<br />

e interfaccia operatore sono integrate<br />

nell’interfaccia utente di KCM-III. Ogni<br />

KCM-III include un pacchetto software completo<br />

per supportare una vasta gamma di<br />

tipi di applicazioni, sia batch che continue,<br />

dai dosatori a perdita di peso ai dosatori a<br />

nastro fino ai misuratori di portata intelligenti.<br />

Il controller KCM-III è classificato per<br />

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ambienti 3D ATEX ed è elencato per le aree<br />

pericolose di Classe 2 NEC II.<br />

KCM-III dispone anche di una CPU nuova e<br />

potente con memoria estesa per consentire<br />

l’archiviazione di più file di log, eventi, traccia<br />

e dati di processo. In combinazione con<br />

le celle di carico SFT (Smart Force<br />

Transducer), offre una risoluzione di pesatura<br />

significativamente più elevata -<br />

8.000.000: 1 in 20 ms. Questo si traduce in<br />

una migliore precisione di dosaggio a breve<br />

termine poiché il controllore reagisce rapidamente<br />

ai cambiamenti nel sistema. Oltre<br />

alla memoria flash integrata, KCM-III memorizza<br />

tutti i file chiave su una scheda di<br />

memoria micro-SD. I file di dati sono tutti<br />

leggibili da PC, semplificando lo scarico o<br />

l’aggiornamento dei file. I file sono accessibili<br />

via Web, Wi-Fi, FTP, unità flash USB o<br />

offline tramite la scheda micro-SD.<br />

I controllori KCM-III dotati del gateway Wi-<br />

Fi opzionale creano la propria rete locale.<br />

Questo punto di accesso wi-fi consente a un<br />

operatore con le credenziali di accesso appropriate<br />

di accedere a uno o tutti i controllori<br />

KCM-III collegati utilizzando un telefono,<br />

un tablet, un laptop o un altro<br />

dispositivo mobile per controllare il dosatore<br />

da remoto, verificarne lo stato o accedere<br />

ai file. KCM-III utilizza metodi di sicurezza<br />

a più fattori per garantire che non si verifichino<br />

accessi non intenzionali su Ethernet o<br />

Wi-Fi. Inoltre, sono fornite porte USB per<br />

connessioni facili a unità flash o laptop per<br />

trasferire file, eseguire diagnosi o aggiornare<br />

software. La connettività ai sistemi PLC e<br />

DCS del cliente è fornita tramite un modulo<br />

di comunicazione della porta host KCM-III<br />

disponibile nei protocolli Profinet e Ethernet<br />

/ IP ampiamente utilizzati e molti altri.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

39


automazione<br />

Mulino Marino<br />

ha aperto le sue<br />

porte ai robot<br />

Yaskawa riuscendo<br />

a valorizzare<br />

ulteriormente<br />

la qualità della<br />

propria tradizione<br />

produttiva.<br />

LA ROBOTICA AL SERVIZIO<br />

DI UN MULINO D’ECCELLENZA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

40<br />

Preservare la qualità e la naturalezza di un prodotto come la<br />

farina attraverso scelte consapevoli di lavorazione artigianale<br />

non significa rinunciare a priori all’impiego delle più moderne<br />

tecnologie industriali. Al contrario, significa adottarle con<br />

oculatezza, scegliendo con cura le funzioni da automatizzare<br />

per migliorare il processo produttivo e la qualità del lavoro<br />

degli operatori, sempre nel massimo rispetto della tradizione.<br />

Lo sa bene Mulino Marino, eccellenza artigianale che ha aperto<br />

le sue porte ai robot Yaskawa riuscendo a valorizzare ulteriormente<br />

la qualità della tradizione.<br />

LA QUALITÀ DELLA TRADIZIONE<br />

Situato nel cuore delle Langhe, Mulino Marino è una delle<br />

perle d’eccellenza nel panorama agroalimentare piemontese.<br />

La famiglia Marino si dedica da tre generazioni<br />

a sviluppare questa attività con grande passione, fin da<br />

quando nel 1956 Felice Marino, innamorato del mestiere<br />

di mugnaio, decise di acquistare un mulino azionato con<br />

forza idraulica a Cossano Belbo.<br />

A partire dal 1965 si sono susseguiti una serie di interventi<br />

di modernizzazione, sempre attenti a rispettare la tradizione.<br />

Ad esempio, nel 1968 venne installato il mulino a cilindri<br />

per la produzione delle farine tipo 0 e tipo 00, ma allo<br />

stesso tempo venne mantenuta ed implementata la tecnica<br />

di macinazione a pietra naturale con tre palmenti. È soprattutto<br />

nella parte accessoria alla macinatura che si concentrano<br />

le modernizzazioni, sistemi di trasporto pneumatico<br />

per la riduzione dei consumi energetici, un nuovo impianto<br />

di pulitura al ricevimento delle materie prime ed un impianto<br />

fotovoltaico da 70 kW per l’azionamento dei mulini.<br />

Dal 1994 Mulino Marino ha deciso di orientare la sua<br />

produzione sempre più verso il biologico, fino ad arrivare,<br />

nel 2001, ad abbandonare totalmente la produzione di<br />

farine convenzionali per produrre solo ed esclusivamente<br />

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automazione<br />

farine 100% biologiche certificate sia<br />

a pietra naturale che a cilindri. Oggi<br />

Mulino Marino ha 10 mulini a pietra<br />

naturale con cui produce farine biologiche<br />

macinate a pietra naturale, in<br />

una ottimale sintesi di tradizione ed<br />

innovazione. In questo modo le Farine<br />

di Mulino Marino sono le più genuine<br />

e autentiche del Piemonte.<br />

UNA SOLUZIONE COMPLETAMENTE<br />

AUTOMATIZZATA<br />

Proprio per modernizzare e rendere<br />

più efficace il sistema di pallettizzazione<br />

dei sacchi di farina, l’azienda ha<br />

deciso di dotarsi di un nuovo sistema<br />

in grado di gestire l’elevata produzione<br />

dell’azienda. Per questo motivo si<br />

è rivolta a SF Automazioni, integratore<br />

che Mulino Marino aveva già scelto<br />

da tempo come partner in virtù della<br />

sua vasta esperienza nell’automazione<br />

industriale e della versatilità operativa.<br />

SF automazioni ha dunque ideato<br />

una soluzione in grado di<br />

automatizzare l’attività di pallettizzazione<br />

mediante l’impiego di un braccio<br />

robot destinato a servire 7 delle 10<br />

macine in uso.<br />

Cuore dell’applicazione è un robot<br />

Motoman MPL 100 di Yaskawa, che<br />

si occupa in toto dell’attività: preleva<br />

i pallet da un apposito magazzino,<br />

quindi provvede all’inserimento di un<br />

foglio di cartone interpallet e all’impi-<br />

lamento dei sacchi, precedentemente<br />

confezionati da due insaccatrici e trasferiti<br />

alla postazione di carico tramite<br />

un sistema a rulli.<br />

PRENDERE OGNI ELEMENTO, ANCHE<br />

NEI PUNTI PIÙ DISTANTI<br />

“È proprio in questo punto che si concretizzano<br />

le peculiarità di questa applicazione”,<br />

commenta Eugenio<br />

Fissore, Amministratore di SF<br />

Automazioni. Il robot si trova infatti a<br />

dover gestire con una medesima pinza<br />

a vuoto diversi tipi di oggetto: pallet,<br />

foglio interpallet e sacchi di farinaceo.<br />

Inoltre, vengono gestiti sia più<br />

formati di sacco (10 -25 o 50 kg) sia<br />

più layout di impilamento. In base alle<br />

esigenze del cliente finale, i bancali<br />

possono infatti venire composti con<br />

diverse geometrie, impostabili dal<br />

pannello operatore.<br />

Il robot Motoman<br />

MPL 100 di Yaskawa<br />

preleva i pallet<br />

da un magazzino,<br />

quindi provvede<br />

all’inserimento<br />

di un foglio di<br />

cartone interpallet<br />

e all’impilamento<br />

dei sacchi<br />

La sede di Mulino<br />

Marino a Cossano<br />

Belbo (CN)<br />

“Avevamo necessità di un robot non<br />

solo sufficientemente versatile per<br />

permettere questa flessibilità, ma anche<br />

dotato di uno sbraccio tale da<br />

permettere di raggiungere tutte le<br />

postazioni di prelievo dei singoli elementi.<br />

Può sembrare un’ovvietà, ma<br />

in questa applicazione si è rivelato un<br />

punto realmente sensibile, in particolare<br />

per la lavorazione dei sacchi di<br />

piccola taglia. Prelevare dal rullo i sacchi<br />

di taglia più piccola non è stato<br />

infatti uno scherzo, ma il problema è<br />

stato risolto dotando il braccio robot<br />

di un’apposita prolunga”, commenta<br />

Fissore. Una volta prelevato il sacco, il<br />

robot esegue una particolare serie di<br />

movimenti studiati appositamente<br />

per aumentare stabilità del pallet, dalla<br />

pressione iniziale destinata al livellamento<br />

al posizionamento gestito<br />

con un accostamento in diagonale.<br />

Ogni 4 o 5 strati viene posizionato un<br />

ulteriore cartone interpallet, ad ulteriore<br />

salvaguardia di qualità e stabilità<br />

dell’imballo. Il pallet completo viene<br />

quindi convogliato alle fasi successive<br />

tramite un ulteriore sistema a rulli.<br />

DATI E TEMPI<br />

La tracciabilità è un aspetto fondamentale<br />

per l’industria alimentare. Le<br />

informazioni di ogni singola confezione<br />

devono essere rintracciabili<br />

lungo l’intera filiera di lavorazione,<br />

dalla coltivazione alla macinatura,<br />

fino al confezionamento e distribuzione.<br />

Per questo, anche la postazione<br />

di pallettizzazione è collegata al<br />

sistema di ufficio per scambiare i dovuti<br />

dati di tracciabilità del prodotto,<br />

come il numero di lotto, il tipo di farina,<br />

il peso ecc.<br />

L’elevato ritmo di produzione ci ha<br />

imposto di gestire una ciclica robot<br />

importante. Motoman MPL 100 si è<br />

rivelato pienamente all’altezza del<br />

compito, tanto che il cliente sta valutando<br />

di installarne un altro in sostituzione<br />

dell’altra linea di pallettizzazione<br />

già esistente, basata su di una<br />

soluzione a portale a 4 assi, per renderla<br />

più performante.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

41


packaging<br />

L’emergenza sanitaria<br />

ha fatto riscoprire l’utilità<br />

della plastica monouso,<br />

su cui però grava<br />

un futuro incerto.<br />

Omboni (ProFood):<br />

“Tassare gli imballaggi?<br />

Siamo pronti, ma lo si<br />

faccia in proporzione<br />

a dati oggettivi<br />

sull’impatto di ogni<br />

materiale. La plastica<br />

ne uscirebbe tutt’altro<br />

che male”.<br />

a cura di<br />

Eva De Vecchis<br />

PLASTICA: IL CAMBIAMENTO<br />

HA BISOGNO DI TEMPO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

42<br />

La direttiva SUP, la plastic tax e l’emergenza sanitaria hanno<br />

segnato il futuro, purché delle aziende produttrici di materiali<br />

plastici che lentamente cercano di riprendersi.<br />

Nonostante il dramma dei primi mesi del <strong>2020</strong> lo scorso<br />

maggio Pro.mo, gruppo che all’interno di Unionplast raccoglie<br />

i principali produttori di stoviglie monouso in plastica, ha<br />

optato per lo scioglimento e la confluenza delle sue aziende<br />

nel gruppo ProFood, rivolto ai produttori di imballaggi per<br />

alimenti. Marco Omboni, ex presidente di Pro.mo e ora consigliere<br />

in ProFood parla dell’importanza del tempo per inserire<br />

sul mercato materiali alternativi e per raggiungere il<br />

cambiamento tanto voluto dalle nuove direttive anti-plastica,<br />

ma anche su una tassazione degli imballaggi che sia basata<br />

sul grado di impatto ambientale dei diversi materiali.<br />

A cosa si deve lo scioglimento di Pro.mo, soprattutto all’ombra<br />

della direttiva SUP e in un momento così delicato?<br />

ProFood è un gruppo dedicato agli imballaggi rigidi in<br />

plastica monouso per alimenti freschi che non solo è sorto<br />

da poco ma è anche molto dinamico. Non che Pro.mo non<br />

lo fosse ma ProFood sta dimostrando maggiore efficienza.<br />

Inoltre, visto che molti degli impegni e degli obiettivi di<br />

entrambe coincidono, l’idea è stata quella di unire le forze.<br />

Certo, può apparire come uno sforzo inutile in questo<br />

momento storico, ma l’applicazione della direttiva che<br />

sancisce ufficialmente il destino dei nostri prodotti è una<br />

cosa ancora in fieri, non è chiara, e dunque riteniamo sia<br />

ancora molto importante lavorare per difendere anche le<br />

ragioni delle stoviglie monouso.<br />

Nel periodo di lockdown dovuto al Covid-19 c’è stata una<br />

riscoperta delle stoviglie monouso per questioni di igiene<br />

e sicurezza. Lei crede che sarà un’ondata duratura oppure<br />

morirà entro poco tempo?<br />

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packaging<br />

Durante l’emergenza – anche perché<br />

lo avevamo promesso ufficialmente<br />

attraverso la nostra iniziativa “Noi ci<br />

siamo” – abbiamo cercato di dare<br />

spazio alle richieste urgenti di prodotti<br />

monouso (soprattutto stoviglie ma<br />

anche vaschette) quindi, ancora una<br />

volta, la stoviglia monouso in plastica<br />

ha mostrato la sua utilità nei momenti<br />

di crisi: la plastica ha una marcia in<br />

più rispetto ad altri prodotti alternativi,<br />

anche perché è un materiale maturo<br />

che rende al meglio. A mio parere<br />

c’è però una campagna mediatica<br />

strumentale eccessiva, che al calare<br />

dell’emergenza riprenderà da capo<br />

l’attacco alla plastica monouso.<br />

C’è stato un lungo dibattito sull’interpretazione<br />

della direttiva, tra cui correnti<br />

autorevoli di pensiero come società<br />

di consulenza incaricate dalla<br />

commissione per rendere il testo un<br />

po’ più chiaro, cosa per me paradossale.<br />

Dai primi esiti di questa interpretazione<br />

è emerso come le disposizioni<br />

della direttiva riguardano non solo la<br />

plastica in quanto tale, ma danno un<br />

senso piuttosto lato alla parola “plastica”<br />

fino a comprendere quasi tutte<br />

le attuali bioplastiche.<br />

Al di là di quello che dice la direttiva<br />

poi, c’è un altro grande nuvolone<br />

nero che sarebbe quello della tassazione<br />

sulla plastica (plastic tax), prorogata<br />

al primo gennaio a causa dell’emergenza<br />

sanitaria. Per noi è<br />

cambiato poco: se la tassazione sarà<br />

prima o dopo non fa differenza.<br />

In conclusione, c’è tutta una serie di<br />

congiunture negative. Ciò nonostante<br />

noi restiamo convinti che i materiali<br />

plastici abbiano caratteristiche importanti,<br />

perché in pochi riescono ad<br />

immaginare un mondo senza plastica<br />

e per i prossimi dieci anni sarà anche<br />

utopico pensarlo, come sarà utopico<br />

pensare di abolire i costi (anche) a livello<br />

ambientale.<br />

La nostra realtà sa gestire bene le alternative<br />

alla plastica, siamo propensi al<br />

cambiamento ma siamo anche certi<br />

che i modi e i tempi con cui si sta progredendo<br />

non vanno bene. Sappiamo<br />

inoltre che per funzionalità, costi e<br />

quantità disponibili, tutti quei materiali<br />

alternativi non sono sostenibili (in<br />

senso lato) come la plastica.<br />

Ci sono stati studi che avete portato<br />

avanti sul tema dell’impatto ambientale?<br />

Nel 2016 Pro.mo ha commissionato<br />

un’analisi del ciclo di vita, Life Cycle<br />

Assessment (LCA), di tipo comparati-<br />

“Durante<br />

l’emergenza<br />

abbiamo cercato<br />

di dare spazio<br />

alle richieste<br />

urgenti di<br />

prodotti monouso<br />

(soprattutto<br />

stoviglie ma anche<br />

vaschette):<br />

la plastica ha una<br />

marcia in più,<br />

anche perché<br />

è un materiale<br />

maturo che rende<br />

al meglio”<br />

vo che prende in considerazione l’impatto<br />

ambientale di vari tipi di stoviglie,<br />

sia riutilizzabili in vetro e<br />

ceramica, sia monouso rappresentative<br />

della plastica tradizionale e delle<br />

compostabili lungo tutto il ciclo di vita<br />

(non soltanto nella fase finale di smaltimento<br />

quando il prodotto diventa<br />

rifiuto). Quello studio ha portato a<br />

risultati sorprendenti e ha dimostrato<br />

che l’impatto ambientale del ciclo di<br />

vita delle stoviglie in plastica – polipropilene<br />

e polistirene – è mediamente<br />

inferiore a quello delle stoviglie monouso<br />

compostabili in PLA e polpa di<br />

cellulosa. Quello stesso studio è stato<br />

portato all’attenzione di chi di dovere<br />

che però non gli ha dato la giusta importanza,<br />

forse proprio a causa delle<br />

conclusioni cui si era giunti, conclusioni<br />

che, in termini contenutistici,<br />

non sono mai state smentite.<br />

Questo per dire che anche ProFood<br />

sta lavorando sul tema dell’analisi del<br />

ciclo di vita grazie a studi LCA, secondo<br />

le norme UNI EN ISO che li regolamentano.<br />

In questo momento in<br />

Europa sono in corso una serie di valutazioni<br />

basate sugli studi LCA proprio<br />

per valutare i diversi materiali e le<br />

diverse applicazioni dei materiali nel<br />

packaging.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

43


packaging<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

Cosa direbbe a chi vuole tassare gli<br />

imballaggi?<br />

Noi in questo senso vorremmo lanciare<br />

una sfida che spero riusciremo a<br />

portare a galla: il messaggio è di assecondare<br />

la volontà di chi vuole tassare<br />

gli imballaggi. Proponiamo di mettere<br />

insieme tutti gli imballaggi di tutti i<br />

materiali, vedere quali sono i più impattanti<br />

e in funzione di questo applicare<br />

una tassazione diversa per i diversi<br />

materiali. Noi siamo pronti.<br />

Si tratta di una sfida ma dimostra che<br />

il nostro approccio è orientato verso<br />

dati, contenuti e studi oggettivi, e se<br />

proponiamo di agire con queste modalità<br />

è anche perché sappiamo che<br />

la plastica non ne uscirebbe così male.<br />

Inoltre, essendo noi multimateriali,<br />

questo sarebbe anche il modo migliore<br />

per capire quali sono i prodotti verso<br />

cui puntare con un’ottica strategica,<br />

visto che in questo caso si parla<br />

anche di strategia politico-economica<br />

a livello europeo: se infatti si decide di<br />

puntare sulla plastica riciclata, si fa<br />

una scelta in linea con alcuni paesi, se<br />

si punta alla bioplastica la scelta è verso<br />

altri. Speriamo, in conclusione, che<br />

sia una cosa utile.<br />

L’EuPC aveva inviato una lettera alla<br />

Commissione europea dove chiedeva<br />

il rinvio dell’entrata in vigore della direttiva<br />

2019/904 sulla riduzione<br />

dell’incidenza di determinati prodotti<br />

di plastica sull’ambiente. Pensa che<br />

sarebbe stato utile?<br />

Assolutamente sì. E lo penso ancor<br />

più riflettendo su alcuni passaggi della<br />

risposta che quella lettera ha ricevuto,<br />

perché chi l’ha scritta lo ha fatto<br />

ben isolato dal mondo reale e con una<br />

visione distorta dei bisogni popolari.<br />

Serviva un rinvio anche perché stiamo<br />

parlando di una direttiva che ha bisogno<br />

di un pool di quattro o cinque<br />

società di consulenza multinazionali<br />

che spieghino cosa vuol dire “plastica”<br />

e cosa vuol dire “monouso”: ma<br />

una direttiva che ha bisogno che qualcuno<br />

spieghi questi termini, non credo<br />

sia una direttiva matura.<br />

“In Europa<br />

è in corso una<br />

serie di valutazioni<br />

basate sugli studi<br />

LCA per valutare<br />

i diversi materiali<br />

e le diverse<br />

applicazioni<br />

dei materiali<br />

nel packaging”<br />

Quale sarà il futuro per il settore, visto<br />

il periodo appena trascorso?<br />

Parto dalle parole del ministro per<br />

l’Ambiente che in una conferenza di<br />

qualche tempo fa descriveva la sua<br />

visione sul futuro della plastica monouso,<br />

e citava l’opzione bioplastica<br />

come eccellenza italiana (essendo il<br />

nostro paese molto forte nel settore),<br />

portando dei numeri a descrizione<br />

di questa alternativa: i volumi in<br />

ballo di capacità produttiva, il numero<br />

di dipendenti, di aziende coinvolte<br />

ecc. Numeri che in assoluto possono<br />

voler dire qualcosa, ma che per<br />

gli addetti ai lavori suonano quasi<br />

ridicoli visto che solo i produttori di<br />

stoviglie monouso in plastica italiani<br />

usano quasi il doppio dell’intera<br />

quantità di bioplastiche – compresa<br />

quindi anche quella per le applicazioni<br />

in flessibile (gli shoppers) – disponibile<br />

sul mercato. È giusto lavorare<br />

sulla bioplastica e anche noi lo<br />

facciamo, siamo convinti che si tratti<br />

di una famiglia di materiali con<br />

delle grandi potenzialità e forse è<br />

proprio questo il primo aspetto per<br />

le nostre aziende: la bioplastica è il<br />

materiale che noi facilmente possiamo<br />

utilizzare per sostituire le plastiche<br />

senza eccessivi interventi in termini<br />

di investimento. Le nostre<br />

aziende hanno tutto l’interesse a far<br />

diventare la bioplastica più sostenibile<br />

in senso lato, quindi che ce ne<br />

sia di più, che costi di meno, che<br />

funzioni bene, che si applichi anche<br />

ai contenuti a caldo ecc.<br />

Oltre alla bioplastica noi abbiamo<br />

un’unità produttiva che lavora polpa<br />

di cellulosa ma tutto questo ha bisogno<br />

di tempo, il cambiamento non<br />

può essere drastico, non si possono<br />

affrettare le cose buttando via anche<br />

il buono che c’è. Tutti i materiali possono<br />

essere interessanti come alternativa<br />

alle plastiche, ma devono essere<br />

lanciati sul mercato al momento<br />

giusto, quando sono pronti.<br />

Il tempo che noi chiediamo per il<br />

cambiamento serve anche a quei<br />

prodotti con cui vorrebbero sostituire<br />

la plastica. Un esempio di materiale<br />

alternativo è il cartoncino che<br />

da solo funziona poco ed è quindi<br />

ricoperto di plastica o bioplastica:<br />

anche quella è una tecnologia matura<br />

che punta all’innovazione, ma<br />

è una filiera in mano a colossi multinazionali<br />

che possono investire<br />

tanto in ricerca e sviluppo. Al contrario<br />

la polpa di cellulosa anche<br />

solo perché è una materia prima<br />

volgare, che costa poco e ce n’è in<br />

abbondanza, ha sì degli spunti interessanti<br />

ma a livello di tecnologia<br />

rimane indietro: si può arrivare ad<br />

ottimi prodotti, ma la parola chiave<br />

resta sempre il tempo.<br />

44<br />

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Il programma prevede:<br />

✔ Una sessione plenaria mattutina con esperti del settore<br />

✔ Una tavola rotonda con i principali attori del mercato<br />

✔ Workshop pomeridiani, per l’occasione webinar<br />

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UN LOOK ECOLOGICO PER LO YOGURT<br />

A base di latte 100% italiano è un prezioso alleato del benessere, fonte di fibre, arricchito con il fermento<br />

BB-12 ad azione probiotica. Lo yogurt da bere della linea Despar Vital si può degustare in ogni<br />

momento della giornata.<br />

In linea con l’attenzione che l’insegna riserva alla sostenibilità ambientale, il nuovo pack si presenta in<br />

versione ecofriendly da 200 g con una pratica cannuccia. Interamente riciclabile, utilizza il 70% in meno<br />

di plastica rispetto alla confezione precedente.<br />

Lo yogurt è prodotto con latte 100% italiano raccolto ogni giorno da mucche allevate nelle Alpi dell’Alto<br />

Adige secondo l’antica tradizione alpina. Parzialmente scremato e con il fermento BB-12 ®<br />

Bifidobacterium, contiene fibre che facilitano la digestione e solo aromi naturali.<br />

Disponibile nei gusti banana, fragola, frutti di bosco e pesca, la nuova formula del prodotto presenta<br />

il 10% in meno di zuccheri rispetto alla precedente ricetta (da 21,8g a 20g).<br />

UN’INSALATA “UN SACCO GREEN”<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2020</strong><br />

Sono sempre di più le aziende<br />

dell’agroalimentare italiano<br />

che decidono di sostituire gli<br />

imballaggi in plastica tradizionale<br />

con alternative biodegradabili<br />

e compostabili, soluzioni<br />

fondamentali per garantire un<br />

facile percorso di riciclo organico<br />

in grado di produrre compost,<br />

indispensabile per la rigenerazione<br />

dei suoli.<br />

È la volta di La Linea Verde – tra<br />

i maggiori produttori italiani di<br />

prodotti ortofrutticoli freschi e<br />

pronti al consumo e leader nel<br />

settore della IV gamma (insalate<br />

lavate, asciugate e confezionate)<br />

– che porta a scaffale “Un<br />

Sacco Green”, gamma di insalate<br />

fresche in busta a marca<br />

DimmidiSì in confezione biodegradabile<br />

e compostabile, derivata<br />

da materie prime di origine<br />

vegetale, da riciclare con la<br />

frazione organica dei rifiuti.<br />

L’innovazione è il risultato di<br />

una collaborazione tutta italiana<br />

tra La Linea Verde e una filiera<br />

industriale di eccellenza,<br />

capitanata da Novamont con<br />

Ticinoplast e Carton Pack.<br />

Il film dell’involucro è costituito<br />

da strati di tipi diversi di Mater-<br />

Bi, la famiglia di bioplastiche<br />

biodegradabili e compostabili<br />

di Novamont, selezionati per<br />

ingegnerizzare una soluzione<br />

di imballaggio che garantisce:<br />

trasparenza; caratteristiche<br />

meccaniche di rigidità e tenacità<br />

adeguate a mantenere<br />

forma e consistenza del pack,<br />

assicurando l’integrità del prodotto<br />

durante tutte le fasi, dal<br />

trasporto alla vita a scaffale;<br />

macchinabilità nelle linee di<br />

confezionamento e tenuta delle<br />

saldature durante tutto l’arco<br />

di vita del prodotto per preservarlo<br />

al meglio; stampabilità<br />

con inchiostri anch’essi compostabili;<br />

idoneità al compostaggio<br />

in impianti industriali<br />

per essere trasformato, al termine<br />

del processo, in humus,<br />

prezioso alleato per il ripristino<br />

e il mantenimento della fertilità<br />

dei suoli e la decarbonizzazione<br />

dell’atmosfera.<br />

Secondo una survey di Nielsen,<br />

presentata al Marca dello scorso<br />

gennaio, il 62% dei consumatori<br />

è convinto che le aziende<br />

produttrici siano le<br />

principali responsabili dell’utilizzo<br />

della plastica come componente<br />

degli imballaggi nel<br />

comparto alimentare. Sempre<br />

in base alla stessa ricerca la plastica<br />

è percepita come “altamente<br />

inquinante” dall’87%<br />

degli italiani, mentre solo il<br />

15% attribuisce responsabilità<br />

ai retailer. Al contempo, però,<br />

pur riconoscendo al governo<br />

responsabilità marginali, il<br />

22% crede che sia proprio lo<br />

Stato a poter fare di più per<br />

ridurne l’utilizzo. Per il 47%<br />

dei consumatori sono invece le<br />

aziende produttrici a doversi<br />

impegnare per ridurre l’impiego<br />

della plastica negli imballaggi.<br />

Il 18% dei consumatori<br />

riconosce anche le proprie responsabilità<br />

e ammette di avere<br />

un ruolo nell’utilizzo di questo<br />

materiale nei pack dei<br />

prodotti.<br />

“Il nuovo pack biodegradabile<br />

e compostabile delle insalate<br />

pronte DimmidiSì è il frutto di<br />

della collaborazione in essere<br />

da anni tra Novamont e una<br />

filiera altamente tecnologica,<br />

secondo una logica di partnership<br />

totale, per offrire soluzioni<br />

ready to go nel campo dell’imballaggio<br />

alimentare”, ha commentato<br />

Alessandro Ferlito,<br />

direttore commerciale di<br />

Novamont. “Soluzioni, appunto,<br />

perché in grado di trovare<br />

alternative per ridurre l’uso delle<br />

plastiche tradizionali negli<br />

imballaggi alimentari”.<br />

46<br />

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IL CAFFÈ SI VESTE A COLORI MODULO EUCERTPLAST<br />

PER RICICLO PLASTICHE<br />

FOOD CONTACT<br />

Caffè Kosè, lo storico brand lanciato<br />

dalla Kimbo Spa negli anni ’90, sarà<br />

presente sugli scaffali con un nuovo<br />

look e svariate novità. In primo luogo,<br />

è stata aggiunta la firma “by<br />

Kimbo” affianco al logo Kosè per<br />

rendere nota l’appartenenza del<br />

brand all’azienda madre.<br />

Inoltre, il già noto chicco di caffè<br />

presente nell’originale logo Kosè,<br />

è stato oggetto di un processo di<br />

personificazione, diventando più<br />

vivace ed allegro. Infatti, ora è visibile<br />

un simpatico occhiolino che<br />

anima il chicco e, in aggiunta, il<br />

baffo dorato, da sempre parte del<br />

brand Kosè, diventa un’artistica<br />

pennellata donando un tocco di<br />

creatività.<br />

A sottolineare la tradizione napoletana<br />

di Kimbo, il packaging raffigura<br />

l’origine territoriale attraverso<br />

un’immagine stilizzata del<br />

Vesuvio che conferisce una piacevole<br />

esplosione di colori tipica del<br />

capoluogo campano.<br />

Tra gli elementi più importanti della<br />

strategia di restyling delle confezioni<br />

compare, infine, il pay off “convenienza<br />

e qualità”, ispirato a quello<br />

storico “buono e conveniente”<br />

usato in passato dalla stessa brand<br />

Caffè Kosè.<br />

Kosè by Kimbo, dall’aroma sincero<br />

e il gusto vivace, si rivolge ad un<br />

pubblico di consumatori che guardano<br />

in primis al prezzo ma non rinunciano<br />

alla qualità. I prodotti<br />

Kosè by Kimbo sono pratici e sostenibili,<br />

grazie alle capsule compatibili<br />

con le principali macchine ad uso<br />

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domestico e alle cialde compostabili,<br />

entrambe disponibili nei formati<br />

convenienza, ideali per un consumo<br />

quotidiano e frequente.<br />

La linea è disponibile da luglio in<br />

Italia nella grande distribuzione, in<br />

una fascia entry level. Sarà possibile<br />

scegliere la referenza Macinato<br />

Armonioso nei formati da 250g,<br />

2x250g, 4x250g e le cialde compostabili<br />

disponibili nelle miscele<br />

Deciso e Cremosissimo (da 50 e<br />

100 cialde).<br />

Il marchio Kosè by Kimbo si arricchisce<br />

inoltre di una linea destinata<br />

al canale specializzato nella distribuzione<br />

di monoporzionati, con<br />

una grafica e con miscele dedicate.<br />

I gusti dedicati al canale specializzato<br />

sono Intenso, Cremoso e<br />

Decaffeinato, disponibili in cialde<br />

compostabili e per tutti i sistemi di<br />

capsule più diffusi sul mercato:<br />

Nespresso ® *, Dolce Gusto ® * e<br />

Lavazza ® A Modo Mio ® *. In questo<br />

caso, la linea è disponibile nelle miscele<br />

Intenso, Cremoso e Deca nei<br />

formati da 10 e 40 capsule per le<br />

capsule compatibili Nespresso, da<br />

16 e 30 capsule per le compatibili<br />

Nescafè ® Dolce Gusto, da 50 e 100<br />

capsule per le capsule compatibili<br />

Lavazza A Modo Mio e con un formato<br />

da 50, 100 e 150 pezzi per le<br />

cialde compostabili (*marchi non di<br />

proprietà di Kimbo).<br />

Prossimamente sarà possibile acquistare<br />

i prodotti anche sullo shop<br />

online dedicato a Kosè by Kimbo e<br />

sui principali marketplace d’Italia,<br />

primo fra tutti Amazon.<br />

È nato un nuovo modulo che sarà dedicato<br />

ai processi di riciclo per plastiche che sono<br />

state a contatto con gli alimenti. L’idea è arrivata<br />

dallo schema di certificazione<br />

EuCertPlast al fine di armonizzare il più possibile<br />

l’industria del riciclo plastiche. Questo<br />

nuovo modulo include i requisiti previsti dal<br />

prossimo emendamento del Regolamento<br />

(CE) 282/2008 sulle plastiche riciclate destinate<br />

a entrare a contatto con gli alimenti. Il<br />

modulo garantisce inoltre trasparenza e qualità<br />

delle pratiche di trattamento assicurando<br />

l’assorbimento continuo di riciclati per applicazioni<br />

che entrano a contatto con gli alimenti.<br />

Promuove infine la conformità ai requisiti<br />

nazionali.<br />

Il nuovo modulo è in vigore dal 14 settembre<br />

per ogni nuova richiesta di audit o audit di<br />

monitoraggio annuale dei processi di riciclo<br />

di materiali a contatto con gli alimenti.<br />

EuCertPlast avvierà un periodo di transizione<br />

di un anno per il monitoraggio degli audit da<br />

adattare al nuovo Audit Scheme Module.<br />

Lo schema europeo EuCertPlast è promosso<br />

da EPRO, EuPC, Recovinyl e PRE e si rivolge ai<br />

riciclatori di materie plastiche con il fine di<br />

attestare la qualità e la tracciabilità dei processi<br />

e dei prodotti ottenuti attraverso le migliori<br />

pratiche (Best Practice), al rispetto delle<br />

leggi ambientali, degli standard europei e<br />

delle direttive nazionali.<br />

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AB 33<br />

ABS FOOD 19, 29<br />

ANTARES VISION 16<br />

ANUGA 24<br />

ASSINDUSTRIA 20<br />

ATLAS COPCO 21<br />

BARILLA 15<br />

BOLTON FOOD 33<br />

BRENNTAG 5<br />

BÜHLER 1<br />

CARTON PACK 46<br />

CHIMAB 5<br />

CONSORZIO MORTADELLA BOLOGNA 20<br />

COPERION 37, 39<br />

CREA 30<br />

DESPAR 46<br />

EIOM 45<br />

ELLAB 39<br />

ENEA 30<br />

EUCERTPLAST 47<br />

FAO 22<br />

FARAVELLI 14, 17, 28<br />

FEDERDOC 11<br />

FEM 30<br />

FLUORTECNO 13<br />

FONDAZIONE QUALIVITA 11<br />

FORBO<br />

2A COP.<br />

GRUPPO SOLDANO 30<br />

ICOTEK 25<br />

IFM 3, 38<br />

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3A COP.<br />

IPREL 19<br />

ISIT 20<br />

ISTAT 22<br />

KIMBO 47<br />

LA LINEA VERDE 46<br />

LALLEMAND 28<br />

LIBERA UNIVERSITÀ DI BOLZANO 26<br />

LIFEANALYTICS 17<br />

LR INDUSTRIES 15<br />

MICRO4FOODLAB 26<br />

MICROSOFT 15<br />

MONTENEGRO 37<br />

MULINO MARINO 40<br />

NOVAMONT 46<br />

ORIGIN 10<br />

PACK SUD 19<br />

PAN SURGELATI 26<br />

PROFOOD 42<br />

PULITORI E AFFINI<br />

4A COP.<br />

ROCKWELL AUTOMATION 37<br />

SACMI 19<br />

SAFEATY 34<br />

SAMSON 31<br />

SEALED AIR 14<br />

SF AUTOMAZIONI 41<br />

SICK 38<br />

SIGMA 32<br />

SMS CORPORATION 28<br />

SPIROMATIC 32<br />

TICINOPLAST 46<br />

TUTTOFOOD 23<br />

TÜV 37<br />

UNIVERSITÀ DI PISA 34<br />

VALLE SPLUGA 17<br />

VEGA 1A COP., 6<br />

YASKAWA 40<br />

ANNOXXX N.4 MAGGIO 2019<br />

ANNOXXX N.4 MAGGIO 2019<br />

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DIRETTORE RESPONSABILE: Simone Ghioldi<br />

REDAZIONE: Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com),<br />

Eva De Vecchis (e.devecchis@interprogettied.com)<br />

IMPAGINAZIONE: Studio Grafico Page - Vincenzo De Rosa, Simona Viapiana (www.studiograficopage.it)<br />

INTERPROGETTI EDITORI S.R.L.<br />

Via Statale 39 - 23888 La Valletta Brianza (LC)<br />

Redazione, vendite e abbonamenti<br />

Tel/fax +39 039 5153705<br />

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